Rovereto. Gran finale del 33.mo RAM film festival con un evento speciale: dopo il premio del pubblico al miglior film, anteprima assoluta del film “Afghanistan. Tracce di una cultura sfregiata” di Alberto Castellani

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La valle di Bamiyan in Afghanistan con quel che resta dei Budda fatti saltare dai Talebani (foto TOI)

Cala il sipario sulla 33.ma edizione del RAM film festival di Rovereto. Con un evento speciale. Domenica 2 ottobre 2022 la cerimonia di premiazione, alle 18, al teatro Zandonai, con l’annuncio del film premiato dal pubblico, non chiuderà ufficialmente la kermesse perché ci sarà ancora spazio per una chicca, sicuramente apprezzata dagli appassionati: la proiezione in anteprima assoluta, fuori concorso, del film “Afghanistan. Tracce di una cultura sfregiata” (Italia, 2022; 52’) di Alberto Castellani, per dare voce e spazio al dolore, alla sofferenza ma anche alla lotta per resistere e salvare il patrimonio, della nazione e del popolo afghano. L’Afghanistan, il cui patrimonio è sottoposto a sistematico saccheggio, rischia di perdere la propria identità e di svegliarsi dal caos attuale senza la coscienza di possedere una storia. L’Archeologia con le sue capacità di scoprire e ricostruire il passato può fornire un prezioso contributo per la sua rinascita. Il valore della cultura è universale, e il RAM film festival vuole tenere ben presente quello che succede nel mondo.

È lo stesso regista veneziano, che non sarà presente a Rovereto, a introdurre la proiezione del suo ultimo film con un intervento video in cui sottolinea l’eccezionalità di questo Paese: “L’Afghanistan è crogiolo di tre grandi civiltà: quella mediterranea, quella indiana e quella cinese; è crocevia di religioni: la greco ellenistica, il buddismo, l’islam; è una singolare compresenza di popoli che, in passato, hanno rappresentato spesso un esempio di tolleranza e amalgama culturale. Elementi che stridono con i recenti oscurantismi a sfondo religioso”. E conclude: “Ricostruire la vicenda afgana attraverso il valore e la bellezza delle sue opere d’arte, spesso poco conosciute in occidente, riportare l’avventura di decennali scavi archeologici, far rivivere l’emozione della scoperta di tesori sepolti è anche il tema a cui si ispira questo programma”.

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