16 agosto 1972, il sub Mariottini scoprì nel mar Ionio i Bronzi di Riace. L’anno prossimo saranno passati 50 anni. Al museo Archeologico nazionale di Reggio Calabria si lavora per #BronzidiRiace2022: incontro strategico tra il direttore e l’assessore alla Cultura. In attesa di promuovere i Bronzi di Riace nel mondo, il MArRC promuove in classe la storia e il patrimonio archeologico della Calabria antica

Era il 16 agosto 1972 quando un giovane sub dilettante romano, Stefano Mariottini, si immerse nel mar Ionio a 230 metri dalle coste di Riace Marina. Quando, a 8 metri di profondità, fu attratto da un qualcosa che emergeva dalla sabbia del fondo marino: sembrava un braccio. Non si sbagliava. Era il braccio sinistro di quella che poi sarebbe stata denominata statua A: aveva scoperto le statue di due guerrieri considerati tra i capolavori scultorei più significativi dell’arte greca, e tra le testimonianze dirette dei grandi maestri scultori dell’età classica. Stefano Mariottini aveva scoperto i Bronzi di Riace.

L’anno prossimo, 2022, saranno quindi cinquant’anni da quella straordinaria scoperta. Il tempo stringe. E il capoluogo calabro non vuole giungere impreparato. Va in questa direzione l’incontro di mercoledì 17 marzo 2020 svoltosi al MArRC tra il direttore del museo Carmelo Malacrino e l’assessore alla Cultura del Comune di Reggio Calabria Rosanna Scopelliti, con la presenza del professore Daniele Castrizio, già componente del comitato scientifico del museo e professore ordinario all’università di Messina. “È stata un’occasione preziosa per unire entusiasmi e idee per continuare a promuovere la cultura del territorio con risultati sempre maggiori”, dichiara Malacrino. “Una comunione di intenti con l’assessore Scopelliti e con tutta l’amministrazione guidata dal sindaco Giuseppe Falcomatà, che permetterà di promuovere un’offerta culturale inclusiva e ben strutturata. In particolare in questa fase strategica per il MArRC, in cui stiamo iniziando a delineare il quadro delle celebrazioni dei 50 anni dalla scoperta dei Bronzi di Riace, patrimonio mediterraneo. Una ricorrenza che immaginiamo di altissimo profilo scientifico e che sarà un’occasione da non perdere per valorizzare, in completa sinergia, non solo la città, ma tutta la Calabria, l’area dello Stretto e lo straordinario patrimonio archeologico della Magna Grecia”.

Da sinistra, Carmelo Malacrino, Rosanna Scopelliti e Daniele Castrizio (foto MArRC)
E l’assessore Rosanna Scopelliti: “Ci siamo confrontati sull’idea di città e su come una realtà importante come il MArRC, dove sono custoditi i Bronzi di Riace, possa diventare strategica per favorire l’offerta turistica e culturale del territorio cittadino e dell’intera provincia. E proprio sulla valenza culturale dei Bronzi convergerà la sinergia con il Museo per dare vita a una serie di iniziative volte a promuovere questo evento di grandissimo rilievo non solo per il nostro territorio, ma che ha ampio respiro su scala mondiale. È un percorso quello col MArRC che prosegue anche in questo “secondo tempo” dell’amministrazione Falcomatà, con la prospettiva condivisa di offrire alla comunità cittadina e a chi sceglie la nostra città come meta turistica, un’esperienza che punti alla riscoperta della nostra identità e delle radici del territorio in cui viviamo”. All’incontro era presente anche il professor Daniele Castrizio, noto studioso e conoscitore dei Bronzi di Riace e dei beni culturali conservati in Museo. “L’evento dell’agosto 2022 non può prescindere da un coordinamento importante”, afferma Castrizio, “perché i Bronzi costituiscono il nostro punto di riferimento a livello mondiale e la ricorrenza necessita un coordinamento di alto livello. Il cinquantesimo dovrà essere un momento di massima divulgazione didattica per rendere note e accessibili al grande pubblico tutte le opere del Museo. Tutto ciò che di straordinario abbiamo nelle collezioni del MArRC dovrà essere legato ai Bronzi e dovrà viaggiare assieme a essi. Questo è il grande contributo divulgativo che può e deve maturare dall’anniversario del recupero delle due statue”.

In attesa di promuovere i Bronzi di Riace nel mondo, il museo Archeologico nazionale di Reggio Calabria entra in classe per far conoscere la storia e il patrimonio archeologico della Calabria antica. In videoconferenza con gli allievi del liceo classico “Ludovico Ariosto” di Reggio Emilia, Maurizio Cannatà funzionario archeologo del MArRC ha tenuto due lezioni dal titolo “Initium mirandi graecarum artium opera (Livio XXV, 40, 2). Roma e i Greci d’occidente (VIII-I sec. a.C.)” e “Dall’arte greca all’arte classica. Roma, la Grecia e i Bronzi di Riace” con l’obiettivo di divulgare le testimonianze archeologiche conservate in museo. “Collaborare con le scuole è uno degli obiettivi principali dei Servizi Educativi del Museo”, commenta il direttore Malacrino. Seguendo l’indirizzo indicato dal Ministro Franceschini, già da tempo il Museo ha avviato proficue sinergie utili alla divulgazione del sapere antico e all’educazione alla tutela per patrimonio culturale. La rete e la tecnologia digitale ci consente di raggiungere istituti anche al di fuori dei confini della regione per mostrare le bellezze custodite nel Museo. Con la pandemia la scuola italiana si è dovuta reinventare, facendo grandi passi avanti sul piano della digitalizzazione – aggiunge Malacrino -. Ma soffre della possibilità di realizzare i viaggi di istruzione. Un’assenza che sentiamo anche al MArRC, in particolare in questi giorni di chiusura al pubblico. Ci manca molto la presenza dei tanti studenti che normalmente in questo periodo affollano le sale espositive, con i loro sguardi meravigliati tra le vetrine delle nostre collezioni o davanti ai magnifici Bronzi di Riace e di Porticello”. Un’occasione imperdibile per riflettere insieme ai ragazzi sul mondo antico e sul suo sistema dei valori. “Una lezione”, – aggiunge Maurizio Cannatà. “È stata incentrata sul fascino della Grecia e la sua indiscussa superiorità artistica e culturale presso i Romani già dalle vittoriose campagne militari nel Mediterraneo orientale del II-I secolo a.C. In quegli anni, infatti, Roma giunge a controllare buona parte del mondo ellenistico, nato dalla disgregazione dell’impero di Alessandro Magno. Un secondo appuntamento, invece, ha riguardato la storia dei Bronzi di Riace. Due tra i rari originali in bronzo attribuibili ai grandi maestri della Grecia classica e sopravvissuti all’oblio dei secoli, restituiti dallo Jonio calabrese dove si interruppe misteriosamente il loro viaggio. La loro storia – conclude Cannatà- è paradigmatica di quella straordinaria migrazione di cultura dal mondo delle poleis greche alla Roma imperiale, una delle radici più profonde della cultura occidentale”.
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- gennaio 14, 2022 -
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