La 29.ma rassegna internazionale del cinema archeologico di Rovereto chiude in un crescendo rossiniano. Assegnato al film francese “L’enigma della tomba celtica” il premio “Città di Rovereto” e attribuite tre menzioni speciali

L’eccezionale sepoltura di Lavau protagonista del film “L’Enigme De La Tombe Celte / L’enigma della tomba celtica” di Edmée Millot vincitore del premio “Città di Rovereto” 2018
Con il film “L’Enigme De La Tombe Celte / L’enigma della tomba celtica” la Francia si aggiudica il premio “Città di Rovereto” della 29.ma rassegna internazionale del cinema archeologico di Rovereto (2-6 ottobre 2018), assegnato dal pubblico alla fine di cinque giorni di proiezioni, che si sono susseguite nella splendida cornice del teatro Zandonai in un vero e proprio “crescendo rossiniano” come quello proposto al pubblico in chiusura della serata delle premiazioni dal Milano Saxophone Quartet (Stefano Papa, sax soprano; Massimiliano Girardi, sax tenore; Damiano Grandesso, sax contralto; Livia Ferrara, sax baritono) dopo il concerto in cartellone “La sinfonia della Storia. Musica e immagini archeologiche”, con immagini su Roma e Pompei tratte da film conservati nell’archivio della Fondazione Museo Civico che per l’evento ha contato sulla collaborazione del Musica Riva Festival, e del sostegno della fondazione Caritro. Dopo i saluti della direttrice Alessandra Cattoi e del presidente della Fondazione, Giovanni Laezza, si è proceduto all’assegnazione del premio “Città di Rovereto” e alle tre mezioni attribuite da altrettanti giurie specializzate.

Un gioiello dalla sepoltura di Lavau: frame del film “L’Enigme De La Tombe Celte / L’enigma della tomba celtica” di Edmée Millot
Il premio “Città di Rovereto” attribuito dal pubblico al più gradito sui 35 documentari in concorso nelle cinque giornate di proiezioni è andato – come detto – al film “L’Enigme De La Tombe Celte / L’enigma della tomba celtica” di Edmée Millot (Francia, 2017; 88’). La scoperta, nel 2014, di una tomba celtica del V secolo in Francia, a Lavau, rivela un periodo poco documentato della storia dei Celti europei, il periodo di Hallstatt, che durò circa un secolo e scomparve lasciando poche tracce. In quel tempo i Celti commerciavano con il resto d’Europa, costruendo città e porti, senza scrittura e senza l’uso della moneta.

Andreas Steiner, direttore di Archeo, con le consulenti scientifiche del film “La fragilità del segno” Anna Revedin e Silvia Florindi (foto Graziano Tavan)
Menzione speciale della rivista Archeo. La prima menzione è stata attribuita dalla redazione di Archeo, che da quest’anno collabora con la manifestazione roveretana. Sono stati valutati i 15 film in concorso che avevano per tema la valorizzazione e la conservazione del patrimonio italiano. Andreas M. Steiner , direttore di Archeo, ha consegnato il premio al film “La fragilità del segno” di Vincenzo Capalbo e Marilena Bertozzi, prodotto dall’Istituto Italiano di Preistoria e Protostoria (Italia, 2017; 22’), con la seguente motivazione: menzione Archeo a “La fragilità del segno” per la sua sapiente capacità di unire, seguendo un filo rosso coerente e dinamico, fotografie, filmati e suoni d’epoca a ricostruzioni digitali, facendo “rivivere”, nel miglior modo possibile, quel meraviglioso mondo perduto rappresentato dall’arte rupestre sahariana (già definito dal segretario delle Nazioni Unite Kofi Annan “patrimonio dell’umanità”) quale è emerso dalle straordinarie e avventurose ricerche condotte nella prima metà del Novecento dallo studioso italiano Paolo Graziosi.

Antonia Falcone legge la motivazione della menzione al film “Katman” con i consulenti scientifici Gül Pulhan e Stuart Blaylock (foto Graziano Tavan)
Menzione speciale Archeoblogger. La seconda menzione è stata attribuita da un gruppo dei più noti archeoblogger italiani: Antonia Falcone, Mattia Mancini, Paola Romi, Domenica Pate, Marta Coccoluto, Alessandro Tagliapietra, Astrid D’eredità, Giovanna Baldassarre, Michele Stefanile, Marina Lo Blundo. I 10 blogger hanno visionato online i 14 documentari che hanno come tema il patrimonio europeo. La menzione speciale è stata attribuita parimerito ai film “Le fils de Neandertal / Il figlio del Neandertal” di Jacques Mitsch (Francia, 2017; 52’) e “Katman / Lo strato” di Melek Ulagay Taylan (Turchia, 2017; 65’), con la consulenza scientifica di Gül Pulhan e Stuart Blaylock, che, presenti a Rovereto, hanno presenziato sul palco. Le motivazione degli archeoblogger sono state rispettivamente: “Le fils de Neanderthal” è un film vero e proprio che gioca con la finzione per disvelare piano piano le verità scientifiche sul rapporto Neanderthal Sapiens, uno degli aspetti più affascinanti della nostra storia evolutiva, nonché uno dei più dibattuti. Uno dei punti di forza del film è la capacità di mettere a nudo il problema del sensazionalismo e delle fake news anche in ambito archeologico perché la nostra disciplina si presta da sempre alla proliferazione di fantasiose interpretazioni e ricostruzioni. In questo senso si pone come esperimento rischiosamente provocatorio, riuscendo comunque a costruire una narrazione articolata e scientificamente corretta. E per “Katman”: il film entra nella quotidianità dello scavo archeologico. Non soltanto il momento del rinvenimento o della ricerca, ma quello della condivisione degli spazi, dei tempi, dello scambio con la popolazione locale, della vita degli operai del luogo. Katman veicola anche un forte messaggio relativo al valore identitario e socio culturale dell’archeologia nel quadro di una nazione in veloce trasformazione come l’odierna Turchia. Questo, insieme al richiamo a una maggiore attenzione al consumo del suolo e dei giacimenti archeologici, fa sì che Katman sia una perfetta fotografia, per una volta non patinata, dell’Archeologia di oggi.

Tommaso Bonazza (Cinemamore) legge la motivazione della menzione del film “L’histoire oubliée des Swahilis / La storia dimenticata degli Swahili” di Agnès Molia (foto Graziano Tavan)
Menzione CinemAMoRe. Attribuita da una giuria congiunta dei tre Festival cinematografici del Trentino, cioé il Trento FilmFestival, il Religion Today e la Rassegna, rappresentati da Tommaso Bonazza, Rossana Stedile, Olha Vozna, visionando i 6 film sul patrimonio extraeuropeo, al film “L’histoire oubliée des Swahilis / La storia dimenticata degli Swahili” di Agnès Molia (Francia, 2017; 26’) con questa motivazione: “Con una tecnica documentaristica sobria e anti-sensazionalistica, il lavoro di Agnès Molia e Peter Eeckhout è in grado di illuminare il passato con tinte evocative e al contempo definite. Lo spettatore viene condotto, passo dopo passo, alla scoperta delle città costiere dell’Africa orientale e l’immaginazione viene coadiuvata da efficaci rappresentazioni in 3D. La straordinaria storia degli Swahili, protagonisti di una civiltà aperta al mondo, diviene così un inno ante litteram all’intreccio tra i popoli”.
Parte da Trento il progetto “Cavo, cavi, cava… caves: spazi oscuri da riempire di sapere” a cura della Fondazione museo civico di Rovereto e della Sat: fessure, voragini, abissi, buchi, grotte, caverne, anfratti, depressioni, fori, incavi, lacune, crateri, pori, orifizi, gole, intercapedini, fenditure, inghiottitoi, ripari, nicchie, forre, crateri… attraverso le fonti storiche, archeologiche e naturalistiche, senza trascurare arte, letteratura, mito e leggenda

Esplorazioni della Società degli Alpinisti Tridentini tra i monti Cimone e Caviojo tra Veneto e Trentino
Chi, almeno da bambino, non è stato intimorito ma allo stesso tempo incuriosito dagli spazi bui e tenebrosi? Irraggiungibili buchi neri, inghiottitoi, trappole, pozzi, grotte come ambienti protetti per l’evoluzione di organismi bizzarri, e ripari sotto roccia che hanno offerto rifugio all’uomo e agli animali in ogni tempo. Fessure, voragini, abissi, buchi, grotte, caverne, anfratti, depressioni, fori, incavi, lacune, crateri, pori, orifizi, gole, intercapedini,fenditure, inghiottitoi, ripari, nicchie, forre, crateri… grandi o piccoli che siano. Dal macroscopico al microscopico, dall’artificiale al naturale, dal sotterraneo all’extraterrestre, un mondo nascosto e poco conosciuto che serba un tesoro tutto da scoprire. Ecco il progetto “Cavo, cavi, cava…caves: spazi oscuri da riempire di sapere”, a cura di Fondazione Museo Civico di Rovereto e Società degli Alpinisti Tridentini, col sostegno di Fondazione Caritro. Fmcr e Sat hanno deciso di mettere in campo le competenze dei loro esperti e di studiosi di fama per una serie di eventi che esplorano tutti gli aspetti di una tematica affascinante. Una tematica che se trattata con il rigore della scienza e la documentazione delle fonti storiche, archeologiche e naturalistiche, senza trascurare arte, letteratura, mito e leggenda, può diventare un argomento di grande interesse per un pubblico di qualsiasi età e livello di preparazione: dal “turista per caso” allo studioso appassionato di buchi neri. Dall’evento inaugurale del 24 novembre 2017 a Trento fino all’evento finale a dicembre 2018, che avrà luogo a Rovereto, oltre 50 eventi, suddivisi in sessioni bimestrali che coinvolgono le diverse aree del territorio con la collaborazione delle Biblioteche provinciali di Arco, Cles, Fiera di Primiero, Pergine e Valle delle Giudicarie esteriori. Attraverso conferenze, proiezioni, mostre, concorsi fotografici, concerti, spettacoli, si alimenta e si soddisfa la curiosità verso l’ignoto e il diverso mettendo in luce l’importanza di questi ambienti da vari punti di vista: naturalistico, storico-archeologico, artistico. “Preziosissime le collaborazioni con numerose associazioni del territorio”, spiegano i promotori. “Scopo di questa iniziativa poliedrica è quello di accrescere la conoscenza della cultura e della natura del Trentino attraverso una tematica fuori dagli, schemi classici, vivace e polimorfa capace di solleticare l’interesse di un vasto pubblico”.

Lo straordinario scenario della Grotta dei Cristalli in Messico esplorata dagli speleologi de La Venta di Treviso
La prima sessione si svolge a Trento. Appuntamento venerdì 24 novembre 2017 alle 18 nella sede della Sat, in via Manci a Trento, quando sarà inaugurata la mostra “Cavo, Cava… Caves” che si propone di alimentare e soddisfare la curiosità verso l’ignoto e il diverso mettendo in luce l’importanza di questi ambienti, descritti con il rigore della scienza e la documentazione delle fonti storiche, archeologiche e naturalistiche, senza trascurare arte, letteratura, mito e leggenda. Segue alle 20.30, nella sede di Caritro, in via Garibaldi a Trento, l’evento inaugurale: presentazione del progetto “Cavo, cavi, cava…caves. Spazi oscuri da riempire di sapere” e del calendario delle attività. Intervengono Giovanni Laezza, presidente della Fondazione Museo Civico di Rovereto, e Claudio Bassetti, presidente della SAT, che nel corso della serata lanceranno il concorso fotografico e presenteranno il gruppo di lavoro (Fondazione MCR e SAT) e dei rappresentanti delle altre realtà partecipanti. Segue la proiezione del film, in collaborazione con l’associazione La Venta, “La Grotta dei Cristalli, la scoperta del tesoro di Naica”. Nel gennaio 2006 il team dell’associazione culturale esplorazioni geografiche “La Venta” di Treviso insieme a “Speleoresearch & Films” ha iniziato una campagna di esplorazioni triennale per documentare la più grande meraviglia sotterranea della Terra nelle profondità della miniera di Naica nello Stato di Chihuahua, in Messico. Una vera e propria avventura alla scoperta di un fantastico scrigno del tesoro che, a 300 metri di profondità, racchiude una quantità impressionante di giganteschi cristalli di purissimo gesso, i più grandi mai visti. Il tutto è conservato in un ambiente lunare, a una temperatura di circa 48° C e in un’atmosfera satura di umidità che gli argonauti de “La Venta” affrontano con speciali tute e respiratori che consentono un’autentica immersione nell’incredibile e luccicante foresta sotterranea dei Cristalli. “Sembra di entrare in un forno”, racconta Antonio De Vido, speleologo de La Venta. “Quel che ti accoglie è un muro di caldo e umido, inimmaginabile, che si incolla alla pelle. Entri forzando contro la tentazione di tornare indietro, mentre il corpo suda alla disperata ricerca di refrigerio. Attraversi foreste di cristalli, come fossero alberi inclinati e abbattuti su cui passare leggero. Bianchi e traslucidi paiono concrezioni di ghiaccio. La vista ti mozza il fiato, coadiuvata dall’aria bollente che sei costretto a far entrare nei polmoni. Sei dentro a un gigantesco geode, ma devi fare in fretta. L’ambiente ti concede solo pochi minuti, non puoi permetterti di indugiare a lungo…”.
Ricco il calendario degli appuntamenti previsti a Trento per la prima sessione del progetto “Cavo, cavi, cava… caves”. Allo Spazio Alpino Sat di Trento, si terranno gli incontri. Venerdì 1° dicembre 2017, “Antri, ripari e caverne del Trentino fra archeologia e leggenda” con Maurizio Battisti. Giovedì 7 dicembre 2017, proiezione cinematografica del film “Il regno dagli occhi chiusi” sulle ricerche del 1952 nella Grotta di Castel Tesino. Introduzione di Stefano Marconi. Giovedì 14 dicembre 2017, “La grotta nell’arte” con Paola Pizzamano. Venerdì 12 gennaio 2018, “Storia della speleologia trentina” con Marco Ischia. Venerdì 19 gennaio 2018, “Speleologia: il mondo delle grotte e la storia che racconta” con Mauro Zambotto. Venerdì 26 gennaio 2018, “L’esplorazione speleologica in età moderna” con Francesco Luzzini. In programma anche alcune scite sul campo: il 25 novembre 2017 a Lamar e alla grotta Abisso di Lamar a cura del gruppo grotte Vigolo Vattaro e Commissione Speleologica SAT; il 13 gennaio 2018 a el Bus de la Spia a Sporminore a cura del Gruppo grotte Vigolo Vattaro e Commissione Speleologica SAT.
Rassegna internazionale del cinema archeologico di Rovereto: 56 film da una ventina di Paesi e sei conversazioni con protagonisti della ricerca archeologica. Ecco i titoli da non perdere

Il manifesto della 28.ma rassegna internazionale del cinema archeologico di Rovereto dal 3 all’8 ottobre 2017
Il conto alla rovescia è iniziato per la più attesa kermesse sulla filmografia documentaristica della ricerca del mondo antico. Tra una settimana all’auditorium Melotti di Rovereto si aprirà ufficialmente la 28ma rassegna internazionale del Cinema archeologico, promossa dalla fondazione Museo Civico di Rovereto e diretta per l’ultima volta da Dario Di Blasi. Dal 3 all’8 ottobre 2017 saranno presentati 56 film da una ventina di Paesi, e si terranno 6 conversazioni con i protagonisti dell’archeologia: un’immersione totale nel lontano passato grazie alla sensibilità di alcuni dei migliori registi mondiali nel campo della divulgazione archeologica attraverso il cinema (vedi https://archeologiavocidalpassato.wordpress.com/2017/08/20/rassegna-internazionale-del-cinema-archeologico-di-rovereto-prende-forma-il-programma-della-28-ma-edizione-dal-3-all8-ottobre-2017-sara-lultima-curata-da-dario-di-blasi-56-film-d/). “La manifestazione”, scrive nella presentazione della brochure della rassegna Giovanni Laezza, presidente della Fondazione, “che da ben ventotto anni viene proposta dalla nostra istituzione ha molti meriti, primo fra tutti quello di ricordare la figura del roveretano Paolo Orsi, archeologo stimato, che con la sua opera scientifica ha portato alto il nome del Museo e della sua città natale, a livello nazionale e internazionale. Anche quest’anno ne celebriamo la memoria attraverso un premio a suo nome, il tredicesimo Premio Paolo Orsi consegnato al documentario giudicato da una giuria di esperti il più interessante tra le più recenti proposte cinematografiche a carattere archeologico, ritenendo che il cinema sia un mezzo suggestivo e straordinario per “raccontare” al grande pubblico il patrimonio culturale, sul quale accenderemo i riflettori alla presenza di ospiti illustri, scienziati, registi, ma anche importanti rappresentanti istituzionali”. Per tutto lo staff del museo, sottolinea il vice-direttore Alessio Bertolli, “la rassegna comporta una gran mole di lavoro: oltre alla selezione dei filmati più interessanti e accurati operata dai curatori, un anno intero di lavoro di un gruppo competente e appassionato è necessario per intrattenere rapporti con le produzioni internazionali e con gli illustri ospiti, per tradurre e rivedere i testi dei film stranieri, per curarne il doppiaggio e l’edizione italiana, per organizzare la logistica e l’intrattenimento e regalare alla città una settimana dove l’archeologia si sposta dalle sale istituzionali per avvicinarsi al grande pubblico attraverso il linguaggio diretto delle immagini. Una manifestazione unica, punto di riferimento per le molte altre che sono nate sulla sua scia, e che è per noi e per la città un motivo di grande orgoglio”.
E allora vediamo cosa offre il ricco programma della rassegna del cinema archeologico di Rovereto. La kermesse apre martedì 3 ottobre 2017, che approfondisce temi di preistoria. Al mattino, dai misteri dell’isola di Pasqua (Enquêtes Archéologiques – Île de Pâques: Le grand Tabou / Inchieste archeologiche – Isola di Pasqua: il grande tabù. Regia: Agnès Molia e Thibaud Marchand, Francia 2016) alla scoperta di un sito preistorico nell’est Europa (Doba bronzová. Objavenie pravekého sídliska / Età del Bronzo. Scoperta dell’insediamento preistorico. Regia: Stanislav Manca, Slovacchia 2016. Al pomeriggio, si va dal grande sito dell’età del Bronzo in Gran Bretagna (La Pompei britannique de l’âge du Bronze. Regia: Sarah Jobling, Francia 2016) alla cultura di Hallstatt (El Reino de la Sal. 7000 Años de Hallstatt / Il regno del sale. 7000 anni di Hallstatt. Regia: Domingo Rodes, Spagna 2013). La sera, da non perdere “Great Human Odyssey / La grande odissea umana”, regia: Niobe Thompson, Usa 2016.

Frammento di un bassorilievo assiro con il ritratto di re Sargon II dal palazzo di Sargon a Khorsabad in Iraq (museo delle Antichità di Torino)
Mercoledì 4 ottobre 2017 offre un programma particolarmente vario: dalla preistoria all’Antico Egitto, dalle popolazioni italiche preromane ai dinosauri. E c’è la prima conversazione: alle 17.45, Frederick Mario Fales, docente di Storia del Vicino Oriente antico e di Filologia Semitica dell’università di Udine, parla de “Gli Antichi Assiri nell’odierno Kurdistan: Monumenti e iscrizioni da scoprire”. Tra i film, al mattino, “Handpas. Hands from the past / Handpas. Mani dal passato. Regia: José Camello, Spagna 2016; “Eravamo gente felice – Enotri”. Regia: Flaviano Pizzardi, Italia 2015; “La science se frotte aux momies dorme / La scienza si cimenta con le mummie dorate”. Regia: Nicola Baker, Francia 2016; “The Moving Statues of Alexandria / Le statue mobili di Alessandria”, Regia: Raymond Collet, Egitto 2016. Al pomeriggio, “Eis Pegas – Alle Sorgenti”. Regia: Andrea Giannone, Italia 2016; “A Gigantic Jigsaw Puzzle: The Epicurean Inscription of Diogenes of Oinoanda / Un gigantesco puzzle: l’iscrizione epicurea di Diogene di Enoanda”. Regia: Nazım Güvelŏlu, Turchia 2012. La sera, “Mémoires de Pierre: De l’art au Temps des Dinosaures? / Memorie di Pietra: L’arte al Tempo dei Dinosauri?”. Regia: Jean-Luc Bouvret e Benoît Laborde, Francia 2016.
Terza giornata, giovedì 5 ottobre 2017, dedicata al mondo romano e all’Egitto dei Tolomei, ma anche all’antica Persia e al generale cartaginese Annibale. E proprio alle “Battaglie annibaliche attraverso le evidenze archeologiche, toponomastiche, letterarie: il Trasimeno e altri episodi”, parlerà Giovanni Brizzi, docente di Storia Romana all’università di Bologna, nella conversazione delle 17.45. Al mattino da non perdere “Tecnologia mineira romana – o ouro de Tresminas / (The roman mining technology – the gold of Tresminas / Tecnologia mineraria – l’oro di Tresminas”. Regia: Rui Pedro Lamy, Portogallo 2015; “Limes”. Regia: Elli Kriesch, Germania 2016; “Did the ptolemies have a steam – powered force – pumpe? / I Tolomei avevano una pompa premente alimentata a vapore?”. Regia: Theodosis Tasios, Grecia 2014. Al pomeriggio, “Annibale al Trasimeno”. Regia: Luca Palma, Italia 2009. La sera, “Persepolis, le paradis perse. Enquêtes archéologique / Persepoli, il paradiso persiano. Indagini archeologiche”. Regia: Agnès Molia e Raphaël Licandro, Francia 2016; “Sensationsfund in Brasilien. Die ersten Amerikaner / Sensazionale scoperta in Brasile. I primi americani”. Regia: Peter Prestel e Saskia Weisheit, Germania 2016.
Particolarmente ricco il programma del quarto giorno, venerdì 6 ottobre 2017, dall’imperatore Traiano a Gengis Khan, dalle misteriose linee di Nazca al popolo dei Mochicas, con un omaggio ai fratelli Castiglioni sull’Egitto all’anteprima di Alberto Castellani che introduce la conversazione alle 17.45 con Ken Dark, archeologo in Galilea, docente all’università di Reading, su “Gesù aveva una casa a Nazaret?”. Il mattino seguire i film “Traianus”. Regia: Livio Zerbini e Giovanni Ganino, Italia 2017; “Les secrets des lignes de Nazca / I segreti delle linee di Nazca”. Regia: Agnès Molia e Jacques Plaisant, Francia 2016; “Secret of Sakdrisi / Il segreto di Sakdrisi”. Regia: Toma Chagelishvili, Georgia 2016; “Dall’Egitto faraonico all’Africa di oggi”. Regia: Alfredo e Angelo Castiglioni, Italia 2016. Il pomeriggio, “Enquêtes archéologiques – Le crépuscule des Mochicas / Inchieste archeologiche – Il crepuscolo dei Mochicas”. Regia: Agnès Molia. Francia, 2015; “Rivisitare Nazareth. Archeologia e tradizione nel villaggio abitato da Gesù”. Regia: Alberto Castellani. Italia, 2017. La sera, “Facce di Etrusco”. Regia: Alessandro Barelli, Italia 2017; “La tombe de Gengis Khan, le secret dévoilé / La tomba di Gengis Khan, il segreto rivelato”. Regia: Cédric Robion. Francia, 2016.
E siamo arrivati alla giornata conclusiva, sabato 7 ottobre 2017, con la serata dedicata alle premiazioni. Con i film si viaggia lontano, dall’Australia (“Twelve canoes / Dodici canoe”. Regia: Molly Reynolds, Australia 2009) alla Namibia (“Namib. Der Ort an dem nichts ist / Namibia. Il luogo dove regna il nulla”. Regia: Rüdiger Lorenz e Faranak Djalali, Namibia 2016). Ma sono gli approfondimenti quelli che caratterizzano la giornata. Alle 11.15, tavola rotonda su “Il Mondo Antico tra di noi? Realtà tridimensionale, immersiva, aumentata, social e archeologia ai confini della realtà”, moderata da Antonia Falcone, archeologa, blogger e digital strategist, con Jacopo Bonetto (Progetto Nora – Università degli Studi di Padova), Davide Borra (NoReal), Alessandro Furlan (Altair4), Daniele Bursich (Gruppo Facebook “Archeologia, Beni Culturali e Nuove tecnologie”), Graziano Tavan (giornalista, archeologiavocidalpassato.wordpress.com): vedi https://archeologiavocidalpassato.wordpress.com/2017/09/18/nora-tra-archeologia-e-cinema-scavi-e-ricerche-multidisciplinari-delluniversita-di-padova-con-luso-delle-piu-innovative-tecnologie-per-studiare-valorizzare-e-comunicare-al-grande-p/. Alle 16.45, conversazione con Corinna Rossi, architetto ed egittologa, su “Raccontare il passato: l’archeologia tra fonti e interpretazioni personali”; e alle 17.30, Giulio Paolucci, direttore del museo civico Archeologico delle Acque di Chianciano, futuro direttore del museo Etrusco di Milano, e Paolo Giulierini, direttore del museo Archeologico nazionale di Napoli, converseranno su “Nuovi Musei e diffusione del Sapere”. La sera, alle 21, ma stavolta bisogna spostarsi al teatro Zandonai di Rovereto, cerimonia di premiazione con il saluto dell’ambasciatrice di Palestina, S.E. Mai Alkaila. Consegna del Premio “Paolo Orsi” e in chiusura, proiezione film più gradito al pubblico vincitore del premio “Città di Rovereto”.
Non solo film. Nell’ambito della rassegna sono previsti due eventi collaterali. Venerdì 6 Ottobre 2017, dalle 14.30 alle 17.30, a palazzo Alberti Poja, “Raccontare il patrimonio culturale. Dalla carta stampata ai social network”, corso di formazione per giornalisti a cura di Claudia Beretta, evento formativo accreditato dal Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti. Relatori: Il giornalista Graziano Tavan su “Ricerca e divulgazione: l’archeologia sui giornali tra Tutankhamon e Indiana Jones” e l’archeologa e blogger Antonia Falcone su “Social Network per la comunicazione culturale. Strategie, tool, monitoraggio dei risultati e casi studio”. Mercoledì 4 Ottobre 2017, alle 18.30, a palazzo Alberti Poja, per “Incontro con… l’artista” incontro con Maria Stoffella Fendros, artista roveretana protagonista della mostra temporanea ospitata a palazzo Alberti Poja. Introduce Micaela Vettori, curatrice della mostra “Il coraggio del colore. Maria Stoffella Fendros – Rovereto, Venezia, Firenze, Atene”, a palazzo Alberti Poja dal 28 settembre al 19 novembre 2017.
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