Firenze. Alla VII edizione di Firenze Archeofilm il pubblico premia il film “Campo della Fiera e il pozzo del tempo” di Massimo D’Alessandro (che prende anche una menzione speciale dall’università di Firenze). Ecco tutti i film che hanno vinto gli altri premi o hanno ricevuto menzioni

Il regista Massimo D’Alessandro riceve il premio Firenze Archeofilm 2025 da Piero Pruneti, direttore di Archeologia Viva, per il film “Campo della Fiera e il pozzo del tempo” (foto beppe cabras / archeologia viva)

Le scoperte archeologiche in un pozzo ai piedi di Orvieto, gli ultimi Maasai del Kenya, le storie di “bibliotecari-eroi” e i monumenti preistorici mostrati per la prima volta al cinema sono gli argomenti sviluppati dai film premiati alla VII edizione di Firenze Archeofilm, il festival di Archeologia Arte e Ambiente organizzato dalla rivista Archeologia Viva (Giunti Editore) al Cinema La Compagnia di Firenze dove, dal 5 al 9 marzo 2025, sono stati proposti al pubblico 80 film da tutto il mondo di cui oltre la metà anteprime.

Premio “Firenze archeofilm” 2025 al film “Campo della Fiera e il pozzo del temèpo” di Massimo D’Alessandro (foto beppe cabras / archeologia viva)
Il PREMIO “FIRENZE ARCHEOFILM” 2025 al film più votato dal pubblico è stato assegnato a “Campo della Fiera e il pozzo del tempo” di Massimo D’Alessandro (Italia 2025, 52’). Produzione: A.S.S.O. (Archeologia Subacquea Speleologia Organizzazione) ETS. Consulenza scientifica: Marco Cruciani, Danilo Leone, Mario Mazzoli, Silvia Simonetti, Simonetta Stopponi, Vincenzo Valenzano. Nel cuore dell’Italia centrale, ai piedi della rupe di Orvieto, si cela Campo della Fiera, un luogo dove sacralità e storia s’intrecciano da oltre duemila anni. Santuario federale degli Etruschi, poi centro spirituale dei Romani e infine dimora dei Francescani, questo sito è testimone di un’eredità millenaria. Grazie a decenni di scavi archeologici affiorano reperti straordinari: ceramiche pregiate, antichi templi e un pozzo misterioso che racchiude tesori dimenticati. Attraverso ricostruzioni emozionanti, interviste agli archeologi e riprese spettacolari, il documentario svela la vita, il declino e la rinascita di un luogo unico.
PRIMI 15 CLASSIFICATI FIRENZE ARCHEOFILM 2025 (Voto “film più gradito al pubblico” da 1 a 5)
1° Campo della Fiera e il pozzo del tempo (4,41)
Nazione: Italia – Regia: Massimo D’Alessandro
2° Threads of Heritage. Nel Tunnel dei Crimini d’Arte (4,40)
Nazione: Italia – Regia: Brian Parodi
3° Luigi De Gregori. Salvare la creatura (4,37)
Nazione: Italia – Regia: Tommaso Sestito, Lorenzo Chechi
4° Alhambra, il paradiso perduto / Alhambra, the lost paradise (4,32)
Nazione: Francia – Regia: Marc Jampolsky
5° Libano segreto: i tesori di Byblos / Secret Lebanon: the treasures of Byblos (4,30)
Nazione: Francia – Regia: Philippe Aractingi
6° Viaje a Itaca / Journey to Ithaca (4,29)
Nazione: Spagna – Regia: Juan Prado
7° Vangelo secondo Maria (4,27)
Nazione: Italia – Regia: Paolo Zucca
8° Langobardi – Grimoaldo, il primo re friulano (4,24)
Nazione: Italia – Regia: Sandra Lopez Cabrera
9° L’uomo di Val Rosna (4,234)
Nazione: Italia – Regia: Stefano Zampini
10° Donne di Miniera (4,230)
Nazione: Italia – Regia: Roberto Carta
11° Giordania biblica. Tra presenze remote e splendori nascosti (4,217)
Nazione: Italia – Regia: Alberto Castellani
12° Un altro mondo – L’esilio di Rolando Nannicini a Latronico (4,211)
Nazione: Italia – Regia: Daniela Zottola
13° Huarmis Sachamantas / Le donne del telaio (4,18)
Nazione: Italia – Regia: Federico Ferrario
14° La tomba della Sciamana / Das Grab der Schamanin (4,168)
Nazione: Germania – Regia: Christian Stiefenhofer
15° L’altro mondo dei dinosauri / L’autre monde des dinosaures (4,164)
Nazione: Francia – Regia: Pascal Cuissot

Il premio “Studenti UniFi” 2025 al film “Luigi De Gregori. Salvare la creatura” di Tommaso Sestito, Lorenzo Chechi (foto beppe cabras / archeologia viva)
Il PREMIO “STUDENTI UNIFI” per il miglior cortometraggio è stato assegnato dalla giuria di studentesse e studenti dell’Università di Firenze a: “Luigi De Gregori. Salvare la creatura” di Tommaso Sestito, Lorenzo Chechi (Italia 2024, 18’). Produzione: Luca Pirolo, Tommaso Sestito. Roma, 1936. La Seconda Guerra Mondiale è all’orizzonte. Il governo italiano decide di attuare un piano di protezione antiaerea per salvaguardare il patrimonio artistico e culturale nazionale. La difesa dei materiali librari più preziosi della Capitale è affidata a Luigi De Gregori, bibliotecario di fama internazionale e punto di riferimento per i direttori di biblioteche di tutta Italia. Inizia così la ricerca di nascondigli sicuri.
2° classificato: “Lawrence of Moravia” di Jan Cechl (Repubblica Ceca, Portogallo 2024, 14’). Produzione: Radim Procházka, Irina Calado. 3° classificato: “Sui tetti di chi dorme” di Antonello Pisano Murgia (Italia 2024, 15’). Produzione: Fabio Fanni Marceddu.

Il Premio “Università di Firenze” 2025 al film “Maasai Eunoto” di Kire Godal (foto beppe cabras / archeologia viva)
Il PREMIO “UNIVERSITÀ DI FIRENZE” è stato assegnato dalla giuria composta da tre docenti dell’università di Firenze: Sara Casoli docente di Cinema, fotografia e televisione, Domenico Lo Vetro docente di Archeologia preistorica, Silvia Pezzoli docente di Sociologia della Comunicazione, a: “Maasai Eunoto” di Kire Godal (Kenya 2024, 34’). Produzione: Angela Fisher, Carol Beckwith, Kire Godal. Gli indigeni Masai lottano ancora oggi per mantenere vive le loro tradizioni. Attraverso le voci di guerrieri e anziani durante il loro emotivo rito di passaggio nel 2022, Maasai Eunoto segue il passaggio del guerriero Masai allo stadio di anziano, rivelando il passato e il presente nascosti di una delle cerimonie di iniziazione culturale più importanti dell’Africa.
MOTIVAZIONE: “Maasai Eunoto dipinge con grande forza narrativa e potenza visiva la cultura e le tradizioni del popolo Maasai, raccontando con vividezza e sensibilità il passaggio del guerriero Masai allo stadio di anziano. Le immagini realizzate dalla documentarista Kire Godal, di grande poesia ed eleganza, si amalgamano efficacemente con le voci narranti dei protagonisti, che raccontano in prima persona il significato del rito di passaggio che si accingono a compiere, in una forma di autorappresentazione ancora troppo rara nei documentari etnografici”.
MENZIONE SPECIALE ad “Approdi” di Lorenzo Scaraggi (Italia 2024, 45’). Produzione: Lorenzo Scaraggi per Omero su Marte. Consulenza scientifica: Nicolò Carnimeo
MOTIVAZIONE: “Approdi è un viaggio “geopoetico” che prende spunto dal Breviario Mediterraneo di Pedrag Matvejevic. Attraverso la metafora del viaggio e gli approdi nei porti pugliesi, lo spettatore viene accompagnato ad approfondire ad ogni tappa temi diversi, aiutato da voci esperte di studiosi, artisti, giornalisti e intellettuali. La narrazione di alta qualità, il linguaggio poetico, la fotografia e la voce fuori campo del regista svelano i legami tra i valori storico-archeologici dei porti e il loro significato contemporaneo”.
MENZIONE SPECIALE a “Campo della Fiera e il pozzo del tempo” di Massimo D’Alessandro (Italia 2025, 52’). Produzione: A.S.S.O. (Archeologia Subacquea Speleologia Organizzazione) ETS. Consulenza scientifica: Marco Cruciani, Danilo Leone, Mario Mazzoli, Silvia Simonetti, Simonetta Stopponi, Vincenzo Valenzano
MOTIVAZIONE: “Una storia secolare riscoperta grazie a 20 anni di ricerche archeologiche condotte al Campo della Fiera sotto la rupe di Orvieto. Con abilità narrativa, e grazie al montaggio sapiente delle immagini e all’uso delle nuove tecnologie, il documentario ripercorre le affascinati vicende di questo luogo della memoria in un filo continuo che dagli etruschi conduce al medioevo. Fulcro della narrazione sono le recenti indagini nel profondo pozzo medievale del convento di San Pietro in Vetere da cui, grazie alla sinergia tra archeologi e speleologi, emergono inaspettate meraviglie”.

Il premio “Museo e istituto fiorentino di Preistoria” al film “Rondelle: 7000 anni di mistero / Roundels: the 7000 years old mystery” di Krzysztof Paluszyński (foto beppe cabras / archeologia viva)
Il PREMIO “MUSEO E ISTITUTO FIORENTINO DI PREISTORIA” al miglior film di archeologia preistorica è stato assegnato dalla giuria composta da: Massimo Tarassi (storico, dirigente Cultura Provincia di Firenze, membro del CdA del Museo e Istituto Fiorentino di Preistoria), Maddalena Chelini (archeologa, responsabile dei Servizi educativi e comunicazione del Museo e Istituto Fiorentino di Preistoria), Fabio Martini (archeologo, già docente all’università di Firenze e presidente del museo e istituto fiorentino di Preistoria) a “Rondelle: 7000 anni di mistero / Roundels, the 7,000 years old mystery” di Krzysztof Paluszyński (Polonia 2021, 54’). Produzione: PFS PalFilmStudio – Consulenza scientifica: Lech Czerniak, Jacek Wierzbicki. Il film è un viaggio attraverso il territorio polacco ed europeo che risale a circa 7000 anni fa. Le scene svolte all’aperto, le accurate inquadrature, l’uso di ricostruzioni, rievocatori e animazioni in 3D faranno rivivere quel mondo lontano. Protagoniste sono le rondelle, ancora poco conosciute e studiate, tra i più antichi esempi di architettura monumentale in Europa.
MOTIVAZIONE: “Il filmato ricostruisce con accuratezza e rigore scientifico un fenomeno che ha interessato l’intera Europa nella Preistoria recente, una pionieristica architettura monumentale neolitica della quale sono rimaste tracce importanti per la loro descrizione ed evidenze più labili che vanno interpretate. Il risultato dell’operazione di ricostruzione storica, proposta in chiave accessibile e divulgativa, è di ottimo livello informativo ed educativo. La narrazione è organica e tiene un ritmo molto apprezzabile. La comunicazione si avvale di ricostruzioni, animazioni 3D e rievocazione che utilizzano con rigore e prudenza il dato archeologico”.
MENZIONE SPECIALE a “L’Uomo prima dei Neanderthal / Humans before Neanderthals” di Emma Baus (Francia 2024, 52’). Produzione: Anne Labro / Tangerine Productions. Consulenza scientifica: Amélie Vialet
MOTIVAZIONE: “Il più antico popolamento dell’Europa, a seguito dei processi migratori fuori dall’Africa, viene affrontato sulla base della documentazione archeologica disponibile che viene presentata e interpretata con competenza e rigore scientifico. Il pregio del film, oltre ad una innegabile perizia tecnica, sta nella sensibilità e nella capacità di offrire allo spettatore un quadro storico talora labile nel quale vengono ricostruite le capacità cognitive di quei nostri antichi antenati e alcuni caratteri che ancora oggi definiscono il nostro essere umani”.
Firenze. Il film “Franco Mezzena. L’archeologia raccontata con il sorriso” di Nicola Castangia e Andrea Fenu ha vinto il premio Firenze Archeofilm assegnato dal pubblico. Ecco tutti gli altri premi assegnati ai film presentati nell’edizione 2024

Un momento delle premiazioni della VI edizione di Firenze archeofilm 2024 al cinema La Compagnia (foto AV)
Domenica 10 marzo 2024, ore 18: è arrivato il momento della cerimonia di premiazione che, dopo 5 giorni di programmazione (6-10 marzo 2024) e 88 film da tutto il mondo, chiude la VI edizione di “Firenze Archeofilm”, il festival di Archeologia Arte e Ambiente organizzato dalla rivista Archeologia Viva (Giunti Editore) al Cinema La Compagnia di Firenze e diretto da Giuditta Pruneti.

Frame del film “Franco Mezzena. L’archeologia raccontata con il sorriso” di di Nicola Castangia e Andrea Fenu (foto AV)

Premio Firenze Archeofilm: Nicola Castangia, Andrea Fenu e Giorgio Murru con Franco Mezzena (foto AV)
Vincitore del “Premio Firenze Archeofilm” attribuito dal pubblico, in qualità di giuria popolare, il film di Nicola Castangia e Andrea Fenu (consulente scientifico Giorgio Murru) “Franco Mezzena. L’archeologia raccontata con il sorriso” (Italia 2021, 42’). Franco Mezzena, scopritore dell’area megalitica di Saint Martin de Corleans ad Aosta, racconta la sua avvenuta nel 1969 e, con il suo sorriso luminoso, ci fa viaggiare tra mito e realtà trascinandoci nel mondo del megalitismo e tra le entusiasmanti avventure degli Argonauti, di Cadmo, di Giasone e della figura di Ercole sollecitando, con maestria e profonde conoscenze, il confronto tra il sito megalitico di Aosta e la Sardegna preistorica. Il Premio è stato consegnato direttamente nelle mani dei registi e alla presenza dello stesso Franco Mezzena, protagonista del film.

Frame del film “Askòs. Il canto della Sirena” di Antonio Martino
Ad “Askòs. Il canto della Sirena” di Antonio Martino (Italia 2023, 63’) è stato conferito invece il “Premio Università di Firenze”. Dopo aver fatto il giro del mondo l’Askos delle Murge, un prezioso reperto trafugato nel 1988 e venduto per 10 milioni di lire e una mucca, torna a casa nel museo Archeologico di Crotone. Quattro personaggi raccontano le loro vite trascorse insieme all’archeologia e il loro legame con questo difficile recupero.

La giuria degli studenti dell’università di Firenze con la rettrice Alessandra Petrucci
La giuria degli studenti dell’università di Firenze, composta da ben 80 studentesse e studenti, ha assegnato il “Premio Studenti UniFi” a “Quell’incosciente di Zeno” del regista Davide Ludovisi (Italia 2023, 29’). Nel 1923 Italo Svevo pubblica “La Coscienza di Zeno”. Che cos’ha di speciale quel romanzo che lo rende ancora attuale? Tre personaggi: uno scrittore (Mauro Covacich), una professoressa di Letteratura contemporanea (Maria Cristina Benussi) e il responsabile del Museo Sveviano (Riccardo Cepach) nella loro Trieste si interrogano con ironia sul perché un romanzo tanto improbabile continui a essere un punto di riferimento nella letteratura italiana e internazionale. Il Premio “Studenti UniFi” è stato consegnato dai ragazzi alla presenza della magnifica rettrice Alessandra Petrucci.

Frame del film “Sapiens ou la naissance de l’art” di Pascal Goblot
Il miglior film di archeologia preistorica secondo la giuria del Premio “Museo e Istituto fiorentino di Preistoria” è stato infine il film francese “Sapiens ou la naissance de l’art” di Pascal Goblot (Francia 2023, 70’). Per decenni si e creduto che l’inizio dell’arte in Europa risalisse a 20.000 anni fa con Lascaux, poi 36.000 anni fa con Chauvet. Recenti indagini stanno tuttavia mettendo in discussione una serie di certezze. I dipinti più antichi risalirebbero a quasi 45.000 anni fa! E non in Europa ma dall’altra parte del mondo: in Indonesia. Il film va alla ricerca delle origini dell’arte e della nostra stessa.
Firenze. Al cinema La Compagnia al via la sesta edizione di Firenze Archeofilm, il festival internazionale del Cinema di Archeologia Arte e Ambiente organizzato dalla rivista Archeologia Viva: 88 film da 16 Paesi. Molti i temi: preistoria, miti greci, antico Egitto, impero romano, eserciti medievali, Vichinghi, Inca, tesori sommersi, arcaiche usanze religiose, minacce ecologiche. L’8 marzo sarà una giornata all’insegna della donna, archeologa, studiosa, regista, attrice o spettatrice che sia. E il 10 marzo un ricordo particolare all’archeologo Sebastiano Tusa
“Firenze Archeofilm 2024. Ottantotto film per un’unica storia che riguarda tutti noi, abitanti attuali del pianeta. Perché chi volta le spalle alla realtà volta le spalle al nemico. E fin troppi film hollywoodiani insegnano che non è cosa saggia”: Giuditta Pruneti, direttore di Firenze Archeofilm, comincia così la presentazione della sesta edizione del festival internazionale del Cinema di Archeologia Arte e Ambiente organizzato dalla rivista Archeologia Viva (Giunti Editore), in programma dal 6 al 10 marzo 2024 al cinema La Compagnia in via Cavour 50/r a Firenze: film in concorso con proiezioni non stop mattina (10-13) e pomeriggio (14.30-19.30), ospiti internazionali e incontri con i registi. I film – tutti in italiano e con una sezione in original sound – arrivano quest’anno da Francia, Gran Bretagna, Belgio, Spagna, Italia, Iran, Germania, Canada, Nuova Caledonia, Romania, Repubblica Ceca, Messico, Ungheria, Grecia, Portogallo, Turchia. Ricca la produzione italiana, con pellicole che spaziano dalle ricerche archeologiche più mozzafiato – vedi gli ormai famosi Bronzi di San Casciano dei Bagni – fino a tematiche più strettamente etnografiche. Moltissimi i temi al centro delle pellicole partendo dalla storia più antica dell’uomo, le prime tracce dell’umanità, passando attraverso il mito e il racconto archeologico per approdare alle epoche più vicine a noi e interrogarsi sul futuro dell’umanità. Preistoria, miti greci, antico Egitto, impero romano, eserciti medievali, Vichinghi, Inca, tesori sommersi, arcaiche usanze religiose, minacce ecologiche danno vita a un viaggio per suoni e immagini lungo 88 film. “L’archeologia – continua Giuditta Pruneti – è così destinata ad abbracciare, anche in questa sesta edizione del Festival, mondi affini, alleati, legati a un doppio filo, molto stretto e intimo. A tirar fuori la testa dallo scavo per guardare dritto negli occhi la storia, l’arte, l’ambiente, l’oggi. Il risultato è un’apertura totale, per una visione più complessa e completa del nostro passato e del presente. Quello sguardo in più, quell’orizzonte, che ci aiutano a spaziare, contemplare e comprendere”.
“Quest’anno al centro del Festival – sottolinea Giuditta Pruneti – cade l’8 marzo. Una festa importante, una data da celebrare. Una giornata all’insegna della donna, archeologa, studiosa, regista, attrice o spettatrice che sia. Questo giorno. Almeno un giorno. È dedicato a lei. Lo dobbiamo a tutte le donne: quelle imbavagliate dai regimi, quelle bastonate dai consorti, quelle ancora in lotta, quelle che non possono lottare più. A tutte le donne che hanno cambiato il mondo, e a quelle che vogliono provare a farlo. Lo dedichiamo anche agli uomini, nella speranza che un cambiamento avvenga. Anche attraverso il cinema che racconta un passato comune, una storia che ci lega, che unisce. Come sempre – conclude -, un sorriso e un pensiero speciale vanno al nostro pubblico”. A titolo di esempio, ricordiamo il film “La Donna Longobarda” di Sandra Lopez Cabrera e Simone Vrech (Italia 2023, 26’) che analizza la condizione femminile nella società longobarda tra il VI e l’VIII secolo d.C. attraverso gli occhi di una donna del villaggio di Romans.

L’archeologo Sebastiano Tusa (foto fondazione buttitta)
Ma c’è anche un’altra data da non dimenticare: il 10 marzo. Quel giorno del 2019, è morto l’archeologo Sebastiano Tusa, soprintendente del Mare in Sicilia e assessore regionale ai Beni culturali, nel disastro aereo dell’Ethiopian Airlines. “Firenze Archeofilm” proporrà due pellicole che vedono Tusa protagonista e testimone di importanti scoperte archeologiche sopra e sotto il mare: “Devils from Hell. Il killer in fondo al mare” di Riccardo Cingillo (Italia 2015, 28’) con la consulenza scientifica della Soprintendenza del Mare, Sebastiano Tusa; e “La terra di Yrnm” di Nicola Ferrari (Italia 2022, 52’) con la consulenza scientifica: Sebastiano Tusa, Valeria Li Vigni.
Una curiosità: Sbarca per la prima volta al “Firenze Archeofilm” un corto cinematografico VM 14 anni dal titolo emblematico “Hardrocks” di Berangere Gehan, Juliette Uliana, Felicie Diaz, Lise Caro, Paul-Emile Landez (Francia 2023, 3’). Simpatico corto animato, frutto del progetto studentesco di una scuola francese di animazione e design. Nel Paleolitico, la razza umana si trova ad affrontare un’era glaciale senza precedenti che minaccia la sopravvivenza della specie. Confinati nelle caverne, gli ultimi esseri umani assistono impotenti alla propria estinzione. Riuscirà nel Paleolitico la razza umana a mandare avanti la specie?

Sul palco studenti dell’università di Firenze e protagonisti alle premiazioni dell’edizione 2023 di Firenze Archeofilm (foto AV)
Torna quest’anno al Firenze Archeofilm l’esercito di studenti universitari che, grazie alla rinnovata collaborazione con UniFi, in veste di giuria studentesca dovrà valutare oltre 40 cortometraggi per l’attribuzione del Premio studenti UniFi al termine della manifestazione. Ovviamente c’è il Premio “Firenze Archeofilm” al film più votato dal pubblico in qualità di giuria popolare; e poi il Premio “Università di Firenze”; e il Premio “Museo e Istituto Fiorentino di Preistoria” al miglior film di archeologia preistorica.
Firenze. Il film “L’anello di Grace” ha vinto il premio Firenze Archeofilm assegnato dal pubblico. Ecco tutti gli altri premi assegnati ai film presentati nell’edizione 2023

Sul palco studenti dell’università di Firenze e protagonisti alle premiazioni dell’edizione 2023 di Firenze Archeofilm (foto AV)
Sul palco del cinema La Compagnia di Firenze trova posto la giuria degli studenti dell’università di Firenze con Eugenio Giani presidente della Toscana, la rettrice Alessandra Petrucci e i docenti UniFi, Piero Pruneti e Giulia Pruneti per Archeologia Viva. È la foto di gruppo che domenica 5 marzo 2023 ha chiuso ufficialmente la quinta edizione di Firenze Archeofilm, il grande cinema che racconta la vicenda dell’Uomo, promosso da Archeologia Viva (Giunti editore) con il patrocinio e la collaborazione dell’università di Firenze e la partecipazione del museo e istituto fiorentino di Preistoria “Paolo Graziosi”: il film “L’anello di Grace” ha conquistato i favori del pubblico tra i 63 film in concorso, tra cui moltissime anteprime, provenienti da 16 nazioni diverse, presentati dal 1° al 5 marzo 2023 (vedi Firenze. Al via la quinta edizione di Firenze Archeofilm: per cinque giornate, dal 1° al 5 marzo 2023, mattino, pomeriggio e sera, il meglio della produzione mondiale sui temi di archeologia, arte e ambiente. Ecco il programma | archeologiavocidalpassato). Questi i premi assegnati, domenica 5 marzo 2023, a conclusione della rassegna: “Firenze Archeofilm” 2023 al film più votato dal pubblico; “Università di Firenze”; “Studenti UniFi” per il miglior cortometraggio; “Museo e Istituto Fiorentino di Preistoria Paolo Graziosi” al miglior film di archeologia preistorica; premio Archeologia Viva per la comunicazione del patrimonio.
PREMIO “FIRENZE ARCHEOFILM” 2023 al film più votato dal pubblico è stato assegnato al film “L’anello di Grace” di Dario Prosperini (Italia 2022, 66′), produzione Dario Prosperini, consulenza scientifica Valentino Nizzo, Adriana Emiliozzi: il film ha ottenuto un punteggio medio di 4,81/5, seguito da “Un luogo infinito. La Certosa di Firenze” (4,77/5), “Baia, la città sommersa” (4,66/5), “Firenze città d’acque” (4,58/5) e “I misteri della grotta Cosquer / The Mysteries of Cosquer Cave (4,53/5). “L’anello di Grace”: era il 1902 quando la famiglia Vannozzi decise di ampliare la propria casa colonica presso Monteleone di Spoleto. Quel cantiere a oltre 1000 metri di altitudine portò alla luce il “carro d’oro”, una biga etrusca unica al mondo su cui era raffigurato il ciclo completo della vita dell’eroe omerico Achille. Ma appena scoperto il reperto sparì misteriosamente nell’oblio. A nulla valsero le indagini di carabinieri, prefetti e alti funzionari del Ministero: la biga riapparve nel 1903 in una teca del Metropolitan Museum di New York.

Frame del film film “Uzbekistan, un viaggio senza tempo in Asia Centrale / Uzbekistan, a timeless journey in Central Asia” di Jivko Darakchiev
PREMIO “UNIVERSITÀ DI FIRENZE”. Giuria composta da tre docenti dell’università di Firenze: Federico Pierotti (docente di Storia del cinema), Silvia Pezzoli (docente di Scienze della comunicazione), Domenico Lo Vetro (docente di archeologia preistorica). Il premio è stato assegnato al film “Uzbekistan. Un viaggio senza tempo in Asia Centrale / Uzbekistan. A timeless journey in Central Asia” di Jivko Darakchiev (Francia 2022, 54’), produzione Sophie Goupil. Il film è un viaggio attraverso il lungo corridoio del tempo dove passato e presente s’incontrano. Un’avventura visiva attraverso la scoperta di eccezionali tesori archeologici e monumenti modellati nei secoli da mani persiane, arabe, greche o cinesi: una fusione unica, in mezzo alle steppe e ai deserti dell’Asia centrale, di civiltà e culture che hanno popolato questa mitica oasi sulle strade che collegano il Mediterraneo alla Cina. MOTIVAZIONE: “Uzbekistan dipinge, con rande forza evocativa, il quadro affascinante di una terra crocevia tra Oriente e Occidente, che ha visto interagire molte civiltà e culture, dando vita a una lunga trama intricata di storie, costumi e tradizioni. Attraverso un intreccio di immagini, suoni e voci che mette efficacemente in dialogo i diversi livelli di cronologia complessa, il film costruisce un filo prezioso che ci porta a conoscere i tesori e i monumenti del passato e, al contempo, a incontrare una dimensione quotidiana in cui il passato si perpetua nei decori, nei tessuti, nelle arti del presente, così come nei volti e nei costumi delle persone che abitano l’Uzbekistan”.
Menzione speciale al film “Persepolis – Chicago” di Orod Attarpour (Iran 2021, 40’), produzione Sima film center: “Persepolis – Chicago racconta gli scavi di Persepoli e l’eccezionale ritrovamento di migliaia di tavolette achemenidi che furono date in prestito e trasferite all’università di Chicago nel 1937, per essere restaurate e decifrate, e a oggi non ancora restituite. Le successive vicende legate alla richiesta di restituzione delle tavolette da parte del governo iraniano sono presentate con una narrazione coinvolgente, grazie al serrato sovrapporsi di immagini attuali e di repertorio accompagnate dal racconto appassionato di un illustre studioso iraniano”.

Frame del film “Mamody, l’ultimo scavatore di baobab / Mamody, the last baobab digger” di Cyrille Cornu
Menzione speciale al film “Mamody, l’ultimo scavatore di baobab / Mamody, the last baobab digger” di Cyrille Cornu (Francia 2022, 48’), produzione Cyrille Cornu: “Il film cattura la bellezza della natura del Madagascar e, allo stesso tempo, documenta le difficoltà quotidiane delle persone che abitano nel villaggio di Ampotaka per far fronte alla mancanza di acqua. Il documentario, realizzato con stile sobrio ed elegante, ci invita a riflettere sul tema universale della sostenibilità ambientale e sulla necessità di una gestione oculata delle risorse naturali”.
PREMIO “STUDENTI UNIFI” per il miglior cortometraggio è stato assegnato dalla giuria coordinata da Diego Brugnoni al film “Le Pietre e le Parole. Ritratto di Raniero Gnoli” di Adriano Aymonino, Silvia Davoli (Italia 2022, 20’), produzione Adriano Aymonino, Silvia Davoli. Intervista a Raniero Gnoli, massimo esperto di marmi colorati dell’antica Roma, autore del fondamentale testo “Marmora Romana” (1971), nonché studioso di sanscrito di fama mondiale. L’intervista ha luogo a Castel Giuliano, dove Gnoli risiede immerso in una Wunderkammer creata dalle sue stesse mani, dove Oriente e Occidente, passato e presente, dialogano all’insegna di un umanesimo di carattere globale.

Frame del film “Neanderthal, sulle orme di un’altra Umanità / Néandertal, dans les pas d’une autre Humanité” di David Geoffroy
PREMIO “MUSEO E ISTITUTO FIORENTINO DI PREISTORIA P. GRAZIOSI” al miglior film di archeologia preistorica è stato assegnato dalla giuria composta da Massimo Tarassi (storico, dirigente Cultura Provincia di Firenze, membro del CdA del Museo e Istituto Fiorentino di Preistoria), Domenico Lo Vetro (docente di archeologia preistorica), Fabio Martini (archeologo docente all’Università di Firenze e Presidente del Museo e Istituto Fiorentino di Preistoria) al film “Neanderthal. Sulle orme di un’altra Umanità / Néandertal. Dans les pas d’une autre Humanité” di David Geoffroy (Francia 2022, 52’), produzione Caroline Chassaing, Court-jus Production & France Télévisions, consulenza scientifica Dominique Cliquet, Bruno Maureille. MOTIVAZIONE: “Il film prende spunto dalla scoperta di un importante sito archeologico e dalla illustrazione del metodo di indagine per offrire, con grande rigore scientifico, una sintesi della presenza nello scenario culturale del Paleolitico di questo lontano cugino della specie Homo sapiens. Il pregio principale del filmato sta nel sapere rendere con un linguaggio chiaro e immediato, corredato da immagini eloquenti e suggestive, la complessità della vita dei neandertaliani, le conoscenze tecniche e il modo simbolico. L’argomento, molto vasto, è stato sintetizzato nei suoi aspetti principali con la capacità molto apprezzata di rendere accessibile al largo pubblico tematiche specialistiche”.
Menzione speciale al film “Arte paleolitica… La nostra storia” di Elisabetta Flor (Italia 2022, 20’), produzione MUSE / Museo delle Scienze di Trento. MOTIVAZIONE: “Il docufilm ha lo scopo di valorizzare il patrimonio figurativo paleolitico del Veneto e del Trentino, che comprende evidenze di grande valore europeo. La presentazione dei prodotti artistici avvicina il pubblico all’argomento con un linguaggio verbale e visuale semplice, immediato, efficace, con l’ausilio di sintetiche interviste a specialisti che garantiscono il rigore scientifico. Il ritmo è serrato e mantiene viva l’attenzione dello spettatore. È stato apprezzato il collegamento con la realtà ambientale recente che permette di collegare il fatto archeologico alla conoscenza e all’identità locale”.
Menzione speciale al film “La Grotte Cosquer: des origines à la surface” di Jean-Claude Pascal Flaccomio (Francia 2022, 52’), produzione Elsa Isoardi, consulenza scientifica Geneviève Pinçon. MOTIVAZIONE: “La Grotta Cosquer è un sito paleolitico francese inaccessibile in quanto oggi al di sotto del livello del mare. Il film, che permette di fruire di un patrimonio pittorico di altissima qualità, illustra con immagini e con riprese di grande professionalità non solo le pitture presenti sulle pareti della grotta ma documenta senza enfasi due aspetti fondamentali della valorizzazione: le difficoltà della ricerca in ambiente subacqueo e il progetto in atto di realizzazione di repliche di parti della grotta. Il film è un pregiato prodotto di sinergia tra linguaggio cinematografico efficace e illustrazione scientifica rigorosa e pienamente comprensibile ai non specialisti”.
La giuria ha anche segnalato il film “Memorie di un mondo sommerso” di Philippe Nicolet (Svizzera), produzione Palafittalp – NVP Nicolet Video Productions. MOTIVAZIONE: “Il patrimonio palafitticolo dell’Italia settentrionale e della Svizzera, già valorizzato dall’essere etichettato come patrimonio UNESCO, viene illustrato al largo pubblico attraverso alcuni siti esemplari, mostrando le difficoltà e le potenzialità di una particolare ricerca di archeologia preistorica sulla vita quotidiana di queste antiche popolazioni dell’arco alpino. È un prodotto di alta divulgazione che coniuga la qualità filmica con la semplicità e l’efficacia di una chiara esposizione scientifica”.
PREMIO “ARCHEOLOGIA VIVA” per la comunicazione del patrimonio è stato assegnato a:
Stéphane Millière per Gedeon Programmes.
Firenze. Al via la quinta edizione di Firenze Archeofilm: per cinque giornate, dal 1° al 5 marzo 2023, mattino, pomeriggio e sera, il meglio della produzione mondiale sui temi di archeologia, arte e ambiente. Ecco il programma
Nelle sale dello storico Cinema La Compagnia, a Firenze in via Cavour 50 rosso, è tutto pronto per la quinta edizione di Firenze Archeofilm, il grande cinema che racconta la vicenda dell’Uomo, promosso da Archeologia Viva (Giunti editore) con il patrocinio e la collaborazione dell’università di Firenze e la partecipazione del museo e istituto fiorentino di Preistoria “Paolo Graziosi”: direttore Giuditta Pruneti, responsabile della comunicazione Giulia Pruneti, collaborazione tecnica Luigi Forciniti, consulente cinematografico V edizione Dario Di Blasi. Per cinque giornate, dal 1° al 5 marzo 2023, mattino, pomeriggio e sera, il meglio della produzione mondiale sui temi di archeologia, arte e ambiente. In programma un’ottantina di film: 63 in concorso, tra cui moltissime anteprime, provenienti da 16 nazioni diverse, e 15 nella sezione “Original Sound” con film in lingua originale (greco, spagnolo, francese, portoghese, turco). Domenica 5 marzo, a conclusione della rassegna, saranno assegnati i seguenti premi: premio “Firenze Archeofilm” 2023 al film più votato dal pubblico; premio “Università di Firenze”: giuria composta da docenti dell’università di Firenze: Silvia Pezzoli (docente di Scienze della comunicazione), Domenico Lo Vetro (docente di Archeologia preistorica); premio “Studenti UniFi” per il miglior cortometraggio: giuria coordinata da Diego Brugnoni; premio “Museo e Istituto Fiorentino di Preistoria Paolo Graziosi” al miglior film di archeologia preistorica: giuria composta da Massimo Tarassi (storico, dirigente Cultura della Provincia di Firenze, membro del CdA del museo e istituto fiorentino di Preistoria), Domenico Lo Vetro (docente di Archeologia preistorica), Fabio Martini (archeologo, docente all’università di Firenze e presidente del museo e istituto fiorentino di Preistoria); premio Archeologia Viva per la comunicazione del patrimonio.
MERCOLEDÌ 1° MARZO 2023. Proiezioni dalle 9.45 alle 13: “Il giuramento di Ciriaco” (Andorra, Olivier Bourgeois, 73’), “Un sogno di Himera” (Italia, Gianfrancesco Iacono, 5′), “Arte rupestre in Valle d’Aosta” (Italia, Joseph Péaquin, 22′), “Il dono dei ghiacciai. Come le ere glaciali hanno plasmato l’Europa” (Germania, Heiko De Groot, 52’), “Painting by numbers” (Australia, Radheya Jegatheva, 5’). Dalle 14.30 alle 19.30: “L’oro di Venezia” (Italia, Nicola Pittarello, 55’), “Medina Azahara, la perla perduta di Al-Andalus” (Francia, Stéphane Bégoin, Thomas Marlier, 52’), “Persepolis – Chicago” (Iran, Orod Attarpour, 40’), “La Via Romana” (Portogallo, Rui Pedro Lamy, 18’), “Baia, la città sommersa” (Italia, Marcello Adamo, 52’), “L’anello di Grace” (Italia, Dario Prosperini, 66′).
GIOVEDÌ 2 MARZO 2023. Proiezioni dalle 10 alle 13: “Al tempo dei dinosauri” (Francia/Giappone, Pascal Cuissot in collaborazione con Yusuke Matsufune e Kazuki Ueda, 52’), “Le pitture dell’anfiteatro di Pompei” (Italia, Pietro Galifi della Bagliva, 5’), “Pupus” (Italia, Miriam Cossu Sparagano Ferraye, 33’), “Morte sul Nilo II” (Spagna, Manuel Pimentel Siles e Manuel Navarro Espinosa, 29’), “Nobody” (Stati Uniti, Mia Incantalupo, 5’), “The pillar of strenght” (Malesia, Ayie Ibrahim, 8’), “Il Moro” (Italia, Daphne Di Cinto, 22’), “Terra dei Padri” (Italia, Francesco di Gioia, 12’). Dalle 14.30 alle 19.30: “Non chiudere gli occhi. Ascolta l’anima di un territorio: Valle Camonica, la Valle dei segni” (Italia, Davide Bassanesi, 3’), “Neanderthal, sulle orme di un’altra Umanità” (Francia, David Geoffroy, 52’), “I giganti del mare” (Italia, Daniele Di Domenico, 38’), “Uzbekistan, un viaggio senza tempo in Asia Centrale” (Francia, Jivko Darakchiev, 54’), “Looking into Helenistic Pergamon” (Turchia, Serdar Yılmaz, 5’), “Le Pietre e le Parole. Ritratto di Raniero Gnoli” (Italia, Adriano Aymonino, Silvia Davoli, 20’), “L’ultima bottega” (Italia, Alessio Consorte, 8’), “One fine day in Troy” (Turchia, Ülkü Sönmez, 28’), “Arte paleolitica… La nostra storia” (Italia, Regia: Elisabetta Flor, 20’), “I templi sulle colline” (Indonesia, Himawan Pratista, 5’), “Un luogo infinito. La Certosa di Firenze” (Italia, Luigi M. dell’Elba, 53’).
VENERDÌ 3 MARZO 2023. Proiezioni dalle 10 alle 13: “Cacciatori di tombe. Il mistero della mummia dipinta” (Regno Unito, Stephen Mizelas, James Franklin, 44’), “Gilgamesh” (Iran, Hossein Moradizadeh, 10’), “Il Cavallo di Maiuri” (Italia, Marco Flaminio, 20’), “Il tesoro” (Regno Unito, Samantha Moore, 8’), “Paglicci. La grotta delle meraviglie” (Italia, Vito Cea, 4’), “Ateius e la Terra Sigillata Italica” (Italia, Pietro Galifi, 5’), “Dino Marinelli. Il Custode della Memoria” (Italia, Elena Giogli, 67’). Dalle 14 alle 19.30: “Memorie di un mondo sommerso” (Svizzera, Philippe Nicolet, 58’), “Il Signore delle Nevi” (Italia, Nello Correale, 52’), “La terracotta preistorica” (Italia, Saverio Caracciolo, 28’), “Bloody Skin” (Iran, Regia: Ebad Adibpour, 16’), “Spina e i destini di una laguna” (Italia, Eugenio Farioli Vecchioli, Amalda Ciani Cuka, Graziano Conversano, 52’), “Blue Truck, Yellow Earth” (Cina, Im Sungha, William Y Liu, Ziwei Xu, 27’), “Storie Sepolte” (Italia, Nicolangelo De Bellis / HGV Italia srl, 10’), “Investigatori del passato. Momenti di archeologia in Ticino” (Svizzera, Regia: Erik Bernasconi, Giorgio De Falco, 26’).
SABATO 4 MARZO 2023. Proiezioni dalle 10 alle 13: “Stromboli: a provocative island” (Francia, Pascal Guérin, 11’), “Perù, sacrifici nel Regno di Chimor” (Francia, Jérôme Scemla, 52’), “L’antica nave del vino” (Italia, Riccardo Cingillo, 28’), “La stele mancante” (Francia, Marie-Anne Sorba, Jean-Marc Cazenave, 8’), “La vera storia dei pirati” (Francia, Stéphane Bégoin, 52′), “The Kiss” (Francia, Ali Zare Ghanatnowi, 8’). Dalle 15 alle 19.30: “Le ossa raccontano” (Stati Uniti, Matthew Wilbur, 10’), “Mamody, l’ultimo scavatore di baobab” (Francia, Cyrille Cornu, 48’), “Syrinx” (Francia, Mallory Grolleau, 9’), “Jurassic Cash” (Francia, Xavier Lefebvre, 52’), “Faragola. Un mondo ritrovato” (Italia, Claudio D’Elia, 15′), “La città perduta di Tutankhamon rivelata” (Regno Unito, Charles Poe, 44’), “Water is Life” (Turchia, Anıl Gök, 5’), “La Dama di Elche: la storia in breve” (Spagna, Arly Jones, Sami Natsheh, 6’), “I misteri della grotta Cosquer” (Francia, Marie Thiry, 56’).
DOMENICA 5 MARZO 2023. Proiezioni dalle 10 alle 13: “Firenze città d’acque” (Italia, Massimo Becattini, Sandro Nardoni, Luciano Nocentini, 66’), “Pablo di Neanderthal” (Italia, Antonello Matarazzo, 60’), “Panorami sommersi: le origini di Venezia” (Italia, Samuele Gottardello, 52’). Alle 16, “Olimpus” (Italia, Pasquale D’Amico, 3’), “Sagrada Familia, la rivoluzione di Gaudì” (Francia, Marc Jampolsky, 52’). Interviene: Stéphane Millière presidente @Gedeon Programmes. Cerimonia di Premiazione: Premio “Firenze Archeofilm”, Premio “Università di Firenze”, Premio “Studenti UniFi”, Premio “Museo e Istituto Fiorentino di Preistoria”, Premio “Archeologia Viva” per la comunicazione del patrimonio. A seguire proiezione del film vincitore di “Firenze Archeofilm 2023”.
Firenze. Tra un mese al via la quinta edizione di Firenze Archeofilm: un’ottantina di film, moltissime anteprime. Ecco alcune anticipazioni
Esattamente tra un mese, il 1° marzo 2023, nelle sale dello storico Cinema La Compagnia, a Firenze in via Cavour 50 rosso, con la proiezione del film vincitore nel 2022 “Il giuramento di Ciriaco / The oath of Cyriac” di Olivier Bourgeois aprirà la quinta edizione di Firenze Archeofilm, il grande cinema che racconta la vicenda dell’Uomo, promosso da Archeologia Viva (Giunti editore) con il patrocinio e la collaborazione dell’università di Firenze e la partecipazione del museo e istituto fiorentino di Preistoria “Paolo Graziosi”: direttore Giuditta Pruneti, responsabile della comunicazione Giulia Pruneti, collaborazione tecnica Luigi Forciniti, consulente cinematografico V edizione Dario Di Blasi. Per cinque giornate, dal 1° al 5 marzo 2023, mattino, pomeriggio e sera, il meglio della produzione mondiale sui temi di archeologia, arte e ambiente. In programma un’ottantina di film: 63 in concorso, tra cui moltissime anteprime, provenienti da 16 nazioni diverse, e 15 nella sezione “Original Sound” con film in lingua originale (greco, spagnolo, francese, portoghese, turco). Domenica 5 marzo, a conclusione della rassegna, saranno assegnati i seguenti premi: premio “Firenze Archeofilm” 2023 al film più votato dal pubblico; premio “Università di Firenze”: giuria composta da docenti dell’università di Firenze: Silvia Pezzoli (docente di Scienze della comunicazione), Domenico Lo Vetro (docente di Archeologia preistorica); premio “Studenti UniFi” per il miglior cortometraggio: giuria coordinata da Diego Brugnoni; premio “Museo e Istituto Fiorentino di Preistoria Paolo Graziosi” al miglior film di archeologia preistorica: giuria composta da Massimo Tarassi (storico, dirigente Cultura della Provincia di Firenze, membro del CdA del museo e istituto fiorentino di Preistoria), Domenico Lo Vetro (docente di Archeologia preistorica), Fabio Martini (archeologo, docente all’università di Firenze e presidente del museo e istituto fiorentino di Preistoria); premio Archeologia Viva per la comunicazione del patrimonio.

Il Cinema La Compagnia ospita il Firenze Archeofilm (foto AV / giunti)
“Potremmo presentare Firenze Archeofilm 2023 come il Giro del mondo in 80 film”, scrive Giuditta Pruneti, direttore della Rassegna. “Il mondo dell’archeologia, della storia, dell’arte, dell’ambiente, tra nuove scoperte e “vecchie” ma sempre affascinanti storie. È l’uomo che attraverso il cinema racconta se stesso, omaggia il proprio passato, un mare non sempre limpido in cui però è fondamentale imparare a specchiarsi. Un festival che ogni anno rinnova la ferma volontà di farsi promotore di film e documentari che in molti casi troverebbero, ingiustamente, scarsa visibilità. Sempre lontano da scontati sensazionalismi, nel pieno rispetto della linea dettata da Archeologia Viva, rivista organizzatrice dell’evento. Questa quinta edizione dà voce a una selezione di ben ottanta documentari arrivati da ogni angolo del pianeta: Francia, Stati Uniti, Spagna, Malesia, Regno Unito, Italia, Iran, Germania, Australia, Portogallo, Turchia, Cina, Indonesia, Grecia, Svizzera, Brasile… Una voce che parla molte lingue ma che ci comunica lo stesso amore e lo stesso rispetto per l’Uomo che è stato, e forse speranza per l’Uomo che sarà”.

Frame del film iraniano “Radkan Tower / La Torre di Radkan”
È proprio Dario Di Blasi, consulente cinematografico di Firenze Archeofilm, a farci qualche anticipazione sul ricco programma. Cominciamo con un interessante film iraniano “Radkan Tower / La Torre Radkan “. “La cinematografia iraniana – scrive Di Biasi – si dimostra sempre vitale e professionalmente ottima a dimostrazione dell’amore di quel popolo per la cultura. Bisogna incentivarla e promuoverla anche a sostegno delle donne che lottano per la loro libertà ed emancipazione e che da sempre sono una grande forza culturale per l’Iran”. La Radkan Tower, questa torre conica in mattoni di 25 metri, attira da secoli l’attenzione dei visitatori. Era una tomba personale sopraelevata? O un capolavoro astronomico? Secondo recenti scoperte, la Torre Radkan è ora ritenuta uno strumento astronomico altamente avanzato, costruito quasi 800 anni fa sotto la supervisione di Khawaja Nasir al-Din al-Tusi. “La Torre Radkan” ha la capacità di determinare l’ora del cambio di ogni stagione e portare buone notizie dell’arrivo della primavera.

Frame del film “Scoperta la città perduta di Tutankhamon / Tut’s Lost City Revealed”
Di Blasi segnala poi un’opera inedita inglese prodotta da Caterina Turoni per Discovery+ “Scoperta la città perduta di Tutankhamon / Tut’s Lost City Revealed”: un secolo fa, Howard Carter scoprì gli sbalorditivi tesori del re bambino, Tutankhamon. Ora, il leggendario archeologo Dr. Zahi Hawass ha scoperto una città d’oro perduta che custodisce i segreti degli ultimi giorni di Tut e dell’età dell’oro dell’Egitto.

L’archeologa Sara Levi in un frame del film “Stromboli: a provocative island / Stromboli: un’isola provocatoria”
Alla quinta edizione di Firenze Archeofilm sarà proiettato il film “Stromboli: a provocative island / Stromboli: un’isola provocatoria” di Pascal Guerin che presenta la ricerca curata dall’archeologa Sara Levi. Lo scavo ripreso da telecamere documenta la presenza di attività umane in un’isola dove vivere è sempre stato difficile per le attività di un vulcano sempre attivo.

Frame del film “La stele mancante” sul megalitismo a Carnac in Bretagna
Di megalitismo si parla nel film su Carnac, in Bretagna, “La Stele Mancante”. Immersi nella quieta campagna del Morbihan meridionale, i menhir di Carnac si distinguono per il loro incredibile allineamento. Carnac vanta più di 3000 menhir, risalenti a 7000 anni fa. All’interno del parco archeologico, si possono esplorare 3 siti distinti: Ménec, Kermario e Kerlescan. Questi allineamenti si estendono per quasi 4 chilometri: le pietre sono affilate in ordine decrescente e ogni allineamento termina con un recinto megalitico. Gli studiosi e gli archeologi hanno cercato di trovare una spiegazione per questa tipologia di costruzione. Le ipotesi sono diverse: monumenti religiosi, culto della luna o del sole, calendario per l’agricoltura o addirittura, secondo un’antica leggenda, un intero esercito romano trasformato in pietre. Sebbene certezze non ve ne siano, l’ipotesi più attendibile sarebbe quella di funzione sacra e funeraria.

Frame del film “Mamody, the last baobab diggher / Mamody, l’ultimo scavatore di baobab”
Tra le ultime segnalazioni di Di Blasi un film francese di carattere etnografico pluripremiato “Mamody, the last baobab diggher / Mamody, l’ultimo scavatore di baobab”. L’approccio sviluppato viene utilizzato per localizzare e caratterizzare gli ecosistemi di baobab del Madagascar e delle Comore, per studiare l’impatto dei cambiamenti globali su questi ecosistemi e per valutare la rilevanza della rete di aree protette attuali e future per la conservazione del genere Adansonia. Viene testato per descrivere l’organizzazione spaziale dei chiodi di garofano e le loro dinamiche sulla costa orientale del Madagascar. Sarà presto applicato alla localizzazione del rimboschimento di eucalipto nella regione di Anjozorobe, all’identificazione di piantagioni di litchi lungo la costa orientale e alla caratterizzazione delle dinamiche di deforestazione (agricoltura su disboscamento/taglio e bruciatura) nell’ovest del Madagascar. Per mettere in prospettiva questa diversità di applicazioni, si sta studiando un metodo più generico e concettuale.
Firenze Archeofilm 2022 dedicato all’Ucraina lancia il messaggio “La cultura contro la guerra”: il film di Olivier Bourgeois “Il giuramento di Ciriaco” si aggiudica il “Premio Firenze Archeofilm”, assegnato dal pubblico, e il Premio Università di Firenze. Il Premio del Museo Fiorentino di Preistoria al film “Homo sapiens, le nuove origini” di Olivier Julien. Il film “Songs of the Water Spirits” di Nicolò Bongiorno vince il “Premio Archeologia Viva per la comunicazione dell’ambiente”


La locandina della quarta edizione di Firenze Archeofilm 2022
“La cultura contro la guerra”: è il messaggio forte e chiaro che è stato lanciato dal pubblico e dalle giurie della quarta edizione di Firenze Archeofilm che si è chiuso domenica pomeriggio, 6 marzo 2022, al cinema La Compagnia di Firenze. Il film del regista Olivier Bourgeois “The oath of Cyriac / Il giuramento di Ciriaco” (Andorra, 2021; 73’) si è aggiudicato ben due premi: il “Premio Firenze Archeofilm”, assegnato dal pubblico, e il Premio Università di Firenze (vedi A Firenze Archeofilm anteprima nazionale del film “Il giuramento di Ciriaco” di Olivier Bourgeois: la storia vera di archeologi, operai e custodi che nel 2011 hanno portato in salvo 24mila reperti sotto i bombardamenti e il tiro dei cecchini, consentendo la rinascita del Museo di Aleppo. Una statua restaurata dall’università di Firenze | archeologiavocidalpassato). E il regista Olivier Bourgeois ha ritirato di persona i due prestigiosi riconoscimenti. Un messaggio non casuale quello di Firenze Archeofilm 2022, organizzato da Archeologia Viva (Giunti editore), e dedicato all’Ucraina, per ribadire che la cultura (anche attraverso il cinema) ripudia la cultura della guerra. La pellicola, presentata al “Firenze Archeofilm” in anteprima nazionale, nonostante il tragico momento in cui è stata girata (durante la guerra civile siriana nel 2012) vuol infatti lanciare un messaggio di speranza e di possibile riscatto da ogni conflitto. Perché la cultura, intesa come conoscenza dell’altro, può e deve essere un’alternativa ai conflitti che continuano a coinvolgere l’umanità.

Dario Di Blasi, direttore artistico di Firenze Archeofilm
“Le ragioni per diffondere il cinema per raccontare il mondo antico”, interviene il direttore artistico Dario Di Blasi, “sono sempre state strettamente legate a diffondere conoscenza e consapevolezza di voler costruire un presente il più possibile privo di errori commessi nel passato come violenza, sopraffazioni e guerre. La quarta edizione del Firenze Archeofilm non poteva non avere questa urgenza nel proporre i propri film. Il pubblico e le giurie di esperti hanno riconosciuto questa necessità. Il pubblico con la scelta dei film migliori e, insieme, le giurie di esperti hanno riconosciuto la necessità di salvare non solo le vite umane ma anche la cultura e il metodo scientifico. È stato sottolineato come il cinema debba ritornare nelle sale per incontrare di nuovo il pubblico. È fondamentale il confronto diretto tra autore e spettatore per suscitare emozione e coinvolgimento”.

Il regista Olivier Bourgeois al Firenze Archeofilm 2022 riceve il Premio dell’Università di Firenze dalla rettrice Alessandra Petrucci (foto Beppe Cabras / AV)
Il Premio Università di Firenze è andato dunque a “Il giuramento di Ciriaco / The oath of Cyriac” di Olivier Bourgeois, con la seguente motivazione: “Perché la testimonianza diventi un deterrente contro ogni tentativo di distruzione delle culture, delle identità e della storia. Il giuramento di Ciriaco mette al centro il valore della testimonianza: quella che racconta il museo archeologico di Aleppo attraverso le proprie opere; quella che i dipendenti del museo hanno voluto tramandare al futuro salvando le opere dalla devastazione della guerra siriana e, in ultimo, un’ulteriore testimonianza che vede il team museale sul set di un film per ricordare ancora che salvare il patrimonio artistico e storico di un popolo significa salvarne le radici profonde dalla volontà, umana e cieca, di distruzione”.
La giuria del Premio Università di Firenze ha fatto anche una menzione di merito al film “Yuyos” di Michał Krawczyk e Giulia Lepori (Italia 2018, 70’), proiettato nella sezione “Original sound” con sottotitoli in italiano: “I Yuyos sono tutte le piante spontanee che pos[1]sono essere medicinali o semplici erbe. Ci sono yuyos tossici e altri benefici per la salute”. Il film – scrive la giuria – offre “un contributo che testimonia la cura, la conservazione, la valorizzazione di un patrimonio culturale attraverso una narrazione ecologica, un discorso (λόγος) sull’oikos, sulla casa, sullo spazio abitato, sull’ambiente. Yuyos, le piante spontanee che curano, rappresentano per la comunità contadina del Paraguay un sapere antico da difendere e da comunicare. Il documentario, dallo stile essenziale e molto ben costruito, ci guida, attraverso la sincerità delle immagini e dei racconti, ad abbracciare lo stile di vita dei due protagonisti e a condividere la difesa e la tutela di un territorio e di conoscenze che costituiscono il collante della loro stessa identità”.

Il professore Fabio Martini e il direttore artistico di “Firenze Archeofilm” Dario Di Blasi (foto Beppe Cabras / AV)
Il terzo riconoscimento, il Premio del Museo Fiorentino di Preistoria, è andato invece al film “Homo sapiens, les nouvelles origines / Homo sapiens, le nuove origini” di Olivier Julien (Francia-Marocco, 2020; 52’) che documenta l’eccezionale rinvenimento in una grotta del Marocco: l’uomo di Jebel Irhoud, un nuovo tassello nella storia dell’umanità. La sua scoperta è infatti una svolta e la sua datazione di 300mila anni è stata uno shock, il risultato di una stupefacente indagine archeologica le cui conclusioni riscrivono la storia della nostra specie. Questa la motivazione della giuria: “Il film si caratterizza per l’alta qualità tecnica, il ritmo compatto della narrazione e per il rigore scientifico con cui viene presentato in forma divulgativa un tema specialistico. Motivo di apprezzamento è anche aver mostrato al largo pubblico che la ricerca archeologica -soprattutto quella relativa alla Preistoria che non possiede fonti scritte- deve avvalersi di contributi pluridisciplinari che, ben concertati, portano ad una documentazione attendibile, garanzia del percorso storico-scientifico”. E il professor Fabio Martini, presidente della giuria di preistoria: “Molti sono i temi emersi dai film proposti in questa quarta edizione. Temi stimolanti che riguardano l’archeologia, l’ambiente, l’arte e che fondono riflessioni, domande, dubbi, paure e speranze. Lo sguardo è rivolto verso il nostro futuro, nel tentativo di immaginarlo con gli occhi rivolti al passato, cercando nelle antiche civiltà, sino dalle origini, spunti per capire da quali premesse l’Uomo può oggi partire per costruire il futuro delle prossime generazioni”.

Firenze Archeofilm 2022: Piero Pruneti, direttore di Archeologia Viva, consegna al regista Nicolò Bongiorno il “Premio Archeologia Viva per la comunicazione dell’ambiente” (foto Beppe Cabras / AV)
Infine il film “Songs of the Water Spirits” (Italia, 2020; 100’) del regista Nicolò Bongiorno ha vinto il “Premio Archeologia Viva per la comunicazione dell’ambiente”. La pellicola è interamente girata in Ladakh, una regione dell’Himalaya in profonda trasformazione, dove un cambiamento climatico accelerato e uno sviluppo rampante stanno mettendo a rischio l’ambiente e la stessa identità dei suoi abitanti. Nicolò Bongiorno, intervistato dal direttore di Archeologia Viva, Piero Pruneti, ha rivelato di avere ereditato dal padre Mike la grande passione per la montagna, che ora lo ha portato a soggiornare in Ladakh per questo film dedicato al futuro del pianeta.
Al via la IV edizione di Firenze Archeofilm: 60 film in concorso in cinque intense giornate con proiezioni mattutine, pomeridiane e serali. Ecco i film da non perdere. Ingresso gratuito con Super Green Pass e FFP2
Ci siamo. Mercoledì 2 marzo 2022 apre al Cinema La Compagnia di Firenze la IV edizione di “Firenze Archeofilm”, il festival internazionale organizzato dalla rivista Archeologia Viva (Giunti Editore) fino al 6 marzo 2022: 60 film in concorso per il Premio Firenze Archeofilm assegnato dal pubblico, anteprime nazionali, proiezioni non stop, dalla mattina alla seconda serata; ospiti internazionali e incontri con i registi; grandi scoperte, scenari mozzafiato, immagini inedite. Cinque intense giornate con proiezioni mattutine, pomeridiane e serali, tutte a ingresso gratuito (obbligatorio green pass rafforzato e mascherine FFP2), che permetteranno al pubblico di viaggiare in universi lontani, nel tempo e nello spazio, soffermandosi anche su tematiche di grande attualità, come il cambiamento climatico e le imminenti minacce per il pianeta (per l’intero programma vedi Firenze. Tre settimane al via del quarto Firenze Archeofilm, Festival Internazionale Cinema di Archeologia Arte Ambiente: cinque giorni con oltre 60 film provenienti da 14 nazioni diverse, 11 prime nazionali. Ecco il programma | archeologiavocidalpassato).

Tra i film da non perdere “L’Enigma delle ossa ovvero la rivoluzione di genere nella preistoria” (mercoledì 2 marzo, nel pomeriggio). L’opera per la prima volta affronta la questione del rapporto maschile femminile nella preistoria, ribaltando il cliché, prove archeologiche alla mano, per cui il “capofamiglia” dovesse essere sicuramente un maschio. Restando ai primordi dell’umanità, la grande produzione francese “Stonehenge, le origini svelate” (giovedì 3 marzo, ore 16) squarcia finalmente il velo sugli ultimi misteri del circolo megalitico più conosciuto al mondo. Se mai, infine, ci fossimo fatti un’idea di un abbigliamento “selvatico” per gli uomini e le donne della preistoria il film “Signore e Principi preistorici” (giovedì 3 marzo) è pronto a smentire ogni convinzione di questo tipo, come dimostrano le sepolture di grande “sfarzo” e bellezza, con abbigliamenti e ornamenti inimmaginabili.

Con il documentario “Città del Vaticano alla ricerca dell’eternità” (giovedì 3 marzo, ore 22) per la prima volta al cinema si indaga sulla storia architettonica, lunga duemila anni, del Vaticano; e ancora, “D’Artagnan e i tre moschettieri: la storia vera” (sabato 6 marzo mattina), racconta sul grande schermo la vera storia di D’Artagnan e porta sulle tracce dell’iconico dramma storico, romantico, di Alexandre Dumas (padre); “La flotta delle Indie” (venerdì 4 marzo) documenta di fatto le prime prove di globalizzazione, con la scoperta dell’America; la minaccia di una nuova Pompei alle pendici del Vesuvio e il grande tema della possibile previsione di nuove eruzioni vulcaniche è infine al centro del film “La prossima Pompei” in programma mercoledì 2 marzo. E non manca l’Antico Egitto: in programma al festival i documentari “Il mondo di Cheope” (giovedì 3 marzo), “70 milioni di mummie animali” (venerdì 4 marzo), “Il busto di Nefertiti: nascita di un’icona” (sabato 5 marzo).

L’incredibile storia degli “Angeli dell’arte” ad Aleppo: arrivano in Italia per la prima volta le immagini del salvataggio del museo della città siriana, da parte di una squadra di archeologi e volontari impegnati in una corsa contro il tempo. S’intitola “Il testamento di Ciriaco” (venerdì 4 marzo) il film di Olivier Bourgeois, interamente girato dentro al museo Archeologico di Aleppo durante la guerra civile in Siria del 2011, che ripercorre la corsa contro il tempo di archeologi e custodi per mettere in salvo oltre ventimila opere (una di queste restaurata in loco dall’università di Firenze).

L’archeologia in 3D, come non si era mai vista: nei giorni 4 e 5 marzo ci si potrà immergere in un’esperienza multimediale con “Noto. Il giorno della paura (1693)”. Grazie ad un apposito visore si rivive lo spaventoso terremoto che l’11 gennaio del 1693 sconvolse in Sicilia la Val di Noto. Ogni personaggio in 3D ha una controparte nella vita reale che ha prestato le fattezze al proprio omologo digitale. In questo processo, gli autori hanno voluto valorizzare con tratti di persone reali (anziché generate proceduralmente al computer) i protagonisti storici dell’epoca del sisma. La premessa narrativa ha quindi posto le basi per una fase di selezione via casting dei protagonisti, conclusasi con la scelta dei 20 attori per le 20 figure da replicare digitalmente.
In programma poi il suggestivo “Al tempo dei dinosauri” (sabato 5 marzo, ore 16), che narra l’incredibile scoperta di nuove specie di dinosauri negli ultimi vent’anni, combinata con le ricostruzioni in 3D, altamente realistiche, che assicurano spettacolarità al documentario presentato in anteprima nazionale.

Altro tema centrale di Firenze Archeofilm, l’Ambiente: l’Amazzonia e la regione indiana del Ladakh chiudono il festival. Il film tutto italiano “Guerra all’Amazzonia” (domenica 6 marzo, mattina) documenta un viaggio attraverso il Brasile per raccontare come gli incendi e il disboscamento illegale stiano vincendo la partita contro l’Amazzonia. E alla fine della giornata – e in chiusura del festival – presentato dal regista Nicolò Bongiorno, ci sarà il film “Songs of the Water Spirits” (domenica 6 marzo, pomeriggio): la descrizione di una profonda trasformazione sociale nel territorio indiano del Ladakh, ai piedi dell’Himalaya, connotato da antiche tradizioni che rischiano di essere cancellate da uno sviluppo troppo rampante, che mette a rischio l’ambiente e snatura la cultura locale.


Dario Di Blasi, direttore artistico di Firenze Archeofilm
Premi e giurie. Al termine della manifestazione saranno assegnati i seguenti riconoscimenti: il premio “Firenze Archeofilm” al film più votato dal pubblico; il premio “Università di Firenze”; il premio “Museo e Istituto Fiorentino di Preistoria Paolo Graziosi” al miglior film di archeologia preistorica e il premio “Archeologia Viva” per la comunicazione del patrimonio ambientale. “Il cinema”, dichiara il direttore artistico di Firenze Archeofilm Dario Di Blasi, “è uno strumento formidabile per raccontare la storia in modo approfondito e coinvolgente. Trasmette conoscenza, cultura, sapere scientifico. Il mondo antico aspetta di essere raccontato, non solo descritto”.
Firenze Archeofilm 2021. Proclamati i film vincitori: il premio del pubblico ai segreti di Nazca; il premio dell’università di Firenze ai templi salvati dell’Egitto; il premio del museo fiorentino di Preistoria ai misteri di Cabeço da Mina; menzione al film iraniano sui Bakhtiari

Archiviata la terza edizione di Firenze Archeofilm. In cinque giorni al Cinema La Compagnia di Firenze per l’edizione 2021 dell’evento più atteso del grande Cinema di Archeologia Arte Ambiente, organizzato da Archeologia Viva (Giunti Editore), è stata proiettata una sessantina di film selezionati a livello mondiale tradotti e doppiati in italiano e in original sound (60 film in concorso, 10 film “original sound”, 20 prime visioni nazionali) che hanno concorso per i 3 premi in palio. E domenica 12 settembre 2021 il momento clou con la proclamazione dei film che si sono aggiudicati il Premio “Firenze Archeofilm”, il Premio “Università di Firenze”, e il Premio “Museo e Istituto Fiorentino di Preistoria Paolo Graziosi”, alla presenza di Fabio Martini, professore emerito Archeologia preistorica; Stefania Ippoliti, responsabile cinema Sistema Toscana; Alessandra Petrucci, rettrice dell’università di Firenze; Giulia Pruneti, responsabile comunicazione FA/AV; Piero Pruneti, direttore AV; Dario Di Blasi, direttore artistico FA.

Premio “Firenze Archeofilm” del pubblico al film “Gli ultimi segreti di Nazca / The last secrets of Nasca” di Jean Baptiste Erreca (Francia, 2018; 52’). Nel sud del Perù, ai piedi delle Ande, i Nazca costruirono città e disegnarono un’immensa rete di linee geometriche e geoglifi. Chi rappresentavano queste figure enigmatiche visibili solo dal cielo e qual era il loro significato? Un team di archeologi di tutto il mondo sta sfruttando le ultime tecnologie per scoprire uno dei più grandi segreti dell’umanità. Le loro ultime campagne di scavo hanno portato alla luce nuove mummie, tessuti favolosi, ceramiche e misteriosi teschi allungati…

Premio “Università di Firenze” al film “Egitto: i templi salvati / Egypt: saving temples” di Olivier Lamaitre (Francia, 2018; 53’). Nel 1954 la costruzione di una nuova diga minacciava l’intera Nubia e oltre venti antichi santuari: alcuni templi furono smantellati in fretta e trasferiti su isole artificiali, altri furono spediti all’estero in città come Madrid, Torino o New York. Nel film, ricco di animazioni 3D, vengono presentanti anche i documenti di archivio che illustrano gli ingegnosi piani di salvataggio e le estenuanti operazioni di lavoro degli operai del cantiere. Questa la motivazione della giuria: “Il premio viene assegnato per il sapiente uso dei filmati e dei documenti d’archivio, grazie ai quali il documentario illustra gli sforzi e le energie politiche, imprenditoriali e scientifiche messe in campo per salvare le preziose vestigia archeologiche ed architettoniche dell’Antico Egitto, un patrimonio messo al sicuro dalla risalita delle acque del Nilo e tramandato così alle generazioni future. A questo si aggiunge la capacità di costruire un dialogo con la realtà del ‘900 e per aver raccontato, con competenza ed equilibrio tra ricerca e divulgazione, una storia esemplare che rappresenta uno stimolo per chi crede nella necessità e nel dovere di conservare la memoria delle antiche civiltà passato”.

Premio “Museo Fiorentino di Preistoria” al film “I misteri di Cabeço da Mina / Os Enigmas do Cabeço da Mina” di Rui Pedro Lamy (Portogallo, 2019; 27’). Il film descrive un enigmatico sito archeologico dove è stata scoperta una rara serie di statue-menhir con fattezze antropomorfe. Il documentario collega la realtà geografica e quella storica della regione circostante ad alcune affascinanti scoperte effettuate nella bellissima Vale da Vilariça, nella regione settentrionale del paese. Questa la motivazione della giuria: “Il film si è distinto per il rigore scientifico nella illustrazione del contesto monumentale, per il linguaggio accessibile che facilita la comprensione di quanto è emerso dal sito archeologico, per il valore tecnico. Importante è il collegamento con la realtà ambientale e sociale, indicativo di una visione ampia dell’archeologia come strumento di conoscenza e di identità civica”.
Menzione speciale dell’università di Firenze al film “Bakhtiari sulle pendici di Oshtrankuh / Bakhtirihaey Damaneh Oshtrankuh” di Mohammadreza Hafezi (Iran, 2019; 40’). Film etnografico di forte impatto naturalistico e umano che va alla scoperta di una remota realtà. Penetrando del cuore di un Iran poco conosciuto, documenta le tra[1]dizioni e le usanze della piccola tribù dei Bakhtiari. Questa la motivazione della giuria: “Oltre all’interessante ed originale contenuto, il film si distingue per la tensione del racconto, il rigore formale, l’uso sorvegliato dei suoni e della musica, l’ottimo coordinamento tra voce narrante e inquadrature”.
Firenze Archeofilm 2021: finalmente c’è una data sicura per la terza edizione dell’evento più atteso del grande Cinema di Archeologia Arte Ambiente, organizzato da Archeologia Viva: in programma 80 film selezionati a livello mondiale tradotti e doppiati in italiano e in original sound


Il cinema La Compagnia di Firenze sede delle proiezioni di Firenze Archeofilm (foto AV)
Di rinvio in rinvio: da marzo a giugno e poi a settembre 2020, e poi ancora alla primavera 2021. Ma stavolta sembra la data definitiva: la terza edizione di Firenze Archeofilm 2021, l’evento più atteso del grande Cinema di Archeologia Arte Ambiente, organizzato da Archeologia Viva (Giunti Editore), con Dario Di Blasi direttore artistico e Giuditta Pruneti direttore editoriale, si terrà da mercoledì 8 a domenica 12 settembre 2021 al cinema La Compagnia di Firenze (via Cavour 50r). In programma 80 film selezionati a livello mondiale tradotti e doppiati in italiano e in original sound (70 film in concorso, 10 film “original sound”, 20 prime visioni nazionali, 3 premi in palio: Premio “Firenze Archeofilm”, Premio “Università di Firenze”, Premio “Museo e Istituto Fiorentino di Preistoria Paolo Graziosi”), con proiezioni al mattino dalle 9.30 alle 13, al pomeriggio dalle 16 alle 19, e la sera dalle 21 alle 22.45. L’ingresso è libero con prenotazione obbligatoria online sul sito firenzearcheofilm.it. Il festival ha il patrocinio dell’università di Firenze, con la partecipazione di Museo e Istituto Fiorentino di Preistoria “Paolo Graziosi”, in collaborazione con Cinema La Compagnia. Info: www.firenzearcheofilm.it, tel. 055.5062303.
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