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Vetulonia. Annunciata una doppia inaugurazione (a giugno e luglio) per la mostra “Corpo a corpo” con alcuni capolavori dal Mann: nella seconda arriva uno dei Corridori dalla villa dei Papiri di Ercolano

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Il gruppo bronzeo dei Corridori dalla villa dei Papiri di Ercolano, tra le opere più famose conservate al museo Archeologico nazionale di Napoli (foto mann)

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Paolo Giulierini, direttore del Mann, e Simona Rafanelli, direttore del Muvet, a TourismA 2023 alla presentazione della mostra “Corpo a corpo” (foto graziano tavan)

L’invito per venire al museo di Vetulonia è ancora valido. Ma ieri, 4 giugno 2023, diversamente da quanto annunciato ufficialmente a TourismA 2023, al museo civico Archeologico “Isidoro Falchi” di Vetulonia non si è aperta la mostra “Corpo a corpo” con “pezzi forti” dal museo Archeologico nazionale di Napoli dedicata allo sport, l’agonismo, il rispetto dell’avversario nel mondo antico in un dialogo con il contemporaneo (vedi Vetulonia. Al museo Archeologico la nuova mostra-evento sarà “Corpo a corpo” con capolavori dal Mann dedicata allo sport, all’agonismo, al rispetto dell’avversario. Le anticipazioni di Rafanelli e Giulierini a TurismA 2023 | archeologiavocidalpassato). Ma è solo questione di giorni, come assicura la direttrice Simona Rafanelli, con due inaugurazioni: “La prima giovedì 15 giugno 2023, alle 18. La seconda, probabilmente sempre alle 18, ma l’orario è ancora da definire, un mese dopo, mercoledì 19 luglio, con un nuovo capolavoro dal museo Archeologico nazionale di Napoli”. E che capolavoro, come conferma lo stesso direttore del Mann, Paolo Giulierini: “A Vetulonia porterò uno dei due Corridori dalla villa dei Papiri di Ercolano”.

Vetulonia. Al museo Archeologico la nuova mostra-evento sarà “Corpo a corpo” con capolavori dal Mann dedicata allo sport, all’agonismo, al rispetto dell’avversario. Le anticipazioni di Rafanelli e Giulierini a TurismA 2023

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Paolo Giulierini, direttore del Mann, e Simona Rafanelli, direttore del Muvet, a TourismA 2023 alla presentazione della mostra “Corpo a corpo” (foto graziano tavan)

Di sicuro della nuova mostra-evento al museo civico Archeologico “Isidoro Falchi” di Vetulonia sappiamo il titolo, “Corpo a corpo”, la data della vernice, domenica 4 giugno 2023, e che “i pezzi forti” vengono dal museo Archeologico nazionale di Napoli, istituzione con il quale il Muvet continua la collaborazione. Ma alla presentazione a TourismA 2023, al centro congressi di Firenze, i due protagonisti, Simona Rafanelli direttrice del Muvet, e Paolo Giulierini direttore del Mann, hanno approfondito i temi affrontati dalla mostra, lo sport, l’agonismo, il rispetto dell’avversario, senza svelare i pezzi che saranno esposti.

“Con un grande direttore come Paolo Giulierini dal 2017 siamo riusciti con l’amministrazione di Castiglione della Pescaia a cui fa riferimento il museo di Vetulonia a organizzare delle mostre”, esordisce Rafanelli, “grazie alla volontà di Paolo Giulierini di voler favorire anche la promozione culturale di piccole realtà, di piccoli musei come quello di Vetulonia, piccoli musei etruschi ma con grandi idee: almeno ci proviamo. Insomma cerchiamo di promuovere eventi importanti. E grazie alla partecipazione del Mann, il museo Archeologico nazionale di Napoli, riusciamo a far ammirare nelle sale di Vetulonia dei capolavori che altrimenti nessuno mai avrebbe visto varcare l’ingresso al borgo di Vetulonia.

“L’ultima grande mostra col Mann da cui ripartiamo e ripartiremo con un allestimento gemello – continua Rafanelli – è quella che ha portato da noi una delle cinque danzatrici della Villa dei Papiri di Ercolano e che faceva pendant sempre per la parte antica con la Venere accoccolata in marmo della collezione Farnese. A Giulierini ho chiesto di non parlare esattamente di quali pezzi arriveranno, ma soltanto del tema che stiamo affrontando, anche perché per essere sinceri fino in fondo li stiamo decidendo – il Mann attualmente gestisce un’ottantina di mostre tra Italia e l’estero – per poter organizzare i prestiti in base a cosa c’è, cosa rientra, e poter prestare qualcosa di grande comunque a Vetulonia”.

“La cosa più importante”, sottolinea Paolo Giulierini, “è questa collaborazione metodologica tra il ministero della Cultura – in questo caso rappresentato dal Mann che comunque è una costola del ministero – e un museo civico e un Comune. Ciò dimostra che quando c’è da fare giurisprudenza si possono anche segmentare le cose, però quando c’è da raggiungere degli obiettivi bisogna fare squadra. Se ci fosse stato un vescovo avremmo dialogato con il vescovo, se ci fosse stata una soprintendenza avremmo fatto altrettanto: bisogna guardare la realtà. Il tema di fondo è che tutti noi dobbiamo riconoscere che si è al servizio dei cittadini. Se quindi avviene questo e quindi vogliamo fare una bella cosa, le competenze giurisprudenziali fanno un passo indietro in funzione dell’obiettivo finale.

“L’obiettivo finale è molto ambizioso quest’anno. Non entro nello specifico degli oggetti, perché sarà una sorpresa, una bellissima sorpresa. Ma faccio due sole riflessioni di fondo. La prima è che quando Simona parla con grande umiltà del borgo di Vetulonia lei cala la situazione nella contemporaneità. Ma se ci spostiamo indietro di duemila anni è Vetulonia la metropoli, e Firenze era ben poca cosa. Insomma per dire che anche e soprattutto in Toscana c’è il campanilismo. Ma anche in generale in Italia. Questa cosa è molto importante perché i destini delle città, dei centri abitati sono ciclici e quindi ciò che è una potenza ora poi non è più niente. E se questo avviene per via del tempo è un conto, ma se avviene per via di situazioni di guerra allora è ancora peggio.

“Quindi un messaggio di questo tipo, cioè impostare una mostra sui temi dello sport, dell’agonismo, del rispetto dell’avversario – continua -, è ancora più importante in questo momento. E infatti i greci ce lo hanno insegnato bene con l’invenzione delle Olimpiadi, con tutti gli altri giochi e feste, come i giochi nemei. Quando sostanzialmente anche le guerre erano fermate, credo che sia il più grande insegnamento – tra l’altro – da parte di un popolo che non era per niente propenso alla pace, perché i greci tra di loro erano molto bellicosi per pochi metri quadri di territorio, e poi quando non c’era più spazio – come sapete – le colonie diventavano la via di fuga. Quindi questi valori dell’agonismo e della kalokagathìa, cioè della purezza del corpo e dello spirito, sono la cornice generale all’interno della quale si muove il discorso.

“C’è poi tutta una serie di fonti antiche – ricorda – che ci aiutano a capire quanto lo sport e l’agonismo fossero ben evidenti non solo in Grecia ma anche in Magna Grecia e tra gli Etruschi. Molto interessanti sono le colonie della Magna Grecia. Fermiamoci solo su quella di Crotone. Crotone esprime dei campioni, dei campionissimi anzi. Milone ad esempio vince ben in sette Olimpiadi. Ora bisogna stare attenti perché facendo un po’ i calcoli questi erano atleti tra i 18 e i 40-45 anni, non si capisce bene. Però effettivamente ci sono dei documenti ufficiali di questo campionissimo. E naturalmente per le colonie greche tornare in madre patria e affermarsi significava portare gloria per la propria colonia, tant’è che spesso alcuni di questi premi venivano depositati nel Thesauroi di Delfi – per esempio – e di Olimpia stessa a significare quella gloria che l’atleta portava alla propria città.

“Poi ci sono casi di record in qualche modo ritoccati. Il famoso salto di Chionis che dalla trasposizione della misura greca in quella decimale nostra diventa di 17,50 metri: come è possibile? a meno che non si sia trattato di un salto triplo che però non esisteva nei giochi greci. Tant’è. E allora si può ricordare anche quel famoso detto latino che si rifà a un episodio di una vicenda greca dove un saltatore dice di aver saltato in lungo una misura eccezionale a Rodi (da un piede all’altro del Colosso, ndr) e l’altro rispondeva “Hic Rhodus hic salta” letteralmente “Qui è Rodi, salta qui” per dire “Dimostraci ciò che affermi, qua e adesso”. È una bella espressione. Ma quando si trattava di gareggiare, la competizione portava anche a queste estremizzazioni del risultato, questo fa parte dell’agonismo.

“Ovviamente per lo sport era previsto anche un tipo di dieta equilibrata. È evidente che chi doveva fare massa muscolare, come i lottatori o i pugilatori, doveva mangiare soprattutto dei contenuti proteici, quindi la carne e le uova soprattutto, mentre i velocisti avevano un altro tipo di alimentazione. Ma c’è un aspetto nel quale mi sono imbattuto facendo una tesi sulla musica nello sport nella ceramica attica, cioè sul fatto che molti sport in Gracia fossero accompagnati dalla musica, e questo aspetto si lega moltissimo all’argomento dell’anno scorso quando Simona ha scelto il tema della danza e quindi con la musica che in qualche modo faceva da sottofondo a questa pratica, di una danza che è grazia e armonia. Il gesto atletico è anzitutto armonia. Allora sappiamo, ad esempio, che il salto in lungo era preceduto e seguito nella sua esecuzione da un suonatore di aulos. E quindi c’era tutta una preparazione. Anche nella ceramica attica che si ritrova nelle tombe etrusche abbiamo scene di pugilatori e si vede sullo sfondo un auleta che probabilmente scandiva in forma più forte con il suono quando il colpo arrivava meglio. Su questo c’è un dibattito con Aristotele che dice che gli Etruschi fanno tre cose al suono dell’aulos: una era battere gli schiavi, una era il pugilato – a differenza dei greci che non lo facevano -, una terza era impastare il pane con questo sottofondo armonico. L’archeologia, invece, ha dimostrato che Aristotele non si ricordava – siamo nel IV sec. a.C. – di quello che succedeva in Grecia almeno un secolo e mezzo prima, perché la ceramica a figure nere presenta almeno 15-20 attestazioni figurate di pugili e di auleti che li accompagnano. Ma non è questo il punto. Il punto è che la musica imperversa lo sport come imperversa le danze pirriche, come imperversa anche gli eserciti quando non devono solo sfilare ma prendere coraggio per andare contro l’altra falange. Pensate ai tamburi, alle trombe. Quindi questo elemento musicale e sportivo è un elemento fondamentale che dalle colonie della Magna Grecia passano in Etruria e infine arrivano direttamente anche a Roma.

“E i luoghi dello sport sono i più vari: si va dallo stadio che serviva soprattutto per le corse lunghe, non è ben chiaro nel mondo etrusco dove avvenissero queste manifestazioni. Ci sono a volte nelle tombe rappresentazioni di balaustre dove le persone si mettevano: ci sono donne e uomini, cosa che invece in Grecia non si poteva fare. Però non dovevano esserci apprestamenti grandi. Probabilmente erano degli apprestamenti in legno con delle tribune che venivano costruiti in spazi aperti in particolari occasioni.

“Il Mann di Napoli – spiega Giulierini – conserva molti oggetti legati al mondo dello sport, e li conserva per tutte le civiltà di cui ho parlato, dalla Grecia classica attraverso i vasi alla Magna Grecia di cui conserviamo l’unico vaso che ritrae Milone di Crotone in una forma ovviamente generica, restituito nel 1997 dal museo “Getty” al Mann. E anche questa è una curiosità. Poi abbiamo oggetti del periodo romano che va inteso come quel periodo di gusto per la Grecia, quindi il I sec. a.C. – I sec. d.C., quando le grandi domus, le grandi ville di Pompei ed Ercolano ospitano spesso statue che in alcuni casi sono originali (anche se il dibattito è aperto sulla loro autenticità) e altre volte sono copie perfette di originali greci, e quindi di tante statue che afferivano al tema dell’attività sportiva, dalla lotta alla corsa al pugilato e in una miriade di possibilità. Naturalmente non mancano anche gli attrezzi che – ad esempio – fanno riferimento non solo ai momenti sportivi ma anche al momento della vittoria con l’incoronazione del vincitore, con la presenza della Nike che in qualche modo celebra con la posizione della corona la vittoria dell’atleta.

“Quindi l’ultima riflessione che voglio fare è che visto che lo sport è anche interruzione della guerra, lo sport è anche un legame con l’armonia, con la grazia, quindi in diretta continuità con l’aspetto della mostra precedente, possiamo anche dire che un inno allo sport e all’atletica è anche un inno alla sana competizione nel rispetto dell’avversario ma anche a un sano modo di vivere. Quindi una mostra dedicata a questi temi porta un museo anche a riflettere sul valore del messaggio che possono dare i musei. Il museo non è solo celebrazione dell’Antico ma anche di quanto la società moderna in alcuni casi abbia fatto dei passi avanti rispetto all’antico. Non mi riferisco tanto al tema dei record che ovviamente ogni età ha i suoi record perché non si possono paragonare i mezzi, l’alimentazione ma anche la crescita corporea di duemila anni fa rispetto ai nostri. Però per esempio l’età moderna a partire da dopo la rivoluzione inglese ha portato a una diffusione dello sport a tutte le classi sociali. Lo sport è stato anche una maniera di emergere, di avere del tempo libero per tutti, cosa che prima non era, ed era relegato solo agli elementi delle élite delle società greche e magno greche. Lo sport ha portato a un certo punto, nonostante ci siano casi nel mondo antico di donne che facevano sport soprattutto a Sparta, alla emancipazione sportiva della donna. E poi soprattutto lo sport è anche una manifestazione che spesso è stato vittima di alcuni regimi ed è stato utilizzato – come anche spesso la cultura classica – strumentalmente. È successo in diverse epoche. Ad esempio, l’impero britannico ha usato strumentalmente la Grecia classica, oppure la Germania si impadronì della cultura classica a fini strumentali, anche noi ci siamo caduti in questo aspetto nel Ventennio. Quindi lo sport è stato un elemento di propaganda del regime. E pensiamo quando Jessie Owens alle Olimpiadi di Berlino riesce a fare il capolavoro delle quattro vittorie che cosa significhi simbolicamente questo aspetto. Questo riscatto significa anelito di libertà ma significa anche una cosa bellissima che Jessie Owens era amico intimo del ragazzo tedesco con il quale stava insieme al di fuori delle competizioni sportive, perché erano persone che si rispettavano al di là dei regimi. Quindi in questa mostra – conclude Giulierini – si possono realizzare tutti questi aspetti. Complimenti a Simona e a tutta la comunità di Castiglione della Pescaia e Vetulonia perché scegliere oggi come tema lo sport significa non solo impegnarsi socialmente e culturalmente, ma anche in politica”.

Notte europea dei Musei 2023. Aperture serali, ingressi a 1 euro e tante iniziative tra visite guidate a tema e intrattenimento. Ecco alcune proposte da Cividale a Palermo

Sabato 13 maggio 2023 torna la diciannovesima edizione della Notte europea dei Musei, patrocinata dall’Unesco, dal Consiglio d’Europa e dall’International Council of Museums – Icom.

cividale_archeologico_notte-dei-musei-2023_locandinaCIVIDALE DEL FRIULI (UD). Sabato 13 maggio 2023 per la Notte dei Musei apertura straordinaria del museo Archeologico nazionale di Cividale dalle 19 lle 22 al costo simbolico di 1 euro per un fantastico viaggio nel tempo. In occasione della Notte dei Musei, presentazione della Mappa Parlante di Cividale del Friuli a cura di Radio Magica con uno spettacolo di lettura, musica e illustrazione dal vivo che fornirà un’anteprima delle storie e delle curiosità della nuova mappa realizzata da Sarolta Szulyovszky, con il supporto della Regione FVG e del Comune di Cividale del Friuli. Voci: Giustina Testa e Daniela Gattorno. Arpa: Luigina Feruglio. Disegni dal vivo: Paolo Cossi. Orari. Primo turno 19-20, Secondo turno 20.30-21.30. Partecipazione gratuita su prenotazione: https://forms.gle/TnKEvmsNB9sykVXY8. Per info: 375 6562461 – fondazione@radiomagica.org.

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Visite serali al decumano di Aratria Galla ad Aquileia (foto fondazione aquileia)

AQUILEIA (Ud). Sabato 13 maggio 2023, per la Notte dei Musei, aperture straordinarie nelle aree archeologiche e siti culturali di Aquileia. Il Decumano di Aratria Galla sarà aperto fino alle 22.  Alle 19, passeggiata serale con il direttore di Fondazione Aquileia Cristiano Tiussi (l’accesso è libero senza obbligo di prenotazione). Storia, archeologia e imperdibili racconti sull’Aquileia antica saranno i protagonisti. La Domus di Tito Macro e la Domus e Palazzo Episcopale saranno visitabili fino alle 20. Per maggiori info sui biglietti visita www.midaticket.it/eventi/aquileia. Il museo Archeologico nazionale, in occasione della Notte europea dei Musei sarà aperto straordinariamente fino alle 22.00. A partire dalle 19 l’ingresso seguirà la tariffa simbolica di 1 euro per tutti. Biglietteria e bookshop chiuderanno alle 21. Alle 21 è in programma una visita guidata del museo a cura della direttrice, Marta Novello. Le attività sono organizzate dal servizio educativo del museo e sono comprese nel biglietto d’ingresso. Per partecipare è necessario prenotare scrivendo a bookshopmanaquileia@gmail.com o telefonando al numero 0431 91016.

fratta-polesine_archeologico_notte-dei-musei-2023_locandinaFRATTA POLESINE (Ro). Sabato 13 maggio 2023, per la Notte europea dei Musei, il museo Archeologico nazionale di Fratta Polesine rimarrà aperto, dopo il consueto orario, dalle 19.30 alle 22.30 nella Barchessa Nord di Villa Badoer, che a sua volta sarà aperta al pubblico dalle 21 alle 22.30, in via Giovanni Tasso 1. Entrambe le strutture potranno essere visitate alla cifra simbolica di 1 euro ciascuna (2 Euro totali in caso di visita sia al museo Archeologico nazionale che a Villa Badoer). Alle 21.15, inoltre, è stata predisposta una visita guidata completamente gratuita e della durata di circa un’ora nelle sale del museo Archeologico nazionale e al piano nobile di Villa Badoer dal titolo “Il Polesine tra Età del Bronzo e Rinascimento. Racconti nascosti sul complesso palladiano tra archeologia e mito”, condotta da Maria Letizia Pulcini, direttrice del museo Archeologico nazionale, ed Elisa Garavello di Aqua S.r.l. I visitatori saranno coinvolti in un affascinante viaggio tra Età del bronzo e Rinascimento, alla scoperta delle singolari coincidenze tra le produzioni e la tradizione decorativa di Frattesina e l’apparato ornamentale di Villa Badoer. Per la partecipazione all’evento è necessario effettuare la prenotazione contattando il numero telefonico 3663240619 o tramite e-mail infoåqua-naturaecultura.com.

adria_archeologico_notte-dei-musei_2023_locandinaADRIA (Ro). Il museo Archeologico nazionale di Adria rimarrà aperto dalle 20 alle 22.30 e sarà possibile partecipare in due turni, alle 20.15 e alle 21.30, alla visita guidata tematica “Adria e Spina, le città etrusche sulle sponde dell’Adriatico”, a cura di Alberta Facchi, direttrice del Museo. In questa serata speciale dedicata ai musei di tutta Europa, la struttura adriese propone un percorso innovativo incentrato sul dialogo e il confronto tra le due città etrusche dell’alto Adriatico, Adria e Spina: la vocazione marittima che le rende vere “regine” del mare; la posizione reciproca su due rami del Po con diversa prospezione commerciale; la somiglianza nelle tecniche costruttive e le differenze di rituale funerario che ne fanno due esempi di città con distinte caratteristiche. Tra i protagonisti dell’evento, la tomba proveniente dalla necropoli di Valle Trebba a Spina esposta al museo di Adria come prestito di scambio in occasione della mostra “Spina etrusca. Un grande porto nel Mediterraneo” (prorogata fino al 31 agosto 2023 al museo Archeologico nazionale di Ferrara). Info e prenotazioni allo 042621612 oppure drm-ven-museoadria@cultura.gov.it.

verona_archeologico_notte-dei-musei_2023_locandinaVERONA. In occasione della Notte europea dei Musei il museo Archeologico nazionale di Verona propone un’apertura straordinaria serale dalle 19.30 alle 22.30, con ingresso al costo simbolico di 1 euro. Alle 19.30 e alle 21 visite guidate, a cura dello staff del Museo, alle sale dedicate alla Preistoria, Protostoria ed Età del Ferro e, in anteprima assoluta, agli spazi destinati all’allestimento di Età Romana. Info e prenotazioni: 045.591211 o mail drm-ven.museoverona@cultura.gov.it. Mentre gli adulti parteciperanno alle visite guidate lo staff del Museo coinvolgerà i più piccoli con “Scopriamo il nostro passato”: attività di gioco alla scoperta della nostra storia, dal Paleolitico all’Età del Ferro.

bologna_archeologico_notte-dei-musei-2023_locandinaBOLOGNA. Al museo civico Archeologico di Bologna suggestiva visita guidata “Parole di pietra” sabato 13 maggio 2023 alle 19.30 e alle 21, in occasione della Notte dei Musei. Federica Guidi e Marinella Marchesi vi guideranno attraverso il Lapidario del museo con l’aiuto di torce elettriche, per meglio apprezzare i segni tracciati dagli abili lapicidi e le parole cui fu affidato il ricordo delle tante persone che animarono le strade e le piazze di Bononia. L’evento rientra nel ricco programma diffuso di iniziative speciali e aperture straordinarie dei musei del Comune e Città metropolitana di Bologna. Prenotazione obbligatoria. Massimo 25 partecipanti ogni gruppo. Il museo (atrio e lapidario) sarà inoltre aperto con orario continuato dalle 10 alle 23, con ingresso a 1 euro dalle 19 alle 23.

vetulonia_archeologico_notte-dei-musei-2023_locandinaVETULONIA (Gr). Doppio appuntamento sabato 13 maggio 2023 al museo civico Archeologico “Isidoro Falchi” di Vetulonia. Nel pomeriggio, dedicato ai più piccoli, il MuVet aderisce alla manifestazione nazionale Kid pass days 2023, il grande evento dedicato alle famiglie per scoprire, a misura di bambino, il patrimonio culturale, storico, artistico e scientifico di tutta Italia. Alle 15.30, “Vita da Archeologo!”. Chi è l’archeologo? Come studia il Passato? Lo scopriremo insieme con un appuntamento dedicato, che ad un racconto introduttivo su questo lavoro così appassionante, farà seguire una divertente esperienza di simulazione di scavo grazie alla quale i ragazzi potranno toccare con mano l’emozione della scoperta e dell’interpretazione archeologica. Per bambini dai 6-11 anni. Attività gratuita, posti limitati. Prenotazione obbligatoria. Il Museo inoltre rimane straordinariamente aperto dalle 18 alle 22 in occasione della Notte dei Musei. Alle 21, conversazione archeologica “Vita sulla laguna. I nuovi scavi in località Badia Vecchia, Vetulonia” con Camilla Colombi e Valerj Del Segato, Istituto Archeologico Germanico di Roma. Le archeologhe presenteranno i risultati delle prime campagne di scavo e racconteranno le prospettive future del progetto di ricerca, in occasione dell’inizio della nuova campagna di scavo nel mese di maggio.

roma_curia-iulia_notte-dei-musei_2023_locandinaROMA. Per la Notte europea dei Musei, sabato 13 maggio 2023 apertura straordinaria serale della Curia Iulia e del Foro Romano dalle 19.15 alle 22.15 al costo simbolico di 1 euro. I biglietti potranno essere direttamente ritirati alla biglietteria in largo della Salara Vecchia. Ultimo ingresso alle 21.15. Sarà inoltre possibile visitare in Curia Iulia la mostra “Le Madri Fondatrici dell’Europa”, curata da Maria Pia Di Nonno con ritratti realizzati dalla Giulia Del Vecchio, e partecipare alla tavola rotonda dallo stesso titolo organizzata in collaborazione con il CUG – Comitato Unico di Garanzia per le pari opportunità, la valorizzazione del benessere di chi lavora e contro le discriminazioni del ministero della Cultura. Introducono Alfonsina Russo, direttore del parco archeologico del Colosseo, e Maria Concetta Cassata, presidente del Comitato Unico di Garanzia. Intervengono Francesco Gui, Sapienza Università di Roma; Alessandro Saggioro, Sapienza Università di Roma; Giampiero Gramaglia, giornalista; Grazia Masetti, nipote di Ada ed Ernesto Rossi e testimone privilegiata della vita di due dei protagonisti del processo di integrazione europea; Silvana Boccanfuso, studiosa della figura di Ursula Hirschmann. Modera Tiziana De Simone, giornalista RAI.

roma_villa-giulia_notte-dei-musei_2023_locandinaROMA. Sabato 13 maggio 2023 al museo nazionale Etrusco di Villa Giulia partecipa alla Notte europea dei Musei: dalle 20 alle 23, al costo simbolico di 1 euro. Ultimo ingresso alle 22. Chiusura sale espositive alle 22.30. Alle 20.30 i giardini di Villa Giulia si animeranno con la performance teatrale SIBLING a cura dell’Associazione Famiglie LGS. Le vibrazioni del canto, capaci di emozionare gli animi, la creatività della sandart, per lo stupore degli occhi, l’indiscrezione della fotografia, che rivela il visibile dietro l’invisibile, l’eleganza del kaftani, per un corpo libero da forme stereotipate, da clichè e da pregiudizi, racconteranno il mondo di chi vive accanto a quanti sono affetti dalla sindrome di Lennox Gastaut (LGS), dei sibling, fratelli e sorelle che vivono una sola vita con i loro fratelli e sorelle affetti dalla sindrome, condividendo le ansie, le paure, le rinunce, le lacrime, ma anche i sorrisi e la gioia di sentirsi l’uno nell’altro, sempre e per sempre. Direzione artistica di Mario Cesarano. In collaborazione con Ufficio Stile di Giovanna Panico. Con il patrocinio di OMAR Osservatorio malattie rare, Associazione famiglie LGS Italia, Fondazione Telethon. Non è necessaria la prenotazione.

roma_capitale_notte-dei-musei_locandinaROMA. Sabato 13 maggio 2023 torna a Roma la storica manifestazione con il suo ricco programma di eventi e mostre da visitare negli spazi del Sistema Musei di Roma Capitale. Giunta alla sua tredicesima edizione nella Capitale, la manifestazione, promossa da Roma Culture, sovrintendenza Capitolina ai Beni culturali con l’organizzazione di Zètema Progetto Cultura, propone l’apertura straordinaria al pubblico in orario serale, dalle 20 alle 2 (ultimo ingresso alle 1), degli spazi del Sistema Musei di Roma Capitale. Al loro interno si potrà assistere, con biglietto di ingresso del costo di un euro (salvo che non sia diversamente indicato), a un ricco programma di eventi e spettacoli dal vivo. Tra i musei civici coinvolti: musei Capitolini, Centrale Montemartini, Mercati di Traiano – museo dei Fori Imperiali, museo dell’Ara Pacis, museo di Roma, museo Napoleonico, museo di Roma in Trastevere, museo Pietro Canonica a Villa Borghese, musei di Villa Torlonia (Casina delle Civette, Casino Nobile, Serra Moresca), museo delle Mura, museo Carlo Bilotti – Aranciera di Villa Borghese, museo di Scultura Antica Giovanni Barracco, museo civico di Zoologia, museo della Repubblica Romana e della memoria garibaldina, Galleria d’Arte Moderna, museo di Casal de’ Pazzi. Maggiori informazioni su www.museiincomuneroma.it. Radio Partner: Dimensione Suono Roma. Consulta il programma.

roma_muciv_notte-dei-musei_2023_locandinaROMA-EUR. Sabato 13 maggio 2023 anche il museo delle Civiltà partecipa alla Notte Europea dei Musei aprendo le sue collezioni fino alle 22 al prezzo simbolico di 1 euro, per tutti dalle 19. Ultimo ingresso alle 21.30. Previste visite guidate gratuite a numero aperto. Non è richiesta prenotazione. Alle 20, Palazzo delle Scienze, collezioni preistoriche (2° piano): visita guidata alle collezioni preistoriche “Preistoria? Storie dall’Antropocene” con Paolo Boccuccia; alle 20.30, Palazzo delle Scienze (1° piano), visita guidata alle collezioni etnoantropologiche con Loretta Paderni.

palestrina_archeologico_notte-dei-musei_2023_locandinaPALESTRINA (Rm). Sabato 13 maggio 2023, Notte Europea dei Musei, apertura straordinaria serale del museo Archeologico nazionale Prenestino dalle 20 alle 23 (ultimo ingresso 22.30) con visite guidate gratuite alle 20.30 e 21.30; e del Complesso degli Edifici del Foro dalle 19 alle 22 (chiusura biglietteria 21.30) con visite guidate gratuite alle 19, 20, 21. Ingresso 1 euro.

appia-antica_parco_notte-dei-musei_locandinaAPPIA ANTICA (Rm). Sabato 13 maggio 2023 torna la Notte dei Musei, un’occasione imperdibile per scoprire il parco archeologico dell’Appia Antica nella suggestiva atmosfera serale al prezzo simbolico di 1 euro con alcuni eventi al chiaro di luna. Apertura straordinaria con visite guidate al Complesso di Santa Maria Nova e alla mostra “Patrimonium Appiae. Depositi Emersi” dalle 19 alle 21.30 (ingresso in via Appia Antica 251); apertura straordinaria con visite guidate agli Ipogei delle Tombe della Via Latina, dalle 19 alle 21 (ingresso in via dell’Arco di Travertino 151); concerto “Suonare la Francigena – traiettorie musicali del pellegrinaggio medievale” di Emiliano Marinucci, al complesso del Mausoleo di Cecilia Metella – Castrum Caetani – Chiesa di San Nicola, alle 20 (ingresso via Appia Antica 161 – fino a esaurimenti posti). Il biglietto al costo simbolico di 1 euro è acquistabile nella biglietteria attiva nel sito del Mausoleo di Cecilia Metella, oppure online al link: https://bit.ly/42GyrPS; l’ingresso è gratuito per i possessori di Appia Card.

napoli_archeologico_notte-dei-musei_2023_locandinaNAPOLI. Il museo Archeologico nazionale di Napoli aderisce alla Notte dei Musei, occasione per visitare la mostra “Picasso e l’antico”. Apertura dalle 20 alle 23 al prezzo simbolico di 1 euro! Ultimo ingresso alle 22.

pompei_parco_notte-dei-musei_2023_locandinaPOMPEI (Na). Sabato 13 maggio 2023, nell’ambito dell’iniziativa promossa dal Ministero della Cultura, il sito di Pompei, la Villa di Poppea a Oplontis e la Villa Regina a Boscoreale, Villa San Marco a Stabiae saranno aperti in via straordinaria per la “Notte Europea dei Musei” dalle 20 alle 23 (chiusura biglietterie alle 22) con ingresso a 1 euro (gratuito a Villa San Marco e per i minori di 18 anni in tutti i siti, come da normativa vigente). A Pompei, entrando da Porta Marina si potrà visitare l’area monumentale del Foro Civile – illuminata a cura di Enel Sole – dove si affacciano tutti i principali edifici pubblici per l’amministrazione della città e della giustizia, per la gestione degli affari, per le attività commerciali, come i mercati, oltre ai principali luoghi di culto cittadino. Il percorso si conclude con la visita all’Antiquarium, che ospita uno spazio museale dedicato all’esposizione permanente di reperti che illustrano la storia di Pompei. Uscita da piazza Esedra. Biglietto 1 euro acquistabile esclusivamente sul sito www.ticketone.it. Il limite di accesso alla serata è di 1500 ingressi. A Boscoreale sarà possibile visitare Villa regina, esempio di villa rustica del territorio vesuviano, desinata alla produzione del vino. A Oplontis\Torre Annunziata è prevista l’apertura della Villa di Poppea, tra i più splendidi esempi di villa dell’aristocrazia romana, attribuita a Poppea Sabina, moglie dell’imperatore Nerone. Apertura serale anche a Villa San Marco a Stabiae, esempio di villa aristocratica romana con affaccio panoramico sul golfo (ingresso gratuito). I biglietti sono acquistabili presso i singoli per Pompei (Porta Marina) e Oplontis e/o on line sul sito www.ticketone.it. (i biglietti di Boscoreale sono acquistabili solo on-line).

nola_archeologico_notte-dei-musei_2023_locandinaNOLA (Na). Sabato 13 maggio 2023, in occasione della Notte Europea dei Musei, il museo Storico Archeologico di Nola effettuerà un’apertura straordinaria serale dalle 19 alle 22 (ultimo ingresso alle 21.40). A partire dalle 19.30 il museo propone una visita guidata gratuita alle collezioni e, alle 20.45, il concerto per piano e voce solista “Portrait of swing”, che presenterà brani in chiave swing da Frank Sinatra a Michael Bublé. Ingresso e partecipazione gratuiti, fino ad esaurimento posti (info e prenotazioni: drm-cam.nola@cultura.gov.it). Info: Via Senatore Cocozza 2, Nola (NA) | drm-cam.nola@cultura.gov.it| +39 081 5127184.

s-maria-capua-vetere_archeologico_notte-dei-musei_2023_locandinaSANTA MARIA CAPUA VETERE (Ce). Sabato 13 maggio 2023 nel Circuito archeologico dell’antica Capua di Santa Maria Capua Vetere il pubblico potrà visitare e scoprire in un insolito orario di visita (dalle 19 alle 22, con ultimo ingresso alle 21.30) l’area archeologica dell’Anfiteatro, le collezioni del museo dei Gladiatori e del museo Archeologico dell’antica Capua e partecipare alle iniziative organizzate per ampliare l’offerta culturale. Al museo Archeologico dell’antica Capua, alle 19 e alle 20, in programma due visite guidate alla mostra permanente “I Segni del Paesaggio: l’Appia e Capua” con il direttore Ida Gennarelli e con Giuseppina Marchione dell’Archeoclub d’Italia sezione di Santa Maria Capua Vetere. A conclusione di entrambe le visite si terrà un approfondimento sull’uso dei colori nella decorazione dei manufatti antichi, a cura di Loredana De Nunzio, con la partecipazione del personale del laboratorio di restauro del Museo. Ingresso 1 euro. Info: Via Roberto D’Angiò 48, Santa Maria Capua Vetere (CE) | drm-cam.museoanticacapua@cultura.gov.it | +39 0823 844206.

s-maria-capua-vetere_anfiteatro_notte-dei-musei_2023_locandinaSANTA MARIA CAPUA VETERE (Ce). Sabato 13 maggio 2023 il pubblico potrà visitare e scoprire in un insolito orario di visita (dalle 19 alle 22, con ultimo ingresso alle 21.30) l’area archeologica dell’Anfiteatro dove sono in programma due visite guidate, a cura dell’Associazione Le Nuvole, alle 19.30 e alle 20.45, che permetteranno ai visitatori di conoscere e scoprire, dal crepuscolo fino a tarda sera, la suggestiva area archeologica dell’Anfiteatro campano, che per l’occasione aprirà e illuminerà, in via straordinaria, gli ambulacri dove, dalle 20 alle 21, l’archeologo Ugo Zannini, autore di pubblicazioni sulla produzione del vino in età antica, proporrà una narrazione richiamando fonti antiche che testimoniano il consumo del vino nella società romana. Al termine, piccola degustazione gratuita del Falerno, “generosissimum vinum”, con la Cantina Zannini di Falciano del Massico. L’evento sarà gratuito e riservato ai primi 50 ingressi. Per la visita guidata all’Anfiteatro campano, dal costo di 5 euro, è obbligatoria la prenotazione: arte@lenuvole.com. Ingresso 1 euro.

atella_archeologico_notte.-dei-musei_2023_locandinaATELLA (Ce). Sabato 13 maggio 2023, in occasione della Notte Europea dei Musei, il museo Archeologico dell’Agro Atellano effettuerà un’apertura straordinaria serale dalle 19 alle 22, con “Alla scoperta di Atella e del suo territorio”, visita guidata alle collezioni, organizzate in collaborazione con la sede dell’Archeoclub di Atella. Il Museo, che accoglie i reperti messi in luce da recenti indagini archeologiche, ci permette di conoscere non solo questa antica città, ma anche il territorio in cui era inserita. Ingresso gratuito. Info: Via Roma 5, Succivo (CE) | drm-cam.succivo@cultura.gov.it | +39 081 5012701.

alife_archeologico_notte-dei-musei_2023_locandinaALIFE (Ce). Sabato 13 maggio 2023, in occasione della Notte europea dei Musei, il museo Archeologico dell’antica Allifae effettuerà un’apertura straordinaria serale dalle 19.30 alle 22.30, con “Una notte con i Sanniti”, una visita guidata alle collezioni. L’immagine che le fonti antiche ci hanno tramandato dei Sanniti è quella di un popolo bellicoso che giunse a dominare larga parte dell’Italia centro-meridionale, opponendosi con fierezza all’espansione della nascente potenza romana. La visita alle ricche collezioni del Museo di Alife, costituite in gran parte da reperti provenienti da aree di necropoli, ci darà l’occasione di conoscere, accanto alla figura del guerriero in armi, numerosi aspetti della vita quotidiana della società sannita, restituendoci un’immagine più completa e veritiera di questo antico popolo. Ingresso gratuito.
Info: Piazza XIX Ottobre, Alife (CE)| drm-cam.alife@cultura.gov.it | +39 0823 787005.

maddaloni_archeologici_notte-dei-musei_2023_locandinaMADDALONI (Ce). Sabato 13 maggio 2023, in occasione della Notte dei Musei, al museo Archeologico di Calatia si rinnova l’appuntamento con la storia raccontata attraverso i reperti che provengono da una delle più antiche città della pianura campana con visite guidate “Racconti dal Palazzo: c’era una volta Calatia”, che accompagneranno i visitatori in occasione dell’apertura serale straordinaria, dalle 20 alle 23. L’abitato di Calatia sorgeva in un’area occupata fin dall’età del Bronzo, punto di confluenza e controllo per le vie che dalla piana costiera conducevano alle regioni interne del Sannio. La città era attraversata dalla via Appia, la grande arteria voluta dai Romani per i collegamenti con il meridione. Il museo, ospitato nel prestigioso Casino Starza-Penta dei Carafa di Maddaloni, conserva importanti testimonianze dell’abitato e, soprattutto, delle necropoli che hanno restituito ricchissimi corredi dall’VIII secolo a.C. fino all’età romana. Ingresso gratuito. Info: Via Caudina 353, Maddaloni (CE) | drm-cam.maddaloni@cultura.gov.it | +39 0823 200065.

teano_archeologico_notte-dei-musei_2023_locandinaTEANO (Ce). Sabato 13 maggio 2023, in occasione della Notte europea dei Musei, il museo Archeologico di Teanum Sidicinum effettuerà un’apertura straordinaria serale dalle 19.30 alle 22.30, con visite guidate “Antichi santuari sidicini” alle collezioni per raccontare come gli antichi Sidicini consolidarono la loro identità di popolo italico attraverso la costruzione e la cura dei loro luoghi del sacro. I santuari, oltre che importanti centri religiosi, erano anche punti di riferimento politico ed economico della comunità sidicina, come dimostrano gli oggetti preziosi e le monete rinvenute nelle stipi votive. Ingresso gratuito.
Info: Via Nicola Gigli 23, Teano (CE) | drm-cam.teano@cultura.gov.it | +39 0823 657302.

pontecagnano_archeologico_notte-dei-musei_2023_locandinaPONTECAGNANO (Sa). Sabato 13 maggio 2023, in occasione della Notte europea dei Musei, il museo Archeologico di Pontecagnano sarà aperto di sera con un’apertura straordinaria serale dalle 19.30 alle 22.30 (ultimo ingresso alle 22). Il MAP accoglierà il pubblico in questa iniziativa europea con una serata che risveglierà il desiderio di incontrarsi al Museo, di riscoprire le bellezze del proprio territorio e, soprattutto, di godere insieme dello straordinario patrimonio archeologico degli Etruschi di frontiera. A partire dalle 20, e ogni mezz’ora fino alle 21, sarà possibile prendere parte alle visite tematiche gratuite visite tematiche “Le mille e una notte. Racconti di principi e principesse a Pontecagnano”, a cura dei Servizi Educativi del Museo, dedicate ad approfondimenti sulle tombe di principi e principesse etruschi presenti nella collezione permanente del Museo. Ingresso 1 euro. Info: Via Lucania snc, Pontecagnano Faiano (SA) | drm-cam.pontecagnano@cultura.gov.it | +39 089 848181.

minori_villa-romana_notte-dei-musei_2023_locandinaMINORI (Sa). Sabato 13 maggio 2023, in occasione della Notte dei Musei, l’Antiquarium e l’area archeologica della Villa romana di Minori saranno aperti straordinariamente dalle 19.30 alle 22.30 (ultimo ingresso alle 22) per “Notte in Villa”. Nel corso della serata sarà possibile ammirare le pitture e i reperti custoditi nelle sale espositive e il grande mosaico della sala triclinio-ninfeo con la scena di caccia e il tiaso di Nereidi e creature marine, al centro di recenti interventi di pulizia, rientranti nell’ambito dell’intervento “Villa marittima e Antiquarium di Minori – restauro e recupero”, finanziato dal PON Fesr 2014-2020 “Cultura e Sviluppo”. Saranno proposte, inoltre, visite guidate a cura del personale e della Pro Loco di Minori APS “Costa d’Amalfi”. Ingresso e partecipazione alle attività gratuiti. Info: Via Capo di Piazza, Minori (SA) | drm-cam.minori@cultura.gov.it | +39 089 852893.

mirabella-eclano_parco_notte-dei-musei_2023_locandinaMIRABELLA ECLANO (Av). Sabato 13 maggio 2023, in occasione della Notte europea dei Musei, il parco archeologico di Aeclanum propone, alle 17, “Racconti da Quintodecimo”, una visita guidata a cura dell’archeologa Sandra Lo Pilato, che racconterà le storie e gli uomini che popolarono le terre di Quintodecimo, l’abitato che nell’alto medioevo sorgerà dai fianchi dell’antica Aeclanum, la città “a forma di cuore” sulla via Appia. Ingresso e partecipazione gratuiti. Info: Via Nazionale, 164 – Mirabella Eclano (AV) | drm-cam@cultura.gov.it | +39 0825 449175.

benevento_teatro-romano_notte-dei-musei_2023_locandinaBENEVENTO. Sabato 13 maggio 2023 in occasione della Notte europea dei Musei, il Teatro Romano di Benevento, che sarà aperto in via straordinaria dalle 19.30 alle 22.30 (ultimo ingresso alle 22), propone per la serata due visite guidate alle 20 e alle 21 della durata di circa un’ora, a cura di Ferdinando Creta, e le performance musicali del maestro di flauto Carlo Mazzarella. Ingresso 1 euro. Info: Piazza Ponzio Telesino, Benevento | drm-cam.teatrobenevento@cultura.gov.it | +39 0824 47213.

paestum-velia_parco_notte-dei-musei_locandinaPAESTUM-VELIA (Sa). Sabato 13 maggio 2023 tornano le aperture straordinarie serali dalle 20 alle 23 (ultimo ingresso 22.30) previste nell’ambito dell’iniziativa “La Notte dei Musei”, con biglietto di ingresso di 1 euro. Ciò consente la visita serale al museo e all’area archeologica di Paestum e all’area archeologica di Velia, limitatamente agli spazi accessibili e illuminati. A Paestum sarà l’occasione per scoprire i depositi del Museo, fatti di storie di persone, professionalità, attività, scelte ed emozioni. I depositi si estendono per circa 1400 mq e conservano 1 milione di reperti che si presentano al pubblico così come sono, senza ritocchi e trucchi. Ad accompagnare i visitatori saranno gli assistenti alla fruizione che concentreranno la visita nel “Deposito 2”, con le famose lastre dipinte di età lucana, reperti identitari del museo di Paestum. Sarà inoltre possibile partecipare all’iniziativa “Un’altra Paestum”, dedicata al percorso accessibile del Santuario meridionale. Al chiaro di luna con l’utilizzo di lanterne, i visitatori saranno guidati dal personale del Parco alla scoperta dei due grandi edifici sacri tra i meglio conservati del mondo greco, il tempio di Nettuno e la c.d. Basilica. Il nuovo percorso accessibile consente a tutti di vivere l’esperienza unica di varcare la soglia della c.d. Basilica, monumentale tempio urbano di epoca arcaica (ca. 560 a.C.) dedicato alla dea Hera. A Velia, i visitatori potranno prendere parte al percorso tematico “Un’altra Velia” con l’utilizzo di lanterne, dedicato alla scoperta dell’edificio imperiale di Casa Cobellis. Edificio pubblico, complesso di particolare rilevanza, la cui scoperta ha notevolmente ampliato il quadro delle conoscenze sulla fase romana della città di Velia. Parzialmente inglobata in una masseria moderna da cui prende il nome, la struttura è caratterizzata da diverse fasi costruttive che risultano di difficile comprensione senza un’adeguata spiegazione. Il suo arco cronologico di vita e di utilizzo ha inizio con la prima età imperiale per poi concludersi verso la fine del III sec. d.C., quando diventa cava di materiale da reimpiego. Inoltre, per grandi e piccini, si terrà il Laboratorio dedicato alle tinture naturali dal titolo “Alla scoperta dei colori di Velia”. Questo laboratorio nasce da uno studio sul territorio, dal quale si rileva che, fino a pochi anni fa, l’arte tintoria era molto diffusa tra le popolazioni che lo abitavano ma, attualmente, la pratica è completamente caduta in disuso quasi ovunque. L’obiettivo è quello di raccontare come, una volta, dalle piante si estraevano tinture vegetali, tenui e delicate, accese e vivaci, ma anche molto personali.

taranto_archeologico_notte-dei-musei_2023_locandinaTARANTO. Il 13 maggio torna al museo Archeologico nazionale di Taranto la Notte dei Musei: apertura straordinaria fino alle 23. L’ingresso al Museo, nella fascia oraria che va dalle 20 alle 23, sarà per l’occasione al prezzo simbolico di 1 euro, di poter fruire di un’offerta davvero straordinaria. Infatti, potrete apprezzare tutte le Collezioni delle esposizioni permanenti, le mostre temporanee e l’importante spazio espositivo dedicato all’ultima acquisizione permanente del Museo di Taranto, ovvero il gruppo scultoreo del IV sec. a.C. di “Orfeo e le Sirene”. Inoltre, sono previsti focus ogni mezz’ora sulla Collezione Ricciardi e sul gruppo scultoreo di “Orfeo e le Sirene”. Prenotazione consigliata.

cagliari_archeologico_notte-dei-musei_2023_locandinaCAGLIARI. Quest’anno la Notte dei Musei al museo Archeologico nazionale di Cagliari sarà ancora più speciale. Sabato 13 maggio 2023, dalle 20 alle 23, si può accedere al museo al prezzo simbolico di 1 euro e partecipare all’evento “Aspettando la Musa Euterpe nei luoghi della memoria ritrovata”. Musicisti, cantori e scrittori renderanno magica la serata. Rebecca Fois suonerà le musiche di J. S. Bach al violoncello. Giuliana Pisanu al flauto dolce e Franco Fois al liuto, invece, musiche tra Medioevo e Barocco. Leggeranno per noi invece: Lia Careddu: Antigone o della scelta; Clitennestra o del crimine da Fuochi di Marguerite Yourcenar; Franco Masala: da Marta Du Lac. Storie di una cantante ebrea americana in Italia di Franco Masala; Alessandra Menesini e Marilisa Piga: da Cupio dissolvi di Leonardo Tondo; Nicolò Migheli: da Il cavaliere senza onore di Nicolò Migheli; Francesco Abate: da Il complotto dei Calafati di Francesco Abate.

licata_archeologico_notte-dei-musei_locandinaLICATA (Ag). Sabato 13 maggio 2023, dalle 17.30 alle 23, per iniziativa del parco archeologico e paesaggistico della Valle dei Templi si svolgerà per la prima volta al museo Archeologico regionale della Badia di Licata la Notte Europea dei Musei. Ricco il programma della giornata col contributo delle classi III A e III B Classico del liceo Linares di Licata. Dalle 9.30 alle 22, estemporanea di arti grafiche con Teresa La Cognata, Tullia Ciancio, Desirè Di Liberto, Daniele Costa. Alle 17.30, presentazione della guida archeologica del territorio a cura di Alessio Toscano Raffa e Francesco Gioacchino La Torre. Intervengono Maria Concetta Parello e Alessio Toscano Raffa. Dalle 18.30 alle 20.30 visita guidata del museo per gli operatori turistici a cura di Maria Concetta Parello. Dalle 19 alle 21 visita guidata del museo a cura degli studenti del liceo classico Linares. Dalle 21 alle 23, “The delicate sound of museum”: musica acustica live.

palermo_salinas_notte-dei-musei_2023_locandinaPALERMO. Sabato 13 maggio 2023, in occasione della Notte europea dei Musei, il museo Archeologico regionale “A. Salinas” di Palermo saranno visitabili con un biglietto del costo simbolico di 1 euro dalle 19 a mezzanotte, con ultimo ingresso alle 23. In occasione dell’apertura straordinaria, CoopCulture organizza un ciclo di speciali visite didattiche serali: alle 20 e 21.30. Due visite didattiche incentrate sulla ricca storia del museo e sulla multiculturalità del nostro Mediterraneo, che da sempre restituisce importati testimonianze del nostro passato. Argomento focale della visita sarà inoltre quello che può essere definito il “primo grande esperimento virtuoso di scambio interculturale” che poco più di un anno fa ha riportato un frammento del Partenone in Grecia. Durante la serata sarà possibile degustare un buon calice di vino incluso nel costo della visita didattica, nell’incantevole cornice del piccolo chiostro del museo. Biglietto: 8 euro (escluso biglietto di ingresso 1 euro).

Vetulonia. Ultimi giorni per visitare la mostra “A tempo di danza. In armonia, grazia e bellezza” al museo civico Archeologico “Isidoro Falchi”. Qualche riflessione con la direttrice Simona Rafanelli

vetulonia_archeologico_mostra-a-tempo-di-danza_prorogata_locandinaAncora pochi giorni (fino all’8 gennaio 2023: con l’ultima visita guidata alle 16) per visitare la mostra “A tempo di danza. In armonia, grazia e bellezza” al museo civico Archeologico “Isidoro Falchi” di Vetulonia. Con la direttrice Simona Rafanelli cerchiamo di conoscere meglio la mostra, le sue motivazioni, i tesori che propone.

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Simona Rafanelli, direttrice del museo civico Archeologico “Isidoro Falchi” di Vetulonia in mostra “A passo di danza” (foto muvet)

“Il tema dell’esposizione, nonché fulcro concettuale e insieme per così dire “materiale” della narrazione archeologico-artistica”, esordisce Rafanelli, “è rappresentato dalla Danza e segnatamente dalla peculiare declinazione al femminile di questa straordinaria Arte performativa capace di attraversare, nella particolare evoluzione armonica del rapporto privilegiato esistente fra le movenze del corpo femminile e i concetti di Armonia, Grazia e Bellezza, uno spazio temporale infinito che, fissato nell’eternità dell’attimo, annulla quella distanza che solo la storia ha saputo porre fra le più alte espressioni dell’arte plastica romana in bronzo e in marmo del primo secolo della nostra era e i capolavori che il genio di Canova ha potuto concepire nel sommo delicato equilibrio fra Nuova Classicità e Romanticismo”. Il focus della mostra è costituito da due eccellenze della plastica scultorea in bronzo e in marmo esposte nel museo Archeologico nazionale di Napoli, rappresentate da una delle cinque danzatrici – ritratta nel gesto iconico della danzatrice, con il braccio sollevato al di sopra del volto e la lunga veste leggermente rialzata con l’altra mano – restituite dalla Villa dei Papiri di Ercolano e dalla Venere accovacciata della Collezione Farnese – splendida traduzione marmorea dell’originale in bronzo dell’artista greco Doidàlsas, cui fanno da magico contrappunto, fra antico e moderno, i due capolavori canoviani in gesso impersonati dalla leggiadra ballerina con il dorso delle mani poggiato sui fianchi e dalla Venere Italica, sublimazione dell’eros pudico, custoditi nell’Accademia di Belle Arti di Carrara. Un percorso intrecciato fra Danza e Bellezza che, arricchito da una selezione di affreschi sul tema dalla medesima area vesuviana e da una scelta di gemme dalla stessa collezione Farnese, prende vita dal dialogo culturale ed artistico instauratosi fra le opere, elette a personificazioni insieme astratte e materiche, giacché concretate nelle forme nell’Arte, dell’assolutizzazione dei due stessi concetti. Ad aprire il racconto espositivo della mostra “A tempo di DANZA. In armonia, grazia e bellezza” è, nelle intenzioni dei curatori del progetto ad un tempo scientifico e di allestimento, al fine di celebrare ulteriormente il bicentenario dalla morte del Maestro, la riproduzione al vero – in marmo di Carrara – della Musa della Danza, la divina Tersicore, plasmata dalle mani e dallo spirito di Antonio Canova, tratta dall’effigie in marmo esposta presso il museo della Fondazione Magnani Rocca a Mamiano di Traversetolo.

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La danzatrice dalla villa dei Papiri a Ercolano conservata al museo Archeologico nazionale di Napoli (foto graziano tavan)

La danzatrice della Villa dei Papiri di Ercolano. “Prezioso ornamento del nuovo abitare in stile greco”, spiega Rafanelli, citando l’archeologo tedesco Paul Zanker, “le sculture in bronzo e marmo che quasi in numero di cento adornavano gli spazi del peristilio rettangolare e di quello quadrato, dell’atrio, del tablino della Villa ercolanense forse appartenuta alla famiglia dei Calpurni Pisoni, dovevano evocare singoli settori e aspetti della civiltà greca, comunicando modelli e valori culturali”. E continua: “Originariamente collocate lungo i bordi dell’euripo, al centro del peristilio quadrato, ma restituite dall’angolo sud-ovest del peristilio rettangolare, le cinque statue in bronzo femminili, di poco inferiori al vero, formano con l’altrettanto celebre coppia di giovani atleti, noti in letteratura come runner, il vertice della produzione artistica raggiunto dalle sessantacinque opere bronzee recuperate negli scavi, rivelando ad un tempo la grande eterogeneità dei modelli di riferimento”. In particolare, nelle danzatrici di Ercolano, “il linguaggio formale si orienta su un classicismo che determina un recupero delle grandi opere greche dell’età classica contaminate e rielaborate a creare nuove immagini rispondenti ai modelli culturali imperanti. Questo nella fase di produzione dei bronzi che si individua, alle soglie dell’età imperiale, nella cosiddetta aurea aetas di rinnovamento morale e religioso dell’ideologia augustea. Serrate nella patina verde scuro inflitta dai restauri d’epoca borbonica – responsabili dell’aver privato le superfici bronzee dell’originario splendore dorato, le cinque “donne in movimento” assurgono alla fisionomia di “pure forme e volumi”, giungendo a rappresentare un viaggio visuale senza tempo alla scoperta dell’origine della bellezza. La severa e ordinata architettura del peplo dorico, scandito in molteplici cannellature profonde nettamente delineate, cui fan da contrappunto le “pieghe ad archi meccanici e poco profondi” che disegnano la parte superiore del peplo, o apoptygma, definisce l’assetto peculiare di questo “panneggio architettonico, che” – al pari del suo modello classico che mi piace individuare nella Peplophoros di Heraklion (470 a.C.) – “si dispone e si sviluppa secondo leggi sue particolari in modo da organizzarsi in masse solenni e armoniose obbedendo a leggi strutturali nuove ed estremamente coerenti”, sfruttando “tutte le risorse e le possibilità del bronzo” nel creare “stoffe laminate che si articolano con una sontuosità e un’armonia senza precedenti”. Quindi si stempera dapprima nell’affiorare della sagoma del ginocchio per la flessione della gamba sinistra, per annullarsi poi nella gestualità improvvisa degli arti superiori che con moto repentino si distaccano dal corpo per andare a comporre, nella geometria del cerchio formatosi intorno alle spalle e alla testa della figura, il gesto iconico e insieme icastico della ballerina”.

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Lo “spazio” teatrale alle spalle della danzatrice dalla Villa dei Papiri di Ercolano nella prima sala della mostra del museo di Vetulonia (foto graziano tavan)

“D’altro canto – riprende Rafanelli -, è il gesto “parlante” della mano destra chiusa “ad occhiello”, con il pollice e l’indice avvicinati, a chiarire definitivamente l’identità della fanciulla bronzea di Ercolano, e con essa dell’intero gruppo delle cinque figure femminili, già definite “danzatrici” da Johann Joachim Winckelmann, quindi variamente interpretate fino ai nostri giorni quali semplici peplophòroi, o hydrophòrai, fino alla lettura in chiave mitologica quali Danaidi proposta da Paul Zanker confermando e restituendo loro la primigenia lettura winckelmanniana di danzatrici. Un rapido sguardo rivolto alle danzatrici ritratte negli affreschi delle domus vesuviane sarà sufficiente a fugare ogni dubbio e ad escludere le precedenti letture, cogliendo subitamente nella posa della mano sollevata al di sopra della testa, in maniera inequivocabile, il gesto evidentemente consueto e ricorrente delle dita chiuse a trattenere una corona, una ghirlanda o l’estremità di un serto fiorito, in alternativa ad un lembo del velo o della veste, con le quali danzare o da far volteggiare sulla testa”.

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La danzatrice di Antonio Canova nella mostra “A passo di danza” al museo civico Archeologico “Isidoro Falchi” di Vetulonia (foto graziano tavan)

La ballerina con le mani sui fianchi di Antonio Canova. “Ripresa dell’Antico, studio della Natura, atto supremo della Creazione artistica”, sottolinea Rafanelli, ricordando il Winckelmann: “questo l’assunto del Genio di un artista che, proprio nel segno della Grazia, e nella ricerca della “purezza neoattica”, ha saputo coniugare la compostezza della Bellezza ideale con la commozione dell’espressione patetica, raggiungendo un vertice ineguagliabile di rarefazione formale e di pathos, insieme commisti. Mosso dal desiderio “di far rinascere l’Antico in una delle sue manifestazioni più affascinanti, in cui protagonista è la Grazia”, Antonio Canova, “l’ultimo degli antichi e il primo dei moderni” – cui si intende porgere omaggio, nel contesto della mostra vetuloniese, in occasione del bicentenario dalla morte – riesce a realizzare il suo “miracolo”, che consiste, secondo Antonio Paolucci, “nell’essersi saputo mantenere in mirabile equilibrio, allo spartiacque di due secoli, fra “idea” e “natura”, fra il classicismo di Winckelmann e la nascente sensibilità romantica di Foscolo, Byron, Keats”. La grazia che caratterizza le fanciulle danzanti di Ercolano è la medesima che sprigiona la prima e somma traduzione plastica del filone cosiddetto “delicato e grazioso” dell’arte canoviana, la danzatrice con le mani portate sui fianchi realizzata da Canova per Josephine de Beauharnais e acclamata quale simbolo di Bellezza e Perfezione sin dalla sua prima comparsa in pubblico al Salone di Parigi del 1813. E ancor più che al marmo, “assoluto, perfetto, gravido di eternità”, è alla materia fragile e inconsistente del gesso “bianco, luminoso, senza forma”, avvertito come metafora di tutta l’instabilità dell’esistenza umana, che Canova ama sovente affidare l’espressione di quella fragile e commovente bellezza che, palpitando nel gesso come nella viva carne, costituisce la cifra più genuina del genio dell’artista, perennemente teso a evidenziare l’atto stesso del creare che segna la vera nascita dell’opera, quel “momento delicato” ove occorre “raggiungere un equilibrio tra il genio dell’artista e il limite della materia”.

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“Venere Italica”, gesso di Antonio Canova in mostra al museo Archeologico di Vetulonia (foto graziano tavan)

La Venere Italica di Canova. Fu commissionata a Canova sull’apertura del XIX secolo (1803-1804) dal re d’Etruria Ludovico I di Borbone, quale sorta di risarcimento della “perdita” della Venere de’ Medici, sottratta al Museo degli Uffizi. “Prova di straordinario virtuosismo nella resa finissima del panneggio, dei riccioli che sfiorano la nuca e della morbidezza della carne…”, scrive Beatrice Avanzi, “la Venere Italica, emula – ma non copia – la bellezza dei Greci, appare sospesa fra candore e sensualità, rappresentata mentre esce dall’acqua nell’atto di coprirsi il seno con una mano, pel rossore di essere, da chi l’ama, sorpresa, divenendo vertice espressivo della poetica canoviana fondata sulla ricerca di una bellezza ideale, mitigata dal bello di natura”. La Venere Italica, modellata nel suo “erotismo pudico” che segna la distanza dalla Venere de’ Medici, celebrata da Ugo Foscolo come “bellissima dea”, apparve per converso al poeta qual “bellissima donna”. Nel tentativo di Canova, novello Prassitele, lo scultore si cimenta “in una simile tematica anche nel marmo, all’apparenza la più ardua da risolvere in quel materiale”, e le statue di marmo “diventano statue seducenti di carne, concrezioni sensuali di forma e luce”.

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La Venere accoccolata Farnese e, sulla diagonale, la Venere Italica di Antonio Canova nella mostra “A passo di danza” di Vetulonia (foto graziano tavan)

La Venere accovacciata della collezione Farnese. “Una peculiare Venere della seduzione la Venere accovacciata della Collezione Farnese”, riprende Rafanelli, “cui un artista romano del I secolo d.C., ispirandosi al bronzo ellenistico forgiato dal greco Doidàlsas, volle dar vita nel marmo, trasformandola in una dei “corpi del mito” che affollano la sala Farnesina del museo Archeologico nazionale di Napoli. È un piccolo vasetto di profumo, un alàbastron stretto nella mano destra portata al volto, cui fa da pendent l’armilla che stringe e adorna l’omero del medesimo braccio, a tratteggiare, nella sfera peculiare della bellezza segnata dall’hedonè, il piacere “che persuade e seduce”, i lineamenti di questa dea “dalle morbide forme carnose” colta nell’attimo in cui, terminato il suo bagno, al ritmo di una solenne cerimonia rituale, “tutte con questo cosparse le belle sue membra, si pettinò la chioma, le fulgide trecce compose, lucide, belle, tutte fragranti, sul capo immortale” (così nel canto XIV dell’Iliade è descritta la toeletta di Hera, che si appresta a sedurre Zeus). Ritratta al centro di uno spazio colorato dalle tinte tenui di un erotismo di stampo canoviano, sfumato nella pudicitia, ove in un’atmosfera satura di aromi divini alberga una vera e propria “poetica del profumo” di cui la dea appare incontrastata protagonista, Venere sembra intrecciare con il piccolo contenitore, e con la preziosa sostanza in esso contenuta, un dialogo intimo e ad un tempo immortale, così come appare sin dalle origini il muto colloquio fra l’umano e il divino. Sono l’atteggiamento di tutte le parti del corpo, raccolto in se stesso, l’incrocio dei ritmi chiastici tra le singole membra e le rispondenze con il volto, girato e reclinato, appena turbato da un’espressione sospesa di pudica sorpresa, ad imprimere al corpo della dea quel movimento circolare ricercato dall’artista greco, che è, insieme alla costruzione dello spazio, armonia e vita, mentre è lo scultore romano, eternando nelle forme del marmo la “bellezza eterna, algida, incorruttibile” di cui si cinge Venere, sublimazione del concetto della greca kallòs, a porre – conclude – “questo universo della creazione umana…in sintonia perenne con l’universo vero fatto di stelle”.

Vetulonia. Nel giorno dell’annuncio della proroga della mostra-evento “A tempo di danza. In armonia grazia e bellezza” appuntamento con le allieve di Arte Danza per un dialogo tra danzatrici del Passato e del Presente

vetulonia_archeologico_mostra-a-tempo-di-danza_dialogo-tra-danzatrici_locandinaProbabilmente quando è stato programmato l’evento di sabato 5 novembre 2022, alle 17, al museo civico Archeologico “Isidoro Falchi” di Vetulonia doveva rappresentare in qualche modo il gran finale della mostra “A tempo di danza. In armonia grazia e bellezza” la cui chiusura era prevista per domenica 6 novembre 2022.  “Ma proprio per il successo ottenuto”, parole della direttrice Simona Rafanelli, “la mostra la proroghiamo fino a domenica 8 gennaio 2023”. L’evento è comunque da non perdere: un nuovo appuntamento “a passo di danza”, per uno straordinario dialogo tra danzatrici del Passato e del Presente. Le allieve della scuola di Arte Danza di Castiglione della Pescaia, grazie alle coreografie di Eva Tondi ed Alessandra Taviani, eseguiranno performance di danza ispirate ai temi della mostra 2022, alternandosi alle visite guidate a cura delle archeologhe dello staff. Evento gratuito-prenotazione obbligatoria: 0564 927241 oppure 0564 948058 (dal martedì alla domenica 10-16), museo.vetulonia@comune.castiglionedellapescaia.gr.it.

Vetulonia. Ultimi giorni per visitare la mostra “A tempo di danza. In Armonia Grazia e Bellezza” al museo civico Archeologico “Isidoro Falchi”: con la direttrice Simona Rafanelli speciale visita guidata tra i capolavori esposti

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Veduta d’insieme della prima sala della mostra “A passo di danza” al museo civico Archeologico “Isidoro Falchi” di Vetulonia (foto graziano tavan)


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Locandina della mostra “A tempo di danza. In armonia grazia e bellezza” al museo civico Archeologico “Isidoro Falchi” di Vetulonia dal 1° luglio al 6 novembre 2022

Se non l’avete ancora fatto e ne avete la possibilità, andate a Vetulonia (Gr) al museo civico Archeologico “Isidoro Falchi” a visitare la mostra “A tempo di danza. In Armonia Grazia e Bellezza”, che chiude (salvo proroghe dell’ultimo momento) domenica 6 novembre 2022. Un percorso espositivo con capolavori di fama mondiale concessi in prestito dal principale museo archeologico d’Italia, il Mann di Napoli, e dalla celeberrima Accademia delle Belle Arti di Carrara. Il tema dell’esposizione è rappresentato dalla danza e in particolare dalla declinazione al femminile di questa straordinaria arte performativa. Ma se non ce la fate, ecco una speciale visita guidata che la direttrice del MuVet, Simona Rafanelli, ha concesso ad archeologiavocidalpassato.

“La mostra nasce da un desiderio in primo luogo: un desiderio, condiviso con il sindaco Elena Nappi del nostro Comune di Castiglione della Pescaia, di reagire al momento storico di grande buio, di ansia, di dolore, di malattia, di guerra, esaltando il lato positivo della vita stessa e del cosmo – potremmo dire -, un lato positivo che di comune intento abbiamo voluto porre nella parte femminile dell’umanità, una parte cui spetta da sempre, fin dall’antico, il ruolo di generare la vita e con essa la bellezza e insieme alla bellezza un aspetto peculiare dell’arte performativa che è la danza. Se pensiamo che il feto nel grembo della madre inizia la sua vita muovendosi danzando nel liquido amniotico, o – come sottolineato anche nel mito – che i cureti danzano per nascondere il pianto di Zeus bambino sul monte Ida, è un qualcosa la danza che nasce insieme alla bellezza, all’armonia, all’aspirazione alla perfezione, alla grazia, con l’uomo stesso e soprattutto proprio con la donna. Se la pace la bellezza la vita sono donna più che uomo, ebbene con questa mostra l’abbiamo voluto sottolineare ed esaltare.

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La danzatrice dalla Villa dei Papiri di Ercolano, le foto di Luigi Spina e le tempere di Antonio Canova nella prima sala della mostra “A passo di danza” al museo di Vetulonia (foto graziano tavan)

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La danzatrice dalla villa dei Papiri a Ercolano conservata al museo Archeologico nazionale di Napoli (foto graziano tavan)

“La mostra, i cui temi sono proprio la bellezza e la danza, ha preso vita grazie alla collaborazione con due enti di cultura straordinari che hanno creduto in questa idea, in questo progetto, senza guardare alle piccole dimensioni e alla dimensione semplicemente civica del museo di Vetulonia. Hanno voluto sposare il sogno che era dietro la costruzione di questa esposizione. Parlo del museo Archeologico nazionale di Napoli che, dopo averci donato con l’Efebo dalla via dell’Abbondanza cinque anni fa, nel 2017, la statua più bella di Pompei, ora per noi, per questa mostra, fa uscire dalle sale dedicate alla Villa dei Papiri di Ercolano la più bella delle cinque, cosiddette dal Winckelmann, “danzatrici”. In questa danzatrice lo schema greco della donna col peplo si spezza per prendere vita in un passo e in un gesto iconico della ballerina, col ginocchio piegato, la veste sollevata con un lembo, e soprattutto il braccio alzato a far ruotare una ghirlanda, una corona con cui danzare. Uno studio, grazie al confronto con le tempere di Antonio Canova, ha restituito l’identità di danzatrici a queste giovani fanciulle.

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Danzatrice in un affresco da villa di Ercolano conservato al museo Archeologico nazionale di Napoli (foto graziano tavan)


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In mostra a Vetulonia una riproduzione delle Danzatrici, tempere di Antonio Canova (foto graziano tavan)

“Esce la danzatrice del Mann insieme a cinque affreschi dalle ville romane di Ercolano e di Pompei: una danzatrice da una villa di Ercolano, villa d’otium dei romani del tempo, che mi ripete il gesto con la mano e le dita chiuse sollevate al di sopra della testa; e altre quattro figure danzanti, due menadi volanti straordinarie racchiuse nel giro di danza sul fondo nero che Antonio Canova sogna e ripropone nelle sue tempere di cui abbiamo tre riproduzioni fotografiche nell’allestimento di scena della mostra, e accanto due figure volanti di Eros e Psiche, corpo e anima, uniti nell’abbraccio d’amore cui lo stesso Canova dedicherà le sue opere.

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La danzatrice di Antonio Canova tra le foto di Lugi Spina nella mostra “A tempo di danza” al museo civico Archeologico “Isidoro Falchi” di Vetulonia (foto graziano tavan)

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La danzatrice di Antonio Canova nella mostra “A passo di danza” al museo civico Archeologico “Isidoro Falchi” di Vetulonia (foto graziano tavan)

“Perché Canova? Perché questo tema che attraversa il tempo e dà il titolo alla mostra, che attraversa i secoli a tempo di danza, in armonia grazia e bellezza, parte da opere dell’antichità classica di I sec. d.C. e arriva ad Antonio Canova. Si passa il testimone a quel grande maestro di opere neoclassiche che già si vestono di vene di romanticismo. Il gesso della danzatrice di Canova con le mani sui fianchi prestato da un altro ente straordinario che è l’Accademia delle Belle arti di Carrara arriva da noi. Anche questo per la prima volta esce dall’Accademia per entrare in questa mostra e raccogliere il testimone dalla danzatrice ercolanense del Mann. È una danzatrice che fu dichiarata nei primi dell’Ottocento la donna più bella del mondo col volto di Josephine de Beauharnais che Canova presentò sulle soglie del XIX secolo nel Salone delle Esposizioni di Parigi e che fece innamorare il mondo intero. Questa donna incede leggiadra, a passo di danza rivelando compiutamente nella fragilità del gesso, nelle ombre che richiamano il colore dei corpi connessi nella carne, parla e racconta la fragilità stessa e la precarietà della vita dell’individuo e del mondo del cosmo intero.

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La Tersicore di Antonio Canova riprodotta da TorArt con il robot antropomorfo della Robotor per la mostra “A tempo di danza” al museo di Vetulonia (foto graziano tavan)

“Accanto a queste due figure un’altra opera di Antonio Canova, di cui si celebra il bicentenario quest’anno dalla morte, la musa della danza e del canto corale, la divina Tersicore, dal greco τέρπω (“dar piacere, rallegrare”) e χoρός (“danza”), collegata alla stessa valenza e traduzioni dei termini della danza: χoρός vuol dire anche gioia, la stessa radice di Χαρά (“gioia”): Tersicore la ritroviamo proposta ad accogliere i visitatori nella prima delle due sale della mostra, quella incentrata sulla danza. Eccola la Tersicore, ricavata da un blocco in marmo di Carrara come l’originale di Canova conservato nella Fondazione Magnani Rocca a Mamiano di Traversetolo nel Parmense, che sta impugnando una cetra: canta, balla, si muove, suona. È stata realizzata nei tempi contemporanei ripetendo oggi quella volontà di moltiplicare la memoria, che è nello stesso pensiero, nelle corde di Antonio Canova che quando amava un soggetto lo replicava in diversi materiali, tempera, gesso, marmo, all’infinito in varie dimensioni. Così noi oggi nel contemporaneo la sua Tersicore scolpita dal robot antropomorfo della Robotor a opera della TorArt, giovane azienda carrarese. Eccola riprodotta oggi dal robot come la Canova a perpetuare la memoria del maestro.

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Alla mostra “A tempo di danza” le danzatrici, antiche e neoclassiche, dialogano con le fotografie di Luigi Spina, mostra nelal mostra (foto graziano tavan)

“E ancora. Ultime due chicche in questa sala. Da una parte la mostra nella mostra realizzata dal fotografo più grande, oggi a livelli mondiali, capace di dialogare con le opere antiche, Luigi Spina. Le cui opere fotografiche sono esposte in maniera permanente nello stesso museo Archeologico nazionale di Napoli. Luigi Spina partecipa con 11 foto-quadro a dialogare nella mostra, a narrare le opere antiche.

“Oltre alla mostra nella mostra realizzata dal fotografo Luigi Spina, capace di instaurare un silente quanto profondo dialogo interpretativo con i dettagli dell’opera antica di I sec. d.C., con quella in gesso di Antonio Canova, un’ultima osservazione va dedicata alla quinta scenografica teatrale ospitata nello spazio della mostra – anche questo evento culturale metafora del teatro per tutti gli eventi collegati alla mostra stessa – una scena con figure danzanti dell’antichità.

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Lo “spazio” teatrale alle spalle della danzatrice dalla Villa dei Papiri di Ercolano nella prima sala della mostra del museo di Vetulonia (foto graziano tavan)

“Sul fondo le cinque danzatrici dalla Villa dei Papiri di Ercolano del Mann: a sinistra, la cosiddetta fanciulla, ragazza di Loconia, dello scultore greco Callimaco, conservata in Grecia, accanto alla quale si libra nel vortice della danza una delle ballerine che adornavano le pareti della tomba dipinta del Triclinio, nella necropoli dei Monterozzi a Tarquinia. E ancora sull’altro lato della scena la splendida danzatrice affrescata sulla cosiddetta villa d’ozio di Cicerone a Pompei che ripete il gesto della danzatrice in bronzo di Ercolano: con la sinistra solleva un lembo della veste e con la destra in alto a tenere, anziché una ghirlanda, un altro lembo con cui danzare. E l’ultima figura, la cosiddetta fanciulla danzante del Palazzo Medici Riccardi a Firenze, quindi una ripetizione in età tarda post neoclassica che integra pezzi antichi e di restauro. Questa quinta scenica realizza la metafora e la realtà di un palcoscenico fulcro degli eventi culturali correlati a questa mostra, allestiti in scena tra questi capolavori per l’intera durata dell’esposizione.

“La seconda sala della mostra è un box dedicato alla bellezza. Un’esaltazione della bellezza che abbiamo voluto realizzare nel progetto dell’architetto Luigi Rafanelli ponendo sull’asse della diagonale due figure della dea della bellezza Venere, esaltate, come nella diagonale della danza della prima sala, lungo un percorso che parte dall’antichità classica, dalla Venere della collezione Farnese conservata sempre nel museo Archeologico nazionale di Napoli, accoccolata, mentre esce dal bagno: indossa soltanto un bracciale, un’armilla; un prezioso vasetto, l’alabastron, contenitore di profumi con i quali si deterge, si unge la pelle del corpo, quindi le carni e le chiome, acconciate nel consueto nodo di Afrodite.

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Veduta d’insieme della seconda sala, dedicata alla bellezza, della mostra “A tempo di danza” al museo Archeologico di Vetulonia (foto graziano tavan)

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“Venere Italica”, gesso di Antonio Canova in mostra al museo Archeologico di Vetulonia (foto graziano tavan)

“Da questa statua dalla collezione Farnese del Mann si passa sul fondo lungo la medesima diagonale alla Venere cosiddetta Italica, scolpita in gesso da Canova e realizzata anche qui su richiesta dell’esaudimento di un sogno: era stata appena – diciamo così – trafugata dagli Uffizi di Firenze la Venere de’ Medici, opera antica, d’età romana, in marmo, e il re d’Etruria chiede ad Antonio Canova di realizzare una Venere che andasse a sostituire quella antica: una copia della Venere de’ Medici. Questa copia non verrà fatta perché l’autore, il maestro Canova, risponde “Io non realizzo, non eseguo copie. Io creo. Intrigo il mio animo dell’antico, dello studio, della conoscenza dell’antico, per creare, per dar vita a forme che respirano di antico ma che riproducono al contempo la contemporaneità, l’età moderna”. Così è per questa Venere straordinaria che rappresenta l’aspetto pudico dell’eros, dell’amore, e si raccoglie nel suo fragile corpo da adolescente, nudo, e al contempo cerca di celare la sua nudità in questa figura riprodotta in piedi, nell’angolo della sala, proprio a raccogliere nella fragilità e nello splendore delle carni, del gesso etereo, che raccoglie il testimone con l’antico e dialoga con le foto-quadro di Spina, esaltando il momento più bello della creazione dell’opera e la sua vita che attraversa il tempo.

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La Venere accoccolata Farnese e, sulla diagonale, la Venere Italica di Antonio Canova nella mostra “A passo di danza” di Vetulonia (foto graziano tavan)

“Vediamo ancora una volta come riflessa in uno specchio al centro l’immagine della Venere antica che viene realizzata a Roma nello stesso I sec. d.C. da artisti, scultori del marmo romani, che si ispirano all’originale greco in bronzo dell’artista greco Doidalsas di età ellenistica. Doidalsas realizza in bronzo una Venere, che qui viene esaltata nel fulgore, nel biancore, nella rigidità del marmo chiamato la materia degli dei proprio perché ferma, immobile, eterna come eterno è il divino contro la precarietà, la fragilità tutta terrena del gesso. Questa immagine di Venere, replicata in poche copie importanti nel I sec., viene conservata, se pur mutila in molte sue parti nei maggiori musei d’Italia e d’Europa. Sto parlando di Napoli, di Roma, del Louvre di Parigi. Guardate la bellezza di queste due donne. L’una, una bellezza eterna tutta divina, quella della Venere accoccolata della collezione Farnese; l’altra, quella della fragile Venere, definita dal poeta Ugo Foscolo una bellissima donna, che Foscolo chiede di baciare perché innamorato del suo volto, delle sue membra. E gli viene concesso.

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Gli ingrandimenti delle cinque gemme della collezione Farnese esposte nella mostra “A tempo di danza” di Vetulonia (foot graziano tavan)

“Una bellezza che viene esaltata ancor più all’interno di questo spazio da cinque piccoli capolavori: le gemme cameo della medesima collezione Farnese, di cui fa parte la Venere accoccolata, concesse in prestito dallo steso museo Archeologico nazionale di Napoli. In sintesi questi cinque micro capolavori che sono le gemme farnesi, raccontano lo stesso tema della mostra: al suono del flauto dell’auletrix, la suonatrice di aulos, il doppio strumento a fiato, dove il suo ondeggiare, lento, ritmato, si vede soltanto nell’eco che questo moto trasferisce alle volute ondeggianti del mantello che ricade intorno al suo corpo nudo. Si muovono e danzano due menadi: l’una col tirso, l’altra con la testa rovesciata nello schema celeberrimo della scultura di Scopas, quindi greca. Dall’altra parte una gemma riproduce il medesimo schema della Venere Farnese accoccolata dopo il bagno, ricoperta come un cielo dal manto che deve avvolgerle il corpo. E l’ultima a celebrare quale corrispettivo ipostasi terrena o semidivina della bellezza dell’Afrodite dea per il momento dell’unione tra Leda e Zeus sotto le spoglie di un cigno dal cui miracoloso connubio nascerà Elena, la donna più bella del mondo, specchio di quella bellezza assoluta ed eterna che solo Venere dall’antichità al neoclassicismo di Canova può per noi come per tutti da sempre rappresentare”.

Vetulonia. Al museo Archeologico presentazione della guida “Toscana Etrusca” di Clara Svanera e visita guidata alla mostra “A tempo di danza”

vetulonia_archeologico_presentazione-guida-toscana-etrusca_locandinaIl museo civico Archeologico “Isidoro Falchi” di Vetulonia (Castiglione della Pescaia) ospita venerdì 21 ottobre 2022, alle 18, la presentazione della guida “Toscana Etrusca. Un viaggio contemporaneo in una terra millenaria” a cura di Clara Svanera. Prefazione di Eugenio Giani. Realizzata per conto di Toscana Promozione Turistica la guida propone un viaggio moderno attraverso la Dodecapoli, sulle tracce di una civiltà che ancora continua a rivelarsi attraverso luoghi dal fascino unico e incantato. Chiusi, Cortona, Populonia, Roselle, Volterra, Fiesole, Arezzo e Vetulonia sono visibili e attuali testimonianze del tempo che fu e delle antiche origini di un popolo, quello etrusco, magistralmente raccontato negli itinerari della guida. Evento gratuito. Prenotazione gradita: 0564927241 oppure 0564948058, museo.vetulonia@comune.castiglionedellapescaia.gr.it.

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“Venere Italica”, gesso di Antonio Canova in mostra al museo Archeologico di Vetulonia (foto graziano tavan)

Per l’occasione, un’ora prima, alle 17, visita guidata alla mostra “A TEMPO DI DANZA. In Armonia Grazie Bellezza. Dalle meraviglie del Museo Archeologico Nazionale di Napoli alle opere di Canova figlie del cuore”. A pochi giorni dal 200esimo anniversario della morte del maestro del Neoclassicismo italiano Antonio Canova, avvenuta a Venezia il 13 ottobre 1822, è l’occasione per ammirare le opere di Antonio Canova, presenti nella nostra mostra temporanea: gli originali canoviani in gesso della “Danzatrice con le mani sui fianchi” e della “Venere italica”.

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La copertina del libro “Toscana Etrusca. Un viaggio contemporaneo in una terra millenaria” a cura di Clara Svanera

Toscana Etrusca. La guida ci accompagna alla scoperta degli Etruschi, popolo antico e misterioso, attraverso siti archeologici, musei e antiche lucumonie, le città-stato della dodecapoli. Il percorso si dipana tra queste ultime e le città politicamente e culturalmente preminenti, che ricadono nell’attuale territorio toscano: Arezzo, Chiusi, Cortona, Populonia, Roselle, Vetulonia, Volterra e Fiesole. Gli Etruschi diventano così accompagnatori d’eccezione in un viaggio contemporaneo in quella che è stata la loro Terra, punteggiata di preziose testimonianze anche di epoche successive: pievi, piazze, cattedrali, fortezze e rocche, che spaziano dallo stile gotico al romanico fino al rinascimentale seguendo itinerari suggestivi che attraversano colline verde smeraldo, degradano verso il mare turchese, toccano fonti termali, esplorano le enigmatiche Vie Cave, ci portano a passeggiare lungo le coste o ci conducono tra uliveti e vigneti.

Giornata degli Etruschi. Al museo civico Archeologico “Isidoro Falchi” di Vetulonia il progetto Tactum con la performance “A tempo di Danza. Un percorso senza confini nella bellezza fra antico e contemporaneo”

vetulonia_archeologico_mostra-a-tempo-di-danza_giornata-degli-etruschi_locandinaMartedì 20 settembre 2022 torna la “Giornata degli Etruschi”, la manifestazione promossa e sostenuta dal Consiglio regionale della Toscana, e il museo civico Archeologico “Isidoro Falchi” di Vetulonia celebra l’edizione 2022 mettendo al centro del suo progetto l’accessibilità totale dell’archeologia e dell’arte, ospitando il progetto Tactum con la performance “A tempo di Danza. Un percorso senza confini nella bellezza fra antico e contemporaneo”, nei due orari delle 17 e delle 18.30. Tactum è un originale progetto performativo e laboratoriale, a cura di Agnese Lanza e Giuseppe Comuniello, concepito per persone vedenti e non vedenti. Una danzatrice vedente e un danzatore non vedente si esibiranno nella nostra Sala della Danza, nella straordinaria scenografia della mostra-evento 2022, coinvolgendo alla fine della performance il pubblico in un momento laboratoriale condiviso. Evento gratuito con prenotazione obbligatoria ai numeri 0564927241 oppure 0564948058 (dal martedì alla domenica 10-18) o alla mail museo.vetulonia@comune.castiglionedellapescaia.gr.it.

Vetulonia. Doppio spettacolo sul palco della mostra-evento “A tempo di DANZA. In Armonia, Grazia e BELLEZZA” al museo civico Archeologico “Isidoro Falchi”: la compagnia AnimaScenica presenta lo spettacolo itinerante di teatro e danza “Etruschi: miti e tesori del mare”

vetulonia_archeologico_mostra-a-tempo-di-danza_animascenica_locandinaVenerdì 16 settembre 2022 si accendono ancora una volta i riflettori del palcoscenico, nella Sala della Danza, all’interno della mostra-evento “A tempo di DANZA. In Armonia, Grazia e BELLEZZA” al museo civico Archeologico “Isidoro Falchi” di Vetulonia (Gr). Per un doppio appuntamento con lo spettacolo itinerante di teatro e danza “Etruschi: miti e tesori del mare”, a cura della compagnia teatrale AnimaScenica. Nello straordinario contesto della mostra-evento 2022, al fianco delle splendide statue femminili della danzatrice di Ercolano e della Danzatrice con le mani sui fianchi di Antonio Canova, si potrà vivere un’occasione unica per vedere animarsi potenti personaggi femminili dell’antichità, in un viaggio alla scoperta dei tesori, degli ori, della bellezza e della intensità della ritualità sacra. Primo spettacolo alle 18; secondo spettacolo alle 19. L’evento è gratuito. La prenotazione è obbligatoria (posti limitati). Info e prenotazione: 0564 927241 oppure 0564 948058 museo.vetulonia@comune.castiglionedellapescaia.gr.it.

Vetulonia. Al museo “Isidoro Falchi” chiude la rassegna “Archeologia sotto le stelle” con la conferenza emozionale “Mythos. Le figure femminili nella Mitologia greca” di Giacomo Moscato. Due turni, prenotazione obbligatoria. Seguono le visite guidate alla mostra “A tempo di danza”

vetulonia_archeologico_mostra-a-tempo-di-danza_archeologia-sotto-le-stelle_mythos_locandinaIl museo civico Archeologico “Isidoro Falchi” dà appuntamento a tutti gli appassionati mercoledì 31 agosto 2022, in due turni, alle 19 e alle 21, per chiudere “in bellezza, grazia e armonia” gli appuntamenti serali dell’estate 2022 e della rassegna “Archeologia sotto le Stelle”. Protagonista l’attore e regista Giacomo Moscato che condurrà in pubblico in un viaggio emozionale con la conferenza emozionale “Mythos. Le figure femminili nella Mitologia greca” sul palcoscenico allestito nelle sale in occasione della mostra evento “A tempo di danza. In armonia, grazia e bellezza. Dalle meraviglie del Museo archeologico nazionale di Napoli alle opere di Antonio Canova, “figlie del cuore” aperta al MuVet fino al 6 novembre 2022. Testi di Giacomo Moscato, immagini di Giuliano Giuggioli. “Donne, ninfe e dee dell’Antichità riprenderanno vita in un racconto che, tra parole ed immagini, non smetterà un attimo di affascinare e stupire”, assicurano al MuVet. Evento gratuito. Per assistere alle due rappresentazioni all’interno delle sale del MuVet bisogna prenotare il posto (i posti in sala sono limitati, per questo la prenotazione obbligatoria) contattando il museo ai numeri 0564927241 o 0564948058 oppure scrivendo all’indirizzo museo.vetulonia@comune.castiglionedellapescaia.gr.it. Al termine degli spettacoli è prevista la visita guidata della mostra condotta dalle archeologhe dello Staff del Museo.