Al via il 3° Roselle Archeofilm con proiezioni serali nell’area archeologica, e pomeridiane a Grosseto nel Polo culturale Le Clarisse e al museo di Storia Naturale. In programma otto film e tre conversazioni con protagonisti dell’archeologia

Tre serate sotto le stelle per viaggiare nel tempo e nello spazio restando comodamente seduti in poltrona. Dopo il successo delle scorse edizioni, dal 16 al 18 luglio 2021, “va in scena” il terzo appuntamento con Roselle ArcheoFilm – Premio “O. Fioravanti”, ingresso gratuito, prenotazione consigliata. Ricco e coinvolgente il programma di questa edizione che attraverso sapienti regie e grandi produzioni internazionali permette al pubblico di entrare in contatto con storie, uomini e civiltà che hanno fatto la storia o meglio le storie. Tra i temi del Festival le ultime scoperte sulla piramide di Cheope, le più antiche tracce dei Celti, la nascita delle città in Mesopotamia e la ri-nascita del museo di Baghdad, il rinvenimento di alcune sulle vette dell’Himalaya, la ricostruzione in 3D della straordinaria Selinunte “Ripartire dalla cultura”. Soddisfazione da parte del sindaco di Grosseto Antonfrancesco Vivarelli Colonna che commenta: “Anche quest’anno il Comune promuove e contribuisce alla realizzazione di Roselle Archeofilm – Premio O. Fioravanti. Un appuntamento che s’inserisce perfettamente tra le nostre iniziative per incoraggiare la cultura in questa importante stagione di ripartenza”.

Dario Di Blasi, direttore artistico di Firenze Archeofilm
E Dario Di Blasi, direttore artistico di Firenze Archeofilm: “Anche in questa edizione di Roselle Archeofilm – Premio “O. Fioravanti abbiamo proposto opere cinematografiche provenienti da tutto il mondo, ma soprattutto rappresentative di realtà storico-archeologiche diversissime. Gran parte di questi film sono stati premiati in festival internazionali. Tra questi è recentissima la menzione speciale al film Il popolo delle dune, del regista David Geoffroy, al TAC International Film Festival in Oregon (Usa) per la sensibilità verso i mutamenti climatici (a Roselle il film è in programma sabato 17 luglio 2021, alle 21.15). Proponiamo queste opere non solo per aggiungere virtute e canoscenza a favore di un pubblico sempre più numeroso, ma per aumentare la sensibilità verso il territorio, il paesaggio storico e il patrimonio archeologico, quest’ultimo troppo spesso interessato da trafugamenti che alimentano il mercato clandestino. E la Toscana ne ha subito purtroppo le conseguenze per secoli, impreziosendo i grandi musei, non ultimo il Louvre”.


Roselle Archeofilm nell’area archeologica (foto roselle archeofilm)
In programma tre serate (alle 21.15) nell’area archeologica di Roselle e due proiezioni pomeridiane (alle 18.15) a Grosseto, negli spazi del Polo culturale Le Clarisse e al museo di Storia Naturale. La manifestazione è organizzata da Archeologia Viva/Firenze Archeofilm con direzione regionale Musei della Toscana / Area archeologica nazionale di Roselle e Associazione M.Arte. Il Festival, sostenuto da Santina Grotto, si svolge con il patrocinio di Comune di Grosseto in collaborazione con museo Archeologico e d’Arte della Maremma, fondazione Grosseto Cultura; con il contributo di fondazione Cassa di Risparmio di Firenze e la partecipazione di Conad e Banca Tema. Ogni sera in programma oltre ai film, anche una conversazione con i protagonisti dell’archeologia tra cui Susanna Sarti, direttore area archeologica nazionale di Roselle; Chiara Valdambrini, direttore museo Archeologico e d’Arte della Maremma; Eva Degl’Innocenti, direttore museo Archeologico nazionale di Taranto; Simona Rafanelli, direttore museo Archeologico “I. Falchi” di Vetulonia. Informazioni: 0564.402403 (area Archeologica nazionale di Roselle), 0564.488752 (museo Archeologico e d’Arte della Maremma).


Susanna Sarti, direttore dell’area archeologica nazionale di Roselle (foto mibact)
Programma serale. Venerdì 16 luglio 2021, alle 21.15. Apre il film “Il mondo di Cheope” di Florence Tran (Francia, 52’). La piramide di Cheope. La grandiosità dell’edificio affascina ma suscita anche le teorie più irrazionali, basate sulla negazione di due secoli di ricerca. È il momento di raccontare i fatti scientifici, mostrarli, fornire le chiavi di lettura che permettano di coinvolgere, allo stesso tempo, la passione e lo spirito critico degli spettatori. Segue il film “Selinunte, città tra due fiumi” di Antonino Pirrotta, Alessandra Ragusa (Italia, 22’). Com’era Selinunte nel periodo del suo massimo splendore? Le ricostruzioni 3D dell’acropoli che si alternano alle riprese dal vero, danno un’idea di come doveva apparire prima della sua distruzione. Un racconto ricco di storia dove si intrecciano arte, cultura, mitologia e culti arcaici e nel quale Selinunte, anche se virtualmente, ritrova il suo antico splendore. Conversazione con Susanna Sarti, direttore dell’area archeologica nazionale di Roselle.


Chiara Valdambrini, direttore del museo Archeologico e d’Arte della Maremma (foto maam)
Programma serale. Sabato 17 luglio 2021, alle 21.15. Apre il film “I popoli delle dune” di David Geoffroy (Francia, 52’). Su una spiaggia normanna, alcune scoperte archeologiche senza precedenti guidano una squadra di archeologi sulle orme di un popolo celtico la cui cultura sembra differire da quella dei loro vicini del resto della Gallia. Ma non c’è tempo da perdere: l’erosione del mare rischia di distruggere per sempre le ultime tracce della vita degli uomini e delle donne che vissero qui tra II e I secolo a.C. Segue il film “La memoria di un filo” di Franco Zaffanella (Italia, 30’). Il film nasce dalla curiosità atavica di ripercorrere un percorso sperimentale di vita primitiva, consapevoli che la sperimentazione diretta è la chiave necessaria per capire la cultura di un popolo. L’obiettivo prefissato è la realizzazione di un indumento, partendo dalla semina di piantine di lino. Conversazione con Chiara Valdambrini, direttore del museo Archeologico e d’Arte della Maremma.


Simona Rafanelli, direttrice del museo civico Archeologico “Isidoro Falchi” di Vetulonia, ed Eva Degl’Innocenti, direttrice del museo Archeologico nazionale di Taranto, all’inaugurazione della mostra “Taras e Vatl. Dei del mare, fondatori di città. Archeologia di Taranto a Vetulonia” (foto MArTa)
Programma serale. Domenica 18 luglio 2021, alle 21.15. Apre il film “Mesopotamia in memoria. Appunti su un patrimonio violato” di Alberto Castellani (Italia, 50’). Il film è un’indagine sul “passato” e sul “presente” della Mesopotamia e sulla stagione della nascita della cultura urbana in Iraq. Grazie al secolare apporto della ricerca archeologica emerge una lunga storia fatta di insediamenti e di figure entrate nel mito. Segue l’assegnazione del premio “Olivo Fioravanti” 2021. Segue il corto “The Sound of that Beat Nazione” di Mirko Furlanetto (Italia, 5”). Una madre accompagna per la prima volta il figlio a visitare il Museo Nazionale di Baghdad, con lo scopo di spiegargli l’importanza di questo luogo. In un territorio in “ripartenza”, la valorizzazione e la conservazione del patrimonio archeologico e artistico rappresentano il “battito” di una Nazione. Conversazione con Eva Degl’Innocenti, direttore del museo Archeologico nazionale di Taranto, e Simona Rafanelli, direttore del museo Archeologico “I. Falchi” di Vetulonia.

Il regista Olivier Vandersleyen
Programma pomeridiano. Proiezioni fuori concorso in collaborazione con il museo Archeologico e d’Arte della Maremma. Venerdì 16 luglio 2021, alle 18.15: Grosseto, museo di Storia naturale della Maremma (str. Corsini 5). Film “I primi uomini dell’Himalaya” di Clark Liesl (Regno Unito, 50’). In Nepal migliaia di grotte ospitano tombe con mummie estremamente ben conservate, oltre a manoscritti, ceramiche e gioielli. Ma la scoperta più incredibile si trova nel DNA rinvenuto che spiega come questi homo sapiens sapiens siano riusciti ad adattarsi e sopravvivere a un clima estremo e a tale altitudine. Sabato 17 luglio 2021, alle 18.15: Grosseto, Polo culturale Le Clarisse (via Vinzaglio 27). Il film “La Stele della Tempesta” di Olivier Vandersleyen (Belgio, 64’). Cinquant’anni fa l’egittologo Vandersleyen tradusse una stele rinvenuta in Egitto poco dopo la fine della seconda guerra mondiale. La stele descrive la terribile tempesta che invita chiaramente a badare alle Piaghe d’Egitto, come descritto nel libro dell’Esodo…
Mi piace
E io non ci sono. Perso nel “caigo”? Fa lo stesso!Inviato da smartphone Samsung Galaxy.