Monasterace (RC). Al museo Archeologico dell’antica Kaulonia il seminario “Da Stilida a Stilo e ritorno. Paesaggi e insediamenti nella vallata dello Stilaro in età post classica” con l’archeologo Giuseppe Hyeraci dell’università Suor Orsola Benincasa di Napoli
Dopo la pausa estiva tornano gli imperdibili appuntamenti al museo Archeologico dell’antica Kaulonia con il ciclo di seminari “Kaulonia tra terra e mare. Una colonia greca si racconta” a cura di Elisa Nisticò, Maria Teresa Iannelli e Lucia Spanò. Appuntamento domenica 14 settembre 2025, alle 17.30, al museo Archeologico dell’antica Kaulonia, sulla Statale Ionica a Monasterace (RC), con l’VIII seminario “Da Stilida a Stilo e ritorno. Paesaggi e insediamenti nella vallata dello Stilaro in età post classica”. Dopo i saluti di Elisa Nisticò, direttore del museo e parco archeologico dell’antica Kaulonia, e Maria Teresa Iannelli, direttrice dell’istituto della Biblioteca Calabrese, interviene Giuseppe Hyeraci, archeologo dell’università Suor Orsola Benincasa di Napoli. Kaulonía non finisce mai di stupire e raccontarsi, anche dopo la sua fine, così come per il momento la conosciamo. Proprio perché c’è un dopo, che comprende l’intero territorio, questo va attentamente analizzato e spiegato. A farlo sarà un archeologo d’eccezione, che conosce la colonia greca e quello che divenne con la conquista romana e le trasformazioni successive.
Adria (Ro). Seconda giornata di Adrikà, rassegna internazionale del cinema archeologico “Adria e Delta del Po”: mattino con “Etruscreen: festival per le scuole” e danza in centro; pomeriggio con l’archeologia sperimentale e due film (“The Custodian” e “In carne e in Bronzo”), serata con “La chimera” fuori concorso
Seconda giornata, sabato 13 settembre, di Adrikà, rassegna internazionale del cinema archeologico “Adria e Delta del Po” (12-13-14 settembre 2025), promossa dal Circolo del cinema “Carlo Mazzacurati” di Adria con il museo Archeologico nazionale di Adria (Ro) e la consulenza del Festival della comunicazione e del cinema archeologico di Licodia Eubea (Ct) e Archeovisiva. La mattinata, dalle 9 alle 11.30, al museo Archeologico nazionale di Adria (Ro), è dedicata alle scuole con “Etruscreen: festival per le scuole”. Proiezioni dei film “In the beginning” di Shaun Clark (Regno Unito 2021, 11’); “Man creates man” di Yiotis Vrantzas (Grecia 2020, 7’); “Aquiles en la isla de Skyros” di Josè Luis Gomez Merino (Spagna 2004, 6’); “The Kiss” di Ali Zare Ghanatnowi (Francia 2022, 8’). Segue, per INCONTRI CON L’ANTICO, “Il cinema come strumento di valorizzazione dei beni culturali e paesaggistici”. Interviene Giulia Lavarone, ricercatrice DBC università di Padova. Quindi con SCUOLA ATTIVA i protagonisti saranno gli studenti del liceo classico “Bocchi Galilei” e dell’IPSEOA “Giuseppe Cipriani”: i primi presenteranno il video, da loro prodotto, con il bando PNRR; i secondi con DAL MUSEO ALLA TAVOLA, presenteranno il percorso formativo sui piatti della cucina etrusca.
E mentre al museo Archeologico nazionale l’archeologia incontra le scuole, il centro storico di Adria si anima, dalle 9.30 alle 11.30, con ARCHEOLOGIA A PASSO DI DANZA: Rievocazioni storiche itineranti del Gruppo di Danza Antica di Villadose. Partenza da piazza Garibaldi lungo corso Vittorio Emanuele II e a seguire visite guidate a tema alle sale espositive del Museo.
Il pomeriggio al museo Archeologico nazionale di Adria apre alle 15 con ARCHEOLOGIA ATTIVA: La lavorazione del vetro nel mondo antico, attività dimostrative di archeologia sperimentale pensate per le famiglie, a cura di “Officina Temporis”.
Alle 17, apre le proiezioni cinematografiche il film “The Custodian” di Mehmet Fatih Guden (Turchia 2021, 33’). Perché non possiamo essere tutti come Mehmet Coban? Dopo il genocidio armeno del 1915, a distanza di oltre un secolo, i tanti monasteri e le strutture ecclesiastiche lasciate dal popolo armeno in Anatolia sono ancora oggetto di saccheggio e distruzione. Questo documentario racconta la storia di Mehmet Coban, imam della moschea del villaggio, e della sua scelta di proteggere l’antico monastero armeno di Varakavank, nel villaggio di Bakraçlı della città di Van, nel Kurdistan turco. Lo fa da quarant’anni, seguendo l’esempio del padre.
Segue il film “In carne e bronzo. Il santuario di San Casciano dei Bagni” di Eugenio Farioli Vecchioli, Brigida Gullo (Italia 2024, 56’). Il documentario racconta l’ultima campagna di scavo presso il sito archeologico del Bagno Grande a San Casciano dei Bagni (Si), terminata a ottobre 2024, che ha rivelato scoperte eccezionali: non solo oggetti in bronzo, tra cui una bellissima statua di bambino, che nasconde il suo segreto in una manina, un busto tagliato a metà con una posa regale, un serpente alato, il demone della vasca sacra e tante monete, ma anche preziosissimi materiali organici perfettamente conservati tra cui centinaia di uova deposte nell’acqua e ritrovate nel fango, alcune intatte, segno tangibile di un dono che forse allude anch’esso alle capacità generatrici della vasca sacra. Quindi per INCONTRI CON L’ANTICO, alle 18.30, “Fragranze d’Etruria”. Interviene Roberto Macellari, già conservatore delle collezioni archeologiche dei Musei Civici di Reggio Emilia. Il pomeriggio si chiude alla Fondazione Franceschetti e Di Cola, alle 19.45, con Apericena a cura dell’IPSEOA “Giuseppe Cipriani” di Adria. Prenotazione obbligatoria.
La seconda giornata di Adrikà si chiude all’Auditorium Pertini, alle 21, con il film fuori concorso “La chimera” di Alice Rohrwacher (Italia 2023, 134’). Nella Toscana anni ’80, il film racconta la storia di un archeologo britannico, Arthur, che viene coinvolto nel mercato nero di reperti storici preziosi, rubati dalle tombe etrusche durante scavi notturni e rischiosi. Dopo essere tornato da una cittadina sul mar Tirreno, Arthur si riunisce con la sua sciagurata banda di tombaroli, alla quale offre la sua dote: sentire il vuoto. Arthur, infatti, è in grado di percepire il vuoto della terra, là nelle profondità del suolo, dove vi sono nascoste le vestigia di un mondo passato e dimenticato. Quel vuoto è identico a quello l’uomo percepisce nel suo animo, quando ricorda il suo amore perduto, Beniamina, il cui ricordo lo guida e tormenta. In questo viaggio sospeso tra vivi e morti, tra feste, solitudini e incontri effimeri, la chimera inseguita con tanta fatica e di ardua cattura diventa un sogno agognato e difficile da raggiungere, come un guadagno facile, una vendetta sociale o la ricerca di un amore ideale.
Locri (RC). Per il settimo incontro di “Un caffè… storicamente corretto”, a cura di Elena Trunfio e Marilisa Morrone, al museo Archeologico nazionale conferenza “Una “santità di frontiera”. Ruolo e modelli di rappresentazione del monachesimo italo-greco in tempo di guerra nella Calabria bizantina” con Giuseppe Hyeraci dell’università Suor Orsola Benincasa di Napoli
Dopo la pausa agostana torna il ciclo di incontri “Un caffè…storicamente corretto” al museo Archeologico nazionale di Locri (RC) giunto al settimo appuntamento, quello di settembre. Il progetto, curato dalla direttrice del museo Archeologico nazionale di Locri Epizefiri, Elena Trunfio, e dalla presidente del circolo di Studi storici “Le Calabrie”, Marilisa Morrone, oltre che con il patrocinio del Comune di Locri, quest’anno si arricchisce del patrocinio del Comune di Portigliola e della Deputazione di Storia Patria per la Calabria e vuole, come di consueto, offrire al pubblico diversi spunti di approfondimento su temi ampi legati al mondo della storia, dell’arte e dell’archeologia, con il coinvolgimento di studiosi autorevoli, afferenti tra l’altro ai più importanti atenei italiani. Venerdì 12 settembre 2025, alle 17.30, al museo Archeologico nazionale di Locri, per “Un caffè… storicamente corretto”, la conferenza “Una “santità di frontiera”. Ruolo e modelli di rappresentazione del monachesimo italo-greco in tempo di guerra nella Calabria bizantina” con Giuseppe Hyeraci dell’università Suor Orsola Benincasa di Napoli, archeologo medievista, socio cultore del Circolo. Introducono Elena Trunfio e Marilisa Morrone. L’ingresso è gratuito e non è necessaria la prenotazione. Argomento della serata sarà la guerra in Calabria nel periodo storico in cui la regione aveva un ruolo di frontiera, perciò endemicamente esposta tra il IX e l’XI secolo a costanti sollecitazioni belliche. Queste circostanze si accompagnano ad una letteratura storica, insita nella produzione agiografica regionale, in cui emerge il diretto coinvolgimento di differenti categorie sociali a partire dalle componenti più carismatiche, come quella dei monaci. Tale letteratura attribuisce connotazioni militari a categorie sociali normalmente estranee al contesto bellico e ad una santità ora strategicamente schierata al fianco delle milizie imperiali. Emerge da questa letteratura, dunque come anche i monaci, fossero “schierati” in qualche modo e la loro rappresentazione iconografica ne testimonia questo particolare ruolo.
Paestum (Sa). Al museo Archeologico nazionale presentazione del libro “Frontières en Grande Grèce. Archéologie et histoire des représentations” del prof. Airton Pollini: uno studio sull’organizzazione degli spazi delle città greche attraverso le nuove fondazioni nell’Italia meridionale
Giovedì 11 settembre 2025, alle 11, al museo Archeologico nazionale di Paestum, presentazione del libro del prof. Airton Pollini “Frontières en Grande Grèce. Archéologie et histoire des représentations“, pubblicato nella collana del Centre Jean Bérard di Napoli. La presentazione, organizzata dai parchi archeologici di Paestum e Velia e dall’università di Salerno insieme alla Scuola Interateneo di Specializzazione in Beni Archeologici (Or.Sa.), si svolgerà alla presenza dell’Autore che ne discuterà con Emanuele Greco, presidente della Fondazione Paestum. Introduce la discussione il prof. Luigi Vecchio dell’università di Salerno. Aprono la giornata Tiziana D’Angelo, direttore dei parchi di Paestum e Velia; Valérie Huet, direttore del Centre Jean Bérard; e Fausto Longo, direttore Or.Sa.
Il prof. Airton Pollini è professore all’università di Tours e visiting professor all’università di Salerno, è membro del Comitato Scientifico di diverse riviste internazionali e autore di più di 50 saggi scientifici.
Si occupa di organizzazione degli spazi nel mondo greco, di fondazioni e di relazioni interculturali. Per la sua Habilitation à diriger des recherches, ha proposto una sintesi sulle agorai greche di Magna Grecia e di Sicilia, che sarà pubblicata nella collana della Scuola francese di Roma prossimamente. Attualmente, coordina un progetto di ricerca sui territori nel mondo greco antico, TeMAES (Territoires multiples: agentivité et environnements socio-économiques), con Stefania De Vido (università Ca’ Foscari di Venezia), Arianna Esposito (università di Digione) e Clémence Weber-Pallez (università di Toulouse). Il progetto, in collaborazione con Fausto Longo (università di Salerno) ed altre istituzioni (parchi archeologici di Paestum e Velia, soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio delle province di Salerno ed Avellino, università di Palermo, Reseau Nationale en MSH, Ecole française de Rome e d’Athénes), è incentrato sullo studio di alcuni territori dell’Italia meridionale e della Sicilia: Poseidonia-Paestum, Metaponto e Himera.
Frontières en Grande Grèce: Archéologie et histoire des représentations, coll. Études, vol. 15, Naples, Centre Jean Bérard, anno 2025. Le nuove fondazioni nell’Italia meridionale costituiscono un contesto privilegiato per studiare l’organizzazione degli spazi delle città greche, sia urbane che rurali. La questione dei confini è quindi un argomento che ci permette di analizzare le varie sfide che i cittadini greci hanno dovuto affrontare. Quale poteva essere la concezione dei limiti dell’occupazione della terra da parte dei greci in un contesto coloniale? C’è una differenza nella percezione del confine a seconda che ci si opponga ad un’altra città greca, ad una comunità italica organizzata in una città come gli Etruschi, o alle popolazioni autoctone dell’Italia con altre forme di organizzazione? Sono queste le domande a cui questo libro cerca di dare risposte esaminando fonti scritte, archeologiche e iconografiche. Erodoto, Diodoro e Strabone ci permettono di comprendere le concezioni intellettuali del confine e di analizzare un mondo immaginario in cui il rilievo naturale è investito di leggende e creature fantastiche. Vengono presi in considerazione anche i resti archeologici provenienti dalle campagne di tre città achee: Sibari, Metaponto e Poseidonia-Paestum, un luogo eccezionale essendo riservato al santuario di Hera alla foce del Sele. La cultura materiale permette di seguire le evoluzioni e le interazioni tra i greci e le altre popolazioni, dando vita a confini dinamici e plurali.
Loreo (Ro). Aspettando Adrikà, rassegna internazionale del cinema archeologico, al teatro sociale il film “Askos, il canto della sirena” e “Incontro con l’antico. Una singolare vicenda nel cuore della Magna Grecia” con Simonetta Bonomi
A Loreo aspettando la prima edizione Adrikà, rassegna internazionale del cinema archeologico “Adria e Delta del Po” (12-13-14 settembre 2025), promossa dal Circolo del cinema “Carlo Mazzacurati” di Adria con il museo Archeologico nazionale di Adria (Ro) e la consulenza del Festival della comunicazione e del cinema archeologico di Licodia Eubea (Ct) e Archeovisiva. Giovedì 11 settembre 2025, al Teatro sociale di Loreo (Ro), alle 21, proiezione del film “Askòs, il canto della Sirena”, seguita alle 22, dall’incontro con l’archeologa Simonetta Bonomi, già soprintendente Archeologia del Veneto, della Calabria e del Friuli Venezia Giulia.
Apre la serata, alle 21, fuori concorso il film “Askòs, il canto della Sirena” di Antonio Martino (Italia 2023, 62’). Nel 1983 in un bosco fuori la città di Crotone, un contadino, trova per caso una tomba antica e tra i tanti reperti rinvenuti trova anche un oggetto a forma di uccello, poi volgarmente definito dal contadino la “Papera”. Molto presto scopre che l’oggetto potrebbe avere un valore economico, cosi lo rivende ad un ricettatore di Bari per 10 milioni di lire e una mucca. Subito dopo viene portato in Svizzera e acquistato da un gruppo di multinazionali del farmaco per 400 milioni di lire. Successivamente, attraverso altri passaggi, l’oggetto viene acquistato dal Getty Museum di Malibù per 2 miliardi di lire. La “Papera” in realtà è un Askòs, un reperto funerario magno-greco risalente al IV-V secolo A.C. Rappresenta una sirena (arpia) e costituisce uno dei rari oggetti che possono essere legati direttamente alla dottrina di Pitagora, che fondò la scuola di sapere proprio a Crotone. I segreti della civiltà magno greca, relativi alla storia di Crotone, restano ancora un mistero. Nonostante sia un’area di altissimo interesse archeologico i siti di interesse vengono abbandonati a se stessi. Gli anni Ottanta, periodo in cui la sirena fu rinvenuta clandestinamente, erano gli anni della piena industrializzazione del territorio crotonese. La cultura del denaro, del progresso e del materialismo sfrenato, che stava cambiando radicalmente il territorio crotonese negli ultimi 70 anni, non considerò l’archeologia una cosa importante, la quale venne ignorata oppure distrutta per favorire la costruzione di strade e di infrastrutture. Questo favorì la nascita di bande di tombaroli, che in contatto con ricettatori internazionali, iniziarono il traffico di reperti archeologici. Quattro personaggi raccontano la storia dal loro punto di vista, offrendo una visione diversificata del problema dell’archeologia e dell’importanza di proteggere il patrimonio ancora nascosto nel sottosuolo, costantemente minacciato da scavi illegali e commercio clandestino.
Segue, alle 22, “Incontro con l’antico. Una singolare vicenda nel cuore della Magna Grecia”: interviene Simonetta Bonomi, direttrice del museo Archeologico nazionale di Adria dal 2009 al 2015, con una solida carriera nelle ricerche di archeologia greca e romana e direttrice del museo Archeologico nazionale di Reggio Calabria. Ha condotto progetti di valorizzazione, partecipato a importanti studi (come quelli su Frattesina e vetri antichi) e coordinato scavi nel Friuli-Venezia Giulia. Al Teatro del Centro Sociale di Loreo, Simonetta Bonomi parlerà della sua esperienza come soprintendente per i Beni archeologici della Calabria. Ingresso gratuito.
Veliateatro. All’antiquarium di Palinuro (Sa) gli ultimi due appuntamenti con “Concerto dal Vl libro dell’Eneide” con Matteo Belli e “Odissea” con Gianluigi Tosto
Dal teatro greco di Elea-Velia il Festival dedicato al pensiero antico si sposta. E dopo la tappa all’ombra della Torre angioina di Castelnuovo Cilento, approda nel suggestivo anfiteatro dell’Antiquarium di Palinuro, a picco sul mare. In scena, il “Concerto dal Vl libro dell’Eneide” con Matteo Belli e le musiche originali di Paolo Vivaldi (9 settembre, Palinuro) preceduta dalla lectio brevis “Un ramo d’oro, speranza di futuro” di Antonella Prenner (Università di Cassino). Si chiude il 15 settembre, sempre a Palinuro, con l’“Odissea” di Omero raccontata da Gianluigi Tosto e introdotta da Emanuele Stolfi (Università di Siena).
Martedì 9 settembre 2025, alle 20.45, all’antiquarium di Palinuro (Sa), con ingresso gratuito, “Un ramo d’oro. Speranza di futuro”, Lectio brevis di Antonella Prenner (docente di Lingua e Letteratura latina, università di Cassino e del Lazio meridionale). A seguire “Concerto dal Vl libro dell’Eneide” da Publio Virgilio Marone, con Matteo Belli. Musiche originali di Paolo Vivaldi. Al pianoforte Paolo Vivaldi, al violino Teresa Ceccato, al violoncello Claudia Della Gatta. Costumi di Elena Nenè Barini. Regia di Matteo Belli. Una Compagnia di artisti girovaghi, capitanati da un ambiguo capocomico dai modi grotteschi inscena, nel perimetro di una simbolica e fatiscente “zattera della medusa”, il racconto della discesa agli Inferi di Enea, del percorso conoscitivo che lo porta, durante il progressivo disvelamento apocalittico dei misteri dell’Ade pagano, alla profonda intimità del colloquio con il ritrovato padre Anchise. Una lettura che, prediligendo un taglio narrativo di massima sobrietà, cerca di cogliere l’autonoma organicità dell’episodio in questione rispetto alla complessità dell’opera intera, in una traduzione rispettosa della lettera ed estremamente attuale per lo spettatore moderno, che mai dimentica l’incedere del verso di Virgilio, a partire dalla dinamica sonorità suggerita dall’energico incalzare dell’esametro epico. La dimensione musicale, concertistica, potentemente evocativa, diviene quindi il lungo ma sicuro filo di Arianna che restituisce vigore espressivo e compattezza strutturale alle centinaia di versi, in un continuo e variegato gioco sinfonico tra gli interpreti, ove la musica amplifica a più voci la latitudine armonica della partitura poetica, interpretata dall’attore nella dizione a memoria di un agire scenico non dimentico di un’antica e responsabile prassi fabulatoria, tuttavia assoluta.
Lunedì 15 settembre 2025, alle 20.45, all’antiquarium di Palinuro (Sa), con ingresso gratuito, “L’enciclopedia omerica. La voce il viaggio le astuzie”, Lectio brevis di Emanuele Stolfi (ordinario di Diritto romano e Diritti dell’antichità – università di Siena). A seguire Omero “Odissea” con Gianluigi Tosto. Gli episodi e i personaggi dell’Odissea appartengono alla nostra cultura da sempre e sono delle pietre miliari nella formazione del nostro immaginario. Moderna e attuale è la figura di Ulisse, e lì dove nell’Iliade predominava l’azione brutale e istintiva, senza ripensamenti, degli eroi sul campo di battaglia, nell’Odissea prevale il pensiero, il ragionamento, il calcolo del suo protagonista che prelude comunque sempre ad un’azione efficace e ben meditata. Più intimo dunque è il tono narrativo, più rivolto verso una interiorità di Ulisse, tanto più che molti degli avvenimenti sono narrati attraverso il filtro della sua stessa memoria. E molto maggiore, rispetto all’Iliade, è il numero di strumenti utilizzati per evocare e narrare la multiformità delle situazioni e delle emozioni che costituiscono questo poema. Si va dal tamburo del mare, che non poteva certo mancare in questa storia, alla zanza africana che diventa la cetra di Demodoco, dal tamburello, che ritma la festa dei Feaci, al magico suono dei chimes che raccontano l’atmosfera dell’isola di Circe, dai campanacci di ferro e di bronzo che accolgono l’arrivo di Ulisse a Itaca ai più moderni ma non meno evocativi spring drums che lo accompagnano nel Regno dei Morti, nell’isola delle Sirene e da Eolo. La traduzione utilizzata è quella di Mario Giammarco, di grande comprensibilità, che pur essendo tra le più recenti, riesce a restituire l’atmosfera di un passato arcaico e la magia di un mondo che miscela la realtà dei fatti con l’oniricità della dimensione interiore di chi li vive.
#domenicalmuseo. Nella prima domenica di settembre Pompei con 17.670 ingressi torna al primo posto della classifica assoluta, seguito dalla Reggia di Caserta (14.987 ingressi) e dal Colosseo (14.113 ingressi)
Sono stati circa 230mila gli ingressi domenica 7 settembre 2025, giornata di apertura gratuita in occasione della #domenicalmuseo di agosto, l’iniziativa del ministero della Cultura che prevede l’accesso libero nei luoghi della cultura statali nella prima domenica del mese. La classifica assoluta vede il ritorno al primo posto di Pompei (17.670 ingressi), seguito dalla Reggia di Caserta (14.987 ingressi) e dal Colosseo (14.113 ingressi).

Al museo Archeologico nazionale di Napoli più di 4mila ingresi per la #domenicalmuseo (foto sergio siano / mann)
Ecco i numeri relativi a parchi e musei archeologici. Area archeologica di Pompei 17.670 ingressi; Colosseo – Anfiteatro Flavio 14.113; Pantheon – Basilica di Santa Maria ad Martyres 12.020; Foro Romano e Palatino 9.979; museo Archeologico nazionale di Napoli 4.262; museo e area archeologica di Paestum 3.174; parco archeologico di Ercolano 3.148; Terme di Caracalla 2.739; Terme di Diocleziano 2.673; Villa Adriana 2.530; area archeologica di Ostia antica 2.226; museo Archeologico nazionale di Reggio Calabria 1.924; Grotte di Catullo e museo Archeologico di Sirmione 1.505; museo Archeologico di Venezia 1.452; Palazzo Massimo 1.351; Palazzo Altemps 1.220; museo nazionale Etrusco di Villa Giulia 1.098; Villa dei Quintili e Santa Maria Nova 863; Mausoleo di Cecilia Metella e Chiesa di San Nicola 821; musei nazionali di Cagliari 792; parco archeologico di Cerveteri e Tarquinia – Necropoli dei Monterozzi e museo Archeologico nazionale di Tarquinia 783; museo Archeologico nazionale di Taranto 740; museo Archeologico nazionale di Sperlonga e Villa di Tiberio 671; Museo delle Civiltà 602; museo Archeologico dei Campi Flegrei nel Castello di Baia 513; Anfiteatro campano – Santa Maria Capua Vetere 513; parco archeologico di Cerveteri e Tarquinia – Necropoli della Banditaccia e museo nazionale Archeologico Cerite a Cerveteri 470.
























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