“Passaggi e permanenze ad Altino dall’Antichità alla Grande Guerra”: quattro week-end per conoscere Altino e i popoli che qui hanno interagito: greci, celti, romani, soldati della Grande Guerra. Il sabato incontri e visite guidate a tema con archeologi, preceduti dall’archeoaperitivo a cura di Companatiche. Si inizia con “I greci ad Altino” e le ricette di 2500 anni fa

Tra settembre e ottobre quattro week-end al museo Archeologico di Altino con visite guidate, archeoaperitivo, laboratori e percorsi tematici

Conoscere Altino per piccoli assaggi. Nel vero senso della parola. Ecco “Passaggi e permanenze ad Altino dall’Antichità alla Grande Guerra”, il nuovo ciclo di incontri in programma tra settembre e ottobre al museo Archeologico nazionale di Altino promosso nell’ambito del progetto “Tutti al museo” in collaborazione con l’associazione Companatiche. In calendario quattro week-end: al sabato, un archeologo affronta un popolo sempre diverso, greci, celti, romani, soldati della Grande Guerra, ma che nei secoli ha avuto un rapporto con Altino e il suo territorio, introdotto da un “archeoaperitivo” ispirato al tema del giorno e realizzato da Companatiche. Alla domenica, invece, sono previsti laboratori didattici sempre ispirati al popolo protagonista del week-end. L’ingresso al museo costa 3 euro (salvo riduzioni). Per i laboratori 6 euro a persona; mentre il biglietto dei percorsi tematici è di 3 euro a  persona o 6 euro a famiglia (gratuito domenica 24 settembre). Infine l’archeoaperitivo è su prenotazione con contributo liberale a scopi associativi di 10 euro (info e prenotazioni: companatiche@gmail.com – cell.: 389 818 6533)

Il nuovo museo archeologico nazionale di Altino

Il logo dell’associazione Companatiche

Il programma. Si inizia sabato 2 settembre 2017 con “I greci ad Altino”: alle 19.30,  archeoaperitivo greco a cura dell’associazione Companatiche; alle 21, dialogo e visita tematica con Margherita Tirelli, già direttrice del museo Archeologico nazionale di Altino. Domenica 3 settembre 2017, dalle 16, “Tutti al museo”, laboratorio di archeologia sperimentale “Archeonauti scambiano le merci con i greci” a cura di Street Archaeology e percorso tematico-interattivo “Altino: oggetti Stra-Vaganti” a cura di Studio D. Secondo week-end in occasione delle “Giornate europee del patrimonio 2017”. Sabato 23 settembre 2017, “I celti ad Altino”: 19.30, archeoaperitivo celtico a cura dell’associazione Companatiche; 21, dialogo e visita tematica con Mariolina Gamba, già direttrice del museo Archeologico nazionale di Altino. Domenica 24 settembre 2017, dalle 16, “Tutti al museo”, laboratorio di archeologia sperimentale “Scopriamo che cos’è la natura per gli archeonauti” a cura di Street Archaeology e percorso tematico-interattivo “Altino: oggetti Stra-Vaganti” a cura di Studio D. Terzo week-end con i romani. Sabato 7 ottobre 2017, “I romani ad Altino”: 19.30, archeoaperitivo romano a cura dell’associazione Companatiche; 21, dialogo e visita tematica con Giovannella Cresci Marrone dell’università Ca’ Foscari di Venezia. Domenica 8 ottobre 2017, dalle 16, “Tutti al museo”, laboratorio di archeologia sperimentale “Archeonauti costruiscono una casa romana” a cura di Street Archaeology e percorso tematico-interattivo “Altino: oggetti Stra-Vaganti” a cura di Studio D. L’ultimo week-end fa i conti con la Grande Guerra. Sabato 14 ottobre 2017, “I soldati della Grande Guerra ad Altino”: 19.30, archeoaperitivo militare a cura dell’associazione Companatiche; 21, dialogo e visita tematica con lo storico Sergio Sbalchiero e Francesca Ballestrin del museo di Altino. Domenica 15 ottobre 2017, dalle 16, “Tutti al museo”, laboratorio di archeologia sperimentale “Le trincee della Grande Guerra piene di mosaici, sistemiamole!” a cura di Street Archaeology e percorso tematico-interattivo “Altino: oggetti Stra-Vaganti”  di Studio D.

Scena di symposium, il banchetto greco, da una pittura vascolare

Marta Sperandio e Francesca Lamon

Un piatto dei caratteristici “dolmades”

Una fetta di melopita, dolce a base di miele e ricotta

Si inizia dunque con “I greci ad Altino” sabato 2 settembre 2017. E, come spiegano le esperte di Companatiche, Francesca Lamon e Marta Sperandio, “l’Antichità va gustata”. Con una brochure che sarà data ai partecipanti si farà un viaggio enogastronomico tra gli antichi greci. E subito alcune “perle” di due padri della medicina greca: per Ippocrate, “È preferibile un cibo un po’ nocivo ma gradevole, a un cibo indiscutibilmente sano ma sgradevole” e “Lasciate che il cibo sia la vostra medicina e la vostra medicina sia il cibo”;  mentre per Galeno “La dieta è l’arma più potente della medicina”. Proprio Ippocrate, ricorda Francesca Lamon, “quindi ben 2500 anni fa, si occupa in modo scientifico di alimentazione e salute, studia gli effetti del cibo sull’organismo nella convinzione che ciò che si introduce nel corpo attraverso il cibo possa portare salute o malattia”. Sulle tavole greche, continua Marta Sperandio, “troviamo quindi zuppe di cereali e di pane, accompagnate da olio di oliva, ortaggi, pesci o crostacei, vino e formaggio di pecora e di capra. Selvaggina o carne durante le cene più sontuose e le festività, anche per i sacrifici animali dedicati agli dei. Poi ancora fave, piselli, ceci, lenticchie o vecce, semi di lino, sesamo, cartamo e papavero”. Ippocrate, concludono, “consiglia di bere vino rosso, a suo avviso il migliore tra le bevande. Vengono poi gli ortaggi: al primo posto troviamo l’aglio, la cipolla e le erbe aromatiche”. Per la serata di Altino l’associazione Companatiche propone alcune ricette “greche” che prevedono mezedes, cioè antipasti misti, che possono essere semplici sottaceti, sottoli e olivi, oppure piatti più ricchi e complessi che si distinguono dalle portate più importanti solo per le loro dimensioni. “Seguono la tradizione dell’antipasto”, precisano  Lamon e Sperandio, “e non si presentano molto diversamente da ciò che oggi è definito finger food, ovvero cibo da mangiare con le mani”. Nel “menù” di Companatiche troviamo l’Apanthrakis, tipo di pane greco simile ai pidè turchi, leggero e sottile, menzionato da Aristofane nella commedia “Le donne in parlamento”, e ad Alessandria era consacrato al dio Crono. Seguono i Dolmades, fagottini di pesce e carne avvolti da foglie di fico (oggi sostituite da quelle di vite), antenati di quelli giunti fino a noi, ben descritti da Ateneo nel libro “Deipnosophisti”. Dal menù non poteva mancare il Tiropita, probabilmente la feta, il più famoso formaggio greco, discendente del formaggio preparato da Polifemo nell’Odissea. Tipici dei mezedes sono i Tzakiki e lo Skordalia, cioè i cetrioli e l’aglio. Il cetriolo, in greco sikyòs, ricordato dal proverbio “quando mangi un cetriolo, donna tessi il mantello”: probabilmente significa che quando si consumano i cetrioli, cioè d’estate, è tempo di preparare gli abiti pesanti per l’inverno. L’aglio, invece, molto usato nella cucina antica, era una pianta considerata molto utile contro il malocchio. In alcune feste religiose, come le Tesmoforie e le Sciroforie, durante le quali le donne erano tenute a rispettare l’assoluta castità, era usanza che esse grandi quantità di aglio. Un menù non può non chiudere con il dessert. Ecco quindi i melopita, dolci a base di miele e ricotta. I primi dolci di cui si ha notizia nella storia greca sono quelli offerti ai ghiottissimi dei. I cosiddetti popana polyomphala, il più antico dolce greco, erano in stretto rapporto con la dea Madre primigenia. La ricotta fa la sua comparsa nei dolci in epoca classica.

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  1. Italina Bacciga dice :

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