Taranto. Al museo Archeologico nazionale per “MArTA in MUSICA – Le matinée domenicali”: in programma il concerto evento di Eugenio Bennato “Qualcuno sulla terra”: un viaggio di pace in dialogo con la testa di Augusto capite velato per l’Unesco “monumento testimone di una cultura di pace”
Sesto appuntamento dell’anno con la rassegna “MArTA in Musica”, le matinée domenicali tra musica e archeologia nate dalla collaborazione tra Orchestra della Magna Grecia e museo Archeologico nazionale di Taranto, dedicato al jazz e all’oro. Domenica 26 marzo 2023, alle 11.45, la sala incontri del MArTA ospita il concerto “Qualcuno sulla terra” di Eugenio Bennato inserito nel cartellone del “Mysterium Festival”. L’appuntamento è inserito anche nel programma del Mysterium Festival, la rassegna di fede, arte, storia, tradizione e cultura che si svolge durante il periodo della Settimana Santa a Taranto, Matera e Bari. La curatela dell’intera stagione è del maestro Maurizio Lomartire dell’Orchestra Magna Grecia, del maestro Pierfranco Semeraro del L.A. Chorus e della già direttrice del MArTA, Eva Degl’Innocenti. Il biglietto per assistere a “Qualcuno sulla terra” di domenica 26 marzo 2023 alle 11.45 nell’ambito di “MArTA in MUSICA. Le matinée domenicali” potrà essere acquistato nella sede dell’Orchestra della Magna Grecia (a Taranto, in via Ciro Giovinazzi n° 28) e su TicketSms: https://www.ticketsms.it/it/event/NMiRgsD4. Ingresso consentito dalle 11.15, inizio ore 11.45. Il costo del biglietto è di 8 euro. All’ingresso del MArTA il giorno del concerto sarà consegnato ad ogni possessore del biglietto del concerto un coupon della validità di una settimana (dalla domenica del concerto evento al sabato successivo) che darà diritto ad un ingresso gratuito al museo Archeologico nazionale di Taranto. Il coupon ha validità dalla domenica del singolo evento concerto fino al sabato successivo e deve essere utilizzato tassativamente entro lo stesso periodo per la prenotazione e per l’ingresso gratuito al museo Archeologico nazionale di Taranto inserendo il codice coupon sulla piattaforma e-ticketing del museo Archeologico nazionale di Taranto: https://www.shopmuseomarta.it.

La testa di Augusto capite velato (prima metà del I sec. d.C.)
Un viaggio di pace, all’interno dell’anima più profonda della musica, del Mediterraneo e della sua anima spirituale. Si preannuncia così il concerto evento di Eugenio Bennato, domenica 26 marzo2023, nell’ambito del “MArTA in MUSICA”, con il coro de “Le voci del Sud”. “Qualcuno sulla terra”, questo il titolo dello spettacolo è la “visione del sacro” di Bennato, raffinato musicista e ricercatore nonché prezioso ambasciatore della cultura italiana nel mondo. Eugenio Bennato, con il suo ensemble de “Le Voci del Sud”, proporrà infatti questo nuovo affascinante progetto, trascinante e ricco di profondità ed emozione, incentrato sulla ricerca delle origini della musica e dei ritmi mediterranei. Insieme a lui, un altro ambasciatore d’eccezione: il marmo che ritrae la testa di Augusto capite velato, il reperto della prima metà del I sec. d.C., esposto nella sala XIV del MArTA, che nel 1993 è stato riconosciuto dall’UNESCO (The World Federetion of Unesco associated) come “Monumento testimone di una cultura di pace”. L’imperatore Augusto era considerato dai Romani il fondatore della politica e della cultura di pace. Con lui Roma uscì dalla guerra civile e si avviò ad un periodo florido di consolidamento delle proprie conquiste e del proprio potere. Anche per i contemporanei Augusto è una figura di riferimento, come pacificatore del grande Impero, proprio perché incentivò l’integrazione dei popoli attraverso una politica di rispetto e tolleranza. Infatti, ai popoli sottomessi veniva permesso il culto della propria religione, il perseguimento dei propri riti e tradizioni e perfino la scelta dei propri capi.
Taranto. Al museo Archeologico nazionale per “MArTA in MUSICA – Le matinée domenicali”: in programma Il concerto “Santu Paulu Meu” diretto dal maestro Graziano Liserri: elogio della religiosità popolare in dialogo con le sculture dell’Ipogeo delle Cariatidi
Quinto appuntamento dell’anno con la rassegna “MArTA in Musica”, le matinée domenicali tra musica e archeologia nate dalla collaborazione tra Orchestra della Magna Grecia e museo Archeologico nazionale di Taranto, dedicato al jazz e all’oro. Domenica 19 marzo 2023, alle 11.45, la sala incontri del MArTA ospita il concerto “Santu Paulu Meu” del L.A. Chorus diretto dal maestro Graziano Leserri inserito nel cartellone del “Mysterium Festival”. L’appuntamento è inserito anche nel programma del Mysterium Festival, la rassegna di fede, arte, storia, tradizione e cultura che si svolge durante il periodo della Settimana Santa a Taranto, Matera e Bari. La curatela dell’intera stagione è del maestro Maurizio Lomartire dell’Orchestra Magna Grecia, del maestro Pierfranco Semeraro del L.A. Chorus e della già direttrice del MArTA, Eva Degl’Innocenti. Il biglietto per assistere a “Santu Paulu Meu” di domenica 19 marzo, alle 11.45, nell’ambito di “MArTA in MUSICA. Le matinée domenicali”, potrà essere acquistato nella sede dell’Orchestra della Magna Grecia (a Taranto, in via Ciro Giovinazzi n° 28) e su TicketSms: https://www.ticketsms.it/it/event/WSMASlv3. Ingresso consentito dalle 11.15, inizio ore 11.45. Il costo del biglietto è di 8 euro. All’ingresso del MArTA il giorno del concerto sarà consegnato ad ogni possessore del biglietto del concerto un coupon della validità di una settimana (dalla domenica del concerto evento al sabato successivo) che darà diritto ad un ingresso gratuito al museo Archeologico nazionale di Taranto. Il coupon ha validità dalla domenica del singolo evento concerto fino al sabato successivo e deve essere utilizzato tassativamente entro lo stesso periodo per la prenotazione e per l’ingresso gratuito al museo Archeologico nazionale di Taranto inserendo il codice coupon sulla piattaforma e-ticketing del museo Archeologico nazionale di Taranto: https://www.shopmuseomarta.it.

Scultura dell’Ipogeo delle Cariatidi conservata al museo Archeologico nazionale di Taranto (foto marta)
Sarà la scultura dell’Ipogeo delle Cariatidi il reperto testimonial dell’appuntamento di domenica 19 marzo al museo Archeologico nazionale di Taranto. Nell’ambito della rassegna “MArTA in MUSICA” sarà la Puglia protagonista con l’esibizione del L.A. Chorus diretto dal maestro Graziano Leserri in “Santu Paulu Meu”, il celebre canto di guarigione per chi un tempo veniva morso dalla taranta che negli ultimi decenni è diventato anche il simbolo di un fenomeno di grande interesse socio-culturale. Il tarantismo e la pizzica, sua espressione coreutica, sono stati affrontati dal LA Chorus come un pretesto per raccontare i canti ispirati alla religiosità popolare, anche grazie alla sensibilità del direttore Graziano Leserri, polistrumentista, autore di testi e musiche, arrangiatore ed esperto di musica corale. Il programma della matinée prevede l’esecuzione di brani celebri come “Santu Paulu”, “Auelì”, “Beddha ci dormi”, “Lu rusciu te lu mare” o “Kalinifta”.
Bologna. Al museo civico Archeologico prorogata al 1° maggio la grande mostra “I pittori di Pompei”, già visitata da oltre 60mila persone. I commenti dei protagonisti, il percorso alla scoperta degli affreschi dalle città vesuviane prestati dal Mann
“I pittori di Pompei”, la grande mostra aperta il 23 settembre 2022 al museo civico Archeologico di Bologna, continua a crescere di interesse. Settimana dopo settimana è andata aumentando di visitatori, effetto evidente del passa parola positivo che il progetto espositivo ha saputo catalizzare. Da qui la valutazione del museo, in accordo con MondoMostre, società organizzatrice dell’evento, di chiedere al museo Archeologico nazionale di Napoli, prestatore dei preziosi reperti esposti nella mostra, la possibilità di prorogare la durata del generoso prestito, originariamente prevista fino al 18 marzo 2023. L’assenso espresso dalla direzione del museo napoletano consente oggi di annunciare che I pittori di Pompei resterà ancora visibile a Bologna fino al 1° maggio 2023. Curata da Mario Grimaldi e prodotta da MondoMostre, l’esposizione è stata resa possibile da un accordo di collaborazione culturale e scientifica tra Comune di Bologna | museo civico Archeologico e museo Archeologico nazionale di Napoli che prevede il prestito eccezionale di oltre 100 opere di epoca romana appartenenti alla collezione del museo partenopeo, in cui è conservata la più grande pinacoteca dell’antichità al mondo. “Sino a questi giorni”, a comunicarlo è Tomaso Radaelli, presidente di MondoMostre, “l’esposizione è stata ammirata da oltre 60mila persone. Numerosi sono inoltre i gruppi scolastici che continuano a prenotare la visita o i laboratori. Per molti visitatori la mostra ha offerto l’opportunità di scoprire per la prima volta, o tornare ad ammirare, un museo straordinario come è il civico Archeologico di Bologna”.

Una sala della mostra “I pittori di Pompei” al museo civico Archeologico di Bologna (foto roberto serra)
Per Eva Degl’Innocenti, direttrice del Settore Musei Civici Bologna: “La proroga dimostra il successo del progetto curatoriale e allestitivo della mostra e della collaborazione scientifico-culturale tra il nostro museo civico Archeologico e il museo Archeologico nazionale di Napoli, sotto l’eccellente e lungimirante direzione di Paolo Giulierini”. E Paola Giovetti, direttrice del museo civico Archeologico di Bologna, sottolinea: “La qualità delle relazioni tra il museo di Napoli e quello di Bologna non aveva certo bisogno di conferme. Ma non si può davvero tacere in merito alla generosità del direttore Paolo Giulierini, che ha concesso una sostanziosa proroga alla mostra, permettendo così al nostro museo di venire incontro alle tantissime richieste di visita da parte di scuole, gruppi e singoli visitatori, che affollano le nostre sale ed hanno espresso un gradimento altissimo per questa raffinata mostra”. Esprime soddisfazione anche Paolo Giulierini, direttore del museo Archeologico nazionale di Napoli: “Lo straordinario successo della mostra I pittori di Pompei al museo civico Archeologico di Bologna, anche grazie alla splendida promozione nazionale e internazionale di questo progetto di alto profilo scientifico e divulgativo, ci ha fatto accogliere con entusiasmo la richiesta di proroga. Far conoscere i tesori del Mann ai cittadini bolognesi e ai tanti turisti attesi nelle prossime festività pasquali, è anche per noi una grande opportunità. Siamo certi che il dialogo tra Bologna e Napoli, due grandi capitali della cultura italiana, si rafforzerà presto con nuovi progetti comuni nel segno dell’archeologia”.

Mario Grimaldi curatore della mostra “I pittori di Pompei” al museo civico Archeologico di Bologna (foto bologna musei)
“Il caso delle città seppellite dall’eruzione vesuviana del 79 d.C., Ercolano, Pompei e Stabia”, spiega il curatore Mario Grimaldi, “appare uno dei più completi per l’eccezionale contestualizzazione degli apparati decorativi che, conservati perfettamente in situ, permettono così di ricomporre quei rapporti spazio-funzionali del contesto decorativo dandoci la possibilità di tener fede metodologicamente al concetto di rapporto tra spazio e decorazione e soprattutto di contesto. Infatti sempre più si è integrato all’analisi tipologica degli “stili” l’interesse verso i rapporti esistenti tra la decorazione degli ambienti e la loro funzione. In questo contesto la figura del pictor appare essere fondamentale per tradurre in immagini il rapporto esistente e necessario per il committente tra spazio, la sua casa, e decorazione. L’esperienza che si propone con questa mostra è dunque quella di rileggere, all’interno di questa prospettiva metodologica, alcuni grandi esempi decorativi facenti parte della Collezione degli Affreschi del Museo Archeologico Nazionale di Napoli provenienti da quelle città che, seppellite dalla grande eruzione del Vesuvio nel 79 d.C., ci offrono ancora oggi la possibilità di indagare e far parte di quell’inganno splendido attraverso la personalità dei pictores che operarono in modo anonimo in quelle case”.

Maschera tra grappoli d’uva e viti, affresco dalla Casa delle Colombe a mosaico di Pompei, conservato al museo Archeologico nazionale di Napoli (foto graziano tavan)
Il progetto espositivo pone al centro le figure dei pictores, ovvero gli artisti e gli artigiani che realizzarono gli apparati decorativi nelle case di Pompei, Ercolano e dell’area vesuviana, per contestualizzarne il ruolo e la condizione economica nella società del tempo, oltre a mettere in luce le tecniche, gli strumenti, i colori e i modelli. L’importantissimo patrimonio di immagini che questi autori ci hanno lasciato – splendidi affreschi dai colori ancora vivaci, spesso di grandi dimensioni – restituisce infatti il riflesso dei gusti e i valori di una committenza variegata e ci consente di comprendere meglio i meccanismi sottesi al sistema di produzione delle botteghe. A Bologna, per la prima volta, viene esposto un corpus di straordinari esempi di pittura romana provenienti da quelle domus celebri proprio per la bellezza delle loro decorazioni parietali, dalle quali spesso assumono anche il nome con cui sono conosciute. Capolavori – solo per citarne alcuni – dalle domus del Poeta Tragico, dell’Amore punito, e dalle Ville di Fannio Sinistore a Boscoreale, e dei Papiri a Ercolano.

Dettaglio con figura femminile del registro superiore in affresco e stucco dal tablino della Casa del Meleagro a Pompei, conservato al museo Archeologico nazionale di Napoli (foto mann)
Nel percorso espositivo il visitatore può ammirare un’ampia selezione degli schemi compositivi più in voga nei diversi periodi dell’arte romana, osservando come alcuni artisti sapessero conferire una visione originale di modelli decorativi continuamente variati e aggiornati sulla base di mode e stili locali. Rivivere scene di accoglienza dell’ospite, raffinate immagini di paesaggi e giardini, architetture, ma anche ammirare gli strumenti tecnici di progettazione ed esecuzione del lavoro: colori, squadre, compassi, fili a piombo, disegni preparatori, reperti originali ritrovati nel corso degli scavi pompeiani, comprese coppe ancora ripiene di colori risalenti a duemila anni fa. E, ancora, triclini, lucerne, brocche, vasi, riaffiorati negli scavi e raffigurati proprio negli affreschi in mostra, con i quali dialogavano nello spazio. La mostra propone anche la ricostruzione di interi ambienti pompeiani come quelli della Casa di Giasone e, ancora di più della straordinaria domus di Meleagro con i suoi grandi affreschi con rilievi a stucco, per raccontare il rapporto tra spazio e decorazione, frutto della condivisione di scelte e di messaggi da trasmettere, tra i pictores e i loro committenti.
Taranto. Al museo Archeologico nazionale per “MArTA in MUSICA – Le matinée domenicali”: in programma “Due voci, un pianoforte – Percorsi della canzone d’autore” con Patty Lomuscio e Mario Rosini. Un connubio tra jazz e gli Ori di Taranto
Secondo appuntamento dell’anno con la rassegna “MArTA in Musica”, le matinée domenicali tra musica e archeologia nate dalla collaborazione tra Orchestra della Magna Grecia e museo Archeologico nazionale di Taranto, dedicato al jazz e all’oro. Domenica 12 febbraio 2023, alle 11.45, la sala multimediale del MArTA ospita “Due voci, un pianoforte – Percorsi della canzone d’autore”. Protagonisti saranno la voce di Patty Lomuscio e la voce e il pianoforte di Mario Rosini. Il biglietto per assistere a “Due voci, un pianoforte” potrà essere acquistato nella sede dell’Orchestra della Magna Grecia (a Taranto, in via Ciro Giovinazzi n° 28) e su TicketSms: https://www.ticketsms.it/it/event/WK1ghiMu. Ingresso consentito dalle 11.15, inizio ore 11.45. Il costo del biglietto è di 8 euro. All’ingresso del MArTA il giorno del concerto sarà consegnato ad ogni possessore del biglietto del concerto un coupon della validità di una settimana (dalla domenica del concerto evento al sabato successivo) che darà diritto ad un ingresso gratuito al museo Archeologico nazionale di Taranto. Il coupon ha validità dalla domenica del singolo evento concerto fino al sabato successivo e deve essere utilizzato tassativamente entro lo stesso periodo per la prenotazione e per l’ingresso gratuito al museo Archeologico nazionale di Taranto inserendo il codice coupon sulla piattaforma e-ticketing del museo Archeologico nazionale di Taranto: https://www.shopmuseomarta.it. “Facciamo sistema in questa città”, dice Piero Romano, direttore artistico dell’Orchestra Magna Grecia, “per valorizzare il nostro patrimonio culturale, in questo caso archeologico e musicale. Il progetto “MArTa in musica” è diventato una tradizione per trascorrere la domenica mattina al Museo, per riscoprirne le bellezze in esso custodite e nello stesso tempo ascoltare musica. E’ un’offerta di altissimo valore sociale, in quanto appuntamento al quale possono partecipare i ragazzi, e altissimo valore turistico, perché consente proprio ai turisti di trascorrere una mattinata in visita al MArTa, fra tesori archeologici e proposte musicali di alto spessore. Questa sinergia istituzionale fra l’ICO Magna Grecia e il Museo archeologico nazionale conferma l’importanza di fare squadra in una città che merita quel successo che insieme, nel tempo, siamo riusciti a registrare”.

Ori di Taranto: orecchino d’oro a navicella conservato al museo Archeologico nazionale di Taranto (foto MArTa)
“MArTA in Musica”, e il connubio tra musica e archeologia, è proposto dalla programmazione di eventi artistici a curati dall’Orchestra ICO della Magna Grecia, dall’associazione “Matera in Musica” e dallo stesso MArTA. La curatela dell’intera stagione, infatti, è stata curata dal maestro Maurizio Lomartire dell’Orchestra Magna Grecia, dal maestro Pierfranco Semeraro del L.A. Chorus e della già direttrice del MArTA, Eva Degl’Innocenti. E la rassegna nata con l’intenzione di far dialogare tra loro due grandi fonti di ispirazione e promozione culturale mette in primo piano, nell’appuntamento del 12 febbraio 2023, due eccellenze. Quelle musicali proposte dalla voce e dal pianoforte del duo Mario Rosini e Patrizia Lomuscio e quelle archeologiche che focalizzano l’attenzione del pubblico della matinée sul prezioso orecchino a navicella, uno dei più iconici reperti collegati alla collezione degli Ori. Rinvenuto nel 1958 durante uno scavo in via Umbria a Taranto, il reperto della seconda metà del IV sec. a.C. (Sala XI, vetrina 9, 1,1) è oggi l’emblema delle articolate realizzazioni dell’arte orafa tarantina, ma anche del grande legame con i modelli del mondo ellenico e in particolare con la Macedonia. Così il famoso orecchino a navicella del MArTA di Taranto fa da apripista ad un programma musicale che si preannuncia di grande atmosfera grazie alla voce e al pianoforte di Mario Rosini, stimato jazzista di fama internazionale, già premio “Mia Martini” nell’edizione 2004 del Festival di Sanremo, e la voce di Patrizia Lomuscio, docente di canto jazz che vanta collaborazioni internazionali con leggende viventi del genere, come il pianista Kenny Barron, il contrabbassista Peter Washington e il sax e la batteria di Vince Herring e Joe Farnsworth. “I luoghi museali hanno compiti sanciti dalla loro stessa mission statutaria ma non sono solo contenitori di reperti”, spiega il direttore generale Musei Puglia, Luca Mercuri, “hanno la funzione di rendere quel patrimonio di tutti, svolgendo, come accade in questo caso, anche il ruolo di centri aggregatori di cultura, di promozione e miscela di linguaggi che possono sostenersi a vicenda. Ecco perché i focus sui reperti realizzati nell’ambito del progetto “MArTA in Musica”, prima di un concerto jazz, non fanno altro che fortificare quell’architrave di conoscenza a cui anche il Museo di Taranto ha l’obbligo di dare il suo contributo”.
Grandi mostre tra 2022 e 2023. Al museo Archeologico nazionale di Taranto la mostra “ATHENAION: Tarentini, Messapi e altri nel Santuario di Atena a Castro” di Francesco D’Andria ed Eva Degl’Innocenti. Occasione per mettere a confronto i materiali di Castro con le produzioni artistiche di Taranto
“Athenaion” è una delle grandi mostre che il 2023 eredita dal 2022. La mostra “ATHENAION: Tarentini, Messapi e altri nel Santuario di Atena a Castro” è stata inaugurata il 20 dicembre 2022 al museo Archeologico nazionale di Taranto dove rimarrà aperta fino al 18 giugno 2023. A cura di Francesco D’Andria (accademico dei lincei, professore emerito dell’università del Salento e direttore degli scavi e del museo Archeologico di Castro) e Eva Degl’Innocenti (direttrice del museo Archeologico nazionale di Taranto), la mostra rappresenta l’occasione per mettere a confronto i materiali di Castro con le produzioni artistiche di Taranto, offrendo ai visitatori anche l’opportunità di conoscere uno dei contesti della Puglia antica in cui maggiormente si manifesta la diffusione della cultura artistica tarantina.

Mostra “Athenaion”: ricostruzione del frontone del santuario (foto marta)
La mostra è un racconto inedito della città di Taranto perché dal punto di vista scientifico apre un contesto nuovo per la lettura della storia e del suo territorio. Le indagini archeologiche condotte a Castro (LE), nel Salento leccese, a partire dall’anno 2000, in collaborazione tra il Comune di Castro, l’università del Salento e le soprintendenze del ministero della Cultura, tra cui attualmente la soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio per le province di Brindisi e Lecce, hanno permesso di identificare il Santuario di Atena (Athenaion) citato da numerose fonti letterarie, in particolare da Virgilio che, nel libro III dell’Eneide, descrive il primo approdo in Italia dei Troiani in fuga da Troia, guidati da Enea. Gli studi effettuati hanno posto l’attenzione sul ruolo svolto dal luogo sacro come spazio di incontro tra genti diverse, greci, messapi, popoli dell’opposta sponda balcanica, in un punto strategico della navigazione antica, all’ingresso del mare Adriatico.

Mostra “Athenaion”: produzione artigianale e artistica (foto marta)

Il prof. Francesco D’Andria (foto marta)
“Da Taranto sono arrivati commercianti e militari che controllavano l’ingresso nell’Adriatico, ma sono arrivati anche degli artisti che hanno scoperto le potenzialità della pietra leccese”, spiega il prof. Francesco D’Andria. “Ispirati dalla sua duttilità, gli scultori hanno scoperto le infinite possibilità inventando il Barocco leccese. Si ispirano alla loro visione dell’arte, quando si scopre il capitello corinzio fatto di foglie d’acanto. In questo clima di scoperta della natura, gli scultori tarantini inventano a Castro un fregio di 8 metri, probabilmente molto più grande, e incominciano a decorarlo inserendo all’interno alcune figure umane e animali. Questo corrisponde a quello che era la pittura di Taranto e successivamente la ceramica del IV secolo. Esiste un rimando continuo tra gli scultori di Taranto che lavorano a Castro e coloro che hanno lasciato le loro opere a Taranto. Questa mostra è un’occasione unica anche dal punto di vista scientifico. Abbiamo riprodotto la statua di culto dell’Athena rinvenuta a Castro: è la più grande statua mai trovata in Magna Grecia ed è lo straordinario confronto dell’altra statua che abbiamo perso, la statua di Ercole, realizzata da Lisippo, che troneggiava sull’acropoli di Taranto”.

Mostra “Athenaion”: ricostruzione del fregio a girali del santuario (foto tommaso ismaelli / cnr-ispc)

La direttrice Eva Degl’Innocenti (foto marta)
“I reperti portati alla luce dagli scavi di Castro, in particolare le sculture prevalentemente in calcare (pietra leccese), ma anche in marmo greco”, sottolinea Eva Degl’Innocenti, “sono la statua colossale di Atena Iliaca e i rilievi a girali abitati (peopled scrolls) che delineano forti connessioni con l’arte di Taranto e sono da attribuire a un’officina di scultori della città dei due mari attivi nella seconda metà del IV sec. a.C. Tali documenti restituiscono riferimenti importanti della grande arte pubblica tarantina che, per la continuità di vita di Taranto stessa, non si è purtroppo conservata. La mostra rappresenta l’occasione per mettere a confronto i materiali di Castro con le produzioni artistiche di Taranto, offrendo ai visitatori anche l’opportunità di conoscere uno dei contesti della Puglia antica in cui maggiormente si manifesta la diffusione della cultura artistica tarantina”.

Statua 3D della statua colossale di Atena nella hall del MArTa: rilievo di Marco Callieri, Marco Potenziani, Eliana Siotto (foto cnr-ispc)
La collaborazione con l’Istituto di Scienze del Patrimonio Culturale (ISPC) e l’Istituto di Scienze e Tecnologie dell’Informazione (ISTI) del Centro Nazionale delle Ricerche (CNR) ha consentito di sviluppare ricerche specifiche sui reperti (rilievi laser 3D e indagini sulle tracce di colore presenti sulle superfici scultoree), con l’applicazione di tecnologie innovative. L’esposizione “Athenaion: Tarentini, Messapi e altri nel Santuario di Atena a Castro” è corredata anche di ricostruzioni in 3D: tra cui la riproduzione della metà della statua di Atena, creata dal FabLab (laboratorio di artigianato digitale e innovazione) del museo Archeologico nazionale di Taranto, che è esposta nella hall del museo, valorizzata nella sua parte inferiore da una ricostruzione in metallo realizzata dall’artista pugliese Nicola Genco.

Una sala del MArTa che ospita la mostra “Athenanion” (foto marta)

La soprintendente Francesca Riccio
“A Castro il lavoro continua al di là della ricerca sul campo”, ricorda Francesca Riccio, soprintendente ABAP di Brindisi e Lecce: “è allestita un’esposizione permanente dei reperti dove si stanno svolgendo importanti restauri in vista di un’esposizione. I ritrovamenti sono della Soprintendenza, ma sono conservati dal Comune. Insieme al professore D’Andria abbiamo svolto un lavoro di grande sinergia anche con l’Università, con i soggetti privati e la Banca Popolare Pugliese che ha messo a disposizione i fondi per sponsorizzare il lavoro di restauro della statua in tempi strettissimi, grazie anche all’ottimo clima di collaborazione”.
Taranto. Dopo otto anni, Eva Degl’Innocenti chiude la sua esperienza alla guida del museo Archeologico nazionale. Dal 16 gennaio sarà direttrice dei Musei civici di Bologna. Ecco il suo saluto, il suo bilancio e la sua eredità

Eva Degl’Innocenti, direttrice del museo Archeologico nazionale di Taranto (foto MArTa)
Dopo otto anni alla guida di uno dei più importanti musei archeologici del mondo, la direttrice Eva Degl’Innocenti lascia il museo Archeologico nazionale di Taranto. Dal 16 gennaio 2023 sarà la nuova direttrice dei musei civici di Bologna. Prima di lasciare la Città dei due Mari, ha voluto salutare la comunità con cui ha instaurato, nel corso del suo doppio mandato, un rapporto saldo di reciproca stima e collaborazione. L’incontro è stato l’occasione per un bilancio della sua gestione che lascia in eredità un museo al futuro, frutto di una politica culturale basata non su una visione passatista dell’archeologia, ma su un dialogo proficuo con la contemporaneità.

Eva Degl’Innocenti, direttrice del museo Archeologico nazionale di Taranto, al centro di un gruppo nel chiostro del MArTa (foto MArTa)
“Quando sono arrivata – ricorda la direttrice – mi sembrava una città che aveva perduto la sua memoria e una città che non ha memoria, un proprio passato, le proprie radici e una propria identità, non può garantire uno sviluppo. Inclusione, democrazia culturale e accoglienza non sono in contraddizione rispetto a ricerca, accademia e lavoro scientifico con altri centri di eccellenza accademici. Lo abbiamo dimostrato”.

La copia della testa di Eracle al centro del foyer del museo Archeologico nazionale di Taranto (foto MArTa)

Locandina della mostra “Hipgnosis studio: Pink Floyd and beyond” al MArTa
“In questi anni – continua Eva Degl’Innocenti – abbiamo cercato di fare un lavoro in cui il passato, il presente e il futuro potessero essere coesi con l’archeologia in dialogo con la contemporaneità. Abbiamo fatto un lavoro collettivo con il territorio dando concretezza a quel museo che nato con la nascita della città moderna alla fine dell’800, aveva bisogno però di ritrovarsi attorno alla sua vocazione identitaria e al concetto di Magna Grecia”.

Grandi vasi dal museo Archeologico nazionale di Taranto esposti a Buenos Aires in Argentina (foto MArTa)

Locandina della mostra “Tesoros del Museo Arqueologico Nacional de Taranto” a Baires
“Taranto ha sempre avuto una grande volontà di riscatto e autorevolezza che si basa su un passato importante”, sottolinea la direttrice. “Il MArTA è stato esportato al Museo di Belle Arti in Argentina con 60 opere in mostra, mettendo in luce il ruolo importante di Taranto storicamente come Capitale culturale del Mediterraneo occidentale, la Parigi del mondo antico”.

Il totem in occasione del rinascimento di Taranto città d’arte: e il MArTa è il suo museo (foto MArTa)
“Ora – conclude – questo è un Museo aperto, luogo di scambio e propulsore culturale ed economico e sono certa riuscirà a camminare e progredire anche senza di me”.
Ecco tutto il lungo e articolato intervento che la direttrice del MArTa ha tenuto nel suo saluto alla città di Taranto.
Taranto. Ultimo appuntamento al museo Archeologico nazionale del “MArTA in MUSICA – Le matinée domenicali”: in programma “Christmas Gospel” col coro gospel “Voices’ Power” e il L.A. Chorus diretti da Giusi Tedesca
Termina in un tripudio di voci e testimonianze archeologiche la rassegna “MArTA in Musica. Le matinée domenicali”, nata dalla progettualità congiunta della direttrice del museo Archeologico nazionale, Eva Degl’Innocenti, e del direttore artistico dell’Orchestra della Magna Grecia, m° Piero Romano, e a cura dei maestri Maurizio Lomartire e Pierfranco Semeraro. Domenica 18 dicembre 2022, alle 11.45, andrà in scena, infatti, l’ultimo appuntamento del calendario delle matinée che dallo scorso 18 febbraio hanno proposto all’interno delle sale del MArTA, non solo un programma culturale, ma anche una modalità di interazione di successo tra eccellenze territoriali. A testimoniarlo vi è il grande successo registrato da tutti i sedici appuntamenti della rassegna che ha messo insieme musica e archeologia contribuendo, così, anche alla rinascita dei settori culturali così fortemente penalizzati durante gli anni della pandemia. “Concludiamo la rassegna dando particolare rilievo ai riti di passaggio”, spiega la direttrice del museo Archeologico nazionale di Taranto, Eva Degl’Innocenti: “da una parte con le tre terrecotte policrome datate tra la fine del IV e gli inizi del III secolo a.C., realizzate in serie e utilizzate probabilmente nella liturgia laica del passaggio tra fasce d’età differenti, e dall’altra preparandoci all’Avvento con un viaggio musicale che riporta chiaramente all’atmosfera natalizia”. Il biglietto per assistere a “Christmas Gospel” di domenica 18 dicembre alle 11.45 nell’ambito di “MArTA in MUSICA. Le matinée domenicali” potrà essere acquistato nella sede dell’Orchestra della Magna Grecia (a Taranto, in via Ciro Giovinazzi 28) e su TicketSms: https://www.ticketsms.it/it/event/FRzwR6S5. Ingresso consentito dalle 11.15. Il costo del biglietto è di 8 euro.

Apollo che suona la cetra: terracotta policroma conservata al museo Archeologico nazionale di Taranto (foto marta)
Domenica 18 dicembre 2022 le terrecotte policrome raffiguranti Apollo intento a suonare la lira e la cetra, rinvenute in contrada Carmine a Taranto nel 1950, saranno infatti i reperti testimonial dello spettacolo “Christmas Gospel” eseguito dal coro gospel “Voices’ Power” in collaborazione con il L.A. Chorus, diretti entrambi per l’occasione dalla maestra Giusi Telesca. Un repertorio musicale corposo che va dagli spirituals tradizionali fino al gospel contemporaneo caratterizzato da esecuzioni ritmate, dinamiche e coinvolgenti. Direttrice del coro è la vocal coach Giusi Telesca, fondatrice del coro gospel “Voices’ Power – La Potenza delle Voci” che dello spettacolo ha curato anche le trascrizioni e gli arrangiamenti musicali in tutto lo spettacolo. All’ingresso del MArTA il giorno del concerto sarà consegnato ad ogni possessore del biglietto del concerto un coupon della validità di una settimana (dalla domenica del concerto evento al sabato successivo) che darà diritto ad un ingresso gratuito al museo Archeologico nazionale di Taranto. Il coupon ha validità dalla domenica del singolo evento concerto fino al sabato successivo e deve essere utilizzato tassativamente entro lo stesso periodo per la prenotazione e per l’ingresso gratuito al museo Archeologico nazionale di Taranto inserendo il codice coupon sulla piattaforma e-ticketing del museo Archeologico nazionale di Taranto: https://www.shopmuseomarta.it. L’ingresso al Museo del possessore del coupon è condizionato in ogni caso al numero di posti disponibili nella fascia oraria selezionata.
Taranto. Nuovo appuntamento al museo Archeologico nazionale di “MArTA in MUSICA – Le matinée domenicali”: “Dal ciel venne messo novello”, il racconto del Natale di Nostro Signore attraverso letture e musica medievale eseguita dall’Ensemble Concentus
La storia di due annunci: quello dell’Arcangelo Gabriele alla Vergine che precede la nascita di Gesù e quello meno fortunato di Anfiarao, l’indovino di Argo che si oppose con tutte le sue forze alla spedizione di Sette contro Tebe e che, malgrado la sua previsione di insuccesso, fu costretto a partire per la guerra da cui non fece più ritorno. Il principio e la fine in un tutt’uno che è la vita nell’appuntamento che il prossimo 4 dicembre 2022 farà tornare la musica e l’archeologia protagoniste della matinée domenicale del museo Archeologico nazionale di Taranto. Da una parte, la musica dell’Ensemble Concentus e dall’altro il cratere a mascheroni con partenza di Anfiarao attribuito al pittore di Dario: un’opera monumentale vero e proprio capolavoro della ceramografia apula, databile al 330 a.C., rientrata in Italia nel 2009 dal Cleveland Museum of Art, grazie al lavoro investigativo del Nucleo Carabinieri Tutela del Patrimonio Artistico. La rassegna concertistica “MArTA in MUSICA. Le matinée domenicali”, nata dalla progettualità congiunta della direttrice del museo Archeologico nazionale di Taranto, Eva Degl’Innocenti, e del direttore artistico dell’Orchestra della Magna Grecia, Piero Romano e a cura dei maestri Maurizio Lomartire e Pierfranco Semeraro, propone “Dal ciel venne messo novello”, il racconto del Natale di Nostro Signore attraverso letture e musica medievale eseguita dall’Ensemble Concentus.

L’Ensemble Concentus di Lecce fondato da Maurizio Ria
Con questo programma l’Ensemble Concentus, gruppo fondato da Maurizio Ria nel 1992, propone un viaggio musicale attraverso la musica devozionale sia mariana che natalizia legata ai pellegrinaggi verso i più importanti santuari dell’Europa medievale. I canti e le musiche verranno corredati da brevi letture sul Natale. I brani selezionati provengono soprattutto da preziosi codici medievali conservati in Italia, Francia, Spagna e Paesi Scandinavi quali il “Llibre Vermell de Montserrat”, il “Laudario di Cortona”, le “Piae Cantiones”, il “Laudario di Bobbio” e le “Cantigas de Santa Maria” di Re Alfonso X di Castiglia ‘El Sabio’.
I brani vocali saranno eseguiti nelle antiche lingue originali e verranno accompagnati da copie fedeli di strumenti dell’epoca trattata. L’ Ensemble Concentus è composto da Vania Palumbo (Canto, Lyra, Citola), Sara Valli (Canto e Organistrum), Gianluca Milanese (Flauti a becco), Maurizio Ria (Viella), Angela Lacalamita (Liuto e Salterio) e Francesco Patruno (Percussioni). Il biglietto per assistere a “Dal cielo venne messo novello” di domenica 4 dicembre alle 11.45 nell’ambito di “MArTA in MUSICA. Le matinée domenicali” potrà essere acquistato nella sede dell’Orchestra della Magna Grecia (a Taranto, in via Ciro Giovinazzi n° 28) e su TicketSms: https://www.ticketsms.it/it/event/ojdgeoww. Ingresso consentito dalle 11.15. Inizio alle 11.45. Il costo del biglietto è di 8 euro. All’ingresso del MArTA il giorno del concerto sarà consegnato ad ogni possessore del biglietto del concerto un coupon della validità di una settimana (dalla domenica del concerto evento al sabato successivo) che darà diritto a un ingresso gratuito al museo Archeologico nazionale di Taranto. Il coupon ha validità dalla domenica del singolo evento concerto fino al sabato successivo e deve essere utilizzato tassativamente entro lo stesso periodo per la prenotazione e per l’ingresso gratuito al museo Archeologico nazionale di Taranto inserendo il codice coupon sulla piattaforma e-ticketing del museo Archeologico nazionale di Taranto: https://www.shopmuseomarta.it. L’ingresso al Museo del possessore del coupon è condizionato in ogni caso al numero di posti disponibili nella fascia oraria selezionata.

Il monumentale cratere a mascheroni con partenza di Anfiarao attribuito al pittore di Dario: capolavoro della ceramografia apula, databile al 330 a.C., conservato al museo Archeologico nazionale di Taranto (foto MArTa)
Il monumentale cratere a mascheroni attribuito al Pittore di Dario rappresenta, sul lato principale, Anfiarao, guerriero e indovino della città di Argo, che, con indosso l’armatura e con lancia e scudo nella mano sinistra, sale sulla quadriga per partire alla volta della spedizione dei “Sette contro Tebe”. Anfiarao, in realtà, invitato a unirsi alla spedizione, aveva tentato di sottrarvisi poiché aveva previsto la fatale conclusione della guerra, ma venne costretto a partire dalla moglie Erifile, spinta con l’inganno dal fratello Adrasto a convincere il marito. Accanto agli dei che assistono alla partenza dell’eroe, Anfiloco, uno dei figli, si rivolge alla vecchia nutrice. L’altro figlio, Alcmeone, ritratto all’estremità sinistra del registro inferiore, regge un’oinochoe con la mano destra, mentre con l’altra si tocca il capo in un gesto di afflizione che lascia forse presagire la tragica fine di Anfiarao, nonché il proprio destino futuro, che lo vedrà macchiarsi dell’omicidio della madre per adempiere al giuramento di vendetta fatto al padre. La personificazione di una Erinni che precede la quadriga allude alla pazzia che perseguiterà Alcmeone. Diversi dettagli della scena lasciano supporre il riferimento a una tragedia di non chiara identificazione. Sull’altro lato del cratere, all’interno di un edificio funerario (naiskos), è ritratto in colore bianco sovra dipinto un giovane abbigliato con corto mantello, corazza e cinturone, che regge la lancia con la sinistra e l’elmo a pileo con la destra. Attorno al naiskos, un corteo funebre di figure maschili e femminili ritratte in atto di libare (con phiale e patera) o presentare offerte (cista e corona). Sul collo del vaso, tra rami vegetali, sono raffigurati Helios sul suo carro e Dioniso, con phiale e tirso, seduto tra un satiro e una menade.
Taranto. Al museo Archeologico nazionale conferenza, in presenza e on line, “Alti e bassi della scultura a Taranto nella prima età ellenistica” con il prof. Francesco D’Andria
Al MArTA focus sulla scultura a Taranto. Giovedì 24 novembre 2022, alle 18, il prof. Francesco D’Andria, accademico dei Lincei, professore emerito dell’università del Salento, nella sala Incontri del museo Archeologico nazionale di Taranto Taranto (ingresso da corso Umberto 41), tiene la conferenza “Alti e bassi della scultura a Taranto nella prima età ellenistica”, organizzata dal museo Archeologico nazionale di Taranto e dalla Delegazione di Taranto “Adolfo F. Mele” dell’Associazione Italiana di Cultura Classica – AICC. L’ingresso alla conferenza è libero fino ad esaurimento posti, ma è consigliata la prenotazione su http://bit.ly/alti-e-bassi-della-scultura-a-taranto-nella…. La conferenza sarà anche trasmessa in diretta sugli account Facebook, LinkedIn e YouTube del museo Archeologico nazionale di Taranto. La relazione del prof. Francesco D’Andria, già membro del Consiglio nazionale per i Beni culturali e ambientali (1993-1997), direttore di alcune importanti missioni archeologiche in Turchia e in tutto il Salento (tra cui il parco di Castro), redattore di numerose pubblicazioni scientifiche, parlerà dell’arte scultorea tarantina, dei suoi caratteri di particolare innovazione e delle sue contaminazioni di stile provenienti da città come Atene e Pergamo, sarà introdotta dagli interventi della direttrice del MArTA, Eva Degl’Innocenti e dalla presidente della delegazione di Taranto “Adolfo F. Mele” dell’Associazione Italiana di Cultura Classica, Francesca Poretti.

Decorazione in pietra tenera di età ellenistica dalle necropoli conservata al museo Archeologico nazionale di Taranto (foto MArTa)
Un appuntamento scientifico di grande rilievo anche alla luce delle nuove prospettive di studio aperte dalle scoperte di Castro, ma anche a valle dell’ultimo convegno di studi sulla Magna Grecia, in cui si è discusso del ruolo svolto in età ellenistica da due grandi capitali del Mediterraneo: Taranto e Siracusa. “Della scultura pubblica della città di Taranto possediamo purtroppo rare attestazioni”, afferma il prof. Francesco D’Andria, “mentre la creatività degli scultori si conserva nelle straordinarie decorazioni in pietra tenera presenti nell’architettura delle necropoli. Ma molti interventi nel corso del convegno dell’Istituto di Studi sulla Magna Grecia – continua l’accademico dei Lincei –, riferiscono della città bimare come centro primario di creazione artistica in particolare nel IV sec. a.C., quando vi operavano scultori celebri come Lisippo”. Si tratta di un momento di approfondimento di grande importanza”, spiega la direttrice Eva Degl’Innocenti, “perché con il prof. Francesco D’Andria e l’Associazione Italiana di Cultura Classica delegazione di Taranto, proviamo a fornire ulteriori elementi di discussione sulla scultura tarantina che recenti letture hanno proposto con una datazione tarda, e che anche grazie alle ultime scoperte effettuate in scavi pugliesi, a cominciare da quello di Castro, in provincia di Lecce, possiamo certamente considerare pietra miliare per l’arte del IV e del III sec. a.C.”.
Taranto. Nuovo appuntamento al museo Archeologico nazionale di “MArTA in MUSICA – Le matinée domenicali”: “Simboli e Misteri”, madrigali di Monteverdi con L.A. Chorus diretto dal maestro Antonio Magarelli
Pezzi cerimoniali composti per la polifonia vocale nel 1600 e la musica che accompagnava il rituale dell’allenamento ginnico ritratto nella Lekythos attica a figure nere rinvenuta a Taranto, nel 1934, durante lavori alla Caserma Mezzacapo e nella Batteria Archita. È l’unione culturale che si celebra all’interno del museo Archeologico nazionale di Taranto domenica 20 novembre 2022 nell’appuntamento con i concerti proposti dalla rassegna “MArTA in Musica. Le matinée domenicali”. Di scena, alle 11.45, all’interno della sala multimediale del MArTA, sarà il concerto con l’esecuzione di madrigali tratti dal VI libro di Claudio Monteverdi, con clavicembalo e viola da gamba. “Simboli e Misteri”, questo il titolo dell’appuntamento, vedrà sul “palco” del museo tarantino, la polifonia del L.A. Chorus, la viola da gamba di Antonella Parisi, il clavicembalo di Gaetano Magarelli, sapientemente diretti dal maestro Antonio Magarelli, diplomato in pianoforte, pedagogia musicale, musica corale e direzione di coro, nonché direzione d’orchestra al Conservatorio di Musica di Bari e Monopoli. Il biglietto potrà essere acquistato nella sede dell’Orchestra della Magna Grecia (a Taranto, in via Ciro Giovinazzi n° 28) e su TicketSms: https://www.ticketsms.it/it/event/xv6vwlsu. Ingresso consentito dalle 11.15, inizio alle 11.45. Il costo del biglietto è di 8 euro.

Lekythos attica a figure nere con con un suonatore di doppio flauto intento a suonare mentre tre ragazzi si allenano nel lancio del disco e del giavellotto e nel salto in lungo, conservato al museo Archeologico nazionale di Taranto (foto MArTa)
Domenica 20 novembre 2022 si accendono dunque i riflettori sulla musica di Claudio Monteverdi e sulla pregevole fattura del Lekythos che racconta ancora di musica ma al cospetto di un paidotrìbes (insegnante di ginnastica), con un suonatore di doppio flauto intento a suonare mentre tre ragazzi si allenano nel lancio del disco e del giavellotto e nel salto in lungo, alcune delle specialità che insieme alla corsa e alla lotta rappresentano la versione antica del pentathlon. Piccole rivoluzioni culturali che caratterizzano anche i grandi cambiamenti musicali all’epoca di Claudio Monteverdi, protagonista indiscusso della polifonia vocale del Rinascimento che poi seppe cedere il passo alle trame compositive del primo Barocco. Il programma eseguito dal L.A. Chorus e dai solisti diretti dal maestro Magarelli prevede l’esecuzione dei madrigrali tratti dal “Lamento d’Arianna” e dalla “Sestina. Lagrime d’amante al sepolcro dell’amata”. La rassegna concertistica “MArTA in MUSICA – Le matinée domenicali” è nata dalla progettualità congiunta della direttrice del museo Archeologico nazionale, Eva Degl’Innocenti, e del direttore artistico dell’Orchestra della Magna Grecia, maestro Piero Romano, ed a cura dei maestri Maurizio Lomartire e Pierfranco Semeraro.

Il maestro Antonio Magarelli
A dirigere il L.A. Chorus, formazione corale attiva dal 2014, ci sarà – come si diceva – un’altra eccellenza del territorio: il maestro Antonio Magarelli, diplomato in pianoforte, pedagogia musicale, musica corale e direzione di coro, nonché direzione d’orchestra al Conservatorio di Musica di Bari e Monopoli. Molfettese di nascita, Magarelli ha proseguito gli studi di tecnica di direzione e interpretazione del repertorio corale e orchestrale con Peter Neumann, Gary Graden, Nicole Corti, Javier Busto, Bo Holten e Dominique Rouits. Ha frequentato l’Accademia Internazionale per direttori di coro e cantori a Fano e il seminario di direzione corale al Conservatorio di Monopoli, con Filippo Maria Bressan. Ha studiato tecniche di canto con Claudio Cavina e Steve Woodbury. Si è specializzato nell’interpretazione e nella pratica del repertorio rinascimentale e barocco con Giovanni Acciai, Ottavio Dantone e Filippo Maria Bressan. Ha frequentato un corso annuale di Semiografia e Paleografia musicale e un Laboratorio di musica rinascimentale e barocca con Giovanni Acciai presso l’Istituto “S. Cecilia” di Brescia. Ha diretto la prima mondiale di due nuove opere di compositori pugliesi: la Passio Domini Nostri Jesu Christi Secundum Joannem (1816), oratorio sacro per soli, coro e orchestra di Vito Antonio Raffaele Cozzoli (1777-1817), e l’Inno al Sole, di Giuseppe Millico (1737- 1802), una cantata per due soprani e orchestra con strumenti d’epoca. Ha inciso con l’etichetta DIGRESSIONE MUSIC la Passio Domini Nostri Jesu Christi Secundum Joannem (1816), oratorio sacro per soli, coro e orchestra di Vito Antonio Raffaele Cozzoli e Officia in feria V et VI maioris hebdomadae di Antonio Pansini (1703- 1791). È direttore della “Cappella Musicale Corradiana”, coro e orchestra.
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