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Il Mediterraneo Antico e il passato di Bologna agli incontri autunnali del ciclo “…comunicare l’archeologia…” promosso dal Gruppo archeologico bolognese

Il Gruppo archeologico bolognese iscritto ai Gruppi archeologici d’Italia

Il Mediterraneo Antico e il passato di Bologna: cambiare nella tradizione. Potrebbe essere questo il filo conduttore del nuovo ciclo di conferenze “…comunicare l’archeologia…”, organizzato dal Gruppo Archeologico Bolognese (Gabo), affiliato ai Gruppi archeologici d’Italia, con i quali sono promosse – soprattutto d’estate – campagne di ricerca, scavi e ricognizioni d’interesse nazionale, quali è dedicata soprattutto la stagione estiva, in collaborazione con le competenti Soprintendenze Archeologiche. Il Gruppo Archeologico Bolognese collabora con il museo nazionale Etrusco “Pompeo Aria” di Marzabotto, il museo della Preistoria “Luigi Donini” di San Lazzaro di Savena e il museo della Civiltà Villanoviana (Muv) di Castenaso. Tutti gli incontri si tengono il martedì alle 21 al Centro Sociale “G.Costa”, in via Azzo Gardino 48, a Bologna. Per il ciclo del quarto trimestre 2019 il Gabo ha scelto di dedicare quattro dei nuovi incontri allo stesso tema, “Il Mediterraneo Antico”, da sviscerare da diversi punti di vista: un ciclo all’interno del ciclo tradizionale.

Il Mediterraneo antico orientale come appare nella Tabula Peuntingeriana

Si inizia martedì 15 ottobre 2019, con la conferenza dell’archeologa e travel designer Silvia Romagnoli “Giochi e passatempi nel mondo antico”. Una settimana dopo, martedì 22 ottobre 2019, prima conferenza del ciclo “Il Mediterraneo Antico”. Maurizio Cattani, docente al dipartimento di Storia Culture Civiltà dell’università di Bologna, illustra “Le prime navigazioni nel Mediterraneo”. Martedì 29 ottobre 2019, seconda conferenza del ciclo “Il Mediterraneo Antico”. Francesco Iacono, assegnista di ricerca al dipartimento di Storia Culture Civiltà dell’università di Bologna, si sofferma su “Popoli, scambi e commerci nel Mediterraneo”. I primi due martedì di novembre completano i focus del ciclo “Mediterraneo Antico”: martedì 5 novembre 2019, Marco Bonino, docente di Architettura navale all’università di Bologna interviene su “Barche e navi di età romana”; e martedì 12 novembre 2019, completa l’approfondimento l’archeologo e esperto di Archeologia subacquea Xabier Muro Gonzales che tirerà le somme parlando di “Archeologia subacquea nel Mediterraneo: scoperte, ricerche, prospettive”.

Gli scavi archeologici al cimitero ebraico medievale di Bologna hanno rinvenuto 408 sepolture (foto Cooperativa Archeologia)

Con martedì 19 novembre 2019, si passa al secondo grande tema di “…comunicare l’archeologia…”, il passato di Bologna. Le funzionarie archeologhe della SABAP-BO Settore Archeologia, Renata Curina e Valentina Di Stefano, intervengono su “Il cimitero ebraico di Via Orfeo a Bologna”. E martedì 26 novembre 2019, Claudio Calastri, archeologo e coordinatore Settore archeologia di Ante Quem srl ciporta sulle “Tracce di una città. Nuove ipotesi sulla Bologna romana e tardoantica”. L’ultima settimana di novembre “…comunicare l’archeologia…” fa una pausa per lasciare spazio all’altro tradizionale appuntamento del Gabo: “Imagines: obiettivo sul passato”, la rassegna del documentario archeologico giunta alla diciassettesima edizione. La sede, come sempre, alla Mediateca del Comune di San Lazzaro di Savena (Bo). Appuntamento il 29, 30 novembre, 1° dicembre 2019. A dicembre, gli ultimi due incontri, sempre sul passato di Bologna e il suo territorio. Martedì 10 dicembre 2019, Valentina Manzelli, funzionaria archeologa della SABAP-BO Settore Archeologia, fa “Nuova luce su Forum Cornelii: considerazioni su Imola a fronte dei recenti scavi archeologici”. Infine martedì 17 dicembre 2019, Giuseppe Rivalta, antropologo, biospeleologo e viaggiatore, spiega “L’acquedotto romano di Bologna riscoperto”.

“Storie dalla città sepolta. Marzabotto 1889”: il film di Giuseppe Mantovani sullo spettacolo itinerante prodotto dalle Cantine Teatrali Babele protagonista al museo nazionale Etrusco “Pompeo Aria” di Marzabotto per le giornate europee dell’archeologia

L’area degli scavi del sito etrusco di Marzabotto

La locandina dell’evento al museo di Marzabotto con la proiezione del film “Storie dalla città sepolta. Marzabotto 1889”

Il manifesto delle Giornate europee dell’Archeologia 2019

“Benvenuti a voi illustrissimi giunti in visita a questo sito che è il più importante dell’antica Etruria a Nord degli Appennini. Oggi, 29 Settembre 1889, avrete il privilegio di visitare gli scavi condotti in quest’ultimo anno dal professor Edoardo Brizio. Intanto mi presento: il mio nome è Cesare Ruga e sono il reggitore del museo che ha sede qui, presso la villa del Conte Pompeo Aria”. Comincia così, nel tardo pomeriggio di 130 anni dopo, il viaggio nel tempo che il museo nazionale Etrusco “Pompeo Aria” di Marzabotto propone al pubblico domenica 16 giugno 2019 alle 16. Si tratta del film girato e prodotto da Giuseppe Mantovani del gruppo archeologico bolognese dello spettacolo itinerante “Storie dalla città sepolta. Marzabotto 1889”, messo in scena negli scorsi anni dagli attori delle Cantine Teatrali Babele, Giulio Tamburini (il reggitore Cesare Ruga), Massimo Don (l’architetto Vittorio Levi), Deborah Scarpetta (la contessa Aria) e Piergiorgio Iacobelli (lo scavatore Ermete Zanetti), per illustrare i luoghi più suggestivi di questo straordinario sito archeologico. Sotto la regia di Davide Giovannini e con la consulenza scientifica dell’allora direttore del museo Paola Desantis, gli attori trasformano i documenti d’epoca in racconto, rievocando la storia del più integro sito etrusco che la ricerca archeologica ci abbia mai restituito. L’evento rientra nelle iniziative proposte dal museo di Marzabotto per le giornate europee dell’archeologia 2019, in collaborazione con il gruppo archeologico bolognese. Il film dello spettacolo verrà proiettato nell’aula Sani del museo “Pompeo Aria” alle 16, come si diceva, cui seguirà un tour nell’area archeologica alla scoperta degli interventi ottocenteschi.

Gli attori della compagnia Cantine Teatrali Babele: Giulio Tamburini, Massimo Don, Deborah Scarpetta e Piergiorgio Iacobelli

Siamo nell’estate 1889. Da pochi giorni è finita la campagna di scavo sul Pian di Misano, la prima condotta dal direttore delle Antichità, professor Edoardo Brizio. Cesare Ruga, reggitore del Museo, apre il sito al pubblico per condurlo a una visita speciale, in cui il racconto dei lavori appena conclusi si intreccia con la storia eccezionale del risveglio della città etrusca, ripercorrendo le emozioni delle prime scoperte e il ricordo dei pionieri dell’archeologia bolognese di fine ‘800. Con lui dialogano l’architetto-topografo Vittorio Levi, la Contessa Aria e lo scavatore Ermete Zanetti che ricordano al pubblico non solo gli scavi ma anche il Congresso Internazionale di Archeologia del 5 ottobre 1871, di come i suoi membri giunsero in treno da Bologna e furono ospitati dai Conti Aria, e di Sua Altezza Reale, il Principe Umberto, confuso tra la folla.

Giornate europee dell’archeologia 2019. Al museo nazionale Etrusco “Pompeo Aria” di Marzabotto tre giorni di attività e incontri per guidare adulti e bambini alla scoperta della storia e dell’archeologia di Kainua

Il museo nazionale Etrusco “Pompeo Aria” e l’area archeologica di Marzabotto ospita le Giornate europee dell’archeologia

Appuntamento a Marzabotto il 14, 15 e 16 giugno 2019 al museo nazionale Etrusco “Pompeo Aria” e all’area archeologica di Kainua per le Giornate europee dell’archeologia, nate in Francia nel 2010 con l’obiettivo di avvicinare il pubblico al patrimonio archeologico e ai professionisti che lavorano per tutelarlo e valorizzarlo. Quest’anno la manifestazione, giunta alla decima edizione, si terrà per la prima volta in tutta Europa. Il Polo Museale dell’Emilia Romagna organizza attività e incontri per guidare adulti e bambini alla scoperta della storia e dell’archeologia di Kainua. Ecco il programma.

Elisabetta Govi dell’università di Bologna

Andrea Gaucci dell’università di Bologna

Venerdì 14 giugno 2019, dalle 16 alle 18: “In cantiere! Visita agli scavi del santuario urbano”, con Elisabetta Govi e Andrea Gaucci, entrambi dell’università di Bologna. Si rinnova l’appuntamento con l’archeologia dal vivo! L’università apre le porte del proprio cantiere per illustrare le tecniche dello scavo archeologico, tra consolidate certezze e nuove tecnologie. La visita sarà preceduta da una presentazione in occasione della quale saranno presentate le recenti scoperte nel santuario urbano, tra cui una rara sepoltura di bambino.

Carlotta Trevisanello del museo “Pompeo Aria” di Marzabotto

Anna Serra dell’università di Bologna

Sabato 15 giugno 2019, dalle 16 alle 18: “Dal tornio al museo: laboratori di ceramica antica per adulti e bambini”, con Carlotta Trevisanello del museo di Marzabotto e Anna Serra dell’università di Bologna. Cavare l’argilla, farla decantare, tornire, cuocere, decorare: quanto lavoro per produrre un piccolo oggetto in terracotta! Sai distinguere un vaso per bere da uno per cucinare? Sei in grado di riconoscerne la forma a partire da un frammento? Gli archeologi ci guidano alla scoperta della ceramica antica di Kainua. I partecipanti potranno toccare con mano cocci e coccetti che tanto appassionano gli studiosi!

Il Gruppo archeologico bolognese iscritto ai Gruppi archeologici d’Italia

Domenica 16 giugno 2019, dalle 16 alle 18: “Marzabotto 1889: alle origini dell’archeologia di Kainua”, con Giuseppe Mantovani del Gruppo Archeologico Bolognese. L’epopea degli scavi ottocenteschi promossi dai Conti Aria e diretti da celebri accademici quali Giovanni Gozzadini ed Edoardo Brizio rivive in una gustosa pièce teatrale presentata dalla compagnia “Cantine Teatrali Babele”. Lo spettacolo sarà proiettato nell’aula “Sergio Sani”, seguirà un tour dell’area archeologica alla scoperta degli interventi ottocenteschi.

Pronto il calendario del ciclo di incontri “…comunicare l’archeologia…” del gruppo archeologico bolognese: dalla grotta di Fumane agli scavi in Oman a un report sull’Antico Egitto, dal museo Classis alla villa dei mosaici di Spello, dal Lupus Italicus ai Pelasgi

Il Gruppo archeologico bolognese iscritto ai Gruppi archeologici d’Italia

Nove incontri per “…comunicare l’archeologia…”: è quanto si propone il Gruppo archeologico bolognese con il tradizionale ciclo di conferenze del primo semestre 2019 che spazierà dall’arte paleolitica alla paleontologia, dai nuovi musei archeologici ai risultati delle missioni archeologiche in Oman, dai collegamenti transappenninici ai segreti dei pelasgi, prevedendo anche per questa primavera escursioni con visite guidate a grandi mostre archeologiche in collaborazione con Insolita Itinera – Viaggi nella storia e nel paesaggio. Il Gruppo archeologico bolognese, costituito nel 1991, aderisce – lo ricordiamo – ai Gruppi Archeologici d’Italia, in collaborazione con i quali sono promosse campagne di ricerca, scavi e ricognizioni d’interesse nazionale, alle quali è dedicata soprattutto la stagione estiva, in collaborazione con le competenti Soprintendenze Archeologiche. Da anni il Gabo collabora con il museo nazionale Etrusco “Pompeo Aria” di Marzabotto, il museo della Preistoria “Luigi Donini” di San Lazzaro di Savena e il museo della Civiltà Villanoviana (Muv) di Castenaso (Bo). Tutti gli incontri si tengono il martedì alle 21 al centro sociale “G. Costa”, in via Azzo Gardino 48 a Bologna.

Classis Ravenna, il nuovo museo della Città e del Territorio, aperto nell’ex Zuccherificio

Lo “sciamano” dalla Grotta di Fumane

Si inizia martedì 12 febbraio 2019, con il prof. Giuseppe Sassatelli, già professore ordinario di Etruscologia e Antichità Italiche all’università di Bologna, come presidente di RavennAntica presenta il nuovo gioiello gestito dalla Fondazione: “Classis-Ravenna: Museo della città e del territorio. Un itinerario archeologico per raccontare la storia” (vedi https://archeologiavocidalpassato.wordpress.com/2018/11/30/lattesa-e-finita-sabato-1-dicembre-classis-ravenna-museo-della-citta-e-del-terrirorio-scrigno-della-memoria-del-territorio-apre-le-porte-nellex-zuccherificio-impo/). E pochi giorni dopo, sabato 16 febbraio 2019, il Gabo promuove una gita a Classe alla scoperta del nuovo museo, accompagnati dall’archeologa Erika Vecchietti. Il ciclo di conferenze riprende martedì 26 febbraio 2019, con “La grotta di Fumane: sulle tracce degli antenati tra la Valpolicella e i monti Lessini” presentata dall’ archeologa Maria Longhena che sabato 13 aprile 2019 accompagnerà gli appassionati del Gabo in gita a Fumane (Vr).

Lo scavo del sito di Ras al-Hadd in Oman della missione archeologica dell’università di Bologna

Il manifesto della mostra “Annibale. Un mito mediterraneo” a Palazzo Farnese di Piacenza dal 16 dicembre 2018 al 17 marzo 2019

Quattro gli incontri in marzo. Martedì 5 marzo 2019, Gabriele Nenzioni, direttore del museo della Preistoria di San Lazzaro di Savena (Bo); Elisabetta Cilli, dei Laboratori di Antropologia Fisica e Dna Antico, dipartimento Beni Culturali dell’università di Bologna (sede di Ravenna), e Davide Palumbo, di Biosfera Itinerari Porretta Terme (Bo), ci faranno scoprire “Il lupo che venne dal freddo: dai reperti dell’ex Cava Filo l’origine del lupo italiano (Canis Lupus Italicus)”. Sabato 9 marzo 2019, viaggio a Piacenza per la mostra “Annibale. Un mito mediterraneo” (vedi https://archeologiavocidalpassato.wordpress.com/2018/12/11/annibale-un-mito-mediterraneo-a-piu-di-duemila-anni-dalla-disfatta-alla-trebbia-alle-porte-di-piacenza-delle-legioni-romane-ad-opera-dei-cartaginesi-annibale-torna-a-piacenza-co/) con le archeologhe Erika Vecchietti e Maria Longhena. Durante la gita soste a Vigoleno e alla chiesa abbaziale e rotonda di S. Giovanni di Vigolo Marchese. Martedì 12 marzo 2019, l’archeologa Erika Vecchietti illustrerà “La Villa dei Mosaici di Spello” che a fine mese, sabato 30 e domenica 31 marzo 2019 sarà inserita nel programma delle visite della gita a Spoleto e Spello. Martedì 19 marzo 2019, Maurizio Cattani, professore associato all’università di Bologna, docente di Preistoria e Protostoria, presenta “Nuove indagini e ricerche dagli scavi archeologici di UniBo in Oman”. Chiude gli incontri del mese, martedì 26 marzo 2019, Claudio Busi, cultore di storia, documentarista e viaggiatore, con un report di viaggio in Egitto e la proiezione del documentario “I fotografi dei faraoni”.

Mura megalitiche ad Arpino, nel Lazio

In aprile, interessato dal lungo ponte di Pasqua-25 Aprile-1° Maggio, due soli incontri: martedì 9 aprile 2019, Giuseppe Rivalta, antropologo, biospeleologo e viaggiatore, percorrerà “Le vie transapenniniche nell’antichità”. E martedì 16 aprile 2019, si affronta “La questione pelasgica. Le mura ciclopiche nel Lazio meridionale”, con l’archeologa Erika Vecchietti, che poi accompagnerà il gruppo alla scoperta del Lazio meridionale nel viaggio prevista dal 18 al 23 giugno 2019. Il ciclo “…comunicare l’archeologia…” del primo semestre 2019 chiude martedì 14 maggio, con l’archeologa Daniela Ferrari che intratterrà il pubblico su “I colori del potere”.

Week end con “Imagines, obiettivo sul passato”, la rassegna del documentario archeologico promosso dal Gruppo Archeologico Bolognese: dai primi uomini ai villanoviani, dall’antico Egitto alle donne di Sicilia, con un omaggio a Folco Quilici

Il Gruppo archeologico bolognese iscritto ai Gruppi archeologici d’Italia

Dai primi uomini ai villanoviani, dall’antico Egitto alle donne di Sicilia, con un omaggio a Folco Quilici. Gli appassionati di cinema archeologico per il sedicesimo anno all’ultimo weekend di Bologna si ritroveranno a Bologna per “Imagines, obiettivo sul passato”, rassegna del documentario archeologico promosso dal Gruppo Archeologico Bolognese col patrocinio del Comune di Bologna e del Comune di San Lazzaro. “Nata nel 2003”, ricordano i responsabile del Gabo, “Imagines è una rassegna voluta per creare un’occasione in cui i soci del Gruppo e il pubblico bolognese appassionato di archeologia e storia potessero trovarsi per assistere alla proiezione di documentari e filmati di contenuto storico – archeologico introdotti da esperti del settore, autori, registi o archeologi. Si svolge solitamente nel mese di novembre, ha inizio venerdì pomeriggio e termina la domenica. Decine, finora, sono state le proiezioni effettuate e gli ospiti intervenuti”. Per la 16.ma edizione appuntamento dal 30 novembre al 2 dicembre 2018 alla mediateca comunale di San Lazzaro di Savena (Bo). Vediamo il programma.

Il film statunitense “Great Human Odyissey / La grande Odissea umana”

“Imagines” inizia venerdì 30 novembre 2018, nella sala eventi della mediateca di San Lazzaro, alle 15.30, con i saluti di Gabriele Nenzioni, direttore del museo della Preistoria “L. Donini” di San Lazzaro (Bologna), e di Giuseppe Mantovani, vicedirettore del Gruppo Archeologico Bolognese e curatore della rassegna Imagines. Apre le proiezioni il documentario “La grande odissea umana” di Niobe Thompson (110’), introdotto da Gabriele Nenzioni. I nostri più antichi antenati vivevano in Africa, in piccoli gruppi di poche migliaia di cacciatori-raccoglitori. Usciti dalla culla africana, ci siamo rapidamente diffusi in ogni angolo del pianeta. Come hanno potuto i nostri precursori preistorici superare il Sahara a piedi, sopravvivere alle ere glaciali e navigare fino alle remote isole del Pacifico? La “grande odissea umana” è uno spettacolare viaggio globale sulle loro tracce lungo una scia di nuovi indizi scientifici, con uno sguardo ai moderni cacciatori del Kalahari, agli allevatori di renne siberiani e ai navigatori polinesiani. Il film, di quasi due ore, sarà proiettato con un intervallo tra il primo e il secondo tempo. Al termine, buffet offerto dal Gruppo Archeologico Bolognese.

Un momento delle riprese del film “Tà gynaikeia. Cose di donne” di Lorenzo Daniele e Alessandra Cilio

“I guardiani d’Egitto” di Ben Allen e Tom Jenner

Seconda giornata, sabato 1° dicembre 2018. Alle 15.30, proiezione del primo documentario “Tà gynaikeia. Cose di donne” di Lorenzo Daniele (52’). Introduce l’archeologa Alessandra Cilio, che ha curato i testi del film. Una serie di donne giovani e meno giovani, impegnate in attività diverse, dalla fotografia all’archeologia, dalla letteratura al teatro, dalla viticoltura alla trasmissione della storia più recente. Cosa lega queste figure tra loro? Il fatto di essere donne. E quello di essere siciliane. I loro racconti sono frammenti di un’unica storia, che porta con sé un’eredità comune, quella della Sicilia, terra “femmina” per eccellenza. Lo testimonia la grande varietà di miti, leggende e culti legati alle donne, che nel tempo si sono avvicendati e in parte sovrapposti, divenendo elemento di coesione per tutte quelle popolazioni che hanno occupato e occupano quest’isola (vedi https://archeologiavocidalpassato.wordpress.com/2015/10/15/ta-gynaikeia-cose-di-donne-di-alessandra-cilio-vince-il-premio-archeoblogger-vera-novita-della-xxvi-rassegna-internazionale-del-cinema-archeologico-di-rovereto-incarna-il/). Segue il documentario “I guardiani d’Egitto” di Ben Allen e Tom Jenner (50’). Introduzione di Maria Giovanna Caneschi, archeologa esperta in Egittologia. Dal 2011 il clima di incertezza e instabilità politica in Egitto ha scoraggiato i turisti e incoraggiato tombaroli e sciacalli che hanno approfittato della situazione per razziare siti e musei. Ora il futuro del turismo egiziano dipende da un manipolo di persone di buona volontà e competenza impegnate a proteggere un patrimonio nazionale inestimabile. Dopo l’intervallo, proiezione del documentario “Le mura dei Giganti. I Ciclopi nel Lazio” di Giuseppe Mantovani (45’). Introduzione di Erika Vecchietti, archeologa esperta in Archeologia romana. Nella storia della nostra civiltà la cinta muraria di una città ha sempre significato il suo punto di protezione. Proprio per questo bisogno di essere riparati dall’esterno, nel corso dei millenni gli uomini hanno utilizzato diverse tipologie di mura. Fra queste di particolare impatto e interesse sono le mura cosiddette “pelasgiche” o “ciclopiche “, presenti spesso ben conservate in diverse località italiane, ma non solo, e in particolare nel Lazio meridionale. Il filmato tocca I principali centri laziali dove si possono ammirare queste imponenti mura.

“L’impero di marmo. La straordinaria pietra che rese splendida Roma” di Folco Quilici

Particolare del cranio scoperto nella Grotta M. Loubens

Terza e ultima giornata domenica 2 dicembre 2018. Alle 15.30, apre il documentario “Il delta del Po e l’archeologia di Adria” di Antonio Bonadonna (56’), con introduzione dello stesso regista Antonio Bonadonna. La straordinaria bellezza del paesaggio del delta del Po e i ritrovamenti archeologici degli insediamenti nel territorio frequentato fin dal X secolo a.C. conservati nel museo nazionale Etrusco di Adria. Segue un ricordo di Folco Quilici (9 aprile 1930 – 24 febbraio 2018) con la proiezione del documentario “L’impero di marmo. La straordinaria pietra che rese splendida Roma” di Folco Quilici (58’). Introduzione dell’archeologa Erika Vecchietti. Sono sparsi nei punti più diversi del Mediterraneo i resti di quelle che furono le cave del marmo policromo che ricoprì e rese splendida Roma. Ispirato dall’opera “Marmora romana” del professor Gnoli, il film narra e mostra la meraviglia di una materia sempre diversa, che valeva oro. Simbolo di opulenza e di potere, preziosa per edifici civili e religiosi; per la statuaria, per l’edilizia pubblica. Per il lusso di privati e soprattutto la vanità degli uomini di potere. Il rosso porfido utilizzabile solo dagli Imperatori; il resto, per lo splendore della città. Lo provano ruderi di palazzi, anfiteatri, ville, terme, templi. Oggi scheletri, ieri – come il film di Quilici mostra con la scoperta di resti eccezionali e ricostruzioni virtuali – edifici sontuosamente decorati nelle varietà desiderate e condizionate da mode capricciose. E assecondate dalle forniture provenienti dai luoghi d’estrazione (tra i più famosi il Mons Claudianus in Egitto, e la cava del giallo di Numidia a Chemtou, in Tunisia). Dopo l’Intervallo. Si riprende con il documentario “L’ipogeo di Calaforno” di Gaspare Mannoia (30’). Una Sicilia inedita quella che Gaspare Mannoia descrive in questo filmato, una Sicilia sconosciuta ai turisti che di solito visitano le più conosciute meraviglie dell’isola al centro del Mediterraneo. Mannoia, con questo e con altri filmati, vuole divulgare la bellezza di siti meno noti ma non meno interessanti e suggestivi da un punto di vista archeologico, storico e paesaggistico. Chiude la rassegna il documentario ”II segreto sospeso. Sotto un mare di pietra. Il cranio della grotta di Loubens” del Gruppo Speleologico Bolognese – Unione Speleologica Bolognese. Il reperto rinvenuto dagli speleologi del Gsb-Usb è stato recuperato nella grotta di Loubens all’interno del parco dei Gessi a San Lazzaro di Savena in seguito a una complessa operazione che ha coinvolto un anno fa undici volontari. Il filmato ripercorre le tappe fondamentali della scoperta.

Bologna. Con il Gabo e la soprintendenza incontro su Funo di Argelato: “Dalla necropoli villanoviana al villaggio medievale: la pianura bolognese tra VIII secolo a.C. e X secolo d.C.”.

Tiziano Trocchi, archeologo delal soprintendenza Sapab-Bo

Il Gruppo archeologico bolognese iscritto ai Gruppi archeologici d’Italia

Società Phoenix Archeologia

 

 

 

“A seguito di sondaggi preventivi avviati nel 2014 in seno al progetto della nuova Strada provinciale Sp4”, si legge nell’introduzione al saggio “Un villaggio ai confini del Saltopiano. Funo e la pianura bolognese tra X e XIII secolo” di Claudio Negrelli, Marco Palmieri e Tiziano Trocchi, “è emerso a Funo, località del Comune di Argelato (Bo), un interessante complesso pluristratificato. Grazie alla proficua collaborazione tra la Città metropolitana di Bologna, la soprintendenza Sapab-Bo ha avviato un cantiere di scavo in estensione, curato dalla società Phoenix Archeologia e tuttora in corsa. Si tratta di un sito di grande complessità stratigrafica, caratterizzato dalla presenza di testimonianze, più o meno strutturate, che attraversano a ritroso l’età medievale, l’età romana, e infine la seconda e la prima età del Ferro, con una notevole e significativa continuità della vocazione insediativa del comparto, nonostante la documentata attestazione di eventi di forte impatto anche dal punto di vista dell’assetto idrogeologico”. Martedì 27 novembre 2018, alle 21, al centro “G.Costa” di Bologna, nell’ambito del ciclo “Comunicare l’archeologia” promosso dal Gruppo Archeologico Bolognese fino all’11 dicembre 2018 (vedi https://archeologiavocidalpassato.wordpress.com/2018/10/12/arezzo-iran-templari-astrologi-etruschi-villanoviani-idoli-al-via-con-un-ricco-programma-il-ciclo-di-incontri-comunicare-larcheologia-promosso-dal-g/), il Gabo e la soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara promuovono l’incontro con Tiziano Trocchi, archeologo della soprintendenza, sul tema “Dalla necropoli villanoviana al villaggio medievale: Funo di Argelato e la pianura bolognese tra VIII secolo a.C. e X secolo d.C.”.

Arezzo, Iran, Templari, astrologi, etruschi, villanoviani, idoli: al via con un ricco programma il ciclo di incontri “…comunicare l’archeologia…” promosso dal gruppo archeologico bolognese

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Scoprire Arezzo per apprezzare al meglio la successiva escursione, ripercorrere le impressioni di un viaggio in Iran, rapportarsi con le stelle come gli antichi astrologi, o giocare come i bimbi di duemila anni fa, e ancora incontrare un Gran Maestro dei Templari o guardare la pittura etrusca con gli occhi di uno scrittore, poeta, drammaturgo, saggista e pittore inglese, e poi seguire le fasi di un sito dai villanoviani al medioevo, e prepararsi a visitare la grande mostra “Idoli” a Venezia. È un programma ricco quello proposto dal Gruppo archeologico bolognese (Gabo) per il ciclo di conferenze “…comunicare l’archeologia…” del IV trimestre 2018. Il Gruppo di Bologna – ricordiamolo – aderisce ai Gruppi Archeologici d’Italia, in collaborazione con i quali sono promosse campagne di ricerca, scavi e ricognizioni d’interesse nazionale, alle quali è dedicata soprattutto la stagione estiva, in collaborazione con le competenti soprintendenze Archeologiche. Il Gruppo archeologico bolognese collabora con il museo nazionale Etrusco “Pompeo Aria” di Marzabotto, il museo “Luigi Donini” di San Lazzaro di Savena e il museo della Civiltà Villanoviana (Muv) di Castenaso (Bo). Tutti gli incontri si terranno al martedì, alle 21, al centro sociale “G.Costa” in via Azzo Gardino 48 a Bologna.

Suggestiva visione dell’apadana di Persepoli

Si inizia martedì 16 ottobre 2018 con la tradizionale presentazione dell’attività sociale ottobre-dicembre 2018, cui seguirà l’intervento dell’ archeologa Maria Giovanna Caneschi su “Arretium, la citta di Gaio Cilio Mecenate. Alla scoperta delle sue antiche vestigia”, propedeutico al viaggio ad Arezzo con il GABo sabato 27 ottobre. Si continua martedì 23 ottobre, col documentario di Claudio Busi, cultore di storia, documentarista e viaggiatore, “Impressioni di viaggio”. Martedì 30 ottobre, sarà la volta di Dario Pedrazzini, archeologo e divulgatore culturale, con “Il destino nelle stelle. L’astrologia nel mondo antico”.

Liturgia dei Templari cattolici sul sarcofago di San Fermo a Verona

Il mese di novembre apre martedì 6 novembre con Silvia Romagnoli, archeologa e travel designer, con un focus su “Giochi e passatempi nel mondo antico”. Martedì 13 novembre ci tufferemo nel mondo dei templari. Lo storico e archeologo Giampiero Bagni illustrerà “La scoperta della tomba del Maestro Generale dei Templari Arnau de Torroja a Verona. Unica al mondo. Indagini ed ipotesi”. Martedì 20 novembre, con Silvia Romagnoli si torna nel mondo antico con “La pittura etrusca nell’arte e negli scritti di D.H. Lawrence”. L’ultimo incontro del mese di novembre, martedì 27, sarà con Tiziano Trocchi, archeologo della soprintendenza, con “Dalla necropoli villanoviana al villaggio medievale: Funo di Argelato e la pianura bolognese tra VIII secolo a.C. e X secolo d.C.”.

La locandina della mostra “Idoli. Il potere dell’immagine” a Venezia dal 15 settembre 2018 al 20 gennaio 2019

Dopo il fine settimana dal 30 novembre al 2 dicembre che vedrà impegnato il Gabo con “Imagines: obiettivo sul passato” rassegna del documentario archeologico giunta alla sedicesima edizione che si tiene alla Mediateca di San Lazzaro di Savena (Bo), il ciclo di incontri riprende martedì 4 dicembre con l’archeologa Maria Longhena che presenterà la mostra “Idoli. Simboli del potere” promossa dalla fondazione Giancarlo Ligabue, per preparare la visita alla mostra veneziana in programma il 6 dicembre. Gli incontri si chiudono martedì 11 dicembre con la testimonianza diretta dai territori di guerra dell’archeologo Nicolò Marchetti, docente al dipartimento di Storia Culture Civiltà dell’università di Bologna su “Il patrimonio archeologico del Vicino Oriente: una rassegna dei vari tipi di minacce e distruzioni nella culla della civiltà”.

Bologna. Incontri per approfondire la mostra “Medioevo svelato. Storie dell’Emilia-Romagna attraverso l’archeologia”, dalla conferenza del Gabo al ciclo del museo civico Medievale

Manifesto della mostra “Medioevo svelato” a Bologna

Il Gruppo archeologico bolognese iscritto ai Gruppi archeologici d’Italia

Farsi un’idea della mostra “Medioevo svelato. Storie dell’Emilia-Romagna attraverso l’archeologia”, in corso al museo civico Medievale di Bologna fino al 17 giugno 2018, prima di andarla a visitare. L’occasione è offerta dall’incontro di martedì 6 marzo 2018 alle 21 al centro sociale “G. Costa” di via Azzo Gardino a Bologna, promosso dal Gruppo Archeologico Bolognese nell’ambito del ciclo di conferenze “Comunicare l’archeologia” (vedi https://archeologiavocidalpassato.wordpress.com/2018/02/03/al-via-gli-incontri-del-gabo-comunicare-larcheologia-un-viaggio-alla-scoperta-di-etruschi-goti-bizantini-longobardi-veneti-antichi-celti-romani-pop/). Cinzia Cavallari, archeologa della soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, illustrerà la mostra, curata da Sauro Gelichi (università Ca’ Foscari di Venezia) e Luigi Malnati (soprintendenza di Bologna) che è un viaggio nel tempo di quasi un Millennio che racconta le trasformazioni delle città e del territorio e l’affermarsi dei nuovi ceti dirigenti goti, bizantini e longobardi (vedi https://archeologiavocidalpassato.wordpress.com/2018/03/01/quarantanni-di-ricerche-lungo-la-via-emilia-nella-mostra-medioevo-svelato-storie-dellemilia-romagna-attraverso-larcheologia-al-museo-medievale-di-bologna/). Partendo da un’istantanea sulle città nell’alto Medioevo, profondamente ridimensionate rispetto alla vitalità dei secoli precedenti e contrapposte al dinamismo del nuovo emporio commerciale di Comacchio (Fe), lo sguardo si allarga alla riorganizzazione delle campagne dove fioriscono castelli, villaggi, borghi franchi, pievi e monasteri. La narrazione termina ciclicamente con la rinascita delle città in età comunale. A questa fase Bologna fornisce un contributo eccezionale con lo straordinario recupero -dalla collocazione originaria- dei bacini (piatti) in maiolica datati agli inizi del XIV secolo, rinvenuti alla sommità della chiesa di San Giacomo Maggiore durante i lavori di restauro dell’edificio. Oltre a testimoniare una vocazione decorativa specificamente programmata e realizzata in città, uno di questi piatti riporta il ritratto emblematico di frate Simone, identificabile molto probabilmente con l’omonimo sindaco del convento di San Giacomo.

Il prof. Sauro Gelichi dell’università Ca’ Foscari di Venezia

Luigi Malnati, soprintendente archeologo

Al via anche il ciclo di conferenze promosso dal museo civico Medievale nella sala delle Arche, sempre alle 17, a corollario della mostra “Medioevo svelato. Storie dell’Emilia-Romagna attraverso l’archeologia”. Si inizia mercoledì 7 marzo 2018 con la conferenza “Raccontare il Medioevo” a cura di Sauro Gelichi (università Ca’ Foscari di Venezia). Mercoledì 21 marzo 2018, il soprintendente Luigi Malnati parlerà di “Archeologia medievale e tutela del patrimonio archeologico: lo sviluppo di una disciplina e le sue conseguenze nelle buone pratiche di archeologia nelle soprintendenze”. Si passa quindi a mercoledì 9 maggio 2018 con la conferenza dell’orafo Adelmo Garuti e dell’archeologa Francesca Frasca su “La collezione di strumenti orafi di Adelmo Garuti (Sasso Marconi). Un artigiano contemporaneo svela le tecniche di età medievale”. Ultimo incontro mercoledì 16 maggio 2018 con “Comunicare il Medioevo per immagini” a cura di Riccardo Merlo, autore dei disegni ricostruttivi in mostra.

Al via gli incontri del Gabo “…comunicare l’archeologia…”, un viaggio alla scoperta di etruschi, goti, bizantini, longobardi, veneti antichi, celti, romani, popoli mediterranei dell’età del Bronzo e abitatori delle terramara

Il Gruppo archeologico bolognese iscritto ai Gruppi archeologici d’Italia

Approfondimenti ed escursioni collegate: è un programma molto articolato quello proposto dal gruppo Archeologico bolognese nel ciclo di conferenze del primo semestre 2018 “…comunicare l’archeologia…”: da febbraio a giugno 2018 sarà un appassionante viaggio alla scoperta di etruschi, goti, bizantini, longobardi, veneti antichi, celti, romani, e ancora: dai popoli mediterranei dell’età del Bronzo agli abitatori delle terramara. Il Gabo aderisce ai Gruppi Archeologici d’Italia, in collaborazione con i quali sono promosse campagne di ricerca, scavi e ricognizioni d’interesse nazionale, alle quali è dedicata soprattutto la stagione estiva, in collaborazione con le competenti soprintendenze Archeologiche. Il Gruppo Archeologico Bolognese collabora inoltre con il museo nazionale Etrusco “Pompeo Aria” di Marzabotto, il museo “Luigi Donini” di San Lazzaro di Savena e il museo della Civiltà Villanoviana (MUV) di Castenaso. La sede di quasi tutti gli incontri, che si tengono al martedì alle 21, è quella tradizionale: il centro sociale “G. Costa” in via Azzo Gardino 48 a Bologna.

Frammento di ceramica a figure rosse conservato al museo Archeologico nazionale di Adria

Il fascino di Persepoli, la capitale achemenide voluta dal re Dario

Il ciclo di conferenze del Gabo inizia martedì 20 febbraio 2018, alle 21, al “Costa”. La prima parte della serata sarà dedicata a presentare l’attività sociale febbraio-giugno 2018. Quindi Silvia Romagnoli, archeologa specializzata in Etruscologia e Travel Designer, con “Un giorno ad Adria. Vita quotidiana in un emporio etrusco nel Delta del Po”  ci porta a conoscere l’importante città portuale fin dalle origini, collocata lungo un ramo – oggi estinto – del Po. Prima emporio etrusco, quindi scalo fluviale commerciale greco nel V a.C., poi sostituito nel IV secolo a.C. dall’emporio etrusco di Spina. Adria divenne successivamente colonia dei Greci di Siracusa, quindi centro dei Galli e infine insediamento romano nel III secolo a.C. I più importanti reperti provenienti dalla città di Adria sono conservati al museo Archeologico nazionale di Adria: e il Gabo ha già programmato la gita ad Adria e al museo Archeologico nazionale per sabato 24 febbraio 2018, con la stessa Silvia Romagnoli e l’archeologa Maria Longhena: numerosissimi i frammenti di ceramica attica a figure nere e rosse esposti insieme ai vasellami di bronzo etruschi, riferibili principalmente al VI e V sec. a.C. quando il porto conobbe il suo periodo di massimo splendore. Dell’età ellenistica è invece la cosiddetta “Tomba della Biga”, una straordinaria sepoltura di tre cavalli con i resti metallici di un carro a due ruote. Per quanto riguarda l’epoca romana, i vetri di ottima qualità sono l’indizio della prosperità del luogo. Il ciclo continua martedì 27 febbraio 2018, sempre alle 21 al “Costa”, con un altro viaggio “in Iran”: Claudio Busi, cultore di storia documentarista e viaggiatore, il suo diario di viaggio in Iran arricchito con un filmato.

Il prezioso “missorium” d’argento rinvenuto a Cesena, un piatto di uso simbolico-celebrativo

La cosiddetta Dea di Caldevigo, bronzetto votivo al museo di Este

Il viaggio alla conoscenza dei popoli antichi riprende martedì 6 marzo 2018, sempre alle 21 al “Costa”, con Cinzia Cavallari, archeologa della soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Bologna, che introduce la mostra “Medioevo svelato. Storie dell’Emilia-Romagna attraverso l’archeologia”, al museo civico Medievale di Bologna, dal 17 febbraio al 17 giugno 2018:  un viaggio nel tempo di quasi un Millennio che racconta le trasformazioni delle città e del territorio e l’affermarsi dei nuovi ceti dirigenti goti, bizantini e longobardi: castelli, monasteri, edifici di culto e Comuni, i nuovi centri di potere, hanno scritto la storia dell’intera regione dal IV-V secolo agli inizi del XIV (vedi https://archeologiavocidalpassato.wordpress.com/2018/01/27/a-bologna-medioevo-svelato-storie-dellemilia-romagna-attraverso-larcheologia-grazie-alle-scoperte-archeologiche-degli-ultimi-40-anni-una-mostra-al-museo-civico-m/). Anche in questo caso è prevista una visiyta guidata alla mostra in data ancora da definire. La settimana successiva, martedì 13 marzo 2018, si fa la conoscenza dei veneti antichi. L’archeologa Maria Longhena parlerà de “La civiltà atestina: genti e culture del Veneto antico”. All’incontro segue sabato 17 marzo 2018 la gita a Este con visita guidata al museo nazionale Atestino a cura di Maria Longhena e Silvia Romagnoli. Il museo nazionale Atestino illustra la civiltà dei Veneti antichi, che ha caratterizzato lo sviluppo sociale e culturale locale nel corso del I millennio a.C., in dinamico rapporto con il mondo etrusco, celtico e romano. Fin dal 1876 sono emerse a Este le più consistenti testimonianze di questa civiltà, oggi esposte nelle 11 sale del museo: descrivono la vita quotidiana, le manifestazioni artistiche, quelle della religiosità e dei rituali funerari, per ricostruire la società e sottolineare analogie e differenze con l’attualità.

Il logo del progetto “2200 anni lungo la via Emilia”

La prima pagina del New York Times del febbraio 1922 con la notizia della scoperta della tomba di Tutankhamon

Sono viaggi diversi quelli proposti dagli ultimi tre incontri di marzo, per il primo dei quali si cambiano giorno, orario e sede. L’appuntamento è infatti domenica 18 marzo 2018, alle 16.30, al museo della Civiltà Villanoviana in via B.Tosarelli 191 a Castenaso (Bo), per “Le interviste impossibili” con Umberto Eco che intervista Muzio Scevola, testo di Umberto Eco. Marco Mengoli, archeologo e docente di italiano e storia alle scuole superiori, nella parte dell’intervistatore; Michele Gambetti nella parte di Muzio Scevola, protagonista di una nota leggenda romana dalla quale deriva il modo di dire “Mettere la mano sul fuoco riguardo a qualche cosa”, per indicare di essere sicuri su un determinato fatto o espressione: il suo gesto estremo. Introduce l’intervista Paola Poli, archeologa e curatrice del museo della Civiltà Villanoviana (MUV) di Castenaso. Martedì 20 marzo 2018, si torna al “Costa” alle 21,  per una passeggiata virtuale lungo la strada consolare che ha dato il nome a un’intera regione: “La via Emilia tra storia ufficiale e memoria privata” illustrata da Erika Vecchietti, archeologa specializzata in Archeologia Romana, che preparerà la visita di aprile alle mostre del progetto “2200 anni lungo la via Emilia”. L’ultimo incontro del mese, martedì 27 marzo 2018, alle 21 al “Costa”, con Graziano Tavan, giornalista e curatore dell’archeoblog “Archeologiavocidalpassato”, si affronta il rapporto tra archeologia e comunicazione: “Ricerca e divulgazione: archeologia sui giornali tra Tutankhamon e Indiana Jones”, excursus su come è cambiato nei secoli il concetto di archeologia, per passare poi all’archeologia come disciplina e come ricerca sul campo, fino a quando uscendo dagli ambienti accademici l’archeologia diventa divulgazione per raggiungere il grande pubblico attraverso la comunicazione sui giornali, non solo in Italia.

Il manifesto della mostra “Mutina Splendidissima. La città romana e la sua eredità” al Foro Boario di Modena dal 25 novembre 2017 all’8 aprile 2018

La locandina della mostra “On the road – Via Emilia 187 a.C. – 2017” a Reggio Emilia

Il programma del mese di aprile apre sabato 7 con la gita a Modena e Reggio Emilia con Erika Vecchietti per le mostre sulla via Emilia. Al foro Boario di Modena la mostra “Mutina Splendidissima”, dove i reperti e le opere d’arte, accostati a preziose testimonianze provenienti da numerosi musei italiani, affiancano le ricostruzioni virtuali dei principali monumenti di Mutina (le mura, il foro, l’anfiteatro, le terme, una domus) che fanno da contrappunto alla descrizione delle città dal periodo precedente la sua fondazione, avvenuta nel 183 a.C., alla decadenza verificatasi nella tarda età imperiale (vedi https://archeologiavocidalpassato.wordpress.com/2017/11/24/mutina-splendidissima-la-citta-romana-e-la-sua-eredita-apre-a-modena-la-mostra-clou-per-i-2200-anni-della-fondazione-della-colonia-romana-sulla-via-emilia-che-racconta-le-origini/). Al Palazzo dei musei di Reggio Emilia c’è invece la mostra “On the road”, un percorso virtuale che ci permette di conoscere i segreti della via Emilia, la sua costruzione, le sue strutture, i suoi servizi, ma anche le città sorte lungo il suo tracciato e le popolazioni che le abitavano (vedi https://archeologiavocidalpassato.wordpress.com/2018/01/14/on-the-road-la-mostra-di-reggio-emilia-propone-una-riflessione-sulla-storia-della-via-emilia-e-sul-suo-fondatore-sul-significato-della-strada-nella-contemporaneita-in-un-itinerari/). Gli incontri riprendono martedì 10 aprile 2018, alle 21 al “Costa”, con “Nuove testimonianze archeologiche dalla città romana di Claterna”: Renata Curina, archeologa della soprintendenza di Bologna, Maurizio Molinari, archeologo dell’associazione “Civitas Claterna”, e Claudio Negrelli, archeologo responsabile scientifico dell’associazione “Civitas Claterna”, illustreranno i risultati della campagna di scavo 2017 che ha inaugurato un nuovo progetto triennale di ricerca focalizzato su due precisi settori dell’antica città di Claterna: la già nota Casa del Fabbro,  dove sono stati scoperti nuovi ambienti (un piccolo impianto termale e altri vani con pozzi e cucina) e l’area centrale destinata in antico agli edifici pubblici, che ha rivelato le imponenti strutture del teatro e di un secondo edificio dell’area pubblica (vedi https://archeologiavocidalpassato.wordpress.com/2017/11/02/claterna-fu-promossa-da-m-vipsanio-agrippa-il-genero-di-augusto-i-risultati-della-campagna-di-scavo-2017-potrebbero-cambiare-la-datazione-della-citta-romana-sulla-via-emilia-tra-bologna-e-imola-sc/). Il martedì successivo, 17 aprile, alle 21 al “Costa”, Maurizio Cattani, dell’università di Bologna, affronta il tema “Isole di Storia. Esplorare il Mediterraneo nell’età del Bronzo”.

La terramara di Pragatto in provincia di Bologna

Si riprende martedì 8 maggio 2018, alle 21 al “Costa”, con Monica Miari, archeologa della soprintendenza di Bologna, che ci porta nel mondo delle terramara, tipo di insediamento apparso nella pianura padana a sud del Po durante l’Età del Bronzo, attorno al 1550 a.C.: si tratta di un villaggio di capanne costruite su un impalcato ligneo cinto da un argine e da un fossato. La denominazione viene dalla “terramarna” raccolta sui bassi rilievi emergenti della pianura e anticamente usata per concimare i campi. La conferenza illustra i “Nuovi dati dagli scavi della terramara di Pragatto”, la più importante e ricca terramara della provincia di Bologna, scoperta nel 1879 dall’archeologo Antonio Zannoni. Gli incontri chiudono martedì 15 maggio 2018, alle 21 al “Costa”: “Viaggio in Etruria con George Dennis: Vulci ”. Letture e commenti da “Cities and cemeteries of Etruria” di George Dennis e proiezione del documentario “Vulci” di Alan Badel a cura di Silvia Romagnoli. Ma il Gabo riserva un appuntamento anche in giugno: dal 5 al 10 giugno 2018, viaggio in Provenza sulle tracce delle vestigia romane e visita alla replica della famosa Grotta di Chauvet.

Imagines, obiettivo sul passato: la XV rassegna del documentario archeologico promossa dal Gabo propone un viaggio dall’arte paleolitica all’architettura templare della Magna Grecia, dai grandi restauri ai misteri degli Etruschi fino alla magia di Petra, dall’esploratore Luigi Fantini all’archeologo Amedeo Maiuri, con un occhio alla Sicilia antica meno nota

Il Gruppo archeologico bolognese iscritto ai Gruppi archeologici d’Italia

Dall’arte paleolitica all’architettura templare della Magna Grecia, dai grandi restauri ai misteri degli Etruschi fino alla magia di Petra, dall’esploratore Luigi Fantini all’archeologo Amedeo Maiuri, con un occhio alla Sicilia antica meno nota: è ricco il programma offerto da “Imagines: obiettivo sul passato”, la rassegna del documentario archeologico, giunta alla 15ma edizione, promosso dal Gruppo Archeologico Bolognese e dal Museo della Preistoria “Luigi Donini”, in calendario il 10-11-12 novembre 2017 alla mediateca comunale di San Lazzaro di Savena (Bo) con ingresso libero. “Imagines è un’iniziativa del Gruppo Archeologico Bolognese, patrocinata da Comune di Bologna- Comune di San Lazzaro”, spiega Giuseppe Mantovani, curatore della rassegna. “Nata nel 2003, Imagines è una rassegna voluta per creare un’occasione in cui i soci del gruppo ed il pubblico bolognese appassionato di Archeologia e Storia potessero trovarsi per godere della proiezione di documentari e filmati introdotti da esperti del settore, autori, registi o archeologi. Decine, finora, sono state le proiezioni effettuate e gli ospiti intervenuti”. Come da tradizione, anche quest’anno, al termine di ogni giornata di Imagines, sarà estratto fra i presenti un abbonamento annuale alla rivista Archeologia Viva (Giunti Editore). In più, domenica 12 sarà estratta la partecipazione gratuita a un viaggio di un giorno organizzato dal Gruppo Archeologico Bolognese.

Il film “Cave of forgotten dreams” di Werner Herzog sull’arte della grotta di Chauvet

Il programma. Venerdì 10 novembre 2017, la rassegna apre alle 15.30, con i saluti di Gabriele Nenzioni, direttore del museo della Preistoria “L. Donini” di San Lazzaro (Bologna), e di Giuseppe Mantovani, vicedirettore del Gabo e curatore di Imagines. Il primo film in programma, introdotto da Gabriele Nenzioni, è “Cave of forgotten dreams” di Werner Herzog (90’). La grotta di Chauvet è una delle scoperte più sensazionali della fine del secolo scorso. Pitture parietali di 35mila anni fa di una modernità straordinaria e di una bellezza unica. Per salvaguardarla dal deterioramento provocato dai visitatori, fin dall’inizio ne è stato impedito l’accesso se non in casi eccezionali come per le riprese di questo documentario. Per rendere fruibile questo capolavoro dell’arte preistorica è stata fatta una replica esatta della grotta con le più moderne tecnologie. Dopo l’intervallo, il film “Il tempio dei giganti – L’Olympieion di Akragas” (Edizioni TSM – www.edizionitsm.it). Una ricca città della Magna Grecia. Un tiranno ambizioso. Una vittoria incredibile contro il nemico più temuto. Un tempio di proporzioni colossali. Questi sono gli ingredienti di un appassionante racconto capace di coniugare divulgazione scientifica e piacere delle narrazione. Grazie alle tecniche dell’animazione 2D e 3D il film restituisce vita all’antica Agrigento.

“La musica perduta degli Etruschi”: particolare della tomba dei Leopardi a Tarquinia

Seconda giornata, sabato 11 novembre 2017. Due i film in programma nella prima parte. Si inizia alle 15.30. Alessandro Fichera, archeologo dell’università di Siena, introduce il film “Restaurare il cielo” di Tommaso Santi (50’), che racconta di un restauro epocale, quello della Basilica della Natività di Betlemme. È la storia di un gruppo di restauratori italiani che dal 2003 lavora al recupero e alla salvaguardia di un monumento patrimonio dell’Umanità. Quindi Simona Rafanelli, direttore del museo archeologico “Isidoro Falchi” di Vetulonia, illustra il film “La musica perduta degli Etruschi” di Riccardo Bicicchi (30’). Il documentario sintetizza le tappe principali della ricerca, assolutamente nuova e originale, condotta in parallelo nella musica e nell’archeologia dal musicista Stefano Cantini e dall’archeologa Simona Rafanelli, che ha conseguito come principale risultato quello di ridare voce a strumenti a fiato legati alla cultura etrusca, recuperando le note e le tonalità autentiche prodotte da questi strumenti 2600 anni orsono. Dopo l’intervallo, l’archeologa Silvia Romagnoli presenta il film “Petra, la città perduta di pietra” di Gary Glassman (52’). Archeologi , architetti e ingegneri idraulici uniti nello studio di come i Nabatei poterono sviluppare una civiltà così evoluta e costruire una fiorente città ricca di monumenti e fontane in un territorio estremamente difficile e povero di risorse idriche .

il film “Herculaneum. Diari del buio e della luce” di Marcellino de Baggis

Terza e ultima giornata, domenica 12 novembre 2017. Quattro i documentari in programma tra prima e seconda parte. Il primo, alle 15.30, “Luigi Fantini. Una vita per la ricerca” di Claudio Busi e Giuseppe Rivalta (30’) del Gruppo Speleologico Bolognese – Unione Speleologica Bolognese è illustrato dall’archeologa Laura Minarini del museo civico Archeologico di Bologna. Fantini è uno dei personaggi più importanti nel campo della speleologia e archeologia del territorio dell’Appennino Tosco-Emiliano. Instancabile esploratore di queste colline, a lui si devono alcune scoperte che hanno fatto luce sulla morfologia e sulla più antica frequentazione dell’area degli Appennini che definiva “un pezzo meraviglioso del Creato”. Segue il film “Il santuario sicano di Polizzello” di Gaspare Mannoia (30’). Una Sicilia inedita quella che Gaspare Mannoia descrive in questo filmato, una Sicilia sconosciuta ai turisti che di solito visitano le più conosciute meraviglie dell’isola al centro del Mediterraneo. Mannoia, con questo e con altri filmati, vuole divulgare la bellezza di siti meno noti ma non meno interessanti e suggestivi da un punto di vista archeologico, storico e paesaggistico. Dopo l’intervallo, il film “Himera, il tempio della Vittoria” di Davide Borra (11’). Il video racconta le vicende accadute nell’attuale area archeologica di Himera. Partendo dalla famosa battaglia di Himera, vinta contro I Cartaginesi nel 480 a.C., si giunge alle recenti campagne di scavo del 2008/11, in cui sono state portate alla luce le tombe dei “Diecimila cavalieri” che combatterono in quella battaglia, seppelliti insieme ai loro cavalli, fatto rarissimo nella storia dell’archeologia greca di Sicilia. Segue il film “Herculaneum. Diari del buio e della luce” di Marcellino de Baggis (50’) introdotto dall’archeologa classica Erika Vecchietti. Il documentario è il risultato di riprese effettuate nell’arco di un intero anno, impreziosite da materiale esclusivo proveniente dagli archivi fotografici della Soprintendenza, delle Teche RAI e dell’Istituto Luce. Interviste inedite e sconosciute ad Amedeo Maiuri, l’archeologo che ha portato alla luce la maggior parte della città antica, rendono questo filmato unico e originale.