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Belgrado. Alla XXIII Rassegna Internazionale del Cinema Archeologico, Paese ospite la Grecia, l’Italia è presente con quattro film portati dall’IIC di Belgrado grazie alla collaborazione del RAM film festival

belgrado_istituto-italiano-cultura_XXIII-rassegna-cinema-archeologico_locandinaDal 22 al 27 maggio 2022, il museo nazionale di Belgrado ospita nell’atrio la XXII Rassegna Internazionale del Cinema Archeologico di Belgrado, organizzata dal museo nazionale di Belgrado in collaborazione con principali istituzioni culturali serbe e internazionali attive nella capitale serba. La Rassegna offre agli esperti del settore e al vasto pubblico di appassionati la possibilità di conoscere le produzioni più recenti nel settore dell’archeologia e delle discipline affini. L’ospite d’onore della rassegna di quest’anno è la Repubblica di Grecia – la Fondazione ellenica per la cultura, i cui film “Il ritorno dei perduti” e “Dodici decenni di scoperte” aprono la rassegna di quest’anno. Il coro della Fondazione ellenica per la cultura “Helenofonia”, diretto da Nefeli Papoutsaki, si esibirà alla cerimonia di apertura della fiera. Il programma di quest’anno comprende 22 film provenienti da 6 Paesi: Grecia (2), Italia (4), Spagna (3), Russia (2), Iran (2) e Serbia (9). L’Istituto Italiano di Cultura di Belgrado, uno dei principali promotori della Rassegna fin dalla prima edizione, presenta quattro documentari italiani, messi a disposizione dell’IIC Belgrado dai loro autori grazie alla preziosa collaborazione del RAM film festival della Fondazione Museo Civico di Rovereto: “L’oro di Venezia” (Italia, 2022), regia di Nicola Pittarello; “La frequentazione dell’orso” (Italia, 2022), regia di Federico Betta; “Il sapore della terra” (Italia, 2022), regia di Giulio Filippo Giunti; “Antica trasversale sicula. Il cammino della dea madre” (Italia, 2021), regia di Francesco Bocchieri.

Il primo film italiano in concorso a Belgrado è “L’oro di Venezia” (Italia 2022, 52’) di Nicola Pittarello, lunedì 22 maggio 2023. Il film-documentario, prodotto da SD Cinematografica, racconta il rapporto tra la Repubblica di Venezia e i suoi possedimenti. È soprattutto la necessità di rifornirsi di legname a spingere la Serenissima, nel Cinquecento e nel Seicento, ad espandersi nell’entroterra. Ed è la grande sfida con l’Impero Ottomano per la supremazia sul Mediterraneo ad alimentare questa necessità. Nei boschi veneti, friulani e istriani, Venezia poteva infatti trovare il legno migliore, la materia prima essenziale per costruire le navi da guerra di cui aveva bisogno in vista di uno scontro decisivo con i Turchi, che avverrà nel 1571 nella famosissima Battaglia di Lepanto. Per preservare i suoi preziosi boschi, Venezia mette in atto una serie di pratiche di buona gestione del territorio, dando anche il via ad un profondo cambiamento di mentalità. La salvaguardia del territorio diventa una vera parola d’ordine, con un approccio che sembra avvicinarsi alla nostra attuale sensibilità ambientalista. “L’oro di Venezia” è la storia di quest’avventura e di come quelle pratiche e quella mentalità siano arrivate fino ad oggi.

Il secondo film italiano in concorso, mercoledì 24 maggio 2023, è “La frequentazione dell’orso” (Italia 2022, 60’) di Federico Betta, un viaggio nella storia del rapporto tra esseri umani e orsi in Trentino, la regione più settentrionale d’Italia. Personaggi diversi creano un puzzle di visioni che attraversa la preistoria, la storia, la lotta per la salvezza, il grande progetto di ripopolamento e il presente. Il documentario ci lascia con molte domande, senza ignorare la realtà: la convivenza di orsi e umani crea conflitti che non possono essere eliminati e richiede un forte impegno da parte di tutti. Uno sforzo condiviso per garantire la permanenza dei grandi carnivori sul nostro territorio a lungo termine.

Il terzo film italiano in concorso, venerdì 26 maggio 2023, è “Il sapore della terra” (Italia 2021, 60’) di Giulio Filippo Giunti. Nel 1577 Giacomo Boncompagni, nuovo Signore del Marchesato di Vignola, invia un proprio emissario alla scoperta del feudo che ha ricevuto in dono dal papa Gregorio XIII. Il Visitatore attraversa il territorio in lungo e in largo e nella relazione che scrive al termine del suo lungo viaggio parla di queste terre come di un luogo abitato da gente ingegnosa vasto e variegato, che si estende dalla pianura ai crinali degli Appennini, un luogo punteggiato di castelli che ha il suo fulcro nel fiorente mercato della Città di Vignola, la capitale. Oggi queste terre sono ancora abitate da uomini ingegnosi, che fanno tesoro di tradizioni secolari per realizzare prodotti gastronomici unici e speciali e guardano fiduciosi al futuro del proprio territorio. Un mosaico di voci, luoghi e foto d’epoca per comporre un racconto che restituisce il ritmo lento del lavoro della terra nel corso delle stagioni e il fascino discreto e profondo dell’unione tra un paesaggio e una cultura secolare custodita all’ombra dei castelli.

Quarto e ultimo film italiano in concorso, sabato 27 maggio 2023, è “Antica trasversale sicula. Il cammino della dea madre” (Italia 2021, 80’) di Francesco Bocchieri. Un viaggio attraverso la Sicilia, seguendo il percorso dell’Antica Trasversale Sicula, uno dei cammini più antichi d’Italia. Da Mozia a Camarina, 650 km di strade riscoperte da un gruppo di appassionati ispirati dalle ricerche dell’archeologo Biagio Pace, immerse nella natura, nel paesaggio e nella Storia. Un viaggio di luoghi, persone, incontri e di forti emozioni, un atto di amore per la propria terra.

Lavis (Tn). Al via la quinta edizione di Cinema Archeologico: tre martedì con tre corti e tre film scelti dall’archivio del RAM film festival di Rovereto

lavis_cinema-archeologico_rassegna-2023_locandinaAl via martedì 14 marzo 2023, al Teatro Auditorium Comunale di Lavis (Tn), la quinta edizione di Cinema Archeologico, la rassegna di film che racconta il patrimonio culturale con il linguaggio evocativo e coinvolgente del cinema, organizzata in collaborazione con il RAM film festival di Rovereto, al cui archivio appartengono i film proiettati. Un viaggio attraverso periodi storici, culture, punti di vista diversi, per accrescere la propria conoscenza del mondo. In programma tre documentari e docufiction provenienti da diversi Paesi europei. Le tematiche spaziano dal ruolo della donna nelle varie epoche, alla tutela del patrimonio culturale in momenti difficili, come i periodi di guerra. Si parlerà del dialogo costante fra il mondo moderno e la propria storia e del rapporto tra l’uomo e l’ambiente, fondamentale oggi come nel passato. Ogni serata sarà introdotta da un corto d’animazione, un particolare mezzo di espressione che racconta storie e paesaggi in modo creativo. Ogni film sarà preceduto anche da un piccolo corto di animazione sempre proveniente dagli archivi della Fondazione Museo Civico di Rovereto. Tutti i film sono doppiati in lingua italiana tranne quello proposto martedì 21 marzo 2023 che darà in lingua originale con i sottotitoli in italiano. Ecco il programma.

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Frame del film “Lady Sapiens à la recherche de la préhistoire / Lady Sapiens alla ricerca della preistoria” di Thomas Cirotteau

Martedì 14 marzo 2023, alle 21, il corto “Treasure / Il tesoro” di Samantha Moore (Regno Unito 2021, 8’), produzione: Abigail Addison. Nel 2018 la scoperta del pendente solare dello Shropshire, antico di 3000 anni, è stata di enorme importanza per gli archeologi. La sua squisita lavorazione, che evoca i raggi del sole, mette in discussione quel che si sa della comunità che l’ha creato. Treasure è il racconto di due storie intrecciate: quella di un cacciatore di antichi tesori e quella di un’antica comunità. Segue il film “Lady Sapiens à la recherche de la préhistoire / Lady Sapiens alla ricerca della preistoria” di Thomas Cirotteau (Francia 2021, 52’), produzione: Sophie Parrault (Little Big Story); Ubisoft; Ideacom International; NHK; France Télévisions, Planète, Radio Canada, TVO. Consulenza scientifica: Sophie Archambault de Beaune. Chi erano le donne preistoriche e che aspetto avevano? Come si svolgeva la loro vita quotidiana? Qual era la divisione del lavoro tra uomini e donne? Arte rupestre e caccia per gli uomini, raccolta e lavori domestici per le donne? E se la realtà fosse più complessa? Oggi una nuova generazione di ricercatori sta rivoluzionando i luoghi comuni.

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Frame del film “The Oath of Cyriac / Il giuramento di Ciriaco” di Olivier Bourgeois

Martedì 21 marzo 2023, alle 21, il corto “Mary” di Kinga Anna Garncarz (Polonia 2022, 6’), produzione: Kinga Anna Garncarz. Il cortometraggio racconta la storia di Mary Anning, la madre della paleontologia, che, nonostante le avversità, ha raggiunto risultati eccezionali in termini di scoperte scientifiche. Di bassa estrazione sociale e autodidatta, Mary scopre scheletri di Ittiosauro, Pterosauro e Plesiosauro. Il suo nome, dimenticato per anni, riacquista l’importanza che merita quando le vengono restituiti i crediti per il lavoro svolto. Segue il film “The Oath of Cyriac / Il giuramento di Ciriaco” di Olivier Bourgeois (Andorra 2021, 72’), produzione: La Caixa de la Llum Produccions. Consulenza scientifica: Dr Houmam Saad, Dr Maamoun Abdulkarim (UNESCO), Dr Yasmine Mahmoud. Film in lingua originale con sottotitoli in italiano. Un piccolo gruppo di archeologi e curatori museali lotta per preservare il patrimonio di reperti archeologici del museo nazionale di Aleppo durante il conflitto siriano. Come mettere in salvo 50mila manufatti in una città assediata? In questa corsa contro il tempo nulla è garantito ma una cosa è certa: se le collezioni del Museo andranno perse, una parte della storia dell’umanità scomparirà con esse.

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Frame del film “L’oro di Venezia” di Nicola Pittarello

Martedì 28 marzo 2023, alle 21, il corto “Terra di incontri” di Aurora Martina Meneo (Italia 2019, 11’), produzione: Artsmedia. Un nonno e sua nipote intraprendono un magico viaggio attraverso i paesaggi pugliesi. Segue il film “L’oro di Venezia” di Nicola Pittarello (Italia 2022, 55’), produzione: Roberto Dall’Angelo. Pochi conoscono il rapporto tra la Repubblica di Venezia e i suoi possedimenti terrieri. Nei boschi veneti, friulani e istriani, Venezia trovava il legno indispensabile per costruire le navi da guerra. Per preservare tali materiali, la Serenissima attuò una serie di buone pratiche volte a salvaguardare il territorio, dando luogo anche a un profondo cambiamento di mentalità.

Rovereto. RAM film festival 2023, ci sono le date e il tema del focus: dal 4 all’8 ottobre con “Sguardi sul clima”. Aperte le iscrizioni dei film

rovereto_rassegna-RAM-2023_le-date_locandinaPer avere un’idea del numero dei produttori e registi e della qualità dei film che animeranno l’edizione 2023 del RAM film festival Rovereto Archeologia Memorie bisogna aspettare ancora qualche mese. C’è tempo infatti fino al 31 maggio 2023 per inviare la candidatura di un film attraverso la piattaforma Filmfreeway: ISCRIVI IL TUO FILM >. Ma qualche anticipazione già si può fare. Intanto ci sono le date, che si possono segnare sull’agenda. Il RAM film festival 2023 si terrà a Rovereto dal 4 all’8 ottobre 2023. Sullo schermo e sul palco del teatro Zandonai si racconteranno l’archeologia e il patrimonio culturale attraverso il cinema. Ma non solo: oltre al palinsesto di film e documentari ci saranno incontri con gli esperti, visite e tanto altro ancora. E poi si può già annunciare il focus dell’edizione 2023 che sarà #sguardisulClima. “La Fondazione Museo Civico – ricordano i promotori – organizza dal 1990 un Film Festival, dal 2021 denominato RAM – Rovereto Archeologia Memorie, dedicato all’archeologia e al patrimonio culturale materiale e immateriale. La formula del Festival roveretano prevede proiezioni, incontri, esposizioni, corsi di formazione, visite guidate alla scoperta del territorio e molto altro, in una contaminazione tra conoscenza, emozione e informazione. Il focus 2023 ha per titolo “Sguardi sul clima” ed è un riflettore puntato sull’emergenza climatica con una lente specifica sui rischi che corre il patrimonio culturale mondiale. Il focus vuole far crescere la consapevolezza sulle sfide che il cambiamento del clima comporta per la tutela di siti e monumenti nel futuro che cambia. Nella stessa settimana – concludono -, gli utenti del film festival potranno scoprire la città e i suoi musei, e fruire di visite guidate, escursioni sul territorio, il tutto firmato RAM”.

Rovereto. In tv (History Lab Live) e su YouTube la nuova stagione di SGUARDI: in quattro puntate si raccontano le quattro sezioni del RAM film festival con i protagonisti e i film più rappresentativi

rovereto_RAM_sguardi-rassegna_logoAl via la nuova stagione di SGUARDI, il programma in cui si racconta il RAM film festival, la più longeva rassegna di film dedicati all’archeologia e al patrimonio culturale ma anche uno spazio di incontri, mostre e appuntamenti nella città di Rovereto, che quest’anno ha avuto come focus gli “Sguardi al femminile”: non solo tutte le declinazioni – anche nuovissime – del vero ruolo delle donne nella storia, finora fortemente sottovalutato, ma anche il particolare punto di vista di registe e autrici del mondo del documentario. La serie – in quattro puntate – andrà in onda sul canale 12 del digitale terrestre nello spazio History Lab Live, ospitato da Telepace Trento emittente comunitaria, tutti i lunedì alle 21 e alle 22.30 e in replica la domenica alle 21. Si inizia lunedì 21 novembre 2022. Le quattro puntate saranno dedicate ciascuna a una sezione del Festival (L’Italia si racconta, Cinema archeologico, Cultura animata e  Sguardi dal mondo) per conoscere ospiti e registi dell’edizione 2022, scoprire il dietro le quinte e approfondire temi e nuove tendenze del cinema documentario. Gli episodi saranno inoltre visibili anche sul canale YouTube della Fondazione Museo storico del Trentino (youtube.com/museostorico). SGUARDI è un programma a cura di Matteo Gentilini, Alice Manfredi e Sara Zanatta in collaborazione con Claudia Beretta e Valentina Poli. Una realizzazione Motion Studio con la partecipazione di Graziano Galvagni. Una produzione Fondazione Museo storico del Trentino e RAM film festival – Fondazione Museo Civico di Rovereto. A partire da gennaio 2023 poi il RAM Film Festival tornerà nello spazio History Lab Live in onda sul canale 12 del digitale terrestre nello (ospitato da Telepace Trento) con quattro documentari selezionati tra quelli che hanno partecipato all’ultima edizione.

Nella prima puntata (in onda lunedì 21 novembre 2022, alle 21 e 22.30) si entra nell’atmosfera del festival con Alessandra Cattoi, direttore della Fondazione Museo Civico di Rovereto, e si conoscono i film in concorso nella sezione dedicata al cosiddetto “patrimonio immateriale”, ovvero le opere italiane in cui si raccontano i riti, le tradizioni, le comunità specifiche e le identità del nostro paese. Ospiti di puntata sono la regista Miriam Cossu con il film “Pupus” e il regista Nicola Pittarello, vincitore della sezione con “L’oro di Venezia”. Infine, un volto televisivo noto e amato Serena Dandini: prima protagonista del focus “Sguardi al femminile”.

Nella seconda puntata (in onda lunedì 28 novembre 2022, alle 21 e 22.30) l’archeologia è assoluta protagonista, attraverso film, libri e incontri. A parlarne l’archeologo della Fondazione Museo Civico di Rovereto Maurizio Battisti, insieme ai registi Olivier Bourgeois, vincitore della sezione con “The Oath of Cyriac”, e Gianmarco D’Agostino intervistato con l’attrice Laila Bouamama, del film “Portraits and Secrets of Roman Women”. Infine la storia di Sahraa Karimi, regista e produttrice afghana, oggi rifugiata in Italia e visiting professor del Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma, ispiratrice del focus tematico “Sguardi al femminile”. 

La terza puntata (in onda lunedì 5 dicembre 2022, alle 21 e 22.30) è dedicata alla cultura animata. Racconta questa sezione del Festival il fumettista Andrea Artusi, membro del comitato scientifico del festival e della giuria, autore per Bonelli di numerosi albi di Martin Mystère. Si incontrano due giovani registe, Mia Incantalupo e Samantha Moore, che hanno rispettivamente firmato “Nobody” e “Treasure”, e un’archeologa blogger Antonia Falcone che studia come sta cambiando l’archeologia sul web e quali sono le sue buone pratiche.

Nell’ultima puntata (in onda lunedì 12 dicembre 2022, alle 21 e 22.30) si racconta la sezione più internazionale. Claudia Beretta, coordinatrice del Festival, ripercorre le tendenze dei film in concorso, tra i quali è stato scelto di raccontare “Saffron-based Lifestyle” e “Jurassic Cash”. Chiude la riflessione sugli “Sguardi al femminile” l’archeologa Enza Elena Spinapolice, autrice di due libri dal titolo parlante: “Lady Sapiens” e “La preistoria è donna”.

Gambolò (Pv). A “Ciak: si scava!”, il Festival internazionale del Cinema di Archeologia, il premio del pubblico al film ““Antica trasversale sicula” e quello della giuria al film “Il dono dei ghiacciai”

gambolò_ciak-si-scava_locandina-ridottaDue giorni intensi e partecipati quelli di “Ciak: si scava!”, il Festival internazionale del Cinema di Archeologia organizzato dal museo Archeologico di Lomellino e il Comune di Gambolò (Pv), in collaborazione con la Fondazione museo civico di Rovereto, il RAM film festival e la rivista Archeo, in programma sabato 5 e domenica 6 novembre 2022, nella splendida cornice del Castello Beccaria-Litta (vedi Gambolò (Pv). Al via “Ciak: si scava!”, Festival internazionale del Cinema di Archeologia: due giorni con i migliori film del RAM film festival. Tra i temi toccati ecologia, cambiamenti climatici, rapporto uomo-acqua, distruzione del patrimonio culturale in Afghanistan e Siria | archeologiavocidalpassato). E alla fine l’apprezzamento del pubblico è andato al film “Antica trasversale sicula. Il cammino della dea madre” di Francesco Bocchieri (Italia, 2021; 79’) cui è andato il premio “Città di Gambolò”. Il film è un viaggio attraverso la Sicilia, seguendo l’Antica Trasversale Sicula, uno dei percorsi più antichi d’Italia. Un gruppo di appassionati, ispirato dalle ricerche dell’archeologo Biagio Pace, ha percorso 650 km di strade, da Mozia a Kamarina, immerso tra natura, paesaggio e storia. Un viaggio di luoghi, persone, incontri ed emozioni forti, un atto d’amore per la propria terra.

film_il-dono-dei-ghiacciai_foto-fmcrIl Premio della giuria “Museo Archeologico lomellino” è andato invece al film “Il dono dei ghiacciai. Come le ere glaciali hanno formato l’Europa / Gift of the Glaciers. How the Ice Ages Shaped Europe” di Heiko De Groot (Germania, 52’; 2021). Uno spesso strato di ghiaccio spinse un’enorme massa detritica dalla Scandinavia verso l’Europa centrale, dando origine alla Danimarca e alla Germania settentrionale. L’acqua di disgelo divise la Francia dall’Inghilterra. Il documentario del regista Heiko De Groot, mostra come l’Europa sia stata letteralmente un “dono dei ghiacciai”.

Gambolò (Pv). Al via “Ciak: si scava!”, Festival internazionale del Cinema di Archeologia: due giorni con i migliori film del RAM film festival. Tra i temi toccati ecologia, cambiamenti climatici, rapporto uomo-acqua, distruzione del patrimonio culturale in Afghanistan e Siria

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Il castello Beccaria-Litta a Gambolò (Pv) che ospita “Ciak: si scava!” (foto comune di gambolò)

Dall’ecologia ai cambiamenti climatici contemporanei, dal rapporto fra l’uomo e l’acqua al dramma delle distruzioni del patrimonio culturale in Afghanistan e non solo, all’aggressività dei potentati economici a scapito delle comunità: sono alcuni temi toccati dai film in programma a “Ciak: si scava!”, il Festival internazionale del Cinema di Archeologia organizzato dal museo Archeologico di Lomellino e il Comune di Gambolò, in collaborazione con la Fondazione museo civico di Rovereto, il RAM film festival e la rivista Archeo, al via a Gambolò (Pv), nella splendida cornice del Castello Beccaria-Litta, sabato 5 e domenica 6 novembre 2022. Saranno proiettate le migliori e più recenti produzioni internazionali di cinema archeologico, che richiameranno argomenti di estrema attualità, lasciando agli spettatori diversi spunti di riflessione: occasione di apprezzare film e documentari di grande valore culturale, che non trovano spazi nella distribuzione cinematografia ordinaria e nelle piattaforme digitali. L’ingresso è libero ed è gradita la prenotazione al numero di telefono +39 349 8929645. Verranno assegnati Il Festival prevede l’assegnazione di due premi: il premio Città di Gambolò al film più votato dal pubblico, il premio Museo Archeologico Lomellino a quello scelto dalla giuria.

gambolò_castello_ciak-si-scava_programma_locandinaPROGRAMMA Sabato 5 novembre 2022. Alle 17, apre la manifestazione il film “La caduta dei re Maya / Fall of the Maya Kings” di Leif Kaldor (Canada, 52’, 2022). Seguono il film “Volti e segreti delle donne romane / Portraits and Secrets of Roman Women” di Gianmarco D’Agostino (Italia, 4’, 2021) e il film “Il dono dei ghiacciai. Come le ere glaciali hanno formato l’Europa / Gift of the Glaciers. How the Ice Ages Shaped Europe” di Heiko De Groot (Germania, 52’, 2021). Dopo il buffet, alle 21, il film “Il giuramento di Ciriaco / The Oath of Cyriac” di Olivier Bourgeois (Andorra, 2021, 72’); chiude il film “Osmildo” di Pedro Daldegan (Brasile, 2019, 27′). Domenica 6 novembre 2022. Alle 10, apre il film “Antica trasversale sicula. Il cammino della dea madre” di Francesco Bocchieri (Italia, 2021, 79’). Segue il film “Cronache di donne leggendarie Hatshepsut e Nefertiti: l’Egitto delle regine” di Graziano Conversano (Italia, 35’, 2022). Dopo la pausa pranzo, alle 15, si riprende con il film “Afghanistan. Tracce di una cultura sfregiata” di Alberto Castellani (Italia, 2022, 52′). Segue il film “Le vie del rame” di Davide Dalpiaz (Italia, 2021, 7’). Chiude la rassegna “Mamody, l’ultimo scavatore di baobab / Mamody, the Last Baobab Digger” di Cyrille Cornu (Francia, 2022, 52’).

Isera (Tn). Al via la XVIII Rassegna di Film Archeologici: tre giovedì per altrettanti film scelti tra i migliori dell’edizione 2022 del RAM film festival

isera_associazione-lagarina_rassegna-di-film-archeologici_locandinaAl via giovedì 27 ottobre 2022 la XVIII edizione della Rassegna di Film Archeologici di Isera (Tn). L’associazione Lagarina di Storia antica e l’assessorato alla Cultura del Comune di Isera propongono un ciclo di appuntamenti storico-culturali durante i quali verranno proiettati tre dei migliori film in concorso nell’edizione 2022 del RAM film festival. Si inizia con un film sulla rivoluzione di genere che sta cambiando lentamente il mondo dell’archeologia, un mondo dove la donna sta riacquistando il suo posto nella storia. L’ingresso è gratuito e non occorre prenotazione.

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Frame del film “L’enigma delle ossa. Rivoluzione di genere” di Brigitte Tanner e Carsten Gutschmidt

Appuntamento giovedì 27 ottobre 2022 alle 20.45 nella Sala della Cooperazione di Isera (Via Cavalieri 5, sopra la biblioteca) con il film “L’enigma delle ossa. Rivoluzione di genere” (Germania, 2020; 52’) di Brigitte Tanner e Carsten Gutschmidt. Si dice che l’uomo, come cacciatore e capofamiglia, sia stato al vertice della società sin dall’inizio della storia umana. Niente di più sbagliato. Molti ricercatori, attraverso metodi scientifici solitamente utilizzati in medicina legale, stanno acquisendo nuove conoscenze volte a stravolgere le ipotesi sui ruoli di genere e la concezione della preistoria avuta fino a oggi.

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Il busto di Nefertiti conservato a Berlino: frame del film di RAI Storia “Cronache di donne leggendarie: Nefertiti”

Secondo appuntamento, giovedì 3 novembre 2022, alle 20.45, con due proiezioni: apre il film di Graziano Conversano “Cronache di donne leggendarie Hatshepsut e Nefertiti: l’Egitto delle regine” (Italia, 2022; 35’). “Cronache di donne leggendarie” è una nuova serie di RAI Storia su alcune delle figure femminili più importanti del mondo antico e tardo antico. In questo episodio si racconta la complessità del mondo femminile egizio attraverso due regine della XVIII dinastia: Hatshepsut, unica ad assumere gli attributi maschili della regalità, e Nefertiti, al centro di una turbolenta riforma religiosa e di una grave crisi politica. Segue il film “Le vie del rame” di Davide Dalpiaz (Italia, 2021; 7’). Già tremila anni fa nel Trentino sudorientale si estraeva il rame, che combinato con lo stagno permetteva di ottenere il bronzo per realizzare asce e altri manufatti. Dai risultati delle ricerche condotte sulle vie del rame nell’Europa preistorica è emersa una produzione di massa di questo metallo che dal Trentino si espandeva verso la Scandinavia, il centro Europa, i Balcani e forse nel Mediterraneo centrale.

Terzo appuntamento, giovedì 10 novembre 2022, alle 20.45, con il film “Fall of the Maya Kings / La caduta dei re Maya” di Leif Kaldor (Canada, 2022; 52’). Come gli antichi Maya abbiano costruito una società incredibile per poi scomparire rimane uno dei grandi misteri della storia. Una nuova straordinaria scoperta – il vaso KomKom – è un resoconto scritto dai Maya stessi e dettagliato, unico nel suo genere, degli eventi al momento del collasso di una civiltà ormai sopraffatta da lotte per il potere, sacrifici umani e cambiamento climatico.

Rovereto. I “Giovedì dell’Archeologia 2022” dedicati alla Preistoria dei monti Lessini, in presenza e on line. Chiara Reggio tra Neolitico ed Età del Bronzo (col caso di Colombare di Negrar) e Mara Migliavacca tra Bronzo ed Età del Ferro

rovereto_fmcr_giovedì-dell-archeologia-2022_locandinaRipartono in presenza le conferenze dei “Giovedi dell’Archeologia” della Fondazione Museo Civico di Rovereto: e queste del 2022 sono tutte “al femminile”, in linea con i temi del RAM film festival appena conclusosi. Sono infatti due archeologhe che incontreranno il pubblico in un ciclo dedicato alla Preistoria dei Monti Lessini, Chiara Reggio e Mara Migliavacca. Il primo appuntamento è giovedì 6 ottobre 2022, alle 18, in sala convegni “F. Zeni” al museo di Scienze e Archeologia di Rovereto, in Borgo santa Caterina, su “Archeologia e ambiente: il caso del sito di Colombare di Negrar e i Monti Lessini tra Neolitico ed età del Bronzo”, con Chiara Reggio, archeologa preistorica e paleoecologa. Affiliata all’università di Milano La Statale, è dal 2019 membro dello staff scientifico dello scavo archeologico di Colombare di Negrar di Valpolicella. Il secondo appuntamento è il 13 ottobre 2022, alle 18, su “I Monti Lessini dall’età del Bronzo all’età del Ferro” con Mara Migliavacca dell’università di Verona. La partecipazione è libera e gratuita. L’attività riconosciute ai fini dell’aggiornamento per gli insegnanti e del credito formativo per gli studenti della scuola secondaria di II grado. Per le modalità contattare didattica@fondazionemcr.it. Le conferenze sono organizzate dalla Società Museo Civico di Rovereto con la Fondazione Museo Civico, la Fondazione Comel, con il sostegno del Comune di Rovereto, della Comunità della Vallagarina e in collaborazione con IPRASE. Le conferenze saranno disponibili online anche sul canale YouTube della Fondazione: https://youtube.com/c/FondazioneMuseoCivicodiRovereto.

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Indagini archeologiche nel sito preistorico di Colombare di Negrar (Vr) (foto fmcr)

Il caso del sito di Colombare di Negrar. Chiara Reggio presenterà i risultati degli ultimi tre anni di indagini sul campo, condotte secondo un approccio interdisciplinare, con l’obiettivo di ricostruire il rapporto tra la comunità e l’ambiente nel corso della lunga durata di vita del sito. La stazione di Colombare di Negrar si dimostra un sito cardine per la comprensione economica, sociale e culturale dei Monti Lessini e dell’Italia settentrionale tra la fine del V e il II millennio a.C.

Rovereto. Premi e menzioni al 33.mo RAM film festival: “Il giuramento di Ciriaco” vince il premio Cinema Archeologico e la menzione Archeoblogger, e sfiora il premio RAM film festival del pubblico andato a “I volti dimenticati di Palmira”. Ecco tutti i film premiati

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Il regista Olivier Bourgeois (secondo da sinistra) sul palco del teatro Zandonai presenta il film “Il giuramento di Ciriaco” al pubblico del RAM film festival (foto graziano tavan)

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Locandina del film “Il giuramento di Ciriaco / The oath of Cyriac” di Olivier Bourgeois

Alla 33.ma edizione del RAM film festival di Rovereto il regista Olivier Bourgeois con il suo film “Il giuramento di Ciriaco” ha sfiorato il “triplete”, aggiudicandosi il premio “Cinema archeologico” della giuria tecnica, la menzione speciale “Archeoblogger”, e lasciando il premio del pubblico al film “I volti dimenticati di Palmira” dopo un testa a testa all’ultimo voto. Di certo il patrimonio archeologico siriano, il suo studio, la sua conservazione e la sua salvaguardia ha lasciato un segno profondo nel pubblico che per cinque giorni è venuto al teatro Zandonai per seguire le proiezioni degli oltre sessanta film in concorso al festival roveretano con un focus “Sguardi al femminile” trasversale ai quattro filoni proposti per altrettanti premi: il Cinema archeologico, la Cultura animata, gli Sguardi dal mondo, e l’Italia si racconta. E le molte menzioni aggiunte ai premi ufficiali conferma la qualità dei film in concorso. Ecco tutti i titoli premiati.

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Frame del film “Les visages oubliés de Palmyre. I volti dimenticati di Palmira” di Meyar Al-Roumi

Il premio del pubblico “RAM film festival” 2022 è andato dunque al film francese “Les visages oubliés de Palmyre. I volti dimenticati di Palmira” assegnato dal pubblico in sala attraverso la compilazione di schede-voto. Il film ha ottenuto un punteggio altissimo (9.55 su 10), di poco superiore al secondo classificato “The Oath of Cyriac. Il giuramento di Ciriaco” (9.51), altrettanto apprezzato.  “Les visages oubliés de Palmyre” del regista Meyar Al-Roumi (Francia, 2020; 83’), prodotto nel 2020 da Un film à la patte, racconta la città leggendaria di Palmira attraverso i volti dei suoi abitanti, rappresentati dai ritratti funerari sparsi nel mondo e ricercati dagli archeologi. Svelando i segreti più intimi di tali sculture, si comprende la natura eccezionale di questa leggendaria città e della sua identità multiculturale.

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Il regista Olivier Bourgeois con il premio Cinema Archeologico e la giuria: da sinistra, Claudia Beretta, coordinatrice RAM film festival; Federica Rinaldi, parco archeologico del Colosseo; il regista; Alessandra Cattoi, direttrice Fondazione museo civico Rovereto; Graziano Tavan, giornalista, archeoblogger; Maria Concetta Parello, parco archeologico Valle dei Templi di Agrigento (foto fmcr)

Premio “CINEMA ARCHEOLOGICO”. La giuria, composta da Isabella Bossi Fedrigotti, Federica Rinaldi, Maria Concetta Parello e Graziano Tavan, ha assegnato il premio al documentario “The oath of the Cyriac. Il giuramento di Ciriaco” di Olivier Bourgeois (Andorra, 2021; 72’) che racconta come un piccolo gruppo di archeologi e curatori museali abbia lottato per preservare il patrimonio di reperti archeologici del museo nazionale di Aleppo durante il conflitto siriano. Una corsa contro il tempo per mettere in salvo 50mila manufatti in una città assediata, Questa la motivazione: “The oath of the Cyriac / Il giuramento di Ciriaco non è soltanto un appassionante film archeologico ma è anche un drammatico e attuale reportage sulla guerra in Siria, in particolare sulla distruzione di Aleppo e sul rischio della perdita del valore identitario del patrimonio culturale. È infatti sotto i bombardamenti che direttore e dipendenti del museo dell’un tempo meravigliosa città mettono in salvo molte migliaia di reperti: ben consci del fatto che, se quegli oggetti -anche i più piccoli- fossero andati perduti sarebbe andata perduta la memoria e la storia di un popolo”.

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Locandina del film “Medina Azahara, the Lost Pearl of Al-Andalus / Medina Azahara, la perla perduta di Al-Andalus

La giuria ha deciso di assegnare una menzione speciale al documentario “Medina Azahara. The Lost Pearl of Al-Andalus / Medina Azahara. La perla perduta di Al-Andalus” di Stephane Bégoin, Thomas Marlier (Francia, 2021; 52’): negli ultimi cinque anni, su questo sito, patrimonio dell’umanità, è stata condotta una campagna di scavi guidata da un team di archeologi europei. Il film svela i segreti di questa città perduta, esplorando l’epoca d’oro della Spagna musulmana. Questa la motivazione: “Con un mix di immagini dello scavo anche ripreso da drone, animazioni, ricostruzioni 3D, interventi degli archeologi, i registi Stéphane Bégoin e Thomas Marlier riescono non solo a raccontare la storia e le ricerche di Medina Azahara, la “Versailles di Al-Andalus”, ma anche a inserirla nel suo contesto storico e quindi nel suo rapporto con le altre grandi città arabe, e al contempo a contestualizzare quanto resta del ricco passato nell’Andalusia di oggi. Il tutto con un linguaggio semplice che riesce ad essere accattivante per lo spettatore”.

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Claudio Artusi legge la motivazione del premio “Cultura animata” al RAM film festival (foto graziano tavan)

Premio “CULTURA ANIMATA”. La giuria, composta da Andrea Artusi, Claudio Tedaldi e Sabrina Zanetti, ha deciso di assegnare il premio al documentario “Treasure / Il tesoro” di Samantha Moore (Regno Unito, 2021; 8’), il racconto di due storie intrecciate: quella di un cacciatore di antichi tesori e quella di un’antica comunità. Questa la motivazione: “Il cortometraggio rappresenta una sintesi esemplare tra racconto, drammaturgia e attinenza sia al tema dell’archeologia che a quello della memoria. Il doppio registro scelto dalla regista, che si alterna tra passato e presente, abbinato a una tecnica raffinata di animazione e una colonna sonora di grande qualità sia dal punto di vista musicale che degli effetti sonori, generano un effetto di coinvolgimento ed empatia con la narrazione che, essendo priva di dialoghi, può essere fruita da spettatori di qualsiasi nazionalità ed estrazione”.

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Claudia Beretta, coordinatrice del RAM film festival, legge la motivazione del premio “Sguardi dal mondo” (foto graziano tavan)

Premio “SGUARDI DAL MONDO”. La giuria, composta da Duccio Canestrini, Emanuele Gerosa e Roberto Cavallini, ha deciso di assegnare il premio al documentario “Osmildo” di Pedro Daldegan (Brasile, 2019; 27’) che racconta di Osmildo, unico superstite del suo villaggio, che lotta per riscattare le origini Kuntawama e la sua madrelingua, i rituali sacri, la medicina tradizionale e la sua terra, proponendo una scuola indigena propria. Questa la motivazione: “Il protagonista Osmildo, un guaritore amazzonico di etnia Kuntanawa, ha con le piante e con la natura un rapporto equilibrato e meraviglioso. Aldilà delle sue doti di fitoterapeuta e di maestro indigeno, la sua figura incarna una lezione storica e antropologica fondamentale: l’importanza di salvaguardare rituali, tradizioni mediche e spirituali che salvano culture e persone. Osmildo è il simbolo vivente della continua resistenza agli spietati predatori di risorse della foresta brasiliana che già decimarono i suoi antenati. Un documentario semplice, profondo e commovente”.

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Frame al film “Jurassic cash”

La giuria ha deciso di assegnare una menzione speciale al documentario “Jurassic cash” di Xavier Lefebvre in collaborazione con Gilles Deiss (Francia, 2021-2022; 52’) che racconta la storia di Big John, lo scheletro del triceratopo più grande del mondo, venduto all’asta nell’ottobre 2021 per 6,6 milioni di euro. Una vendita eccezionale. Questa la motivazione: “Un ottimo film confezionato in maniera accattivante, che spalanca uno scenario poco noto: quello del traffico commerciale di reperti paleontologici. Ma se gli scheletri dei dinosauri vengono venduti all’asta, solo pochi privati milionari possono permettersi di acquistarli. Emerge così la questione etica, anche se un po’ sommessa: è giusto questo commercio che scavalca le istituzioni preposte alla conservazione dei reperti? Quanto vale, anzi, quale tipo di valore ha il patrimonio culturale? Un documentario che ha il merito di farci pensare”.

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Alessandra Cattoi, direttrice della Fondazione museo civico di Rovereto, legge al motivazione del premio “L’Italia si racconta”

Premio “L’ITALIA SI RACCONTA”. La giuria, composta da Catia Fauci, Sebastiano Luca Insinga e Sara Zanatta, ha deciso di assegnare il premio al documentario “L’oro di Venezia” di Nicola Pittarello (Italia, 2022; 55’) sul rapporto tra la Repubblica di Venezia e i suoi possedimenti terrieri. Nei boschi veneti, friulani e istriani, Venezia trovava il legno indispensabile per costruire le navi da guerra. Per preservare tali materiali, la Serenissima attuò una serie di buone pratiche volte a salvaguardare il territorio, dando luogo anche a un profondo cambiamento di mentalità. Questa la motivazione: “Il documentario mostra Venezia, una delle città più filmate e raccontate, attraverso una lente originale, quella del rapporto tra la Serenissima e i suoi possedimenti di terra. La storia della potenza navale della Repubblica di San Marco collegata alle risorse boschive – l’oro del titolo appunto – si sviluppa in una narrazione coinvolgente, visivamente coerente, ben confezionata per ritmo e utilizzo dei materiali, originali e di repertorio, che lascia aperta una riflessione sui problemi ambientali del nostro tempo”.

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Frame del film “Pupus” di Miriam Cossu Sparagano Ferraye

La giuria ha deciso di assegnare una menzione speciale al documentario “Pupus” di Miriam Cossu Sparagano Ferraye, (Italia, 2021; 32’) girato a Borgo Vecchio di Palermo, nel grande universo dell’Opera dei Pupi di tradizione siciliana, nel piccolo teatro-laboratorio della famiglia Mancuso. Questa è la motivazione: “Il documentario utilizza con abilità gli ingredienti del genere osservazionale e racconta una tradizione lavorativa quasi scomparsa, quella dei pupari, attraverso il rapporto padre-figlio. Il piccolo teatro-laboratorio di famiglia diventa lo spazio, a tratti poetico, di un’iniziazione: la fantasia dell’infanzia trova linfa nelle gesta cavalleresche tramandate oralmente e assorbe i trucchi di un futuro mestiere”.

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Valentina Poli, della giuria di CinemA.Mo.Re, legge la menzione speciale (foto graziano tavan)

Menzione speciale “CINEMAMORE”. La giuria, composta da Valentina Poli, Miro Forti, Andrea Morghen, in collaborazione con Trento Film Festival e Religion Today Filmfestival, ha deciso di assegnare la menzione per l’edizione del RAM film festival 2022, al documentario “Maathani” di Amit Goyal (India, 2022; 13’) che racconta l’antica e tradizionale arte della ceramica, rivelando il processo di creazione dei vasi di terracotta da parte dei “Kumhar”, o ceramisti, del villaggio di Theekarda, nello stato indiano del Rajasthan. Questa la motivazione: “Il breve documentario indiano “Maathani” ha il pregio di far parlare le immagini: gesti, mani, strumenti che danno il senso del ritmo della produzione di vasi, dello svago, della vita quotidiana, tra passato e presente, e che scandiscono anche il passo della narrazione. Un documentario indipendente, che unisce la qualità sincera del documentario osservativo a immagini evocative”.

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Frame del film “Mamody, the last baobab digger” di Cyrille Cornu

La giuria ha deciso di assegnare una menzione al documentario “Mamody. The last baobab digger” di Cyrille Cornu (Francia, 2022; 52’) ambientato sull’altopiano di Mahafaly, nel sud-ovest del Madagascar, una terra estremamente arida, dove gli abitanti del piccolo villaggio di Ampotaka hanno trovato una soluzione unica per immagazzinare l’acqua. Questa la motivazione: “Un tema importante, che sta diventando urgente anche alle nostre latitudini: l’acqua, come bene da preservare e tutelare. Nel film francese di Cyrille Cornu, uomini e donne della tribù di Ampotaka in Madagascar lottano contro la siccità tra riti pagani, natura e tradizioni. In un film di ottima qualità tecnica, affascinano il contesto e lo spessore umano delle donne e degli uomini del villaggio”.

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Il regista Olivier Bourgeois con Antonia Falcone coordinatrice gruppo Archeoblogger (foto graziano tavan)

Menzione speciale “ARCHEOBLOGGER”. La giuria, composta da Giovanna Baldasarre, Giovina Caldarola, Marta Coccoluto, Andrea Bellotti, Antonia Falcone, Marina Lo Blundo, Mattia Mancini, Domenica Pate, Michele Stefanile, Alessandro Tagliapietra, ha assegnato la menzione al documentario “The oath of the Cyriac. Il giuramento di Ciriaco” di Olivier Bourgeois, con questa motivazione: “La follia della guerra e la necessità della tutela del patrimonio archeologico. The Oath of Cyriac parla di tutto questo, ma soprattutto del coraggio di non arrendersi di fronte a quello che la guerra porta con sé e sembra apparentemente inevitabile: la distruzione. Una docufiction coinvolgente, appassionante, emozionale che integra in modo puntuale ricostruzione cinematografica e verità storica. E lo fa su temi di attualità con protagonisti coloro che hanno vissuto sulla propria pelle la paura di non farcela e che invece alla fine, oltre ad avercela fatta, sono riusciti e reinterpretare in prima persona la ricostruzione di quegli attimi, regalando a noi spettatori momenti di grande commozione ed empatia. Il tema affrontato dal film è trasversale e contemporaneo, è una testimonianza importante della drammatica situazione del patrimonio culturale nei paesi devastati dalla guerra, dove spesso sono le persone comuni a trasformarsi in eroi, loro malgrado. E dove ad essere distrutti con il patrimonio archeologico sono la memoria, la storia, l’identità. The Oath of Cyriac ci parla di patrimonio in pericolo, di tutela, di preoccupazione per il presente e il futuro, di vocazione al lavoro e di ineluttabilità: nessuno dei protagonisti avrebbe potuto fare altro che salvaguardare la propria storia. Ma soprattutto interroga ognuno di noi sul senso di appartenenza e di comunità: cosa avrei fatto io, cosa avresti fatto tu, cosa avremmo fatto noi, cosa avreste fatto voi al posto di Ahmad, Amir, Desbina, Mahamun, Mohamad, Khaled e Nawrouz?”.

Rovereto. Gran finale del 33.mo RAM film festival con un evento speciale: dopo il premio del pubblico al miglior film, anteprima assoluta del film “Afghanistan. Tracce di una cultura sfregiata” di Alberto Castellani

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La valle di Bamiyan in Afghanistan con quel che resta dei Budda fatti saltare dai Talebani (foto TOI)

Cala il sipario sulla 33.ma edizione del RAM film festival di Rovereto. Con un evento speciale. Domenica 2 ottobre 2022 la cerimonia di premiazione, alle 18, al teatro Zandonai, con l’annuncio del film premiato dal pubblico, non chiuderà ufficialmente la kermesse perché ci sarà ancora spazio per una chicca, sicuramente apprezzata dagli appassionati: la proiezione in anteprima assoluta, fuori concorso, del film “Afghanistan. Tracce di una cultura sfregiata” (Italia, 2022; 52’) di Alberto Castellani, per dare voce e spazio al dolore, alla sofferenza ma anche alla lotta per resistere e salvare il patrimonio, della nazione e del popolo afghano. L’Afghanistan, il cui patrimonio è sottoposto a sistematico saccheggio, rischia di perdere la propria identità e di svegliarsi dal caos attuale senza la coscienza di possedere una storia. L’Archeologia con le sue capacità di scoprire e ricostruire il passato può fornire un prezioso contributo per la sua rinascita. Il valore della cultura è universale, e il RAM film festival vuole tenere ben presente quello che succede nel mondo.

È lo stesso regista veneziano, che non sarà presente a Rovereto, a introdurre la proiezione del suo ultimo film con un intervento video in cui sottolinea l’eccezionalità di questo Paese: “L’Afghanistan è crogiolo di tre grandi civiltà: quella mediterranea, quella indiana e quella cinese; è crocevia di religioni: la greco ellenistica, il buddismo, l’islam; è una singolare compresenza di popoli che, in passato, hanno rappresentato spesso un esempio di tolleranza e amalgama culturale. Elementi che stridono con i recenti oscurantismi a sfondo religioso”. E conclude: “Ricostruire la vicenda afgana attraverso il valore e la bellezza delle sue opere d’arte, spesso poco conosciute in occidente, riportare l’avventura di decennali scavi archeologici, far rivivere l’emozione della scoperta di tesori sepolti è anche il tema a cui si ispira questo programma”.