Varese ArcheoFilm: con la consegna del Premio Città di Varese e del Premio Alfredo Castiglioni e la retrospettiva delle opere dei fratelli Castiglioni chiude la terza edizione della rassegna internazionale del film di archeologia, arte, ambiente, etnologia

Un momento della presentazione della prima edizione del Varese ArcheoFilm 2018 (foto museo Castiglioni)
Con la premiazione dei documentari vincitori del “Premio città di Varese” conferito dalla giuria popolare e del “Premio Alfredo Castiglioni”, assegnato dalla giuria tecnica, domenica 6 settembre 2020 chiude la terza edizione di “Varese ArcheoFilm” (3-6 settembre 2020), la rassegna internazionale del film di archeologia, arte, ambiente, etnologia, organizzata dell’associazione Conoscere Varese in collaborazione col Comune di Varese, Museo Castiglioni e Firenze ArcheoFilm: organizzazione generale, Marco Castiglioni; direzione artistica, Dario Di Blasi; direzione editoriale, Giuditta Pruneti; conduzione delle serate, Giulia Pruneti. “Quest’anno per garantire la sicurezza del pubblico”, spiega Marco Castiglioni, “l’organizzazione ha previsto tutti gli accorgimenti necessari affinché la rassegna si svolga nel miglior modo possibile con il dovuto rispetto delle norme sanitarie. Come tutta la stagione culturale estiva varesina, anche il festival ha rischiato di saltare. Fortunatamente, grazie al Comune di Varese che si è impegnato e ha investito risorse e personale, è stato possibile mantenere il programma intatto. Per Varese ArcheoFilm sarebbe stato davvero un peccato perché la terza edizione rappresenta sempre il consolidamento di una formula. È quella che conferisce la certezza che l’appuntamento durerà nel tempo ed è entrato a far parte dell’offerta culturale che i cittadini attendono ogni anno. Lo dimostra anche il fatto che il sistema di prenotazioni che abbiamo realizzato sul sito del museo Castiglioni ha velocemente registrando il tutto esaurito”. E continua: “Anche quest’anno, dopo una lunga selezione tra circa 80 documentari a loro volta già selezionati dal festival Firenze ArcheoFilm da cui nasce la rassegna varesina, abbiamo composto un programma interessante e per molti versi originale. Come sempre abbiamo affiancato a filmati sull’archeologia “classica” dell’Antico Egitto, romana e preistorica, ma sempre sviluppati in modo innovativo, tematiche diverse e inconsuete in modo da interessare e attirare un pubblico più vasto ed eterogeneo possibile. Anche gli ospiti sono stati certamente all’altezza delle scorse edizioni. Sono tutti studiosi dalle grandi doti comunicative e divulgative in grado di raccontare tematiche scientifiche complesse in modo tale che siano comprensibili a tutti”. I posti a disposizione per gli spettatori nella “tendo struttura” dei Giardini Estensi sono come sempre gratuiti ma ridotti rispetto al consueto per i noti motivi sanitari. Considerata la grande affluenza di pubblico delle passate edizioni, l’organizzazione per questo ha realizzato un sistema di prenotazione dei posti sul sito del museo Castiglioni (www.museocastiglioni.it). Le norme anti Covid-19 hanno imposto anche di trovare un sistema alternativo alle schede cartacee per far esprimere al pubblico la propria preferenza ai filmati e assegnare il premio della giuria popolare. Quest’anno è stato possibile esprimere il voto per via telematica attraverso lo smartphone o collegandosi al sito del Museo Castiglioni con le modalità spiegate nel corso delle serate. La giuria tecnica composta da Angelo Castiglioni, Matteo Inzaghi, Diego Pisati e Giulio Rossini, invece, assegna il premio “Alfredo Castiglioni” dedicato alla memoria dell’etnologo e archeologo scomparso nel 2016.
Nel corso della serata di giovedì 3 settembre 2020 sono stati proiettati 3 documentari: “Mostri e miti” di Carsten Gutschmidt )Germania, 2018, 52’), che affronta il tema dei draghi, i mostri più celebri di tutti i tempi, utilizzando metodi scientifici per rintracciare la verità che si nasconde dietro la nascita di questo mito universale. Elaborate animazioni riportano in vita i leggendari mostri. È seguito “Indagini in profondità – il robot degli abissi” di Guilain Depardieu, Frédéric Lossignol (Francia, 2017, 26’), che racconta come l’utilizzo di automi meccanici possano sostituire l’essere umano nelle ricerche archeologiche sottomarine a grandi profondità. Ha chiuso la serata “La memoria di un filo” di Franco Zaffanella (Italia, 2019, 30’), un progetto di archeologia sperimentale che mostra la realizzazione di un tessuto di lino con tecniche preistoriche partendo dai semi della pianta. Ospite della serata la professoressa Irene Affede Di Paola, sinologa dell’università dell’Insubria.
Venerdì 4 settembre 2020, è stata la volta di “Stonehenge bringing the dead” di Nick Gillam-Smith (Austria, 2013, 50’), prima nazionale, che racconta le straordinarie scoperte effettuate in uno dei siti preistorici più famosi al mondo dal team guidato dal celebre archeologo Mike Person che ha ritrovato i corpi di 63 individui sepolti sotto i monoliti. È seguito “La prossima Pompei” di Duncan Bulling (Regno Unito, Usa, 2019, 52’). All’ombra del Vesuvio, un vulcano meno noto minaccia la zona dei Campi Flegrei. Gli scienziati studiando ciò che è avvenuto a Pompei quasi 2000 anni fa riusciranno a scoprire se questo territorio in continua evoluzione sta raggiungendo un nuovo punto di rottura? Ospite della serata il dott. Omar Larentis, antropologo fisico e paleopatologo presso l’Università dell’Insubria.
Sabato 5 settembre 2020 è stata la volta dei faraoni con “Egitto: i templi salvati” di Olivier Lemaitre (Francia, 2018, 53’). Nel film, ricco di animazioni 3D e documenti storici, vengono illustrati gli ingegnosi piani che hanno consentito il salvataggio di oltre venti antichi santuari che sarebbero altrimenti scomparsi sotto l’acqua del Nilo in seguito alla costruzione della Diga di Assuan. Un grande apporto in questa impresa è stato dato anche dagli archeologi e dai tecnici italiani. Ha completato la serata “Ingegneria romana: Città II” di Jose Antonio Muñiz (Spagna, 2018, 56’). Il documentario descrive la capacità dei Romani di accettare e assimilare ogni tipo di conoscenza, indipendentemente dalla sua provenienza, per poi perfezionarla e applicarla alle prodigiose strutture progettate per edificare le straordinarie città dell’Impero. È intervenuta la prof.ssa Donatella Avanzo, egittologa e storica dell’arte.

Ricerche ad Adulis (Eritrea) dalla missione archeologica diretta da Serena Massa (foto museo Castiglioni)
E arriviamo a domenica 5 settembre 2020. Si inizia alle 20.30, con le proiezioni dedicate alla retrospettiva sul lavoro di Angelo e Alfredo Castiglioni. “Adulis. Cronaca della missione archeologica 2012 – 2013” di Angelo e Alfredo Castiglioni (Italia, 43’), aprirà la serata. Il Mar Rosso nell’antichità ebbe un’importanza paragonabile a quella della via della seta o dell’ambra. Nei suoi porti affluivano e venivano ridistribuiti beni di lusso destinati al consumo di una élite internazionale, accanto a derrate per le necessità quotidiane di più ampio consumo. Il sito di Adulis, ubicato sulla costa sud occidentale del Mar Rosso, all’interno della ben protetta baia di Zula, (attuale Eritrea) fu uno dei più importanti scali nei rapporti tra Africa orientale, India e Mediterraneo a partire forse dall’epoca faraonica, con uno sviluppo crescente ben documentato in concomitanza con l’ascesa del regno aksumita, di cui Adulis rappresentava l’accesso al mare. Il filmato è la cronaca della missione nel sito archeologico nell’inverno 2012-2013. Oltre all’attività di scavo e alle scoperte effettuate, vengono evidenziate le difficoltà organizzative e logistiche in un ambiente dove la ricerca scientifica è difficile: l’approvvigionamento dell’acqua, del cibo, i problemi sanitari e l’allestimento del capo campo tendato. Ma anche l’amicizia e la proficua collaborazione di tutti i partecipanti ad un grande progetto culturale che unisce l’Eritrea e l’Italia, del quale nel 2021 si festeggeranno dieci anni di attività. Interverranno la prof.ssa Serena Massa, archeologa dell’università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e direttrice scientifica Missione a Adulis e il dott. Angelo Castiglioni, archeologo, antropologo, cineasta.
Dopo la premiazione dei documentari vincitori del “Premio città di Varese” conferito dalla giuria popolare e del “Premio Alfredo Castiglioni”, seguirà il film “Sulle tracce degli esploratori” di Angelo e Alfredo Castiglioni (Italia, 22’). Alla metà dell’800 le sorgenti del Nilo non erano ancora state scoperte. Svelare il mistero che avvolgeva l’origine di questo grande fiume lungo le cui sponde si sviluppò una civiltà millenaria, aveva fatto nascere una accesa competizione tra gli esploratori europei e le Società Geografiche. Iniziò, quindi, l’esplorazione geografica dell’Alto Nilo Bianco. Sarebbe impossibile elencare tutti i viaggiatori che risalirono il Nilo e i suoi affluenti. Tra questi ricordiamo l’inglese Samuel Baker, il tedesco Georg Schweinfurth, gli italiani Carlo Piaggia e Giovanni Miani che ci lasciarono dettagliate descrizioni delle popolazioni incontrate. I loro diari sono stati punti di riferimento delle spedizioni da noi effettuate negli anni tra il 1960 e il 1965 lungo l’Alto Nilo Bianco, nelle regioni di Equatoria nel Sud Sudan. Missioni che ci hanno permesso di realizzare questo documentario sulla vita delle popolazioni nilotiche (soprattutto dei pastori Mundari), constatando che i riti e i costumi di questi gruppi etnici erano rimasti pressoché immutati dall’epoca dei primi esploratori. Un sorprendente immobilismo che contrastava con lo sviluppo del nostro mondo occidentale che, proprio negli anni ’60 aveva iniziato (con lo sbarco dell’uomo sulla Luna, un’altra esplorazione: quella del cosmo.
Ma no! Che sorpresa…Inviato da smartphone Samsung Galaxy.
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