Licodia Eubea (Ct). Alessandra Cilio, direttore artistico, traccia un bilancio della XII edizione del Festival della Comunicazione e del Documentario archeologico e dà qualche anticipazione dell’edizione 2023. Ecco a chi sono stati assegnati i tre premi in palio

Alessandra Cilio accompagna gli ospiti nella visita del museo Archeologico “Antonino Di Vita” di Licodia (foto rica)

Alessandra Cilio, archeologa
Sono passate tre settimane dalla chiusura della XII edizione del Festival della Comunicazione e del Cinema archeologico di Licodia. È tempo di bilanci. E non solo. La macchina organizzativa capitanata dai vulcanici direttori artistici Alessandra Cilio e Lorenzo Daniele è già al lavoro per la prossima edizione, calendarizzata per il periodo compreso tra l’11 e il 15 ottobre 2023. “In cantiere abbiamo già messo la seconda giornata di studi Dialoghi in Badia”, anticipa Alessandra Cilio, “e si sta lavorando alla stipula di protocolli di intesa con Università e Centri di Studio italiani e stranieri, volti a una maggiore promozione dell’evento all’interno degli ambienti accademici e a una effettiva collaborazione tra il festival e queste realtà. Stiamo inoltre pensando all’attivazione di un workshop di produzione audiovisiva con professionisti del settore da riservare ad una selezione di partecipanti”. Ma non solo: “Stiamo anche pensando a un modo per coinvolgere in modo più attivo la comunità licodiana e le sue realtà locali (associazioni culturali, imprese e società), così da rendere ancora più chiaro e trasparente l’intento di questa manifestazione: la promozione della cultura audiovisiva archeologica ed antropologica, ma anche la valorizzazione intelligente dei luoghi, della gente e delle tradizioni che fanno di Licodia Eubea splendida e necessaria alla buona riuscita di questo evento, che è bello perché non vuole essere di nessuno in particolare, ma di tutti”.

Gli “aperitivi” del Festival di Licodia sono stati garantiti dagli studenti dell’istituto Alberghiero di Modica e Chiaramonte Gulfi (foto rica)
Come è andata l’edizione 2022? “È stata un’annata difficile, questa”, cerca di sintetizzare Alessandra Cilio. “Difficile nel senso che per la prima volta abbiamo fissato, anche in fase di programmazione, l’idea di un festival diffuso, capace di portare il pubblico ad approfondire la conoscenza del paese che ospita la manifestazione, Licodia Eubea, attraverso la dislocazione di alcuni eventi collaterali in punti nevralgici come il museo “Antonino Di Vita” (proiezione del film “Noto, 1693. Il giorno della paura” in VR con visori ad hoc), la Badia (aperitivi, lunch ed esposizione permanente del progetto sonoro di Enzo Cimino “Armonizzazione Universale”), l’ex chiesa di Santa Chiara e San Benedetto (mostra “Didascalico!” di Pierluigi Longo), gli spazi esterni del teatro della legalità (mostra di fotografia “Gli Italiani” di Vittorio Daniele), le rovine del Castello Santa Pau e il borgo medievale (visite guidate e performance di Margherita Peluso e Meline Saoirse)”.

Lorenzo Daniele e Alessandra Cilio sul palco del teatro della Legalità una delle sedi del Festival della Comunicazione e del Cinema Archeologico di Licodia (Ct) (foto rica)

Santo Randone, sindaco di Licodia Eubea (foto rica)
I film in concorso. “I veri protagonisti del festival sono stati, ancora una volta, i film in concorso”, continua Cilio. “Quest’anno si è deciso di aumentare il numero delle proiezioni, raddoppiandolo. Questo è stato possibile sia per via delle numerosissime richieste pervenute (oltre 400) da tutto il mondo, ma anche per la possibilità di adoperare una vera sala cinematografica messa a disposizione dal Comune di Licodia Eubea. Il Teatro della Legalità è stato inaugurato dalla XII edizione del nostro festival e di questo siamo felici. Felici anche di aver riscontrato, da parte della nuova Amministrazione del sindaco Santo Randone, un forte interesse nei confronti di questa manifestazione che, in cinque giorni, riesce a rivitalizzare l’indotto del paese e a promuoverlo dal punto di vista turistico a livello internazionale. La promozione di un territorio attraverso un evento è tanto più forte quanto più “internazionale” è la gente che vi prende parte. Quest’anno abbiamo avuto il piacere di ospitare non solo 42 film provenienti da Paesi come l’Italia, la Francia, il Belgio, l’Inghilterra, la Serbia, la Spagna, il Portogallo, la Grecia, la Polonia, la Turchia, l’Iran, l’India, la Malesia, l’Indonesia, l’Egitto, gli Stati Uniti, l’Argentina e il Brasile, ma anche di accogliere un cospicuo numero di rappresentanti delle delegazioni artistiche delle opere in concorso (oltre una trentina), riunitesi a Licodia Eubea da luoghi come Istanbul, Atene, Palermo, Pisa, Barcellona, Pune, Brighton, Parigi e Pančevo, e che a Licodia Eubea, tra un film, un aperitivo e un’escursione, hanno stretto contatti e creato legami, tra di loro ma anche con i partecipanti all’evento”.

Frame del film “Pérou, sacrifices au Royaume de Chimor” del regista francese Jerôme Semla

Lorenzo Daniele e Alessandra Cilio consegnano il premio Archeovisiva al regista Jerôme Semla (foto rica)
I film premiati. Il Premio ArcheoVisiva, assegnato al miglior film secondo la giuria di qualità, composta dai registi Jean Marc Cazenave e Stavros Papageorghiou, dal presidente del Cineclub di Roma Angelo Tantaro e da Fulvia Toscano, già membro della Sicilia Film Commission, è andato al film “Pérou, sacrifices au Royaume de Chimor” (Francia, 2022; 90’) del regista francese Jerôme Semla, tra gli ospiti presenti a Licodia. Una scoperta archeologica senza precedenti di diverse centinaia di bambini e lama sacrificati ha portato alla luce il Regno di Chimor, situato nell’attuale Perù settentrionale. Come e perché sono stati compiuti questi sacrifici? Raccontata come un “cold case”, questa indagine archeologica internazionale è destinata a rivelare i misteri della più potente civiltà andina prima degli Incas, che prosperò per oltre cinque secoli. Questa la motivazione: “Si tratta di un film particolare, perché osa affrontare un argomento difficile come il rituale dei sacrifici umani, facendolo con abilità, seguendo indagini rigorosamente scientifiche, e mostrando rispetto ed empatia nei confronti delle vittime. È stato commovente anche perché ci sentiamo vicini agli scienziati, il cui destino è quello di indagare e studiare quell’enorme scena del crimine. Abbiamo apprezzato la sensibilità della sceneggiatura, la fotografia accurata e la regia elegante. La promessa di raccontare una grande storia in 90 minuti è stata mantenuta”.

Frame del film “Mamody, the last baobab digger” di Cyrille Cornu,

La cerimonia di consegna del Premio Archeoclub d’Italia con Mariada Pansera, presidente Archeoclub d’Italia di Augusta, al film più votato dal pubblico in sala alla XII edizione del Festival di Licodia (foto rica)
Il Premio Archeoclub d’Italia, per il film più apprezzato dal pubblico che ha partecipato alle proiezioni in sala, è stato assegnato al film “Mamody, the last baobab digger” (Francia, 2022; 48’), di Cyrille Cornu,. A consegnare il premio, Mariada Pansera, presidente dell’Archeoclub d’Italia di Augusta. Nel sud-ovest del Madagascar, l’altopiano di Mahafaly è una terra estremamente arida. Qui le piogge cadono solo poche volte all’anno. In queste condizioni di vita molto difficili, gli abitanti del piccolo villaggio di Ampotaka hanno trovato una soluzione unica per immagazzinare acqua.

Maria Antonietta Rizzo Di Vita, docente di Etruscologia e antichità all’università di Macerata e vedova del noto archeologo, consegna il premio Antonino Di Vita a Eugenio Farioli Vecchioli, autore e regista televisivo (foto rica)
Premio Antonino Di Vita. È andato a Eugenio Farioli Vecchioli, autore e regista televisivo, il Premio Antonino Di Vita dell’XII edizione del Festival della Comunicazione e del Cinema Archeologico di Licodia Eubea, assegnato a una personalità distintasi per particolari meriti nella valorizzazione e promozione del patrimonio artistico e culturale. A consegnarlo è stata Maria Antonietta Rizzo Di Vita, docente di Etruscologia e antichità all’università di Macerata e vedova del noto archeologo, con queste motivazioni: “Regista e sceneggiatore di documentari, è autore di programmi televisivi dedicati al patrimonio culturale nazionale e internazionale. Il suo lavoro si distingue per la scelta di promuovere una comunicazione archeologica di alto livello, capace di coniugare il rigore scientifico alla grammatica filmica, raggiungendo il grande pubblico attraverso un medium di massa come la tv senza mai scivolare nell’omologazione. Per aver dato voce a quel vasto patrimonio diffuso minore che fatica a emergere oltre i confini locali, ma anche alle “minoranze” della Grande Storia; per l’azione consapevolizzante del valore sociale delle professionalità legate al patrimonio culturale, ma anche per la trasversalità dei temi trattati, capaci di suggerire sempre una rilettura dell’Antico alla luce del nostro tempo; per la capacità di rendere l’Uomo, quello di ieri così come quello di oggi, protagonista del suo racconto”.

L’apertura in Badia della Prima Giornata di Studi dedicata alla comunicazione del patrimonio culturale (foto rica)
Non solo film. “Abbiamo cercato di diversificare l’offerta culturale, declinandola in tutte le sue possibili accezioni”, riprende Alessandra Cilio. “Per cominciare, il 12 ottobre abbiamo inaugurato la Prima Giornata di Studi dedicata alla comunicazione del patrimonio culturale. Si è deciso di strutturarla in tre sessioni principali (editoria, audiovisivo e accessibilità/inclusività), dando parola a 12 specialisti del settore che portassero sul banco i risultati delle loro personali esperienze e dessero vita, assieme ai partecipanti (studenti universitari, operatori museali, professionisti e semplici appassionati) ad un dibattito costruttivo, ad un dialogo (come recita il titolo dell’evento: “Dialoghi in Badia”) finalizzato ad un’analisi basata su fatti concreti di temi spesso affrontati in maniera astratta all’interno di università e luoghi di lavoro. La qualità dei relatori e la partecipazione attiva del pubblico ci ha fatto comprendere quanto sia importante, all’interno del nostro festival, stabilire simili momenti di riflessione, e ci ha portato a decidere di pubblicare, nei prossimi mesi, gli Atti ufficiali della giornata, in attesa di una seconda e altrettanto ricca edizione”.

Margherita Peluso nella performance Armonizzazione Universale alla XII edizione del Festival della Comunicazione e del Cinema archeologico (foto rica)
Arti visive. “Come sempre, abbiamo mantenuto l’appuntamento con gli amanti della fotografia e delle arti visive, ospitando due preziose mostre in prima assoluta: una di fotografia, Gli Italiani di Vittorio Daniele, ed una di grafica, Didascalico! di Pierluigi Longo. I locali della Badia sono stati inoltre lo spazio scelto dal sound artist Enzo Cimino per le sue istallazioni, che hanno messo insieme il potere evocativo della natura con quello delle sonorità generate dalle stesse piante attraverso un complesso sistema di mixer e sintetizzatori. Il centro storico, invece, si è trasformato in teatro all’aperto, grazie alle esibizioni di Meline Saoirse e Margherita Peluso, che ancora una volta ha sottolineato l’importanza del legame tra gli uomini ma anche tra l’essere umano, la Terra e la Memoria”.

Incontro con Carmelo Siciliano alla XII edizione del Festival della Comunicazione e del Cinema Archeologico di Licodia (foto rica)
Incontri. “Non abbiamo trascurato neanche la musica, invitando Carmelo Siciliano a parlare del suo ultimo libro Sentire la Grecia. In viaggio fra musiche e tradizioni, una vera e propria guida di viaggio che illustra le peculiarità delle regioni della Grecia e delle sue isole attraverso le danze e le sonorità. Sonorità che sono state regalate anche al pubblico licodiano la sera del 15 ottobre attraverso una serie di suggestivi brani suonati dall’autore, affermato musicista, con bouzouki e oud. E l’antropologo Dario Piombino Mascali, studioso di chiara fama e al tempo stesso uomo dalla spiccata sensibilità, ha trattato un tema toccante, quello del complesso rapporto tra morte e infanzia, collegandosi ad alcune delle opere in concorso nella giornata del 14 ottobre, come Ninos de los Andes di Aldana Loiseau (Argentina) e Pérou, sacrifices ou Royaume de Chimor di Jerome Scemla (Francia)”.

La proiezione del film in Virtual Reality “Noto (1693). Il giorno della paura” al museo civico “Antonino Di Vita” (foto rica)
Le proiezioni del film in Virtual Reality “Noto (1693). Il giorno della paura” sono avvenute all’interno del museo civico “Antonino Di Vita”. “Per gentile concessione del Comune di Noto è stato possibile offrire un’esperienza immersiva a quanti facessero richiesta, adoperando gli speciali visori che rendono la proiezione del film estremamente affascinante. L’idea di dislocare la VR experience in un luogo relativamente “decentrato” dalla sala proiezioni si è rivelata vincente proprio per il cospicuo numero di presenze registrate che, nell’attesa del proprio turno, hanno potuto visitare gli spazi espositivi del museo archeologico, incrementando così la propria conoscenza del sito che ospita il festival e delle sue più rilevanti testimonianze materiali”.

Il desk e il bookshop del Festival della Comunicazione e del Cinema Archeologico di Licodia (foto rica)
Qualche considerazione finale. “Se il “confine” (parola che suona come il leit motiv di questa annata) può essere declinato tanto dal punto di vista geografico che culturale, funziona anche quando si parla di cinema: di chi, cioè, lo fa e di chi lo fruisce. Un festival è questo: una festa, nella quale ci si riunisce. E in cui simili barriere, eccezionalmente, cadono, rivelando la profonda umanità che sta dietro proprio chi fa il cinema e chi lo guarda. Il collante? Sempre lui: l’Uomo. Di oggi, di ieri, di domani. Con le sue credenze, le sue fragilità, le sue convinzioni. Con la sua Arte, anche”, commenta Alessandra Cilio, che conclude: “Sono contenta della varietà data al cartellone di quest’anno. Io e Lorenzo siamo riusciti a mettere insieme diverse premiere e film di recente produzione interessanti, piacevoli. La programmazione ha cercato di tener conto del tema sviluppato nell’opera, ma anche della provenienza, del genere (documentario classico, docu-drama, docu-fiction, cortometraggio, corto animato) e della durata, così da soddisfare diversi target di pubblico. Siamo soddisfatti anche dei risultati relativi al Premio Internazionale della Giuria di Qualità “Archeovisiva” e al Premio “Archeoclub d’Italia”; quest’ultimo, decretato dal pubblico, permette di avere una interessante restituzione del gradimento delle opere in concorso durante le cinque giornate”.
Licodia Eubea (Ct). Tra un mese al via la XII edizione del Festival della Comunicazione e del Cinema archeologico. Prime anticipazioni e qualche importante novità: ben 41 film nel nuovo Teatro della Legalità e una giornata di studi dedicata alla comunicazione culturale e alle sue strategie

Il direttore artistico Lorenzo Daniele mostra la locandina della XII edizione del Festival della Comunicazione e del Cinema archeologico (foto archeovisiva)
Le immagini del backstage dell’XI edizione del Festival della Comunicazione e del Cinema archeologico di Licodia Eubea (Ct) scorrono veloci ripercorrendo gli intensi momenti della preparazione, allestimento, proiezioni e incontri della rassegna 2021. Ma l’ultima immagine è già futuro: è la locandina della nuova edizione, la XII, in programma nel piccolo Comune nel cuore degli Iblei dal 12 al 16 ottobre 2022, promosso dall’associazione culturale Archeovisiva, e che Lorenzo Daniele, direttore artistico con Alessandra Cilio, mostra con orgoglio. Anche perché le novità sono molte. A cominciare dalle sedi: non più solo quella tradizionale nella chiesa di San Benedetto e Santa Chiara in piazza Stefania Noce, palcoscenico di tutte le edizioni precedenti, ma quest’anno ci sarà anche il Teatro della Legalità, in piazza Papa Giovanni XXIII. L’anno scorso l’allora sindaco Giovanni Verga nell’intervento sul palco del Festival l’aveva promesso: “L’anno prossimo sarà pronto il Teatro della Legalità che potrà essere sede delle proiezioni della rassegna di cinema archeologico”. E questa novità porta subito un effetto positivo: dalla ventina di film in programma proiettati nel tardo pomeriggio e la sera, si passa ai 41 film in concorso quest’anno (selezionati tra oltre 400 opere pervenute da tutto il mondo) perché a teatro sarà possibile fare proiezioni anche il mattino e il primo pomeriggio.

Riunione di lavoro dei ragazzi con lo staff del festival di Licodia (foto archeovisiva)
12 ottobre 2022: manca meno di un mese al “taglio del nastro”. Sembra tanto, ma questi giorni sono destinati a volare. Lo sanno bene i ragazzi, volontari che sono cresciuti negli anni di pari passo con la rassegna, e che da qualche giorno si ritrovano per discutere e confrontarsi sulla programmazione logistica della nuova edizione coordinata da Alessandra Cilio e Lorenzo Daniele. Ci saranno cinque giornate di proiezione, con 11 prime internazionali e 7 prime nazionali. E poi workshop e incontri con esperti del settore della divulgazione, archeologi, ricercatori, registi e produttori.

La locandina della XII edizione del Festival della comunicazione e del cinema archeologico (foto archeovisiva)
Tra le novità anche un’intera giornata di studi dedicata alla comunicazione culturale e alle sue strategie. E poi due mostre inedite a tema e una nuova performance di Margherita Peluso che tanto successo ha riscosso l’anno scorso. Ogni giorno, aperitivi “archeologici” abbinati alla visita delle sale del museo civico “Antonino Di Vita”. Confermati il premio Antonino Di Vita assegnato da un comitato scientifico a chi ha speso la propria attività professionale nell’ambito della divulgazione dell’Antico; il premio Archeoclub d’Italia assegnato al documentario più gradito dal pubblico; e il premio Archeovisiva assegnato dalla giuria di qualità al miglior film.
Al via a Licodia Eubea (Ct) la IX Rassegna del Documentario e della Comunicazione Archeologica: 18 film in concorso, incontri di archeologia, workshop sulla comunicazione dell’Antico, laboratori per le scuole, mostre e visite guidate
Diciotto le opere in concorso, tra documentari, docu-fiction e film di animazione, di cui 7 straniere; 4 anteprime nazionali, oltre 13 ore di proiezioni e un ricco calendario di eventi collaterali. Sono i numeri (grandi numeri!) della IX edizione della prestigiosa Rassegna del Documentario e della Comunicazione Archeologica di Licodia Eubea (Ct), uno dei più importanti festival cinematografici italiani (l’unico nel Sud Italia) dedicato alla divulgazione dell’Antico attraverso le arti visive. L’appuntamento dal 17 al 20 ottobre 2019 negli spazi polifunzionali dell’ex chiesa di San Benedetto e Santa Chiara per la IX Rassegna promossa dall’associazione culturale ArcheoVisiva in collaborazione con l’Archeoclub d’Italia di Licodia Eubea “M. Di Benedetto” e con il sostegno della Sicilia Film Commission (programma Sensi Contemporanei).

Alessandra Cilio e Lorenzo Daniele, direttori artistici della Rassegna del Documentario e e della Comunicazione Archeologica di Licodia Eubea (Ct)
“L’uomo di oggi non è altro che la conseguenza di ciò che è stato ieri”, scrivono Alessandra Cilio e Lorenzo Daniele, direttori artistici della rassegna cinematografica. “Mai come in questi ultimi anni la riflessione su quelle che potremmo definire le conseguenze dell’Antico è stata così intensa e densa di stimoli, come dimostra il florilegio di manifestazioni, diffuse in Italia e all’estero, volte a sottolineare l’attualità del passato e le sue ripercussioni sul mondo moderno. È proprio la relazione tra Antico e Contemporaneo a costituire il trait d’union della IX Rassegna del Documentario e della Comunicazione archeologica, ché in fondo interpretare il passato non è che un modo per interpretare noi stessi, scoprendoci a tratti simili, a tratti profondamente differenti rispetto ai nostri antenati”. Seguendo questo filo rosso, sono stati selezionati – come si diceva – diciotto film: “Li abbiamo scelti per la qualità dei contenuti, ma anche per il taglio fresco e originale con cui portano le loro storie sullo schermo. Sebbene anche quest’anno non manchino le produzioni straniere, è l’Italia il Paese maggiormente rappresentato, descritto dalle opere in concorso in tutta la sua varietà, dalla Sicilia al Trentino Alto Adige”.

La locandina della IX Rassegna del Documentario e della Comunicazione Archeologica di Licodia Eubea (Ct)
“Quest’anno – continuano Alessandra Cilio e Lorenzo Daniele – il palinsesto dei film in concorso al festival è particolarmente ricco e vario. Andremo alla ricerca dei Neanderthal per comprendere i loro spostamenti e i loro usi e costumi, con le ricostruzioni in 3D calpesteremo il terreno in cui si svolse la battaglia di Canne, ci sposteremo in Giordania per rivivere la battaglia di Jerash, cercheremo di comprendere il significato enigmatico delle stele di Cabeço da Mina in Portogallo, attraverseremo la penisola italiana per raccontare l’esperienza eremitica, e ancora ci inoltreremo sulla riva destra del fiume Danubio alla comprensione della cultura di Vučedol risalente al tardo terzo millennio a.C., ci inabisseremo nei fondali dell’Adriatico per rivivere un capitolo dimenticato dell’Unità d’Italia, la battaglia di Lissa. Questo e molto altro in un festival che consente agli spettatori di viaggiare, conoscere il mondo e scoprire l’Antico attraverso il cinema”. E allora vediamo meglio il programma nel dettaglio.
Giovedì 17 ottobre 2019, prima giornata. Alle 17, apertura della rassegna con gli interventi delle autorità (sindaco Giovanni Verga, soprintendente Rosalba Panvini, direttore scuola specializzazione Beni archeologici Dario Palermo) introdotti dal presidente dell’Archeoclub di Licodia Eubea Giacomo Caruso e dai direttori artistici Cilio e Daniele. Alle 17.30, la sezione Cinema e archeologia apre con il film “A la rencontre de Neandertal / Incontrando i Neanderthal” di Rob Hope e Pascal Cuissot (Francia, 2019; 52’). Memorie dal passato” di Giovanni Giordano (Italia, 2018; 30’). La sezione riprende alle 21, con il film fuori concorso “Sicilia. Grand Tour 2.0” di Giorgio Italia (Italia, 2019; 90’) (vedi https://archeologiavocidalpassato.com/2019/10/05/alla-xxx-rassegna-internazionale-del-cinema-archeologico-di-rovereto-il-film-sicilia-grand-tour-2-0-viaggio-al-ritmo-dei-viaggiatori-del-settecento-alla-scoperta-della-sicilia/).
Venerdì 18 ottobre 2019, seconda giornata. La sezione di Cinema e Archeologia apre alle 17 con il film “The battle of Jerash / La battaglia di Gerasa” di Carlos Cabrera (Giordania, 2017; 26’). Seguono “La signora Matilde. Gossip dal Medioevo” di Marco Melluso e Diego Schiavo (Italia, 2017; 75’) e “Os enigmas do Cobeço da Mina / I misteri di Cobeço da Mina” di Rui Pedro Lamy (Portogallo, 2019; 27’). La sezione si chiude alle 21 con il film “Voci dal silenzio” di Joshua Wahlen, Alessandro Seidita (Italia, 2019; 52’).
Sabato 19 ottobre 2019, terza giornata. La sezione di Cinema e Archeologia apre alle 17 con il film “The prehistoric night of Mars and Venus / La notte preistorica di Marte e Venere” di Darko Puharic (Croazia, 2018; 33’). Seguono i film “Pecunia non olet. L’odore dei soldi nell’antica Pompei” di Nicola Barile (Italia/Francia, 2018; 40’), “Ragusa terra iblea” di Francesco Bocchieri (Italia, 2019; 41’) e “Il ragazzo con la Nikon” di Lucio Rosa (Italia, 2019; 31’) (vedi https://archeologiavocidalpassato.com/2019/01/23/il-regista-lucio-rosa-regala-un-messaggio-di-speranza-al-2019-con-il-nuovo-film-il-ragazzo-con-la-nikon-realizzato-assemblando-migliaia-di-foto-di-antichi-villaggi-antiche-dimore/). Alle 21 per la sezione Cinema e Storia il film “Il Conte magico” di Marco Melluso e Diego Schiavo (Italia, 2019; 80’).

La consegna del premio Antonino Di Vita 2018: da sinistra, Alessandra Cilio, Fabio Isman, Maria Antonietta Rizzo Di Vita, Santo Paolo Guccione, Lorenzo Daniele, Giacomo Caruso (foto Graziano Tavan)
Domenica 20 ottobre 2019, giornata finale. Alle 17, ultima sezione di film in concorso. Apre “#inminimimaxima” di Pierre Gaignard e Laura Haby (Francia, 2018; 52’). Seguono i film “Adolf Vallazza, sciamano del legno antico” di Lucio Rosa (Italia, 2019; 40’) e “I leoni di Lissa” di Nicolò Bongiorno (Italia/Croazia, 2019; 76’). La giornata si chiude con la cerimonia di premiazioni, alle 20.30. Tre i premi che saranno conferiti: il premio “Archeoclub d’Italia” al film più votato dal pubblico, consegnato da Enzo Piazzese, presidente dell’Archeoclub di Ragusa; il premio “ArcheoVisiva” assegnato al miglior film da una giuria di qualità, consegnato da Laura Maniscalco, dirigente archeologa della soprintendenza di Catania; il premio “Antonino Di Vita” conferito dal comitato scientifico a una personalità che si è distinta nella divulgazione dell’Antico, consegnato da Maria Antonietta Rizzo Di Vita, dell’università di Macerata.
Cinema a tema archeologico, dunque, ma non solo: il calendario della manifestazione prevede anche incontri di archeologia, workshop sulla comunicazione dell’Antico attraverso i nuovi media, laboratori didattici per le Scuole, una mostra fotografica (in collaborazione con il gruppo fotografico “Obiettivo Grammichele”), una esposizione di costumi teatrali (con Ariana Talio), visite guidate al Museo etno-antropologico, degustazioni enogastronomiche, escursioni sul territorio e tanto altro. “È un anno di consolidamento, questo, in cui proviamo a irrobustire collaborazioni e attività che funzionano”, concludono Alessandra Cilio e Lorenzo Daniele, “nell’attesa di giungere a tagliare il traguardo dell’edizione numero dieci, il prossimo 2020, di un festival nato da un sogno e che solo in un luogo onirico come il borgo di Licodia Eubea può esistere”.
Alla scoperta del museo civico “Antonino Di Vita” con gli archeologi dell’VIII rassegna del documentario e della comunicazione archeologica di Licodia Eubea: “Alla fine del VI sec. a.C. fu centro indigeno ellenizzato”

L’abitato di Licodia Eubea disteso ai piedi del castello (foto Graziano Tavan)
È domenica. E nel programma dell’VIII rassegna del documentario e della comunicazione archeologica di Licodia Eubea (Ct) lo spazio è vuoto. Ma solo apparentemente. Perché la domenica mattina, in attesa del rush finale con le ultime proiezioni del pomeriggio e le premiazioni alla sera (vedi https://archeologiavocidalpassato.wordpress.com/2018/10/21/viii-rassegna-del-documentario-e-della-comunicazione-archeologica-nella-serata-finale-un-susseguirsi-di-emozioni-assegnato-il-premio-archeovisiva-per-il-miglior-film-a-pastori-nella-grotta/), è dedicata alle visite guidate. E nel mini-tour alla scoperta dei tesori (non solo archeologici) di Licodia Eubea tappa obbligata è il museo civico “Antonino Di Vita” ospitato in locali comunali in corso Umberto, la strada principale del paese. Qui si conservano i materiali rinvenuti nel territorio licodiano, che ne tracciano le principali fasi: dall’età neolitica, rappresentata dai vasi con i tipici motivi geometrici della facies di Santo Cono -Piano Notaro, ai materiali di importazione greca e di fattura locale, che identificano la facies di Licodia Eubea. Gran parte dei ritrovamenti furono portati alla luce da Paolo Orsi e successivamente da diversi scavi degli anni ’80 e ’90 del Novecento a opera della soprintendenza con l’aiuto dei volontari dell’Archeoclub di Licodia Eubea. Il museo si divide in tre sezioni: la fase più antica dell’insediamento nel territorio; l’abitato arcaico e il centro indigeno ellenizzato; materiali importati insieme a oggetti in ceramica locali “facies di Licodia Eubea”. Ad accompagnarci in questa visita al museo “Di Vita” ci sono Alessandra Cilio, archeologa, direttore artistico della rassegna del documentario e della comunicazione archeologica di Licodia Eubea, e l’archeologa Concetta Caruso, presidente Archeoclub d’Italia di Palazzolo Acreide.

L’archeologa Alessandra Cilio, direttore artistico della rassegna del documentario e della comunicazione archeologica di Licodia Eubea (foto Graziano Tavan)
È proprio Alessandra Cilio a intervenire sull’origine del nome di Licodia Eubea, toponimo composto da due elementi di origine diversa. “Il paese, chiamato Licodia probabilmente a partire dall’epoca araba (infatti in arabo Al Kudia o Al Kudy Ali vuol dire cerro, ovvero grande masso o l’aspra roccia di Alì, e quindi sarebbe molto attendibile l’ipotesi che il toponimo Licodia derivi da Alcudia, poi trasformato in lingua siciliana in A-Likudya, oggi Licodia), aggiunge la parola Eubea“, spiega, “perché, nel corso dell’Ottocento, alcuni eruditi locali si convincono che il territorio licodiano avesse ospitato la colonia calcidese di Euboia, fondata dalla colonia di Leontini attorno al 650 a.C. menzionata da Tucidide nel VI libro della sua Guerra del Peloponneso. Nel 1870, la città decide di assumere il nome di Licodia Eubea, mantenendolo fino ai giorni nostri. Saranno le scoperte archeologiche condotte a partire dalla fine del XIX secolo a mostrare come il centro non fosse di origine greca, ma siculo”.

Il castello di Santapau domina il centro abitato di Licodia Eubea (foto Graziano Tavan)

L’archeologo roveretano Paolo Orsi “protagonista” fu il primo ad avviare ricerche scientifiche nel territorio di Licodia Eubea
Ad accoglierci all’ingresso c’è l’archeologo per antonomasia della Magna Grecia, Paolo Orsi: fu proprio l’archeologo roveretano che, prima come ispettore (dal 1888) poi come soprintendente alle Antichità di Siracusa, intraprese le prime ricerche scientifiche nel territorio licodiese. “La sua eccellente sensibilità per l’indagine topografica e il rigoroso metodo scientifico di conduzione dello scavo archeologico”, spiegano al museo, “lo portarono a identificare – teoria valida ancora oggi – nella collina del castello di Santapau l’acropoli attorno alla quale si estendeva l’abitato, delimitato a settentrione dalla collina del Calvario da dove iniziava la zona delle necropoli”. Orsi soprattutto “saggiò” alcune tra le più importanti necropoli di Licodia: quelle cosiddette urbane (Calvario, Perriera, Orto della Signora) e quella “suburbana” in contrado Schifazzo, identificando due tipologie sepolcrali: le tombe a pozzetto con fosse e loculi, e le tombe a camera, affiancate da un tipo che Orsi definisce “intermedio” a pozzetto con corridoi. Tutte con il rito dell’inumazione.
Numerosi sono i ritrovamenti che testimoniano la presenza dell’uomo in epoca preistorica, di cui ritroviamo interessanti testimonianze nella prima sala del museo “Antonino Di Vita”. “Il Neolitico – spiega Concetta Caruso – è ben testimoniato dallo studio di Ippolito Cafici sul villaggio S. Cono e dai rinvenimenti di via Capuana (1991), dove sono presenti tracce di capanne, strumenti in selce e ceramica di Stentinello, di Diana ma soprattutto della cultura di Serra d’Alto”. Il periodo è attestato anche in contrada Marineo, dove sono ubicate una serie di grotte, la cui frequentazione va dal Neolitico medio all’età protostorica. “Il II millennio è documentato dai vasi trovati sulla collina del Calvario da P. Orsi e dallo strato preistorico con frammenti appartenenti allo “stile Castellucciano” individuato durante gli scavi condotti in via S. Pietro”.

Ceramica indigena in vetrina al museo civico “Antonino Di Vita” di Licodia Eubea (foto Graziano Tavan)
Tra la fine del VI e l’inizio del V sec. a.C. è attestato il centro indigeno-ellenizzato con ritrovamenti di ceramica della facies di Licodia Eubea insieme a materiale di importazione greca. “Nel 1985 – ricorda Caruso – durante lo scavo delle fondamenta di un edificio in via San Pietro a Licodia Eubea è venuto alla luce un’abitazione articolata su due livelli, per adattarsi alla forte pendenza del terreno, collegati da una scala, con all’aperto un focolare per la cottura degli alimenti”. Recentemente, tra via Capuana e via San Pietro, sempre in occasione di un cantiere edile, è stata trovata una fornace per la produzione di ceramica di piena epoca ellenistica che ha restituito una gran quantità di suppellettile da mensa. Collegato al centro abitato ci sono le necropoli, con corredi funerari che accanto ai vasi greci di importazione (attici, corinzi, orientali) hanno restituito vasi di tipologia indigena come l’anfora, l’hydria, lo scodellone e l’askos. Fu proprio Paolo Orsi a intuire l’esistenza non già di un centro greco ma siculo databile tra il VII e il V sec. a.C. Intuizione confermata da un altro grande archeologo, Luigi Bernabò Brea. “Negli ultimi anni – riprende Caruso – grazie alla collaborazione tra soprintendenza, amministrazione comunale e Archeoclub le ricerche hanno permesso di individuare una necropoli extra moenia con tombe a cameretta del VI sec. a.C. probabilmente riconducibile a un insediamento indigeno extra urbano”.
Al via a Licodia Eubea (Ct) l’VIII Rassegna del documentario e della comunicazione archeologica: 24 film; incontri con archeologi, divulgatori, registi; due mostre; un seminario-workshop sulla comunicazione archeologica. La memoria è il leitmotiv dell’edizione 2018

La locandina dell’VIII rassegna del documentario e della comunicazione archeologica di Licodia Eubea (Ct)
L’attesa è finita. Licodia Eubea (Ct) è pronta ad aprire al “cinema dell’Antico” con l’VIII edizione della Rassegna del documentario e della comunicazione archeologica, organizzata dal 18 al 21 ottobre 2018 dall’associazione culturale ArcheoVisiva in collaborazione con Archeoclub d’Italia di Licodia Eubea “Mario Di Benedetto”. Ben 24 film in programma, di cui 20 in concorso: lavori di recente produzione, di respiro internazionale: Italia, Francia, Portogallo, Polonia, Spagna, Croazia, Turchia, Libia, Nuova Zelanda, Canada. “È un pezzo di mondo, quello che viene raccontato attraverso i documentari”, sintetizzano i direttori artistici, Alessandra Cilio e Lorenzo Daniele: “ciascuno racconta, con rigore scientifico e grande personalità, il modo in cui l’uomo decide di ricordare o dimenticare il suo passato e le rovine che lo rappresentano, ma anche gli uomini e le donne che hanno contribuito a rivelarlo, a volte celebrati come Sir Arthur Evans, scopritore del mitico palazzo di Minosse a Knosso, altre volte precipitati in un pesante oblio, come l’archeologa preistorica trentina Pia Laviosa Zambotti, morta suicida negli anni Sessanta”.
La memoria è il leitmotiv dell’VIII edizione della Rassegna: “Un tema complesso e attuale”, spiegano Cilio e Daniele, “a caratterizzare tanto le opere in concorso quanto gli incontri, le mostre e tutti gli eventi collaterali in programma. Memoria dell’Antico, ma anche memoria di chi l’Antico lo ha indagato e che, per ragioni storiche o sociali, è stato a lungo dimenticato. Memoria di luoghi, fatti e tradizioni: memoria come identità di una comunità. Ma anche negazione di memoria, laddove il patrimonio culturale venga violato, infranto, distrutto. E responsabili non sono solo coloro che alimentano i grandi conflitti mondiali, ma anche quanti semplicemente dimenticano, in un’epoca proiettata al domani, che fagocita e non assimila. Seguendo questo filo rosso, abbiamo selezionato 24 documentari italiani e stranieri: ciascuno affronta, con grande personalità e altrettanto rigore scientifico, questa vasta tematica. Ancora una volta il cinema si rivela specchio del nostro tempo e mezzo privilegiato per leggere i temi, le speranze, le tensioni che animano la nostra società. Le opere abbracciano epoche comprese tra la Preistoria e l’età contemporanea; narrano un caleidoscopio di storie ambientate in diverse parti del mondo, dalla Murgia al Veneto, dalla Polonia al Portogallo, dalla Turchia al Kurdistan, dall’Africa subsahariana alla Nuova Zelanda”.
Anche quest’anno il pubblico ha la possibilità di confrontarsi direttamente con i protagonisti della ricerca archeologica, i divulgatori, i registi e gli sceneggiatori che si spendono nel campo della comunicazione del mondo antico. E quest’anno, i nomi degli ospiti sono di tutto rispetto. A conversare con il pubblico del festival, nel pomeriggio di venerdì 19 ottobre, ci sarà l’archeologa Serena Raffiotta, con un intervento dal titolo: “Heritage: Patrimonio è Eredità. Tutelare il patrimonio culturale per salvare un’identità”. Il pomeriggio di sabato 20 ottobre, invece, sarà dedicato a uno dei giornalisti più impegnati a livello internazionale nella lotta al saccheggio del patrimonio storico-artistico, Fabio Isman, che presenterà (per la prima volta in Sicilia) il recente volume “L’Italia dell’arte venduta. Collezioni disperse, capolavori fuggiti”.
Ma le novità di questa nuova edizione del festival non finiscono qui. Oltre al consueto appuntamento dedicato alla didattica e ai cartoon per giovanissimi all’interno della sessione “Ragazzi e Archeologia” e alla “Finestra sul documentario siciliano”, la manifestazione si arricchisce di un workshop dedicato alla comunicazione del patrimonio culturale attraverso i media di ultima generazione. Il workshop “Scava, scarriola, comunica! Quando l’archeologia (si) racconta”, tenuto dall’archeo-blogger Antonia Falcone e dal giornalista Graziano Tavan, in programma la mattina del 20 ottobre, punta ad essere una “palestra formativa” aperta a studenti universitari, giornalisti e operatori museali, per i quali la padronanza di strumenti e strategie comunicative nell’ambito dei beni culturali rappresenta oggi un requisito fondamentale. Il workshop è gratuito e aperto a tutti; registrarsi è possibile, attraverso la piattaforma Eventbrite.it.
A far da cornice al festival, ben due mostre fotografiche: la prima, “Libia. Antiche Architetture Berbere” del fotografo e regista veneziano Lucio Rosa, dedicata ad un frammento d’Africa sempre più fragile e sgretolato; la seconda, “1915-1918. Licodia Eubea e i suoi figli nella Grande Guerra”, organizzata e allestita dall’infaticabile sezione locale dell’Archeoclub d’Italia. Durante i giorni del Festival, la mostra di Lucio Rosa sarà visitabile dalle 10 alle 13 e dalle 17 alle 20, con la proiezione, a ciclo continuo, dei film “Il segno sulla pietra”, “Libia is near”, “Fabrizio Mori, un ricordo”. “Libia. Antiche Architetture Berbere”. E poi, a far da intermezzo tra il pomeriggio e la sera, gli aperitivi con visita guidata alle sale espositive del museo archeologico “Antonino Di Vita” e di quello etnografico “P. Angelo Matteo Coniglione”, a base di prodotti tipici della tradizione enogastronomica licodiana. E le escursioni alla scoperta del centro storico e dell’hinterland di Licodia Eubea, location di questo festival ma, al tempo stesso, scrigno ricco di autentici gioielli architettonici e storico-artistici.
A chiudere l’edizione 2018 della Rassegna del documentario e della comunicazione archeologica sarà la premiazione del film più votato dal pubblico (Premio “Archeoclub d’Italia”) e del film ritenuto migliore da una giuria internazionale di qualità (Premio “ArcheoVisiva”: una delle novità di quest’anno), assieme al Premio “Antonino Di Vita”, conferito a chi abbia speso la propria carriera nella promozione della conoscenza del patrimonio culturale. “Ancora una volta, dunque, aggiungiamo tessere al mosaico, per incrementare la qualità dell’offerta culturale di questa manifestazione – conclude la Cilio –. Lo facciamo perché continuiamo a credere nel progetto, il cui obiettivo non è solo svelare la bellezza del cinema archeologico, ma anche di fare sistema, coinvolgendo autori, produttori, festival, pubblico e istituzioni. E, un anno dopo, siamo felici di constatare che a crederci siamo sempre di più”.

Il film “Mésopotamie, une civilisation oubliée / Mesopotamia, una civiltà dimenticata” di Yann Coquart
Il programma. Giovedì 18 ottobre 2018. L’apertura del festival alle 17, all’interno della suggestiva chiesa sconsacrata di S. Benedetto e S. Chiara, presso piazza Stefania Noce, in pieno centro storico, con gli interventi di Giacomo Caruso, presidente Archeoclub d’Italia di Licodia Eubea; Alessandra Cilio e Lorenzo Daniele, direttori artistici del Festival; Giovanni Verga, sindaco di Licodia Eubea; Rosalba Panvini, soprintendente BB.CC.AA. di Catania. Alle 17.30, per “Cinema e archeologia” i film “Az, Branko pridivkom Fučić / Nome Branko, cognome Fučić” di Bernardin Modrić (Croazia, 2016, 36’); “L’antico teatro di Herculaneum” di Raffaele Gentiluomo (Italia, 2014, 8’); “Mésopotamie, une civilisation oubliée / Mesopotamia. Una civiltà dimenticata” di Yann Coquart, Luis Miranda (Francia, 2017, 52’); “Le mythe du Labyrinth / Il mito del Labirinto” di Mikael Lefrançois, Agnès Molia (Francia, 2018, 26’). Alle 19.30, per “Incontri di archeologia”, inaugurazione della mostra fotografica “Libia. Antiche Architetture Berbere”. Interviene: Lucio Rosa, regista e fotografo. Alle 19.45, per “Aperitivo al museo”, visita guidata all’interno del museo etnoantropologico “P. Angelo Matteo Coniglione”, con degustazione di prodotti enogastronomici. Alle 21, per “Cinema ed etnoantropologia”, il film “C’era una volta la terra” di Ilaria Jovine e Roberto Mariotti (Italia, 2018, 73’).
Venerdì 19 ottobre 2018. Si comincia al mattino, alle 10.30, con “Ragazzi e archeologia”, sezione dedicata a film d’animazione, docufiction e attività didattiche pensate per il pubblico più giovane, condotte dall’archeologa Elena Piccolo. Alle 17.30, apre la sezione “Cinema e archeologia” con i film “Fortificaciones, poblados y pizarras. La Raya en los inicios del Medievo / Fortificazioni, palizzate e ardesia. La Raya all’inizio del Medioevo” di Pablo Moreno Hernández (Spagna, 2018, 11’); “Bajo la duna / Sotto la sabbia” di Domingo Mancheño Sagrario (Spagna, 2016, 50’). Alle 18.30, per “Incontri di archeologia”, interviene l’archeologa Serena Raffiotta su “Heritage: Patrimonio è Eredità. Tutelare il patrimonio culturale per salvaguardare un‘identità”. Segue il film “Pia Laviosa Zambotti. Storia di un’archeologa ritrovata” di Elena Negriolli (Italia, 2017, 42’). Alle 19.45, per “Aperitivo al museo”, visita guidata all’interno del museo etnoantropologico “P. Angelo Matteo Coniglione”, con degustazione di prodotti enogastronomici. Alle 21, per “Cinema ed etnoantropologia” i film “Di cu semu. Reportage su rituali e sopravvivenze popolari” di Salvatore Russo, Giuppy Uccello (Italia, 2018, 24’); “Maria vola via” di Michele Sammarco (Italia, 2017, 16’).
Sabato 20 ottobre 2018. Si comincia al mattino alle 11. Per “Archeologia e comunicazione” il seminario e workshop “Scava, scarriola, comunica! Quando l’archeologia (si) racconta” sulla comunicazione dell’Antico attraverso media tradizionali e di ultima generazione. Intervengono: Antonia Falcone, archeologa e blogger, e Graziano Tavan, giornalista e blogger. Alle 17, per “Cinema e archeologia” i film “W poszukiwaniu średniowiecza / Alla ricerca dei secoli bui” di Jakub Stępnik (Polonia, 2017, 8’); “Shepherds in the cave / Pastori nella grotta” di Anthony Grieco (Canada-Italia, 2016, 84’). Alle 18.30, per “Incontri di archeologia”, interviene il giornalista e scrittore Fabio Isman su “L‘Italia dell‘Arte venduta”. Segue il film “Artquake” di Andrea Calderone (Italia, 2017, 60’). Alle 20, per “Aperitivo al museo” visita guidata all’interno del museo Civico “Antonino Di Vita” con degustazione di prodotti enogastronomici. Alle 21.30, per “Cinema e archeologia” i film “Living Amid the Ruins / Vivere tra le rovine” di Işılay Gürsu (Turchia, 2017, 13’); “Peau d’Ame / Pelle d’anima” di Pierre-Oscar Lévy (Francia, 2017, 100’).

La consegna del premio “Antonino Di Vita” 2017: da sinistra, i direttori artistici Lorenzo Daniele e Alessandra Cilio, e Francesca Spatafora con Maria Antonietta Rizzo
Domenica 21 ottobre 2018. Si inizia alle 17, per “Cinema e archeologia” i film “Il viaggiatore del Nord” di Alessandro Stevanon (Italia, 2016, 8’); “Meet Peter / Incontriamo Peter” di Gemma Duncan (Zuona Zelanda, 2017, 14’); “Bobadela Romana. Splendidissima Civitas” di Rui Pedro Lamy (Portogallo, 2017, 20’); fuori concorso “Babinga, piccoli uomini della foresta” di Lucio Rosa (Italia, 1987, 26’). Alle 18.30, per “Finestra sul documentario siciliano” interviene il critico di Filmstudio Renato Scatà su “Quattro strani casi di cinema in Sicilia” con il film fuori concorso “La voce del corpo” di Luca Vullo (Italia, 2012, 30’). Alle 20, cerimonia di premiazione. Concetta Caruso, presidente Archeoclub d’Italia di Palazzolo Acreide, consegna il premio Archeoclub d’Italia al film più votato dal pubblico; Jay Cavallaro, documentarista e fotografo, a nome della giuria di qualità consegna il premio ArcheoVisiva al miglior film selezionato; Maria Antonietta Rizzo Di Vita, docente di Etruscologia e antichità italiche all’università di Macerata, consegna il premio Antonino Di Vita -un’opera dell’artista Santo Paolo Guccione, a chi spende la propria professione nella promozione della conoscenza del patrimonio storico-artistico e archeologico.
A Licodia Eubea (Ct) al via la VI Rassegna del Documentario e della Comunicazione archeologica: 12 filmati, 3 incontri, 2 premi; visite guidate, degustazioni e la mostra fotografica “Con l’Africa nel cuore” del regista veneziano Lucio Rosa
Dodici filmati in programma, tre incontri con ospiti d’eccezione, due premi, escursioni e visite guidate alla scoperta del territorio, degustazioni, mostre fotografiche e una sezione dedicata ai ragazzi. Questi gli ingredienti principali della VI Rassegna del Documentario e della Comunicazione Archeologica di Licodia Eubea, in provincia di Catania (28-30 ottobre 2016), organizzata da Archeoclub d’Italia di Licodia Eubea “Mario Di Benedetto” e da Fine Art Produzioni srl insieme alla Scuola di specializzazione in Beni archeologici dell’università di Catania, con il sostengo della Direzione generale Cinema del Mibact e del Comune di Licodia Eubea, e il patrocinio della Rassegna internazionale del Cinema archeologico di Rovereto. Può una manifestazione culturale valorizzare un luogo, la sua storia, i suoi paesaggi ma soprattutto la sua identità più autentica?, si sono chiesti Alessandra Cilio e Lorenzo Daniele, direttori artistici della rassegna. “Noi – assicurano – ci abbiamo creduto e continuiamo a farlo con passione e ostinazione, anche per questa nuova edizione, la sesta che organizziamo a Licodia Eubea. Viviamo tempi critici, in cui sembra quasi che il mondo abbia perso le proprie coordinate, dilaniato da guerre, attentati e indifferenza diffusa. Mai come oggi, dunque, è necessario rivolgersi al nostro patrimonio culturale e ai messaggi che esso ci può tramandare per ritrovare noi stessi, per recuperare, in un passato condiviso, la nostra identità di uomini e donne”. E i segnali ci sono: “Abbiamo constatato con piacere che sempre più registi decidono di dedicarsi alla documentaristica archeologica, adottando approcci creativi e linguaggi contemporanei, e di questo abbiamo voluto tener conto nella selezione dei film, privilegiando le piccole produzioni capaci di dar vita a lavori originali, che tuttavia rimangono troppo spesso relegati all’ambito locale. Immancabili poi, come ogni anno, gli incontri con ricercatori, registi e critici cinematografici, ma anche le attività ludico-didattiche dedicate alle scuole e l’organizzazione di visite guidate nel territorio per locali, turisti ed escursionisti. E poi la mostra fotografica che quest’anno avrà come tema l’Africa vista con gli occhi del regista Lucio Rosa. Novità della VI Rassegna, infine, le visite guidate in notturna al museo civico “Antonino Di Vita”, che ogni sera diventerà la location d’eccellenza di suggestivi aperitivi culturali. Gli ingredienti ci sono, dunque, tutti perché anche questa edizione della Rassegna possa essere un punto di riferimento per la riscoperta dell’archeologia attraverso i media”.

Il regista veneziano Lucio Rosa premiato a Licodia Eubea: sua la mostra fotografica “Con l’Africa nel cuore” alla VI Rassegna
I documentari selezionati per Licodia Eubea offrono al pubblico una panoramica di luoghi affascinanti sparsi nel mondo, in cui la mano dell’uomo e quella della natura si stringono in rapporti unici e irripetibili, come nelle siciliane terre di Ispica, Lipari, Selinunte e Catania, Cirene e Bilad Chinquit in Africa, o in luoghi carichi di mistero come il sito pakistano di Mohenjo-daro o l’etrusca Vetulonia. Anche quest’anno, la location d’eccellenza sarà l’ex chiesa di San Benedetto e Santa Chiara, situata in piazza Stefania Noce, nel cuore del borgo licodiano. Si inizia dunque venerdì 28 ottobre 2016. L’apertura ufficiale della rassegna alle 17.30 con gli interventi di Giacomo Caruso, presidente Archeoclub d’Italia di Licodia Eubea; Alessandra Cilio e Lorenzo Daniele, direttori artistici della rassegna; Giovanni Verga, sindaco di Licodia Eubea; Maria Grazia Patanè, soprintendente Beni culturali e artistici di Catania; Laura Maniscalco, dirigente Sezione Archeologica della soprintendenza di Catania. A seguire, verrà inaugurata la mostra fotografica del regista, fotografo e produttore veneziano Lucio Rosa dal titolo “Con l’Africa nel cuore”. Si tratta della prima nazionale di una personale straordinaria, che raccoglie scatti inediti di etnie quali i Dassenech, gli Ari, i Mursi, i Karo e gli Afar in Etiopia, i Pokot in Kenia e i Babinga in Congo: popoli illustri, eredi di storie millenarie e di una cultura che li rende unici al mondo. Con la proiezione del film “Cirene, Atene d’Africa” (Italia), di Giuseppe Dromedari, apre alle 18 la sezione Cinema e Archeologia. Segue il film “Eis pegàs. Alle sorgenti” (Italia) di Andrea Giannone. E alle 20, il regista Lucio Rosa inaugura gli Incontri di Archeologia, occasione per presentare la mostra fotografica “Con l’Africa nel cuore”. E alle 20.30, Aperitivo al museo: visita guidata al museo civico “Antonino Di Vita” con degustazione di prodotti enogastronomici.
Sabato 29 ottobre 2016. La mattinata del secondo giorno di Rassegna è pensata per i ragazzi. “A Licodia Eubea tradizione vuole che anche i più piccoli abbiano uno spazio speciale”, spiega Alessandra Cilio. “Così l’ex chiesa di San Benedetto e Santa Chiara e l’antistante piazza verranno letteralmente invasi dagli alunni delle scuole primarie del comprensorio ibleo, che assisteranno alla proiezione di speciali docu-cartoon e parteciperanno a “Giocare nel mondo antico. Storie di sfide e passatempi per grandi e piccini”, laboratorio di archeologia sperimentale sul gioco nel mondo antico, interamente gestito dall’archeologa Elena Piccolo”. Le proiezioni della sezione Ragazzi e Archeologia dedicata a film d’animazione e docu-fiction iniziano alle 10.30 con il corto “Valios e il tesoro di Griko” (Grecia) di Luis Santos, seguito da “Greektoys. La trottola” (Grecia) di Luis Santos . Chiude “Selinunte, città tra due fiumi” (Italia) di Alessandra Ragusa e Antonino Pirrotta. La sezione Cinema e Archeologia inizia nel pomeriggio alle 17.30 con due corti di Francesco Gabellone: “Il teatro romano di Catania” (Italia) e “L’anfiteatro romano di Catania” (Italia). Segue “Il Carnevale eoliano. L’Isola delle Maschere” (Italia) di Francesco Cannavà. Alle 19, per Incontri di Archeologia “Fra la scena e la tomba: conversazione sulla maschera greca” interviene Fabio Caruso ricercatore IBAM CNR di Catania. L’incontro con il ricercatore consentirà di esplorare i molteplici significati simbolici della maschera nel mondo greco, legati tanto alla vita che alla morte. Alle 19.30, riprende la sezione Cinema e Archeologia con il film “Sulle note del mistero. La musica perduta degli Etruschi” (Italia) di Riccardo Bicicchi. Chiude la giornata, alle 20, Aperitivo al Museo con visita guidata del museo civico “Antonino Di Vita” e degustazione di prodotti enogastronomici.
E così si arriva a domenica 30 ottobre 2016. Al mattino, alle 10.30, possibilità di visite guidate al centro storico di Licodia Eubea e ai suoi principali luoghi di interesse con i volontari dell’Archeoclub d’Italia “Mario Di Benedetto”. Le proiezioni della sezione Cinema e Archeologia iniziano alle 17 con il film “Mohenjo Daro. Le guerre degli Dei” (Italia) di Diego D’Innocenzo, cui segue il film “Bilad Chinquit. Il paese di Chinquetti” di Lucio Rosa. Alle 18.30 chiude gli Incontri di Archeologia “Una finestra sul documentario siciliano” con il regista Antonio Bellia e il direttore della “Rassegna Itinerante del Cinema d’Autore” Beppe Manno che si presteranno a un dibattito sulla storia e lo sviluppo di questo genere cinematografico. La VI Rassegna del Documentario e Comunicazione archeologica chiude, alle 20, con la cerimonia di premiazione. Verrà assegnato il premio “Archeoclub d’Italia” al film che, nel corso della manifestazione, avrà ottenuto maggiori consensi dal pubblico della Rassegna, invitato ad una partecipazione attiva attraverso la compilazione di apposite schede di gradimento. A consegnare il premio sarò Antonella Stellino , presidente dell’Archeoclub d’Italia di Alcamo. Quindi gran finale con l’assegnazione del premio “Antonino Di Vita”, istituito in onore dell’illustre professore, archeologo di fama internazionale e appassionato comunicatore, fortemente legato al piccolo borgo licodiano. Il premio viene annualmente riconosciuto a quanti abbiano speso la propria vita professionale nella promozione della conoscenza del patrimonio culturale attraverso l’uso di media quali il cinema, la stampa e il web. Il premio sarà consegnato da Maria Antonietta Rizzo Di Vita, professore di Etruscologia e Antichità italiche all’università di Macerata. “Un palinsesto ricchissimo”, conclude Alessandra Cilio, “in una cornice – quella licodiana – caratterizzata da un invidiabile patrimonio storico-artistico, paesaggi incontaminati, una tradizione enogastronomica dalle origini remote e da una popolazione cordiale ed ospitale. Tutte valide ragioni per non perdersi la sesta edizione della Rassegna del Documentario e della Comunicazione Archeologica”.
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