Firenze. Al museo Archeologico nazionale aperta la nuova sala della Chimera di Arezzo, il capolavoro in bronzo dell’arte etrusca: icona e simbolo fin dal suo ritrovamento nel 1553. La presentazione del direttore Maras per “archeologiavocidalpassato”

La Chimera di Arezzo nella nuova sala allestita al museo Archeologico nazionale di Firenze (foto graziano tavan)
Dalla porta socchiusa della sala 12 del museo Archeologico nazionale di Firenze si intravede il suo sguardo bestiale. L’ombra del mostro si staglia sinistra sul grande sipario che chiude un lato di questo singolare “antro”. Al centro, emerge dalla penombra con tutta la sua forza la Chimera, il capolavoro in bronzo dell’arte etrusca del 400 a.C., scoperto il 15 novembre 1532 ad Arezzo, che riproduce il mostro con una testa e un corpo di leone, una testa di capro che spunta dal dorso e una coda di serpente o di drago. Mostro che, secondo la mitologia, infestava le montagne della Licia in Asia Minore e fu sconfitta dall’eroe Bellerofonte. E la Chimera di Arezzo è colta nel momento in cui sta tentando l’ultima difesa: ruggisce contro il suo avversario mentre la testa di capro sta già morendo sul suo dorso ferita da una lancia.
Dal 19 novembre 2025, con l’inaugurazione della nuova sala del MAF, la Chimera di Arezzo – icona e simbolo dell’arte etrusca – ritrova la sua collocazione ideale, grazie a un accurato intervento affidato allo studio fiorentino di architettura Guicciardini & Magni, che lo ha realizzato insieme all’ufficio tecnico e alle curatrici del Museo: un allestimento esperienziale, allo stesso tempo monumentale e poetico, che invita ogni visitatore a un incontro personale con un capolavoro che da secoli incarna il genio artistico e il mito della civiltà etrusca. La scultura, iscritta al numero 1 nell’inventario del Museo, è appartenuta sin dal suo ritrovamento al futuro Granduca di Toscana Cosimo I de’ Medici, diventando subito uno dei pezzi più emblematici e preziosi della collezione medicea.
È il direttore del museo Archeologico nazionale di Firenze, Daniele Maras, ad illustrare ad archeologiavocidalpassato.com la nuova sala della Chimera di Arezzo, aperta al pubblico il 19 novembre 2025: il mito, il ritrovamento, l’allestimento.

La Chimera di Arezzo nella nuova sala allestita al museo Archeologico nazionale di Firenze (foto graziano tavan)
“Diciamo che era un po’ il nostro dovere – continua Maras – quella di metterla di nuovo al centro, di darle uno spazio monumentale apposta per lei. Questa sala grazie a un contributo internazionale di due donatori, due mecenati, veri e propri mecenati moderni, i statunitensi Laura e Jack Winchester, che hanno voluto donare a Firenze e al museo Archeologico questa sala, ha un’impostazione simile a un teatro, pensata come un teatro, grazie al progetto dello studio Guicciardini e Magni che ha visto un’arena circolare e un sipario che inquadrano la Chimera senza distrazioni. Noi non vogliano che ci siano altri elementi multimediali, tecnologici, colorati, che distraggano la percezione dei visitatori nei confronti della Chimera. C’è molta tecnologia in questa sala, ma è nascosta, non si vede. Le luci inquadrano bene i dettagli anatomici e ce li fanno apprezzare. Lo spazio intorno è ben pensato e calcolato. La base, il basamento monumentale, la rende una sorta di statua, scultura monumentale al centro di una piazza, una piazza che è di tutti.
“Così i visitatori che entrano possono apprezzarla senza altre distrazioni. E la luce la trasforma in una star di uno spettacolo, uno spettacolo stabile, fermo, in cui il visitatore entra come se fosse nell’antro della Chimera e diventa il nuovo Bellerofonte, pronto a sfidare la Chimera e a entrare in rapporto con lei. Da oggi – conclude Maras – la Chimera ha una posizione centrale che meritava da prima e per il futuro, per i prossimi, ci auguriamo, 500 anni, la vedrà qui conservata alle cure del nostro personale di conservazione per tutti i cittadini”.

La Chimera di Arezzo nella nuova sala allestita al museo Archeologico nazionale di Firenze (foto graziano tavan)
La riapertura della Sala della Chimera rappresenta un momento significativo nella storia del MAF, segnando il passaggio dalla direzione regionale Musei nazionali della Toscana, guidata da Stefano Casciu, al nuovo istituto autonomo del museo Archeologico nazionale di Firenze, istituito nel 2024, affidato al direttore Daniele Federico Maras. All’inaugurazione, mercoledì 19 novembre 2025, sono intervenuti il direttore generale Musei Massimo Osanna, il direttore del museo Archeologico nazionale di Firenze Daniele Federico Maras, il responsabile dell’Ufficio tecnico arch. Luca Gullì, il progettista dell’intervento arch. Marco Magni, le curatrici del Museo archeologhe Barbara Arbeid e Claudia Noferi.
“La Chimera”, commenta il direttore generale Musei Massimo Osanna, “è uno dei simboli più riconoscibili dell’arte etrusca e del patrimonio culturale del nostro Paese. Restituirle uno spazio pensato per accoglierla e raccontarla con nuovi linguaggi significa mettere al centro la qualità dell’esperienza museale, l’accessibilità dei contenuti e l’attenzione verso i pubblici. Questo intervento rappresenta un passo importante nel percorso di rinnovamento del museo Archeologico nazionale di Firenze, che in questi mesi sta avviando una revisione complessiva dei propri spazi espositivi, nell’ambito del più ampio impegno della Direzione generale Musei nel rinnovamento dei linguaggi e delle forme di fruizione dei luoghi della cultura del Sistema Museale Nazionale”.
“Si conclude oggi felicemente”, dichiara Stefano Casciu, direttore regionale dei Musei nazionali Toscana, “il progetto ideato ed avviato da Mario Iozzo nel periodo della sua direzione del Museo, volto a rinnovare completamente l’esposizione museale della Chimera e delle altre opere ad essa connesse, e che ha visto il coinvolgimento ed il supporto economico di Laura e Jack Winchester. Con loro la direzione regionale Musei nazionali Toscana, come Istituto al quale afferiva in precedenza il Museo archeologico di Firenze, ha portato avanti negli anni anche altri importanti riallestimenti museali. A loro ed al collega Mario Iozzo va il mio sentito ringraziamento, che si estende all’attuale direttore Daniele Federico Maras e a tutto lo staff tecnico ed amministrativo coinvolto, che garantisce ancora una intensa e diretta collaborazione operativa tra la Direzione regionale ed il nuovo Museo autonomo”.
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Tag:Barbara Arbeid, Bellerofonte, Chimera di Arezzo, Claudia Noferi, Cosimo I de’ Medici, Daniele Federico Maras, direzione generale dei Musei, direzione regionale Musei nazionali della Toscana, Laura e Jack Winchester, Luca Gullì, Massimo Osanna, museo archeologico nazionale di Firenze, Stefano Casciu, studio di architettura Guicciardini & Magni
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CHI SIAMO
Graziano Tavan, giornalista professionista, per quasi trent’anni caposervizio de Il Gazzettino di Venezia, per il quale ho curato centinaia di reportage, servizi e approfondimenti per le Pagine della Cultura su archeologia, storia e arte antica, ricerche di università e soprintendenze, mostre. Ho collaborato e/o collaboro con riviste specializzate come Archeologia Viva, Archeo, Pharaos, Veneto Archeologico. Curo l’archeoblog “archeologiavocidalpassato. News, curiosità, ricerche, luoghi, persone e personaggi” (con testi in italiano)


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