Ravenna. Riapre l’Antico Porto di Classe con un ricco programma di visite guidate

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La magia del parco archeologico dell’Antico Porto di Classe (Ravenna) al calar del sole (foto ravennantica)

Con l’arrivo della bella stagione riapre l’Antico Porto di Classe. Da mercoledì 1° maggio 2024 sarà possibile tornare a visitare uno degli scali portuali commerciali più importanti del mondo romano e bizantino. Con la riapertura dell’Antico Porto si completa il percorso di visita del parco archeologico di Classe che comprende, oltre all’area archeologica portuale, anche la Basilica di Sant’Apollinare in Classe e il Museo Classis Ravenna, luogo all’interno del quale sono conservati numerosi reperti ritrovati durante le campagne di scavo dell’Antico Porto. Il sito sarà aperto dal martedì al sabato dalle 10 alle 15. Per tutto il mese di maggio, inoltre, sarà possibile partecipare alle visite guidate a libera aggregazione che si svolgeranno tutti i sabato mattina (4, 11, 18 e 25), alle 10.30. Per orari, informazioni e prenotazioni: tel. 3209539916, prenotazioni@ravennantica.org  www.ravennantica.it.

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Il logo del museo Classis Ravenna

Per completare la visita del parco archeologico di Classe sarà possibile visitare la Basilica di Sant’Apollinare in Classe dal lunedì al sabato dalle 8.30 alle 19.30, domenica e 1° maggio dalle 13.30 alle 19.30. Ultimo ingresso 30 minuti prima. Il Museo Classis invece, sarà aperto tutti i giorni, festivi compresi, dalle 10 alle 17.

Festa della Liberazione. Il Colosseo è stato il sito più visitato il 25 aprile a ingresso gratuito seguito dall’area archeologica di Pompei e dal Pantheon. Il ministro Sangiuliano: “L’ingresso gratuito in una data simbolica per la nostra storia vuole legare il nostro patrimonio culturale a giornate importanti per la Nazione”

ministero_25-aprile_ingresso-gratuito_2024_locandinaColosseo (23.830), scavi di Pompei (22.048) e Pantheon (15.803) sono stati i tre siti più visitati il 25 aprile 2024, giorno straordinario di ingresso gratuito. “L’ingresso gratuito nei musei, nei parchi archeologici e nei luoghi della cultura statali, anche quest’anno, in tre date altamente simboliche per la nostra storia come il 25 aprile, il 2 giugno e il 4 novembre”, dichiara il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, commentando i primi dati disponibili degli ingressi nei musei, “non è una scelta formale ma sostanziale perché intende legare il nostro patrimonio culturale a giornate importanti per la Nazione. Oggi celebriamo la Festa della Liberazione dal nazifascismo. In occasione di queste tre ricorrenze, ho voluto fortemente l’apertura gratuita dei nostri siti museali affinché i visitatori potessero godere delle nostre bellezze artistiche e facendo diventare anche la cultura protagonista di anniversari così significativi. Prima non era così”.

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Oltre 22mila visitatori all’area archeologica di Pompei il 25 aprile 2024, a ingresso gratuito (foto parco archeologico pompei)

Ecco i numeri relativi a parchi e musei archeologici. Colosseo 23.830; area archeologica di Pompei 22.048; Pantheon 15.803; Foro Romano e Palatino 7.062; museo Archeologico nazionale di Napoli 6.501; Grotte di Catullo a Sirmione 5.393; Terme di Caracalla 4.410;  Villa Adriana 4.016; area archeologica e museo di Paestum 3.501; parco archeologico di Ercolano 3.296; museo Archeologico nazionale di Reggio Calabria 1.968; Palazzo Massimo alle Terme 1.014; museo Archeologico nazionale di Taranto 1.203; Terme di Diocleziano 990; museo nazionale Etrusco di Villa Giulia 870; scavi archeologici di Stabiae – Villa Arianna e Villa San Marco 835; Palazzo Altemps 778; museo Archeologico dei Campi Flegrei nel Castello di Baia 705; necropoli dei Monterozzi e museo Archeologico nazionale di Tarquinia 649; Anfiteatro campano – museo Archeologico dell’antica Capua e Mitreo di Santa Maria Capua Vetere 599; Villa di Poppea-Oplontis 558; Mausoleo di Cecilia Metella 509; museo Archeologico nazionale di Firenze 462; necropoli della Banditaccia e museo nazionale Archeologico Cerite a Cerveteri 433; parco archeologico di Cuma 408; Villa dei Quintili 408;  Anfiteatro Flavio di Pozzuoli 344; parco archeologico delle Terme di Baia 332.

Torino. Al museo Egizio apertura fino alle 20 dal 28 aprile al 4 maggio

torino_egizio_aperture-prolungate_locandinaDal 28 aprile al 4 maggio 2024 il museo Egizio di Torino rimane aperto fino alle 20. Un’occasione speciale per visitare la nuova mostra “Verso la nuova Galleria dei Re” (vedi Torino. Al museo Egizio, nell’anno del bicentenario, avviato il riallestimento della Galleria dei Re: fino a ottobre le statue di dei e faraoni sono spostate nell’atrio e sotto le arcate del museo Egizio e dell’Accademia delle Scienze. L’esposizione “Verso la nuova Galleria dei Re” ricorda il loro arrivo, 200 anni fa, con la collezione Drovetti | archeologiavocidalpassato) e, da mercoledì 1° maggio 2024, anche i nuovi Giardini Egizi sul Roof Garden dove saranno visitabili orto e giardino funerario.

Esclusivo. A pochi giorni dall’avvio della campagna 2024 al sito preromano di San Basilio ad Ariano nel Polesine (Ro) l’archeologa Silvia Paltineri anticipa gli obiettivi delle nuove ricerche e fa il punto sulle scoperte fin qui acquisite nel centro del delta, primo grande approdo dei greci e luogo di incontro con Etruschi padani e Veneti tra VI e V sec. a.C.

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Ad Ariano nel Polesine (Ro) è tutto pronto per avviare la campagna di scavo 2024 del’università di Padova nel sito preromano di San Basilio (foto unipd)

Manca pochissimo alla ripartenza degli scavi di San Basilio 2024. Lunedì 29 aprile riapre lo scavo del sito etrusco diretto da Silvia Paltineri dell’università di Padova. È proprio l’archeologa del dipartimento dei Beni culturali dell’ateneo patavino ad anticipare ad archeologiavocidalpassato.com gli obiettivi della campagna 2024 e a fare il punto sulle indagini fin qui condotte che confermano l’importanza del sito di San Basilio che rappresenta il primo grande approdo a vocazione internazionale frequentato dai navigatori greci, che fra VI e V secolo a.C. trovarono nel Delta del Po e, più in generale, nell’Alto Adriatico, un luogo di incontro ideale con gli Etruschi padani e con i Veneti.

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San Basilio preromana: team della campagna di scavo 2023 (foto unipd)

 

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San Basilio preromana: team della campagna di scavo 2022 (foto unipd)

 

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San Basilio preromana: team della campagna di scavo 2021 (foto unipd)

“La campagna del 2024 dell’università di Padova nel sito di San Basilio”, spiega Paltineri, “riguarda in particolare l’insediamento preromano, un insediamento che inizia la sua vita intorno al 600 a.C. che è una data chiave per tutta l’Italia settentrionale perché è un momento nel quale nell’area del delta del Po le comunità locali si aprono ai commerci con il Mediterraneo. E San Basilio rappresenta il primo grande approdo a vocazione internazionale frequentato dai navigatori greci. Nell’area del Delta erano già stanziati gli Etruschi, principalmente di area padana, i quali, data la posizione geografica del Polesine, erano in strettissimo contatto con i vicini Veneti.

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La posizione del sito di San Basilio ad Ariano nel Polesine con la linea di costa antica (foto unipd)

Più antico di Adria e di Spina. “Il sito di San Basilio – continua -, un po’ come Adria e come Spina soprattutto, siti più noti ma rispetto ai quali San Basilio rimane comunque importante, proprio perché è il più antico, ha una vocazione internazionale fin dall’inizio della sua storia. Intorno al 600 a.C. questo centro, che si trovava in una zona retro-costiera lungo un cordone di dune, quindi protetto dal mare aperto però affacciato sul mare stesso, diventa un crocevia di scambi, ben testimoniato dagli scavi che stiamo conducendo nell’insediamento preromano a partire dal 2019 con campagne di indagine stratigrafica, precedute da una ricognizione che nel 2018 ho condotto insieme alla collega Giovanna Gambacurta dell’università Ca’ Foscari di Venezia. Negli anni questo progetto di indagine si è ulteriormente articolato, grazie a una stretta sinergia con il museo Archeologico nazionale di Adria, guidato da Alberta Facchi, alla Soprintendenza competente nella persona di Giovanna Falezza e grazie al sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, che fin dal 2018 ha creduto in questa progettualità e attualmente ha investito in un ampio progetto culturale che si è allargato alla fase romana del sito di San Basilio, attualmente in corso di scavo da parte dei colleghi del mio dipartimento Jacopo Bonetto e Caterina Previato.

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Villaggio protostorico di Frattesina (Ro): l’area di scavo interessata dalla campagna 2023 (foto graziano tavan)

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Una delle aree di scavo della campagna 2023 del sito protostorico di Villamarzana (Ro) (foto graziano tavan)

Ma non solo. “Il Polesine è al momento al centro di importanti indagini archeologiche riguardanti fasi più antiche. Queste ricerche, grazie al finanziamento di Cariparo, sono attive nei siti di Frattesina di Fratta Polesine e di Villamarzana, dove attualmente sono impegnati il CPSSAE, l’università Sapienza di Roma e sempre l’università di Padova con le ricerche condotte da Michele Cupitò.

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Il posizionamento delle tre aree di scavo effettuati a San Basilio negli anni 1983-1987 (da Salzani, Vitali, 2002)

Prime indagini della soprintendenza negli anni ’80 del Novecento. “Quando abbiamo scelto di aprire saggi di scavo nell’insediamento preromano – ricorda Paltineri – in un certo senso non lavoravamo al buio, perché nell’area c’erano ricerche pregresse degli anni ’80 del secolo scorso condotte dalla soprintendenza Archeologica del Veneto sotto la direzione di Maurizia De Min prima, e di Luciano Salzani e di Daniele Vitali dell’università di Bologna poi.

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San Basilio (Ariano nel Polesine): scavi 1983 e 1987-1989, l’insediamento preromano (VI-V secolo a.C.) frequentato da Etruschi, Greci e Veneti, con le palificate lignee eccezionalmente conservate (foto unipd)

E queste indagini avevano già messo in luce un insediamento che presentava alcune evidenze eccezionali, tavolati e pali lignei ben conservati, e materiali di diversa provenienza e connotati culturalmente in maniera diversa, tra cui ceramica di produzione locale, cioè ceramica etrusca di produzione padana, ceramica greca di importazione – corinzia, ionica e soprattutto attica a figure nere -, e poi anche ceramica veneta decorata a fasce rosse e nere. Dunque queste erano un po’ le basi di partenza di un’indagine che attualmente ci vede impegnati e che anche quest’anno ci vedrà tornare sul campo proprio a partire da lunedì 29 aprile 2024. E per un mese saremo a San Basilio per proseguire le nostre ricerche.

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Lo scavo dell’università di Padova nel sito preromano di San Basilio (Ariano nel Polesine) visto da drone. Le frecce indicano l’andamento dell’antico canale ancora ben visibile (foto unipd)

Affacciato su un antico canale. “Cosa abbiamo fatto finora? Abbiamo aperto due trincee di scavo: una più grande di circa 15 x 15 metri, e una più piccola di 10 x 4 metri. In un punto strategico dell’area dell’insediamento preromano, un punto importante in quanto affacciato su un antico canale di cui rimane ancora una traccia evidente se si osservano le foto aeree, sia quelle degli anni Ottanta sia quelle effettuate grazie ai sorvoli con il drone condotti in collaborazione con il mio collega Jacopo Turchetto.

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San Basilio (Ariano nel Polesine): Battuto pavimentale in cocciopesto, con canalette basali per sostenere l’alzato in graticcio e buche di palo (foto unipd)

Edificio in graticcio con pavimentazione in cocciopesto. “Le evidenze che abbiamo rintracciato sul terreno – spiega l’archeologa – rispettavano l’orientamento del cordone e del canale. Abbiamo infatti rinvenuto resti di pavimentazioni costituite da uno straordinario battuto di cocciopesto che è stato anche analizzato dal collega Michele Secco, e questo battuto presentava canalette di fondazioni per le travi basali che sostenevano l’alzato e buche di palo, quindi un’edilizia deperibile, in graticcio, analogamente a quello che accade per esempio nel vicino sito di Spina. E l’orientamento di queste strutture asseconda la natura del luogo: quindi è ortogonale rispetto al canale e rispetto all’andamento della pendenza della duna.

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Frammento di ceramica greca da cucina ritrovato nel sito preromano di San Basilio nella campagna di scavo dell’università di Padova (foto unipd)

C’era una comunità di greci. “Orientato NW-SE, questo edificio di cui appunto abbiamo rinvenuto le tracce, restituisce materiali di grande interesse, in parte si tratta di produzioni già note, quindi ceramica etrusca di produzione padana, ceramica greca di importazione, ceramica veneta, però abbiamo avuto anche alcune sorprese. Per esempio abbiamo trovato la ceramica greca da cucina, cosa che accade ad esempio nel vicino sito di Spina. Questo rinvenimento testimonia che a San Basilio i Greci non arrivavano solamente come commercianti, come mercanti, ma con buona probabilità vi era nel sito una presenza greca, dal momento che la ceramica da cucina è un indicatore importante di certe abitudini alimentari.

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Applique in bronzo a forma di felino ritrovata nel sito preromano di San Basilio nella campagna di scavo dell’università di Padova (foto unipd)

Applique in bronzo a forma di felino. “E poi tra le altre sorprese – sottolinea Paltineri – vi è il rinvenimento di alcuni bronzetti configurati a forma di felino, a forma di quadrupede, produzioni di pregio che circolavano nel Mediterraneo occidentale in epoca tardo arcaica. Si rinvengono materiali analoghi in tutta l’Etruria ma anche nel Mediterraneo occidentale fino alla penisola iberica. Sono applique che con buona probabilità si trovavano sugli orli di patere bronzee, e che non sono in realtà una novità assoluta in Polesine, perché si conoscono anche esemplari da Adria

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Un vecchio documento che mostra il disegno del colino ritrovato a Pezzoli di Ceregnano (Ro) con un’applique uguale a quella rinvenuta a San Basilio (foto unipd)

e si sa di un vecchissimo rinvenimento, del ‘700 addirittura, da un contesto, di cui i materiali sono perduti, che è quello di Pezzoli di Ceregnano, sito nel quale erano stati rinvenuti materiali di provenienza funeraria tra i quali un infundibulum, cioè un colino, che aveva appunto una di queste applique, identica a quelle che abbiamo trovato noi. Il nostro rinvenimento di bronzetti è da riferire ad attività di rifusione. Quindi quando questi oggetti avevano perso la loro funzione primaria. Però rimane un rinvenimento importante.

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Panoramica delle cderamiche di importazione e di produzione locale rinvenute nello scavo nel sito preromano di San Basilio dall’università di Padova (foto unipd)

Dai buccheri alle ceramiche etrusco-padane decorate alla veneta. “Tra gli altri rinvenimenti significativi – continua – va segnalata ceramica meso-corinzia che data l’attivazione del sito almeno intorno al 590 a.C. e poi abbiamo bucchero attestato in notevole quantità, anche con forme che incominciano a comparire nella seconda metà del VII secolo e che poi hanno una evoluzione tipologica fino ai primi decenni del VI. Il fatto di aver trovato queste forme a San Basilio è importante, perché il range di nascita e morte del tipo ci consente di fissare il sicuro avvio del sito intorno al 600. E questo è un dato nuovo perché, rispetto ai rinvenimenti degli anni ’80 del secolo scorso, noi possiamo rialzare di un ventennio-un venticinquennio l’attivazione di San Basilio preromana, appunto a questa data chiave, al 600. Poi abbiamo rilevato altri aspetti molto interessanti nella tipologia dei materiali: per esempio, abbiamo forme che sono tipicamente etrusco-padane ma che presentano la decorazione veneta a fasce rosso nere. E questo è un fenomeno di ibridazione tipologica molto significativo, e che ha sicuramente a che fare con i gusti e le abitudini della committenza locale”.

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Un’attività dell’università di Padova nella campagna di scavo nel sito preromano di San Basilio (foto unipd)

“Queste indagini – conclude Paltineri – sono possibili – e voglio ricordarlo – grazie all’entusiasmo e all’impegno di tutti gli studenti, gli specializzandi e i dottorandi che ogni anno lavorano con noi nel sito”.

Roma. Al museo nazionale Etrusco di Villa Giulia per il ciclo “Itinerari etruschi” visita guidata di Stefania de Majo su “Veio versus Roma: dieci anni di resistenza”

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Elmo in bronzo usato come coperchio di un vaso biconico dalla tamba AA1 della necropoli dei Quattro Fontanili a Veio, conservato al museo nazionale Etrusco di Villa Giulia (foto etru)

“Veio versus Roma: dieci anni di resistenza” è il tema nel secondo appuntamento del ciclo di visite guidate ITINERARI ETRUSCHI con gli archeologi dell’Etru. Sabato 27 aprile 2024, alle 11.30, al museo nazionale Etrusco di Villa Giulia, Stefania de Majo racconterà ai partecipanti l’avvincente scontro fra Roma e Veio. Una resistenza decennale, fino all’epilogo nel 396 a.C. in cui Roma espugna la città di Veio e decreta il definitivo ingresso dei Romani nel territorio etrusco. La visita è compresa nel biglietto d’ingresso. Per info e prenotazioni: mn-etru.comunicazione@cultura.gov.it. È possibile prenotarsi direttamente all’accoglienza del Museo il giorno della visita, salvo disponibilità.

Pompei. All’auditorium degli Scavi evento promosso dalla Fondazione Mont’e Prama alla scoperta dell’affascinante mondo dell’archeologia preistorica sarda

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I giganti di Mont’e Prama protagonisti a Pompei. Sabato 27 aprile 2024, alle 11, all’auditorium degli Scavi di Pompei, evento della Fondazione Mont’e Prama dedicato alla scoperta dell’affascinante mondo dell’archeologia preistorica sarda. Iscrizione gratuita (non obbligatoria) all’evento al link https://www.eventbrite.it/…/biglietti-fondazione-monte…. Si scopriranno i tesori del parco archeologico naturale della Penisola del Sinis, insieme alle archeologhe Ilaria Orri, Nicoletta Camedda e Maria Mureddu. Infine, i partecipanti saranno coinvolti dal racconto appassionato di Giorgio Murru, direttore dell’Area scientifica e didattica, e le magiche fotografie di Nicola Castangia. Programma: alle 11, i saluti Istituzionali di Angelandrea Casale, associazione internazionale “Amici di Pompei”; Anthony Muroni, Fondazione Mont’e Prama;  Jack Devecchi, Dinamo Basket; e Bastianino Mossi, FASI; 11.30, “Dall’età preistorica al fenomeno Mont’e Prama” a cura di Maria Mureddu, curatrice dell’area archeologica di Mont’e Prama; “L’antica città di Tharros: epicentro del Sinis in età punica e romana” a cura di Ilaria Orri, curatrice dell’area archeologica di Tharros; 12, “Tra sacralità e ritualità: l’Ipogeo di San Salvatore” a cura di Nicoletta Camedda, curatrice dell’Ipogeo di San Salvatore; “Promozione e gestione del parco archeologico naturale del Sinis” a cura di Giorgio Franco Murru, responsabile dell’area scientifica e didattica della Fondazione Mont’e Prama.

Roma. Al museo nazionale Etrusco di Villa Giulia per il ciclo “Itinerari etruschi” visita guidata di Chiara Cecot su “La donna etrusca”

roma_villa-giulia_itinerari-etruschi_visite-guidate_la-donna-etrusca_foto-etru“La donna etrusca” è il tema nel primo appuntamento del ciclo di visite guidate ITINERARI ETRUSCHI con gli archeologi dell’Etru. Venerdì 26 aprile 2024, alle 17, al museo nazionale Etrusco di Villa Giulia, Chiara Cecot accompagnerà i partecipanti alla scoperta del ruolo della donna nel mondo etrusco. Attraverso gli oggetti e le raffigurazioni contenute nei corredi funerari scopriamo quali dovevano essere le loro prerogative e le loro qualità. Senza dimenticare uno sguardo ai volti delle divinità che si incontreranno nel percorso guidato. La visita è compresa nel biglietto d’ingresso. Per info e prenotazioni: mn-etru.comunicazione@cultura.gov.it. È possibile prenotarsi direttamente all’accoglienza del Museo il giorno della visita, salvo disponibilità.

I papiri di Ercolano svelano i misteri sulla vita e sulla morte di Platone: grazie al progetto “GreekSchools”, coordinato dal professor Graziano Ranocchia dell’università di Pisa, rivelato il luogo di sepoltura di Platone da un frammento della “Storia dell’Accademia” di Filodemo di Gadara. Innovative tecnologie hanno permesso di leggere i papiri carbonizzati conservati nella biblioteca nazionale di Napoli. L’obiettivo è la pubblicazione di un’edizione aggiornata della “Rassegna dei filosofi” di Filodemo

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Scansione di frammenti di papiro carbonizzato proveniente da Ercolano e conservato alla biblioteca nazionale di Napoli (foto unipi)

Del filosofo Platone finora si sapeva che era nato ad Atene tra la fine del V e l’inizio del IV secolo a.C., che nella sua vita fu anche fatto prigioniero e venduto come schiavo, che fondò ad Atene l’Accademia dove fu sepolto alla sua morte. Il tutto fissato su date “incerte” o “contradditorie” dovuta alla frammentarietà delle fonti. Ma ora abbiamo qualche informazione/certezza in più, con oltre 1000 nuove parole, corrispondenti al 30% del testo, emerse – come si legge su UnipiNews del 23 aprile 2024 – dal papiro ercolanese carbonizzato, contenente la Storia dell’Accademia di Filodemo di Gadara (110-dopo il 40 a.C.). Il 23 aprile 2024 alla Biblioteca nazionale ‘Vittorio Emanuele III di Napoli è stato presentato lo stato dell’avanzamento del progetto “GreekSchools”, che si avvale di innovative tecnologie di studio, grazie al cui “sguardo” tecnologico ha reso possibile questa scoperta. Il progetto che ha ricevuto un finanziamento ERC (Consiglio Europeo della Ricerca) pari a 2.498.356 euro, iniziato nel 2021 e della durata di 5 anni e otto mesi, è coordinato da Graziano Ranocchia dell’università di Pisa in collaborazione con l’Istituto di Scienze del Patrimonio Culturale (ISPC) e l’Istituto di Linguistica Computazionale “Antonio Zampolli” (ILC) del Consiglio nazionale delle Ricerche, e la Biblioteca nazionale di Napoli presso la quale questo papiro, bruciato a seguito dell’eruzione del Vesuvio nel 79 d. C, è conservato insieme a molti altri. Il progetto, oltre all’indagine sullo stato di conservazione di tali manufatti, ha l’obiettivo di pubblicare un’edizione aggiornata – grazie all’applicazione di tecniche di imaging e di metodi filologici – della Rassegna dei filosofi di Filodemo, la più antica storia della filosofia greca in nostro possesso. Di essa fa parte appunto la Storia dell’Accademia, che racchiude molte informazioni esclusive su Platone e sullo sviluppo dell’Accademia sotto i suoi successori.

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Frammenti di papiro da Ercolano conservati alla biblioteca nazionale di Napoli (foto unipi)

“Rispetto alle edizioni precedenti, ora c’è un testo quasi radicalmente cambiato, che implica una serie di fatti nuovi e concreti su vari filosofi accademici”, spiega Graziano Ranocchia. “Attraverso la nuova edizione e la sua contestualizzazione, gli studiosi sono arrivati a deduzioni inaspettate di portata interdisciplinare per la filosofia antica, la biografia e la letteratura greche e la storia del libro”. “Alcune integrazioni precedenti sono state sostituite, alcuni passaggi precedentemente frammentari sono stati integrati o riletti. L’aumento del testo corrisponde all’incirca alla scoperta di dieci nuovi frammenti di papiro di media grandezza. Le nuove letture attingono spesso a fatti nuovi e concreti sull’Accademia di Platone, sulla letteratura ellenistica, su Filodemo di Gadara e la storia antica in generale”, aggiunge Kilian Fleischer, l’editore di questo prezioso papiro nell’ambito del progetto GreekSchools.

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Mille nuove parole lette grazie alle nuove tecnologie sui papiri carbonizzati da Ercolano e conservatio alla biblioteca nazionale di Napoli (foto unipi)

Tra le più importanti novità, si legge che Platone fu sepolto nel giardino a lui riservato (un’area privata destinata alla scuola platonica) dell’Accademia ad Atene, vicino al cosiddetto Museion o sacello sacro alle Muse. Finora era solo noto che egli era sepolto genericamente nell’Accademia. Sempre a proposito di Platone emerge che egli fu venduto come schiavo sull’isola di Egina già forse nel 404 a.C., quando gli Spartani conquistarono l’isola o, in alternativa nel 399 a.C., subito dopo la morte di Socrate. Fino ad ora si era creduto che Platone fosse stato venduto come schiavo nel 387 a.C. durante il suo soggiorno in Sicilia alla corte di Dionisio I di Siracusa. In un altro passaggio, in un dialogo tra personaggi, Platone si esprime in modo sprezzante sulle capacità musicali e ritmiche di una musicista barbara originaria della Tracia.

pisa_università_progetto-greekschools_ranocchia_papiri-di-ercolano_home-page_foto-unipi“Il progetto GreekSchools ha anche lo scopo di sviluppare metodi di indagine dei manoscritti applicando le più avanzate tecniche di diagnostica per immagini oggi a disposizione (imaging ottico nell’infrarosso e nell’ultravioletto, imaging molecolare ed elementale, imaging termico, tomografie, microscopia ottica digitale, ecc.)”, precisa Costanza Miliani del CNR-ISPC. “Personale di questo Istituto, del CNR-SCITEC e di altri centri di ricerca europei, facendo uso di strumentazioni mobili della piattaforma Molab afferente all’infrastruttura di ricerca europea sull’Heritage Science E-RIHS, applica tecniche non invasive a papiri opistografi e stratificati al fine di leggere il testo inaccessibile sul verso o nascosto all’interno di strati multipli”.

Comacchio (Fe). Due eventi legati al tema del vino nell’Antichità: al museo Delta Antico l’incontro “Il vino al tempo di dei ed eroi”, alla Stazione Foce la rievocazione narrativa “Il vino degli etruschi”

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Questa primavera il museo Delta Antico di Comacchio (Fe) organizza due eventi legati al tema del vino nell’Antichità, in collaborazione con la dottoressa in Filologia Classica e sommelier AIS Maria Vittoria Sparano. Il primo evento, dal titolo “Il vino al tempo di dei ed eroi”, prevede il racconto in chiave storico-mitologica dell’uso del vino presso gli antichi Greci, Etruschi e Romani, seguito da una degustazione di vini del territorio ferrarese. L’incontro si terrà venerdì 26 aprile 2024, alle 18, al museo Delta Antico, via Agatopisto 2, Comacchio. L’evento è su prenotazione e prevede un massimo di 30 persone. Info e prenotazioni: museo Delta Antico +39 0533 311316. Tariffa unica: 15 euro.

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Il secondo evento, dal titolo “Il vino degli Etruschi” è una rievocazione narrativa di un antico simposio etrusco, ricostruito sulla base delle fonti antiche, archeologiche e letterarie, cui seguirà una degustazione di vini del territorio ferrarese: ai partecipanti sarà data l’occasione di bere vino alla maniera degli antichi, in una kylix, realizzata ad hoc dall’artigiano Pithos Ancient Reproductions, che sarà lasciata in omaggio ad ogni singolo partecipante. L’appuntamento è per sabato 27 aprile 2024 alla Stazione Foce, Comacchio, nella sezione Open Air del Museo Delta Antico. L’evento è su prenotazione e suddiviso in tre turni (alle 11, alle 17 e alle 19) e prevede un massimo di 20 persone per turno. Tariffa unica: 35 euro. Info e prenotazioni:
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Roma. Al museo nazionale Etrusco di Villa Giulia al via “Itinerari etruschi”, nuovo ciclo di visite guidate tra aprile e maggio per approfondire aspetti diversi della storia e della cultura etrusca

roma_villa-giulia_itinerari-etruschi_visite-guidate_programma-aprile-maggio-2024_locandinaAl museo nazionale Etrusco di Villa Giulia al via un nuovo ciclo di visite guidate comprese nel costo del biglietto d’ingresso e a cura del personale del Museo. Tra il 26 aprile e il 4 maggio 2024 vengono proposti “Itinerari etruschi”: 6 appuntamenti tematici per approfondire aspetti diversi della storia e della cultura etrusca. Per partecipare occorre prenotarsi all’indirizzo mn-etru.comunicazione@cultura.gov.it indicando il giorno e il numero di partecipanti. Sarà possibile prenotarsi direttamente all’accoglienza del Museo, salvo disponibilità. Ecco il programma: venerdì 26 aprile 2024, alle 17, “La donna etrusca” a cura di Chiara Cecot; sabato 27 aprile 2024, alle 11.30, “Veio versus Roma: dieci anni di resistenza” a cura di Stefania de Majo; martedì 30 aprile 2024, alle 17, “Artigiani, mercanti, principi: la seduzione della ceramica nel mondo antico” a cura di Valeria de Scarpis; giovedì 2 maggio 2024, alle 17, “Lo sport nel mondo antico” a cura di Luca Mazzocco; venerdì 3 maggio 2024, alle 11.30, “Miti e leggende del mondo antico a Villa Giulia” a cura di Simone Lucciola; sabato 4 maggio 2024, alle 11.30, “Gli Etruschi e la divinazione” a cura di Alessandra Leonardi.