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Firenze. Ad Archeofilm 2025 il film “Giordania biblica. Tra presenze remote e splendori nascosti” di Alberto Castellani, presente in sala: una sorta di diario per immagini sulle orme di Abramo, Mosè, Elia, Giovanni Battista e Gesù di Nazareth

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Frame del film “Giordania biblica. Tra presenze remote e splendori nascosti” di Alberto Castellani

“Percorriamo vie poco frequentate, sentieri per lo più dimenticati. Ci guidano testimonianze che giungono da secoli trascorsi; resoconti appena abbozzati, a volte difficili da decifrare. Sono il diario di una pellegrina di nome Egeria oppure le brevi note di solitari viaggiatori che in un passato lontano hanno visitato questi luoghi. Un cammino che infine è la Bibbia stessa a indicarci”. Comincia cosi Alberto Castellani a presentare il suo film “Giordania biblica” che venerdì 7 marzo 2025 è in programma, nella sezione pomeridiana, della settima edizione del Firenze Archeofilm. E al cinema La Compagnia il regista veneziano sarà presente.

“Giordania biblica. Tra presenze remote e splendori nascosti” di Alberto Castellani (Italia 2024, 52’). Nel cuore del Medio Oriente una terra, celebrata dalle scritture, propone scenari di straordinaria suggestione. Si tratta della Giordania scrigno di tesori, di antiche città e magici deserti. Immagini spesso inedite entrano così in dialogo con testimonianze che giungono da secoli trascorsi. Tra le terre degli Ammoniti, di Edom e Perea, nelle città dei Nabatei si respira il fascino del luogo dove ha avuto origine una nuova storia: la storia della salvezza.

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Il regista veneziano Alberto Castellani con la sua inseparabile telecamera in azione nel Vicino Oriente (foto mediavenice)

“È stato un programma che mi ha portato per la terza volta in Giordania”, ricorda Castellani, “dopo le esperienze vissute con il serial Storia di Abramo, figlio di Terak ed il fortunato Sulla via di Petra alla scoperta del viaggio compiuto nel 1812 dallo svizzero Johann Ludwig Burckhardt, lo scopritore di Petra”. Il film, realizzato in collaborazione con il ministero per la Cultura giordana, il Jordan Tourist Board, e il Catholic Center for Studies and Media di Amman, propone una “documentazione dei molti  luoghi biblici che rappresentano in Giordania un enorme museo archeologico a cielo aperto”, come ha scritto Sélim Sayegh, già Vicario generale del Patriarcato Latino di Gerusalemme, autore di una “Guida del Pellegrino”, che ha aiutato il regista a costruire, in un contesto ambientale, fatto  di presenze archeologiche e bellezze paesaggistiche, una sorta di diario per immagini sulle orme di Abramo, Mosè, Elia, Giovanni Battista e Gesù di Nazareth.

Al via l’evento zero della Rassegna internazionale del Cinema Archeologico organizzato da Petrafilm. Prima tappa al teatro Filo di Cremona, seconda al museo Archeologico Alto Mantovano di Cavriana (Mn): otto film in cartellone con una prima mondiale

cremona_rassegna-internazionale-film-archeologico_2024_locandinaL’hanno chiamato “evento zero”, perché Petrafilm di Petra Paola Lucini, che ne cura l’organizzazione, e Dario Di Biasi, che ne è il direttore artistico, hanno voluto partire in punta di piedi, ma la Rassegna internazionale del Cinema Archeologico di Cremona anche in questa anteprima di presentazione e lancio ha le carte in regola per una manifestazione di qualità, in vista della prima edizione in programma nel 2025. Due le tappe dell’evento zero: mercoledì 3 luglio 2024, al teatro Filo di Cremona; venerdì 5 luglio 2024 al museo Archeologico Alto Mantovano di Cavriana (Mn). In programma 5 proiezioni nel pomeriggio dalle 16 alle 19, e 3 in serata dalle 20.30 alle 22.30 per ogni location. Al termine del ciclo delle proiezioni: dibattito con i protagonisti (registi, autori, filmmaker). Un importante momento di condivisione tra gli ospiti / spettatori intervenuti. Ogni spettatore riceve una scheda di valutazione per la premiazione del filmato preferito che avviene a fine serata.

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Il regista veneziano Alberto Castellani con la sua inseparabile telecamera in azione nel Vicino Oriente (foto mediavenice)

PROGRAMMA DI CREMONA – TEATRO FILO. Il pomeriggio, dalle 16 alle 19. Apre il film “Water is life” di Anil Gok (Turchia, 2023; 5’). L’acqua, un bene indispensabile da condividere sempre. Segue il film in anteprima mondiale “Giordania Biblica” di Alberto Castellani (Italia, 2024; 60‘). I luoghi dell’Antico e del nuovo Testamento, il fascino senza tempo di una terra antica, per storia archeologica e religiosa (vedi “Giordania, la terra dell’Alleanza. Alla scoperta dei luoghi dell’Antico e del Nuovo Testamento”: il regista veneziano Alberto Castellani svela in anteprima il suo nuovo film, un viaggio per scoprire oggi il fascino senza tempo di una terra antica tra religione e fede, storia e archeologia | archeologiavocidalpassato). Quindi il film “Uomini e dei: il Mare e il Sacro” di Massimo D’Alessandro (Italia, 2023; 43′). Nelle grotte di Sant’Eufemia, di fronte a Vieste, sono conservate più di 200 iscrizioni rupestri che narrano storie antiche. Testimonianza di secoli di vita, con reperti archeologici che coprono quasi mille anni di storia. Segue il film “I pozzi cantanti” di Alfredo e Angelo Castiglioni (Italia, 2009; 30′). Nell’Etiopia meridionale ci sono pozzi che sprofondano trenta metri nel sottosuolo. Uomini e donne portano in superficie l’acqua necessaria, mentre il loro canto scandisce il lavoro. Chiude il pomeriggio il film di animazione “Achille nell’isola di Sciro” (Spagna, 5′) e il film “La fuga di Achille. La battaglia finale”.

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Locandina del film “Cahuachi. Labirinti nella Sabbia” di Petra Paola Lucini

La sera, dalle 20.30 alle 22.30. Apre il film “Le età della fortezza: Castel Beseno” di Stefano Benedetti e Oscar Sartori (Italia, 2007; 12’). Ricostruzione in 3D delle varie fasi storiche del Castel Beseno (per gentile concessione del Castello del Buonconsiglio di Trento). Segue il film “Cahuachi. Labirinti nella Sabbia” di Petra Paola Lucini (Italia, 2020; 48′). Un viaggio nel tempo e nei sogni di due persone che si incrociano. La ragazza che cura la torre di Cremona e il professor Orefici che riporta alla luce l’antica civiltà nel deserto di Nasca in Perù. Chiude il film “Anima Insulae” di Lorenzo Daniele (Italia, 2024; 50′). Il sito di Palikè, in Sicilia, già in epoca preistorica era ritenuto un luogo sacro. A partire dall’età arcaica si correda di strutture dedicate alla celebrazione dei rituali aggreganti.

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Il film “Anima insulae. Nella terra dei Siculi” di Lorenzo Daniele

PROGRAMMA DI CAVRIANA – MUSEO ARCHEOLOGICO. Il pomeriggio dalle 16 alle 19. Apre il film “Water is life” di Anil Gok (Turchia, 2023; 5’). L’acqua, un bene indispensabile da condividere sempre. Segue il film in anteprima mondiale “Giordania Biblica” di Alberto Castellani (Italia, 2024; 60‘). I luoghi dell’Antico e del nuovo Testamento, il fascino senza tempo di una terra antica, per storia archeologica e religiosa. Quindi il film “I pozzi cantanti” di Alfredo e Angelo Castiglioni (Italia, 2009; 30′). Nell’Etiopia meridionale ci sono pozzi che sprofondano trenta metri nel sottosuolo. Uomini e donne portano in superficie l’acqua necessaria, mentre il loro canto scandisce il lavoro. Segue il film “Anima Insulae” di Lorenzo Daniele (Italia, 2024; 50′). Il sito di Palikè, in Sicilia, già in epoca preistorica era ritenuto un luogo sacro. A partire dall’età arcaica si correda di strutture dedicate alla celebrazione dei rituali aggreganti. Chiude il pomeriggio il film di animazione “Achille nell’isola di Sciro” (Spagna, 5′) e il film “La fuga di Achille. La battaglia finale”. Chiude il pomeriggio il film di animazione “Achille nell’isola di Sciro” (Spagna, 5′) e il film “La fuga di Achille. La battaglia finale”.

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Frame del film “Uomini e dèi. Il mare e il sacro / Men and gods. The sea and the sacred” di Massimo D’Alessandro

La sera, dalle 20.30 alle 22.30. Apre il film “Carpentieri e falegnami nell’età del Bronzo” di Mario Piavoli (Italia, 2015; 24′). Il film illustra le fasi di lavoro, le tecniche costruttive e la fedele ricostruzione di alcuni elementi delle strutture abitative palafitticole di una popolazione vissuta nell’entroterra sud-gardesano migliaia di anni fa. Segue il film “Cahuachi. Labirinti nella Sabbia” di Petra Paola Lucini (Italia, 2020; 48′). Un viaggio nel tempo e nei sogni di due persone che si incrociano. La ragazza che cura la torre di Cremona e il Professor Orefici che riporta alla luce l’antica civiltà nel deserto di Nasca in Perù. Chiude il film “Uomini e dei: il Mare e il Sacro” di Massimo D’Alessandro (Italia, 2023; 43′). Nelle grotte di Sant’Eufemia, di fronte a Vieste, sono conservate più di 200 iscrizioni rupestri che narrano storie antiche. Testimonianza di secoli di vita, con reperti archeologici che coprono quasi mille anni di storia.

Venezia. Il regista Alberto Castellani, nell’incontro “Con gli occhi di una telecamera: la mia prospettiva per comprendere il mondo”, sarà il “libro vivente” da sfogliare e ascoltare protagonista de “La Biblioteca Vivente…” alle Procuratie Vecchie in piazza San Marco

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Il regista veneziano Alberto Castellani con la sua inseparabile telecamera in azione nel Vicino Oriente (foto mediavenice)

venezia_barchetta-blu_la-biblioteca-vivente_locandinaPer una volta non saranno le immagini raccolte con la sua telecamera a raccontare il mondo che ci circonda, con la storia, la società, le testimonianze di popoli e culture diverse. Ma Alberto Castellani, regista veneziano di lungo corso di documentari tra dall’Egitto alla Terra Santa, dalla Turchia al Vicino Oriente, dalla Giordania all’Arabia Saudita, sarà lui stesso il “libro vivente” da sfogliare e ascoltare protagonista de “LA BIBLIOTECA VIVENTE …” una giornata speciale per tutte le età. Appuntamento sabato 4 maggio 2024, dalle 10 alle 19, a LA CASA DI THE HUMAN SAFETY NET alle Procuratie Vecchie in piazza San Marco 105 a Venezia ideata e organizzata dal Centro BarchettaBlu. Alberto Castellani sarà appunto “il libro vivente” con la parola chiave “altrove” nell’incontro “CON GLI OCCHI DI UNA TELECAMERA: la mia prospettiva per comprendere il mondo”. Iniziative gratuita su prenotazione a info@barchettablu.it o 0412413551. L’evento è inserito in “Distributori di parole. XX edizione di Libro che gira libro che leggi. Festival della lettura 2024” a Venezia a cura di BarchettaBlu. Come in una qualsiasi biblioteca ci sono i libri da prendere in prestito, il catalogo dei titoli disponibili, i bibliotecari e una sala lettura con sedie e tavoli per la consultazione e naturalmente lettori e lettrici. I libri però sono speciali, perché sono PERSONE che vengono “lette” da altre persone attraverso il racconto della propria storia, originale e preziosa che narra di inclusione, resilienza e del potenziale che c’è in ciascuno di noi.

“Giordania, la terra dell’Alleanza. Alla scoperta dei luoghi dell’Antico e del Nuovo Testamento”: il regista veneziano Alberto Castellani svela in anteprima il suo nuovo film, un viaggio per scoprire oggi il fascino senza tempo di una terra antica tra religione e fede, storia e archeologia

“Nel cuore del Medio Oriente una gemma preziosa, celebrata nelle scritture e illuminata dalla presenza di profeti propone scenari di straordinaria suggestione. Benvenuti in Giordania, crocevia di commerci tra Oriente e Occidente, scrigno di tesori, di remote testimonianze, di antiche città e magici deserti”. Comincia così la presentazione dell’ultima fatica del regista veneziano Alberto Castellani, “Giordania, la terra dell’Alleanza. Alla scoperta dei luoghi dell’Antico e del Nuovo Testamento”, un film di una sessantina di minuti di cui in questi giorni ha finito la postproduzione negli studi di MediaVenice Comunicazione, casa di produzione che ha sede in Venezia e che opera sin dal 1992. Dopo “Storia di Abramo, figlio di Tarek”, “Sulle orme di Cristo”, “Paolo da Tarso al mondo”, “Monachesimo: storia di uomini e di deserti”, “Verso Canaan”, “Sulla via dei Patriarchi”, Alberto Castellani propone dunque una nuova storia “Giordania, la terra dell’Alleanza. Alla scoperta dei luoghi biblici dell’Antico e del Nuovo Testamento”: un viaggio per scoprire oggi il fascino senza tempo di una terra antica tra religione e fede, storia e archeologia.

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Il regista veneziano Alberto Castellani durante le riprese in Vicino Oriente

“È stato un programma che mi ha portato per la terza volta in Giordania”, ricorda Castellani, che intanto ha cominciato a preparare la versione in inglese, “dopo le esperienze vissute con il serial Storia di Abramo, figlio di Terak ed il fortunato Sulla via di Petra alla scoperta del viaggio compiuto nel 1812 dallo svizzero Johann Ludwig Burckhardt, lo scopritore di Petra”. Il film, realizzato in collaborazione con il ministero per la Cultura Giordana, il Jordan Tourist Board, e il Catholic Center for Studies and Media di Amman, intende proporre una “documentazione dei molti  luoghi biblici che rappresentano in Giordania un enorme museo archeologico a cielo aperto”, come ha scritto Sélim Sayegh, già Vicario generale del Patriarcato Latino di Gerusalemme, autore di una “Guida del Pellegrino”, che ha aiutato il regista a costruire, in un contesto ambientale, fatto  di presenze archeologiche e bellezze paesaggistiche, una sorta di diario per immagini sulle orme di Abramo, Mosè, Elia, Giovanni Battista e Gesù di Nazareth.

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Giordania: la Via dei Re percorsa da Mosè verso la Terra di Canaan (foto graziano tavan)

“Percorreremo vie poco frequentate, sentieri per lo più dimenticati”, spiega Castellani, introducendo il nuovo film. “Ci guideranno testimonianze che giungono da secoli trascorsi; resoconti appena abbozzati, a volte difficili da decifrare. Sarà il diario di una pellegrina di nome Egeria oppure le brevi note di solitari viaggiatori che in un passato lontano hanno visitato questi luoghi. Un cammino che sarà infine la Bibbia stessa a indicarci. Potranno emergere così voci volti riferimenti, racconti che ci condurranno lì dove Giacobbe lottò con l’angelo di Dio, Giobbe soffrì e fu ricompensato per la sua fede, ed Elia ascese al cielo. O nel luogo dove Giovanni Battista incontrò per la prima volta un uomo straordinario nato a Betlemme e vissuto a Nazareth di nome Gesù. Tra i monti di Moab, tra le terre degli Ammoniti di Edom e Perea, nelle città dei Nabatei cercheremo di raccogliere un dono inestimabile nato in questa terra ed offerto all’umanità. Questo è il luogo in cui fu sancita un’alleanza misteriosa tra Dio e l’uomo, il luogo dove ha avuto origine una nuova storia: la storia della salvezza. La percepiremo tra i silenzi di wadi remoti, tra solitarie architetture. Segnali diversi, a volte appena intravisti, a volte più presenti e definiti. Lasciatevi dunque condurre lungo la Via dei Re percorsa da Mosè verso la Terra di Canaan o lungo la via del Mare ricordata dal profeta Isaia. Benvenuti in Giordania, benvenuti nella Terra dell’Alleanza per respirare il senso di una promessa senza confini”.

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L’acropoli di Amman, capitale della Giordania (foto alberto castellani)

L’itinerario che ha impegnato per un paio di settimane la troupe coordinata da Castellani (Roberto Contin, Ada Bonello, Luisa Sargiacomo e, in Austria, Samuele Annicchiarico) si è sviluppato lungo un percorso particolarmente impegnativo. Le principali tappe sono state Amman, Madaba (Monte Nebo compreso ovviamente), Betania al di là del Giordano, Jerash, Gadara, Capitolias. Abila, Santuario del profeta Elia, Castello di Ajlun, Anjara, Macanaim, Pella, Khirbet Al Kursi, Tell Heshbon, Umm al-Rasas (Meefat), Rabba (Rabbot Moab), Kerak.

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Il regista Alberto Castellani a Vienna per le riprese della Tabula Peuntingeriana (foto castellani)

“I motivi ispiratori del film sono molteplici”, riprende Castellani. “Innanzitutto rendere omaggio alla memoria di due grandi figure della cultura del Medio Oriente: fra’ Michele Piccirillo, l’archeologo italiano scopritore di molti siti giordani, e Pietro A. Kaswalder, docente di esegesi dell’Antico Testamento e geografia biblica presso lo Studium Biblicum Franciscanum di Gerusalemme. A ciò si aggiunga la riscoperta, nella Giordania di oggi, delle antiche vie percorse dai pellegrini dei primi secoli, a partire dalla esperienza vissuta nel quarto secolo da Egeria e riportata nel suo Itinerarium. Non va infine dimenticata, come guida ulteriore, l’individuazione dei toponimi originari riportati in un documento prezioso. Faccio riferimento al Codex Vindobonensi, più noto forse come Tabula Peuntingeriana, copia del XIII secolo di una antica carta romana che mostra le vie stradali dell’Impero, dalle isole britanniche alla regione mediterranea e dal Medio Oriente alle Indie e all’Asia Centrale. Ci tengo a sottolineare – conclude – la disponibilità a consentire, in via del tutto particolare, le riprese della Tabula (un documento lungo più di sette metri) da parte della Österreichische Nationalbibliothek di Vienna, “custode” del reperto nel contesto del suo ricchissimo archivio che raccoglie migliaia di incunaboli, carte geografiche, globi, papiri e partiture musicali”.

Su Raiplay il film di Alberto Castellani “Rivisitare Nazareth. Archeologia e tradizione nel villaggio abitato da Gesù” che parla della scoperta della casa natale di Gesù a Nazareth sulla base delle fonti antiche e degli scavi archeologici di Ken Dark

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L’interno della casa di Gesù a Nazareth dopo lo scavo dell’archeologo Ken Dark (foto castellani)

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L’archeologo Ken Dark

“Trovata la casa natale di Gesù”: a dare la notizia dell’eccezionale scoperta a Nazareth era stato l’archeologo inglese Ken Dark (university of Reading) nel 2015 che dal 2006 stava scavando sotto la chiesa delle Suore di Nazareth portando alla luce un edificio dalle pareti di pietra, risalente al I secolo. Dark si era concentrato su quell’area perché tutte le persone vissute nei secoli successivi alla morte di Gesù hanno identificato proprio quel luogo come la casa natale del Messia, e per le informazioni fornite dal De loci santis, il diario di viaggio in Terrasanta del vescovo Arculfo scritto nel 698 dal monaco irlandese Adamnano, secondo cui la casa di Gesù sarebbe stata localizzata tra due tombe e sotto una chiesa. Da questa ricerca e da queste fonti ha preso spunto il film “Rivisitare Nazareth” del regista veneziano Alberto Castellani (Italia 2017, 50’) (vedi “Trovata la casa natale di Gesù”: a parlare dell’eccezionale scoperta alla XXVIII rassegna internazionale del cinema archeologico di Rovereto non sarà lo scopritore, l’archeologo inglese Ken Dark, che ha dato forfait, ma il film di Castellani, presentato in anteprima, “Rivisitare Nazareth. Archeologia e tradizione nel villaggio abitato da Gesù” | archeologiavocidalpassato). Il film è stato trasmesso da Rai Cultura e ora è disponibile su Raiplay introdotto dal prof. Giuseppe Albertoni dell’università di Trento e può essere visto a questo link https://www.raiplay.it/video/2023/12/Rivisitare-Nazareth-0163c07b-0c9e-4b79-95c0-9745c439a3cf.html?wt_mc%3D2.app.wzp.raiplay_null-https%3A%2F%2Fwww.raiplay.it%2Fvideo%2F2023%2F12%2FRivisitare-Nazareth-0163c07b-0c9e-4b79-95c0-9745c439a3cf.html.%26wt).

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L’esterno della casa di Gesù a Nazareth (foto castellani)

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Il regista veneziano Alberto Castellani durante le riprese in Vicino Oriente

Il film, patrocinato, dall’Ufficio per le Comunicazioni Sociali della Conferenza Episcopale Italiana (CEI) intende recuperare questa lontana testimonianza e cerca un riscontro archeologico sulle tracce presenti nella Nazareth di oggi. “Ci ha accompagnato in questo viaggio”, ricorda Castellani, “il prof. Ken Dark della Reading University, con il contributo del Palestinian Exploration Fund di Londra e l’amichevole disponibilità delle Suore di Nazareth che custodiscono il sito. Non va dimenticata la collaborazione della Libreria Nazionale di Vienna e quella del prof. Thomas O’Loughlin, President of the Catholic Theological Association of Great Britain”.

Bologna. Alla XXI edizione di “Imagines” la rassegna del documentario archeologico promossa dal Gruppo Archeologico Bolognese il film di Alberto Castellani “Verso sud. Dalla Palestina all’Egitto sulle tracce di Yosef, Myriam e Yeshu’a” in prima internazionale. Il regista veneziano racconta come è riuscito a ricostruire il viaggio-fuga della Sacra Famiglia in Egitto, emigranti di duemila anni fa loro malgrado

“Il viaggio del racconto della Sacra Famiglia in Egitto è un tema che mi sta a cuore e che ho a lungo inseguito. Pensato all’indomani di un programma dedicato alle origini del monachesimo, ha avuto delle inevitabili interruzioni per l’esplosione della pandemia. Ora finalmente è stata completata la documentazione del percorso e montata la prima parte del filmato”. Il regista veneziano Alberto Castellani comincia così il promo del suo ultimo film “Verso sud. Dalla Palestina all’Egitto sulle tracce di Yosef Myriam e Yeshu’a” (Italia 2023, 50’) protagonista in prima internazionale alla XXI edizione di “IMAGINES. Obiettivo sul passato”, la rassegna del documentario archeologico promossa dal Gruppo Archeologico Bolognese. In programma una prima internazionale: appuntamento sabato 2 dicembre 2023, alle 15, nella Sala Eventi della Mediateca Comunale di San Lazzaro, in via Caselle n. 22 a San Lazzaro di Savena (Bologna). L’ingresso è libero, gratuito e aperto a tutti. Il progetto di Castellani è suddiviso in due episodi di 50 minuti, un itinerario di quasi quattromila chilometri tra Israele, Palestina, ed Egitto alla riscoperta di un viaggio che i Vangeli apocrifi ed il mondo Copto attribuiscono alla “Sacra Famiglia”, in fuga da Betlemme per sfuggire al disegno omicida di Erode ricordato come “Strage degli Innocenti”. A “Imagines” vedremo la prima parte “Da Betlemme a il Cairo”. E si avvale della consulenza di Alberto Elli, egittologo; Emanuele Ciampini, docente di Egittologia e Civiltà Copta all’università Ca’ Foscari Venezia ; Esther Pons Mellado, co-direttrice della missione archeologica di Ossirinco (El-Bahnasa), Egitto; Maite Mascort Roca, co-direttorice della missione archeologica di Ossirinco (El-Bahnasa), Egitto; Kom Abou Billou, istituto francese d’Archeologia Orientale; Giovanna Ferri, pontificio istituto di Archeologia Cristiana, Roma; Gabriele Castiglia, pontificio istituto di Archeologia Cristiana, Roma.

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Affresco con la fuga in Egitto della Sacra Famiglia nella chiesa di Santa Maria Foris Portas a Castelseprio (Va) (foto drm-lombardia)

La fuga della Sacra Famiglia da Betlemme all’Egitto è diretta conseguenza dell’editto di Erode: ogni maschio dai due anni in giù, nato a Betlemme o nel territorio circostante deve essere ucciso. Di villaggio in villaggio dilaga il terrore. Maria e Giuseppe prendono il bambino e fuggono: un tiranno vuole uccidere il loro figlio appena nato. Non restava che dirigersi oltre i confini della terra che li ha visti crescere, vivere la tribolazione di un espatrio forzato, divenire improvvisamente degli emigranti. Molti studiosi impegnati a ricostruire l’itinerario di quella famiglia, esprimono versioni contrastanti a partire dalle possibili scelte iniziali di Giuseppe. L’ itinerario più conosciuto, comune a gran parte delle carovane, suggeriva di intraprendere la via che conduceva ad Hebron. Secondo quanto emerge dal Vangelo Armeno dell’Infanzia, la Sacra Famiglia si sarebbe diretta successivamente verso la città di Askalon. Poi non esisteva altra possibilità che seguire uno dei tanti tracciati che incrociavano la cosiddetta Via Maris, una strada commerciale e militare che, in direzione Sud Est, collegava, attraverso il deserto del Negev, il levante con l’Egitto, lungo l’attuale striscia di Gaza. Di qui a Raphia, l’odierna Rafah, antica città di confine verso l’Egitto, da dove l’unica pista da seguire era rappresentata da uno wadi, un territorio desertico conosciuto come “fiume d’Egitto”. Comincia così il lungo “vagabondaggio” della Sacra Famiglia in terra d’Egitto che oggi è conosciuto come il “Cammino della Sacra Famiglia”: 25 località e un itinerario di 3.500 chilometri attraverso undici Governatorati, dal Delta del Nilo all’Alto Egitto. “Questo percorso – ha sottolineato Tawadros II, Papa copto ortodosso -, continuerà a rappresentare una benedizione e un motivo di fierezza per il popolo egiziano e sarà uno tra i più estesi pellegrinaggi del mondo”. Castellani segue passo passo il viaggio della Sacra Famiglia attraverso testimonianze, tracce archeologiche e memorie bibliche. “Spero che dalla visione di questo contributo”, si augura in conclusione il regista Castellani, “possa emergere il mio impegno nel raccontare una storia misteriosa e affascinante. Forse poco nota al grande pubblico. Con l’augurio che grazie anche a questa iniziale proposta il film sia in grado di suscitare interesse e trovare diffusione internazionale da parte dei media”.

 

Bologna. Alla Mediateca di San Lazzaro la XXI edizione di “IMAGINES. Obiettivo sul passato”, la rassegna del documentario archeologico promossa dal Gruppo Archeologico Bolognese. In programma una prima internazionale: l’ultimo film del regista veneziano Alberto Castellani sulle tracce della Sacra Famiglia in Egitto

bologna_gabo_imagines_programma-2023_locandinaTorna “IMAGINES. Obiettivo sul passato”, la rassegna del documentario archeologico giunta alla sua XXI edizione, promossa come da tradizione alla fine dell’autunno dal Gruppo Archeologico Bolognese, con una prima internazionale: il film di Alberto Castellani “Verso sud. Dalla Palestina all’Egitto sulle tracce di Yosef, Myriam e Yeshu’a”. Il regista veneziano l’aveva annunciato nella tarda primavera, alla vigilia di un suo nuovo viaggio in Giordania, che la sua ultima fatica sarebbe stata pronta per l’autunno. Ora ci siamo. E “Imagines” ne sarà la vetrina speciale. Appuntamento sabato 2 dicembre 2023, alle 15, nella Sala Eventi della Mediateca Comunale di San Lazzaro, in via Caselle n. 22 a San Lazzaro di Savena (Bologna). L’ingresso è libero, gratuito e aperto a tutti, fino a esaurimento dei posti disponibili. IMAGINES è una rassegna voluta per creare un’occasione in cui i soci del Gruppo ed il pubblico bolognese appassionato di Archeologia e Storia potessero trovarsi per assistere alla proiezione di documentari e filmati di contenuto storico – archeologico introdotti da archeologi esperti del settore, dagli autori o dai registi. Dal 2014 la rassegna è organizzata insieme al museo della Preistoria “Luigi Donini” di San Lazzaro e si svolge alla Mediateca del comune di San Lazzaro.

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Frame del film di Alberto Castellani “Verso sud. Dalla Palestina all’Egitto sulle tracce di Yosef, Myriam e Yeshu’a”

PROGRAMMA. Alle 15, accoglienza dei partecipanti. Alle 15.15, proiezione del film “Verso sud. Dalla Palestina all’Egitto sulle tracce di Yosef, Myriam e Yeshu’a” (Italia 2023, 50’) di Alberto Castellani, un itinerario di quasi quattromila chilometri tra Israele, Palestina, ed Egitto alla riscoperta di un viaggio che i Vangeli apocrifi ed il mondo Copto attribuiscono alla “Sacra Famiglia”, in fuga da Betlemme per sfuggire al disegno omicida di Erode ricordato come “Strage degli Innocenti”. Alle 16.30, proiezione del film “Nel regno di Kokalos” di Gaspare Mannoia. Alle 17, intervallo. Alle 17.15, proiezione del film “Sulla via di Petra” (Italia 2013, 60’) di Alberto Castellani, che ripercorre le principali tappe del viaggio in Giordania compiuto due secoli fa dall’archeologo e antropologo svizzero Johann Ludwig Burckardt, che riscopri la favolosa Petra, a lungo dimenticata e avvolta nella leggenda. Un’occasione per visitare, sulla scorta del suo diario, testimonianze archeologiche del territorio giordano note e inedite, contribuendo così ad una migliore conoscenza del popolo Nabateo, a lungo protagonista del commercio carovaniero dall’Arabia al Mediterraneo. Alle 18.45, estrazione, brindisi e saluti.

Venezia. All’Ateneo Veneto focus sull’Afghanistan com’era, come è cambiato, com’è oggi: prima il film di Alberto Castellani “Afghanistan: tracce di una cultura sfregiata”, poi il contributo di Francesca Grisot (Ca’ Foscari) e le testimonianze di alcuni giovani migranti afghani

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La valle di Bamiyan in Afghanistan con quel che resta dei Budda fatti saltare dai Talebani (foto TOI)

 

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Il regista Alberto Castellani durante la produzione del film “Afghanistan. Tracce di una cultura sfregiata”

Afghanistan: com’era, come è cambiato, com’è oggi. Sarà un pomeriggio speciale quello promosso dall’Ateneo Veneto per conoscere questo Paese straordinario, crocevia di culture e di contrasti, tra passato e presente, attraverso la narrazione-denuncia del film di Alberto Castellani “Afghanistan: tracce di una cultura sfregiata” e le testimonianze di alcuni giovani migranti afghani. Appuntamento giovedì 2 marzo 2023, alle 17, nell’aula magna dell’Ateneo Veneto in campo S. Fantin 1897 a Venezia. Ingresso libero fino a esaurimento dei posti disponibili. Coordina il giornalista Maurizio Del Maschio. Dopo il saluto di Antonella Magaraggia, presidente Ateneo Veneto, con il regista Alberto Castellani introduce il film Francesca Grisot, PhD in Lingue Culture e Società, Subject Expert al Dipartimento di Studi linguistici e culturali comparati di Ca’ Foscari, presidente dell’organizzazione di volontariato A2030 Social Innovation Designers, per la promozione dei valori dell’Agenda ONU 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, ideatrice e Project manager del progetto “Afghanistan 2030. Next Leaders”. In un tempo in cui il tema Afghanistan rischia di passare in secondo piano, di fronte ad altri eventi drammatici nel frattempo verificatisi, l’incontro veneziano intende offrire un focus su ciò che sta continuando a vivere quel Paese dal drammatico 15 agosto 2021, allorché l’opinione pubblica internazionale ebbe la consapevolezza che l’Afghanistan aveva assunto un nome nuovo, divenendo un “Emirato islamico”: con le conseguenze che conosciamo.

“Afghanistan: tracce di una cultura sfregiata” di Alberto Castellani (Italia 2022, 60’). Opera ultima del regista veneziano, il filmato propone uno sguardo su un popolo devastato da decenni di guerra, travolto da un presente di miseria, emarginazione ed isolamento sociale. Ma nel tempo in cui l’Afghanistan rischia di perdere la propria identità, un aiuto può giungere -viene sostenuto dal film- da qualcosa che pare impossibile possa germogliare lì dove regnano distruzione e morte. Il riferimento è all’Archeologia, che, con le sue capacità di scoprire e ricostruire il passato, è in grado di fornire un prezioso contributo per la rinascita di un popolo. Antiche pietre possono apparire segni anacronistici di fronte all’urgenza del pane che scarseggia, alla carenza di farmaci, al riproporsi di odiose regole discriminatorie basate sulla differenza di sesso. Eppure – è stato scritto – “le pietre parlano”, ci raccontano una storia, salvaguardano una coscienza: sono la terribile testimonianza di una dolorosa realtà, ma anche la traccia da salvare per una possibile rinascita (vedi Rovereto. Gran finale del 33.mo RAM film festival con un evento speciale: dopo il premio del pubblico al miglior film, anteprima assoluta del film “Afghanistan. Tracce di una cultura sfregiata” di Alberto Castellani | archeologiavocidalpassato).

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Francesca Grisot (Ca’ Foscari)

Subito dopo la proiezione, verrà dato spazio a un aggiornamento sull’attuale situazione dell’Afghanistan e sulle attività del progetto “Afghanistan 2030. Next Leaders” sviluppato da A2030 Social Innovation Designers e sostenuto, tra gli altri, da due fondazioni con forti radici veneziane come The Human Safety Net e Fondazione Elena Trevisanato Onlus. Se ne farà portavoce Francesca Grisot, manager del progetto “Afghanistan 2030. Next Leaders”. Saranno presenti in aula magna alcuni giovani talentuosi “Next Leaders”, migranti afghani con profili altamente qualificati, giunti appositamente da diverse città del Veneto. Alcuni rilasceranno la loro personale testimonianza sull’esperienza vissuta nel loro paese e sull’attuale percorso formativo in Italia.

Firenze. Tra un mese al via la quinta edizione di Firenze Archeofilm: un’ottantina di film, moltissime anteprime. Ecco alcune anticipazioni

firenze_archeofilm_2023_locandinaEsattamente tra un mese, il 1° marzo 2023, nelle sale dello storico Cinema La Compagnia, a Firenze in via Cavour 50 rosso, con la proiezione del film vincitore nel 2022 “Il giuramento di Ciriaco / The oath of Cyriac” di Olivier Bourgeois aprirà la quinta edizione di Firenze Archeofilm, il grande cinema che racconta la vicenda dell’Uomo, promosso da Archeologia Viva (Giunti editore) con il patrocinio e la collaborazione dell’università di Firenze e la partecipazione del museo e istituto fiorentino di Preistoria “Paolo Graziosi”: direttore Giuditta Pruneti, responsabile della comunicazione Giulia Pruneti, collaborazione tecnica Luigi Forciniti, consulente cinematografico V edizione Dario Di Blasi. Per cinque giornate, dal 1° al 5 marzo 2023, mattino, pomeriggio e sera, il meglio della produzione mondiale sui temi di archeologia, arte e ambiente. In programma un’ottantina di film: 63 in concorso, tra cui moltissime anteprime, provenienti da 16 nazioni diverse, e 15 nella sezione “Original Sound” con film in lingua originale (greco, spagnolo, francese, portoghese, turco). Domenica 5 marzo, a conclusione della rassegna, saranno assegnati i seguenti premi: premio “Firenze Archeofilm” 2023 al film più votato dal pubblico; premio “Università di Firenze”: giuria composta da docenti dell’università di Firenze: Silvia Pezzoli (docente di Scienze della comunicazione), Domenico Lo Vetro (docente di Archeologia preistorica); premio “Studenti UniFi” per il miglior cortometraggio: giuria coordinata da Diego Brugnoni; premio “Museo e Istituto Fiorentino di Preistoria Paolo Graziosi” al miglior film di archeologia preistorica: giuria composta da Massimo Tarassi (storico, dirigente Cultura della Provincia di Firenze, membro del CdA del museo e istituto fiorentino di Preistoria), Domenico Lo Vetro (docente di Archeologia preistorica), Fabio Martini (archeologo, docente all’università di Firenze e presidente del museo e istituto fiorentino di Preistoria); premio Archeologia Viva per la comunicazione del patrimonio.

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Il Cinema La Compagnia ospita il Firenze Archeofilm (foto AV / giunti)

“Potremmo presentare Firenze Archeofilm 2023 come il Giro del mondo in 80 film”, scrive Giuditta Pruneti, direttore della Rassegna. “Il mondo dell’archeologia, della storia, dell’arte, dell’ambiente, tra nuove scoperte e “vecchie” ma sempre affascinanti storie. È l’uomo che attraverso il cinema racconta se stesso, omaggia il proprio passato, un mare non sempre limpido in cui però è fondamentale imparare a specchiarsi. Un festival che ogni anno rinnova la ferma volontà di farsi promotore di film e documentari che in molti casi troverebbero, ingiustamente, scarsa visibilità. Sempre lontano da scontati sensazionalismi, nel pieno rispetto della linea dettata da Archeologia Viva, rivista organizzatrice dell’evento. Questa quinta edizione dà voce a una selezione di ben ottanta documentari arrivati da ogni angolo del pianeta: Francia, Stati Uniti, Spagna, Malesia, Regno Unito, Italia, Iran, Germania, Australia, Portogallo, Turchia, Cina, Indonesia, Grecia, Svizzera, Brasile… Una voce che parla molte lingue ma che ci comunica lo stesso amore e lo stesso rispetto per l’Uomo che è stato, e forse speranza per l’Uomo che sarà”.

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Frame del film iraniano “Radkan Tower / La Torre di Radkan”

È proprio Dario Di Blasi, consulente cinematografico di Firenze Archeofilm, a farci qualche anticipazione sul ricco programma. Cominciamo con un interessante film iraniano “Radkan Tower / La Torre Radkan “. “La cinematografia iraniana – scrive Di Biasi – si dimostra sempre vitale e professionalmente ottima a dimostrazione dell’amore di quel popolo per la cultura. Bisogna incentivarla e promuoverla anche a sostegno delle donne che lottano per la loro libertà ed emancipazione e che da sempre sono una grande forza culturale per l’Iran”. La Radkan Tower, questa torre conica in mattoni di 25 metri, attira da secoli l’attenzione dei visitatori. Era una tomba personale sopraelevata? O un capolavoro astronomico? Secondo recenti scoperte, la Torre Radkan è ora ritenuta uno strumento astronomico altamente avanzato, costruito quasi 800 anni fa sotto la supervisione di Khawaja Nasir al-Din al-Tusi. “La Torre Radkan” ha la capacità di determinare l’ora del cambio di ogni stagione e portare buone notizie dell’arrivo della primavera.

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Frame del film “Scoperta la città perduta di Tutankhamon / Tut’s Lost City Revealed”

Di Blasi segnala poi un’opera inedita inglese prodotta da Caterina Turoni per Discovery+ “Scoperta la città perduta di Tutankhamon / Tut’s Lost City Revealed”: un secolo fa, Howard Carter scoprì gli sbalorditivi tesori del re bambino, Tutankhamon. Ora, il leggendario archeologo Dr. Zahi Hawass ha scoperto una città d’oro perduta che custodisce i segreti degli ultimi giorni di Tut e dell’età dell’oro dell’Egitto.

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L’archeologa Sara Levi in un frame del film “Stromboli: a provocative island / Stromboli: un’isola provocatoria”

Alla quinta edizione di Firenze Archeofilm sarà proiettato il film “Stromboli: a provocative island / Stromboli: un’isola provocatoria” di Pascal Guerin che presenta la ricerca curata dall’archeologa Sara Levi. Lo scavo ripreso da telecamere documenta la presenza di attività umane in un’isola dove vivere è sempre stato difficile per le attività di un vulcano sempre attivo.

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Frame del film “La stele mancante” sul megalitismo a Carnac in Bretagna

Di megalitismo si parla nel film su Carnac, in Bretagna, “La Stele Mancante”. Immersi nella quieta campagna del Morbihan meridionale, i menhir di Carnac si distinguono per il loro incredibile allineamento. Carnac vanta più di 3000 menhir, risalenti a 7000 anni fa. All’interno del parco archeologico, si possono esplorare 3 siti distinti: Ménec, Kermario e Kerlescan. Questi allineamenti si estendono per quasi 4 chilometri: le pietre sono affilate in ordine decrescente e ogni allineamento termina con un recinto megalitico. Gli studiosi e gli archeologi hanno cercato di trovare una spiegazione per questa tipologia di costruzione. Le ipotesi sono diverse: monumenti religiosi, culto della luna o del sole, calendario per l’agricoltura o addirittura, secondo un’antica leggenda, un intero esercito romano trasformato in pietre. Sebbene certezze non ve ne siano, l’ipotesi più attendibile sarebbe quella di funzione sacra e funeraria.

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Frame del film “Mamody, the last baobab diggher / Mamody, l’ultimo scavatore di baobab”

Tra le ultime segnalazioni di Di Blasi un film francese di carattere etnografico pluripremiato “Mamody, the last baobab diggher / Mamody, l’ultimo scavatore di baobab”. L’approccio sviluppato viene utilizzato per localizzare e caratterizzare gli ecosistemi di baobab del Madagascar e delle Comore, per studiare l’impatto dei cambiamenti globali su questi ecosistemi e per valutare la rilevanza della rete di aree protette attuali e future per la conservazione del genere Adansonia. Viene testato per descrivere l’organizzazione spaziale dei chiodi di garofano e le loro dinamiche sulla costa orientale del Madagascar. Sarà presto applicato alla localizzazione del rimboschimento di eucalipto nella regione di Anjozorobe, all’identificazione di piantagioni di litchi lungo la costa orientale e alla caratterizzazione delle dinamiche di deforestazione (agricoltura su disboscamento/taglio e bruciatura) nell’ovest del Madagascar. Per mettere in prospettiva questa diversità di applicazioni, si sta studiando un metodo più generico e concettuale.

Venezia. Al Centro Congressi del Circolo Esercito proiezione del film di Alberto Castellani “Sulla via di Petra” con lectio di Dario Di Blasi su “Archeologia e Cinema, un rapporto difficile ma necessario”

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Madain Saleh, in Arabia Saudita, l’altra Petra realizzata dai Nabatei (foto castellani)

 

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Il regista Alberto Castellani durante le riprese a Basilea con Burckhardt (foto castellani)

 

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Dario Di Blasi, direttore artistico di rassegne del cinema archeologico

Petra come non l’avete mai vista, con gli occhi cioè del suo scopritore, lo svizzero Johann Ludwig Burckhardt, che proprio due secoli fa individuò le rovine della città nabatea. Non è un caso che muova proprio da Basilea il film del regista veneziano Alberto Castellani “Sulla via di Petra” (Italia, 2013; 50’) che venerdì 16 dicembre 2022, alle 17.30, viene presentato per la prima volta a Venezia nel Centro Congressi del Circolo Esercito (Palazzo Cornoldi – Riva degli Schiavoni, Castello 4142 – 30122 Venezia) nell’ambito delle iniziative culturali organizzate in Venezia dall’UCSI – Unione Cattolica Stampa Italiana ed in collaborazione con il Presidio Militare sito a Palazzo Cornoldi. Il film, della durata di 50 minuti, è stato realizzato in Giordania seguendo l’originario percorso compiuto due secoli fa dall’antropologo e archeologo svizzero Johann Ludwig Burckhardt, che riscoprì la favolosa Petra, patrimonio dell’Umanità UNESCO dal 1985, a lungo dimenticata o avvolta nella leggenda. Rappresenta un’occasione per visitare, sulla base del diario del suo scopritore, testimonianze archeologiche del territorio giordano note e inedite, contribuendo così a una migliore conoscenza del popolo Nabateo, a lungo protagonista del commercio carovaniero dall’Arabia al Mediterraneo. La proiezione, dopo i saluti del Col. Raffaele Barcone, sarà introdotta da Giannantonio Schiaffino, presidente UCAI Venezia; segue la relazione di Dario Di Blasi sul tema “Archeologia e Cinema: un rapporto difficile ma necessario” (“Un argomento – anticipa il direttore artistico di molti festival di cinema archeologico – che mi sta da sempre a cuore e che ho diffusamente trattato durante le mie lezioni in occasione di un master all’università di Macerata nell’autunno scorso”. Quindi il regista Castellani presenterà il suo film e l’esperienza vissuta cui seguirà la proiezione del film “Sulla via di Petra”. Considerato il contesto ove avverrà la proiezione, chi è interessato è pregato di contattare il dr. Schiaffino al seguente email: gianantonio.schiaffino@gmail.com, per il conseguente accesso in relazione alla disponibilità dei posti. Come di norma si potrà accedere al Circolo dell’Esercito solamente specificando i nominativi dei singoli partecipanti. Graditi giacca e cravatta.