“On the road”: la mostra di Reggio Emilia propone una riflessione sulla storia della via Emilia e sul suo fondatore, sul significato della strada nella contemporaneità, in un itinerario che va dalle popolazioni preromane, ai romani, all’avvento del Cristianesimo e Medioevo. Oltre 400 reperti, molti inediti, “messi in scena” con la mediazione di spezzoni di celebri film peplum e il concorso della multimedialità e della tecnologia digitale

Il tracciato della Via Emilia ancora ben visibile in centro a Reggio Emilia (foto Carlo Vannini)

La locandina della mostra “On the road – Via Emilia 187 a.C. – 2017” a Reggio Emilia

Immaginate di essere un centurione romano che marcia al fianco dei legionari agli ordini del console: loro stanno andando a consolidare la sicurezza della Gallia Cisalpina. I Boi sono stati gli ultimi a cadere nell’ultimo scorcio del III sec. a.C. A pochi decenni dalle decisive battaglie di Cremona (200 a.c.) e Mutina (194 a.C.) è ora più facile raggiungere velocemente la pianura Padana: c’è un’asse rettilineo che si incunea come una spada affilata nel cuore della Cisalpina, da Rimini a Piacenza. È la via Emilia, voluta dal console Marco Emilio Lepido nel 187 a.C. Da allora sono passati 2200 anni e noi, come gli antichi legionari, possiamo ancora percorrere fisicamente quella via consolare il cui nome e tracciato rimasti sono così peculiari da dare il nome all’intera regione, l’Emilia-Romagna. Ma possiamo scegliere anche un percorso virtuale che ci permette di conoscere i segreti della via Emilia, la sua costruzione, le sue strutture, i suoi servizi, ma anche le città sorte lungo il suo tracciato e le popolazioni che le abitavano. È quanto proposto dalla mostra “On the road – Via Emilia 187 a.C. – 2017” aperta fino al primo luglio 2018 in una città simbolo, Reggio Emilia, che ha preso il nome dal console che tracciò la via Emilia, Marco Emilio Lepido appunto, il quale giocò un ruolo da protagonista anche nel dare forma istituzionale al Forum che da lui prese il nome, Forum o Regium Lepidi.

Lo straordinario ritratto del console Marco Emilio Lepido proveniente dal museo Archeologico nazionale di Luni (foto Carlo Vannini)

La presentazione della mostra “On the road”: da sinistra, l’architetto Italo Rota, il soprintendente Luigi Malnati, il ministro Graziano Delrio, il sindaco di Reggio Emilia Luca Vecchi, la vicepresidente dell’Emilia Romagna Ottavia Soncini, e il direttore dei civici musei Elisabetta Farioli

“On the road – Via Emilia 187 a.C. – 2017”,  curata da Luigi Malnati, Roberto Macellari e Italo Rota, è promossa dai Musei Civici del Comune di Reggio Emilia, dal Segretariato regionale del ministero dei Beni e delle Attività culturali e Turismo (Mibact) per l’Emilia-Romagna unitamente alla stessa soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara in collaborazione con la Regione Emilia-Romagna e la Fondazione Pietro Manodori, con il contributo Art Bonus di Credem e Iren, il patrocinio di Anas, sponsor CarServer. Nell’ambito del progetto di promozione della cultura e del territorio “2200 anni lungo la Via Emilia”, Reggio Emilia – con la grande mostra “On the road – Via Emilia 187 a.C. – 2017” propone specificamente una riflessione sulla storia della via Emilia e sul suo fondatore, sul significato della strada nella contemporaneità, in un itinerario che include Età Romana, pre-Romana (Etruschi, Celti, Liguri), avvento del Cristianesimo e Medio Evo, Contemporaneità. Reggio è l’unica città emiliana che conserva nel proprio nome il ricordo del fondatore (eponimo), ma anche della strada su cui si impostava l’intero popolamento della regione che, a sua volta, da essa avrebbe preso nome. Particolare attenzione è dedicata perciò alla riscoperta della figura di Marco Emilio Lepido, il geniale costruttore che, sgominati i Celti e i Liguri, decise la costruzione di una lunghissima strada che collegava le colonie di Rimini e Piacenza, ma anche alla sua fortuna nel corso dei secoli.

Nella suggestiva immagine da satellite dell’Italia si riconosce subito il rettilineo della via Emilia

L’architetto Italo Rota curatore della mostra “On the road”

“C’è tanto di noi in questa On the road “, ha detto il sindaco Luca Vecchi all’inaugurazione, “mostra archeologica in chiave dichiaratamente contemporanea, dedicata a una strada nata come linea di confine tra la civiltà romana e altre popolazioni e divenuta ben presto sistema di connessione e integrazione fra persone, luoghi, città, merci, culture diverse. Edmondo Berselli, a millenni dalla loro fondazione, ha scritto delle città emiliane che sono tanto simili tra loro e quanto sono diverse le une dalle altre: è lo stesso effetto Via Emilia giunto intatto sino a noi, ovvero il saper convivere nelle diversità, connettendole”. E l’architetto Italo Rota, curatore dell’allestimento: “La Via Emilia è per me uno dei grandi gesti dell’umanità. Non a caso è uno dei pochi luoghi perfettamente distinti dai satelliti, e forse non a caso la sua direttrice coincide con tante rotte aeree. Le strade evolvono, possono scomparire senza lasciare traccia: non la Via Emilia, che esiste, vive nei territori che attraversa, si moltiplica senza cambiare percorso ed è nel contempo una miniera di antichi reperti. L’archeologia è materia difficile. Abbiamo pensato di proporre questo grande scenario, che rappresenta una cosa astratta quale la linea della Strada nello spazio e nel tempo, declinando accanto a essa in miniature i luoghi di vita, lavoro, viaggio, che raccontano ai visitatori un luogo antico, contemporaneo, molteplice”.

La statua 3D di Marco Emilio Lepido posta in piazza del Monte, sulla via Emilia, nel cuore di Reggio Emilia

“On the road – Via Emilia 187 a.C. – 2017” è articolata in più sedi: quella principale è al Palazzo dei Musei di Reggio Emilia, alla quale si affiancano il Palazzo Spalletti Trivelli del gruppo bancario Credem e il Museo Diocesano. Ma anche non si possono dimenticare altri luoghi pertinenti, fra cui la sede del Municipio, dove è stata restaurata la scultura settecentesca di Marco Emilio Lepido, che accoglie il visitatore ai piedi dello scalone d’onore. E una riproduzione 3D del monumento dedicato al console, realizzata con stampanti digitali e in polistilene è stata collocata nel cuore di Reggio Emilia, in piazza del Monte, sulla Via Emilia e da qui indica la sede espositiva di Palazzo dei Musei. Proprio al Palazzo dei Musei, l’allestimento su tre piani, a cura dello stesso architetto Italo Rota, si pone l’ambizioso obiettivo di restituire alla sensibilità contemporanea i preziosi reperti archeologici esposti – più di 400: della città, della regione e prestati da grandi istituzioni nazionali, quali il museo nazionale Romano e il museo della Civiltà romana di Roma, il museo Archeologico di Bologna e il museo Archeologico nazionale di Luni – nella ferma convinzione che l’antico non possa non essere oggi osservato se non con occhi contemporanei. Persone, vicende storiche, società romana vengono restituite in raffinati display che ricostruiscono in piccola scala i principali ambienti di vita dell’antica strada romana valorizzando e contestualizzando i materiali archeologici originali, “messi in scena” anche tramite la mediazione di spezzoni di celebri film peplum e il concorso della multimedialità e della tecnologia digitale.

Il prezioso bicchiere da Vicarello (Bracciano) con la più antica rappresentazione figurata di una strada (su concessione del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo – Museo Nazionale Romano)

Per tutta l’età romana e fino alla caduta dell’impero, la strada ha costituito un elemento fondamentale di coesione e collaborazione tra le città che attraversava, veicolo indispensabile per persone, merci e idee. Le diverse popolazioni che avevano abitato la regione dalla protostoria proprio attraverso la via Emilia vennero incluse via via nel modello culturale e civile portato da Roma, che successivamente poté essere adottato anche dalle popolazioni che da tutte le parti dell’impero e da oltre il limes confluirono in Emilia. La mostra è l’occasione per presentare le novità provenienti dagli scavi degli ultimi venti anni a Reggio Emilia e nel suo territorio, ma anche per illustrare col prestito di reperti molto significativi l’itinerario della strada. Tra le opere esposte, alcune hanno lasciato per la prima volta la loro sede originaria, come il bicchiere d’argento da Vicarello (Bracciano) del museo nazionale Romano, con la più antica rappresentazione figurata di una strada; il ritratto di Marco Emilio Lepido da Luni; la stele etrusca con la raffigurazione di un carro dal recente scavo di via Saffi a Bologna; o il fregio d’armi di età romana repubblicana di Piacenza. È tempo dunque di conoscere meglio la Via Emilia. “Camminiamo, idealmente e realmente, lungo la via Emilia: quale luogo migliore per avere consapevolezza di noi stessi e per farci conoscere?”, è l’invito del sindaco di Reggio Emilia, Vecchi. E allora mettiamoci in cammino… on the road.

(1 – continua)

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4 risposte a ““On the road”: la mostra di Reggio Emilia propone una riflessione sulla storia della via Emilia e sul suo fondatore, sul significato della strada nella contemporaneità, in un itinerario che va dalle popolazioni preromane, ai romani, all’avvento del Cristianesimo e Medioevo. Oltre 400 reperti, molti inediti, “messi in scena” con la mediazione di spezzoni di celebri film peplum e il concorso della multimedialità e della tecnologia digitale”

  1. Italina Bacciga dice :

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