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Rovereto (Tn). Al 36.mo RAM film festival il pubblico premia il film “Sapiens?” di Bruno Bozzetto: per la prima volta si impone, sui 70 film in concorso, un film di animazione. L’ultima serata chiusa dall’energia del concerto del coro Notemagiovani. Bilancio di un’edizione molto partecipata e apprezzata da pubblico e addetti ai lavori. I commenti di Cattoi e Beretta. Ecco la classifica della Top ten

Prima l’energia del concerto “Nel sonoro flusso” con il coro giovanile Notemagiovani, poi la sorpresa del risultato del voto del pubblico che per la prima volta premia un film di animazione, “Sapiens?” di Bruno Bozzetto: si è chiusa così la 36.ma edizione del RAM film festival di Rovereto che per numero (70 i film in concorso di cui 41 anteprime e 14 proiezioni fulldome e VR) e qualità dei film proposti, per gli incontri, gli approfondimenti, il numero di registi, produttori, archeologi e storici presenti, ha riscosso grandi consensi dagli addetti ai lavori e dal pubblico di ogni età che ha partecipato numeroso. La 36esima edizione del RAM ha visto infatti la presenza di oltre tremila persone durante i cinque giorni di festival. Quaranta gli ospiti e le giurie invitate al festival e quasi cinquanta tra registi, attori e produttori arrivati a Rovereto per presentare i film e partecipare agli eventi organizzati. Molto partecipati gli eventi speciali al teatro Zandonai di venerdì e sabato sera dedicati a Pompei e all’acqua, focus dell’edizione 2025, con l’anteprima italiana del colossal “Our Blue World”.

Matilde Gugole presenta il concerto “Nel flusso sonoro” col coro Notemagiovani al RAM film festival (foto graziano tavan)

Concerto “Nel flusso sonoro”: trenta giovani voci e una narrazione che segue la vita del fiume Adige da passo Resia al mar Adriatico. Attraverso famose canzoni italiane e straniere, il racconto del fiume Adige in prima persona si è snodato in un continuo flusso di musica e parole.

Il coro Notemagiovani al RAM film festival (foto graziano tavan)

Notemagiovani è un coro giovanile il cui genere musicale si può definire choral – pop. Una caratteristica che contraddistingue i brani che vengono proposti, che siano di artisti italiani, stranieri, oppure tratti da musical, è che sono armonizzati e adattati al coro dalle maestre Eleonora Barozzi e Nazarena Raos e da Luca Dossi.

Il premio RAM film festival 2025 al film “Sapiens?” di Bruno Bozzetto (foto graziano tavan)

Premio RAM film festival. Per la prima volta al RAM – come si diceva – vince un film d’animazione: “Sapiens?” di Bruno Bozzetto (Italia 2023, 22’). La serie firmata da Bruno Bozzetto, uno dei più famosi disegnatori italiani riconosciuto anche a livello internazionale e prodotta da Bozzetto studio con RAI KIDS, si compone di tre cortometraggi dedicati all’evoluzione dell’Homo sapiens in relazione ai temi della guerra, del rispetto della natura e del rapporto con la violenza. Scene trattate con ironia e un po’ di leggerezza, e accompagnate dalle sinfonie di Verdi, Chopin e Beethoven.

Proiezioni al teatro Zandonai di Rovereto (foto fmcr)

I primi 40 film premiati dal pubblico hanno tutti ricevuto un voto superiore all’8. Ecco la classifica della top ten, con film distanziati l’uno dall’altro da pochi decimi di punto: 1. Sapiens? di Bruno Bozzetto (Italia 2023, 22’); 2. Küttepuude hankimine / Legna da ardere di Liivo Niglas (Estonia 2024, 30’); 3. Ernesto “Tito” Canal: l’uomo che ha riscritto le origini della Laguna di Venezia di Pierandrea Gagliardi e Rossi Marino (Italia 2024, 64’); 4. Pompeii: The New Dig / Pompei: le nuove verità – I corpi di Elena Mortelliti; 5. The Lost World of the Hanging Gardens / Il mondo perduto dei giardini pensili di Duncan George Bulling (Regno Unito 2024, 55’); 6. Diventare Matteotti di Camilla Ferrari, Alberto Gambato (Italia 2025, 44’); 7. Wind’s Heritage / L’eredità del vento di Nasim Soheili (Iran 2024, 30’); 8. Campo della Fiera e il pozzo del tempo di Massimo D’Alessandro (Italia 2024, 50’); 9. Vitrum – il vetro dei romani di Marcello Adamo (Italia 2025, 52’); 10. Continuations/Hiwadabuki (Cypress bark roofing) / Continuità. Tetto in corteccia di cipresso di Satoru Okabe (Giappone 2024, 17’).

Claudia Beretta e Alessandra Cattoi alla serata delle premiazioni del RAM film festival (foto graziano tavan)

Alessandra Cattoi, direttrice della Fondazione Museo Civico che promuove il festival: “Il RAM è punto di riferimento per il cinema che racconta l’archeologia e il patrimonio e la grande partecipazione, che aumenta di anno in anno, ne è la prova. L’appuntamento di Rovereto è atteso dal pubblico e da una rete sempre più ampia di addetti a lavori che vedono nel festival un’occasione da non perdere. Siamo molto soddisfatti della qualità della nostra proposta che fa sì che la rete del RAM sia sempre più ampia e solida”. E Claudia Beretta, che cura il programma cinematografico del RAM: “Per la prima volta al RAM, a vincere il premio del pubblico è stato un film d’animazione. Non un titolo qualunque, ma un’opera firmata da Bruno Bozzetto, un vero maestro del genere- È un segnale importante: l’animazione non è più considerata un genere minore, ma una delle tendenze più vivaci e riconosciute del cinema contemporaneo. Basti pensare al successo internazionale di un film indipendente come Flow – Un mondo da salvare (Premio Oscar 2025). Il pubblico del RAM si conferma attento, maturo e pronto ad accogliere nuovi linguaggi e nuove forme di racconto”.

Rovereto (Tn). Con l’anteprima “Dallo Spino alle fontane” al via ufficialmente la 36.ma edizione del RAM film festival: 70 film in concorso, 41 anteprime, 14 proiezioni off fulldome, Vr e cinema, 2 incontri e 4 aperitivi al giardino del Museo di Scienze e Archeologia. Alessandra Cattoi e Claudia Beretta ci fanno conoscere il ricco programma dei 5 giorni di Festival

Serata speciale in biblioteca “Dallo Spino alle Fontane – cronaca di un’impresa che portò l’acqua alla città” (foto fmcr)

Con la speciale anteprima, martedì 23 settembre 2025, alle 18, in biblioteca Tartarotti, “Dallo Spino alle Fontane – cronaca di un’impresa che portò l’acqua alla città”, reading teatrale con documenti dagli archivi antichi della Biblioteca, per narrare il legame storico di Rovereto con l’acqua, la città di Rovereto (Tn) entra nell’atmosfera della 36.ma edizione del RAM film festival Rovereto Archeologia Memorie, dal 24 al 28 settembre 2025, quest’anno dal titolo “Sguardi sull’acqua”, organizzato dalla Fondazione Museo Civico di Rovereto. È il 1845, Rovereto compie un’impresa epica: por­tare l’acqua dalla sorgente dello Spino fino in città. Nasce una canalizzazione ambiziosa, le fontane cominciano a zampillare… e i cittadini cominciano a discutere. Tra discorsi solenni, regole ferree, litigi da lavatoio e vendite delle fontane, questo reading teatrale rac­conta la cronaca di un’epoca in cui l’acqua diventa finalmente bene comune, non senza qualche ine­vitabile baruffa. Un racconto vero e sorprendente, dove la Storia scorre… proprio come l’acqua. A cura del Gruppo teatrale “I Sottotesto”, in col­laborazione con Biblioteca Civica “G. Tartarotti”. Partecipazione gratuita.

Il sindaco di Rovereto, Giulia Robol (foto graziano tavan)

RAM 2025 propone uno sguardo ampio e plurale sul patrimonio culturale in tutte le sue forme: siti, ricerca archeologica, monumenti, paesaggi, tradizioni, popoli, memorie, lingue e culture. Il documentario diventa lo strumento per esplorare la complessità del mondo, mettendo in dialogo passato e presente, locale e globale. Settanta i film in concorso, 41 anteprime, 14 proiezioni off fulldome, Vr e cinema, 2 incontri e 4 aperitivi al giardino del Museo di Scienze e Archeologia. “L’ampio numero di film proposti”, sottolinea il sindaco di Rovereto Giulia Robol, “dimostra quanto il festival sia radicato e riconosciuto come punto di riferimento per l’archeologia, disciplina legata anche a figure storiche che hanno dato molto alla città. Inoltre, la collaborazione con istituzioni culturali come la Biblioteca Civica Tartarotti evidenzia la volontà di coinvolgere e avvicinare la cittadinanza, valorizzando e diffondendo il patrimonio legato all’archeologia”. E l’assessore alla Promozione artistica e culturale e al Turismo Micol Cossali: “Il tema dell’acqua, filo conduttore di questa edizione del Ram Festival, crea un forte legame tra il nostro territorio e il resto del mondo. La storia e l’archeologia hanno sempre generato conoscenza e relazioni, e anche questa manifestazione valorizza un aspetto identitario della città: la capacità di aprirsi al mondo e di connettersi con la sua storia. E questa è una ricchezza che si rinnova nell’edizione di quest’anno dove il tema dell’acqua e la presenza dell’acqua si è intrecciata nello sviluppo della storia del nostro territorio”.

Con due interventi ad archeologiavocidalpassato.com, rispettivamente della direttrice della Fondazione Alessandra Cattoi e della direttrice artistica Claudio Beretta, scopriamo meglio l’articolato e ricco programma del RAM film festival 2025.

“Dal 24 al 28 settembre a Rovereto – spiega Alessandra Cattoi ad archeologiavocidalpassato.com – avremo la 36ma edizione del RAM film festival. In concorso, per questa edizione, abbiamo selezionato 70 film, di cui 40 per la prima volta in Italia o in prima internazionale. Le sezioni del festival sono quelle che da molti anni proseguono nel loro percorso. La prima e la più importante è la sezione Cinema archeologico. Abbiamo quasi 30 film che parlano di archeologia, archeologia da tutto il mondo, e quest’anno anche l’attribuzione del Premio Paolo Orsi, un premio biennale che viene dato al miglior film premiato da una giuria di esperti e che viene consegnato per promuovere la realizzazione di altre opere cinematografiche in ambito archeologico. La novità di quest’anno è che abbiamo introdotto una sezione dedicata alla Storia, oltre che all’Archeologia, proprio perché con il passare degli anni vediamo che molte tematiche storiche vengono proposte al nostro festival e di grandissima qualità. Ci siamo detti “Non è una cosa positiva escluderle”, ma è difficile includerle nel cinema archeologico e quindi abbiamo creato una sezione apposita sul cinema storico. Infine le due sezioni, una sezione dedicata ai temi dell’Antropologia e una alle Animazioni, perché ci piace esplorare tutti i linguaggi del cinema, compreso quello del cinema di animazione.

“A fianco a questo grande programma di proiezioni – continua Cattoi -, abbiamo molti incontri. Ogni giorno vengono degli esperti a parlare con il pubblico in modo più o meno informale per raccontare gli ultimi scavi che hanno seguito oppure il libro che hanno scritto, insomma delle conversazioni, più che degli incontri come conferenze, perché il festival deve favorire il dialogo tra il pubblico e i protagonisti del festival. Quindi avremo aperitivi, colazioni, incontri e due serate speciali. Una serata dedicata a Pompei. Pompei non può mancare come si immagina in un festival di cinema archeologico, e una serata dedicata invece all’acqua. Perché l’acqua? Perché l’acqua è proprio il tema dell’edizione 2025 del RAM film festival. Il titolo è “Sguardi sull’acqua”. E quindi sabato sera avremo una tavola rotonda che parlerà del fiume Adige, un fiume che è sempre stato il centro della vita economica, sociale e commerciale di tutta questa grande area che parte da Resia e arriva fino all’Adriatico, ma che oggi ci siamo dimenticati. Il fiume Adige fa parte di un paesaggio, ma nessuno lo vive. Vogliamo invece raccontare come la storia, antica e più recente di questo fiume, abbia cambiato la propria posizione all’interno del paesaggio e del territorio. A questi appuntamenti si affiancano anche visite nel territorio di Rovereto e nel territorio circostante. E un ultimo appuntamento l’abbiamo voluto dedicare invece alla musica con un concerto che ci sarà la domenica pomeriggio con delle canzoni popolari legate anche queste al tema dell’acqua.  Ecco questo, in estrema sintesi – conclude – , un lungo programma di cinque giorni dove l’archeologia ancora una volta sarà la protagonista e dove speriamo che il pubblico possa trovare importanti e anche piacevoli spunti di riflessione e di approfondimento culturale”.

“RAM film festival, 36ma edizione. Quest’anno – ricorda Claudia Beretta – si rinnova il Premio Paolo Orsi, premio dato alla categoria Cinema archeologico, ed è nel nome dell’archeologo per il quale è nato il nostro festival nel 1990. I film sono bellissimi. Quest’anno ne abbiamo molti e sono divisi in quattro categorie, un po’ diverse dall’anno scorso e dagli altri anni, perché abbiamo il Cinema archeologico che la fa da padrone con una serie di film veramente straordinari. Si parte dalla preistoria, addirittura prima dei Neanderthal, ma ancora prima perché abbiamo qualche film proprio sulla mega fauna e sui dinosauri, per arrivare poi invece a Roma, e prima ancora all’Egitto con dei film su Phile e sulla cattedrale sott’acqua. Insomma vedrete. Anche perché il focus di quest’anno è “Sguardi sull’acqua”. Ma per arrivare anche alla Mesopotamia. Insomma c’è veramente di tutto. Per arrivare fino ai film nostri più classici, come le grotte, e tanta archeologia subacquea perché essendo il tema “Sguardi sull’acqua”, c’è stata un’attenzione particolare a selezionare anche questi film. La novità di quest’anno è la sezione Storia, storia e memoria, perché negli ultimi anni abbiamo ricevuto tanti film storici che magari non trovavano spazio all’interno delle categorie, perché avevamo l’Antropologia, l’Archeologica. E invece quest’anno anche grande spazio alla Storia. Anche qui si parte dai Conquistadores per arrivare alla storia delle guerre, delle Grandi guerre, e anche ai personaggi. Quest’anno abbiano un bellissimo film su Matteotti. E tanto lavoro anche sulle ricostruzioni storiche più recenti, che non trovavano spazio nelle nostre sezioni dello scorso anno. Rimangono le Tradizioni e le Culture, che accorpano l’Italia e il resto del mondo. Anche qui c’è veramente tanto da venire a vedere. Basta sfogliare il nostro catalogo on line, potete anche cercare nelle varie categorie per trovare il film che vi piace di più.

“E naturalmente – continua Beretta – non poteva mancare quest’anno la Cultura animata, sezione nella quale c’è una super-chicca: Bruno Bozzetto ci ha dato la possibilità di far vedere il suo nuovo film, la nuova serie che si chiama Sapiens? col punto di domanda, perché sono davvero i Sapiens i nostri antenati, oppure abbiamo lasciato qualche pezzo per strada? Lo scoprirete venendo a vedere questo bellissimo film animato, e tante altre piccole chicche in arrivo dal mondo. Segnalo due serate straordinarie: una su Pompei con un bellissimo film girato sul campo nell’ultimo scavo. E sarà presente anche una funzionaria architetto che ha seguito gli scavi e che ci racconterà un po’ il farsi di questo film. Però la produzione è stata fatta veramente sul campo. Le uniche produzioni cui è stato consentito di seguire uno scavo mentre lo si faceva. Quindi straordinaria serata. E poi la sera del sabato presentiamo in anteprima in Italia, è stato in 20 Paesi del mondo, in prima assoluta in Italia, un film “Our blue world / il nostro mondo blu”, che parla del problema dell’acqua in relazione con i popoli del mondo. Quindi serata straordinaria, prima italiana raccontata dalla voce di Liam Neeson, il famoso attore hollywoodiano.

“Da non dimenticare – anche questa è una piccola chicca che vogliamo mantenere nel tempo – al museo di Scienze e Archeologia di Rovereto ci sarà la sezione al Planetario riservata ai film full dome. Ci sono quattro bellissimi film immersivi, uno dei quali ve lo segnalo in maniera particolare, viene dal museo di Boston ed è scritto e interpretato da Dan Brown, lo scrittore che non ha bisogno di nessuna presentazione. Non manca uno Speciale cinema con tutti i film sperimentali che non siamo riusciti a mettere nel main program che trovano spazio in questo programma Off al museo che occupa anche un paio di visori con delle sorprese per chi vorrà venire a trovarci. Vi aspettiamo”.

Agrigento Licata Lampedusa: al via l’ALL festival “Paesaggi, visioni e popoli in cammino”, quattro giornate di cinema archeologico, talk e performance sul tema delle migrazioni, organizzato dal RAM film festival e promosso dal parco della Valle dei Templi e dalla soprintendenza di Agrigento in occasione di Agrigento Capitale della Cultura

agrigento-licata-lampedusa_all-festival-2024_locandinaL’annuncio era stato dato Maria Concetta Parello, archeologa del parco archeologico e paesaggistico della Valle dei Templi, all’ultima edizione del RAM film festival 2024 “Gli sguardi sulle migrazioni”, accompagnato dalla soddisfazione del presidente della Fondazione Museo civico di Rovereto Giovanni Laezza (vedi Agrigento capitale della Cultura 2025. Maria Concetto Parello anticipa ad “archeologiavocidalpassato.com” le iniziative del parco della Valle dei Templi, a cominciare dall’edizione speciale di RAM film festival a dicembre e della mostra “Da Girgenti a Monaco, da Monaco ad Agrigento” sulla collezione Panitteri | archeologiavocidalpassato): dal 16 al 19 dicembre 2024, in occasione di Agrigento Capitale Italiana della Cultura 2025, il RAM Film Festival approda in Sicilia per ALL Festival “Paesaggi, visioni e popoli in cammino”, l’evento di avvicinamento promosso dalla Soprintendenza beni culturali e ambientali di Agrigento e dal Parco archeologico e paesaggistico della Valle dei Templi.  È un festival che ha, come il festival di quest’anno a Rovereto, il tema delle migrazioni. Tre le città che ospiteranno gli eventi del festival: Agrigento, Licata e Lampedusa. Il gruppo di lavoro del RAM film festival del museo civico di Rovereto è in partenza per la Sicilia per l’ALL Festival (Agrigento Licata Lampedusa). La collaborazione nasce per il rapporto di fiducia instaurato con il parco archeologico e paesaggistico della Valle dei Templi con il quale la Fondazione Museo Civico di Rovereto è partner da 20 anni per l’organizzazione nella città siciliana di un festival del cinema archeologico estivo. ALL festival presenta alcuni dei più bei documentari dell’ultima edizione del RAM, con talk con ospiti e performance dedicate alle migrazioni del passato e del presente, ed è promosso dalla soprintendenza beni culturali e ambientali di Agrigento e dal parco della Valle dei Templi. Tra memoria, patrimonio e attualità, il cinema è al centro della manifestazione con lo sguardo rivolto alle migrazioni dettate dalle economie, dalle guerre, dai cambiamenti climatici e ambientali e dai popoli in movimento che, ieri come oggi, hanno cambiato, influenzato o miscelato culture, tradizioni, architetture, espressioni artistiche.

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RAM film festival: da sinistra, Micol Cossali, assessore alla Promozione artistica e culturale e al Turismo del Comune di Rovereto; Giulia Robol, sindaco di Rovereto; Alessandra Cattoi, direttore della Fondazione Museo CIvico di Rovereto e del RAM; Giovanni Laezza, presidente della Fondazione Museo CIvico di Rovereto (foto fmcr)

“Siamo fieri che il parco archeologico e la soprintendenza abbiano richiesto al RAM Film Festival di organizzare ALL festival”, commenta Giovanni Laezza, che fa parte della delegazione. “Lo sforzo per realizzare questa iniziativa è stato notevole, e siamo felici di portare un po’ di Rovereto in Sicilia con un nutrito staff, dislocato su tre sedi: Agrigento, Licata e Lampedusa. L’evento sarà incentrato su un tema di grande rilevanza e attualità: un focus sulle migrazioni in tutte le loro declinazioni. A Lampedusa, avremo anche l’opportunità di ascoltare il nostro ricercatore Gionata Stancher, biologo evoluzionista e responsabile della sezione zoologia del Museo, che parlerà di migranti naturali e isole evolutive. Siamo convinti che questo evento contribuirà a rafforzare la cultura della memoria e della comprensione reciproca, in una terra che è da sempre crocevia di popoli e culture”. “Questa partecipazione del Ram Film Festival all’apertura del programma di iniziative di Agrigento capitale italiana della cultura 2025”, aggiunge Micol Cossali, assessore alla Promozione artistica e culturale di Rovereto, “è un riconoscimento della grande qualità del festival, che è diventato un punto di riferimento del cinema archeologico. Un festival nato per valorizzare e far conoscere l’importante figura di Paolo Orsi che ha aperto le strade all’archeologia del Mediterraneo e che ha creato un collegamento fra Rovereto e la Sicilia. Rapporti fra luoghi legati all’archeologia e che sono stati coltivati in questi anni dal Museo con Siracusa e il Museo archeologico della Sicilia, e che rappresentano per Rovereto e il Festival un punto di riferimento nazionale e non solo”. “L’invito rivolto al Ram Film Festival da parte città di Agrigento, nominata Capitale italiana della Cultura 2025, come sindaca di Rovereto non può che rendermi orgogliosa”, ribadisce il sindaco Giulia Robol. “Che la Fondazione Museo Civico sia stata chiamata a presentare in tre diversi luoghi della Sicilia, Agrigento, Licata e Lampedusa, una scelta dei film proposti nello scorso festival significa innanzitutto l’eccellenza e l’assoluto valore storico e culturale della produzione roveretana. Ma questa non è certo una sorpresa dal momento che fin dal principio la rassegna si è subito imposta a livello nazionale e internazionale come un punto di riferimento per gli addetti ai lavori ma capace di attirare l’interesse anche di un pubblico non specialista. Questo invito lo vedo poi come un rapporto importante tra il Trentino e la Sicilia che rinforza i legami tra i due territori, in una sorta di riproposizione di quel percorso che più di cento anni or sono compì il nostro illustre concittadino, Paolo Orsi, che operò proprio come archeologo in quella terra così ricca di fascino, di storia e di cultura che è la Sicilia”.

IL PROGRAMMA. Dieci film, due talk (Riccardo Ginevra e Luca Misculin; e Vito Fiorino, Alessandro Rocca e Davide Demichelis), e una conferenza-spettacolo con Stefano Allievi ad Agrigento, al museo Archeologico regionale “Pietro Griffo” il 16, 17 e 18 dicembre 2024, con annuncio, nella serata finale, del film vincitore del premio del pubblico; a Licata, sempre il 16, 17 e 18 dicembre 2024, con talk al museo della Badia (Vito Fiorino, Alessandro Rocca e Davide Demichelis; e Riccardo Ginevra), dieci proiezioni e una conferenza-spettacolo con Stefano Allievi al teatro Re Grillo; a Lampedusa, il 17, 18 e 19 dicembre 2024, nell’aula magna dell’istituto di istruzione superiore “E. Majorana”: sempre con due talk (Gionata Stancher, e Marco Aime), dieci film, un’anteprima assoluta di un corto di animazione, una performance di Pino Ninfa, e annuncio nella serata finale del film vincitore del premio del pubblico.

Rovereto (Tn). I Bronzi di San Casciano protagonisti alla 35.ma edizione del RAM film festival: il film “Come un fulmine nell’acqua. I bronzi di San Casciano dei Bagni” di Brigida Gullo e Eugenio Farioli Vecchioli ha vinto il premio assegnato dal pubblico e quello della giuria tecnica. Ecco tutti gli altri 4 premi e le 7 menzioni

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La regista Brigida Gullo con il premio Cinema archeologico del RAM film festival 2024 assegnato dalla giuria tecnica per il film “Come un fulmine nell’acqua. I bronzi di San Casciano dei Bagni” (foto graziano tavan)

Il film “Come un fulmine nell’acqua. I bronzi di San Casciano dei Bagni” di Brigida Gullo e Eugenio Farioli Vecchioli fa il pieno di consensi alla 35.ma edizione del RAM film festival conquistando il premio della sezione Cinema Archeologico assegnato dalla giuria tecnica e il premio RAM film festival assegnato dal pubblico. La cerimonia di premiazione domenica 6 ottobre 2024 al teatro Zandonai a conclusione di una cinque giorni intensi con la proiezione di 59 film in concorso, più 5 nella sezione Fulldome, provenienti da 29 Paesi di tutto il mondo, 28 le premiere (10 tra prime assolute e internazionali, 4 prime europee, 14 prime italiane), 2 i film fuori concorso nelle serate speciali.

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Il teatro Zandonai di Rovereto gremito per la serata speciale Egitto con il direttore del museo Egizio Christian Greco (foto graziano tavan)

Ma il RAM film festival 2024 è stato molto altro: incontri, aperitivi con i protagonisti, spettacoli, cinemascuola, visite guidate in città, masterclass. Tutte attività molto partecipate e quasi tutte sold-out. Per la prima volta quest’anno il festival si è arricchito di una sezione Fulldome, la prima (e unica) in un festival italiano dedicato al world heritage. Nel Planetario del museo di Scienze e Archeologia di Rovereto il pubblico ha scoperto i siti antichi immergendosi in un’esperienza a 360°. Le proiezioni scelte sono state tutte prime italiane. Un’altra novità della 35esima edizione è stata RAM-X, uno spazio sperimentale con installazioni di realtà virtuale curato dal videomaker Filippo Maria Pontiggia, esperto di VR, tecnologie immersive e linguaggi innovativi. L’intervento nasce dalla collaborazione con il festival aostano FRONTDOC dedicato al cinema di frontiera.

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La direttrice Alessandra Cattoi con Maurizio Battisti archeologo della Fondazione museo civico di Rovereto al RAM film festival 2024 (foto graziano tavan)

“Il festival, ogni anno, è una scommessa”, commenta la direttrice del RAM film festival Alessandra Cattoi, “ma vedere tante persone in un pomeriggio infrasettimanale al cinema è un segnale incoraggiante per il futuro del settore. Il RAM offre l’opportunità di scoprire produzioni originali, dando al pubblico la possibilità di accedere a contenuti che difficilmente troverebbero altrove e a vivere quindi esperienze uniche. Inoltre, manifestazioni di medie dimensioni come la nostra favoriscono lo sviluppo delle relazioni e parallelamente l’incontro e confronto tra i professionisti di questo ambito”.

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La direttrice Alessandra Cattoi, la direttrice artistica Claudia Beretta e il presidente Giovanni Laezza introducono la cerimonia delle premiazioni (foto graziano tavan)

rovereto_ram-film-festival-2024_manifestoIl titolo del focus scelto per questa edizione è “Sguardi sulle migrazioni” che, analizzando i flussi del passato, propone approfondimenti sulle influenze, le problematiche e le opportunità legate alle migrazioni del presente. Quattro le sezioni principali in cui e articolato il festival: “Cinema archeologico”, giuria presieduta dall’archeologa Barbara Maurina; “L’Italia si racconta”, presieduta dalla scrittrice e giornalista Isabella Bossi Fedrigotti; “Sguardi dal mondo”, presidente l’antropologo Duccio Canestrini; “Cultura animata”, presieduta da Andrea Artusi, fumettista e autore. Il festival, che è il più longevo in Italia, è organizzato dalla Fondazione Museo Civico di Rovereto e diretto per il settimo anno da Alessandra Cattoi. E allora vediamo meglio i 5 premi, e le 7 menzioni speciali assegnate.

PREMIO RAM FILM FESTIVAL 2024. Iniziamo subito con il film premiato dal pubblico: come detto, si tratta del film “Come un fulmine nell’acqua. I bronzi di San Casciano dei Bagni” regia di Brigida Gullo, Eugenio Farioli Vecchioli (Italia, 2023, 57’). Il film, in collaborazione con il ministero della Cul­tura, illustra i momenti più emozionanti del ritrova­mento, della pulitura e del restauro di alcune delle 34 statue in bronzo trovate, insieme a migliaia di reperti, al santuario del Bagno Grande a San Ca­sciano dei Bagni, che tra il III secolo a.C. e il V d.C. fu sito di pellegrinaggio dove il contrasto tra etruschi e romani cedeva il passo alla convivenza pacifica.

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Il presidente Giovanni Laezza consegna aalla regista Brigida Gullo il premio Cinema archeologico RAM film festival 2024 per il film “Come un fulmine nell’acqua. I bronzi di San Casciano dei Bagni” (foto graziano tavan)

rovereto_RAM-film-festival-2024_vincitori_premio-cinema-archeologico_film-come-un-fulmine-nell-acqua_foto-graziano-tavanPREMIO CINEMA ARCHEOLOGICO. Assegnato dalla giuria al film “Come un fulmine nell’acqua. I bronzi di San Casciano dei Bagni” regia di Brigida Gullo, Eugenio Farioli Vecchioli (Italia, 2023, 57’). Motivazione: un film ben strutturato e di buon ritmo, che ripercorre vividamente la vicenda di un ritrovamento archeologico eccezionale, quello dei bronzi di San Casciano ai Bagni in Toscana, e lo contestualizza mettendolo in relazione con il tessuto storico, geografico e sociale del territorio. La narrazione procede chiara e fluida, comunicando al pubblico con genuina empatia lo stupito entusiasmo di chi, con le mani nel fango, riporta alla luce tesori di inestimabile valore, in grado di raccontare la storia, lunga otto secoli, di un antico santuario, della fede e della spiritualità di chi lo frequentava e di un territorio plasmato dal profondo legame fra il sacro, le acque e la natura.

“È un premio di cui sono orgogliosa”, commenta a caldo la regista Brigida Gullo ad archeologiavocidalpassato.com con il premio Cinema archeologico del RAM film festival 2024, “e che condivido insieme al regista Eugenio Farioli Vecchioli con cui abbiamo portato avanti questo lavoro. È stato un lavoro frutto di una sinergia secondo me anche molto fortunata, al di là dell’incredibile scoperta, perché abbiamo lavorato insieme agli archeologi, insieme a Jacopo Tabolli che è il direttore scientifico dello scavo, insieme alla comunità di San Casciano, alla sindaca Agnese Carletti, ed insieme a Emanuele Mariotti che è il direttore dello scavo. Diciamo che si percepiva veramente un forte entusiasmo per quello che stava succedendo alla vasca e anche la volontà di raccontare i ritrovamenti non in sé e per sé riguardo al valore di ogni singolo bronzo, ma guardando appunto al contesto e a quello che soprattutto i reperti hanno ancora da dirci. È una storia che continuerà, che non finisce qui, perché ci sono ancora in corso gli scavi – sono finiti qualche giorno fa – e quindi diciamo che aspettiamo un nuovo racconto”.

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Frame del film “La rosada e l’ardilut. Nel Friuli del giovane Pasolini” di Roberta Cortella

PREMIO L’ITALIA SI RACCONTA. Il Premio della sezione “L’Italia si racconta” è stato assegnato al film “La rosada e l’ardilut. Nel Friuli del giovane Pasolini” di Roberta Cortella (Italia, 2022, 42’). Nel periodo più cruento della seconda guerra mondiale, Pier Paolo Pasolini sfolla da Bologna a Casarsa, nella campagna friulana. Qui scopre una lingua pura per la poesia, il friulano e apre una scuola per i figli dei contadini, diffondendo cultura e speranza. Il film narra la storia di un giovane che seppe risvegliare in sé e negli altri un senso profon­do di identità e appartenenza.

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Antonio Barone, direttore artistico e promotore di rassegne di film d’autore, proclama il film“La rosada e l’ardilut. Nel Friuli del giovane Pasolini” di Roberta Cortella vincitore del premio “L’Italia si racconta” RAM film festival 2024 (foto graziano tavan)

Motivazione: il film è ambientato negli anni Quaranta, il giovane Pasolini vive a Casarsa della Delizia (dove oggi è sepolto). È il paese di sua madre, terra di frontiera: lì scoprirà il paesaggio friulano, la “nuova” lingua e le tradizioni dell’universo contadino. Il film restituisce pienamente questa carica emotiva e offre nuovi spunti per rileggere quel periodo alternando curate sequenze dei luoghi a scene di finzione al fine di ricomporre quegli anni così dolorosi a causa della guerra: le partite di pallone, le pagine tra i banchi di scuola scritte in friulano; la creazione di un’originale estetica che contribuirà a influenzare la sua successiva opera.

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Frame del film “Sala 5, il cartone di Raffaello” di Stefano Santamato

Menzione speciale al film “Sala 5. Il cartone di Raffaello” di Stefano Santamato (Italia, 2023, 15’). Un appassionante viaggio al confine tra passato e presente, tra arte e architettura, un racconto per scoprire il riallestimento di una delle sale più im­portanti della Pinacoteca Ambrosiana, l’imponente Sala 5, la quale ospita uno dei grandi capolavori dell’arte: il “Cartone di Raffaello”, disegno prepa­ratorio de “La scuola di Atene” di Raffaello Sanzio. Motivazione: le immagini accompagnano all’interno della Sala 5 della Pinacoteca Ambrosiana che ospita una delle opere più preziose della collezione, il disegno preparatorio dell’affresco “La scuola di Atene” della Stanza della Segnatura in Vaticano. Il film segue il lungo e importante lavoro di riallestimento della sala, portando alla scoperta delle riflessioni di curatori e progettisti e agli affascinanti interventi di imprese e maestranze. Un emozionante e intelligente racconto di amore e cura del patrimonio artistico, un viaggio emozionante tra arte e architettura.

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Frame del film “Xingu – Tokyo: An Ancestral Connection / Xingu – Tokyo: una connessione ancestrale” di Sylvio Rocha

PREMIO SGUARDI DEL MONDO. Il Premio della sezione “Sguardi dal mondo” è stato assegnato al film “Xingu – Tokyo: An Ancestral Connection / Xingu – Tokyo: una connessione ancestrale” di Sylvio Rocha (Brasile, 2023, 45’). Gli antichi popoli brasiliani preservano una tradi­zione artistica che combina funzionalità e bellezza: panche intagliate direttamente dai tronchi d’albero, decorate e ornate, con dimensioni religiose e sim­boliche. Il film rivela anche una sorprendente so­miglianza tra questa tradizione millenaria dei po­poli indigeni dello Xingu in Amazzonia e quella di un’altra cultura antica, quella giapponese.

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Silvia Lelli, antropologa culturale e documentarista, docente all’università di Firenze, proclama il film “Xingu – Tokyo: An Ancestral Connection / Xingu – Tokyo: una connessione ancestrale” vincitore del premio Sguardi dal mondo RAM film festival 2024 (foto graziano tavan)

Motivazione: il film mostra una sorprendente sintonia, artistica e spirituale, tra due popoli geograficamente lontani: i nativi del Giappone e i nativi dell’Amazzonia. Che questa affinità sia frutto di una migrazione preistorica dall’Asia all’America è ipotetico ma possibile, viste le comuni tradizioni animiste e sciamaniche, portatrici anche di un’altra profonda fratellanza, quella con il mondo degli animali. E le sculture in legno che li rappresentano dimostrano l’inesistenza di un confine tra arte indigena e arte contemporanea, vanificando classificazioni riduttive e ogni eventuale senso di una presunta superiorità occidentale. Una produzione affascinante.

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Frame del film “Surcos / Solchi” di César Càrdenas Gordon

Menzione speciale al film “Surcos / Solchi” di César Càrdenas Gordon (Ecuador, 2023, 15’). Le Nonne della Ruta Escondida in Ecuador portano alla luce il loro passato con conoscenze e ricordi magici attraverso i quali fanno rivivere tradizioni che si erano perdute nel tempo, dalle ricette ance­strali agli antichi rimedi per le malattie del corpo e dello spirito. Il film ricorda la saggezza degli an­ziani e l’importanza di preservare le nostre radici. Motivazione: un forte messaggio femminile arriva dalla scelta inconsueta del focus sulle rughe di donne anziane, le Nonne della Strada nascosta, discendenti della cultura Inca. I loro volti antichi racchiudono e diffondono sapienza, resistenza, conoscenza della natura e della fitoterapia. Tra canti e conversazioni con le piante le nonne e le madri curano giovani corpi e insegnano a vivere alle nuove generazioni, trasmettendo una pacata determinazione. Un cortometraggio inaspettato, delicato ma potente che fa bene al cuore. Il ritmo e le animazioni grafiche, semplici e originalissime, ne fanno un gioiello indimenticabile.

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Frame del film “Paskay / Districare” di Andrea Estéfany Caballero

PREMIO CULTURA ANIMATA. Il premio della sezione Cultura animata è stato assegnato al film “Paskay / Districare” di Andrea Estéfany Caballero (Bolivia/Colombia, 14’). Secondo una credenza delle comunità degli alto­piani andini non bisogna piangere troppo per la morte di una persona cara, perché la si potrebbe far soffrire impedendole di riposare in pace. Come farà allora Candelaria a superare senza piangere la morte improvvisa di Josè, il suo amato?

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Cristiano Carloni, autore di video, installazioni, scenografie elettroniche, film d’animazione e fotografie, proclama il film “Paskay / Districare” di Andrea Estéfany Caballero vincitore del premio Cultura animata RAM film festival (foto graziano tavan)

Motivazione: Andrea Caballero descrive con una raffinata tecnica di stop motion un racconto tradizionale della comunità indigena boliviana Jalq’a. Il tessuto con cui sono realizzati i pupazzi e i fondali utilizzati per l’animazione tesse la trama personale, profonda e commovente, della storia della protagonista. Questa chiave espressiva è ulteriormente arricchita da un uso elegante dell’animazione le cui immagini, ispirate all’iconografia tradizionale della cultura Paracas, si sovrappongono al pattern fisico del corto.

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Frame del film “Meziměsti | Citta di mezzo” di Ilya Kreines

Menzione speciale al film “Meziměsti | Citta di mezzo” di Ilya Kreines (Repubblica Ceca/Israele, 2023, 9’). Un vagabondaggio poetico attraverso la città mit­teleuropea e la sua memoria, attraverso periodi e luoghi diversi, mescolando realtà e finzione. Il film, realizzato con timbri ricavati da gomme da cancel­lare, è costituito da frammenti, storie, immagini e impressioni. In un flusso che plasma la città inesi­stente, si evidenziano le tracce dei mondi comunista ed ebraico che essa conteneva. Motivazione: Ilya Kreines mette in scena una raffinata riflessione per immagini sul tema della città e dei suoi spazi attraverso una tecnica di animazione molto particolare. Una serie di illustrazioni realizzate con lo stile delle Fail Stamp si muove su una colonna sonora fatta di suggestioni sonore a rappresentare il vorticoso evolversi degli spazi urbani. Una visione dal forte carattere poetico che sembra chiedersi quale sia il fine ultimo di tanta frenetica attività umana.

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Frame del film “Future tense: Conversations at Manchester Museum / Tempo futuro: conversazioni al Manchester Museum” di Ero Sevan

PREMIO NUOVI SGUARDI. Il premio “Nuovi sguardi”, destinato ai film realizzati da registi neo-diplomati dalle scuole di cinematografia di tutto il mondo è stato assegnato al film “Future tense: Conversations at Manchester Museum / Tempo futuro: conversazioni al Manchester Museum” di Ero Sevan (Regno Unito, 2023, 22’). Con il Museo di Manchester come caso di studio, il film racconta di come la violenza colonialista sia alla base di molte collezioni museali inglesi. L’attua­le dibattito sulla restituzione degli oggetti saccheg­giati viene inquadrato attraverso l’esperienza del conservatore Njabulo Chipangura e di Erinma Bell, attivista pacifista e rappresentante per la contea me­tropolitana della Grande Manchester.

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Virginia Trinco, archeologa ed educatrice museale, proclama il film “Future tense: Conversations at Manchester Museum / Tempo futuro: conversazioni al Manchester Museum” di Ero Sevan vincitore del premio Nuovi sguardi RAM film festival 2024 (foto graziano tavan)

Motivazione: il documentario cattura l’interesse sia per l’importanza ed attualità della tematica, sia per il linguaggio cinematografico: poetico, ben curato, incisivo e coraggioso, capace di considerare lo spettatore come soggetto attivo. Il film, con una posizione autoriale chiara, attraverso gli oggetti e l’amore per essi ci parla di storia, identità, colonialismo, futuro e prassi, chiamando in causa il ruolo stesso di museo, realtà da rendere un “Living space”, in cui poter partecipare per imparare del proprio mondo. Future Tense si colloca perfettamente all’interno del contesto del RAM, un’occasione di scambio e di riflessione, un momento di incontro e dibattito attraverso il cinema e la memoria.

Menzione speciale al film “Phool Dei” di Kartik Mahajan (India, 2023 -2024, 8’). Phool Dei, il festival dei fiori e del raccolto che celebra la cultura dell’Himalaya nello stato di Ut­tarakhand in India, è visto con gli occhi di una ragazzina in un viaggio magico, prima che il suo villaggio diventi un villaggio fantasma. Affrontan­do temi come cambiamento, migrazioni, magia e forze della natura, il corto è un tributo alle tra­dizioni e un commovente commento alle sfide da affrontare.

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Frame del film “Phool Dei” di Kartik Mahajan

Motivazione: con la sua audace fusione tra animazione e musical, l’opera cattura l’essenza vibrante della tradizione Phool Dei, il festival dei fiori e del raccolto dell’Uttarakhand, India. Attraverso una narrazione musicale e visivamente incantevole, il film guida nel viaggio di una giovane protagonista che vive la magia del suo villaggio in un momento di trasformazione. Con la sua atmosfera onirica e il ritmo cadenzato dalle melodie, il corto diventa un inno non solo alla tradizione, ma anche al potere del racconto visivo-musicale per affrontare tematiche profonde come il cambiamento e la resistenza culturale.

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Chiara Simoncelli proclama il film “The earth above. A Deep Time View of Australia’s Epic History / La Terra al di sopra. Una visione profonda della storia epica dell’Australia” di the RUWE Collective vincitore della menzione speciale Fulldome RAM film festival 2024 (foto graziano tavan)

FULLDOME. Menzione speciale Fulldome al film “The earth above. A Deep Time View of Australia’s Epic History / La Terra al di sopra. Una visione profonda della storia epica dell’Australia” di the RUWE Collective. Motivazione: il film rende protagonisti gli aborigeni e la loro visione olistica del processo trasformativo in atto da millenni in Australia. Questo è il suo contributo più prezioso: la proposta di un modello alternativo, che permette di cambiare prospettiva e mettersi nei panni dell’Altro, inteso come un Tutto che rimanda a un ecosistema di interazioni tra scienza, natura, società e persone. Da un punto di vista tecnico è molto ben riuscito e sfrutta la tecnologia fulldome ma senza calcare troppo la mano: lascia come ricordo principale l’importanza del racconto e solo successivamente il ruolo della tecnologia. Un uso sapiente delle nuove tecnologie, infatti, fa sì che la tecnologia stessa “scompaia” agli occhi dell’osservatore, per lasciare il focus sul messaggio

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La menzione speciale CinemA.Mo.Re. RAM film festival 2024 è andata al film “Surcos / Solchi” di César Càrdenas Gordon

CINEMAMORE. Menzione speciale Cinemamore al film “Surcos / Solchi” di César Càrdenas Gordon (Ecuador, 2023, 15’). Motivazione: è un film denso di contenuti e dalla narrazione poetica, che trasmette un racconto tutto femminile, sia universale che locale, del ruolo delle nonne della Ruta Escondida in Ecuador. Notevole sotto il profilo filmico, il cortometraggio utilizza un linguaggio innovativo, combinando riprese sul campo e animazione in stop motion dove le memorie, il mito, le usanze e le eredità culturali si fondono nelle voci delle anziane donne, la cui sapienza viene elogiata e tramandata di generazione in generazione.

Menzione al film “Xingu – Tokyo: An Ancestral Connection / Xingu – Tokyo: una connessione ancestrale” di Sylvio Rocha (Brasile, 2023, 45’). Motivazione: il film racconta la prossimità fra due culture, quella giapponese e quella brasiliana, attraverso la differenza tra arte e artigianato, il ruolo di ambiente e cultura antropica, nella continuità e discontinuità di passato e presente, che i legami e le distanze tra civiltà sono in grado di illustrare.

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Frame del film “La Grotte Cosquer, un chef d’oeuvre en sursis / La grotta Cosquer, un capolavoro in pericolo” di Marie Thiry

ARCHEOBLOGGER. Menzione speciale Archeoblogger al film “La Grotte Cosquer. Un chef d’oeuvre en sursis / La grotta Cosquer. Un capolavoro in pericolo” di Marie Thiry (Francia, 2022, 52’). Il film ricostruisce la storia della Grotta Cosquer, uno dei capolavori di pittura rupestre d’Europa. Oltre 35 metri sotto il livello del mare, è oggi minacciata dall’innalzamento delle acque accelerato dal riscal­damento climatico. Per conservarla e renderla ac­cessibile, la Regione francese Provenza-Alpi-Costa Azzurra ha avviato una ricostruzione a grandezza naturale di questo gioiello nascosto.

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Claudia Beretta proclama il film “La Grotte Cosquer, un chef d’oeuvre en sursis / La grotta Cosquer, un capolavoro in pericolo” di Marie Thiry vincitori della menzione speciale Archeoblogger RAM film festival 2024

Motivazione: un documentario che porta lo spettatore nel cuore di una grotta semi sommersa attraverso immagini di forte impatto cinematografico e poi attraverso l’uso delle più moderne tecnologie e la pratica artistica racconta una storia che è insieme di ricerca e di promozione di un sito dall’equilibrio delicatissimo. Un film che incanta e riesce a far sentire vicini uomini e donne vissuti migliaia di anni fa, che hanno affidato alla roccia di questa grotta il segno del loro passaggio, frutto di una volontà di esprimersi in cui, ancora oggi, ci riconosciamo.

 

Rovereto (Tn). Al via il programma il RAM film festival 2024. Il ricco programma presentato per archeologiavocidalpassato.com dalla direttrice Alessandra Cattoi. Ecco i film in cartellone nella prima giornata

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Fondazione museo civico di Rovereto: il presidente Giovanni Laezza e la direttrice Alessandra Cattoi alla presentazione del RAM film festival 2024 (foto fmcr)

RAM Film Festival 2024: ci siamo. Con la proiezione del film “Le mystère des oiseaux géants / Il mistero degli uccelli giganteschi” alle 15 di mercoledì 2 ottobre 2024 al teatro Rosmini di Rovereto, apre ufficialmente il RAM film festival 2024, giunto alla 35ma edizione, che ha avuto un’anteprima musicale la sera martedì 1° ottobre 2024 con il Trio Broz che ha segnato anche la riapertura dello storico teatro alla comunità roveretana dopo qualche annodi chiusura. A introdurci alla cinque giorni di festival, dal 2 al 6 ottobre 2024, con un programma ricco di eventi, è Alessandra Cattoi, direttrice del museo civico di Rovereto, che organizza il RAM film festival, in un intervento per archeolgoiavocidalpassato.com.

“RAM film festival è ai blocchi di partenza”, esordisce Alessandra Cattoi. “Si parte mercoledì 2 fino a domenica 6 ottobre. Abbiamo 60 documentari in programma, e moltissime le nazioni che sono rappresentate – quasi 30 – nelle quattro sezioni del festival: la sezione del cinema archeologico è la più nutrita, su 60 film ben 28 sono dedicati all’archeologia. E le altre sezioni classiche che riguardano i documentari sul patrimonio culturale italiano, su quello non italiano dal mondo e poi le animazioni. Quest’anno abbiamo in più due novità. Per la prima volta un premio dedicato ai giovani registi delle scuole di cinema, e una delle proiezioni sarà fatta fuori dalle classiche sale cinematografiche e dentro invece il Planetario. Il RAM fil festival è organizzato da un museo – il museo civico di Rovereto – che ha un Planetario e quindi verranno proiettati sulla cupola, quindi su una superficie semisferica, dei documentari realizzati apposta con questa tecnologia totalmente immersivi. Solitamente nei planetari si vedono filmati di astronomia. In questo caso vedremo invece l’archeologia a tutta cupola”.

“Oltre la proiezione dei film”, ricorda Cattoi, “avremo degli eventi e in particolare degli incontri con esperti sia di archeologia ma anche di altre tematiche perché il focus di quest’anno si chiama “Sguardi sulle migrazioni” , e quindi qualche incursione sull’attualità, sulla questione più strettamente cogente è inevitabile, e quindi abbiamo quattro appuntamenti ogni pomeriggio alle 18 con esperti e anche con dei film sul focus delle migrazioni. Venerdì e sabato sera, invece, al teatro Zandonai, eventi-spettacolo. In particolare una conferenza tenuta da Stefano Allievi, che è professore all’università di Padova, un antropologo, ma che ci racconta il mondo come è stato nelle grandi migrazioni del passato, e sabato sera grandi aspettative perché avremo a Rovereto Christian Greco, il direttore del museo Egizio, che ci racconterà il film realizzato quest’anno per i 200 anni della nascita del museo Egizio e tutte le novità che il museo Egizio sta annunciando settimana dopo settimana in questi mesi. Si conclude domenica con un ultimo spettacolo realizzato apposta per il RAM film festival di un antropologo che si chiama Duccio Canestrini, fa parte anche del comitato scientifico del RAM film festival, dal titolo un po’ curioso: si chiama NeanderPop, e racconta un po’ come in ognuno di noi ci sia un po’ di Neanderthal e come questo Neanderthal abbia migrato nei secoli per arrivare fino ad oggi”.

E allora vediamo il programma del 2 ottobre 2024, prima giornata del RAM film festival 2024. Storie di popoli e di tempi lontani, meravigliose scoperte, musica in grado di raccontare un’identità e rugiada in grado di risvegliare un profondo senso di appartenenza, e perché no, anche storie di uccelli giganti. Questo è quello che succede al RAM film festival: si raccontano storie, e nella prima giornata di proiezioni, quelle proposte sono davvero sorprendenti: “Le mystère des oiseaux géants” (Francia/2023/53’); “Cheenee” (Trinidad e Tobago/2023/61’); “Specularia. Des vitres chez les Romains” (Belgio/2023/25’); “Diving in the Aegean History” (Grecia/2023/12’); “Ni por mil puñados de Oro” (Cile/2022/24’); “La notte del Conte Rosso” (Italia/2024/54’); “A Villa dos Centauros” (Portogallo/2023/25’); “Jiroft” (Iran/2024/6’); “Anima Insulae” (Italia/2024/51’); “Mésopotamie, la redécouverte des trésors d’Irak” (Francia/2023/52’); “La rosada e l’ardilut. Nel Friuli del giovane Pasolini” (Italia/2022/42’); “On les appelle: Vikings” (Francia/2023/52’).

Sicilia. Al museo Archeologico regionale “Pietro Griffo” di Agrigento assegnati i riconoscimenti della XX edizione del Festival (diffuso) del Cinema archeologico: ecco i film premiati dalla giuria tecnica, dal pubblico e dal RAM film festival

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Un momento delle premiazioni della XX edizione del Festival del cinema archeologico al museo Archeologico regionale “Pietro Griffo” di Agrigento (foto regione siciliana)

Gli etruschi, i geroglifici e la musica antica ammaliano giurie e pubblico della XX edizione del festival (diffuso) del cinema archeologico promosso dal parco archeologico e paesaggistico della Valle dei Templi di Agrigento con il RAM film festival di Rovereto. Nella splendida sede del museo Archeologico regionale “Pietro Griffo” di Agrigento, l’ultima delle tre serate della tappa agrigentina del Festival del Cinema Archeologico, si è chiusa con la premiazione di quei film che, più di tutti, sono stati capaci di raccontare, far conoscere, immaginare e vivere il patrimonio culturale. Il festival riprende martedì 23 luglio 2024 con la prima serata della tappa di Palermo al museo Archeologico regionale “Antonino Salinas”.

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Frame del film “Les étrusques, une civilisation mystérieuse de la Méditerranée / Gli etruschi, una misteriosa civiltà del Mediterraneo” di Alexis de Favitski

Il Premio Parco Archeologico della Valle dei Templi è stato assegnato da una giuria tecnica composta da Antonio Barone, Valentina Caminneci e Anna Maria Ravagnan al film “Les étrusques, une civilisation mystérieuse de la Méditerranée / Gli etruschi, una misteriosa civiltà del Mediterraneo” di Alexis de Favitski (Francia, 2022, 52’). Aperta sul Mar Tirreno, l’Etruria, grosso modo l’attuale Toscana, risplendeva nel Mediterraneo tra il IX e il I secolo a.C. Ma chi erano gli Etruschi e come si spiega l’ascesa di questa civiltà, ma anche il suo declino e poi la sua scomparsa?

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Frame del film “Le secret des hieroglyphes. Les freres Champollion / I segreti dei geroglifici. I fratelli Champollion” di Jacques Plaisant

Il pubblico di Agrigento ha decretato vincitore il film “Le secret des hieroglyphes. Les freres Champollion / I segreti dei geroglifici. I fratelli Champollion” di Jacques Plaisant (Francia, 2022, 52’). Duecento anni fa, Jean-François Champollion decifrò per la prima volta i geroglifici egizi, risolvendo così uno dei più grandi enigmi della Storia. Poco invece si sa di Jacques-Joseph, il fratello maggiore rimasto nell’ombra. Uno studio degli archivi familiari getta nuova luce sulla loro avventura.

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Frame del film “A la recherche de la musique de l’antiquité / Alla ricerca della musica dell’antichità” di Bernard George

Nella stessa serata è stato assegnato anche lo speciale premio RAM film festival da Giovanni Laezza e Alessandra Cattoi, rispettivamente presidente e direttore della Fondazione Museo Civico di Rovereto, al film “A la recherche de la musique de l’antiquité / Alla ricerca della musica dell’antichità” di Bernard George (Francia, 2020-2021, 53’). Da trent’anni, grazie al contributo delle tecnologie digitali, l’archeologia musicale, riporta in vita musiche perdute, sacre o profane, che scandivano la vita delle antiche civiltà.

Verona. Alla Gran Guardia il convegno nazionale “La gestione dei Musei di Enti Locali. Criticità, modelli innovativi, prospettive di sviluppo”: due giorni di confronto tra i responsabili di musei civici, le istituzioni preposte alla tutela e alla valorizzazione dei beni culturali. In presenza e on line

verona_gran-guardia_convegno-la-gestione-dei-musei-locali_locandinaManca ormai pochissimo al convegno nazionale “La gestione dei Musei di Enti Locali. Criticità, modelli innovativi, prospettive di sviluppo” in programma al Palazzo della Gran Guardia in piazza Bra a Verona il 22 e il 23 novembre 2023: i posti in sala sono ormai esauriti, ma se non vi è registrati si potrà seguire le due giornate in diretta streaming sul canale YouTube dei Musei civici di Verona: https://www.youtube.com/@imuv-imuseidiverona. Il convegno è promosso dal Comune di Verona, la Regione Veneto e ICOM Italia, con la collaborazione della direzione generale Musei del MIC, e il patrocinio dell’associazione nazionale Comuni italiani (Anci) e dell’associazione nazionale Musei locali italiani (Anmli), e con il sostegno degli Amici dei Civici musei di Verona. Il convegno si presenta come un’occasione di confronto tra i responsabili di musei civici, le istituzioni preposte alla tutela e alla valorizzazione dei beni culturali e un più vasto bacino di esperti e portatori di interesse, per fare il punto sulla situazione attuale e individuare strategie comuni e condivise nel rispondere alle sfide innovative della società contemporanea. Ai musei, investiti di funzioni sempre più ampie e incisive sul territorio, viene richiesto, infatti di assicurare un’offerta elevata dal punto di vista culturale ed efficace sul piano sociale ed economico, in sintonia con gli standard proposti per l’accreditamento nel Sistema museale nazionale e con le aspettative dei cittadini e dei turisti. Obiettivi che richiedono competenza e consapevolezza degli obiettivi e delle compatibilità economiche, tecniche e operative per raggiungerli. Rappresentanti dei musei di enti locali, accanto a esperti di varie discipline e istituzioni, sono chiamati a testimoniare l’evoluzione delle strutture museali civiche e dei modelli di gestione a circa 60 anni dalla ripartizione operata nel Decreto ministeriale del 1965 sulla base della L. 1080 del 1960 sulle “Norme concernenti i musei non statali”. Tra i punti cruciali, lo status giuridico e la missione, i livelli di autonomia dei musei all’interno dell’ente locale, le forme di governance e di partenariato, le reti e i sistemi locali e territoriali, i contratti, la collaborazione col Terzo Settore, gli strumenti che possano garantire lo studio, la conservazione e la valorizzazione del patrimonio culturale, la piena accessibilità, la condivisione di conoscenze, il piacere e il benessere dei visitatori, nel rispetto delle diverse identità e sensibilità, promuovendo quel ruolo di agenti di trasformazione sociale, che emerge dalla nuova definizione di museo approvata nel 2022 da ICOM, nel territorio di riferimento e nell’ambito del più ampio sistema museale nazionale.

PROGRAMMA MERCOLEDÌ 22 NOVEMBRE. Alle 9.30, registrazione dei partecipanti; 10, saluti autorità e presentazione convegno. Sessione coordinata da ANMLI (Anna Maria Montaldo, presidente): 10.30, Massimo Osanna, direttore generale Musei, “I livelli uniformi di qualità del Sistema Museale Nazionale: il processo di accreditamento e le prospettive di cooperazione tra musei di diversa proprietà e tipologia”; 10.55, Fausta Bressani, direttore direzione Beni Attività culturali e Sport – Regione del Veneto, “Il patrimonio culturale in una visione integrata. La legge regionale n.17 del 2019”; 11.20, Giuseppe Piperata, professore ordinario di Diritto amministrativo allo Iuav di Venezia, “Il quadro giuridico dei musei di enti locali tra tradizione e innovatività”; 11.45, pausa caffè; 12.10, Girolamo Sciullo, già professore ordinario di Diritto amministrativo all’università di Bologna, “Gestione diretta/esternalizzazione di servizi, contratti, partenariati speciali, collaborazioni con il Terzo settore”; 12.35, Stefano Baia Curioni, direttore Fondazione Palazzo Te, “Attivismo, autonomia e governance nei musei locali”; 13, discussione, conclusioni. Pomeriggio. Sessione coordinata da ICOM Italia (Michele Lanzinger, presidente): 14.30, Daniele Ferrara, direttore direzione regionale Musei Veneto, “Reti e sistemi museali locali e territoriali: linee guida e buone pratiche di cooperazione, coordinamento, problematiche di leadership”; 14.55, Pierpaolo Forte, professore ordinario di Diritto amministrativo all’università del Sannio di Benevento, “Musei e rigenerazioni”; 15.20, Ludovico Solima, professore ordinario di Management e imprenditorialità nelle imprese culturali Dipartimento di Economia – Università della Campania “Luigi Vanvitelli”, “Il ruolo della programmazione strategica per un museo”; 15.45, pausa caffè; 16.10, Tavola rotonda “Sistemi museali, aspetti gestionali e rapporti con il territorio”. Coordina Paola Marini (ANMLI, Amici dei Civici Musei di Verona), con i rappresentanti di musei di: Bologna (Eva Degl’Innocenti), Brescia (Stefano Karadjov), Milano (Domenico Piraina), Pistoia (Monica Preti), Roma (Claudio Parisi Presicce), Venezia (Mattia Agnetti), Verona (Francesca Rossi). Dibattito e conclusioni della giornata: Stefano Baia Curioni.

PROGRAMMA GIOVEDÌ 23 NOVEMBRE. Alle 9, registrazione dei partecipanti; 9.30, Tavola rotonda “Per il rafforzamento della rete museale della città di Verona”. Coordina l’assessore alla Cultura del Comune di Verona, Marta Ugolini, con i rappresentanti di: Casa museo Palazzo Maffei (Vanessa Carlon), Fondazione Miniscalchi Erizzo (Giovanna Residori), Musei Civici di Verona (Francesca Rossi), museo Archeologico nazionale di Verona (Giovanna Falezza); 11, pausa caffè; 11.30, Laboratori “I musei di enti locali alla luce del piano di lavoro dell’UE per la cultura 2023-2026”. Coordina ICOM Italia: due tavoli tra rappresentanti di musei di città del Triveneto (direttori / conservatori / professionisti museali). Alle 11.30, “Sostenibilità e innovazione”, tavolo coordinato da Michele Lanzinger, presidente ICOM-Italia, “I musei e gli obiettivi di sviluppo sostenibile. Un ruolo specifico per i musei civici”, con Bassano (Barbara Guidi), Montebelluna (Giorgio Vaccari), Treviso (Fabrizio Malachin), Verona (Cristina Lonardi); 12.15, “Accessibilità e partecipazione”, tavolo coordinato da Pier Luigi Sacco, professore ordinario di Economia all’università di Chieti-Pescara, “Musei civici senza ostacoli: l’accessibilità dalla progettazione alla formazione degli operatori; linee guida e progetti PNRR”, con Belluno (Cristina Busatta), Rovereto (Alessandra Cattoi), Udine (Paola Visentini), Venezia (Monica Rosina). Conclusioni: Michele Lanzinger.

Rovereto. Presentata la 34.ma edizione del RAM film festival: 62 film in concorso, 31 première, 29 documentari ed eventi sul focus “Sguardi sul clima”. Gli interventi esclusivi della direttrice Cattoi e della coordinatrice Beretta

rovereto_rassegna-RAM-2023_locandinaIl conto alla rovescia è cominciato. Mancano poco più di due settimane all’apertura della 34.ma edizione del RAM film festival di Rovereto, in programma dal 4 all’8 ottobre 2023. Con un nuovo focus di grande attualità “Sguardi sul clima”: nelle cinque giornate il festival darà spazio dedicherà spazio con alcuni dei film in concorso e importanti momenti di approfondimento proprio al tema sempre più urgente dell’emergenza climatica. I siti archeologici a rischio, le aree costiere che non potranno rimanere indenni all’innalzamento dei mari, monumenti e città, come la stessa Venezia, sul cui futuro va posta la giusta e urgente attenzione. Prima che sia troppo tardi. Si parlerà di tutto questo a Rovereto con incontri dedicati, momenti di approfondimento, presentazioni di libri, ma soprattutto attraverso i film. E i numeri sono significativi: 62 documentari in concorso suddivisi in quattro sezioni, Cinema Archeologico, l’Italia si racconta, Sguardi dal mondo e Cultura Animata, con giurie suddivise per ogni sezione; 23 nazioni, 31 première, 29 documentari e/o eventi sul Focus “Sguardi sul clima”, 4 Aperitivi al Giardino nascosto, 1 Colazione climatica, 2 Eventi speciali a teatro, 3 Mattine per le scuole. In più quest’anno verrà attribuito il Premio Paolo Orsi, dedicato al famoso archeologo di origini roveretane in onore del quale nel 1990 nacque il Festival. Il premio sarà attribuito da una giuria internazionale al miglior film di ambito archeologico, e sono proprio i film di questa sezione a rappresentare il corpo più numeroso del RAM Film Festival 2023, complessivamente ventitré titoli, molte le produzioni francesi, Paese che come ogni anno si impone per qualità e varietà dei temi documentati. Il RAM film festival è organizzato dalla Fondazione Museo Civico di Rovereto, promosso da Comune di Rovereto, ministero della Cultura, Provincia Autonoma di Trento, APT Rovereto Vallagarina Monte Baldo, con il sostegno della Fondazione Caritro e della Cassa Rurale Alto Garda – Rovereto
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Presentazione del RAM film festival 2023: da sinistra, la coordinatrice Claudia Beretta, la direttrice Alessandra Cattoi; poi tre membri del comitato scientifico: l’antropologo Duccio canestrini, l’archeologa Barbara Maurina, e la giornalista scrittrice Isabella Bossi Fedrigotti; chiude il presidente Giovanni Laezza (foto graziano tavan)

L’edizione 2023 del RAM film festival è stato presentato ufficialmente al museo della Città di Rovereto presenti il presidente della Fondazione Museo Civico di Rovereto, Giovanni Laezza; la direttrice, Alessandra Cattoi; l’assessore alla Cultura del Comune di Rovereto, Mikol Cossali; Isabella Bossi Fedrigotti, giornalista e scrittrice, presidente del comitato scientifico del RAM film festival, e presidente della giuria per il premio “L’Italia si racconta”; e Claudia Beretta, responsabile del coordinamento festival e ufficio stampa. “Il Museo Civico di Rovereto”, ha ricordato Cossali, “ha saputo, nel tempo, farsi interprete della contemporaneità e della tra­sformazione del ruolo del museo stesso, non un luo­go dove si conserva solo la memoria del passato e dove si racconta il presente attraverso l’oggetto o l’immagine, ma un centro di diffusione del sapere, luogo di ricerca e di conoscenza, capace di guar­dare alle sfide del futuro. E anche in questa occasione, con l’edizione 2023 del RAM film festival, si fa portavoce di una delle tematiche più importanti per la nostra generazione, affrontando temi di grande attualità attraverso la contaminazione tra le diverse scienze, dall’archeo­logia alla climatologia, con il linguaggio immediato del cinema e il racconto di esperti che sanno coin­volgere il pubblico e portare alla riflessione. La lotta al cambiamento climatico è una sfida che dobbia­mo vincere tutti insieme”. E il presidente Laezza: “Il RAM film festival, Rovereto archeologia memo­rie, arriva alla sua trentaquattresima edizione, un traguardo ragguardevole. È una manifestazione ormai storica per il nostro territorio, che raccoglie le più importanti produzioni cinematografiche per la conoscenza e la valorizzazione del patrimonio culturale mondiale. Ma negli anni il festival è diventato molto di più. Ha saputo rinnovarsi e reinventarsi, affrontando tema­tiche attuali. E si è rinnovato proponendo anche un festival diffuso, valorizzando le realtà territoriali, promuovendo al suo interno spettacoli, incontri con gli esperti in lo­cation informali, visite guidate alle ricchezze storico artistiche, anche poco conosciute, della nostra terra, coinvolgendo in modo massiccio il pubblico scola­stico, le realtà commerciali ed economiche”.

È la direttrice Alessandra Cattoi a introdurre al festival. “Dal 4 all’8 ottobre la 34.ma edizione del RAM film festival a Rovereto: cinque giornate dove avremo moltissimi film, 62 film in concorso, e una serie di eventi collegati alle tematiche di quest’anno. Quest’anno abbiamo voluto concentrare il tema sul titolo Sguardi sul clima. Perché? Perché il clima non è soltanto una questione generale, ma una questione che riguarda molto da vicino l’archeologia e molto da vicino la tutela del nostro patrimonio. Lo vedremo questa necessità di tutela sia attraverso i documentari in concorso sia attraverso incontri con molti esperti e anche con attività di formazione rivolte agli insegnanti, ai giornalisti, a gruppi insomma che sono sensibili a queste tematiche”.

La coordinatrice del festival Claudia Beretta entra nel merito dei film: “Anche quest’anno RAM film festival si presenta con uno sguardo speciale che è lo sguardo del cinema. E quest’anno è uno sguardo sul clima. Quindi i nostri film avranno un focus in particolare che si occupa di valutare tutte le sfide che il patrimonio culturale deve affrontare. Sfide che riguardano non solo il cambiamento climatico, ma anche le zone di guerra o anche semplicemente l’erosione delle rocce… quindi abbiamo tutta una serie di film molto belli. Abbiamo 62 film provenienti da 23 Paesi che è quasi un record per il nostro festival; 31 première; 29 film o eventi che riguardano il focus Sguardi sul clima. Fortissima quest’anno, e siamo contenti perché recuperiamo un po’ della nostra tradizione, la sezione dedicata al cinema archeologico che poi è anche quella che vedrà la premiazione attribuita in memoria di Paolo Orsi. Ma anche le altre tre sezioni sono veramente interessanti. E sono Sguardi dal mondo, tutto ciò che non è strettamente archeologico e che riguarda le tradizioni in giro per il mondo. E poi L’Italia si racconta. E, infine, una bellissima, piccola, una chicca, la sezione Cultura animata, con animazioni che fanno veramente riflettere anche questo e molto spesso in tema. Quindi con pochi minuti riescono a farci riflettere molto su quello che sarà il futuro del nostro passato”.

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Tanto pubblico in platea al teatro Zandonai di Rovereto per le proiezioni del RAM film festival (foto fmcr)

E allora vediamo un po’ meglio i film in concorso e i contenuti proposti. Tanti i popoli e le culture antiche esplorate dai documentari in concorso, espressione sia di grandi produzioni che di autori indipendenti. Tutti però sono accomunati dallo scopo di approfondire aspetti del patrimonio mondiale, di farne scoprire piccole e grandi storie in una narrazione che permetterà al pubblico di godere di straordinarie immagini nell’atmosfera unica del Teatro Zandonai che in occasione del RAM diventa eccezionalmente sala di proiezioni, nella dimensione collettiva del cinema e con la possibilità del dibattito e del confronto. In programma le più recenti produzioni che spaziano dai Tesori dei faraoni, alla Preistoria, agli Etruschi, dall’archeologia subacquea a Petra, alla Grecia e ai banchetti nella Roma antica, alla musica nell’antichità, alle nuove tecnologie e alla robotica applicate alla ricerca, a Venezia, ai nativi americani, al ruolo delle donne nel passato remoto, alla speciale task force italiana dedicata alla tutela del patrimonio. Ma anche documentari su epoche più recenti o grandi personaggi, come quello dedicato alla vera storia dei pirati, o alla straordinaria figura dell’archeologo Champollion e al meno noto sia pur geniale fratello. Importante l’apporto delle altre sezioni, “Sguardi dal Mondo” e “L’Italia si racconta”, dedicate a film che narrano di un patrimonio fatto di antiche tradizioni e stili di vita, che creano l’identità dei popoli. Particolarissima anche la sezione dedicata alle animazioni, che sorprendono per la capacità di stimolare la riflessione con corti di grande impatto.

Non solo film. Ma anche eventi. Ce ne parla la direttrice Alessandra Cattoi. “Due serate speciali sono dedicate proprio al focus di quest’anno. Una in particolare a Venezia attraverso uno straordinario documentario inglese dal titolo Saving Venice accompagnato da un racconto delle problematiche attuali di Venezia con due protagonisti: Gian Antonio Stella, il giornalista che tutti conosciamo, e il professor Francesco Trovò dell’università di Venezia che da molti anni approfondisce queste tematiche con molti dati che ci aiuteranno a comprendere davvero qual è il pericolo che corre questa straordinaria città. Il secondo evento lo avremo domenica sera, che è l’ultima sera del festival, in cui ci saranno anche le premiazioni dei film in concorso, avremo come compagno di questa serata Neri Marcorè che ci racconterà anche lui una straordinaria esperienza di tutela del patrimonio nel suo territorio, quello delle Marche, dopo la catastrofe del terremoto del 2016. A questi si aggiungono una serie di altri momenti di approfondimento che vi invito a vedere sul nostro sito www.ramfilmfestival.it”.

Momento peculiare e caratterizzante del RAM film festival sono gli Aperitivi, incontri informali tanto graditi al pubblico del festival dove si possono incontrare archeologi, scrittori, giornalisti, e porre domande, esprimere curiosità e discutere con gli specialisti del settore. Ce ne parla Claudia Beretta. “Un’altra iniziativa che è ormai una tradizione ormai consolidata nel nostro festival è quello di scendere in città e cercare di creare dei momenti di aggregazione e di incontro tra gli addetti ai lavori e il pubblico: i nostri Aperitivi. E quest’anno l’Aperitivo non sarà nei soliti bar, nei luoghi dedicati, ma andiamo a scoprire un luogo che è veramente magico che è il giardino Fedrigotti. I nostri Aperitivi si svolgeranno lì e sarà anche un modo per conoscere un luogo bellissimo della nostra città che di solito è chiuso. Infatti li chiamiamo quest’anno gli Aperitivi nel giardino nascosto. E qui avremo modo di incontrare veramente diverse personalità del mondo dell’Archeologia ma non solo e parlare dei temi di interesse. Non soltanto quindi dei cambiamenti climatici ma anche proprio della tutela del patrimonio. Basta guardare sul nostro sito www.ramfestival.it per scoprire tutti gli appuntamenti”.

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L’archeologo Umberto Tecchiati sarà uno dei protagonisti dell’Aperitivo al Ram film festival 2023

Anche gli Aperitivi con gli esperti saranno dunque dedicati alle sfide che il patrimonio culturale e chi lo tutela devono affrontare guardando al futuro che cambia, ma anche sul lavoro degli archeologi. Gli incontri saranno ospitati al Giardino Fedrigotti, in Corso Bettini, un luogo speciale che si apre alla città per l’occasione. L’archeologo Umberto Tecchiati, docente dell’università di Milano, parlerà dei cambiamenti climatici nella preistoria, giovedì 5 ottobre 2023; lo scrittore e giornalista Giuseppe Caporale tratterà i temi del suo ultimo libro “Ecoshock. Come cambiare il destino dell’Italia al centro della crisi climatica”, sabato 7 ottobre 2023; le archeologhe Maria Concetta Parello, del parco archeologico della Valle dei Templi di Agrigento e Marta Coccoluto, del parco archeologico di Baratti e Populonia, racconteranno delle ultime scoperte e della vita dei parchi archeologici, venerdì 6 ottobre 2023; Barbara Caranza, restauratrice e presidente della onlus CHIEFS (Cultural Heritage International Emergency) parlerà con il pubblico della tutela dei beni culturali in aree di crisi, mercoledì 4 ottobre 2023. Questo e molto altro ancora, tra aperitivi al Giardino, colazioni al Bar Diverso, (s)conferenze climatiche con Sara Segantin, scrittrice e divulgatrice scientifica. Non mancherà la possibilità di fare nuove “scoperte” a Rovereto, con l’apertura di spazi originali con patrimoni inediti, come il book corner in collaborazione con Aboca Edizioni e le rievocazioni storiche al Giardino di Palazzo Fedrigotti, o la visita guidata con il geologo per conoscere i monumenti funebri del cimitero cittadino.

Rovereto. In tv (History Lab Live) e su YouTube la nuova stagione di SGUARDI: in quattro puntate si raccontano le quattro sezioni del RAM film festival con i protagonisti e i film più rappresentativi

rovereto_RAM_sguardi-rassegna_logoAl via la nuova stagione di SGUARDI, il programma in cui si racconta il RAM film festival, la più longeva rassegna di film dedicati all’archeologia e al patrimonio culturale ma anche uno spazio di incontri, mostre e appuntamenti nella città di Rovereto, che quest’anno ha avuto come focus gli “Sguardi al femminile”: non solo tutte le declinazioni – anche nuovissime – del vero ruolo delle donne nella storia, finora fortemente sottovalutato, ma anche il particolare punto di vista di registe e autrici del mondo del documentario. La serie – in quattro puntate – andrà in onda sul canale 12 del digitale terrestre nello spazio History Lab Live, ospitato da Telepace Trento emittente comunitaria, tutti i lunedì alle 21 e alle 22.30 e in replica la domenica alle 21. Si inizia lunedì 21 novembre 2022. Le quattro puntate saranno dedicate ciascuna a una sezione del Festival (L’Italia si racconta, Cinema archeologico, Cultura animata e  Sguardi dal mondo) per conoscere ospiti e registi dell’edizione 2022, scoprire il dietro le quinte e approfondire temi e nuove tendenze del cinema documentario. Gli episodi saranno inoltre visibili anche sul canale YouTube della Fondazione Museo storico del Trentino (youtube.com/museostorico). SGUARDI è un programma a cura di Matteo Gentilini, Alice Manfredi e Sara Zanatta in collaborazione con Claudia Beretta e Valentina Poli. Una realizzazione Motion Studio con la partecipazione di Graziano Galvagni. Una produzione Fondazione Museo storico del Trentino e RAM film festival – Fondazione Museo Civico di Rovereto. A partire da gennaio 2023 poi il RAM Film Festival tornerà nello spazio History Lab Live in onda sul canale 12 del digitale terrestre nello (ospitato da Telepace Trento) con quattro documentari selezionati tra quelli che hanno partecipato all’ultima edizione.

Nella prima puntata (in onda lunedì 21 novembre 2022, alle 21 e 22.30) si entra nell’atmosfera del festival con Alessandra Cattoi, direttore della Fondazione Museo Civico di Rovereto, e si conoscono i film in concorso nella sezione dedicata al cosiddetto “patrimonio immateriale”, ovvero le opere italiane in cui si raccontano i riti, le tradizioni, le comunità specifiche e le identità del nostro paese. Ospiti di puntata sono la regista Miriam Cossu con il film “Pupus” e il regista Nicola Pittarello, vincitore della sezione con “L’oro di Venezia”. Infine, un volto televisivo noto e amato Serena Dandini: prima protagonista del focus “Sguardi al femminile”.

Nella seconda puntata (in onda lunedì 28 novembre 2022, alle 21 e 22.30) l’archeologia è assoluta protagonista, attraverso film, libri e incontri. A parlarne l’archeologo della Fondazione Museo Civico di Rovereto Maurizio Battisti, insieme ai registi Olivier Bourgeois, vincitore della sezione con “The Oath of Cyriac”, e Gianmarco D’Agostino intervistato con l’attrice Laila Bouamama, del film “Portraits and Secrets of Roman Women”. Infine la storia di Sahraa Karimi, regista e produttrice afghana, oggi rifugiata in Italia e visiting professor del Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma, ispiratrice del focus tematico “Sguardi al femminile”. 

La terza puntata (in onda lunedì 5 dicembre 2022, alle 21 e 22.30) è dedicata alla cultura animata. Racconta questa sezione del Festival il fumettista Andrea Artusi, membro del comitato scientifico del festival e della giuria, autore per Bonelli di numerosi albi di Martin Mystère. Si incontrano due giovani registe, Mia Incantalupo e Samantha Moore, che hanno rispettivamente firmato “Nobody” e “Treasure”, e un’archeologa blogger Antonia Falcone che studia come sta cambiando l’archeologia sul web e quali sono le sue buone pratiche.

Nell’ultima puntata (in onda lunedì 12 dicembre 2022, alle 21 e 22.30) si racconta la sezione più internazionale. Claudia Beretta, coordinatrice del Festival, ripercorre le tendenze dei film in concorso, tra i quali è stato scelto di raccontare “Saffron-based Lifestyle” e “Jurassic Cash”. Chiude la riflessione sugli “Sguardi al femminile” l’archeologa Enza Elena Spinapolice, autrice di due libri dal titolo parlante: “Lady Sapiens” e “La preistoria è donna”.

Rovereto. Conto alla rovescia per la 33.ma edizione del RAM film festival – Rovereto Archeologia Memorie con un focus trasversale su “Sguardi al femminile”. Ecco una sintesi del ricco programma con 62 film in concorso, incontri con i protagonisti, mostre, visite guidate

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Tanto pubblico in platea al teatro Zandonai di Rovereto per le proiezioni del RAM film festival (foto fmcr)

rovereto_rassegna-RAM_locandina-2022Il conto alla rovescia è ufficialmente partito. Con la presentazione nel giardino di Palazzo Balista a Rovereto della 33.ma edizione il RAM film festival – Rovereto Archeologia Memorie, in programma dal 28 settembre al 2 ottobre 2022 al teatro Zandonai, è entrato nel vivo. Cinque giorni di eventi tutti a ingresso gratuito, e solo gli incontri sono a numero limitato su prenotazione. Con un focus particolare trasversale all’intenso e articolato programma: “Sguardi al femminile”. Ancora una volta saranno l’archeologia e il patrimonio culturale i protagonisti sul grande schermo. Come da tradizione il RAM sposta l’archeologia e la cultura dalle sale dei musei, dalle università, dalle accademie e accende i proiettori del cinema, per un’esperienza emotiva e collettiva molto diversa dalla fruizione più distratta della tv o del pc. Si parla di patrimonio culturale, di siti archeologici, di scoperte, con linguaggi che arrivano a tutti. In particolare attraverso il documentario, che sta vivendo un momento di grande vitalità: non è un caso la vittoria proprio di un documentario, alla mostra del Cinema di Venezia appena conclusa.  Tutti concetti ribaditi bene alla presentazione a Palazzo Balista, nuova sede di Cassa Rurale AltoGarda – Rovereto, da quest’anno nuovo main sponsor dell’iniziativa. Il festival è organizzato dalla Fondazione Museo Civico di Rovereto con il Comune di Rovereto e la Provincia autonoma di Trento, la Regione Trentino Alto Adige, la Comunità della Vallagarina, con il patrocinio del ministero della Cultura e del ministero degli Affari esteri. Media partner la rivista Archeo. Con il sostegno di Fondazione Caritro e Cassa Rurale AltoGarda – Rovereto. In collaborazione con Apt di Rovereto Vallagarina Monte Baldo, Fondazione Museo Storico del Trentino, Museo Storico Italiano della Guerra, Touring Club Italiano, Cartoon Club di Rimini, e ancora Alfio Ghezzi Bistrot, Circolo Operaio Santa Maria, Exquisita e Cantina Vivallis.

Il festival in cifre. 62 i film in concorso e 20 i paesi rappresentati, da tutti i continenti, selezionati da oltre 1350 iscrizioni. Spiccano le grandi produzioni internazionali, come Gedeòn Programmes, Bonne Piòche, ZDF e Rai Cultura, ma anche numerose produzioni indipendenti, giovani registe e registi. I film sono suddivisi in quattro sezioni: “Cinema Archeologico”, dedicata ai siti, ai reperti e alle ricerche archeologiche più importanti e attuali, “L’Italia si racconta”, sulle tradizioni e il patrimonio storico artistico italiano, “Sguardi dal Mondo”, su popoli e culture dal resto del mondo, e “Cultura animata”, una sezione speciale riservata ai corti d’animazione. Ogni sezione ha un premio assegnato da una giuria qualificata, formata da archeologi, scrittori, storici, registi e videomaker, coordinati dal comitato scientifico del festival formato dalla scrittrice Isabella Bossi Fedrigotti, l’archeologa Barbara Maurina, l’antropologo Duccio Canestrini, il disegnatore e autore Andrea Artusi e il regista Emanuele Gerosa. Oltre ai film, 4 aperitivi, gli incontri al Bistrot e al Circolo, e 2 speciali presentazioni, i nuovissimi Archeobook brunch nella sala bar del teatro dove, oltre agli appuntamenti programmati, il pubblico potrà incontrare in modo informale registi e protagonisti del festival davanti a una tazza di caffè. Al Museo della Città inoltre, una mostra su Archeologia e fumetto in collaborazione con l’associazione Ora pro Comics di Piacenza, Festival del Fumetto Piacenza, l’associazione Archeologica Pandora e MAVT, il Museo archeologico della Val Tidone, e la Fumetteria di Rovereto.

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Micol Cossali, assessore alla Cultura, Creatività giovanile e Innovazione del Comune di Rovereto, alla presentazione della 33.ma edizione del RAM film festival (foto fmcr)

“Il linguaggio dell’immagine è sempre stato il più immediato e il più efficace per parlare alle persone. Lo sapevano bene gli antichi, che eressero statue e innalzarono monumenti per raccontare il proprio potere e prestigio ai loro contemporanei e per tramandarlo ai posteri”, interviene Micol Cossali, assessore alla Cultura, Creatività giovanile e Innovazione del Comune di Rovereto. “Un linguaggio che nel tempo si è evoluto e che ha fatto un balzo con l’invenzione del cinema un po’ più di un secolo fa, ma che mantiene inalterata la sua potenza simbolica e la sua immediatezza espressiva. Il festival RAM ha il merito di creare un dialogo fertile tra presente e passato, raccontando l’antico con i mezzi più moderni e indagando, con lo sguardo del presente, temi che appartengono alle società sin dalle loro prime forme di organizzazione. Il focus di quest’anno, Sguardi al femminile, riafferma, ancora una volta, la ricchezza di questo inesauribile confronto con il passato, specchio delle mutate sensibilità del presente. Un focus che propone da una parte la riscoperta del ruolo delle donne nella storia e di come le diverse culture abbiano interpretato i rapporti tra i generi, dall’altra la valorizzazione del lavoro di registe, archeologhe, scrittrici attraverso una selezione delle loro opere”.

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Giovanni Laezza, presidente della Fondazione museo civico di Rovereto, alla presentazione della 33.ma edizione del RAM film festival (foto fmcr)

“Il RAM, Rovereto Archeologia Memorie, giunge alla trentatreesima edizione, in realtà la seconda nella nuova veste di vero e proprio festival. Cosa vuole essere per noi il format festival? Non più solo una pur preziosa rassegna di documentari, ma uno spazio di coinvolgimento attivo della nostra comunità, dove si approfondiscono interessi ma si innescano anche relazioni, dove fioriscono progetti”, sottolinea Giovanni Laezza, presidente della Fondazione Museo Civico di Rovereto. “Anche quest’anno, nella nostra città abbiamo l’orgoglio di riuscire a portare a inizio autunno un palinsesto ricco di documentari e documenti eccezionali, da ogni continente, da ben 20 nazioni diverse, opere nuovissime, spesso inedite con la loro “prima” a Rovereto, ma non solo. In programma vi sono anche incontri, aperitivi, visite e presentazioni con personalità di spicco della cultura e della scena italiana e internazionale. Tutte occasioni per scoprire popoli e culture diverse, ma anche il lavoro di chi, con passione e spesso grandi difficoltà dovute a situazioni storiche e politiche, tutela e valorizza il patrimonio culturale mondiale, quello che crea la nostra identità di esseri umani. Il festival regala momenti di emozione, di condivisione, crea legami sia in modo verticale, tra il nostro passato e il nostro presente, che riusciamo a meglio comprendere, che orizzontale, nel nostro tempo, tra persone e istituzioni che ne vengono coinvolti, registi, produttori, autori, archeologi e storici, che lavorano insieme per divulgare la cultura”.

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Alessandra Cattoi, direttrice della Fondazione museo civico di Rovereto, alla presentazione della 33.ma edizione del RAM film festival (foto fmcr)

Sguardi al femminile è il focus scelto dal RAM film festival edizione 2022. Un tema di attualità e di grande rilevanza non solo in ambito sociale ma anche nel cinema, nella ricerca storica, nell’archeologia”, ribadisce Alessandra Cattoi, direttrice del RAM film festival e della Fondazione Museo Civico di Rovereto. “Che esista effettivamente uno sguardo al femminile nell’approccio al documentario, per esempio, con la scelta di storie e di un registro visivo con caratteristiche proprie, è un pensiero condiviso ma non unanime. Che il punto di vista sul mondo da parte delle donne sia stato per secoli ignorato, nascosto e avversato è invece un fatto certo. Proprio per questo pensiamo valga la pena riflettere su questi sguardi, così particolari, se essi siano il frutto di un’attitudine, di un modo del tutto peculiare di osservare il mondo e di raccontarlo, oppure se siano sguardi influenzati dalla volontà, che sovente si fa necessità, di colmare le assenze, di ridare voce a chi non l’ha avuta, di restituire un ruolo sovente sottratto. Al festival di Rovereto se ne parlerà assieme a registe, archeologhe, storiche e scrittrici anche di paesi del mondo dove per una donna è ancora molto difficile, se non impossibile, fare sentire la propria voce. I punti di partenza sono sempre il cinema e l’archeologia, pilastri fondanti del festival, che hanno ispirato la nostra riflessione sulle donne nell’antichità, fin dalla preistoria, su quanto le ricostruzioni storiche e archeologiche, fortemente influenzate dalla cultura moderna, abbiano interpretato la presenza femminile secondo schemi e ruoli che oggi vengono messi in discussione. Lontano dall’idea di voler creare nuove certezze, siamo contenti di proporre anche quest’anno suggestioni e stimoli, con il desiderio di condividere con il pubblico e con la città cinque giornate di proiezioni, di incontri, di visite e dare tutti insieme un contributo di pensiero e di partecipazione attiva alla vita culturale del nostro tempo”.

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La regista afgana Sahraa Karini ospite del RAM film festival (foto fmcr)

Un focus tutto “al femminile”. Il RAM ha scelto per il 2022 un focus dal titolo Sguardi al femminile. Ci saranno esempi di studiose che hanno lasciato un segno importante nelle discipline scientifiche, quando hanno avuto la possibilità di affermarsi. Storie di donne che si adoperano per il benessere della comunità in cui vivono, cercando nel contempo di salvaguardare la propria identità. E ci sarà la possibilità di dialogare con ospiti femminili, che racconteranno di persona le proprie esperienze umane e professionali. Nella consapevolezza che aprire uno “sguardo al femminile” sul mondo possa essere un passo verso l’inclusività a tutti i livelli. Diversi i film del focus in programma: “Lady sapiens” documentario francese del 2021 è uno di questi, insieme a un film tedesco “L’enigma delle ossa: rivoluzione di genere”. In entrambi le più recenti scoperte dimostrano come la donna preistorica fosse anche cacciatrice e guerriera. Di Rai Storia due produzioni dedicate rispettivamente alle “Donne di Augusto” e a

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Il busto di Nefertiti conservato a Berlino: frame del film di RAI Storia “Cronache di donne leggendarie: Nefertiti”

“Hatshepsut e Nefertiti: l’Egitto delle regine”. Sempre sul tema, alcuni film che mostrano aspetti poco conosciuti di un panorama al femminile come l’indiano “The knitting circle”, Il circolo del lavoro a maglia, che ha saputo trasformare una abilità tradizionale in attività imprenditoriale, ma anche molti film scelti tra gli altri per lo sguardo particolare di giovani registe. Oltre ai film poi, saranno dedicati al focus due spazi di approfondimento. Il primo venerdì 30 settembre 2022, alle 17.30, dal titolo “Donne che minacciano il potere” con Mariarosaria Barbera, notissima archeologa e scrittrice, e il secondo il sabato 1° ottobre 2022 con Sahraa Karimi, regista afghana, che parlerà della sua esperienza di documentarista e di donna in una terra martoriata dai cambiamenti e dalla guerra. Sempre al focus è dedicata la serata di sabato 1° ottobre 2022, con Serena Dandini, che racconterà le storie di “Donne Valorose” che hanno cambiato la storia, la scienza, la filosofia ma sono rimaste sempre nell’ombra, protagoniste straordinarie per forza e valore eppure invisibili ai più. Domenica 2 ottobre 2022, Archeobook brunch dal titolo “L’uomo primitivo era anche una donna” con l’archeologa Enza Elena Spinapolice.

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Frame del film “Power of Rome” di Giovanni Troilo con Edoardo Leo

Tra storia e fiction. Venerdì 30 settembre 2022, alla sera, in esclusiva sul grande schermo, “Power of Rome”, una grande produzione ideata per il compleanno di Roma nel 2022 e interpretata da Edoardo Leo, in cui si intrecciano fiction e documentario. A presentare il film il regista Giovanni Troilo e gli autori Luca Lancise e Donato Dallavalle.

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Maurizio Zulian e Graziano Tavan alla presentazione del loro libro nella sala conferenze della Cantina Vivallis di Nogaredo (Tn)

Incontri e visite guidate. Oltre al film e ai numerosi incontri, il RAM film Festival propone una serie di visite e appuntamenti originali, uno fra tutti la rievocazione storica tra Goti e Longobardi il sabato 1° ottobre 2022, alle 14, all’Isola di Sant’Andrea a Loppio. Domenica 2 ottobre 2022, al pomeriggio, presentazione del volume di Maurizio Zulian e Graziano Tavan “Nella terra di Pakhet, Carnet de voyage nelle province centrali dell’Alto Egitto. Appunti di trent’anni di esplorazioni” (Marsilio 2022), alla scoperta di un Egitto lontano dai percorsi turistici.

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Frame del film “Time of the giants” di Pascal Cuissot

Spazio al cinema. Oltre al focus “Sguardi l femminile”, tra i filoni dei film dell’edizione 2022, alcuni spettacolari film a carattere paleontologico e geologico, come il francese “The time of the giants” (L’era dei giganti), che combinando le immagini 3D con le evidenze paleontologiche più recenti, mostra con immagini inedite strategie di crescita e sopravvivenza dei dinosauri. Altrettanto spettacolare il film “Gift of the glaciers”, il dono dei ghiacciai, documentario tedesco che mostra come l’Europa sia stata letteralmente forgiata dallo scioglimento dei ghiacciai. Il breve documentario “Fossils in London” invece, racconta come anche in una città come Londra, ci si possa imbattere anche oggi in un numero sorprendente di ritrovamenti fossili. Uno degli altri filoni classici del festival è quello della tutela e della conservazione del patrimonio, che taglia un po’ trasversalmente tutti i documentari. Molto interessante il recentissimo (2022) “Jurassic Cash”, che racconta delle grandi aste dedicate ai reperti paleontologici come Big John, lo scheletro di triceratopo più grande del mondo, venduto a un privato nell’ottobre 2021 per 5,5 milioni di euro. Un’acquisizione impossibile per un ente culturale pubblico, e che solleva quesiti morali se sia o meno lecita una tale spoliazione del patrimonio universale, sottratto di fatto alla scienza e alla fruizione pubblica.

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Frame del film “The survivor Hagia Sofia” di Tevfik Hos

Di grande interesse anche il turco “The survivor Hagia Sofia” (Santa Sofia, la sopravvissuta), sulla storica Moschea di Santa Sofia, che è riuscita a sopravvivere nonostante molti grandi terremoti nel corso della sua esistenza, rivelando informazioni e segreti interessanti sull’architettura e la costruzione dell’edificio. Non mancano le produzioni trentine o dedicate al patrimonio trentino. “La frequentazione dell’orso” di Federico Betta affronta il rapporto uomo/orso, tema di grande attualità che coinvolge tutta la comunità trentina, attraverso un’apprezzabile varietà di punti di vista, attraverso i quali si approfondisce la relazione tra uomo-natura, e non soltanto le vicende di cronaca legate alla presenza del grande plantigrado sul territorio. Ogni filmato è una piccola e nuovissima chicca scelta tra centinaia di proposte, che presenta al pubblico un aspetto particolare di popoli, culture, tradizioni diverse, come “The Fall of the Maya Kings”, la caduta dei re Maya, film canadese del 2022 con le più recenti ipotesi sulle ragioni del collasso del grande impero del sudamerica, o “Mamody, the last baobab digger” (2022), Mamody, l’ultimo intagliatore di baobab di Cyrille Cornu, sugli abitanti del piccolo villaggio di Ampotaka nel Madagascar e la loro soluzione per immagazzinare l’acqua, oppure l’iraniano “Saffron Base Lifestyle”, Una vita basata sullo zafferano, di Parisa Bajelan, che tra l’altro è parte attiva di un progetto transnazionale Trentino: la Comunità Slow food dei produttori e co-produttori dello zafferano di Qa’en, o ancora “Felting” (2022), la lavorazione del feltro, sempre dall’Iran che illustra con splendide immagini l’arte dell’infeltrimento tradizionale della lana che sta gradualmente svanendo. Ogni documentario rivela un mondo tutto da scoprire.

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Il regista Alberto Castellani al Museo Guimet di Parigi per le riprese del film “Afghanistan” (foto media venice)

In conclusione del festival un film in anteprima assoluta, fuori concorso, di Alberto Castellani, girato non senza difficoltà dato il momento storico, dal titolo “Afghanistan: tracce di un cultura sfregiata”.

rovereto_rassegna-RAM_aperitico-al-circolo_la-legge-della-spada_locandina_foto-fmcrTutti gli incontri. Il RAM film festival 2022 ha in programma una serie di incontri speciali. Quattro sono gli aperitivi con i protagonisti, tre Incontri al Bistrot di Alfio Ghezzi e uno al Circolo operaio di Santa Maria, uno dei più antichi quartieri cittadini. Al Bistrot dello Chef stellato, oltre agli incontri con Sahraa Karimi e Mariarosaria Barbera legati al tema del focus “Sguardi al femminile”, il 28 settembre 2022 l’aperitivo sarà dedicato al “Patrimonio in ostaggio”, cioè al tema del furto e del mercato nero di opere d’arte e beni culturali, il terzo in termini di volume d’affari dopo armi e droga, in compagnia di Giuseppe Guastella, cronista di cronaca giudiziaria del Corriere della Sera, e il maggiore Lorenzo Pella, comandante del nucleo dei carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale di Udine, che ha condotto negli ultimi anni numerose indagini che hanno portato al recupero di moltissimi beni storico-artistici. Giovedì 29 settembre 2022, il quartiere di Santa Maria ospiterà nel suo circolo operaio un “Aperitivo al Circolo” dal titolo “La legge della spada” con Andrea Rossini, esperto di scherma storica che ha aperto la prima sala in cui praticare la disciplina e in particolare la tradizione italiana medievale e rinascimentale, alla scoperta di un’epoca, il Medioevo, in cui la giustizia e l’onore si difendevano con la spada piuttosto che in tribunale.

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Frame del film “Nobody/Nessuno” di Mia Incantalupo

La cultura animata. Capitolo a parte del festival, le animazioni. Ogni anno sorprende la qualità della proposta e la creatività da parte delle animatrici e degli animatori. Sono una ventina le opere selezionate, tutte con spunti interessanti che riescono spesso a intrecciare i temi culturali con quelli sociali, come lo statunitense “Nobody” (Nessuno), di Mia Incantalupo, del 2022, una rivisitazione dell’Odissea dal punto di vista del Ciclope, che fa riflettere su diversità e discriminazione, o come anche l’indiano “Dyia” che parte da un festival tradizionale indiano per parlare di inclusione, o ancora il brevissimo “Humanity”, un’ironica sintesi sulla natura, non proprio amabile, dell’essere umano.

rovereto_rassegna-RAM_masterclass-per-insegnanti_locandinaLa formazione e il festival diffuso. Al festival non mancano momenti dedicati all’educazione, sia rispetto ai temi della tutela e della valorizzazione del patrimonio culturale sia della cultura all’immagine, che valorizza il cinema stesso come prezioso documento e patrimonio. Tre sono le mattine dedicate alle scuole con un programma apposito, che vedranno i ragazzi protagonisti anche grazie al risultato di progetti educational in collaborazione con il Festival. Mercoledì 28 settembre 2022 si terrà un corso di formazione per giornalisti in collaborazione con l’Ordine del Trentino Alto Adige con il giornalista Giuseppe Guastella e il maggiore Lorenzo Pella sul Patrimonio in ostaggio, e giovedì 29 settembre 2022 un corso di formazione per insegnanti dal titolo “Appunti di storia e analisi del cinema documentario – Incontro di introduzione al linguaggio dell’audiovisivo” con Emanuele Vernillo, tutor didattico della ZeLIG – Scuola di documentario di Bolzano, oltre a un corso organizzato dalla Trentino Film Commission e riservato ai videomaker. Sul territorio saranno inoltre disponibili attività e visite guidate a siti come il castrum dell’Isola di Sant’Andrea sul Lago di Loppio, e tante iniziative in collaborazione con APT.