Paestum. La Borsa mediterranea del Turismo archeologico annuncia le 5 scoperte archeologiche del 2024 candidate alla vittoria della 11ª edizione dell’International Archaeological Discovery Award “Khaled al-Asaad”: sono in Cambogia (statue di arenaria); Creta (Grecia) (palazzo che richiama al labirinto); Israele (carico di un naufragio dell’età del Bronzo); Perù (tempio cerimoniale di 5000 anni fa); Turchia (strada colonnata romana)
In Cambogia, nel terreno sabbioso 100 pezzi di statue in arenaria; in Grecia, sull’Isola di Creta, un misterioso palazzo che richiama il mito del labirinto; in Israele, al largo di Haifa il carico di un naufragio nella tarda età del Bronzo; in Perù, un tempio cerimoniale di 5.000 anni sotto una duna di sabbia; in Turchia, una strada colonnata romana lunga 800 metri: sono le cinque scoperte archeologiche del 2024 finaliste della 11ª edizione dell’International Archaeological Discovery Award “Khaled al-Asaad”: intitolato all’archeologo di Palmira che ha pagato con la vita la difesa del patrimonio culturale, è l’unico riconoscimento a livello mondiale dedicato al mondo dell’archeologia e in particolare ai suoi protagonisti, gli archeologi, che con sacrificio, dedizione, competenza e ricerca scientifica affrontano quotidianamente il loro compito nella doppia veste di studiosi del passato e di professionisti a servizio del territorio. Il Premio International Archaeological Discovery Award “Khaled al-Asaad”, promosso dalla Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico e da Archeo, sarà consegnato a Paestum venerdì 31 ottobre in occasione della XXVII BMTA, in programma a Paestum dal 30 ottobre al 2 novembre 2025. La Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico e Archeo hanno infatti inteso dare il giusto tributo alle scoperte archeologiche attraverso questo Premio annuale assegnato in collaborazione con le testate internazionali media partner della Borsa: Antike Welt (Germania), arCHaeo (Svizzera), Archäologie in Deutschland (Germania), Archéologia (Francia), Current Archaeology (Regno Unito), Dossiers d’Archéologie (Francia). Il direttore della BMTA Ugo Picarelli e il direttore di Archeo Andreas Steiner hanno condiviso questo cammino in comune, consapevoli che “le civiltà e le culture del passato e le loro relazioni con l’ambiente circostante assumono oggi sempre più un’importanza legata alla riscoperta delle identità, in una società globale che disperde sempre più i suoi valori”. Il Premio, dunque, si caratterizza per divulgare uno scambio di esperienze, rappresentato dalle scoperte internazionali, anche come buona prassi di dialogo interculturale e cooperazione tra i popoli. Inoltre, sarà attribuito uno “Special Award” alla scoperta, tra le cinque candidate, che avrà ricevuto il maggior consenso dal grande pubblico nel periodo 7 luglio – 7 ottobre 2025 sulla pagina Facebook della Borsa (www.facebook.com/borsamediterraneaturismoarcheologico). Ecco le cinque scoperte archeologiche finaliste, annunciate dalla segreteria del Premio.
Cambogia, nel terreno sabbioso 100 pezzi di statue in arenaria. Nel corso di recenti scavi di restauro condotti al Tempio Ta Prohm, una delle più iconiche strutture del complesso di Angkor, l’Autorità Nazionale APSARA ha scoperto più di 100 pezzi di statue di Buddha in arenaria, grazie agli esperti del Dipartimento di Conservazione Monumenti e Archeologia Preventiva. I frammenti recuperati includono una varietà di rappresentazioni, tra cui statue di Buddha protette da un Naga, statue di Avalokite śvara e altri frammenti di statue. L’archeologo Neth Simon, che ha guidato il team di scavo, ha spiegato che la scoperta è avvenuta durante la pulizia di un ammasso di terreno situato sul lato sud del muro in laterite del terzo recinto del tempio Ta Prohm, a una profondità di 10-15 cm e scavando più a fondo sono emersi sempre più frammenti di statua, oltre 100 pezzi, con altezze di circa mezzo metro e larghezze comprese tra 40 e 50 cm, per i quali si ipotizza che appartengano allo stile Bayon, XIII-XIV sec. circa, periodo noto per la sua raffinata arte scultorea e architettonica. Il Bayon fu eretto nei primi anni del XIII sec. come tempio di stato dal Re Jayavarman VII. Situato al centro di Angkor Thom, la sua peculiarità principale sono i numerosi volti sorridenti scolpiti sulle quattro facce delle torri a sezione quadrata che si ergono verso la maestosa torre centrale.
Grecia, sull’Isola di Creta, un misterioso palazzo che richiama il mito del labirinto. Durante la costruzione di un nuovo aeroporto, sulla cima della collina di Papoura, a nord-ovest della città di Kastelli, è stato scoperto un monumento risalente a 4000 anni fa, che si ritiene risalga alla civiltà minoica. L’edificio con mura circolari e stanze intricate, del diametro di 48 mt e con superficie di 1800 mq, che si sviluppa in otto anelli, era adibito forse a funzioni religiose. La struttura circolare, che ricorda una gigantesca ruota, ha fatto scattare l’accostamento al mito di Arianna. La civiltà minoica, del resto, risale all’età del Bronzo ed è sorta sull’isola di Creta circa dal 2700 a.C. al 1400 a.C. e l’edificio si inquadra in un periodo importante di Creta, che vede nel giro di pochi decenni la nascita sull’isola di imponenti palazzi come quello di Cnosso e Festo. La presenza di molte ossa di animali, rinvenute tra i reperti di ceramica, suggerisce un uso per feste rituali, che prevedevano cibo, vino e altre offerte. E se i palazzi minoici erano disposti su planimetrie quadrate o rettangolari, la struttura scoperta è circolare, forma che si trova più spesso nelle tombe minoiche. Potrebbe essere, dunque, un tumulo con le strutture di rinforzo, che seguono il modello del cerchio con elementi circolari e a raggiera, che potevano dar luogo a diverse stanze. Il culto degli antenati e i rituali, che prevedevano l’utilizzo di tumuli, sono diffusi nella Grecia nell’età del bronzo.
Israele, al largo di Haifa il carico di un naufragio dell’età del Bronzo. Risalente a circa 3400 anni fa, nella tarda età del Bronzo, a 90 km dalla costa e sul fondale a 1800 mt di profondità, ritrovato il relitto di una nave mercantile con centinaia di anfore intatte, l’unico così al largo e di un’epoca così antica. La grande pila di anfore è stata scoperta grazie ai rilievi condotti da Energean, compagnia di gas naturale, che opera nelle piattaforme al largo, durante l’esplorazione del fondale marino alla ricerca di nuove opportunità di scavo per l’apertura di altri pozzi. Jacob Sharvit, capo dell’unità marina dell’Autorità israeliana, che si occupa di reperti antichi, ipotizza che la nave fosse lunga 12-16 mt per trasportare prodotti di largo consumo, come olio, vino e frutta e che sia affondata all’improvviso per una tempesta o un attacco pirata, eventi comuni nella tarda età del Bronzo, definendo il ritrovamento “una scoperta che cambia la storia a livello mondiale”. La posizione del relitto, lontano da qualsiasi linea di costa visibile, rivela l’abilità dei marinai di navigare attraverso il Mediterraneo senza vedere la terraferma, sfidando le ipotesi accademiche precedenti, che suggerivano una navigazione esclusivamente costiera, in quanto i relitti antichi trovati finora nel Mediterraneo erano in acque poco profonde, uno al largo dell’isola disabitata di Dokos, in Grecia; altri due al largo delle coste turche, Uluburun e la barca di Capo Gelidonya che si è schiantata sugli scogli. Qui lo scenario completamente diverso ha richiesto un sommergibile robotizzato ad alta tecnologia per intervenire sul relitto.
Perù, un tempio cerimoniale di 5000 anni sotto una duna di sabbia. Nel distretto di Zaña (scritto anche Saña), nel Perù nord-occidentale, i ricercatori hanno scoperto ciò che restava delle mura di un tempio a più piani e, incastrati tra le mura, gli scheletri di tre adulti. Il sito del tempio fa parte del complesso archeologico Los Paredones de la Otra Banda-Las Ánimas. Per Luis Armando Muro Ynoñán, direttore del progetto archeologico dei paesaggi culturali di Úcupe – Valle di Zaña, trattasi di un complesso religioso in uno spazio archeologico definito da muri costruiti in fango, con una scalinata centrale, da cui si saliva a una specie di palco nella parte centrale, le cui pareti erano decorate con intricati fregi raffiguranti immagini del corpo umano con una testa di uccello, tratti felini e artigli di rettile; le parti superiori delle pareti, invece, erano rivestite di un intonaco fine con un disegno pittorico. È stato portato alla luce anche un altro monumento risalente a un periodo compreso tra il 600 e il 700 d.C., che sarebbe avvenuto durante il periodo Moche del Perù, popolazione che praticava sacrifici umani e noti per i grandi templi e le opere d’arte, tra cui calici di ceramica modellati in modo da sembrare teste umane.
Turchia, una strada colonnata romana lunga 800 metri. Durante scavi archeologici condotti nella Torre Hıdırlık, uno dei simboli storici più rilevanti di Antalya, rinomata località turistica nel sud della Turchia, è stata scoperta una strada colonnata di epoca romana, che si sviluppa su una lunghezza di 800 mt. Nel 133 a.C. la città fu annessa dai Romani ed è per questo che la romanità del luogo conserva importanti vestigia, tra le quali la porta di Adriano, un arco trionfale realizzato intorno al 130 d.C. in onore dell’imperatore. La Torre romana Hıdırlık rappresenta uno dei monumenti più antichi sopravvissuti nella città di Antalya. Situata all’incrocio tra Kaleiçi, il quartiere storico della città, e il Parco Karaalioğlu, si caratterizza per essere costruita con blocchi di pietra giallo-marrone, un dettaglio che conferisce un’aura di antichità e maestosità. La Direzione del Museo di Antalya e la Municipalità metropolitana mirano a trasformare la torre in un sito culturale e turistico di rilievo. Il direttore del progetto della Municipalità, Ezgi Öz, ha dichiarato che la strada, già scavata per circa 100 mt, sembra estendersi fino a Üçkapılar, rivelando così un collegamento diretto con il mare, con una lunghezza totale di 800 mt. Il completamento del progetto porterà alla realizzazione di una vasta terrazza panoramica, la più grande in Turchia, che consentirà al pubblico di ammirare le strutture storiche esposte attraverso coperture di vetro, oltre ad aree pedonali in legno per garantire un’esperienza completa e immersiva.
Nel 2015 il Premio è stato assegnato a Katerina Peristeri, responsabile degli scavi, per la scoperta della Tomba di Amphipolis (Grecia); nel 2016 all’INRAP Institut National de Recherches Archéologiques Préventives (Francia), nella persona del presidente Dominique Garcia, per la Tomba celtica di Lavau; nel 2017 a Peter Pfälzner, direttore della missione archeologica, per la città dell’Età del Bronzo presso il villaggio di Bassetki nel nord dell’Iraq; nel 2018 a Benjamin Clément, responsabile degli scavi, per la “piccola Pompei francese” di Vienne; nel 2019 a Jonathan Adams, responsabile del Black Sea Maritime Archaeology Project (MAP), per la scoperta nel Mar Nero del più antico relitto intatto del mondo; nel 2020 a Daniele Morandi Bonacossi, direttore della Missione Archeologica Italiana nel Kurdistan Iracheno e ordinario di Archeologia e Storia dell’Arte del Vicino Oriente Antico dell’università di Udine, per la scoperta di dieci rilievi rupestri assiri raffiguranti gli dèi dell’Antica Mesopotamia; nel 2021 alla scoperta di “centinaia di sarcofagi nella necropoli di Saqqara in Egitto”; nel 2022 a Zahi Hawass, direttore della Missione Archeologica che ha scoperto “la città d’oro perduta”, fondata da Amenhotep III, riaffiorata dal deserto nei pressi di Luxor; nel 2023 ad Agnese Carletti sindaco di San Casciano dei Bagni in rappresentanza dell’amministrazione comunale titolare dell’area e a Jacopo Tabolli responsabile scientifico dello scavo per la scoperta delle 24 statue di bronzo di epoca etrusca e romana riaffiorate dal fango a San Casciano dei Bagni (provincia di Siena); nel 2024 al MOLA Museum of London Archaeology per la scoperta a Londra, nel quartiere di Southwark, dei resti di un mausoleo romano.
#domenicalmuseo. Nella prima domenica di luglio il Colosseo con 14.784 ingressi torna al primo posto della classifica assoluta, seguito dal Pantheon (12.343 ingressi) e da Pompei (11.530)
Centinaia di migliaia di cittadini e turisti hanno visitato musei e parchi archeologici statali aperti gratuitamente per la #domenicalmuseo di luglio, godendo liberamente del patrimonio culturale nazionale. Una opportunità che ha permesso di ammirare, oltre alle collezioni permanenti, i nuovi spazi e le opere presenti nelle diverse mostre in corso nei luoghi della cultura statali: dalla mostra “Magna Mater” al Parco archeologico del Colosseo a “Corpi moderni” alle Gallerie dell’Accademia di Venezia con l’esposizione, tra l’altro, del celebre disegno dell’Uomo Vitruviano di Leonardo da Vinci, alla mostra “Firenze e l’Europa” alle Gallerie degli Uffizi a Firenze. Il Colosseo con 14.784 ingressi torna al primo posto della classifica assoluta, seguito dal Pantheon (12.343 ingressi) e da Pompei (11.530).

Al museo Archeologico nazionale di Napoli in viista nel nuovo allestimento “Domus. Gli arredi di Pompei” (foto sergio siano)
Ecco i numeri relativi a parchi e musei archeologici. Colosseo. Anfiteatro Flavio 14.784; Pantheon – Basilica di Santa Maria ad Martyres 12.343; area archeologica di Pompei 11.530; Foro Romano e Palatino 8.918; museo Archeologico nazionale di Napoli 3.000; Terme di Diocleziano 1.877; museo e area archeologica di Paestum 1.856; parco archeologico di Ercolano 1.796; museo Archeologico di Venezia 1.180; Palazzo Massimo 1.063; museo Archeologico nazionale di Reggio Calabria 1.057; area archeologica di Ostia antica 972; Palazzo Altemps 857; Villa Adriana 788.
Baia (Na). Al Castello Aragonese entra nel vivo “ANTRO” il festival del parco archeologico dei Campi Flegrei che propone appuntamenti con l’arte, la musica, la danza, coinvolgendo anche Cuma e l’anfiteatro di Pozzuoli, sul tema “Ausus se credere caelo” (Osando affidarsi al cielo). Il direttore Pagano: “Un invito a superare barriere, confini, limiti”. Ecco il programma
Con lo spettacolo “Selene e il mito di Cassiopea”, domenica 6 luglio 2025, alle 21, al Castello di Baia, entra nel vivo “ANTRO 2025”, il festival del parco archeologico dei Campi Flegrei che, dal 5 al 20 luglio 2025, mette in cartellone appuntamenti con l’arte, la musica, la danza e la conoscenza in tre luoghi: il cuore resta il Castello Aragonese di Baia ma la rassegna propone eventi anche al Parco archeologico di Cuma e all’Anfiteatro Flavio di Pozzuoli. “Selene e il mito di Cassiopea”, a cura di Casa Shakespeare, regia e drammaturgia di Livia Bertè, coreografie e movimenti scenici di Luisa Leone, è uno spettacolo tra teatro, musica e danza che ci porta nell’antica Grecia, alla scoperta di Selene, dea della Luna, nata dai titani Iperione e Teia. Sorella di Elio (il Sole) ed Eos (l’Aurora), Selene è una figura eterea e ancestrale, che ha dato vita ai culti lunari di Artemide, Diana ed Ecate. Attraverso una narrazione teatralizzata, seguiremo il mito della sua bellezza folgorante, capace di far innamorare dei ed esseri umani. Dalle sue lacrime nascerà il firmamento, e la costellazione più luminosa: Cassiopea. Un racconto mitico che esplora le origini del tempo ciclico, scandito dalle fasi lunari, e dell’amore tra Selene e suo fratello Apollo. Una performance evocativa e suggestiva, nella cornice notturna del Castello di Baia.
Il titolo scelto quest’anno per ANTRO è “Ausus se credere caelo” – Osando affidarsi al cielo. Finanziato dal parco archeologico dei Campi Flegrei, il festival Antro 2025 si è aperto sabato 5 luglio, alle 21, al Castello Aragonese di Baia con la conferenza “Di voli, cavalcate e altre utopie flegree” a cura del direttore del parco archeologico dei Campi Flegrei Fabio Pagano che, partendo dal tema di questa edizione “Ausus se credere caelo” (“Osando affidarsi al cielo”) – un passo tratto da libro VI dell’Eneide di Virgilio (VI, 15) –, ha offerto una lettura inedita del mito di Dedalo.
“Partendo da una visione e dalla volontà di mostrare la nostra idea di festival come una realtà che va ben oltre un calendario di eventi, Antro è diventato ora un appuntamento atteso e importante per il nostro territorio”, racconta il direttore Fabio Pagano. “Molte cose sono cambiate negli ultimi anni per il parco archeologico dei Campi Flegrei e per l’intero territorio flegreo. Molte cose sono successe. Rimane immutata, però, la nostra idea di cosa sia un festival e soprattutto di cosa debba essere qui, nell’amata terra flegrea. L’obiettivo è invitare il pubblico a confrontarsi con una delle più vigorose manifestazioni di memoria materiale e immateriale, che diventa patrimonio quando entra in contatto con le comunità locali. Ci piace pensare che il nostro festival Antro sia una cornice dentro la quale entrare insieme; un esercizio collettivo nel quale chiediamo ai nostri ospiti di seguirci nell’interpretazione dei nostri luoghi facendoci guidare nel percorso dall’arte. Per questo abbiamo scelto il nome Antro. La cornice più forte che avevamo a disposizione: il nostro Antro della Sibilla di Cuma. Uno spazio dove si entra percorrendo un vuoto che taglia la materia, ma che si trasfigura in un paesaggio diverso quando smettiamo di guardarlo con gli occhi e lo viviamo con la mente e con il cuore. Nel tema “Ausus se credere caelo” (Osando affidarsi al cielo), nella breve sequenza di queste parole, armoniche nella sintassi del latino virgiliano, abbiamo trovato lo stimolo per una riflessione sul sogno, sull’utopia, sulla speranza. L’invito a superare barriere, confini, limiti. L’impulso a mettere in discussione le regole, anche quelle imposte della natura che sembrano inviolabili. La spinta a guardare le cose da prospettive diverse e scoprire, come ci ricorda il nostro fico di Baia cresciuto a testa in giù, che si può costruire un futuro diverso”.
Da mercoledì 9 luglio a venerdì 11 luglio 2025, al Castello Aragonese di Baia, sono in programma due conferenze e uno spettacolo. Mercoledì 9 luglio (ore 21), l’archeologa CNRS del Centre Jean Bérard di Napoli Marcella Leone terrà la conferenza “Uccellacci e uccellini nella necropoli di Cuma”. Giovedì 10 luglio (ore 21), l’ingegnere Daniele Spizzichino terrà la conferenza “Utopie in orbita: volo tecnologico sul patrimonio dell’umanità”. Venerdì 11 luglio (ore 21), in scena “Iside e la Luna” con Carmela Ioime (danza con il fuoco), Adriana D’Agostino, Anna Bocchino, Maria Gerarda Cavezza (voce e tammorra). Regia e drammaturgia Francesca Esposito.
Sabato 12 luglio 2025, alle 21, c’è un evento in programma anche al Parco archeologico di Cuma, dove verrà proiettato il film animato “Le avventure del Principe Achmed”, sonorizzato dal vivo dall’Ensemble Dissonanzen con musiche originali di Marco Sannini (tromba, loops), protagonista dell’evento insieme a Luca Signorini (violoncello), Ciro Longobardi (tastiere, live electronics) e Carlo Lomanto (voce, live electronics).

Lo spettacolo “Odisseo Superstar – L’eroe di cui Nessuno ha bisogno” con Andrea Di Falco, Gabriele Manfredi, Andrea Pacelli, Gabriele Rametta e Pierantonio Savo Valente (foto pafleg)
Da domenica 13 a venerdì 18 luglio 2025, al Castello Aragonese di Baia, in programma uno spettacolo teatrale, un festival del cortometraggio e la presentazione di un libro. Domenica 13 luglio, alle 21, il Collettivo VAN propone lo spettacolo “Odisseo Superstar – L’eroe di cui Nessuno ha bisogno” con Andrea Di Falco, Gabriele Manfredi, Andrea Pacelli, Gabriele Rametta e Pierantonio Savo Valente. Il Collettivo VAN cura la regia e firma la drammaturgia con Aureliano Delisi. Scenografia Carlo Gilè. Consulenza ai costumi Fabiana Amato. Luci Antonio Curcio. Martedì 15 luglio, alle 20, il Castello ospiterà un evento del Festival “Corto Flegreo”, curato nella direzione artistica da Mariagrazia Siciliano, che proporrà un concerto a cura del Conservatorio San Pietro a Majella e le esibizioni di Adea, Danse et Ballet e Arancia Blu. Guest della serata: Devil A e Alien Artisti NOX. Presentano Gigi & Ross. Mercoledì 16 luglio, alle 18, in programma la presentazione del libro “Mare paesaggio” (Libria editore) di Daniela Colafranceschi. Giovedì 17 luglio (ore 21), in programma la presentazione del libro “Campi Flegrei. Tessere per un mosaico” (edizioni Artem) di Franco Bevilacqua. Venerdì 18 luglio, alle 21, in scena “Del labirinto e altre storie” con Rino Di Martino, Carlotta Bruni, Elisa Carta Carosi, Lorenzo della Rocca, Paola Saribas. Drammaturgia Aurelio Gatti e Diego Sommaripa. Regia e coreografia Aurelio Gatti; sabato 19 luglio, alle 18, l’associazione Pluriverso propone un appuntamento con l’artista Carmine Calò che terrà la conferenza “In volo da Irpinia ai ai Campi Flegrei, lungo la Via dell’Acqua che unisce uomini e territori”, raccontando al pubblico il percorso creativo di opere che, per l’occasione, saranno esposte al Castello.

All’anfiteatro flavio di Pozzuoli la rievocazione storica “Dies in Arena – il Cielo della Polvere” (foto pafleg)
Particolarmente suggestivo sarà l’appuntamento in rassegna sabato 19 luglio 2025 (due repliche: dalle 19 alle 20:30; dalle 21 alle 22.30), all’Anfiteatro Flavio di Pozzuoli, dove andrà in scena “Dies in Arena – il Cielo della Polvere”, una rievocazione storica dedicata al tema della gladiatura, ideata e sceneggiata da Dario Battaglia che si è dedicato alla ricerca scientifica insieme a Luca Ventura, con la consulenza di Federica Rinaldi. In palcoscenico i Rievocatori storici del Gruppo Storico Romano e di Ars Dimicandi.
Antro 2025 chiuderà il suo calendario domenica 20 luglio 2025, alle 21, al Castello di Baia, con lo spettacolo “Polifemo innamorato” di e con Giovanni Calcagno che anima le grandi marionette corporee di Bianca Bonaconza, raccontando la storia dell’impossibile amore tra Polifemo e Galatea. La scrittura scenica dello spettacolo è di Giovanni Calcagno e Alessandra Pescetta. Musiche, canti e paesaggi sonori a cura di Puccio Castrogiovanni.
Paestum e Velia (Sa). Per la #domenicalmuseo molte le attività in programma: visite ai depositi del museo, percorso tematico sull’Acropoli, e il servizio di navetta gratuito tra i due siti con “Paestum e Velia on the road”
Il 6 luglio 2025 torna l’ingresso gratuito ai Parchi archeologici di Paestum e Velia con l’iniziativa del ministero della Cultura #domenicalmuseo. Una giornata speciale da vivere passeggiando tra i templi di Paestum e l’Acropoli di Velia e scoprendo i reperti nel Museo, dalle 8.30 alle 19.30, con ultimo ingresso alle 18.30.
A Paestum, visite guidate ai depositi del Museo, alle 10, 12, 15, 17, con “Oltre il Museo. Storie dai depositi di Paestum”. Prenotazione obbligatoria: +39 0828 811023, pa-paeve.promozione@cultura.gov.it.
A Velia, alle 11, si potrà percorrere il percorso tematico sull’Acropoli, che è il luogo più suggestivo del Parco archeologico di Velia. Punto di coagulo della città in tutte le sue fasi storiche, dalla fondazione della colonia magnogreca fino all’età moderna. La presenza del sacro qui è tangibile e si unisce alle esigenze difensive delle fasi medievali e a quelle residenziali di età moderna e contemporanea. Dall’acropoli lo sguardo spazia oltre Velia in quel territorio che chiamiamo Cilento. Prenotazione: pa-paeve.promozione@cultura.gov.it.
Per l’occasione sarà attivo il servizio navetta gratuita “Paestum e Velia on the road” con partenza da Paestum alle 16 e ritorno da Velia alle 19. Inoltre, per i visitatori con difficoltà motorie è disponibile su prenotazione lo Zoom Uphill, veicolo elettrico fuoristrada per esplorare in tutta sicurezza.
Ischia (Na). In Villa Arbusto (museo Archeologico di Pithecusae) a Lacco Ameno l’incontro “Restauro e valorizzazione del patrimonio culturale di Ischia: interventi della Soprintendenza tra tutela e ricostruzione post-sisma”, con Marco De Napoli (Sabap-Na), quarto appuntamento del ciclo di conferenze del “Progetto Kepos. Incontri di Archeologia e Paesaggio”
Venerdì 4 luglio 2025, alle 19.30, a Villa Arbusto, sede del museo Archeologico di Pithecusae a Lacco Ameno, sull’isola d’Ischia (Na), l’incontro “Restauro e valorizzazione del patrimonio culturale di Ischia: interventi della Soprintendenza tra tutela e ricostruzione post-sisma”, quarto appuntamento del ciclo di conferenze del “Progetto Kepos. Incontri di Archeologia e Paesaggio”, con l’architetto Marco De Napoli, funzionario architetto della soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio di Napoli –area metropolitana, che affronterà il tema della tutela nelle attività di restauro sul territorio di Ischia. Dopo i saluti della presidente della Fondazione W. Walton e Giardini La Mortella, Alessandra Vinciguerra, e del sindaco di Lacco Ameno, Giacomo Pascale, prenderà la parola l’architetto Marco De Napoli. L’appuntamento sarà moderato da Mariangela Catuogno, direttore scientifico del Progetto Kepos. Ingresso libero dalle 18.30. Le attività di restauro presuppongono interventi conservativi su di un bene culturale, quali manutenzione, prevenzione e risanamento che, sottoposti all’alta sorveglianza delle autorità competenti, devono essere premiati non solo per la complessità delle lavorazioni che si rendono necessarie, quanto come operazione svolta ope legis nell’interesse della collettività, ovvero per il bene comune che si viene a tutelare. In particolare le attività di restauro post sismico ad Ischia sui beni architettonici, di cui la Soprintendenza per competenza giuridica ha l’alta sorveglianza, impongono l’utilità di sviluppare comuni approcci metodologici nella conduzione degli interventi di riabilitazione degli edifici storici danneggiati attraverso l’utilizzo di linee guida d’intervento condivise. Appare fondamentale in questo agire sinergico tra gli Enti pubblici coinvolti da un piano di vista procedurale, urbanistico ed ambientale, l’avvio e il concretizzarsi di processi virtuosi di riqualificazione urbana, in una visione armonica di valorizzazione e sviluppo delle risorse del territorio dell’isola d’Ischia.
Paestum (Sa). Al museo Archeologico nazionale ospita il convegno internazionale di studi “Choròi parálleloi. Percorsi sulla danza e lo spettacolo antico: filologia e visioni contemporanee”: occasione per approfondire il ruolo della danza nel mondo antico – tra riti, miti, spettacolo e vita quotidiana – e per metterla in dialogo con le pratiche performative moderne e contemporanee
Il museo Archeologico nazionale di Paestum ospita, dal 3 al 5 luglio 2025, il convegno internazionale di studi “Choròi parálleloi. Percorsi sulla danza e lo spettacolo antico: filologia e visioni contemporanee”, promosso dall’associazione italiana per la Ricerca sulla Danza (AIRDanza), dal dipartimento di Studi umanistici dell’università di Napoli “Federico II” e dai parchi archeologici di Paestum e Velia. Un’occasione unica per approfondire il ruolo della danza nel mondo antico – tra riti, miti, spettacolo e vita quotidiana – e per metterla in dialogo con le pratiche performative moderne e contemporanee. Nell’ambito del convegno, giovedì 3 luglio 2025, alle 18.15, all’interno del museo di Paestum, lo spettacolo di danza “Il mare che ci unisce”, con le coreografie di Emma Cianchi – ArtGarageDanceCo, chiuderà la prima giornata del convegno con un momento performativo ispirato ai temi dell’incontro e della memoria condivisa. Partecipazione inclusa nel biglietto di ingresso e nell’abbonamento Paestum&Velia. La locuzione Choròi parálleloi riprende il titolo delle Vite parallele di Plutarco (Bìoi pa”rálleloi) per diventare sintesi significante di tutto ciò che il movimento scenico può comprendere (choròs nell’accezione coreutica, musicale, performativa a tutto tondo), in una costruzione non solo relativa alle molteplici diramazioni che le ricerche hanno intrapreso sul versante antico in direzione storica, archeologica, filologica, iconografica, musicale, ma soprattutto in funzione delle strade parallele lungo le quali di norma procedono gli studi classici e quelli delle discipline dello spettacolo: la necessità che queste vie invece si incontrino in un dialogo aperto a tutti gli aspetti della ricerca, percorrendo sentieri talvolta già spianati e/o costruendone altri laddove il processo non sia ancora avviato o necessiti di nuove visioni.
“Nel mondo classico la danza, con i suoi ritmi e movimenti, scandiva momenti cruciali della vita di un individuo e della comunità, dalla nascita alla morte, dal matrimonio alle iniziazioni religiose e sociali, dalla guerra al simposio”, dichiara il direttore dei Parchi, Tiziana D’Angelo. “Paestum conserva testimonianze importanti della presenza costante della danza nella realtà della polis, tra rilievi scultorei, pitture parietali, doni votivi e corredi funerari. Grazie alla sinergia con l’associazione italiana per la Ricerca sulla Danza e il dipartimento di Studi umanistici dell’università di Napoli “Federico II”, questo convegno si propone di ricreare quel dinamismo che caratterizzava la danza in antichità e di arricchirlo attraverso il dialogo con molteplici forme ed espressioni della danza moderna e contemporanea. Il progetto coniuga rigore e creatività, con un approccio che sono convinta contribuirà ad aprire nuove strade alla ricerca e alla valorizzazione del nostro patrimonio”.

Metopa con fanciulle a passo di danza nella processione pe la dea Hera dal tempio di Hera sul fiume Sele, conservata al museo Archeologico nazionale di Paestum (foto graziano tavan)
Il convegno ospiterà proposte di lavoro ed esiti delle molteplici linee di ricerca sulla danza dell’antichità classica, tardoantica e medioevale, alla luce delle più recenti acquisizioni filologiche (fonti letterarie e documentarie, esegesi dei testi cristiani) e delle metodologie di indagine, nell’intento di proiettare gli studi storico-filologici su un terreno di dialogo non solo con le discipline dello spettacolo, ma anche della pratica performativa contemporanea, sia essa ricostruttiva o ‘esegetica’ attraverso l’incorporazione di antichi miti. L’indagine sulla danza nel mondo antico e medievale, anche in relazione alle attività internazionali degli ultimi decenni, si appresta a essere ripensata secondo prospettive culturali e ricettive che permettano di cogliere non solo aspetti strettamente legati agli ambiti teorico, storico, artistico, musicale e dei mestieri dello spettacolo, ma anche di relazionare questo passato e la sua evoluzione/dissoluzione nel teatro moderno e contemporaneo, attraverso l’analisi di prodotti che, dal XV secolo in poi, abbiano utilizzato e utilizzino i classici come intertesti e sottotesti, sì da permettere un dialogo tra ambiti di ricerca complementari attraverso le fonti documentarie, letterarie e iconografiche. I relatori, provenienti da diverse realtà internazionali (accademiche, didattiche, artistiche), intesseranno discussioni sui risultati delle più recenti ricerche di tipo archeologico, storico e filologico sulla danza nell’età antica e tardoantica fino alla fine del basso Medioevo nelle fonti librarie e documentarie di natura letteraria, filosofica, musicale, artistica, tecnica, contabile in seno alle rappresentazioni teatrali e non. Non mancheranno studi e riflessioni sulla ricezione del classico nel teatro dell’età moderna e contemporanea come indicatore di cultura occidentale, con particolare attenzione ai coreografi che hanno sviluppato una visione autonoma della ‘classicità’ attraverso la rilettura di miti e storie del patrimonio culturale greco-romano o della cristianità; focus su interpreti e tradizioni di repertori che hanno attraversato i secoli, con la conseguente sedimentazione di stratificazioni che ne hanno modificato (arricchito/stravolto/riscoperto) l’essenza originaria.
PROGRAMMA GIOVEDÌ 3 LUGLIO 2025. Alle 15.30, apertura dei lavori. Saluti istituzionali Andrea Mazzucchi, direttore dipartimento di Studi umanistici università di Napoli “Federico II”; Alessandro Arcangeli, presidente associazione italiana per la Ricerca sulla Danza (AIRDanza); Tiziana D’Angelo, direttore parchi archeologici di Paestum e Velia. SESSIONE I Le forme della danza nello spettacolo del Mediterraneo antico, presiede Maria Venuso. Alle 16, Tiziana D’Angelo (direttore parchi archeologici di Paestum e Velia), Teresa Marino (funzionario archeologo parchi archeologici di Paestum e Velia), Rosaria Sirleto (archeologo ALES parchi archeologici di Paestum e Velia) “Danzare per la dea. Riti e culti nel santuario di Hera sul fiume Sele”; Francesca Maltomini (università di Firenze – Istituto Papirologico “G. Vitelli”, Firenze), Gabriella Messeri (università di Napoli “Federico II”) “L’apporto dei papiri (greci) alla conoscenza della danza antica”; Maria Tommasa Granese (soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio di Salerno e Avellino) “Scene di danze rituali dal santuario di Francavilla Marittima (Cs)”; 17.30, pausa caffè; 17.45, Myriam Pilutti Namer (università Ca’ Foscari di Venezia) “Scolpire la danza nel marmo policromo: la Danzatrice di Perge”; Diana Perego (università Milano Bicocca) “Tespi primo danzatore. Analisi critica di fonti significative”; 20, cena.
PROGRAMMA VENERDÌ 4 LUGLIO 2025. SESSIONE II Corpi in scena: filologia e iconografia per la ricostruzione delle pratiche antiche, presiede Daniela Milo. Alle 10, Laura Gianvittorio-Ungar (università di Vienna) “The Hyperphysical Chorus”; Maria Chiara Scappaticcio (università di Napoli “Federico II”) “Populo saltata poemata (Ov. tr. 2.519). Poesia latina in scena tra Antichità e Tarda Antichità”; Gianluigi Bernardi (università di Padova) “Nonno di Panopoli, ovvero il palpito della danza”; 11.45, pausa caffè; 11.45, Manlio Marinelli (università di Torino) “La pratica del pantomimo nella testimonianza di Nonno di Panopoli”; Audrey Gouy (università di Lille) “Etruscan choròi from iconographical investigations to digital re-enactment”; Letizia Maria Dradi (AIRDanza-Conservatorio di Lugano) “Addomesticare il mito: stratificazioni coreografiche e corrispondenze iconografiche nelle rappresentazioni di Philomèle, Tragédie Lyrique di Louis de La Coste”; 13.30, pausa pranzo. SESSIONE III Stratificazioni ed eredità culturali del classico tra età moderna e contemporanea, presiede Angelo Meriani. Alle 15, Maria Cristina Esposito (AIRDanza) “Onore, destino, morte: lo schema del duello omerico nel Combattimento di Tancredi e Clorinda di Claudio Monteverdi. Letture moderne e contemporanee”; Annalisa De Rosa, (Ph.D. università di Salerno, Liceo F. Sbordone, Napoli) “L’honestas della danza alla corte aragonese di Napoli: la pantomima di Luciano di Samosata nella traduzione di Calceopulo”; Lucio Maria Valletta (Ph.D. università di Napoli “Federico II”) “Sguardi molteplici e incroci di cammini: la ‘cultura del canto’ in Grecia antica tra antropologia storica e antropologia teatrale”; 16.30, pausa caffè; 17, Mary Anna Ball (studiosa indipendente) “Balanchine as Translator”; Michel Briand (università di Poitiers) “Queering and/or universalizing references to dance in Classical Antiquity: Paris 2024 Olympics vs. Berlin 1936”; 20 Cena.
PROGRAMMA SABATO 5 LUGLIO 2025. SESSIONE IV La fascinazione del mito in danza tra XIX e XXI secolo, presiede Paologiovanni Maione. Alle 9.30, Marco Argentina (università di Padova-università di Bologna) “Il ‘risveglio’ di Flora, dai Teatri Imperiali russi al Pavlova Ballet”; Vito Lentini (università di Torino) “Sylvia e l’incorporazione del mito nella coreografia d’oltremanica”; Aline Nari (coreografa e studiosa indipendente) “Altri Orfei: il mito di Orfeo nella rilettura dei coreografi contemporanei”; 11, pausa caffè; 11.30, Giulia Taddeo (università di Genova) “Persefone/Proserpina e la danza moderna nell’Italia fascista”; Ornella Di Tondo (AIRDanza) “Arrigo Boito, l’antica Roma e l’orchestica. Le danze e i movimenti scenici nell’incompiuto Nerone (1877- 1915, 1924)”; Riccardo Corcione (NABA Milano – università di Milano) “Amazzoni, dee ed Erinni: estetiche e politiche del femminile nelle riletture coreografiche di Enzo Cosimi”; 13, pausa pranzo; 14.30, Benedetta Colasanti (università di Firenze) “Tra Arcadia e rito collettivo. Virgilio Sieni dalla scena alla comunità”; Carlo Fanelli (università della Calabria) “Profanare il mito, rinnovare il rito. Mistery 11 – MA di Romeo Castellucci al santuario di Demetra e Core di Eleusi (Elefsina)”; Alessandra Sini (accademia nazionale di Danza-CTELA Université Côte d’Azur) “La classicità trasfigurata da Lucia Latour sulle scene di fine Novecento”.





















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