Il museo Archeologico nazionale di Reggio Calabria aderisce all’iniziativa “Mi illumino di meno”: i Bronzi di Riace in “chiaroscuro”

Anche per il 2021 il museo Archeologico nazionale di Reggio Calabria aderisce a “M’illumino di Meno”, la Giornata del risparmio energetico e degli stili di vita sostenibili lanciata da Caterpillar e Rai Radio2 dal 2005 che si celebra oggi, venerdì 26 marzo 2021. L’iniziativa, fortemente sostenuta dal ministero della Cultura, punta a sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema del risparmio energetico e sulla necessità di adottare stili di vita sostenibili. Quest’anno propone il tema “Salto di Specie”, per una evoluzione ecologica del nostro stile di vita, anche alla luce della pandemia. Al MArRC per l’occasione resteranno spente tutte le luci, ad eccezione di una suggestiva illuminazione della sala dei Bronzi di Riace che, a causa della chiusura dovuta all’emergenza sanitaria da Covid-19, sarà raccontata e mostrata ai follower attraverso i canali social Facebook, Instagram e Twitter. “Oggi la nostra quotidianità è cambiata”, afferma il direttore Carmelo Malacrino. “La pandemia ci ha costretto a contenere le relazioni umane e a potenziare gli strumenti tecnologici per continuare a lavorare e a mantenere vivi i rapporti. Con un dispendio energetico notevole, sia in ambito pubblico che privato. L’iniziativa di Caterpillar punta proprio a ridurre al minimo il consumo dei dispositivi elettrici, seppur per un solo giorno, per contenerne l’impatto ambientale. La vita in comunione con la natura e il rispetto per questa “Madre Terra”, talvolta generosa talaltra funesta, costituiva uno dei cardini fondamentali per gli uomini antichi. Di questa filosofia dell’esistenza sono rimaste molte tracce nel nostro patrimonio culturale. Anche il mondo dell’archeologia e dell’arte, dunque, può giocare un ruolo fondamentale nel processo di comunicazione e condivisione di questo tema e il MArRC lo farà offrendo al pubblico social una visione della Sala dei Bronzi di Riace in chiaroscuro che – conclude Malacrino – sono certo regalerà ai tanti follower nuove e indimenticabili emozioni”.
Dantedì al museo Archeologico nazionale di Reggio Calabria sotto l’insegna del “Buono Appollo”: l’omaggio al Sommo Poeta con le testimonianze del culto del Dio in Calabria

O buono Appollo, a l’ultimo lavoro / fammi del tuo valor sì fatto vaso, / come dimandi a dar l’amato alloro… Con questi celebri versi del Canto I del Paradiso anche il museo Archeologico nazionale di Reggio Calabria celebra il Dantedì, la giornata nazionale dedicata a Dante Alighieri nell’anno in cui ricorre il settecentesimo anniversario della morte del Sommo Poeta, avvenuta nel 1321. L’iniziativa, promossa dal ministero della Cultura e voluta dal ministro Dario Franceschini, ricorda l’inizio del viaggio di Dante nell’aldilà. Secondo gli studiosi, infatti, il percorso verso la salvezza cantato nella Divina Commedia iniziò proprio nel giorno del 25 marzo della Settimana Santa del 1300. Il MArRC ha ripreso i celeberrimi versi del proemio del I canto del Paradiso, con la nota invocazione al dio Apollo, legandola alle testimonianze del culto di questa divinità nelle grandi città greche della Calabria. A partire proprio da Rhegion, di cui il figlio di Zeus e di Leto fu divinità poliade. Proprio uno dei reperti più celebri del Museo, il magnifico Kouros in marmo pario esposto al Livello D, è stato identificato da alcuni studiosi come l’Apollo reggino. Un’opera realizzata tra la fine del VI e gli inizi del V secolo a.C., che solo di recente ha riacquistato l’antica bellezza grazie a un accurato intervento di restauro realizzato dall’équipe del restauratore Sante Guido ed effettuato nell’ambito del progetto Restituzioni di Intesa Sanpaolo. Senza dimenticare che al livello B del Museo, dedicato alle città e ai santuari della Calabria greca, è esposto il grande acrolito di Apollo Aleo, uno dei capolavori della scultura del V secolo a.C., scoperto da Paolo Orsi durante gli scavi nel tempio di località Punta Alice a Cirò Marina, in provincia di Crotone. O ancora la statuetta in oro del dio, realizzata nel IV secolo a.C. e anch’essa proveniente dal santuario dell’antica Crimisa. Immagini di divinità antiche che oggi ci affascinano maggiormente, avvicinandoci ai celebri versi creati dal Sommo Poeta per l’inizio del suo viaggio nel Paradiso.
16 agosto 1972, il sub Mariottini scoprì nel mar Ionio i Bronzi di Riace. L’anno prossimo saranno passati 50 anni. Al museo Archeologico nazionale di Reggio Calabria si lavora per #BronzidiRiace2022: incontro strategico tra il direttore e l’assessore alla Cultura. In attesa di promuovere i Bronzi di Riace nel mondo, il MArRC promuove in classe la storia e il patrimonio archeologico della Calabria antica

Era il 16 agosto 1972 quando un giovane sub dilettante romano, Stefano Mariottini, si immerse nel mar Ionio a 230 metri dalle coste di Riace Marina. Quando, a 8 metri di profondità, fu attratto da un qualcosa che emergeva dalla sabbia del fondo marino: sembrava un braccio. Non si sbagliava. Era il braccio sinistro di quella che poi sarebbe stata denominata statua A: aveva scoperto le statue di due guerrieri considerati tra i capolavori scultorei più significativi dell’arte greca, e tra le testimonianze dirette dei grandi maestri scultori dell’età classica. Stefano Mariottini aveva scoperto i Bronzi di Riace.

L’anno prossimo, 2022, saranno quindi cinquant’anni da quella straordinaria scoperta. Il tempo stringe. E il capoluogo calabro non vuole giungere impreparato. Va in questa direzione l’incontro di mercoledì 17 marzo 2020 svoltosi al MArRC tra il direttore del museo Carmelo Malacrino e l’assessore alla Cultura del Comune di Reggio Calabria Rosanna Scopelliti, con la presenza del professore Daniele Castrizio, già componente del comitato scientifico del museo e professore ordinario all’università di Messina. “È stata un’occasione preziosa per unire entusiasmi e idee per continuare a promuovere la cultura del territorio con risultati sempre maggiori”, dichiara Malacrino. “Una comunione di intenti con l’assessore Scopelliti e con tutta l’amministrazione guidata dal sindaco Giuseppe Falcomatà, che permetterà di promuovere un’offerta culturale inclusiva e ben strutturata. In particolare in questa fase strategica per il MArRC, in cui stiamo iniziando a delineare il quadro delle celebrazioni dei 50 anni dalla scoperta dei Bronzi di Riace, patrimonio mediterraneo. Una ricorrenza che immaginiamo di altissimo profilo scientifico e che sarà un’occasione da non perdere per valorizzare, in completa sinergia, non solo la città, ma tutta la Calabria, l’area dello Stretto e lo straordinario patrimonio archeologico della Magna Grecia”.

Da sinistra, Carmelo Malacrino, Rosanna Scopelliti e Daniele Castrizio (foto MArRC)
E l’assessore Rosanna Scopelliti: “Ci siamo confrontati sull’idea di città e su come una realtà importante come il MArRC, dove sono custoditi i Bronzi di Riace, possa diventare strategica per favorire l’offerta turistica e culturale del territorio cittadino e dell’intera provincia. E proprio sulla valenza culturale dei Bronzi convergerà la sinergia con il Museo per dare vita a una serie di iniziative volte a promuovere questo evento di grandissimo rilievo non solo per il nostro territorio, ma che ha ampio respiro su scala mondiale. È un percorso quello col MArRC che prosegue anche in questo “secondo tempo” dell’amministrazione Falcomatà, con la prospettiva condivisa di offrire alla comunità cittadina e a chi sceglie la nostra città come meta turistica, un’esperienza che punti alla riscoperta della nostra identità e delle radici del territorio in cui viviamo”. All’incontro era presente anche il professor Daniele Castrizio, noto studioso e conoscitore dei Bronzi di Riace e dei beni culturali conservati in Museo. “L’evento dell’agosto 2022 non può prescindere da un coordinamento importante”, afferma Castrizio, “perché i Bronzi costituiscono il nostro punto di riferimento a livello mondiale e la ricorrenza necessita un coordinamento di alto livello. Il cinquantesimo dovrà essere un momento di massima divulgazione didattica per rendere note e accessibili al grande pubblico tutte le opere del Museo. Tutto ciò che di straordinario abbiamo nelle collezioni del MArRC dovrà essere legato ai Bronzi e dovrà viaggiare assieme a essi. Questo è il grande contributo divulgativo che può e deve maturare dall’anniversario del recupero delle due statue”.

In attesa di promuovere i Bronzi di Riace nel mondo, il museo Archeologico nazionale di Reggio Calabria entra in classe per far conoscere la storia e il patrimonio archeologico della Calabria antica. In videoconferenza con gli allievi del liceo classico “Ludovico Ariosto” di Reggio Emilia, Maurizio Cannatà funzionario archeologo del MArRC ha tenuto due lezioni dal titolo “Initium mirandi graecarum artium opera (Livio XXV, 40, 2). Roma e i Greci d’occidente (VIII-I sec. a.C.)” e “Dall’arte greca all’arte classica. Roma, la Grecia e i Bronzi di Riace” con l’obiettivo di divulgare le testimonianze archeologiche conservate in museo. “Collaborare con le scuole è uno degli obiettivi principali dei Servizi Educativi del Museo”, commenta il direttore Malacrino. Seguendo l’indirizzo indicato dal Ministro Franceschini, già da tempo il Museo ha avviato proficue sinergie utili alla divulgazione del sapere antico e all’educazione alla tutela per patrimonio culturale. La rete e la tecnologia digitale ci consente di raggiungere istituti anche al di fuori dei confini della regione per mostrare le bellezze custodite nel Museo. Con la pandemia la scuola italiana si è dovuta reinventare, facendo grandi passi avanti sul piano della digitalizzazione – aggiunge Malacrino -. Ma soffre della possibilità di realizzare i viaggi di istruzione. Un’assenza che sentiamo anche al MArRC, in particolare in questi giorni di chiusura al pubblico. Ci manca molto la presenza dei tanti studenti che normalmente in questo periodo affollano le sale espositive, con i loro sguardi meravigliati tra le vetrine delle nostre collezioni o davanti ai magnifici Bronzi di Riace e di Porticello”. Un’occasione imperdibile per riflettere insieme ai ragazzi sul mondo antico e sul suo sistema dei valori. “Una lezione”, – aggiunge Maurizio Cannatà. “È stata incentrata sul fascino della Grecia e la sua indiscussa superiorità artistica e culturale presso i Romani già dalle vittoriose campagne militari nel Mediterraneo orientale del II-I secolo a.C. In quegli anni, infatti, Roma giunge a controllare buona parte del mondo ellenistico, nato dalla disgregazione dell’impero di Alessandro Magno. Un secondo appuntamento, invece, ha riguardato la storia dei Bronzi di Riace. Due tra i rari originali in bronzo attribuibili ai grandi maestri della Grecia classica e sopravvissuti all’oblio dei secoli, restituiti dallo Jonio calabrese dove si interruppe misteriosamente il loro viaggio. La loro storia – conclude Cannatà- è paradigmatica di quella straordinaria migrazione di cultura dal mondo delle poleis greche alla Roma imperiale, una delle radici più profonde della cultura occidentale”.
Calabria in zona arancione. Il museo Archeologico nazionale di Reggio Calabria chiude le porte ai visitatori, ma non ferma le attività on line. Si inizia con tre incontri su “Paesaggi della storia. La Calabria e il suo territorio attraverso le collezioni del MArRC”

Il museo Archeologico nazionale di Reggio Calabria chiude le porte ai visitatori, ma non ferma le attività on line sui propri canali social a cominciare da una particolare celebrazione della Giornata nazionale del Paesaggio. Con l’ingresso infatti della Calabria in zona arancione viene imposta nuovamente la chiusura al pubblico delle mostre e degli spazi espositivi. Così il museo Archeologico nazionale di Reggio Calabria non potrà accogliere il pubblico sino al 6 aprile 2021 alla luce delle nuove disposizioni di contenimento della pandemia da Coronavirus. Le attività del MArRC comunque proseguiranno, senza subire alcuno stop neanche in questa fase. Resterà sempre costante l’attenzione rivolta alle collezioni e alla conservazione dei reperti, allo studio e alla ricerca scientifica sul patrimonio archeologico calabrese. “Purtroppo l’emergenza sanitaria ci costringe ancora una volta a sospendere le visite tra gli spazi espositivi del MArRC”, commenta il direttore Carmelo Malacrino. “Ma vogliamo continuare a emozionarvi attraverso i nostri canali social, che rimangono uno strumento eccezionale per poter presentare a un pubblico sempre più vasto la ricchezza dell’archeologia calabrese”.

Un’occasione viene dalle celebrazioni della Giornata nazionale del Paesaggio, istituita dal ministero diretto da Dario Franceschini con l’obiettivo di promuovere buone pratiche di tutela della cultura territoriale. Il MArRC, in tal senso, ha pensato a tre interessanti appuntamenti sul tema “Paesaggi della storia. La Calabria e il suo territorio attraverso le collezioni del MArRC”. Una narrazione curata dai funzionari archeologi del MArRC che sarà divulgata attraverso i canali social del Museo. Si partirà con l’intervento “Uomo e paesaggio. Segni e simboli nella preistoria calabrese”, affidato all’esperienza di Ivana Vacirca. Seguiranno i contributi degli archeologi Daniela Costanzo e Maurizio Cannatà. “Invito tutti gli appassionati a seguirci sui nostri canali social e ringrazio lo staff del MArRC per l’impegno profuso anche in questa occasione. Sono certo – conclude Malacrino – che anche questa nuova iniziativa di valorizzazione delle collezioni sul tema del paesaggio ci stupirà in termini di presenze e di apprezzamento da parte del pubblico, sempre più vicino alle attività del Museo”.
Archeologia in lutto. All’età di 86 è morto a Roma Paolo Moreno, uno dei massimi studiosi dell’arte greca. A lui si deve il primo studio scientifico sui Bronzi di Riace. Malacrino (MArRC): “Il suo contributo resta fondamentale”. Grande divulgatore, a lui si devono identificazioni e attribuzioni da Fidia a Prassitele il Vecchio


Paolo Moreno, uno dei massimi studiosi dell’arte greca
L’Archeologia e la Storia dell’Arte antica sono in lutto. È scomparso a Roma, il 5 marzo 2021, Paolo Moreno, uno dei massimi studiosi dell’arte greca, protagonista di importanti identificazioni e attribuzioni da Fidia a Prassitele il Vecchio (quali autori, del gruppo colossale in bronzo di cui sono copia i Dioscuri del Quirinale) e dei Bronzi di Riace. I funerali si svolgeranno in forma privata. “La scomparsa, questa mattina a Roma, di Paolo Moreno lascia sgomenti. Sia per l’uomo, dalle nobili qualità umane, sia per lo studioso e l’archeologo, il cui contributo sui Bronzi di Riace resterà di fondamentale importanza per la ricerca scientifica”, è il primo commento rilasciato da Carmelo Malacrino, direttore del museo Archeologico nazionale di Reggio Calabria, alla notizia della morte dell’archeologo e storico dell’arte di origini friulane, la cui ricerca scientifica è indissolubilmente legata alle due preziose statue conservate al MArRC. “Paolo”, continua Malacrino, “ci lascia a un anno dal cinquantesimo anniversario del ritrovamento dei Bronzi, in un momento in cui le fasi per la celebrazione dell’evento stanno per determinarsi. La sua assenza si farà sentire. È a Paolo Moreno, infatti, che si deve il primo studio scientifico sui Bronzi di Riace, oggetto di curiosità e interesse da parte dei più grandi studiosi. Moreno è stato il primo a intuire l’importanza delle nuove frontiere aperte dal mondo delle scienze applicate, in primis le analisi delle terre di fusione che hanno indicato la città di Argo, nel Peloponneso, come probabile area di produzione delle due sculture. Il suo nome, ne sono certo – conclude- non sarà dimenticato dal museo Archeologico nazionale di Reggio Calabria e da tutto il mondo della cultura”.

Paolo Moreno, allievo di Doro Levi, Giovanni Becatti e Ranuccio Bianchi Bandinelli
Nato a Udine il 30 ottobre 1934, Paolo Moreno ha intrapreso gli studi classici al liceo ginnasio “Jacopo Stellini” della sua città natale, continuandoli all’università di Bari dove ha conseguito la laurea in Lettere e Filosofia nel 1958. Il successivo percorso formativo lo ha visto nel 1961 ad Atene, allievo di Doro Levi alla Scuola archeologica italiana di Atene, e a Roma alla Scuola Nazionale di Archeologia, dove ha ottenuto il diploma di perfezionamento nel 1964, allievo di Giovanni Becatti e Ranuccio Bianchi Bandinelli. Ha insegnato all’università di Bari, dove è stato direttore dell’Istituto di Archeologia, e a La Sapienza di Roma. Dal 1992 è stato titolare della cattedra di Archeologia e storia dell’arte greca e romana alla Facoltà di Lettere e Filosofia dell’università Roma Tre. Era in pensione dal 2008. È stato redattore dell’Enciclopedia dell’arte antica classica e orientale, e ha partecipato ad analoghe iniziative internazionali. Ha diffuso le sue scoperte su celebri monumenti di arte antica attraverso articoli in riviste specializzate, relazioni a congressi, conferenze pubbliche, incontri nelle scuole, interviste per i media e scritti su periodici divulgativi. Frequenti sono stati i suoi contatti culturali con la Grecia: ha presentato a Rodi la nuova ricostruzione del Colosso di Rodi, ha tenuto conferenze a Salonicco e ad Atene, ha promosso la collocazione sull’acropoli Cadmea delle copie moderne dei Bronzi di Riace da lui ravvisati come due dei Sette eroi della spedizione contro Tebe; ha ricevuto da Sicione riconoscimenti per gli studi su Lisippo nativo della città.

Il libro di Paolo Moreno “I Bronzi di Riace. Il Maestro di Olimpia e i Sette a Tebe” (Electa)
Per Paolo Moreno quei due straordinari capolavori, originali del V secolo a.C. dalla bellezza mai vista prima, sono espressione di “un’arte che il rinascimento non ha mai neanche sfiorato”. Così lui stesso definiva i Bronzi di Riace nel documentario di Sky Arte andato in onda nel 2016, all’indomani della riapertura al pubblico del museo Archeologico nazionale di Reggio Calabria. Al 2002 risale, infatti, il suo celebre volume “I Bronzi di Riace. Il Maestro di Olimpia e i Sette a Tebe”, edito per Electa, in cui una serrata analisi storico-artistica e letteraria ha portato l’archeologo friulano ad identificare i due Eroi di Riace con due delle numerose statue che costituivano il monumento eroico (heroon) dei Sette a Tebe e dei loro epigoni, posto sull’agorà di Argo ed eretto dagli Argivi all’indomani della vittoria di Oinòe contro gli Spartani (456 a.C.). Secondo Moreno, il Bronzo A rappresenterebbe l’eroe Tideo, opera di Ageladas il Vecchio, mentre il Bronzo B, l’indovino Anfiarao, opera di Alkamenes di Lemno, gli stessi maestri a cui sarebbe da attribuire la decorazione scultorea del tempio di Zeus a Olimpia. “Molte delle ipotesi di Moreno sulle due statue di Riace”, ricorda Malacrino, “sono state oggi integrate o superate da nuove acquisizioni scientifiche, ma rimane attuale la sua lezione di metodo, sull’importanza di interpretare insieme, in maniera sinottica, i dati storico-artistici, quelli letterari e quelli archeometrici. Moreno è stato allievo di grandi maestri dell’archeologia italiano del calibro di Ranuccio Bianchi Bandinelli, Doro Levi e Giovanni Becatti. Ha diretto l’Istituto di Archeologia dell’Università di Bari e dal 1992 è stato ordinario di Archeologia e Storia dell’arte greca e romana all’Università di Roma Tre. Paolo Moreno è stato soprattutto un instancabile divulgatore della conoscenza del mondo antico, dai grandi maestri della classicità (Fidia e Prassitele soprattutto) alle grandi trasformazioni artistiche del mondo ellenistico e romano. Alla famiglia e agli affetti del prof. Moreno le più sentite condoglianze da parte di tutto il personale del museo Archeologico nazionale di Reggio Calabria”.
Reggio Calabria. Il museo Archeologico nazionale riapre il 4 febbraio. Sarà il direttore Malacrino ad accogliere i primi visitatori. Nuovi orari e ingresso gratuito per tutto il mese

Conto alla rovescia al museo Archeologico nazionale di Reggio Calabria. Il Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria riaprirà al pubblico giovedì 4 febbraio 2021. Questa la decisione del direttore Carmelo Malacrino alla luce delle nuove disposizioni governative che collocano la regione in “fascia gialla”. Pochi giorni di attesa, dunque, prima di poter visitare il patrimonio artistico e archeologico custodito al MArRC. Giovedì 4 febbraio si apre alle 10, poi dal 5 febbraio dalle 9 e sempre fino alle 20 (ultimo ingresso 19.30). L’ingresso sarà gratuito per tutto il mese di febbraio 2021 come supporto alla città e al territorio. Il MArRC accoglierà i visitatori in numero contingentato e nel rispetto dei protocolli di sicurezza elaborati per l’emergenza sanitaria.

“Siamo felici di poter accogliere di nuovo al Museo i suoi tanti visitatori”, commenta il direttore Carmelo Malacrino. “È una notizia che aspettavamo da tempo, consapevoli della forte richiesta da parte degli utenti di poter ammirare e rivedere i magnifici tesori della Calabria antica, oltre, naturalmente i capolavori dei Bronzi di Riace e di Porticello. Ringrazio tutto il personale che in questi mesi ha consentito la tutela delle sale e ha garantito la sicurezza delle collezioni. E naturalmente il mio pensiero va anche a tutti i nostri sostenitori, che hanno continuato a seguirci sui nostri canali social. Giovedì alle 10 – prosegue Malacrino – avrò l’onore di riaprire gli spazi del Museo e accompagnerò i primi ospiti in piazza Orsi dove continuerà ancora per qualche giorno l’allestimento della mostra “Philía. Restauri sostenuti dai privati con Art Bonus”. Siamo certi che non solo i visitatori provenienti da altre regioni, ma anche la città di Reggio e calabresi sfrutteranno questa occasione per recuperare il legame “fisico” con il Museo. Per tutto il mese di febbraio, infine, l’ingresso sarà gratuito, proprio a supporto della ripresa della città e del territorio dopo questi mesi estremamente difficili”. Alcune novità riguarderanno, invece, le modalità di accesso al MArRC, rimodulate dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 20, con ultima possibilità di accesso prevista alle 19.30. Saranno fruibili tutti i livelli delle collezioni permanenti fino al raggiungimento della capienza massima di 500 persone prevista dai protocolli di sicurezza, contingentata su base oraria.
X Rassegna del Documentario e della Comunicazione archeologica: vincono Vanessa Tubiana-Brun e Francesco Di Martino, mentre il Premio “Antonino Di Vita” assegnato a Carmelo Malacrino. Il bilancio positivo di Alessandra Cilio e Lorenzo Daniele: bene in presenza e in streaming

Il pubblico nel rispetto delle norme anti-Covid alla X Rassegna del Documentario e della Comunicazione archeologica (foto rassegna)

La locandina della X Rassegna del Documentario e della Comunicazione archeologia a Licodia Eubea dal 15 al 18 ottobre 2020
Sono mancati solo gli abbracci. Simpatia, calore, professionalità, amicizia sono stati quelli di sempre a Licodia Eubea (Ct) e se quest’anno quella della Rassegna del Documentario e della Comunicazione archeologica (15-18 ottobre 2020) doveva essere l’edizione speciale del decennale, causa Covid-19 è diventata l’edizione del coraggio e della sperimentazione: perché alle proiezioni in presenza (pur nel necessario contingentamento con prenotazione del posto) è stata affiancata la presentazione in streaming. Esperimento riuscito e rassegna promossa: parola di Alessandra Cilio e Lorenzo Daniele, che in chiusura della quarta giornata di rassegna, e dopo le premiazioni, danno già appuntamento alla terza settimana di ottobre 2021 per l’XI edizione, che sarà in presenza e in streaming. “Mai come quest’anno”, raccontano, “abbiamo vissuto il peso dell’organizzare e svolgere un festival. Il motivo è chiaro: le misure di contenimento giustamente imposte dal Governo per contenere la diffusione del Covid-19 hanno dato all’evento una rigidità a cui non eravamo abituati. Sono mancati gli abbracci con chi ogni anno torna a Licodia Eubea per stare con noi ma anche per vivere quattro giorni in una dimensione serena e fuori dal tempo che solo questo piccolo paese ibleo sa offrire, gli “assembramenti” fuori dall’ex chiesa dove si svolgono le proiezioni per commentare i film in concorso e gli allegri aperitivi al museo. La partecipazione dal vivo è stata calmierata dall’introduzione di un biglietto su prenotazione tramite il portale Eventbrite, mentre chi non ha potuto essere fisicamente con noi ha potuto usufruire del sito www.streamcult.it per assistere allo streaming. La creazione e l’uso di una piattaforma dedicata allo streaming è stata un esperimento che, pare, abbia funzionato. Stiamo pensando seriamente di organizzare la diretta streaming anche il prossimo anno, assieme all’evento dal vivo, che rimane comunque insostituibile”.

Domenica 18 ottobre 2020 giornata clou, come si diceva, con la consegna dei premi ai film più graditi al pubblico e alla giuria tecnica. Ma prima c’è stato ancora spazio per un appuntamento ormai divenuto un “must” della Rassegna iblea: la “Finestra sul documentario siciliano”, che quest’anno ha visto protagonista la regista Alessia Scarso con “Tra tradizione e sperimentazione. Il cinema di Alessia Scarso” intervistata da Alessandra Cilio. Alessia Scarso, siciliana doc, nata a Modica nel 1979 dove oggi vive quando non è a Roma, montatrice e coordinatrice postproduzione con diversi giornalisti, produttori e registi, debutta come regista nel 2011. Della regista siciliana alla Rassegna viene presentato il corto “Vasa Vasa” (12’, 2017). A Modica, in Sicilia, la Pasqua viene celebrata sotto il segno della Madonna, che ha vissuto inerme la Passione del Figlio. Il buio di una chiesa, dove il rito, inaccessibile, della vestizione della Madonna ha il senso definitivo del lutto. Un mantello nero, aprendosi, racconta l’emozione della vita, che dalla morte rinasce nel bacio di Maria al Figlio Risorto. Dodici, intensi, minuti di dolore, canto, devozione. Dodici, come l’ora dodicesima, quella in cui la Madonna vede Gesù trionfare sulle tenebre.


L’assessore regionale ai Beni culturali e all’Identità siciliana Alberto Samonà (foto rassegna)
Molti gli ospiti (ma gli organizzatori preferiscono chiamarli amici) che si sono avvicendati nel corso dei quattro giorni di proiezioni: dal sindaco di Licodia Eubea Giovanni Verga, all’assessore comunale ai Beni culturali Santo Cummaudo, dal presidente dell’Archeoclub di Licodia Eubea Giacomo Caruso (che “gioca in casa”, essendo co-organizzatore della Rassegna), al presidente dell’Archeoclub di Lentini Giuseppe Cosentino, all’assessore regionale ai Beni culturali e all’Identità siciliana Alberto Samonà, che ha detto parole molto belle e appassionate nei confronti della manifestazione, impegnandosi per un suo ulteriore sviluppo già a partire dal prossimo anno. E finalmente le premiazioni: Vanessa Tubiana-Brun e Francesco Di Martino vincono la X Rassegna del Documentario e della Comunicazione archeologica; mentre il Premio “Antonino Di Vita” assegnato a Carmelo Malacrino.

Premio “Archeoclub d’Italia”. È il regista netino Francesco Di Martino a vincere il Premio “Archeoclub d’Italia”, consegnato dal presidente dell’Archeoclub di Lentini, Giuseppe Cosentino, per il film “Prima che arrivi l’estate” (78’, 2019). L’opera è incentrata sulla figura di Italo, ex militante politico, ritiratosi a vivere quasi in solitudine a Saviore dell’Adamello, in Valcamonica. La sua vita è cambiata dopo l’incontro con alcuni gruppi di indigeni d’America, che ha avuto modo di ospitare: giunti da lontano, lungo strade differenti ma profondamente legate, i loro sguardi si riuniranno in un nuovo viaggio spirituale. L’attesa di questo incontro rende lo scorrere del tempo un viaggio in cui Italo vive lentamente le stagioni che si susseguono, assapora ogni attimo del freddo inverno, attende l’arrivo dell’estate e di un capo indiano. Al secondo posto il film cipriota “Cinira. Il sacerdote amato da Afrodite” di Stavros Papageorghiou (90’, 2019): la personalità di Cinira, sacerdote amato da Afrodite, è delineata attraverso riferimenti a fonti antiche e interviste con studiosi e artigiani. I miti che circondano Cinira sono rappresentati anche attraverso l’animazione. Il documentario è un’elegia del personaggio mitico più importante della storia antica di Cipro, Cinira. Sebbene la memoria del suo nome sia conservata fino ad oggi, i Ciprioti sanno poco di lui. Sul gradino più basso del podio, al terzo posto, il film iraniano “Alone among the rocks” di Arman Gholipour Dashtaki (21’, 2020): Baliti (Oak-man), che ora ha 70 anni, è una guardia fedele che ha imparato il cuneiforme dei rilievi rupestri di Kul-e Farah dall’archeologo francese Ghirshman. Per molti anni solo lui ha salvaguardato i monumenti. “Il film “Prima che arrivi l’estate” era inserito nella sezione “Cinema e Antropologia”, che abbiamo consolidato molto, riservandole lo spazio serale”, sottolinea Alessandra Cilio. “Una scelta che, abbiamo constatato, il pubblico mostra di apprezzare sempre molto. Non è un caso quindi che sia stato assegnato il primo premio proprio a uno dei film ospitati all’interno di questo spazio. Insomma, la lezione di vita che gli indiani Lakota e i loro “fratelli” della Val Camonica possono dare ha fatto presa più degli ultimi scavi a Pompei o dell’architettura nilotica!”.

Premio “Archeovisiva”. Il Premio “ArcheoVisiva”, assegnato dalla giuria di qualità, è stato conferito alla regista francese Vanessa Tubiana-Brun, per il suo film “Così parla Tāram-Kūbi. Corrispondenze assire” (46’, 2020). Il documentario è dedicato alla riscoperta, in Anatolia centrale, delle tavolette di argilla che documentano la corrispondenza di una donna assira, Tāram-Kūbi, con il fratello e il marito, offrendo uno spaccato della storia dell’insediamento commerciale dell’antica città di Kaneš. Circa 4000 anni fa, i mercanti assiri stabilirono infatti un insediamento commerciale nell’antica città di Kaneš, nell‘Anatolia centrale. Provenivano da Aššur, nel nord della Mesopotamia. Le tavolette d‘argilla, che hanno resistito al tempo, ci hanno fatto conoscere la loro storia. A consegnare il premio è stato l’assessore ai Beni culturali del Comune di Licodia Eubea, Santo Cummaudo.

Premio “Antonino Di Vita”. Durante la serata è stato attribuito anche il Premio “Antonino Di Vita”, consegnato a Carmelo Malacrino, direttore del museo Archeologico nazionale di Reggio Calabria. “Il suo arrivo”, si legge nella motivazione, “ha dato un impulso decisivo alla rinascita di un museo troppo a lungo chiuso e dimenticato. In meno di un anno, il MARRC è stato riconsegnato alla società profondamente rinnovato; nella voce, nell’immagine, nella credibilità, nella sua comunicazione mediatica. Grazie al suo intervento, i numerosi reperti custoditi in questo luogo, frutto di quasi due secoli di ricerca archeologica, sono divenuti protagonisti di narrazioni espositive di grande efficacia, e sono stati resi accessibili ad ogni tipo di utenza grazie all’uso delle più avanzate tecnologie digitali. In appena cinque anni ha saputo trasformare un luogo di conservazione in un vero e proprio hub culturale, contribuendo inoltre ad una riaffermazione del senso di appartenenza di una comunità, quella reggina, al suo territorio e alla sua storia”.

Il grazie di Alessandra e Lorenzo. “Quest’anno è stato più difficile del solito. Eppure, mai come quest’anno abbiamo potuto contare su uno staff attivo e motivato, che è stato determinante per la buona riuscita dell’edizione. Domenico Raina, nostro web specialist, è stato fantastico; Roberto Greco si è occupato della fotografia e dei video; Lorena Leonardi ha curato, egregiamente come sempre, il desk assieme al giovane Ortis Ternova, alla giovanissima Ludovica Gandolfo e all’immancabile Gaetano Interligi; Veronica Martini ha curato l’ospitalità; la logistica è stata gestita da Guido Sterlini; la comunicazione social e stampa da Fabio Fancello. Concetta Caruso si è occupata della didattica e delle visite guidate con grande professionalità e competenza, mentre Vinca Palmieri si è cimentato nella traduzione di buona parte delle opere in concorso. Sono ragazzi che ci conoscono da tempo, alcuni sono nostri amici, altri stanno adoperando la Rassegna come “palestra” per esercitare le loro competenze organizzative e importare il nostro modello nei loro paesi d’origine. Mi piace questa cosa. Ci piace l’idea che il festival dopo dieci anni sia diventato un punto di riferimento, non solo in ambito cinematografico, ma soprattutto dal punto di vista umano e sociale. E questo forse è il traguardo più bello che potevamo tagliare dopo un decennio di esperienza. Più bello di quanto non sarebbe stato, che ne so, avere Alberto Angela in sala. Ma arriveremo anche a questo, prima o poi: lo abbiamo promesso al nostro pubblico più affezionato!”.
Museo Archeologico nazionale di Reggio Calabria: con agosto aperti in sicurezza tutti i quattro livelli espositivi, dalle collezioni preistoriche e protostoriche, alle ricche sezioni dedicate alle città e ai santuari della Calabria greca fino alla magnifica sala dei Bronzi di Riace e di Porticello
All’inizio erano stati solo i Bronzi di Riace. Quando il 26 giugno 2020 il direttore Carmelo Malacrino ha riaperto al pubblico il museo Archeologico nazionale di Reggio Calabria dopo il forzato lockdown erano stati proprio i celebri Bronzi protagonisti della prima fase sperimentale all’insegna del felice binomio di cultura e salute. Il successo di partecipazione ha convinto tutti: con agosto il MArRC ha aperto alle visite tutti i livelli espositivi per raccontare la meravigliosa storia della Calabria antica attraverso i suoi “testimoni materiali”. il direttore Carmelo Malacrino ha deciso di passare alla seconda fase del servizio di fruizione nello stato di emergenza sanitaria nazionale, aprendo alle visite anche i livelli A e B del percorso espositivo permanente, che ospitano le collezioni preistoriche e protostoriche, nonché le ricche sezioni dedicate alle città e ai santuari della Calabria greca. “Il MArRC ha una missione importante, di promozione culturale del territorio e di memoria storica della Magna Grecia”, spiega Malacrino. “In un percorso su quattro livelli espositivi racconta l’affascinante storia della Calabria antica, concludendo con la magnifica sala dei Bronzi di Riace e di Porticello. Il bilancio della prima fase di riapertura è più che positivo – continua il direttore – in termini non solo di presenze, ma anche di attenzione dei visitatori al rispetto delle regole di sicurezza, elaborate in un dettagliato protocollo anti-COVID. Insieme a tutto lo staff ho voluto dare un ulteriore segnale per la ripresa del territorio con l’apertura straordinaria nelle giornate dei lunedì di agosto con maggiore affluenza di turisti”. Le visite al museo sono contingentate per gruppi di 10 persone al massimo, in turni di ingresso ogni 15 minuti. La prenotazione obbligatoria può essere effettuata inviando una mail a info@koresrl.it, oppure chiamando al numero di telefono: 320.7176148, o direttamente presso il desk di biglietteria del Museo. È possibile acquistare il biglietto online.
Ferragosto 2020. Qualche idea per passare le “Feriae Augusti” nel segno dell’archeologia e dintorni da Treviso a Napoli, da Torino a Bologna, da Roma a Reggio Calabria
Il Riposo di Augusto, Feriae Augusti, da cui Ferragosto, venne istituito dall’imperatore Augusto nel 18 a.C.. In quello stesso mese si festeggiavano i Vinalia Rustica (il vino dell’anno precedente e il raccolto d’uva da venire), i Nemoralia (la sospensione della caccia) e i Consualia (Conso era il dio della terra e della fertilità), ed era il periodo di riposo (detti anche Augustali) per animali e uomini alla fine dei lavori agricoli. Nel corso dei festeggiamenti, in tutto l’impero si organizzavano corse di cavalli e gli animali da tiro, buoi, asini e muli, ma anche i cani da caccia, venivano dispensati dal lavoro e agghindati con fiori. La festa originariamente cadeva il primo agosto; lo spostamento a metà mese si deve alla Chiesa Cattolica che volle far coincidere la ricorrenza laica con la festa religiosa dell’Assunzione di Maria. Il 15 agosto ricorre anche la data in cui, nel 1275, 745 anni fa, morì Lorenzo Tiepolo, doge in Venezia eletto il 23 luglio 1268. Era figlio terzogenito del doge Giacomo Tiepolo (1229-1249) e di Maria Storlato. Giace a Venezia nella chiesa dei Santi Giovanni e Paolo dove si trovano le spoglie anche del padre e del fratello Giovanni. Sabato 15 e domenica 16 agosto 2020 a villa Tiepolo Bassi a Carbonera di Treviso visita guidata “Ferragosto. In onore di Augustus e in memoria del Doge Lorenzo Tiepolo” alle 11 (presentarsi alle 10:50) con ingresso da via Brigata Marche, 24 – Carbonera (TV). Prenotazione obbligatoria: 329 7406219 / info@villatiepolopassi.it. Informazioni: parcheggio auto interno, la visita si effettua anche in caso di pioggia. Raccomandazioni: indossare la mascherina, mantenere la distanza interpersonale di almeno 1 metro, evitare strette di mano, abbracci e baci, eseguire le azioni corrette quando si starnutisce o tossisce, avvisare il personale in caso di problemi di salute, soprattutto stati influenzali o febbrili.
Qualche altra idea per un Ferragosto nel segno dell’archeologia. Il parco archeologico del Colosseo sabato 15 agosto 2020 sarà regolarmente aperto con orario 10.30-19.15 (ultimo ingresso alle 18.15). E da venerdì 14 agosto 2020 è nuovamente aperto al pubblico l’ingresso al PArCo dall’Arco di Tito. Sempre da venerdì 14 sarà possibile prenotare le visite al PArCo per il mese di settembre. Del museo Egizio di Torino già abbiamo ricordato l’iniziativa “Vacanze egiziane” che prevede l’apertura del museo per tutto il mese di agosto, e quindi anche a Ferragosto, con orario 9-10.30. E per i bimbi c’è un evento speciale “Storie egizie” promosso da Spazio Zerosei del museo Egizio. Sabato 15 agosto 2020, dalle 10 alle 16, c’è “Chi era la dea delle stelle?”: con una lettura all’ora, i piccoli visitatori potranno ascoltare storie diverse e affascinanti sui miti e le leggende dell’antico Egitto, nella magica atmosfera del museo Egizio di Torino. La partecipazione è gratuita, su prenotazione: https://bit.ly/spazio-egizio-form-prenotazioni. I bambini da 0 a 6 anni dovranno essere accompagnati da un genitore che dovrà indossare la mascherina, ci sarà comunque spazio per stare comodi e in sicurezza, nel rispetto delle distanze e delle normative; le storie durano 15/20 minuti, quindi si raccomanda la puntualità per iniziare la lettura tutti insieme; all’ingresso dello spazio sarà misurata la temperatura e occorrerà firmare il modulo di autocertificazione; l’area con fasciatoio, libri, poltrona allattamento è a disposizione e periodicamente igienizzata; i bagni all’interno di Spazio sono accessibili e periodicamente igienizzati.

L’Atlante Farnese simbolo e fulcro della mostra “Thalassa” al museo Archeologico nazionale di Napoli (foto Graziano Tavan)
Ferragosto al museo Archeologico nazionale di Napoli: da non perdere le grandi mostre “Thalassa” e “Gli Etruschi e il MANN”. Un tuffo simbolico tra le meraviglie sommerse del Mediterraneo e un viaggio senza tempo alla scoperta delle antiche civiltà che popolarono il nostro territorio: anche a Ferragosto, con i soliti orari (ore 9-19.30), cittadini e turisti potranno esplorare le bellezze delle collezioni permanenti e delle esposizioni del museo Archeologico nazionale di Napoli. “I primi giorni di agosto hanno già fatto segnare un netto superamento dei numeri dei visitatori dell’intero mese di luglio”, commenta il direttore dell’Archeologico, Paolo Giulierini. “Il museo è vivo e offre due splendide mostre (‘ Gli Etruschi e il MANN’ e ‘Thalassa’) e si prepara al rilancio di settembre, quando verrà presentato il prossimo piano strategico e sarà inaugurata l’ala del Braccio Nuovo”. Per chi resta a Napoli, Ferragosto sarà anche occasione per visitare, a prezzi promo, il museo con ticket dei siti Extramann (sul nostro portale, il dettaglio dei siti che fanno parte della rete). Riservato a chi è tornato o è in partenza verso l’isola azzurra, l’accordo che lega il MANN alla villa San Michele e al museo Casa Rossa di Anacapri: anche in questo caso, scontistica integrata per un viaggio imperdibile nel nome dell’arte. Le vie del mare porteranno all’Archeologico anche grazie alle convenzioni siglate con Snav e Traghetti Lines; infine, sempre in tema di promozione turistica in quest’estate 2020, anche gli ospiti di strutture associate Federalberghi Napoli ed Unione Industriali di Napoli riceveranno due euro di riduzione per visitare il MANN.
Al museo Archeologico nazionale di Reggio Calabria Restano ancora pochi posti disponibili prima di registrare il “tutto esaurito” per poter visitare nel mese di agosto. È già completo il calendario degli ingressi programmati fino a ferragosto. La prenotazione è obbligatoria, telefonando al numero di telefono: 320.7176148, o al nuovo numero 320.7620091. È stato temporaneamente sospeso, per questo mese, il servizio di prenotazione online. Le norme governative e regionali di prevenzione dalla diffusione e dal contagio da COVID-19 (Coronavirus) hanno imposto le nuove regole di prenotazione obbligatoria e le limitazioni agli ingressi, in forma contingentata, per gruppi composti da massimo 10 persone, scaglionati in turni di visita ogni 15 minuti. Le misure di sicurezza nel rispetto di un protocollo condiviso comportano l’impossibilità di soddisfare tutti coloro che desidererebbero potere ammirare i Bronzi di Riace, protagonisti assoluti del ricco patrimonio archeologico e culturale calabrese, insieme ai Bronzi di Porticello e agli altri “tesori” della collezione museale. I giorni di apertura ordinaria del MArRC al pubblico sono dal martedì alla domenica. Ma proprio per venire incontro alle numerose richieste dei tanti “ammiratori” e dare a tutti una maggiore opportunità, la direzione ha scelto di aprire il museo alle visite in via straordinaria anche i prossimi lunedì 17 e 24 agosto 2020, il mese che registra la massima affluenza e il più elevato numero di richieste nell’arco dell’anno.
Musei aperti per ferie. Anche quest’anno l’Istituzione Bologna Musei offre molteplici proposte, fruibili in sicurezza, per un’estate all’insegna dell’arte e della cultura: le collezioni permanenti, le mostre temporanee, gli eventi, le attività e i nuovi contenuti dell’app MuseOn, scaricabili gratuitamente, per creare un’esperienza di visita più coinvolgente attraverso percorsi ricchi di informazioni e curiosità. I musei civici aperti a Ferragosto 2020: museo civico Archeologico (via dell’Archiginnasio 2), dalle 10 alle 20; museo civico Medievale (via Manzoni 4), dalle 10 alle 18.30.
















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