Reggio Calabria. A tourismA 2025, il museo Archeologico nazionale insignito del premio GIST ACTA 2025 come Miglior Museo. Il premio ritirato da Daniela Costanzo, funzionaria archeologa del MArRC

Daniela Costanzo (al centro), funzionaria archeologa del MArRC, con il premio GIST ACTA 2025 come Miglior Museo, assegnato dal Gruppo italiano stampa turistica e consegnato a torusimA 2025 (foto marrc)
Il museo Archeologico nazionale di Reggio Calabria si è aggiudicato il prestigioso premio GIST ACTA 2025 come Miglior Museo, nell’ambito della terza edizione dell’Archaeological & Cultural Tourism Award. Promosso dal Gruppo Italiano Stampa Turistica (GIST) e ospitato dal salone internazionale del turismo culturale TourismA, tenutosi a Firenze, il riconoscimento attesta l’impegno del Museo nella valorizzazione e fruizione del patrimonio archeologico, consolidandone il ruolo di istituzione di riferimento a livello nazionale e internazionale. Giunto alla sua terza edizione, il GIST ACTA è un premio istituito nel 2023 con l’obiettivo di promuovere il turismo culturale e archeologico, riconoscendo le migliori realtà impegnate nella comunicazione e divulgazione del patrimonio storico. La giuria, composta da esperti del settore, ha premiato il MArRC per la sua capacità di coniugare tradizione e innovazione, rendendo l’archeologia accessibile e coinvolgente attraverso esposizioni permanenti e temporanee, progetti di ricerca e iniziative didattiche che mirano a rafforzare il legame tra la comunità e la sua eredità culturale. Il premio è stato ritirato a Firenze, il 21 febbraio 2025 a tourismA-Salone Archeologia e Turismo Culturale dalla funzionaria archeologa del Museo, Daniela Costanzo, a ulteriore conferma dell’eccellenza del lavoro svolto dal personale del MArRC nel rendere il Museo non solo un luogo di conservazione, ma anche uno spazio di condivisione e scoperta, capace di avvicinare il grande pubblico all’inestimabile eredità del passato.

Fabrizio Sudano, direttore del museo Archeologico nazionale di Reggio Calabria (foto marrc)
“Questo premio è un importante riconoscimento del lavoro quotidiano che svolgiamo con dedizione e passione per rendere il Museo un luogo vivo e dinamico”, ha dichiarato il direttore del MArRC, Fabrizio Sudano. “Il nostro obiettivo è favorire un dialogo continuo tra il passato e il presente, promuovendo il valore della cultura e della storia. Un aspetto fondamentale della nostra missione è l’apertura internazionale del Museo, attraverso collaborazioni con istituzioni culturali di prestigio e progetti di ricerca condivisi. Ricevere questo prestigioso riconoscimento ci sprona a proseguire il nostro percorso di crescita e innovazione, rafforzando ulteriormente il ruolo del MArRC come punto di riferimento per la valorizzazione del patrimonio archeologico, in Italia e nel Mediterraneo”. Il Museo si distingue, infatti, per il suo impegno nella divulgazione scientifica e nella promozione della cultura archeologica, attraverso un’ampia offerta di eventi, conferenze e laboratori pensati per diverse fasce di pubblico. Le mostre temporanee arricchiscono il già straordinario patrimonio custodito dal Museo, offrendo nuovi spunti di riflessione e approfondimento.
Firenze. A tourismA 2025 la cerimonia del premio “Fondazione Sebastiano Tusa” per le ricerche nel Mediterraneo, consegnato dalla presidente Valeria Li Vigni al prof. Giorgio Ieranò dell’università di Trento

tourismA 2025, cerimonia di consegna del premio “Fondazione Sebastiano Tusa” per le ricerche nel Mediterraneo conferito al prof. Ieranò: da sinistra, Piero Pruneti, Valeria Li Vigni, Giorgio Ieranò (foto graziano tavan)
Il premio “Fondazione Sebastiano Tusa” 2025 per le ricerche nel Mediterraneo è stato conferito al prof. Giorgio Ieranò dell’università di Trento. La cerimonia di consegna sabato 22 febbraio 2025 a tourismA, nell’auditorium del Palazzo dei Congressi con Valeria Li Vigni, presidente Fondazione Sebastiano Tusa, che ha letto la motivazione.
Motivazione. “Prof. Giorgio Ieranò, esperto di letteratura greca, saggista, giornalista e comunicatore culturale per grandi case editrici, la sua ricerca spazia dal teatro alla mitologia. Con i suoi libri ha raccontato brillantemente il mondo antico con un linguaggio arguto ed efficace, permettendo al grande pubblico di avvicinarsi al mondo greco e magico del mito. In assonanza con le tematiche sviluppate dalla Fondazione Tusa ci accomuna l’amore e la ricerca nel Mediterraneo, tanto caro a Sebastiano, nel quale navigò come un novello Ulisse”.
“Sebastiano Tusa”, commenta il prof. Ieranò appena ricevuto il premio, “è stato promotore organizzatore di cultura, un amministratore che ha anche fatto tanto per diffondere l’idea della tutela e della promozione dei beni culturali e della loro fruizione per un pubblico il più possibile vasto. Amava il Mediterraneo e si rendeva conto della ricchezza dei tesori che c’erano in quel mare, e di come le storie passavano, venendo testimoniate dai reperti archeologici che si inabissavano e raccontavano di queste navigazioni ardite e perigliose attraverso il mare. Quindi per me è davvero un grande onore. Ringrazio moltissimo la Fondazione Sebastiano Tusa, ringrazio Valeria Li Vigni, e naturalmente Piero Pruneti per aver organizzato anche questo contesto meraviglioso”.
Grotte di Pertosa-Auletta (Sa). A tourismA 2025 si presentano i risultati di scavo della campagna appena conclusa: individuata una struttura di culto di età ellenistica e riconosciuta una maggiore estensione della palafitta protostorica


Si è conclusa il 12 febbraio 2025 la campagna di ricerche archeologiche 2025 nelle Grotte di Pertosa-Auletta, la nota cavità turistica situata nel geoparco del Cilento, Vallo di Diana e Alburni in provincia di Salerno. Le indagini, iniziate nella seconda metà di gennaio 2025, si sono concentrate nell’Antegrotta, dove è stato impiantato un cantiere di scavo nell’alveo del fiume che scorre nella cavità (vedi Pertosa (Sa). Iniziata la campagna 2025 di ricerche archeologiche nelle Grotte di Pertosa-Auletta, dove c’è l’unico insediamento palafitticolo sotterraneo d’Europa | archeologiavocidalpassato). Di notevole interesse i primi risultati a cui sono approdati gli scavi, che hanno evidenziato l’esistenza di una struttura di culto di età ellenistica (IV-I secolo a.C.) presente lungo il corso d’acqua sotterraneo. Gli archeologi hanno recuperato nell’area sacra numerosi reperti e nei prossimi mesi sono previsti studi specialistici e varie attività di documentazione. Al tempo stesso sono proseguite le ricerche sulla palafitta protostorica presente nella cavità – un caso unico in Europa in ambiente ipogeo – con l’individuazione di ulteriori estensioni della struttura, sottoposta a campionature di legni per successive analisi di laboratorio. Ora inizierà la fase di analisi e studio e speriamo presto di darvi nuove interessanti rivelazioni.

Bruciatore di incenso di età ellenistica scoperto nella campagna 2025 alle grtotte di Pertosa-Auletta (foto sabap sa-av)
Inoltre, alla campagna di ricerche fornisce un importante contributo anche l’Istituto centrale per l’Archeologia (ICA). L’Istituto del ministero della Cultura, nell’ambito delle iniziative per la definizione di linee di indirizzo metodologiche relative ai contesti ipogei, ha infatti stipulato con la Fondazione MIdA – concessionario delle ricerche – un accordo di collaborazione scientifica. L’accordo ha previsto la realizzazione di un progetto pilota finalizzato alla elaborazione, a cura di ICA, di standard operativi applicati alle ricerche archeo-speleologiche. La ripresa delle indagini quindi è prevista per gli inizi del 2026, ancora una volta in concomitanza con il temporaneo periodo di fermo biologico del sistema sotterraneo, quando le visite turistiche vengono sospese dalla Fondazione MIdA, ente di gestione della grotta.

Scalpello immanicato dell’Età del Bronzo scoperto nella campagna 2025 alle Grotte di Pertosa-Auletta (foto sabap sa-av)
Queste scoperte confermano l’alta rilevanza anche storica del sito, tema che sarà al centro del convegno “Lungo le acque oscure. Archeologia delle Grotte di Pertosa-Auletta” che si tiene nel pomeriggio del 22 febbraio 2025, a tourismA 2025, il Salone dell’Archeologia e del Turismo Culturale in corso a Firenze. Il convegno costituisce un momento per presentare e sottolineare ad un ampio pubblico l’importanza archeologica del sito. Interverranno Irma Della Giovampaola, direttore dell’Istituto Centrale per l’Archeologia; Maria Rosaria Carfagna, presidente Fondazione MIdA; Felice Larocca, direttore del Centro di ricerca speleo-archeologica “Enzo dei Medici” e del museo Speleo-Archeologico di Pertosa; Alessia Fuscone, funzionario archeologo dell’Istituto Centrale per l’Archeologia; e Lorenzo Mancini, funzionario archeologo della soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio per le province di Salerno e Avellino.
Firenze. A tourismA 2025 in anteprima mondiale la ricostruzione (profumata) del Primo Annesso Laterale (in scala 1:1) della Tomba di Nefertari (chiusa al pubblico dal 2024) a cura delle egittologhe Donatella Avanzo, Silvana Cincotti e del “naso” Meo Fusciuni che propone un percorso olfattivo. Le protagoniste ne parlano ad “archeologiavocidalpassato”

L’egittologa Silvana Cincotti all’inyterno del Primo Annesso Laterale (in scala 1:1) della Tomba di Nefertari presentato in anteprima mondiale a tourismA 2025 (foto graziano tavan)

L’egittologa Donatella Avanzo a tourismA 2025 con il progetto Nefertari (foto graziano tavan)
Con l’apertura, venerdì 21 febbraio 2025, al Palazzo dei Congressi di Firenze di tourismA 2025, il Salone dell’archeologia e del turismo culturale organizzato per l’undicesimo anno da Archeologia Viva (Giunti Editore), il pubblico ha potuto accedere, e lo potrà fare fino a domenica 23 febbraio 2025, alla tomba ricostruita (e profumata) di Nefertari, a cura delle egittologhe Donatella Avanzo, Silvana Cincotti e del “naso” Meo Fusciuni. Quest’anno, infatti, in anteprima mondiale è visitabile la ricostruzione del Primo Annesso Laterale (in scala 1:1) della Tomba di Nefertari con la Grande Sposa Reale al cospetto delle divinità egizie nella celebre “Sala delle Sette Vacche Sacre, del Toro e dei Quattro Timoni Celesti” immersa nelle antiche fragranze della Valle del Nilo: la ricostruzione è stata possibile grazie al contributo economico della Fabbrica della Scienza di Jesolo diretta da Monica Montellato, e il contributo gratuito della Graphic Report di Conselve (Pd).

Dettaglio della regina Nefertari all’interno della sua tomba a Tebe Ovest come si vedeva nel 2004 (foto graziano tavan)
“Un anno fa (2024, ndr) il Governo egiziano decide di chiudere la tomba della regina Nefertari e di non riaprirla più al pubblico”, ricorda Donatella Avanzo. “Non sappiamo se questa decisione sarà definitiva, ma sappiamo comunque che il deterioramento è progressivo. Anche se la tomba era stata contingentata con poche persone, e un biglietto con un costo altissimo, questo non ha favorito comunque la salute dei dipinti che hanno cominciato di nuovo a sbriciolarsi per le infiltrazioni di umidità”.
“Il progetto Nefertari”, spiega Silvana Cincotti, “nasce soprattutto dal desiderio di sviluppare un concetto di tutela. La tutela del bene culturale, del patrimonio culturale, è fondamentale, per cui al momento in cui abbiamo visitato la tomba nel 2018 ci siamo resi conto che rispetto al passato c’erano delle modifiche. La tomba in questo momento è chiusa. E l’idea è proprio quella di poter parlare dell’importanza della tutela del patrimonio culturale. E la creazione di fotografie digitalizzate o di repliche permette di poter continuare a parlare del bene e soprattutto di conservarlo per sempre. Perché queste immagini nel momento in cui vengono realizzate possono essere ripetute e studiate. Così è permesso agli studiosi l’accesso alle fotografie più precise possibili per sempre”.
“Le infiltrazioni d’acqua nella valle delle Regine”, sottolinea Donatella Avanzo, “hanno fatto cambiare l’atteggiamento anche dei restauratori all’interno della tomba. Ricordo a tutti che negli anni ’80 si decide di restaurarla con un progetto del Paul Getty Museum insieme al Governo egiziano. I restauri termineranno nel ’92. Poi viene riaperta accompagnata da un ciclo di mostre in giro per il mondo. Ma verrà di nuovo chiusa sempre per lo stesso motivo. La tomba è molto fragile, bellissima, e noi abbiamo ricostruito l’annesso proprio della camera Est, perché è quello meglio conservato. E qui si può vedere, grazie al fondamentale contributo economico della Fabbrica della Scienza di Jesolo diretta da Monica Montellato, che ha realizzato la struttura ai fini scientifici, e al contributo gratuito della Graphic Report di Conselve (Pd) che ha riversato le immagini con la tecnica del tatoo wall, una tecnica ormai in uso dalle soprintendenze di molte parti del mondo: loro hanno brevettato questo lavoro e grazie alla loro competenza siamo riusciti a portare a termine la ricostruzione in scala 1:1 della camera dell’annesso della tomba della Regina Nefertari, la sala delle Sette Vacche Celesti e del Toro possente”.

Profumi dell’Antico Egitto a tourismA 2025 con il progetto Nefertari archeo-olfattivo (foto graziano tavan)
Insieme alla tomba di Nefertari – si diceva – i visitatori hanno modo di seguire un percorso olfattivo, che suggerisce le atmosfere sacre dell’antico Egitto riportandolo indietro nel tempo, alla storia del profumo e a Nefertari. All’interno della Sala delle Sette Vacche Sacre, del Toro e dei Quattro Timoni Celesti, si può sentire profumo che nasce dallo studio e dalla collaborazione tra Avanzo, Cincotti e il maestro profumiere Meo Fusciuni che ha ricavato l’antica essenza dopo mesi di collaborazione e studi con le due egittologhe.
“Al Metropolitan di New York”, spiega Silvana Cincotti, “è conservato un contenitore con all’interno degli unguenti che riporta il nome della regina Nefertari. Abbiamo avuto quindi l’idea di poter unire quello che è un altro progetto che portiamo avanti, un laboratorio dedicato all’archeo-olfatto, cioè allo studio delle materie prime olfattive nel mondo antico legandolo alla figura della regina Nefertari, e riproporre con l’utilizzo di tutta una serie di materie prime, lavorando insieme al maestro profumiere Meo Fusciuni, la possibilità di riproporre un profumo che attraverso l’uso di particolari tipi di incenso e di mirre possa ricreare l’odore presente all’interno di questi contenitori che noi troviamo vuoti perché, soprattutto per i ladri che depredavano queste tombe, il prendere gli oli profumati era la cosa più facile, costavano parecchio ed erano facilmente modificabili senza alcun tipo di problema. Quindi era la prima cosa che sparisce. Infatti trovarne all’interno delle tombe è estremamente raro, ma troviamo i fondi dei contenitori e da quelli riusciamo a recuperare informazioni soprattutto oggi con le tecnologie a disposizione, informazioni molto preziose”.

Il profumiere Meo Fusciuni (foto archeologia viva)
“La parte più complessa”, conclude Meo Fusciuni, “è stata ritrovare alcune piante e le materie prime che gli egizi utilizzavano sia nei rituali dei templi che in quelli funerari, atti a consegnare al divino lo spirito di un defunto e trovare l’equilibrio perfetto tra le altre materie prime. Attraverso il mio lavoro per Nefertari, con il quale ho provato a riportare tra noi l’immortalità di una Regina, speriamo di rendere immortale quest’esperienza”.
Agenda 2025. In febbraio l’XI edizione di tourismA a Firenze, e a fine ottobre la XXVII edizione della Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico in programma a Paestum (Sa)
Il 2025 è iniziato. E allora è tempo di fissare in agenda il primo e l’ultimo degli appuntamenti da non perdere per gli appassionati di archeologia, beni culturali e viaggi di conoscenza.

Si comincia con tourismA 2025, giunta all’XI edizione, in calendario al Palazzo dei Congressi di Firenze dal 21 al 23 febbraio 2025. La regione ospite è la Valle d’Aosta che quest’anno festeggia i 2050 anni della fondazione di Augusta Praetoria, un compleanno storico che a Firenze sarà celebrato con un convegno sui beni culturali della Valle, proiezioni, dimostrazioni folkloristiche, degustazioni di prodotti tipici. Non mancheranno gli incontri con i protagonisti: Alberto Angela, Guido Barbujani, Aldo Cazzullo, Paolo Giulierini, Cristoforo Gorno, Giorgio Ieranò, Massimo Osanna, Angelo Panebianco, Luca Peyronel, Aldo Schiavone, Vittorio Sgarbi, Mario Tozzi, Giusto Traina, Giuliano Volpe… e poi un’esclusiva: in prima assoluta sarà visitabile il Primo Annesso Laterale (in scala 1:1) della Tomba di Nefertari con la Grande Sposa Reale al cospetto delle divinità egizie nella celebre “Sala delle Sette Vacche Sacre, del Toro e dei Quattro Timoni Celesti” immersa nelle antiche fragranze della Valle del Nilo. A cura di Donatella Avanzo, Silvana Cincotti e Meo Fusciuni. E ovviamente: turismo e politiche culturali, protagonisti della comunicazione archeologica, scoperte che fanno la storia, autori e libri, mostre, laboratori didattici, archeofood, realtà virtuali, cinema… Una tre giorni tra stand, degustazioni, film, mostre, postazioni interattive, convegni (centinaia di esperti in discipline storico-archeologiche-ambientali), tavole rotonde, presentazioni…

Chiude il 2025 la XXVII edizione della Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico in programma a Paestum (Sa) da giovedì 30 ottobre a domenica 2 novembre 2025 al Next ex Tabacchificio, al Parco e il museo Archeologico, alla Basilica. La Bmta è l’unico Salone espositivo al mondo nel suo genere e di ArcheoVirtual, l’innovativa mostra internazionale di tecnologie multimediali, interattive e virtuali, oltre che opportunità di business per gli operatori dell’offerta nel Workshop con i Buyer esteri selezionati dall’ENIT. Obiettivo dell’iniziativa è valorizzare parchi e musei Archeologici, promuovere destinazioni turistico archeologiche, favorire la commercializzazione, contribuire alla destagionalizzazione e incrementare le opportunità economiche e gli effetti occupazionali. La manifestazione ha quali enti promotori la Regione Campania, la Città di Capaccio Paestum e i parchi archeologici di Paestum e Velia, è patrocinata dal ministero della Cultura, dal ministero del Turismo, dal ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, dalla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, dall’Anci ed è riconosciuta quale best practice di dialogo interculturale dalle organizzazioni governative internazionali della cultura e del turismo dell’Onu, Unesco e UN Tourism.
Riva del Garda (Tn). Al museo Alto Garda apre la mostra fotografica itinerante “Pietre parlanti nella Preistoria. La statuaria preistorica in Italia” che offre confronto diretto con un corpus di statue menhir provenienti da diverse regioni d’Italia e dalla Sardegna. Ecco il programma delle aperture e delle visite guidate

Dopo il Menhir Museum di Laconi (Or), il tourismA di Firenze e l’area megalitica di Saint Martin de Corléans ad Aosta, la mostra itinerante “Pietre Parlanti nella Preistoria” arriva nelle sale del museo Alto Garda di Riva del Garda (Tn), dove saranno esposte le gigantografie delle immagini delle statue menhir della Sardegna e delle statue stele esposte negli altri musei italiani. Venerdì 29 novembre 2024, alle 18, inaugurazione della mostra fotografica itinerante “Pietre parlanti nella Preistoria. La statuaria preistorica in Italia” nella sezione archeologica del museo Alto Garda nella Rocca di Riva del Garda che riapre le sue porte per l’occasione dopo la pausa autunnale. La mostra è visitabile dal 30 novembre 2024 al 6 gennaio 2025. Questo progetto di ArcheoFoto Sardegna e del Menhir Museum di Laconi è stato condiviso e supportato dalla Regione Autonoma della Sardegna attraverso l’assessorato dei Beni Culturali. Tra musei ed enti locali, sono 15 le realtà istituzionali coinvolte nel progetto della mostra fotografica tra cui il MAG Museo Alto Garda. Attraverso un percorso visivo ricco di suggestioni e un’accurata selezione di immagini, la mostra invita il pubblico a un confronto diretto con un corpus di statue menhir provenienti da diverse regioni d’Italia e dalla Sardegna, mettendo in luce le affinità stilistiche e iconografiche che testimoniano l’esistenza di un’ampia rete di scambi culturali, e a riflettere sulle radici comuni delle nostre culture. Dopo la presentazione del progetto e una visita alla mostra, ci sarà un piacevole momento conviviale con musica per brindare tutti insieme a questa nuova mostra temporanea. Partecipazione libera e gratuita.

Il museo dell’Alto Garda (MAG) nella Rocca di Riva del Garda (Tn) (foto mag)
Dopo l’inaugurazione della nuova mostra temporanea, il Museo riaprirà le sue porte, dal 30 novembre 2024 al 6 gennaio 2025, dalle 10 alle 18, durante il periodo festivo (dicembre 01, 06, 07, 08, 13, 14, 15, 20, 21, 22, 23, 24, 27, 28, 29, 30, 31; gennaio 02, 03, 04, 05, 06). E, domenica 1° dicembre 2024, in occasione della prima domenica del mese, l’ingresso è gratuito grazie all’iniziativa del ministero della cultura #domenicalmuseo. Per il periodo natalizio sarà applicata a tutte le visitatrici e i visitatori del Museo la tariffa ridotta di 4 euro sul biglietto di ingresso. Rimarranno invece invariate le condizioni di gratuità.

Le statue-stele conservate nel museo Alto Garda di Riva del Garda (Tn) (foto mag)
Domenica 1° dicembre 2024, alle 11, prima visita guidata alla mostra fotografica “Pietre parlanti nella preistoria”: un affascinante viaggio nell’arte preistorica italiana alla scoperta di un patrimonio artistico straordinario. Sarà l’occasione per ammirare le affinità stilistiche e iconografiche delle statue menhir provenienti da diverse regioni d’Italia e comprendere il profondo significato culturale che queste sculture rivestivano per le antiche popolazioni. Insieme a una guida esperta, i partecipanti esploreranno le affascinanti statue menhir e cercheranno di decifrare i messaggi che ci hanno lasciato i nostri antenati. Attività gratuita in quanto prima domenica del mese. Ecco il calendario delle altre visite guidate (Attività inclusa nel biglietto d’ingresso). Visita guidata alla mostra: domenica 15 dicembre, ore 11; domenica 29 dicembre, ore 11. Visita guidata agli “Impedibili del museo”: domenica 08 dicembre, ore 11; domenica 22 dicembre, ore 11; domenica 05 gennaio, ore 11. Visita guidata alla mostra con il direttore: venerdì 03 gennaio, ore 15.
Firenze. Al cinema Giunti-Odeon l’incontro “Firenze… Etruschi nel cimitero degli Inglesi” con l’etruscologo Luigi Donati che riapre l’ipotesi del soprintendente Nicosia: quella collinetta era il tumulo di un principe etrusco. Con una novità: parte di quella necropoli si estenderebbe nel parco dell’attuale hotel Four Seasons

Il Cimitero degli Inglesi di Firenze era il tumulo di un principe etrusco? La collinetta dove nel capoluogo della Toscana sorge quello che ancora oggi i fiorentini chiamano Cimitero degli Inglesi – spartitraffico naturale lungo i viali di circonvallazione – potrebbe avere una storia molto più lunga di quanto si è pensato finora: addirittura un’origine etrusca come grandioso tumulo sepolcrale di un principe. L’ipotesi era già stata avanzata molti anni fa, dall’allora soprintendente Francesco Nicosia che transitando in auto da piazzale Donatello dichiarò a bruciapelo: “Quella non è una collinetta normale… nasconde un bel tumulo etrusco!”. Da allora, anche Luigi Donati, già docente di Etruscologia all’università di Firenze, nonché lucumone dell’Accademia Etrusca di Cortona, passando di lì ha sempre guardato a quell’altura con altri occhi. L’ipotesi torna attuale con un lungo articolo dell’etruscologo Luigi Donati sull’ultimo numero di Archeologia Viva (Giunti Editore) e riapre “il caso” con un elemento in più: parte di quella necropoli si estenderebbe nel parco dell’attuale hotel Four Seasons. Il racconto in anteprima di uno dei più avvincenti cold case dell’archeologia etrusca a Firenze sarà al centro dell’incontro “Firenze… Etruschi nel cimitero degli Inglesi”, aperto alla cittadinanza, al Cinema Giunti-Odeon martedì 23 luglio 2024, alle 18.30. Intervengono Luigi Donati, etruscologo e “lucumone” dell’Accademia etrusca di Cortona; Alessandra Parrini, archeologa dell’università di Firenze; Piero Pruneti, direttore di Archeologia Viva e tourismA. Ingresso libero.

Il cinema Giunti-Odeon dove si tiene l’incontro promosso da Archeologia Viva (foto AV)
Dopo il 1865 con l’abbattimento delle mura fiorentine, “di Qua d’Arno” (riva destra del fiume con il centro cittadino) furono lasciate in piedi solo le torri e le porte più monumentali. Fra quelle scomparse c’era anche Porta a Pinti, sotto la quale passava una strada, Borgo Pinti, che tuttora sbocca sui viali proprio a ridosso della collinetta del Cimitero degli Inglesi. Questa strada è parte di un tracciato di origine etrusca che, partendo all’incirca dalla riva destra dell’Arno nelle vicinanze del futuro Ponte Vecchio, dove si trovava una necropoli villanoviana (VIII sec. a.C.), dopo aver attraversato la bassa zona pianeggiante su cui alla fine del I sec. a.C. sorgerà la colonia romana di Florentia e si svilupperà la città medievale, cominciava a salire sempre più ripida in direzione nord verso l’etrusca Fiesole, arroccata sul suo panoramico colle. Non a caso in Borgo Pinti, nel 1978, vennero trovati un rocchetto d’impasto e una fibula a sanguisuga in bronzo, riferibili a una tomba distrutta risalente all’VIII/VII sec. a.C. Alla fine della strada, sull’altro lato si affaccia il vasto Giardino dei Conti della Gherardesca (oggi parte del lussuoso ed esclusivo “Four Seasons Hotel”) allestito nel 1820 con boschetti, prati e “due deliziose collinette”, come lo descriveva l’architetto Federico Fantozzi nel 1844. Il problema è se le collinette furono create in quella circostanza, o piuttosto furono rimodellate sfruttando precedenti rilievi.

Il Cimitero degli Inglesi a Firenze: potrebbe essere il tumulo di un principe etrusco (foto AV)
Purtroppo le tante vicende che hanno interessato la collinetta del Cimitero degli Inglesi ne hanno cambiato le dimensioni e l’aspetto generale. “Sicuramente – spiega Luigi Donati – una grossa pietra di forma oblunga completamente diversa dalle altre è appartenuta a una struttura più antica forse proprio al dromos (corridoio) di un tumulo etrusco”. Non mancano indizi per ipotizzare un antico nucleo sepolcrale nei dintorni di Porta a Pinti: un nucleo costituito da tumuli di diverse dimensioni a distanze variabili lungo il tragitto che univa la piana alluvionale dove sorgerà Firenze alla città etrusca di Fiesole, ben visibile in alto sulla collina. Dichiara Francesca Paoletti, presidente del Cimitero degli Inglesi: “La Chiesa Evangelica Riformata Svizzera, proprietaria del Cimitero detto ‘degli Inglesi’ accoglie con grande interesse la teoria illustrata nell’articolo del professor Luigi Donati relativa alle origini etrusche del sito, auspicando che questa venga approfondita. Inoltre desidero ricordare che il Cimitero accoglie le ceneri di chiunque senza distinzione alcuna e che la nostra Chiesa si impegna a continuare nel suo sostegno quotidiano di sempre di supporto di qualsiasi genere per la gestione, l’amministrazione ed il restauro di questa importante testimonianza della Firenze ottocentesca”.
Palermo. Al Complesso Monumentale dello Steri la Fondazione Sebastiano Tusa presenta l’ultimo numero di Sicilia Archeologica (114/23) edito da L’Erma di Bretschneider nella Giornata dei Beni culturali siciliani

Fabio Martini, Valeria Li Vigni Tusa, Massimo Cultraro e Assia Kysnu Ingoglia alla presentazione della rivista Sicilia Archeologica a Spazio Libri di TourismA 2024 (foto graziano tavan)
Dopo l’anteprima a Firenze a Tourisma 2024, nella sezione Spazio Libri a cura di Massimo Cultraro (vedi Firenze. A Spazio Libri di TourismA 2024 presentato il numero 114 della rivista “Sicilia Archeologica”, edito da l’Erma di Bretschneider e diretto dalla Fondazione Sebastiano Tusa | archeologiavocidalpassato), è arrivato il momento di presentare il nuovo numero della rivista Sicilia Archeologica, il 114/2023, in casa, a Palermo. E la fondazione Sebastiano Tusa che cura la rivista, portata avanti e sviluppata proprio da Sebastiano Tusa, edita da L’Erma di Bretschneider, ha scelto ancora una volta per la presentazione ufficiale il 10 marzo, cioè l’anniversario della tragica scomparsa dell’archeologo e assessore regionale ai Beni culturali, giorno nel quale la Regione Siciliana ha deciso di commemorare Sebastiano Tusa istituendo la Giornata dei Beni culturali siciliani (vedi 10 marzo, giornata dei Beni culturali siciliani: ingresso gratuito a tutti i luoghi regionali della cultura per onorare il ricordo di Sebastiano Tusa, il grande archeologo e assessore ai Beni culturali, nell’anniversario della sua tragica scomparsa. Ecco qualche idea da non perdere | archeologiavocidalpassato).

Copertina del numero 114 (2023) della rivista “Sicilia Archeologica”, edito da l’Erma di Bretschneider e diretto dalla Fondazione Sebastiano Tusa
Appuntamento dunque domenica 10 marzo 2024, alle 17, nell’aula magna del Complesso Monumentale dello Steri a Palermo, in piazza Marina 61. Aprono i saluti di Massimo Midiri, rettore dell’università di Palermo; Francesco Paolo Scarpinato, assessore regionale ai Beni culturali e all’Identità siciliana; Roberto Lagalla, sindaco di Palermo; Mario La Rocca, dirigente generale dei Beni culturali e dell’Identità siciliana; p. Sergio M. Catalano op, priore del convento di San Domenico di Palermo. Introduce Valeria Li Vigni, presidente della Fondazione Sebastiano Tusa e direttore di Sicilia Archeologica. Modera Massimo Cultraro, Ispc-Cnr, comitato scientifico Sicilia Archeologica. Intervengono Oscar Belvedere, università di Palermo, comitato scientifico Sicilia Archeologica; Vito Zarzana, ispettore onorario per i Beni culturali, vice direttore Sicilia Archeologica; Assia Kysnu Ingoglia, università di Roma Tor Vergata, redazione Sicilia Archeologica; Roberto Marcucci, editore L’Erma di Bretschneider.







Missioni di scavo italiane all’estero: il patrimonio culturale dell’Iraq, dell’Azerbaigian, Turchia, Marocco, Oman, raccontato dalla testimonianza diretta degli archeologi responsabili.

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