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Licodia Eubea (Ct). Alessandra Cilio, direttore artistico, traccia un bilancio della XII edizione del Festival della Comunicazione e del Documentario archeologico e dà qualche anticipazione dell’edizione 2023. Ecco a chi sono stati assegnati i tre premi in palio

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Alessandra Cilio accompagna gli ospiti nella visita del museo Archeologico “Antonino Di Vita” di Licodia (foto rica)

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Alessandra Cilio, archeologa

Sono passate tre settimane dalla chiusura della XII edizione del Festival della Comunicazione e del Cinema archeologico di Licodia. È tempo di bilanci. E non solo. La macchina organizzativa capitanata dai vulcanici direttori artistici Alessandra Cilio e Lorenzo Daniele è già al lavoro per la prossima edizione, calendarizzata per il periodo compreso tra l’11 e il 15 ottobre 2023. “In cantiere abbiamo già messo la seconda giornata di studi Dialoghi in Badia”, anticipa Alessandra Cilio, “e si sta lavorando alla stipula di protocolli di intesa con Università e Centri di Studio italiani e stranieri, volti a una maggiore promozione dell’evento all’interno degli ambienti accademici e a una effettiva collaborazione tra il festival e queste realtà. Stiamo inoltre pensando all’attivazione di un workshop di produzione audiovisiva con professionisti del settore da riservare ad una selezione di partecipanti”. Ma non solo: “Stiamo anche pensando a un modo per coinvolgere in modo più attivo la comunità licodiana e le sue realtà locali (associazioni culturali, imprese e società), così da rendere ancora più chiaro e trasparente l’intento di questa manifestazione: la promozione della cultura audiovisiva archeologica ed antropologica, ma anche la valorizzazione intelligente dei luoghi, della gente e delle tradizioni che fanno di Licodia Eubea splendida e necessaria alla buona riuscita di questo evento, che è bello perché non vuole essere di nessuno in particolare, ma di tutti”.

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Gli “aperitivi” del Festival di Licodia sono stati garantiti dagli studenti dell’istituto Alberghiero di Modica e Chiaramonte Gulfi (foto rica)

Come è andata l’edizione 2022? “È stata un’annata difficile, questa”, cerca di sintetizzare Alessandra Cilio. “Difficile nel senso che per la prima volta abbiamo fissato, anche in fase di programmazione, l’idea di un festival diffuso, capace di portare il pubblico ad approfondire la conoscenza del paese che ospita la manifestazione, Licodia Eubea, attraverso la dislocazione di alcuni eventi collaterali in punti nevralgici come il museo “Antonino Di Vita” (proiezione del film “Noto, 1693. Il giorno della paura” in VR con visori ad hoc), la Badia (aperitivi, lunch ed esposizione permanente del progetto sonoro di Enzo Cimino “Armonizzazione Universale”), l’ex chiesa di Santa Chiara e San Benedetto (mostra “Didascalico!” di Pierluigi Longo), gli spazi esterni del teatro della legalità (mostra di fotografia “Gli Italiani” di Vittorio Daniele), le rovine del Castello Santa Pau e il borgo medievale (visite guidate e performance di Margherita Peluso e Meline Saoirse)”.

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Lorenzo Daniele e Alessandra Cilio sul palco del teatro della Legalità una delle sedi del Festival della Comunicazione e del Cinema Archeologico di Licodia (Ct) (foto rica)

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Santo Randone, sindaco di Licodia Eubea (foto rica)

I film in concorso. “I veri protagonisti del festival sono stati, ancora una volta, i film in concorso”, continua Cilio. “Quest’anno si è deciso di aumentare il numero delle proiezioni, raddoppiandolo. Questo è stato possibile sia per via delle numerosissime richieste pervenute (oltre 400) da tutto il mondo, ma anche per la possibilità di adoperare una vera sala cinematografica messa a disposizione dal Comune di Licodia Eubea. Il Teatro della Legalità è stato inaugurato dalla XII edizione del nostro festival e di questo siamo felici. Felici anche di aver riscontrato, da parte della nuova Amministrazione del sindaco Santo Randone, un forte interesse nei confronti di questa manifestazione che, in cinque giorni, riesce a rivitalizzare l’indotto del paese e a promuoverlo dal punto di vista turistico a livello internazionale. La promozione di un territorio attraverso un evento è tanto più forte quanto più “internazionale” è la gente che vi prende parte. Quest’anno abbiamo avuto il piacere di ospitare non solo 42 film provenienti da Paesi come l’Italia, la Francia, il Belgio, l’Inghilterra, la Serbia, la Spagna, il Portogallo, la Grecia, la Polonia, la Turchia, l’Iran, l’India, la Malesia, l’Indonesia, l’Egitto, gli Stati Uniti, l’Argentina e il Brasile, ma anche di accogliere un cospicuo numero di rappresentanti delle delegazioni artistiche delle opere in concorso (oltre una trentina), riunitesi a Licodia Eubea da luoghi come Istanbul, Atene, Palermo, Pisa, Barcellona, Pune, Brighton, Parigi e Pančevo, e che a Licodia Eubea, tra un film, un aperitivo e un’escursione, hanno stretto contatti e creato legami, tra di loro ma anche con i partecipanti all’evento”.

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Frame del film “Pérou, sacrifices au Royaume de Chimor” del regista francese Jerôme Semla

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Lorenzo Daniele e Alessandra Cilio consegnano il premio Archeovisiva al regista Jerôme Semla (foto rica)

I film premiati. Il Premio ArcheoVisiva, assegnato al miglior film secondo la giuria di qualità, composta dai registi Jean Marc Cazenave e Stavros Papageorghiou, dal presidente del Cineclub di Roma Angelo Tantaro e da Fulvia Toscano, già membro della Sicilia Film Commission, è andato al film “Pérou, sacrifices au Royaume de Chimor” (Francia, 2022; 90’) del regista francese Jerôme Semla, tra gli ospiti presenti a Licodia. Una scoperta archeologica senza precedenti di diverse centinaia di bambini e lama sacrificati ha portato alla luce il Regno di Chimor, situato nell’attuale Perù settentrionale. Come e perché sono stati compiuti questi sacrifici? Raccontata come un “cold case”, questa indagine archeologica internazionale è destinata a rivelare i misteri della più potente civiltà andina prima degli Incas, che prosperò per oltre cinque secoli. Questa la motivazione: “Si tratta di un film particolare, perché osa affrontare un argomento difficile come il rituale dei sacrifici umani, facendolo con abilità, seguendo indagini rigorosamente scientifiche, e mostrando rispetto ed empatia nei confronti delle vittime. È stato commovente anche perché ci sentiamo vicini agli scienziati, il cui destino è quello di indagare e studiare quell’enorme scena del crimine. Abbiamo apprezzato la sensibilità della sceneggiatura, la fotografia accurata e la regia elegante. La promessa di raccontare una grande storia in 90 minuti è stata mantenuta”.

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Frame del film “Mamody, the last baobab digger” di Cyrille Cornu,

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La cerimonia di consegna del Premio Archeoclub d’Italia con Mariada Pansera, presidente Archeoclub d’Italia di Augusta, al film più votato dal pubblico in sala alla XII edizione del Festival di Licodia (foto rica)

Il Premio Archeoclub d’Italia, per il film più apprezzato dal pubblico che ha partecipato alle proiezioni in sala, è stato assegnato al film “Mamody, the last baobab digger” (Francia, 2022; 48’), di Cyrille Cornu,. A consegnare il premio, Mariada Pansera, presidente dell’Archeoclub d’Italia di Augusta. Nel sud-ovest del Madagascar, l’altopiano di Mahafaly è una terra estremamente arida. Qui le piogge cadono solo poche volte all’anno. In queste condizioni di vita molto difficili, gli abitanti del piccolo villaggio di Ampotaka hanno trovato una soluzione unica per immagazzinare acqua.

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Maria Antonietta Rizzo Di Vita, docente di Etruscologia e antichità all’università di Macerata e vedova del noto archeologo, consegna il premio Antonino Di Vita a Eugenio Farioli Vecchioli, autore e regista televisivo (foto rica)

Premio Antonino Di Vita. È andato a Eugenio Farioli Vecchioli, autore e regista televisivo, il Premio Antonino Di Vita dell’XII edizione del Festival della Comunicazione e del Cinema Archeologico di Licodia Eubea, assegnato a una personalità distintasi per particolari meriti nella valorizzazione e promozione del patrimonio artistico e culturale. A consegnarlo è stata Maria Antonietta Rizzo Di Vita, docente di Etruscologia e antichità all’università di Macerata e vedova del noto archeologo, con queste motivazioni: “Regista e sceneggiatore di documentari, è autore di programmi televisivi dedicati al patrimonio culturale nazionale e internazionale. Il suo lavoro si distingue per la scelta di promuovere una comunicazione archeologica di alto livello, capace di coniugare il rigore scientifico alla grammatica filmica, raggiungendo il grande pubblico attraverso un medium di massa come la tv senza mai scivolare nell’omologazione. Per aver dato voce a quel vasto patrimonio diffuso minore che fatica a emergere oltre i confini locali, ma anche alle “minoranze” della Grande Storia; per l’azione consapevolizzante del valore sociale delle professionalità legate al patrimonio culturale, ma anche per la trasversalità dei temi trattati, capaci di suggerire sempre una rilettura dell’Antico alla luce del nostro tempo; per la capacità di rendere l’Uomo, quello di ieri così come quello di oggi, protagonista del suo racconto”.

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L’apertura in Badia della Prima Giornata di Studi dedicata alla comunicazione del patrimonio culturale (foto rica)

Non solo film. “Abbiamo cercato di diversificare l’offerta culturale, declinandola in tutte le sue possibili accezioni”, riprende Alessandra Cilio. “Per cominciare, il 12 ottobre abbiamo inaugurato la Prima Giornata di Studi dedicata alla comunicazione del patrimonio culturale. Si è deciso di strutturarla in tre sessioni principali (editoria, audiovisivo e accessibilità/inclusività), dando parola a 12 specialisti del settore che portassero sul banco i risultati delle loro personali esperienze e dessero vita, assieme ai partecipanti (studenti universitari, operatori museali, professionisti e semplici appassionati) ad un dibattito costruttivo, ad un dialogo (come recita il titolo dell’evento: “Dialoghi in Badia”) finalizzato ad un’analisi basata su fatti concreti di temi spesso affrontati in maniera astratta all’interno di università e luoghi di lavoro. La qualità dei relatori e la partecipazione attiva del pubblico ci ha fatto comprendere quanto sia importante, all’interno del nostro festival, stabilire simili momenti di riflessione, e ci ha portato a decidere di pubblicare, nei prossimi mesi, gli Atti ufficiali della giornata, in attesa di una seconda e altrettanto ricca edizione”.

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Margherita Peluso nella performance Armonizzazione Universale alla XII edizione del Festival della Comunicazione e del Cinema archeologico (foto rica)

Arti visive. “Come sempre, abbiamo mantenuto l’appuntamento con gli amanti della fotografia e delle arti visive, ospitando due preziose mostre in prima assoluta: una di fotografia, Gli Italiani di Vittorio Daniele, ed una di grafica, Didascalico! di Pierluigi Longo. I locali della Badia sono stati inoltre lo spazio scelto dal sound artist Enzo Cimino per le sue istallazioni, che hanno messo insieme il potere evocativo della natura con quello delle sonorità generate dalle stesse piante attraverso un complesso sistema di mixer e sintetizzatori. Il centro storico, invece, si è trasformato in teatro all’aperto, grazie alle esibizioni di Meline Saoirse e Margherita Peluso, che ancora una volta ha sottolineato l’importanza del legame tra gli uomini ma anche tra l’essere umano, la Terra e la Memoria”.

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Incontro con Carmelo Siciliano alla XII edizione del Festival della Comunicazione e del Cinema Archeologico di Licodia (foto rica)

Incontri. “Non abbiamo trascurato neanche la musica, invitando Carmelo Siciliano a parlare del suo ultimo libro Sentire la Grecia. In viaggio fra musiche e tradizioni, una vera e propria guida di viaggio che illustra le peculiarità delle regioni della Grecia e delle sue isole attraverso le danze e le sonorità. Sonorità che sono state regalate anche al pubblico licodiano la sera del 15 ottobre attraverso una serie di suggestivi brani suonati dall’autore, affermato musicista, con bouzouki e oud. E l’antropologo Dario Piombino Mascali, studioso di chiara fama e al tempo stesso uomo dalla spiccata sensibilità, ha trattato un tema toccante, quello del complesso rapporto tra morte e infanzia, collegandosi ad alcune delle opere in concorso nella giornata del 14 ottobre, come Ninos de los Andes di Aldana Loiseau (Argentina)  e Pérou, sacrifices ou Royaume de Chimor di Jerome Scemla (Francia)”.

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La proiezione del film in Virtual Reality “Noto (1693). Il giorno della paura” al museo civico “Antonino Di Vita” (foto rica)

Le proiezioni del film in Virtual Reality “Noto (1693). Il giorno della paura” sono avvenute all’interno del museo civico “Antonino Di Vita”. “Per gentile concessione del Comune di Noto è stato possibile offrire un’esperienza immersiva a quanti facessero richiesta, adoperando gli speciali visori che rendono la proiezione del film estremamente affascinante. L’idea di dislocare la VR experience in un luogo relativamente “decentrato” dalla sala proiezioni si è rivelata vincente proprio per il cospicuo numero di presenze registrate che, nell’attesa del proprio turno, hanno potuto visitare gli spazi espositivi del museo archeologico, incrementando così la propria conoscenza del sito che ospita il festival e delle sue più rilevanti testimonianze materiali”.

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Il desk e il bookshop del Festival della Comunicazione e del Cinema Archeologico di Licodia (foto rica)

Qualche considerazione finale. “Se il “confine” (parola che suona come il leit motiv di questa annata) può essere declinato tanto dal punto di vista geografico che culturale, funziona anche quando si parla di cinema: di chi, cioè, lo fa e di chi lo fruisce. Un festival è questo: una festa, nella quale ci si riunisce. E in cui simili barriere, eccezionalmente, cadono, rivelando la profonda umanità che sta dietro proprio chi fa il cinema e chi lo guarda. Il collante? Sempre lui: l’Uomo. Di oggi, di ieri, di domani. Con le sue credenze, le sue fragilità, le sue convinzioni. Con la sua Arte, anche”, commenta Alessandra Cilio, che conclude: “Sono contenta della varietà data al cartellone di quest’anno. Io e Lorenzo siamo riusciti a mettere insieme diverse premiere e film di recente produzione interessanti, piacevoli. La programmazione ha cercato di tener conto del tema sviluppato nell’opera, ma anche della provenienza, del genere (documentario classico, docu-drama, docu-fiction, cortometraggio, corto animato) e della durata, così da soddisfare diversi target di pubblico. Siamo soddisfatti anche dei risultati relativi al Premio Internazionale della Giuria di Qualità “Archeovisiva” e al Premio “Archeoclub d’Italia”; quest’ultimo, decretato dal pubblico, permette di avere una interessante restituzione del gradimento delle opere in concorso durante le cinque giornate”.

XI Rassegna del Documentario e della Comunicazione archeologica di Licodia Eubea (Ct): serata finale con bilancio del festival e consegna dei premi: al film “Antica trasversale Sicula. Il cammino della Dea Madre” di Francesco Bocchieri il premio Archeoclub d’Italia; al film “The trace of time” di Dionysia Kopana il premio ArcheoVisiva; all’archeologo Lorenzo Nigro il premio Antonino Di Vita

L’antica chiesa di San Domenico e Santa Chiara ha il pubblico delle grandi occasioni: domenica 17 ottobre 2021 è l’ultima giornata dell’XI Rassegna del documentario e della comunicazione archeologica di Licodia Eubea (Ct). È la giornata della consegna dei premi: quello Archeoclub d’Italia, attribuito dal pubblico; ArcheoVisiva, assegnato dalla giuria internazionale di qualità; Antonino Di Vita, definito dal comitato scientifico.

In questo video dell’XI Rassegna del documentario e della comunicazione archeologica di Licodia Eubea (Ct) la cronaca di una serata indimenticabile.

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L’attrice Margherita Peluso con Lorenzo Daniele e Alessandra Cilio (foto graziano tavan)

È stata anche l’occasione per i due direttori artistici, Alessandra Cilio e Lorenzo Daniele, per ringraziare Margherita Peluso per la performance in piazzetta Stefania Noce e al castello Santapau, dove sono stati coinvolti i molti presenti, compresi gli alunni delle scuole licodiane (vedi Licodia Eubea. Coinvolgente performance live di Margherita Peluso, Pamela Vindigni e Giulia Trecosta al castello Santapau collegata alla mostra fotografica “Madre Terra, Natura-Naturans. Tra materia, immagine e corpo”, evento collaterale dell’XI Rassegna del documentario e della comunicazione archeologica | archeologiavocidalpassato).

Al centro il regista Francesco Bocchieri con la moglie Luana Dicunta produttrice premiato da Giacomo Caruso, presidente dell’Archeoclub d’Italia – sez. di Licodia Eubea, con Lorenzo Daniele e Alessandra Cilio per il film “Antica trasversale Sicula. Il cammino della Dea Madre” (foto graziano tavan)

Premio Archeoclub d’Italia assegnato al film più votato dal pubblico presente in sala e in collegamento streaming e consegnato da Giacomo Caruso, presidente della sezione di Licodia Eubea dell’Archeoclub d’Italia: i primi tre film se la sono giocata sul filo dei centesimi di punto. Terzo è arrivato “Songs of the Water Spirits” di Nicolò Bongiorno; secondo “Thalassa, il racconto” di Antonio Longo. Ha vinto il film “Antica trasversale Sicula. Il cammino della Dea Madre” di Francesco Bocchieri (Italia 2021, 80’). Un viaggio attraverso la Sicilia, seguendo il percorso dell’Antica Trasversale Sicula, uno dei cammini più antichi d’Italia. Da Mozia a Camarina, 650 km di strade riscoperte da un gruppo di appassionati ispirati dalle ricerche dell’archeologo Biagio Pace, immerse nella natura, nel paesaggio e nella Storia. Un viaggio di luoghi, persone, incontri e di forti emozioni, un atto di amore per la propria terra. Francesco Bocchieri nasce a Ragusa nel 1986. Amante dalla natura, del suo territorio e degli argomenti archeologici, nel 2018 realizza, con la moglie Luana Dicunta, il documentario “Ragusa Terra Iblea”. Da allora si appassiona sempre più ai temi archeologici e decide di affrontare una sfida ancora più ardua, la realizzazione del documentario “Antica Trasversale Sicula – il cammino della dea madre”, sull’omonimo cammino archeologico di 650 km che attraversa l’intera isola.

La regista Dionysia Kopana con il premio ArcheoVisiva consegnatole da Graziano Tavan della giuria di qualità tra l’l’interprete Vincenzo Palmieri e l’artdirector Alessandra Cilio (foto RDCA)

Premio ArcheoVisiva al film migliore selezionato dalla giuria internazionale di qualità, composta da Lada Laura (Croatia), educatore museale senior al museo Archeologico nazionale di Spalato e direttrice del Festival internazionale del Cinema Archeologico di Spalato; Diego Schiavo (Italia), sound designer, autore, sceneggiatore, regista per il cinema e il teatro; Memi Spiratou (Grecia), artista musicale, regista, scrittrice e direttrice artistica del Festival internazionale di Cinema Archeologico AGON di Atene; Graziano Tavan (Italia), giornalista professionista e blogger (cura l’archeoblog archeologiavocidalpassato.com) esperto nella comunicazione del patrimonio culturale attraverso i media. Ha vinto il film “The trace of time” di Dionysia Kopana (Grecia 2020, 97’), un film sul tempo, la memoria, la nostalgia. Un film sulla bellezza dell’archeologia e dello scavo attraverso il ritratto postumo di Yannis Sakellarakis. Un viaggio alla ricerca di un uomo non più presente, attraverso le tracce lasciate nei posti dove è stato e le persone che ha incontrato. Uno scavo cinematografico che mette in luce un’immagine attraverso frammenti, proprio come fa l’archeologia.

La regista greca Dionysia Kopana tra Alessandra Cilio e Vincenzo Palmieri (foto graziano tavan)

Ecco la motivazione della giuria di qualità: “La regista, seguendo le orme e ricostruendo la figura del grande archeologo greco Iannis Sakellarakis, con una fotografia efficace arricchita da immagini di archivio, affronta i grandi temi dell’archeologia; il senso e il fine della ricerca archeologica, il rapporto con le comunità locali, con il paesaggio, con la storia; l’approccio del ricercatore a uno scavo, le sue emozioni, i suoi dubbi, le relazioni con i colleghi e gli operai e la gente; il fine ultimo di tutto questo, che è la ricerca dell’uomo, la sua presenza, il suo messaggio che si trasmettono attraverso ogni singolo oggetto, ogni singolo gesto. Un film bello, scorrevole, chiaro e molto ben confezionato, pensato e girato”.

La regista, in questa intervista informale per archeologiavocidalpassato.com, racconta il suo film, il suo rapporto con l’archeologia, e il premio appena ricevuto. Dionysia Kopana ha studiato psicologia e cinema ad Atene e storia dell’arte a Firenze. Ha frequentato numerosi seminari e corsi sul cinema e sul documentario. Ha lavorato in produzioni televisive, pubblicitarie, cinematografiche e come fotografa e opinionista in riviste. Ha scritto sceneggiature per documentari e cortometraggi. Ha anche lavorato come direttore della fotografia in cortometraggi e documentari e come regista in teatro.

Maria Antonietta Di Vita, in questa intervista per archeologiavocidalpassato.com, traccia un bilancio dell’XI Rassegna del documentario e della comunicazione archeologica di Licodia Eubea e presenta il premio Antonino Di Vita, assegnato a chi spende la propria professione nella promozione della conoscenza del patrimonio storico artistico e archeologico, premio per il 2021 assegnato all’archeologo Lorenzo Nigro, che insegna Archeologia del Vicino Oriente antico e Archeologia fenicio-punica alla Sapienza Università di Roma e dal 2002 dirige la missione archeologica della Sapienza a Mozia in Sicilia Occidentale. A Lorenzo Nigro è stato premiato con una scultura di Santo Paolo Guccione, scultore raffinato e apprezzato tanto in Italia e che all’estero. Guccione ha sempre manifestato un sincero interesse nei confronti del festival di Licodia Eubea, per il quale ha sempre messo a disposizione la sua arte. Consapevole della malattia che lo ha colpito e che ne ha causato la scomparsa nel 2019, l’artista ha dedicato al festival la sua ultima opera, “L’Oracolo”, scultura che dal 2020 viene riprodotta in serie e consegnata come “Premio Antonino Di Vita”.

La professoressa Maria Antonietta Rizzo Di Vita consegna il premio Antonino Di Vita all’archeologo Lorenzo Nigro tra Lorenzo Daniele e Alessandra Cilio (foto graziano tavan)

Ecco la motivazione del comitato scientifico: “Archeologo sul campo e accademico, direttore di prestigiose missioni archeologiche nel Mediterraneo, in Giordania e Palestina, vanta un impegno trentennale nello studio del mondo fenicio-punico e del Vicino Oriente, veicolato attraverso una imponente produzione scritta di carattere scientifico e divulgativo. Per la sua capacità di comunicare efficacemente e diffusamente il patrimonio culturale e l’entusiasmo della scoperta attraverso una pluralità di media e linguaggi, da quello più immediato e spontaneo dei social media, a quello più pensato e personale della letteratura. Per la sua capacità di leggere l’Antico alla luce del nostro tempo, dando vita ad un complesso gioco di specchi con l’intento di offrire spunti di riflessione sempre stimolanti, su quegli interrogativi, quelle tensioni, quei sentimenti che da sempre caratterizzano l’animo umano”.

A Licodia Eubea (Ct) conto alla rovescia per l’XI Rassegna del Documentario e della Comunicazione Archeologica: 18 film (con 6 prime internazionali), tre premi, incontri con esperti e divulgatori, laboratori didattici e mostre d’arte e fotografia. I direttori artistici: “Col programma 2021 proponiamo una riflessione profonda sull’impatto del nostro passaggio sulla Terra attraverso il tempo e sulla necessità di instaurare con essa un nuovo dialogo”

Diciotto film (sei prime internazionali, quattro prime nazionali, cinque prime regionali), tre incontri di archeologia (Maria Stupia, università di Catania; Filippo Brianni, presidente Archeoclub d’Italia Area Ionica; Lorenzo Nigro, università La Sapienza), una mostra (“Madre Terra, Natura-Naturans. Tra materia, immagine e corpo”), una finestra sul documentario siciliano, tre premi (“Archeoclub d’Italia”, assegnato al film più votato dal pubblico; “ArcheoVisiva”, al film migliore selezionato da una giuria internazionale di qualità; “Antonino Di Vita”, assegnato a chi spende la propria professione nella promozione della conoscenza del patrimonio storico-artistico e archeologico), attività didattica per le scuole, e poi visite guidate e aperitivi al museo Archeologico. licodia-eubea_rassegna-del-documentario-e-della-comunciazione-archeologica-logoEcco i numeri dell’XI Rassegna del Documentario e della Comunicazione Archeologica a Licodia Eubea (Ct) dal 14 al 17 ottobre 2021, organizzata dall’associazione culturale ArcheoVisiva in collaborazione con l’Archeoclub d‘Italia di Licodia Eubea “Mario Di Benedetto”. L’ingresso alle proiezioni e alle mostre è gratuito. Tutte le attività previste si svolgeranno nel rispetto delle vigenti normative anti Covid-19. L’ingresso in sala sarà possibile solo su prenotazione attraverso la piattaforma http://www.eventbrite.it fino all’esaurimento dei posti disponibili. Per partecipare agli eventi e alle proiezioni in sala saranno obbligatori il possesso del Green Pass e l’utilizzo della mascherina.

Giacomo Caruso, presidente dell’Archeoclub di Licodia Eubea, tra i direttori artistici Lorenzo Daniele e Alessandra Cilio (foto RDCA)
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L’assessore regionale ai Beni culturali e all’Identità siciliana Alberto Samonà (foto RDCA)

“La Rassegna del Documentario e della Comunicazione Archeologica di Licodia Eubea”, sottolinea Alberto Samonà, assessore regionale dei Beni culturali e dell’Identità siciliana, “costituisce, in Sicilia, un punto di riferimento ormai indiscutibile sul versante dell’approfondimento delle strategie di comunicazione dell’Antico, in una felice sintesi tra divulgazione intelligente e profondità di conoscenze di settore. Dopo undici anni il Festival è un appuntamento imperdibile per studiosi e appassionati e costituisce anche un piccolo ma prezioso esempio di come un evento culturale possa inserirsi in un territorio in modo armonico, fino a divenirne parte integrante, valore aggiunto, fino a rappresentare, nell’immaginario collettivo, quel territorio stesso”. E il sindaco di Licodia Eubea, Giovanni Verga: “La Rassegna del Documentario e della Comunicazione Archeologica, giunta alla sua XI edizione, rappresenta per Licodia Eubea un evento di grande valenza culturale, riconosciuto dal mondo scientifico ed archeologico. L’impegno di questa Amministrazione per il futuro è quello di continuare a sostenere l’iniziativa promossa da ArcheoVisiva e dalla sezione locale dell’Archeoclub d’Italia in quanto rappresenta un valido mezzo per promuovere e valorizzare Licodia Eubea, le sue tradizioni e la sua storia millenaria”. Giacomo Caruso, presidente dell’Archeoclub d’Italia di Licodia Eubea: “Quando, undici anni fa – ricorda -, si pensò di dar vita ad una manifestazione che potesse, da un lato, raccontare il meraviglioso mondo della ricerca archeologica e, dall’altro, promuovere un territorio come quello di Licodia Eubea, il cui sviluppo è certamente legato al suo passato e alla sua storia, non avemmo alcun dubbio nell’ideare una rassegna cinematografica e di legarla alla figura del professor Antonino Di Vita, attraverso un premio a lui dedicato, sia perché originario di Licodia Eubea, ma anche perché a lui è intitolata l’istituzione culturale più prestigiosa: il museo civico”.

Locandina dell’XI Rassegna del Documentario e della Comunicazione archeologica di Licodia Eubea (Ct) dal 14 al 17 ottobre 2021

“Fin dalla sua comparsa l’uomo ha sempre interagito con l’ambiente circostante, adattandosi ad esso o modellandolo secondo le proprie necessità, in un equilibrio armonico di cui i paesaggi culturali sono testimonianza”, spiegano Alessandra Cilio e Lorenzo Daniele, direttori artistici del festival. “Nel tempo, però, questa relazione si è fatta complessa e tormentata, a causa di un’azione antropica sempre più aggressiva ed egoistica, i cui effetti oggi sono sotto gli occhi di tutti. La vera emergenza dell’età contemporanea non consiste solo nel salvare i segni del passato dalla dimenticanza, ma anche nel ricucire gli strappi con quella Natura che abbiamo prepotentemente sottomesso ai nostri interessi, individuando delle strategie efficaci che ci consentano di consegnare questo straordinario patrimonio alle generazioni future arricchito di nuovo senso e, soprattutto, in buona salute. È un invito all’azione, a “rimettere insieme i pezzi” -come ben suggerisce il soggetto grafico in copertina- che trova piena eco nei film selezionati per l’edizione 2021 del nostro festival, mostrando ancora una volta come il cinema sia un’efficace cartina al tornasole della nostra epoca, in grado di restituirne la temperie culturale, politica e sociale.

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Lorenzo Daniele e Alessandra Cilio, direttori artistici della Rassegna di Licodia Eubea (foto RDCA)

Diciotto sono i documentari in concorso, italiani e stranieri: li abbiamo scelti per la qualità dei contenuti, ma anche per il taglio fresco e originale con cui portano le loro storie sullo schermo. A far da corredo a questa ricca programmazione filmica, incontri con esperti e divulgatori, laboratori didattici e mostre d’arte e fotografia: modi diversi – concludono – per invitare tutti a una riflessione profonda sull’impatto del nostro passaggio sulla Terra attraverso il tempo e sulla necessità di instaurare con essa un nuovo dialogo. Ché la Terra ha respiro, anima e voce: tutto quello che ci chiede, è di essere ascoltata”.

La consegna del premio “Antonino Di Vita”: da sinistra, i direttori artistici Lorenzo Daniele e Alessandra Cilio, e Francesca Spatafora con Maria Antonietta Rizzo (foto RDCA)

A ripercorrere la storia della rassegna ci pensa Maria Antonietta Rizzo Di Vita, docente di Etruscologia e Antichità Italiche all’università di Macerata. “Partendo dall’esperienza pionieristica dei più importanti festival di settore europei, due giovani entusiasti ed innamorati del loro lavoro, Alessandra Cilio e Lorenzo Daniele, insieme al lungimirante presidente della locale sede dell’Archeoclub d’Italia, Giacomo Caruso, decisero, nell’ormai lontano 2011, di proporre in un piccolo centro della Sicilia un’esperienza innovativa che ponesse al centro dell’attenzione la divulgazione archeologica attraverso la visione di film, incontri ed esperienze didattiche, coinvolgendo in questo ambizioso progetto le autorità locali, l’Università di Catania, le soprintendenze, le scuole. Tutte queste diverse realtà si trovarono insieme, da punti di vista diversi, a riflettere e a confrontare le modalità in cui l’archeologia potesse essere meglio compresa, raggiungendo un pubblico sempre più vasto, nella consapevolezza che solo una condivisa conoscenza ed un interesse diffuso potessero contribuire alla salvaguardia dell’immenso patrimonio culturale che doveva essere trasmesso alle future generazioni. Con il tempo l’attenzione del festival si è allargata a comprendere ogni parte del mondo, come testimoniano la ricchezza e la varietà dei film di registi famosi, ma anche di giovani ricchi di talento, spesso realizzati anche da operatori di soprintendenze e musei, da docenti universitari e direttori di missioni di ricerca e di restauro. Da quella lontana prima edizione, in cui fu istituito il premio Antonino Di Vita, in ricordo dell’illustre archeologo di fama internazionale e di origini licodiane, di cui proprio quest’anno cade il decimo anniversario dalla scomparsa, è stata percorsa una lunga strada, che condurrà certamente ad altri successi e che darà il suo fondamentale contributo per una divulgazione di alto profilo, oltre che per un’opera costante volta alla formazione di una coscienza civile nelle nuove generazioni, verso le quali la direzione artistica del festival ha sempre manifestato un’attenzione particolare”.

L’università di Macerata lancia “PAST – L’Umanesimo che sa comunicare: Professioni per la comunicazione dell’Antico”, master annuale di II Livello per laureati in discipline umanistiche interessati agli aspetti relativi alla comunicazione e alla divulgazione del passato delle civiltà mediterranee. Bando a luglio. Ecco il comitato scientifico

Si chiama PAST – L’Umanesimo che sa comunicare: professioni per la comunicazione dell’Antico. È il Master annuale di II Livello, promosso dall’università di Macerata, indirizzato a laureati in discipline umanistiche, in possesso di Laurea magistrale presso una Università italiana o straniera riconosciuta, interessati agli aspetti relativi alla comunicazione e alla divulgazione del passato delle civiltà mediterranee. Il bando per la prima edizione di PAST per l’anno accademico 2021-2022 sarà pubblicato a luglio 2021. Il Master promuove la partecipazione – in qualità di docenti – di studiosi ed esperti del settore provenienti dall’Accademia e di professionisti del mondo dell’editoria e dell’imprenditoria. A integrazione della didattica frontale sono previste esercitazioni e attività laboratoriali, seminari e Masterclass di approfondimento. Il tratto distintivo del Master è la forte interazione tra il mondo universitario e della ricerca e il mondo del lavoro, che prevede, tra l’altro, un periodo di stage obbligatorio presso aziende leader del settore. A conclusione del Master lo studente sarà seguito nell’ideazione di un project work in uno degli ambiti definiti nell’offerta formativa (scrittura, audiovisivo, edutainment). Il Master è rivolto sia a giovani che desiderino completare la loro formazione con una declinazione professionalizzante, sia a professionisti che già operano nei settori dei Beni culturali che desiderino maturare e approfondire competenze specifiche nell’ambito della comunicazione e dei Social Media.

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Scorcio del teatro romano di Sabratha in Libia (foto unimc)

Presentazione. Storia e archeologia del Mediterraneo antico sono il focus di questo master che l’università di Macerata dedica a laureati di formazione umanistica e a professionisti del settore dei Beni culturali per farne dei Comunicatori dell’antico. Il Master intende formare figure professionali, altamente qualificate, spendibili negli ambiti del giornalismo scientifico e divulgativo, nella documentaristica storica e nel cinema archeologico, nell’editoria anche digitale e con particolare riferimento all’infanzia, nell’edutainment, nella comunicazione e didattica museale. I profili in uscita potranno mettere a frutto le conoscenze solidamente maturate nell’ambito della storia e dell’archeologia del Mediterraneo antico, al fine di realizzare prodotti culturali a contenuto storico di alta divulgazione scientifica: libri, blog, piattaforme digitali, podcast, fumetti, videogames, film, serie tv, programmi televisivi, documentari, progetti culturali museali.

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Dettaglio dell’arco di Settimio Severo a Leptis Magna in Libia (foto unimc)

Obiettivi. Unire la formazione storica, artistica e archeologica di base con le competenze tecniche e specifiche nella comunicazione dei contenuti di settore a un pubblico eterogeneo è l’obiettivo del master PAST. Il pubblico della comunicazione dell’antico può essere composto da specialisti così come da professionisti di diversa formazione appartenenti a generazioni differenti o con profili socio-culturali variegati. Il percorso di studi del master mira dunque da un lato a rafforzare la conoscenza metodologica e storiografica del passato, attraverso la selezione e l’utilizzo delle fonti, dall’altro a sviluppare la capacità creativa del saper raccontare in maniera efficace utilizzando media e forme espressive diversi. Sono figure professionali altamente qualificate e spendibili in diversi ambiti quelle formate da questo master. Dal giornalismo scientifico e divulgativo alla documentaristica storica e del cinema archeologico, passando per l’editoria (anche digitale) riferita all’infanzia, all’edutainment, alla comunicazione e alla didattica museale. I profili in uscita potranno mettere a frutto le conoscenze solidamente maturate nell’ambito della storia e dell’archeologia del Mediterraneo antico.

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La prof.ssa Simona Antolini (foto unimc)

Vediamo i componenti del comitato scientifico. Simona Antolini (direttore del consiglio direttivo): professore associato all’università di Macerata, è un’epigrafista dell’età romana. È responsabile dello studio delle iscrizioni greche e latine nell’ambito di diverse missioni archeologiche. I suoi principali campi di indagine sono: l’epigrafia municipale dell’Italia medio-adriatica, l’epigrafia rupestre, l’epigrafia in lingua greca e latina della Cirenaica, dell’Illiria meridionale e dell’Epiro, di Creta.

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L’archeologa Giorgia Cappelletti (foto unimc)

Giorgia Cappelletti: laureata in Archeologia e culture del mondo antico a Bologna, ha lavorato come archeologa nella sezione di Preistoria del Muse – Museo delle Scienze di Trento. Oggi scrive testi ed esercizi per le antologie scolastiche Mondadori, svolge laboratori didattici nelle scuole elementari e pubblica libri per bambini con l’editore Erickson. Dal 2019 collabora con il Centro studi Archeostorie®.

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La giornalista archeologa Cinzia Dal Maso (foto unimc)

Cinzia Dal Maso: cammina e scrive di archeologia, comunicazione dei beni culturali, uso contemporaneo del passato, turismo culturale, ecoturismo. Collabora con Repubblica, Il Sole 24 ore e dirige Archeostorie Magazine (www.archeostorie.it), osservatorio sulle forme di comunicazione dei beni culturali e della storia. Con il Centro studi Archeostorie® aiuta musei, istituzioni culturali e imprese a raccontare il proprio patrimonio in modo preciso, coinvolgente, distintivo.

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L’illustratore Andrea Dentuto (foto unimc)

Andrea Dentuto: illustratore per libri, insegnante di disegno, animatore e fumettista, ha iniziato a pubblicare poco dopo aver compiuto 20 anni su riviste a diffusione nazionale, ha realizzato illustrazioni per agenzie pubblicitarie, filmati animati come regista, trasferendosi poi in Giappone per 10 anni, dove ha pubblicato per editori come Mainichi Shinbun e Futabasha.

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Il direttore artistico Dario Di Blasi (foto unimc)

Dario Di Blasi: direttore artistico del Firenze Archeofilm Festival dal 2018, ha guidato dal 1990 al 2017 la Rassegna Internazionale del Cinema Archeologico a Rovereto e, più di recente, l’Archeo Cine Mann del Museo Archeologico di Napoli. Collabora nell’organizzazione di decine di manifestazioni che coniugano cinema e archeologia in Italia e all’estero.

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Il regista Eugenio Farioli Vecchioli (foto unimc)

Eugenio Farioli Vecchioli: autore e regista televisivo. Si è specializzato in comunicazione della scienza alla SISSA di Trieste. Lavora in TV dal 1998. Dal 2010 la sua attività si è concentrata sulla produzione di documentari dedicati al patrimonio archeologico e storico-artistico. Attualmente è il responsabile editoriale dei programmi di Rai Cultura dedicati al patrimonio culturale e realizzati in collaborazione con il ministero della Cultura.

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Il comunicatore Sandro Garrubbo (foto unimc)

Sandro Garrubbo: museante, docente, autore. Nei beni culturali dal 1987, ha studiato Scienze della Comunicazione. Da 27 anni in servizio al museo Archeologico “Antonino Salinas” di Palermo, è dal 2014 Social Media Strategist dello stesso museo. Insegna “Lab. Professionale di Comunicazione delle Istituzioni Culturali” all’università di Palermo. Coautore di saggi e articoli sulla comunicazione dei beni culturali.

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Il professor Sauro Gelichi (foto unimc)

Sauro Gelichi: professore ordinario di Archeologia Medievale all’università Ca’ Foscari di Venezia. Si occupa di storia dell’insediamento e della “cultura materiale” nel medioevo. È direttore del CeSAV (Centro Studi di Archeologia Venezia), della SAAME (Centro Interuniversitario per la storia e l’archeologia dell’alto medioevo). È direttore responsabile delle riviste “Archeologia Medievale” e “Rivista di Archeologia”.

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Il professor Anton Giulio Mancino (foto unimc)

Anton Giulio Mancino: professore associato di Storia del cinema all’università di Macerata, collabora con le riviste “Bianco e Nero”, “Cinecritica”, “Cineforum”, “8½”, “Fata Morgana”, il programma di Rai Radiotre “Wikiradio” e il quotidiano “La Gazzetta del Mezzogiorno”. Ha redatto numerose voci dell’Enciclopedia del Cinema Treccani e del Dizionario biografico degli italiani e per Einaudi del Dizionario dei registi del cinema mondiale.

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La professoressa Silvia Maria Marengo (foto unimc)

Silvia Maria Marengo: professore ordinario di Storia romana all’università di Macerata, fa parte della XVI commissione dell’Unione Accademica Nazionale per i supplementi ai corpora delle iscrizioni greche e latine. È responsabile del progetto di collaborazione fra l’università di Macerata e l’università di Zagabria per lo studio delle iscrizioni di Salona. La sua attività di ricerca riguarda principalmente la storia romana delle Marche e l’epigrafia della Cirenaica.

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Il professor Emanuele Papi (foto unimc)

Emanuele Papi: professore ordinario di Archeologia classica all’università di Siena, è direttore della Scuola Archeologica italiana di Atene dal 2016. Ha condotto scavi e ricerche a Roma sul Palatino, a Hephaestia (Lemnos) in Grecia, a Dionysias in Egitto, a Thamusida, Lixus, Sala, Zilil e Volubilis in Marocco. Si occupa di Mediterraneo antico, società e città, economia dell’impero romano, storia delle rovine. È autore di diverse monografie.

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Il professor Roberto Perna (foto unimc)

Roberto Perna: professore associato in Archeologia classica all’università di Macerata. Dal 1996 al 2007 incaricato dalla Provincia di Macerata per la consulenza in materia di Beni Culturali: archeologici, storico-artistici ed architettonici. Si occupa di topografia antica e di gestione del patrimonio archeologico e culturale. Ha elaborato e realizzato progetti finalizzati alla tutela, gestione e valorizzazione del patrimonio culturale in Italia e in Albania.

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Il professor Luca Peyronel (foto unimc)

Luca Peyronel: professore ordinario di Archeologia e Storia dell’arte del Vicino Oriente Antico all’università di Milano, dirige scavi e progetti di ricerca in Turchia, Siria ed Iraq e si occupa soprattutto di economia antica, artigianato, commerci e interazioni culturali del mediterraneo orientale e Asia occidentale durante l’età del bronzo. Ha fondato e coordinato il laboratorio Archeoframe di comunicazione e valorizzazione dei beni culturali dell’università Iulm di Milano.

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La professoressa Jessica Piccinini (foto unimc)

Jessica Piccinini: ha lavorato come Wissenschaftliche Mitarbeiterin all’università di Vienna e ha svolto attività di ricerca in numerose università e istituti, come il Center of Hellenic Studies dell’università di Harvard a Washington DC, la Scuola Archeologica Italiana di Atene. Dal 2018 insegna Storia greca all’università di Macerata. Si interessa di storia politica e religiosa della Grecia Nord-occidentale e dell’Adriatico dall’età arcaica a quella ellenistico-romana.

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Il radiofonico Sebastian Paolo Righi (foto unimc)

Sebastian Paolo Righi: ama ascoltare e raccontare storie, davanti a un microfono o dietro a un mixer. Soprattutto se parlano di arte, sperimentazione, innovazione sociale e culturale. Fondatore e Station Manager di NWRadio e Podcast Producer per NWFactory, ha curato regia e produzione di Branded Podcast e serie narrative di successo quali La Bestia Feroce, La Nube – Disastro a Bophal e Bistory – Storie dalla storia.

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La professoressa Maria Antonietta Rizzo (foto unimc)

Maria Antonietta Rizzo: professore associato di Etruscologia e antichità italiche prima nell’università Carlo Bo di Urbino, poi in quella di Macerata. Ha condotto scavi, restauri e ricerche in Etruria (Cerveteri), in Grecia (Gortina di Creta, Rodi) ed è direttore delle missioni dell’università di Macerata in Libia (Leptis Magna e Sabratha). Direttore della rivista “Libya Antiqua”, ha curato allestimenti di musei, e organizzato mostre e convegni nazionali ed internazionali.

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Il professor Ignazio Tantillo (foto unimc)

Ignazio Tantillo: professore ordinario all’università di Napoli L’Orientale, è uno storico dell’età romana e della tarda antichità. Si interessa di storia politica e culturale dal III al VI secolo, dell’Africa romana e della sua amministrazione civile e militare, di Cassiodoro e dell’Italia Ostrogota,  della città di Leptis Magna e della Tripolitania, della provincia di Creta e di Gortina nel IV secolo d.C., dello statue habit tra II e VI secolo d.C., dell’epigrafia dell’Italia e delle province, latine ed ellenofone.

Al via a Licodia Eubea (Ct) la X Rassegna del Documentario e della Comunicazione archeologica: 32 film, sette prime nazionali, che quest’anno si possono seguire anche in streaming. Basta un clic. Ecco il programma

La locandina della X Rassegna del Documentario e della Comunicazione archeologia a Licodia Eubea dal 15 al 1

Siete comodi sul divano, pronti per un viaggio nello spazio e nel tempo con un semplice clic? Non stiamo parlando di “Ritorno al futuro” ma della X Rassegna del Documentario e della Comunicazione Archeologica organizzata dal 15 al 18 ottobre 2020 a Licodia Eubea (Ct) dall’associazione culturale Archeovisiva in collaborazione con Archeoclub d‘Italia di Licodia Eubea “Mario Di Benedetto”: quest’anno non solo ci sarà il festival in presenza, garantito con grande coraggio nel rispetto delle restrizioni, normative e problematiche, dovute all’emergenza sanitaria, ma per permettere a tutti gli appassionati di seguire la ricca programmazione ecco l’opportunità della rassegna in streaming. Basta registrarsi gratuitamente sulla piattaforma www.streamcult.it e accedere ai contenuti comodamente da casa. Per essere presenti in sala, invece, è necessario prenotare il proprio posto gratuitamente sul sito www.rassegnalicodia.it, dove è possibile scaricare il programma completo delle proiezioni e degli eventi.  

Lorenzo Daniele e Alessandra Cilio, direttori artistici della Rassegna di Licodia Eubea

“Lo scorso ottobre ci eravamo lasciati con la promessa che l’edizione 2020 del festival di Licodia Eubea sarebbe stata unica, speciale”, ricordano i direttori artistici del festival Alessandra Cilio e Lorenzo Daniele. “Non immaginavamo che, nell’arco di pochi mesi, la nostra vita sarebbe stata stravolta dall’esperienza della pandemia e dalle sue inevitabili conseguenze. Più volte ci siamo interrogati sull’eventualità di un festival in formato ridotto, magari interamente on-line. L’idea di dover rinunciare a incontri e proiezioni in sala, però, non ci ha convinto del tutto e abbiamo deciso di optare per una soluzione ibrida: una manifestazione dal vivo, sebbene destinata ad una utenza ridotta, fruibile via streaming attraverso un portale ideato ad hoc. Non avremmo potuto fare diversamente. I festival cinematografici costituiscono un’occasione unica e irripetibile, per l’autore di un’opera filmica, di entrare in diretto contatto con i suoi spettatori e di confrontarsi con loro, e non volevamo rinunciarvi. Quella di quest’anno, dunque, sarà un’edizione pienamente sperimentale. Unica certezza, la qualità dei venti documentari selezionati: sono lavori in buona parte ancora inediti a livello nazionale, potenti e originali per approccio, tematiche, taglio narrativo. I film abbracciano un arco temporale di oltre seimila anni e comprendono Paesi come Italia, Serbia, Ungheria, Spagna, Grecia, Cipro e ancora Iran, Iraq ed Egitto”.

Trentadue pellicole in programma, tra documentari, docu-fiction, film di animazione e cortometraggi; otto film stranieri, sette prime nazionali, oltre quattordici ore di proiezioni, un ricco calendario di eventi collaterali e tante novità. “Minimo comune denominatore, il concetto di skills, che si tratti delle abilità sviluppate dalle popolazioni preistoriche per adattarsi ad un determinato ambiente, della capacità dei ceramisti contemporanei di ripercorrere le orme dei loro antenati del Bronzo antico, o delle competenze manageriali delle donne assire nel gestire casa e affari in assenza dei mariti, rendendolo noto attraverso una puntuale corrispondenza scritta. Ma sono anche quei saperi ormai quasi dimenticati, immortalati dalla pellicola perché possano sopravvivere nel tempo: sono canti, sono gesti, sono incastri perfetti di pietre, risultato di secoli di sperimentazioni, tentativi ed errori. Sono strumenti e saperi necessari allo sviluppo economico e tecnologico di un popolo, ma anche alla sua crescita spirituale e culturale. E se non si possiedono, bisogna imparare a costruirli, “sbagliando e riprovando, e ancora sbagliando e riprovando”. Ché in questo continuo, inesauribile percorso, sta il segreto della complessità del vivere umano, ma anche tutta la sua poetica bellezza”.

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Frame del film Mare Nostrum. Storie dal mare di Roma Nazione” di Guido Fuganti

Vediamo un po’ il programma. Giovedì 15 ottobre 2020. Alle 17.30, per “CINEMA E ARCHEOLOGIA”, i film “In their hands Reshaping pottery of the European Bronze Age / Nelle loro mani. Rimodellare la ceramica dell’Età del Bronzo Europea” di Marcello Peres, Nicola Tagliabue, Thomas Claus, Csaba Balogh, Vladan Caricic Tzar (Spagna, Germania, Ungheria, Serbia; 2019, 32’); “Dig Life” di Chris Davies (Serbia, Australia; 2019, 46’). “Mare Nostrum. Storie dal mare di Roma Nazione” di Guido Fuganti (Italia; 2020, 21’). Alle 19.30, per “INCONTRI DI ARCHEOLOGIA”, inaugurazione della mostra fotografica “Le pietre raccontano” a cura di “Augusta Photo Freelance“. Interviene Romolo Maddaleni, presidente di Augusta Photo Freelance. Durante le giornate del Festival, la mostra sarà visitabile dalle 10 alle 13 e dalle 17 alle 20. Alla sera, alle 21, per “CINEMA E ANTROPOLOGIA”, i film “Lu recito” di Dario Lo Vullo (Italia; 2019, 19’): “Prima che arrivi l’estate” di Francesco Di Martino (Italia; 2019, 78’).

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Frame del film d’animazione “The Sound of that Beat / Il suono di quel battito” di Mirko Furlanetto

Venerdì 16 ottobre 2020. Alle 10.30, per “RAGAZZI E ARCHEOLOGIA”, sezione dedicata a film d’animazione, docufiction e attività didattiche pensate per il pubblico più giovane, condotte dall’archeologa Concetta Caruso: “La memoria di un filo” di Gian Maria Pontiroli (Italia; 2019, 28’); “The Sound of that Beat / Il suono di quel battito” di Mirko Furlanetto (Italia, Iraq; 2020, 5’); “ArcheoMovies. L’Archeologia al Cinema”: proiezione di 5 cortometraggi realizzati dagli studenti del IV I.C. “Domenico Costa“ di Augusta nell‘ambito del progetto “ArcheoMovies. L‘Archeologia al Cinema”, finanziato dal Piano Nazionale Cinema per la Scuola (Mibact-MIUR). Durata complessiva: 25 minuti. Anno: 2019. Alle 17.30, per “CINEMA E ARCHEOLOGIA”, i film “S.T.U.R.A. Storia del Territorio e dell’Uomo lungo le Rive e sull’Acqua” di Davide Borra (Italia; 2019, 20’); “Πήγα, είδα, άκουσα / Vai, guarda, ascolta” di Mary Bouli (Grecia; 2020, 24’); “Sicilia questa sconosciuta” di Pina Mandolfo, Maria Grazia Lo Cicero (Italia; 2019, 45’). Alle 19.15, per “INCONTRI DI ARCHEOLOGIA”, “Agli albori del viaggio moderno in Sicilia. Il grand tour di Thomas Cole e Samuel James Ainsley nel 1842”: interviene in video-conferenza Brian E. McConnell, docente di Storia dell‘Arte presso la Florida Atlantic University. Alla sera, alle 21, per “CINEMA E ANTROPOLOGIA”, i film “L‘uomo delle chiavi, sulla vecchiaia” di Matteo Sandrini (Italia; 2020, 45’); “Manufatti in pietra” di Michele Trentini (Italia; 2019, 33’).

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Il paletnologo Fabrizio Mori nel film di Lucio Rosa “Fabrizio Mori. Un ricordo” (foto Lucio Rosa)

Sabato 17 ottobre 2020. Alle 17.30, per “CINEMA E ARCHEOLOGIA”, i film “Pompei, dopo il disastro” di  Sabine Bier (Italia, Germania; 2019, 52’); “Egypte: les temples sauves du Nil / Egitto: i templi salvati del Nilo” di Olivier Lemaitre (Francia; 2018, 53’); “Thus speaks Tarām-Kūbi, Assyrian Correspondence / Così parla Tarām-Kūbi, corrispondenze assire” di Vanessa Tubiana-Brun (Francia; 2020, 46’). Alla sera, alle 21, per “CINEMA E ARCHEOLOGIA”, i film “Fabrizio Mori, un ricordo” di Lucio Rosa (Italia; 2020, 20’); “ΚΙΝΥΡΑΣ, Ιερεύς Κτίλος Αφροδίτας / Cinira, l’amato sacerdote di Afrodite” di Stavros Papageorghiou (Cipro; 2019, 90’).

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La consegna del premio “Antonino Di Vita”: da sinistra, i direttori artistici Lorenzo Daniele e Alessandra Cilio, e Francesca Spatafora con Maria Antonietta Rizzo

Domenica 18 ottobre 2020. Alle 17.30, pe “CINEMA E ARCHEOLOGIA”, i film “La Scuola di Atene. L’archeologia italiana nell’Egeo” di Eugenio Farioli Vecchioli (Italia; 2019, 52’); “Alone among the rocks / Solo tra le rocce” di Arman Gholipour Dashtaki (Iran: 2020, 21’). Alle 19.30, per “FINESTRA SUL DOCUMENTARIO SICILIANO”, Tra tradizione e sperimentazione. Il cinema di Alessia Scarso: interviene la regista Alessia Scarso. Quindi il film “Vasa Vasa” di Alessia Scarso (Italia; 2017, 12’). Alle 20.30, la cerimonia di premiazione con l’intervento di Santo Cummaudo, assessore ai Beni Culturali del Comune di Licodia Eubea. Premio “Archeoclub d’Italia”: proclamazione del film più votato dal pubblico. Consegna il premio: Giuseppe Cosentino, presidente Archeoclub d’Italia di Lentini; Premio “ArcheoVisiva”: proclamazione del film migliore selezionato dalla giuria internazionale di qualità. Consegna il premio: Fabio Caruso, archeologo, ricercatore ISPC-CNR di Catania. Premio “Antonino Di Vita”: il premio, un‘opera dell‘artista Santo Paolo Guccione, viene assegnato a chi spende la propria professione nella promozione della conoscenza del patrimonio storico-artistico e archeologico. Consegna il premio: Maria Antonietta Rizzo Di Vita, docente di Etruscologia e Antichità Italiche, università di Macerata.

La IX Rassegna del Documentario e della Comunicazione Archeologica di Licodia Eubea (Ct), gratificata da una folta presenza di pubblico e addetti ai lavori, ha assegnato il premio “Antonino Di Vita” a Massimo Vidale, archeologo di frontiera, docente e grande comunicatore. Il pubblico ha scelto “I Leoni di Lissa” e la giuria di qualità “Incontrando i Neanderthal”

La locandina della IX Rassegna del Documentario e della Comunicazione Archeologica di Licodia Eubea (Ct)

Il docente Alessandro De Filippo con i direttori artistici Alessandra Cilio e Lorenzo Daniele

Addetti ai lavori, registi, produttori, archeologi e centinaia di visitatori: Licodia Eubea, anche per i quattro giorni di programmazione della IX Rassegna del Documentario e della Comunicazione Archeologica, si è confermata un vero crocevia di incontri e scambi di esperienze, punto di riferimento, a livello internazionale, per il cinema archeologico. La serata finale, con un successo di pubblico senza precedenti venuto a seguire le premiazioni con i protagonisti presenti in sala, già antica chiesa di San Benedetto e Santa Chiara, è stata il naturale e conseguente sigillo a un’edizione da incorniciare. Ma prima di passare alla proclamazione dei film scelti dalla giuria internazionale e dal pubblico, e dell’assegnazione del prestigioso premio “Antonino Di Vita”, la Rassegna ha offerto la consueta Finestra sul documentario siciliano, che quest’anno è stata dedicata alla Sicilia di Vittorio De Seta, padre del documentarismo moderno, raccontata da Alessandro De Filippo, critico cinematografico e docente di Tecnica della rappresentazione audiovisiva presso il DISUM di Catania.

Enzo Piazzese, presidente dell’Archeoclub d’Italia di Ragusa, consegna il premio “Archeoclub d’Italia” al regista Nicolò Bongiorno

“I leoni di Lissa” di Nicolò Bongiorno

Premio “Archeoclub d’Italia”. Il pubblico della IX Rassegna del Documentario e della Comunicazione Archeologica, realizzata con il sostegno di Sicilia Film Commission e la collaborazione dell’Archeoclub d’Italia di Licodia Eubea diretta da Giacomo Caruso, ha scelto il film “I leoni di Lissa” documentario prodotto da “Allegria Film” e diretto dal regista Nicolò Bongiorno, che si è così aggiudicato il premio “Archeoclub d’Italia”. “I leoni di Lissa” di Nicolò Bongiorno (Italia/Croazia, 2019; 76’): il film evoca la leggendaria battaglia navale di Lissa (1866), scontro simbolo e icona dell’iconografia moderna. Attraverso un mosaico di suggestioni visive, storiche e mitologiche, lo spettatore viaggia con grandi maestri dell’esplorazione subacquea fino al grembo profondo di un capitolo dimenticato dell’unità d’Italia. Un’immersione di grande importanza scientifica e archeologica, raccontata come una fiaba moderna. Il regista, secondogenito del noto conduttore televisivo Mike Bongiorno, ha ricevuto il premio dalla mani di Enzo Piazzese (Archeoclub d’Italia di Ragusa).

Al film “A la rencontre de Néandertal”, di Rob Hope e Pascal Cuissot il premio “Archeovisiva”

Laura Maniscalco con Brian McConnell, membri della giuria di qualità, legge la motivazione del premio “Archeovisiva”

Il premio “Archeovisiva”, assegnato da una giuria internazionale di qualità composta da Diego D’Innocenzo, Anthony Grieco, Lada Laura, Laura Maniscalco e Brian McConnell è stato assegnato alla produzione francese “A la rencontre de Néandertal”, di Rob Hope e Pascal Cuissot, prodotto dalla Fred Hilgemann Films, presentato in anteprima nazionale a Licodia Eubea. Il film “A la rencontre de Neandertal / Incontrando i Neanderthal” di Rob Hope e Pascal Cuissot (Francia, 2019; 52’): molto prima dell’arrivo dell’Homo Sapiens, i Neanderthal si aggirano per le vaste pianure europee, completamente allagate dopo l’Era Glaciale. Diverse scoperte in Francia e in Inghilterra, e soprattutto sull’isola di Jersey, permettono oggi agli archeologi di capire lo stile di vita di quei primi grandi nomadi d’Europa, che vissero trecentomila anni. Laura Maniscalco con Brian McConnell ha proclamato il vincitore del premio “Archeovisiva” con questa motivazione: “Il documentario A la recontre de Néandertal, attraverso un giusto equilibrio tra interviste, scene con personaggi e ricostruzioni artistiche, riesce a presentare in modo chiaro dati estremamente stimolanti ricavati da diversi siti in diverse parti d’Europa. Nonostante l’abisso cronologico che ci separa dalle problematiche presentate, il film riesce a trasmetterci il significato della lotta costante delle popolazioni Neanderthal di fronte alle difficoltà ambientali ma anche la loro capacità di adattamento a drastici cambiamenti climatici, capacità che assume un significato emblematico per noi contemporanei e per le generazioni future in vista delle problematiche climatiche sempre più pressanti”. Ma la giuria di qualità ha inoltre assegnato una menzione speciale al film “C’era una volta Iato”, prodotto dall’Istituto Comprensivo di San Giuseppe Jato, per la freschezza e l’alto livello della realizzazione, e per il messaggio sociale che il film trasmette.

Maria Antonietta Rizzi Di Vita consegna il premio “Antonino Di Vita” all’archeologo Massimo Vidale

Premio “Antonino Di Vita”. Se la finalità del prestigioso premio della Rassegna di Licodia Eubea è quello di segnalare chi spende la propria professione nella promozione della conoscenza del patrimonio storico-artistico e archeologico, la scelta del comitato scientifico del festival non poteva essere migliore, attribuendolo all’archeologo e grande comunicatore Massimo Vidale, che ha svolto negli ultimi quaranta anni ricerche archeologiche ed etnoarcheologiche in Italia, Iran, Kuwait, Iraq, Pakistan, Turkmenistan, India, Nepal, Indonesia, Tunisia ed Eritrea, ma che ha saputo promuovere, comunicare e divulgare la ricerca archeologica come insegnante (attualmente è docente all’università di Padova), come giornalista su riviste, giornali, cataloghi, saggi, e come filmmaker. Il premio è stato consegnato da Maria Antonietta Rizzo Di Vita con questa motivazione: “Un archeologo di frontiera, forte di passione, competenza e oltre 40 anni di esperienza sul campo in aree del mondo complesse come Kuwait, Iran, Nepal, India, Pakistan e Turkmenistan, ma anche Indonesia, Eritrea e Tunisia. Docente universitario, ricercatore e comunicatore, ha veicolato i risultati del suo lavoro attraverso circa 500 contributi, tra monografie, articoli scientifici e di carattere divulgativo, e documentari. L’interesse per l’etnoarcheologia e i processi produttivi nel mondo antico rivela la sua volontà di mettere a fuoco, nello studio della cultura materiale e delle dinamiche che regolano la creazione dei manufatti, quelle storie “nascoste” che una ricerca archeologica di tipo tradizionale spesso non riesce a cogliere: storie di individui che, nelle loro scelte tecniche, riflettono tradizioni, saperi, creatività e idee, spesso frutto di relazioni, contatti e interazioni”. Il saluto finale dai direttori artistici del festival, Alessandra Cilio e Lorenzo Daniele, che, soddisfatti dell’eccezionale riuscita di questa nona edizione e della grande affluenza di pubblico, complice il clima quasi estivo che ha caratterizzato i quattro giorni, hanno già fissato le date della decima edizione dell’evento, dando appuntamento ad appassionati, archeologi e registi dal 16 al 19 ottobre 2020. A Licodia Eubea, ovviamente.

Al via a Licodia Eubea (Ct) la IX Rassegna del Documentario e della Comunicazione Archeologica: 18 film in concorso, incontri di archeologia, workshop sulla comunicazione dell’Antico, laboratori per le scuole, mostre e visite guidate

Diciotto le opere in concorso, tra documentari, docu-fiction e film di animazione, di cui 7 straniere; 4 anteprime nazionali, oltre 13 ore di proiezioni e un ricco calendario di eventi collaterali. Sono i numeri (grandi numeri!) della IX edizione della prestigiosa Rassegna del Documentario e della Comunicazione Archeologica di Licodia Eubea (Ct), uno dei più importanti festival cinematografici italiani (l’unico nel Sud Italia) dedicato alla divulgazione dell’Antico attraverso le arti visive. L’appuntamento dal 17 al 20 ottobre 2019 negli spazi polifunzionali dell’ex chiesa di San Benedetto e Santa Chiara per la IX Rassegna promossa dall’associazione culturale ArcheoVisiva in collaborazione con l’Archeoclub d’Italia di Licodia Eubea “M. Di Benedetto” e con il sostegno della Sicilia Film Commission (programma Sensi Contemporanei).

Alessandra Cilio e Lorenzo Daniele, direttori artistici della Rassegna del Documentario e e della Comunicazione Archeologica di Licodia Eubea (Ct)

“L’uomo di oggi non è altro che la conseguenza di ciò che è stato ieri”, scrivono Alessandra Cilio e Lorenzo Daniele, direttori artistici della rassegna cinematografica. “Mai come in questi ultimi anni la riflessione su quelle che potremmo definire le conseguenze dell’Antico è stata così intensa e densa di stimoli, come dimostra il florilegio di manifestazioni, diffuse in Italia e all’estero, volte a sottolineare l’attualità del passato e le sue ripercussioni sul mondo moderno. È proprio la relazione tra Antico e Contemporaneo a costituire il trait d’union della IX Rassegna del Documentario e della Comunicazione archeologica, ché in fondo interpretare il passato non è che un modo per interpretare noi stessi, scoprendoci a tratti simili, a tratti profondamente differenti rispetto ai nostri antenati”. Seguendo questo filo rosso, sono stati selezionati – come si diceva – diciotto film: “Li abbiamo scelti per la qualità dei contenuti, ma anche per il taglio fresco e originale con cui portano le loro storie sullo schermo. Sebbene anche quest’anno non manchino le produzioni straniere, è l’Italia il Paese maggiormente rappresentato, descritto dalle opere in concorso in tutta la sua varietà, dalla Sicilia al Trentino Alto Adige”.

La locandina della IX Rassegna del Documentario e della Comunicazione Archeologica di Licodia Eubea (Ct)

“Quest’anno – continuano Alessandra Cilio e Lorenzo Daniele – il palinsesto dei film in concorso al festival è particolarmente ricco e vario. Andremo alla ricerca dei Neanderthal per comprendere i loro spostamenti e i loro usi e costumi, con le ricostruzioni in 3D calpesteremo il terreno in cui si svolse la battaglia di Canne, ci sposteremo in Giordania per rivivere la battaglia di Jerash, cercheremo di comprendere il significato enigmatico delle stele di Cabeço da Mina in Portogallo, attraverseremo la penisola italiana per raccontare l’esperienza eremitica, e ancora ci inoltreremo sulla riva destra del fiume Danubio alla comprensione della cultura di Vučedol risalente al tardo terzo millennio a.C., ci inabisseremo nei fondali dell’Adriatico per rivivere un capitolo dimenticato dell’Unità d’Italia, la battaglia di Lissa. Questo e molto altro in un festival che consente agli spettatori di viaggiare, conoscere il mondo e scoprire l’Antico attraverso il cinema”. E allora vediamo meglio il programma nel dettaglio.

Il film “Sicilia Grand Tour 2.0” per la regia di Giorgio Italia

Giovedì 17 ottobre 2019, prima giornata. Alle 17, apertura della rassegna con gli interventi delle autorità (sindaco Giovanni Verga, soprintendente Rosalba Panvini, direttore scuola specializzazione Beni archeologici Dario Palermo) introdotti dal presidente dell’Archeoclub di Licodia Eubea Giacomo Caruso e dai direttori artistici Cilio e Daniele. Alle 17.30, la sezione Cinema e archeologia apre con il film “A la rencontre de Neandertal / Incontrando i Neanderthal” di Rob Hope e Pascal Cuissot (Francia, 2019; 52’). Memorie dal passato” di Giovanni Giordano (Italia, 2018; 30’). La sezione riprende alle 21, con il film fuori concorso “Sicilia. Grand Tour 2.0” di Giorgio Italia (Italia, 2019; 90’) (vedi https://archeologiavocidalpassato.com/2019/10/05/alla-xxx-rassegna-internazionale-del-cinema-archeologico-di-rovereto-il-film-sicilia-grand-tour-2-0-viaggio-al-ritmo-dei-viaggiatori-del-settecento-alla-scoperta-della-sicilia/).

“La battaglia di Gerasa” di Carlos Cabrera

Venerdì 18 ottobre 2019, seconda giornata. La sezione di Cinema e Archeologia apre alle 17 con il film “The battle of Jerash / La battaglia di Gerasa” di Carlos Cabrera (Giordania, 2017; 26’). Seguono “La signora Matilde. Gossip dal Medioevo” di Marco Melluso e Diego Schiavo (Italia, 2017; 75’) e “Os enigmas do Cobeço da Mina / I misteri di Cobeço da Mina” di Rui Pedro Lamy (Portogallo, 2019; 27’). La sezione si chiude alle 21 con il film “Voci dal silenzio” di Joshua Wahlen, Alessandro Seidita (Italia, 2019; 52’).

Il regista Lucio Rosa, “Il ragazzo con la Nikon”, fa capolino dietro la sua macchina fotografica

Sabato 19 ottobre 2019, terza giornata. La sezione di Cinema e Archeologia apre alle 17 con il film “The prehistoric night of Mars and Venus / La notte preistorica di Marte e Venere” di Darko Puharic (Croazia, 2018; 33’). Seguono i film “Pecunia non olet. L’odore dei soldi nell’antica Pompei” di Nicola Barile (Italia/Francia, 2018; 40’), “Ragusa terra iblea” di Francesco Bocchieri (Italia, 2019; 41’) e “Il ragazzo con la Nikon” di Lucio Rosa (Italia, 2019; 31’) (vedi https://archeologiavocidalpassato.com/2019/01/23/il-regista-lucio-rosa-regala-un-messaggio-di-speranza-al-2019-con-il-nuovo-film-il-ragazzo-con-la-nikon-realizzato-assemblando-migliaia-di-foto-di-antichi-villaggi-antiche-dimore/). Alle 21 per la sezione Cinema e Storia il film “Il Conte magico” di Marco Melluso e Diego Schiavo (Italia, 2019; 80’).

La consegna del premio Antonino Di Vita 2018: da sinistra, Alessandra Cilio, Fabio Isman, Maria Antonietta Rizzo Di Vita, Santo Paolo Guccione, Lorenzo Daniele, Giacomo Caruso (foto Graziano Tavan)

Domenica 20 ottobre 2019, giornata finale. Alle 17, ultima sezione di film in concorso. Apre “#inminimimaxima” di Pierre Gaignard e Laura Haby (Francia, 2018; 52’). Seguono i film “Adolf Vallazza, sciamano del legno antico” di Lucio Rosa (Italia, 2019; 40’) e “I leoni di Lissa” di Nicolò Bongiorno (Italia/Croazia, 2019; 76’). La giornata si chiude con la cerimonia di premiazioni, alle 20.30. Tre i premi che saranno conferiti: il premio “Archeoclub d’Italia” al film più votato dal pubblico, consegnato da Enzo Piazzese, presidente dell’Archeoclub di Ragusa; il premio “ArcheoVisiva” assegnato al miglior film da una giuria di qualità, consegnato da Laura Maniscalco, dirigente archeologa della soprintendenza di Catania; il premio “Antonino Di Vita” conferito dal comitato scientifico a una personalità che si è distinta nella divulgazione dell’Antico, consegnato da Maria Antonietta Rizzo Di Vita, dell’università di Macerata.

Tanti alunni e studenti coinvolti a Licodia Eubea nella sezione “Ragazzi e archeologia”

Cinema a tema archeologico, dunque, ma non solo: il calendario della manifestazione prevede anche incontri di archeologia, workshop sulla comunicazione dell’Antico attraverso i nuovi media, laboratori didattici per le Scuole, una mostra fotografica (in collaborazione con il gruppo fotografico “Obiettivo Grammichele”), una esposizione di costumi teatrali (con Ariana Talio), visite guidate al Museo etno-antropologico, degustazioni enogastronomiche, escursioni sul territorio e tanto altro. “È un anno di consolidamento, questo, in cui proviamo a irrobustire collaborazioni e attività che funzionano”, concludono Alessandra Cilio e Lorenzo Daniele, “nell’attesa di giungere a tagliare il traguardo dell’edizione numero dieci, il prossimo 2020, di un festival nato da un sogno e che solo in un luogo onirico come il borgo di Licodia Eubea può esistere”.

L’antica Cina protagonista al Muciv-museo Preistorico etnografico “L. Pigorini” all’Eur-Roma del ciclo di conferenze col prof. Di Branco dell’associazione “Amici della scuola archeologica italiana di Atene”

Prezioso tripode del XVIII secolo dalla Cina conservato al museo Preistorico etnografico “Luigi Pigorini” di Roma-Eur

L’associazione Amici della Scuola archeologica italiana di Atene

È dedicato all’antica Cina il nuovo ciclo di conferenze dell’associazione “Amici della scuola archeologica italiana di Atene”, organizzate da Maria Antonietta Rizzo e tenute dal prof. Marco Di Branco, università di Roma “Sapienza”. L’associazione (Syllogos) “Amici della Scuola Archeologica Italiana di Atene” nasce in Roma, per atto pubblico, il 26 maggio 1995 su impulso del prof. Antonino Di Vita e con l’intervento di ventotto soci fondatori. Tra questi prevalgono i docenti universitari, ma non mancano magistrati, funzionari pubblici -dello Stato in particolare- pensionati e casalinghe. Scopo dell’associazione è: promuovere, in sede nazionale ed internazionale, la conoscenza delle funzioni e dell’attività della Scuola archeologica italiana di Atene (SAIA); favorire le relazioni tra gli studiosi e i cultori, anche non professionali, dell’archeologia con particolare riferimento ai campi specifici di azione della Scuola; contribuire al miglioramento e all’arricchimento del patrimonio bibliografico della SAIA e alla sua utilizzazione; contribuire all’acquisizione delle attrezzature necessarie per il raggiungimento delle finalità della Scuola.

L’impressionante colpo d’occhio dell’esercito di terracotta nel mausoleo del primo imperatore della dinastia Qin, scoperto nel 1974 a Xian in Cina

Il prof. Marco di Branco dell’università La Sapienza di Roma

Il ciclo di conferenze, tutte al Museo delle Civiltà – sala conferenze del museo Preistorico etnografico “Luigi Pigorini” all’Eur – Roma, inizia sabato 26 gennaio 2019, alle 11, con “Storia e archeologia della Cina: dalla Preistoria agli Stati combattenti”. In questo primo incontro si torna agli albori del continente asiatico per addentrarci in un’esplorazione storica, antropologica e archeologica che investirà la nascita della filosofia cinese, i primi esempi di letteratura, le più antiche credenze religiose fino all'”arte della guerra”, ripercorrendo le più antiche tappe di una delle civiltà più complesse e affascinanti del mondo antico. Il ciclo continua il 23 febbraio 2019, “Il Primo imperatore e la sua armata di terracotta”; il 30 marzo 2019, “Storia e archeologia della Cina: dai Qin ai Tang”; il 13 aprile 2019, “Introduzione per immagini al pensiero cinese: tra filosofia e religione”; il 25 maggio 2019, “Sulla via della seta: il percorso”. Ultima conferenza il 22 giugno 2019, “Sulla via della seta: il viaggio”.

VIII rassegna del documentario e della comunicazione archeologica. Nella serata finale, un susseguirsi di emozioni, assegnato il premio Archeovisiva per il miglior film a “Pastori nella grotta” di Anthony Grieco. A Isman il premio “Antonino Di Vita”; e “Il mito del labirinto” il film più gradito al pubblico

Donna Babinga prepara pasto a base di foglie di djabouc (foto Lucio Rosa)

Emozioni. Un susseguirsi di emozioni ha caratterizzato la serata finale dell’VIII rassegna del documentario e della comunicazione archeologica di Licodia Eubea (Ct). Prima nel rivedere Piero Angela che nel 1987 introduce il film fuori concorso di Lucio Rosa (il regista, presente in sala è stato a lungo applaudito) “Babinga, piccoli uomini della foresta” che a trent’anni di distanza dalla sua presentazione diventa un documento-testimonianza eccezionale di una popolazione, i pigmei, in estinzione. Poi nell’immedesimarsi nei personaggi del film “La voce del corpo” di Luca Vullo, docu-fiction del 2012 ispirata alla leggenda del re straniero che si interrogava sulle capacità dei siciliani nel cimentarsi in lunghi discorsi, senza proferire parola: un caleidoscopio di gesti, situazioni, atteggiamenti che diventano una carrellata di involontarie gag talora esilaranti. E infine nel seguire i protagonisti della breve ma intensa cerimonia di premiazione, con la consegna dei tre riconoscimenti in concorso.

Il documentarista Jay Cavallaro consegna il premio Archeovisiva per il miglior film a Donato Laborante, testimonial del film “Pastori nella grotta” (Foto Graziano Tavan)

Il videomessaggio del regista Anthony Grieco (foto Graziano Tavan)

Miglior film della rassegna è stato “Shepherds in the cave / Pastori nella grotta” di Anthony Grieco (Canada, 2016; 84’) che si è aggiudicato il premio “Archeovisiva” per il miglior film, novità dell’edizione 2018, selezionato dalla giuria internazionale di qualità, rappresentata in sala dal documentarista e fotografo Jay Cavallaro. Il regista con un videomessaggio da Vancouver (Canada) ha ringraziato per il gradito premio a un film che per la prima volta è stato presentato a un festival. A ritirare il premio, visibilmente emozionato, Donato Laborante, poeta-cantastorie, testimonial del film. “In questo film”, si legge nella motivazione della giuria internazionale, “i protagonisti sono loro, gli abitanti nuovi e vecchi di questo territorio. Pastori, allevatori, migranti giunti da lontano; ma anche restauratori, archeologi e antropologi, intenzionati a recuperare e valorizzare i segni tangibili di questa memoria, dando vita ad una collaborazione sinergica che non ha confini di luogo, né di ruolo. Nel raccontare il progetto portato avanti con passione da Tonio Creanza, Anthony Grieco, regista canadese dalle origini italiane, si rivela un raffinato direttore d’orchestra, in grado di calibrare con efficacia e sensibilità le tante diverse voci che animano la sua opera”.

La consegna del premio Archeoclub: da sinistra, Alessandra Cilio, Concetta Caruso, Giacomo Caruso, Lorenzo Daniele (Foto Graziano Tavan)

Il premio Archeoclub d’Italia assegnato al film più votato dal pubblico nei quattro giorni di proiezioni è andato a “Le mythe du Labyrinth / Il mito del Labirinto” di Mikael Lefrançois, Agnès Molia (Francia, 2018; 26’). Tra il 1400 e il 1300 a.C., fiorì a Creta la raffinata civiltà minoica. I Minoici furono i primi, nella cultura europea, ad adoperare la lingua scritta. Hanno dato prova del loro alto livello artistico attraverso raffinati affreschi e sculture. Hanno costruito edifici sontuosi, la cui complessità ha a lungo affascinato gli archeologi. Oggi, grazie agli scavi condotti a Cnosso, Festo e Sissi, combinati alla ricerca matematica, gli archeologi hanno sviluppato nuovi metodi per comprendere l’architettura di questi edifici. I risultati mettono in discussione il nostro sapere relativo a una civiltà che pensavamo di conoscere bene. A consegnare il premio, alla presenza di Giacomo Caruso, presidente dell’Archeoclub di Licodia Eubea, è stata la giovane archeologa Concetta Caruso, tirocinante dell’università di Catania alla rassegna, e presidente dell’Archeoclub di Palazzolo Acreide, rinato solo un anno fa, nel 2017, di cui ha illustrato l’intensa attività dei primi dodici mesi di vita.

La consegna del premio Antonino Di Vita: da sinistra, Alessandra Cilio, Fabio Isman, Maria Antonietta Rizzo Di Vita, Santo Paolo Guccione, Lorenzo Daniele, Giacomo Caruso (foto Graziano Tavan)

Il premio “Antonino Di Vita”, un scultura realizzata dall’artista Santo Paolo Guccione, è stato conferito al giornalista e scrittore Fabio Isman, per il suo impegno professionale nella promozione della conoscenza del patrimonio storico-artistico e archeologico, da Maria Antonietta Rizzo Di Vita, docente di Etruscologia e Antichità Italiche all’università di Macerata. “Impegnato da oltre trent’anni come giornalista d’inchiesta, prima in ambito politico, con importanti lavori sulle figure del terrorismo”, ha spiegato Maria Antonietta Rizzo Di Vita, “Fabio Isman a partire dagli anni Novanta si dedica attivamente alle tematiche relative al patrimonio culturale, ed in particolare alle inchieste sul trafugamento, smembramento e dispersione nel mondo delle opere storico-artistiche e archeologiche italiane. L’accuratezza del suo metodo di ricerca ha dato vita a numerose pubblicazioni di importanza fondamentale per la lotta alle archeomafie e ai fenomeni di commercio illegale di opere d’arte nel mondo. La sua opera punta a informare e sensibilizzare le più diverse tipologie di pubblico. Di più, forse: a scuoterne le coscienze. Lo fa con acume e precisione, nonché con un’ironia sferzante che trasforma le sue inchieste in racconti di immediata efficacia”.

Al via a Licodia Eubea (Ct) l’VIII Rassegna del documentario e della comunicazione archeologica: 24 film; incontri con archeologi, divulgatori, registi; due mostre; un seminario-workshop sulla comunicazione archeologica. La memoria è il leitmotiv dell’edizione 2018

La locandina dell’VIII rassegna del documentario e della comunicazione archeologica di Licodia Eubea (Ct)

L’attesa è finita. Licodia Eubea (Ct) è pronta ad aprire al “cinema dell’Antico” con l’VIII edizione della Rassegna del documentario e della comunicazione archeologica, organizzata dal 18 al 21 ottobre 2018 dall’associazione culturale ArcheoVisiva in collaborazione con Archeoclub d’Italia di Licodia Eubea “Mario Di Benedetto”. Ben 24 film in programma, di cui 20 in concorso: lavori di recente produzione, di respiro internazionale: Italia, Francia, Portogallo, Polonia, Spagna, Croazia, Turchia, Libia, Nuova Zelanda, Canada. “È un pezzo di mondo, quello che viene raccontato attraverso i documentari”, sintetizzano i direttori artistici, Alessandra Cilio e Lorenzo Daniele: “ciascuno racconta, con rigore scientifico e grande personalità, il modo in cui l’uomo decide di ricordare o dimenticare il suo passato e le rovine che lo rappresentano, ma anche gli uomini e le donne che hanno contribuito a rivelarlo, a volte celebrati come Sir Arthur Evans, scopritore del mitico palazzo di Minosse a Knosso, altre volte precipitati in un pesante oblio, come l’archeologa preistorica trentina Pia Laviosa Zambotti, morta suicida negli anni Sessanta”.

Lorenzo Daniele e Alessandra Cilio, direttori artistici della rassegna di Licodia Eubea

La memoria è il leitmotiv dell’VIII edizione della Rassegna: “Un tema complesso e attuale”, spiegano Cilio e Daniele, “a caratterizzare tanto le opere in concorso quanto gli incontri, le mostre e tutti gli eventi collaterali in programma. Memoria dell’Antico, ma anche memoria di chi l’Antico lo ha indagato e che, per ragioni storiche o sociali, è stato a lungo dimenticato. Memoria di luoghi, fatti e tradizioni: memoria come identità di una comunità. Ma anche negazione di memoria, laddove il patrimonio culturale venga violato, infranto, distrutto. E responsabili non sono solo coloro che alimentano i grandi conflitti mondiali, ma anche quanti semplicemente dimenticano, in un’epoca proiettata al domani, che fagocita e non assimila. Seguendo questo filo rosso, abbiamo selezionato 24 documentari italiani e stranieri: ciascuno affronta, con grande personalità e altrettanto rigore scientifico, questa vasta tematica. Ancora una volta il cinema si rivela specchio del nostro tempo e mezzo privilegiato per leggere i temi, le speranze, le tensioni che animano la nostra società. Le opere abbracciano epoche comprese tra la Preistoria e l’età contemporanea; narrano un caleidoscopio di storie ambientate in diverse parti del mondo, dalla Murgia al Veneto, dalla Polonia al Portogallo, dalla Turchia al Kurdistan, dall’Africa subsahariana alla Nuova Zelanda”.

L’archeologa Serena Raffiotta

Anche quest’anno il pubblico ha la possibilità di confrontarsi direttamente con i protagonisti della ricerca archeologica, i divulgatori, i registi e gli sceneggiatori che si spendono nel campo della comunicazione del mondo antico. E quest’anno, i nomi degli ospiti sono di tutto rispetto. A conversare con il pubblico del festival, nel pomeriggio di venerdì 19 ottobre, ci sarà l’archeologa Serena Raffiotta, con un intervento dal titolo: “Heritage: Patrimonio è Eredità. Tutelare il patrimonio culturale per salvare un’identità”. Il pomeriggio di sabato 20 ottobre, invece, sarà dedicato a uno dei giornalisti più impegnati a livello internazionale nella lotta al saccheggio del patrimonio storico-artistico, Fabio Isman, che presenterà (per la prima volta in Sicilia) il recente volume “L’Italia dell’arte venduta. Collezioni disperse, capolavori fuggiti”.

Il giornalista Graziano Tavan con l’archeologa Antonia Falcone

Ma le novità di questa nuova edizione del festival non finiscono qui. Oltre al consueto appuntamento dedicato alla didattica e ai cartoon per giovanissimi all’interno della sessione “Ragazzi e Archeologia” e alla “Finestra sul documentario siciliano”, la manifestazione si arricchisce di un workshop dedicato alla comunicazione del patrimonio culturale attraverso i media di ultima generazione. Il workshop “Scava, scarriola, comunica! Quando l’archeologia (si) racconta”, tenuto dall’archeo-blogger Antonia Falcone e dal giornalista Graziano Tavan, in programma la mattina del 20 ottobre, punta ad essere una “palestra formativa” aperta a studenti universitari, giornalisti e operatori museali, per i quali la padronanza di strumenti e strategie comunicative nell’ambito dei beni culturali rappresenta oggi un requisito fondamentale. Il workshop è gratuito e aperto a tutti; registrarsi è possibile, attraverso la piattaforma Eventbrite.it.

Il regista Lucio Rosa e il direttore artistico Lorenzo Daniele

A far da cornice al festival, ben due mostre fotografiche: la prima, “Libia. Antiche Architetture Berbere” del fotografo e regista veneziano Lucio Rosa, dedicata ad un frammento d’Africa sempre più fragile e sgretolato; la seconda, “1915-1918. Licodia Eubea e i suoi figli nella Grande Guerra”, organizzata e allestita dall’infaticabile sezione locale dell’Archeoclub d’Italia. Durante i giorni del Festival, la mostra di Lucio Rosa sarà visitabile dalle 10 alle 13 e dalle 17 alle 20, con la proiezione, a ciclo continuo, dei film “Il segno sulla pietra”, “Libia is near”, “Fabrizio Mori, un ricordo”. “Libia. Antiche Architetture Berbere”. E poi, a far da intermezzo tra il pomeriggio e la sera, gli aperitivi con visita guidata alle sale espositive del museo archeologico “Antonino Di Vita” e di quello etnografico “P. Angelo Matteo Coniglione”, a base di prodotti tipici della tradizione enogastronomica licodiana. E le escursioni alla scoperta del centro storico e dell’hinterland di Licodia Eubea, location di questo festival ma, al tempo stesso, scrigno ricco di autentici gioielli architettonici e storico-artistici.

A chiudere l’edizione 2018 della Rassegna del documentario e della comunicazione archeologica sarà la premiazione del film più votato dal pubblico (Premio “Archeoclub d’Italia”) e del film ritenuto migliore da una giuria internazionale di qualità (Premio “ArcheoVisiva”: una delle novità di quest’anno), assieme al Premio “Antonino Di Vita”, conferito a chi abbia speso la propria carriera nella promozione della conoscenza del patrimonio culturale. “Ancora una volta, dunque, aggiungiamo tessere al mosaico, per incrementare la qualità dell’offerta culturale di questa manifestazione – conclude la Cilio –. Lo facciamo perché continuiamo a credere nel progetto, il cui obiettivo non è solo svelare la bellezza del cinema archeologico, ma anche di fare sistema, coinvolgendo autori, produttori, festival, pubblico e istituzioni. E, un anno dopo, siamo felici di constatare che a crederci siamo sempre di più”.

Il film “Mésopotamie, une civilisation oubliée / Mesopotamia, una civiltà dimenticata” di Yann Coquart

Il programma. Giovedì 18 ottobre 2018. L’apertura del festival alle 17, all’interno della suggestiva chiesa sconsacrata di S. Benedetto e S. Chiara, presso piazza Stefania Noce, in pieno centro storico, con gli interventi di Giacomo Caruso, presidente Archeoclub d’Italia di Licodia Eubea; Alessandra Cilio e Lorenzo Daniele, direttori artistici del Festival; Giovanni Verga, sindaco di Licodia Eubea; Rosalba Panvini, soprintendente BB.CC.AA. di Catania. Alle 17.30, per “Cinema e archeologia” i film “Az, Branko pridivkom Fučić / Nome Branko, cognome Fučić” di Bernardin Modrić (Croazia, 2016, 36’); “L’antico teatro di Herculaneum” di Raffaele Gentiluomo (Italia, 2014, 8’); “Mésopotamie, une civilisation oubliée / Mesopotamia. Una civiltà dimenticata” di Yann Coquart, Luis Miranda (Francia, 2017, 52’); “Le mythe du Labyrinth / Il mito del Labirinto” di Mikael Lefrançois, Agnès Molia (Francia, 2018, 26’). Alle 19.30, per “Incontri di archeologia”, inaugurazione della mostra fotografica “Libia. Antiche Architetture Berbere”. Interviene: Lucio Rosa, regista e fotografo. Alle 19.45, per “Aperitivo al museo”, visita guidata all’interno del museo etnoantropologico “P. Angelo Matteo Coniglione”, con degustazione di prodotti enogastronomici. Alle 21, per “Cinema ed etnoantropologia”, il film “C’era una volta la terra” di Ilaria Jovine e Roberto Mariotti (Italia, 2018, 73’).

Tanti alunni e studenti coinvolti a Licodia Eubea nella sezione “Ragazzi e archeologia”

Venerdì 19 ottobre 2018. Si comincia al mattino, alle 10.30, con “Ragazzi e archeologia”, sezione dedicata a film d’animazione, docufiction e attività didattiche pensate per il pubblico più giovane, condotte dall’archeologa Elena Piccolo. Alle 17.30, apre la sezione “Cinema e archeologia” con i film “Fortificaciones, poblados y pizarras. La Raya en los inicios del Medievo / Fortificazioni, palizzate e ardesia. La Raya all’inizio del Medioevo” di Pablo Moreno Hernández (Spagna, 2018, 11’); “Bajo la duna / Sotto la sabbia” di Domingo Mancheño Sagrario (Spagna, 2016, 50’). Alle 18.30, per “Incontri di archeologia”, interviene l’archeologa Serena Raffiotta su “Heritage: Patrimonio è Eredità. Tutelare il patrimonio culturale per salvaguardare un‘identità”. Segue il film “Pia Laviosa Zambotti. Storia di un’archeologa ritrovata” di Elena Negriolli (Italia, 2017, 42’). Alle 19.45, per “Aperitivo al museo”, visita guidata all’interno del museo etnoantropologico “P. Angelo Matteo Coniglione”, con degustazione di prodotti enogastronomici. Alle 21, per “Cinema ed etnoantropologia” i film “Di cu semu. Reportage su rituali e sopravvivenze popolari” di Salvatore Russo, Giuppy Uccello (Italia, 2018, 24’); “Maria vola via” di Michele Sammarco (Italia, 2017, 16’).

Il libro di Fabio Isman “L’Italia dell’arte venduta”

Sabato 20 ottobre 2018. Si comincia al mattino alle 11. Per “Archeologia e comunicazione” il seminario e workshop “Scava, scarriola, comunica! Quando l’archeologia (si) racconta” sulla comunicazione dell’Antico attraverso media tradizionali e di ultima generazione. Intervengono: Antonia Falcone, archeologa e blogger, e Graziano Tavan, giornalista e blogger. Alle 17, per “Cinema e archeologia” i film “W poszukiwaniu średniowiecza / Alla ricerca dei secoli bui” di Jakub Stępnik (Polonia, 2017, 8’); “Shepherds in the cave / Pastori nella grotta” di Anthony Grieco (Canada-Italia, 2016, 84’). Alle 18.30, per “Incontri di archeologia”, interviene il giornalista e scrittore Fabio Isman su “L‘Italia dell‘Arte venduta”. Segue il film “Artquake” di Andrea Calderone (Italia, 2017, 60’). Alle 20, per “Aperitivo al museo” visita guidata all’interno del museo Civico “Antonino Di Vita” con degustazione di prodotti enogastronomici. Alle 21.30, per “Cinema e archeologia” i film “Living Amid the Ruins / Vivere tra le rovine” di Işılay Gürsu (Turchia, 2017, 13’); “Peau d’Ame / Pelle d’anima” di Pierre-Oscar Lévy (Francia, 2017, 100’).

La consegna del premio “Antonino Di Vita” 2017: da sinistra, i direttori artistici Lorenzo Daniele e Alessandra Cilio, e Francesca Spatafora con Maria Antonietta Rizzo

Domenica 21 ottobre 2018. Si inizia alle 17, per “Cinema e archeologia” i film “Il viaggiatore del Nord” di Alessandro Stevanon (Italia, 2016, 8’); “Meet Peter / Incontriamo Peter” di Gemma Duncan (Zuona Zelanda, 2017, 14’); “Bobadela Romana. Splendidissima Civitas” di Rui Pedro Lamy (Portogallo, 2017, 20’); fuori concorso “Babinga, piccoli uomini della foresta” di Lucio Rosa (Italia, 1987, 26’). Alle 18.30, per “Finestra sul documentario siciliano” interviene il critico di Filmstudio Renato Scatà su “Quattro strani casi di cinema in Sicilia” con il film fuori concorso “La voce del corpo” di Luca Vullo (Italia, 2012, 30’). Alle 20, cerimonia di premiazione. Concetta Caruso, presidente Archeoclub d’Italia di Palazzolo Acreide, consegna il premio Archeoclub d’Italia al film più votato dal pubblico; Jay Cavallaro, documentarista e fotografo, a nome della giuria di qualità consegna il premio ArcheoVisiva al miglior film selezionato; Maria Antonietta Rizzo Di Vita, docente di Etruscologia e antichità italiche all’università di Macerata, consegna il premio Antonino Di Vita -un’opera dell’artista Santo Paolo Guccione, a chi spende la propria professione nella promozione della conoscenza del patrimonio storico-artistico e archeologico.