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Lavis (Tn). Al via la quinta edizione di Cinema Archeologico: tre martedì con tre corti e tre film scelti dall’archivio del RAM film festival di Rovereto

lavis_cinema-archeologico_rassegna-2023_locandinaAl via martedì 14 marzo 2023, al Teatro Auditorium Comunale di Lavis (Tn), la quinta edizione di Cinema Archeologico, la rassegna di film che racconta il patrimonio culturale con il linguaggio evocativo e coinvolgente del cinema, organizzata in collaborazione con il RAM film festival di Rovereto, al cui archivio appartengono i film proiettati. Un viaggio attraverso periodi storici, culture, punti di vista diversi, per accrescere la propria conoscenza del mondo. In programma tre documentari e docufiction provenienti da diversi Paesi europei. Le tematiche spaziano dal ruolo della donna nelle varie epoche, alla tutela del patrimonio culturale in momenti difficili, come i periodi di guerra. Si parlerà del dialogo costante fra il mondo moderno e la propria storia e del rapporto tra l’uomo e l’ambiente, fondamentale oggi come nel passato. Ogni serata sarà introdotta da un corto d’animazione, un particolare mezzo di espressione che racconta storie e paesaggi in modo creativo. Ogni film sarà preceduto anche da un piccolo corto di animazione sempre proveniente dagli archivi della Fondazione Museo Civico di Rovereto. Tutti i film sono doppiati in lingua italiana tranne quello proposto martedì 21 marzo 2023 che darà in lingua originale con i sottotitoli in italiano. Ecco il programma.

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Frame del film “Lady Sapiens à la recherche de la préhistoire / Lady Sapiens alla ricerca della preistoria” di Thomas Cirotteau

Martedì 14 marzo 2023, alle 21, il corto “Treasure / Il tesoro” di Samantha Moore (Regno Unito 2021, 8’), produzione: Abigail Addison. Nel 2018 la scoperta del pendente solare dello Shropshire, antico di 3000 anni, è stata di enorme importanza per gli archeologi. La sua squisita lavorazione, che evoca i raggi del sole, mette in discussione quel che si sa della comunità che l’ha creato. Treasure è il racconto di due storie intrecciate: quella di un cacciatore di antichi tesori e quella di un’antica comunità. Segue il film “Lady Sapiens à la recherche de la préhistoire / Lady Sapiens alla ricerca della preistoria” di Thomas Cirotteau (Francia 2021, 52’), produzione: Sophie Parrault (Little Big Story); Ubisoft; Ideacom International; NHK; France Télévisions, Planète, Radio Canada, TVO. Consulenza scientifica: Sophie Archambault de Beaune. Chi erano le donne preistoriche e che aspetto avevano? Come si svolgeva la loro vita quotidiana? Qual era la divisione del lavoro tra uomini e donne? Arte rupestre e caccia per gli uomini, raccolta e lavori domestici per le donne? E se la realtà fosse più complessa? Oggi una nuova generazione di ricercatori sta rivoluzionando i luoghi comuni.

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Frame del film “The Oath of Cyriac / Il giuramento di Ciriaco” di Olivier Bourgeois

Martedì 21 marzo 2023, alle 21, il corto “Mary” di Kinga Anna Garncarz (Polonia 2022, 6’), produzione: Kinga Anna Garncarz. Il cortometraggio racconta la storia di Mary Anning, la madre della paleontologia, che, nonostante le avversità, ha raggiunto risultati eccezionali in termini di scoperte scientifiche. Di bassa estrazione sociale e autodidatta, Mary scopre scheletri di Ittiosauro, Pterosauro e Plesiosauro. Il suo nome, dimenticato per anni, riacquista l’importanza che merita quando le vengono restituiti i crediti per il lavoro svolto. Segue il film “The Oath of Cyriac / Il giuramento di Ciriaco” di Olivier Bourgeois (Andorra 2021, 72’), produzione: La Caixa de la Llum Produccions. Consulenza scientifica: Dr Houmam Saad, Dr Maamoun Abdulkarim (UNESCO), Dr Yasmine Mahmoud. Film in lingua originale con sottotitoli in italiano. Un piccolo gruppo di archeologi e curatori museali lotta per preservare il patrimonio di reperti archeologici del museo nazionale di Aleppo durante il conflitto siriano. Come mettere in salvo 50mila manufatti in una città assediata? In questa corsa contro il tempo nulla è garantito ma una cosa è certa: se le collezioni del Museo andranno perse, una parte della storia dell’umanità scomparirà con esse.

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Frame del film “L’oro di Venezia” di Nicola Pittarello

Martedì 28 marzo 2023, alle 21, il corto “Terra di incontri” di Aurora Martina Meneo (Italia 2019, 11’), produzione: Artsmedia. Un nonno e sua nipote intraprendono un magico viaggio attraverso i paesaggi pugliesi. Segue il film “L’oro di Venezia” di Nicola Pittarello (Italia 2022, 55’), produzione: Roberto Dall’Angelo. Pochi conoscono il rapporto tra la Repubblica di Venezia e i suoi possedimenti terrieri. Nei boschi veneti, friulani e istriani, Venezia trovava il legno indispensabile per costruire le navi da guerra. Per preservare tali materiali, la Serenissima attuò una serie di buone pratiche volte a salvaguardare il territorio, dando luogo anche a un profondo cambiamento di mentalità.

Firenze. Tra un mese al via la quinta edizione di Firenze Archeofilm: un’ottantina di film, moltissime anteprime. Ecco alcune anticipazioni

firenze_archeofilm_2023_locandinaEsattamente tra un mese, il 1° marzo 2023, nelle sale dello storico Cinema La Compagnia, a Firenze in via Cavour 50 rosso, con la proiezione del film vincitore nel 2022 “Il giuramento di Ciriaco / The oath of Cyriac” di Olivier Bourgeois aprirà la quinta edizione di Firenze Archeofilm, il grande cinema che racconta la vicenda dell’Uomo, promosso da Archeologia Viva (Giunti editore) con il patrocinio e la collaborazione dell’università di Firenze e la partecipazione del museo e istituto fiorentino di Preistoria “Paolo Graziosi”: direttore Giuditta Pruneti, responsabile della comunicazione Giulia Pruneti, collaborazione tecnica Luigi Forciniti, consulente cinematografico V edizione Dario Di Blasi. Per cinque giornate, dal 1° al 5 marzo 2023, mattino, pomeriggio e sera, il meglio della produzione mondiale sui temi di archeologia, arte e ambiente. In programma un’ottantina di film: 63 in concorso, tra cui moltissime anteprime, provenienti da 16 nazioni diverse, e 15 nella sezione “Original Sound” con film in lingua originale (greco, spagnolo, francese, portoghese, turco). Domenica 5 marzo, a conclusione della rassegna, saranno assegnati i seguenti premi: premio “Firenze Archeofilm” 2023 al film più votato dal pubblico; premio “Università di Firenze”: giuria composta da docenti dell’università di Firenze: Silvia Pezzoli (docente di Scienze della comunicazione), Domenico Lo Vetro (docente di Archeologia preistorica); premio “Studenti UniFi” per il miglior cortometraggio: giuria coordinata da Diego Brugnoni; premio “Museo e Istituto Fiorentino di Preistoria Paolo Graziosi” al miglior film di archeologia preistorica: giuria composta da Massimo Tarassi (storico, dirigente Cultura della Provincia di Firenze, membro del CdA del museo e istituto fiorentino di Preistoria), Domenico Lo Vetro (docente di Archeologia preistorica), Fabio Martini (archeologo, docente all’università di Firenze e presidente del museo e istituto fiorentino di Preistoria); premio Archeologia Viva per la comunicazione del patrimonio.

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Il Cinema La Compagnia ospita il Firenze Archeofilm (foto AV / giunti)

“Potremmo presentare Firenze Archeofilm 2023 come il Giro del mondo in 80 film”, scrive Giuditta Pruneti, direttore della Rassegna. “Il mondo dell’archeologia, della storia, dell’arte, dell’ambiente, tra nuove scoperte e “vecchie” ma sempre affascinanti storie. È l’uomo che attraverso il cinema racconta se stesso, omaggia il proprio passato, un mare non sempre limpido in cui però è fondamentale imparare a specchiarsi. Un festival che ogni anno rinnova la ferma volontà di farsi promotore di film e documentari che in molti casi troverebbero, ingiustamente, scarsa visibilità. Sempre lontano da scontati sensazionalismi, nel pieno rispetto della linea dettata da Archeologia Viva, rivista organizzatrice dell’evento. Questa quinta edizione dà voce a una selezione di ben ottanta documentari arrivati da ogni angolo del pianeta: Francia, Stati Uniti, Spagna, Malesia, Regno Unito, Italia, Iran, Germania, Australia, Portogallo, Turchia, Cina, Indonesia, Grecia, Svizzera, Brasile… Una voce che parla molte lingue ma che ci comunica lo stesso amore e lo stesso rispetto per l’Uomo che è stato, e forse speranza per l’Uomo che sarà”.

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Frame del film iraniano “Radkan Tower / La Torre di Radkan”

È proprio Dario Di Blasi, consulente cinematografico di Firenze Archeofilm, a farci qualche anticipazione sul ricco programma. Cominciamo con un interessante film iraniano “Radkan Tower / La Torre Radkan “. “La cinematografia iraniana – scrive Di Biasi – si dimostra sempre vitale e professionalmente ottima a dimostrazione dell’amore di quel popolo per la cultura. Bisogna incentivarla e promuoverla anche a sostegno delle donne che lottano per la loro libertà ed emancipazione e che da sempre sono una grande forza culturale per l’Iran”. La Radkan Tower, questa torre conica in mattoni di 25 metri, attira da secoli l’attenzione dei visitatori. Era una tomba personale sopraelevata? O un capolavoro astronomico? Secondo recenti scoperte, la Torre Radkan è ora ritenuta uno strumento astronomico altamente avanzato, costruito quasi 800 anni fa sotto la supervisione di Khawaja Nasir al-Din al-Tusi. “La Torre Radkan” ha la capacità di determinare l’ora del cambio di ogni stagione e portare buone notizie dell’arrivo della primavera.

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Frame del film “Scoperta la città perduta di Tutankhamon / Tut’s Lost City Revealed”

Di Blasi segnala poi un’opera inedita inglese prodotta da Caterina Turoni per Discovery+ “Scoperta la città perduta di Tutankhamon / Tut’s Lost City Revealed”: un secolo fa, Howard Carter scoprì gli sbalorditivi tesori del re bambino, Tutankhamon. Ora, il leggendario archeologo Dr. Zahi Hawass ha scoperto una città d’oro perduta che custodisce i segreti degli ultimi giorni di Tut e dell’età dell’oro dell’Egitto.

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L’archeologa Sara Levi in un frame del film “Stromboli: a provocative island / Stromboli: un’isola provocatoria”

Alla quinta edizione di Firenze Archeofilm sarà proiettato il film “Stromboli: a provocative island / Stromboli: un’isola provocatoria” di Pascal Guerin che presenta la ricerca curata dall’archeologa Sara Levi. Lo scavo ripreso da telecamere documenta la presenza di attività umane in un’isola dove vivere è sempre stato difficile per le attività di un vulcano sempre attivo.

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Frame del film “La stele mancante” sul megalitismo a Carnac in Bretagna

Di megalitismo si parla nel film su Carnac, in Bretagna, “La Stele Mancante”. Immersi nella quieta campagna del Morbihan meridionale, i menhir di Carnac si distinguono per il loro incredibile allineamento. Carnac vanta più di 3000 menhir, risalenti a 7000 anni fa. All’interno del parco archeologico, si possono esplorare 3 siti distinti: Ménec, Kermario e Kerlescan. Questi allineamenti si estendono per quasi 4 chilometri: le pietre sono affilate in ordine decrescente e ogni allineamento termina con un recinto megalitico. Gli studiosi e gli archeologi hanno cercato di trovare una spiegazione per questa tipologia di costruzione. Le ipotesi sono diverse: monumenti religiosi, culto della luna o del sole, calendario per l’agricoltura o addirittura, secondo un’antica leggenda, un intero esercito romano trasformato in pietre. Sebbene certezze non ve ne siano, l’ipotesi più attendibile sarebbe quella di funzione sacra e funeraria.

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Frame del film “Mamody, the last baobab diggher / Mamody, l’ultimo scavatore di baobab”

Tra le ultime segnalazioni di Di Blasi un film francese di carattere etnografico pluripremiato “Mamody, the last baobab diggher / Mamody, l’ultimo scavatore di baobab”. L’approccio sviluppato viene utilizzato per localizzare e caratterizzare gli ecosistemi di baobab del Madagascar e delle Comore, per studiare l’impatto dei cambiamenti globali su questi ecosistemi e per valutare la rilevanza della rete di aree protette attuali e future per la conservazione del genere Adansonia. Viene testato per descrivere l’organizzazione spaziale dei chiodi di garofano e le loro dinamiche sulla costa orientale del Madagascar. Sarà presto applicato alla localizzazione del rimboschimento di eucalipto nella regione di Anjozorobe, all’identificazione di piantagioni di litchi lungo la costa orientale e alla caratterizzazione delle dinamiche di deforestazione (agricoltura su disboscamento/taglio e bruciatura) nell’ovest del Madagascar. Per mettere in prospettiva questa diversità di applicazioni, si sta studiando un metodo più generico e concettuale.

Rovereto. Premi e menzioni al 33.mo RAM film festival: “Il giuramento di Ciriaco” vince il premio Cinema Archeologico e la menzione Archeoblogger, e sfiora il premio RAM film festival del pubblico andato a “I volti dimenticati di Palmira”. Ecco tutti i film premiati

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Il regista Olivier Bourgeois (secondo da sinistra) sul palco del teatro Zandonai presenta il film “Il giuramento di Ciriaco” al pubblico del RAM film festival (foto graziano tavan)

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Locandina del film “Il giuramento di Ciriaco / The oath of Cyriac” di Olivier Bourgeois

Alla 33.ma edizione del RAM film festival di Rovereto il regista Olivier Bourgeois con il suo film “Il giuramento di Ciriaco” ha sfiorato il “triplete”, aggiudicandosi il premio “Cinema archeologico” della giuria tecnica, la menzione speciale “Archeoblogger”, e lasciando il premio del pubblico al film “I volti dimenticati di Palmira” dopo un testa a testa all’ultimo voto. Di certo il patrimonio archeologico siriano, il suo studio, la sua conservazione e la sua salvaguardia ha lasciato un segno profondo nel pubblico che per cinque giorni è venuto al teatro Zandonai per seguire le proiezioni degli oltre sessanta film in concorso al festival roveretano con un focus “Sguardi al femminile” trasversale ai quattro filoni proposti per altrettanti premi: il Cinema archeologico, la Cultura animata, gli Sguardi dal mondo, e l’Italia si racconta. E le molte menzioni aggiunte ai premi ufficiali conferma la qualità dei film in concorso. Ecco tutti i titoli premiati.

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Frame del film “Les visages oubliés de Palmyre. I volti dimenticati di Palmira” di Meyar Al-Roumi

Il premio del pubblico “RAM film festival” 2022 è andato dunque al film francese “Les visages oubliés de Palmyre. I volti dimenticati di Palmira” assegnato dal pubblico in sala attraverso la compilazione di schede-voto. Il film ha ottenuto un punteggio altissimo (9.55 su 10), di poco superiore al secondo classificato “The Oath of Cyriac. Il giuramento di Ciriaco” (9.51), altrettanto apprezzato.  “Les visages oubliés de Palmyre” del regista Meyar Al-Roumi (Francia, 2020; 83’), prodotto nel 2020 da Un film à la patte, racconta la città leggendaria di Palmira attraverso i volti dei suoi abitanti, rappresentati dai ritratti funerari sparsi nel mondo e ricercati dagli archeologi. Svelando i segreti più intimi di tali sculture, si comprende la natura eccezionale di questa leggendaria città e della sua identità multiculturale.

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Il regista Olivier Bourgeois con il premio Cinema Archeologico e la giuria: da sinistra, Claudia Beretta, coordinatrice RAM film festival; Federica Rinaldi, parco archeologico del Colosseo; il regista; Alessandra Cattoi, direttrice Fondazione museo civico Rovereto; Graziano Tavan, giornalista, archeoblogger; Maria Concetta Parello, parco archeologico Valle dei Templi di Agrigento (foto fmcr)

Premio “CINEMA ARCHEOLOGICO”. La giuria, composta da Isabella Bossi Fedrigotti, Federica Rinaldi, Maria Concetta Parello e Graziano Tavan, ha assegnato il premio al documentario “The oath of the Cyriac. Il giuramento di Ciriaco” di Olivier Bourgeois (Andorra, 2021; 72’) che racconta come un piccolo gruppo di archeologi e curatori museali abbia lottato per preservare il patrimonio di reperti archeologici del museo nazionale di Aleppo durante il conflitto siriano. Una corsa contro il tempo per mettere in salvo 50mila manufatti in una città assediata, Questa la motivazione: “The oath of the Cyriac / Il giuramento di Ciriaco non è soltanto un appassionante film archeologico ma è anche un drammatico e attuale reportage sulla guerra in Siria, in particolare sulla distruzione di Aleppo e sul rischio della perdita del valore identitario del patrimonio culturale. È infatti sotto i bombardamenti che direttore e dipendenti del museo dell’un tempo meravigliosa città mettono in salvo molte migliaia di reperti: ben consci del fatto che, se quegli oggetti -anche i più piccoli- fossero andati perduti sarebbe andata perduta la memoria e la storia di un popolo”.

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Locandina del film “Medina Azahara, the Lost Pearl of Al-Andalus / Medina Azahara, la perla perduta di Al-Andalus

La giuria ha deciso di assegnare una menzione speciale al documentario “Medina Azahara. The Lost Pearl of Al-Andalus / Medina Azahara. La perla perduta di Al-Andalus” di Stephane Bégoin, Thomas Marlier (Francia, 2021; 52’): negli ultimi cinque anni, su questo sito, patrimonio dell’umanità, è stata condotta una campagna di scavi guidata da un team di archeologi europei. Il film svela i segreti di questa città perduta, esplorando l’epoca d’oro della Spagna musulmana. Questa la motivazione: “Con un mix di immagini dello scavo anche ripreso da drone, animazioni, ricostruzioni 3D, interventi degli archeologi, i registi Stéphane Bégoin e Thomas Marlier riescono non solo a raccontare la storia e le ricerche di Medina Azahara, la “Versailles di Al-Andalus”, ma anche a inserirla nel suo contesto storico e quindi nel suo rapporto con le altre grandi città arabe, e al contempo a contestualizzare quanto resta del ricco passato nell’Andalusia di oggi. Il tutto con un linguaggio semplice che riesce ad essere accattivante per lo spettatore”.

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Claudio Artusi legge la motivazione del premio “Cultura animata” al RAM film festival (foto graziano tavan)

Premio “CULTURA ANIMATA”. La giuria, composta da Andrea Artusi, Claudio Tedaldi e Sabrina Zanetti, ha deciso di assegnare il premio al documentario “Treasure / Il tesoro” di Samantha Moore (Regno Unito, 2021; 8’), il racconto di due storie intrecciate: quella di un cacciatore di antichi tesori e quella di un’antica comunità. Questa la motivazione: “Il cortometraggio rappresenta una sintesi esemplare tra racconto, drammaturgia e attinenza sia al tema dell’archeologia che a quello della memoria. Il doppio registro scelto dalla regista, che si alterna tra passato e presente, abbinato a una tecnica raffinata di animazione e una colonna sonora di grande qualità sia dal punto di vista musicale che degli effetti sonori, generano un effetto di coinvolgimento ed empatia con la narrazione che, essendo priva di dialoghi, può essere fruita da spettatori di qualsiasi nazionalità ed estrazione”.

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Claudia Beretta, coordinatrice del RAM film festival, legge la motivazione del premio “Sguardi dal mondo” (foto graziano tavan)

Premio “SGUARDI DAL MONDO”. La giuria, composta da Duccio Canestrini, Emanuele Gerosa e Roberto Cavallini, ha deciso di assegnare il premio al documentario “Osmildo” di Pedro Daldegan (Brasile, 2019; 27’) che racconta di Osmildo, unico superstite del suo villaggio, che lotta per riscattare le origini Kuntawama e la sua madrelingua, i rituali sacri, la medicina tradizionale e la sua terra, proponendo una scuola indigena propria. Questa la motivazione: “Il protagonista Osmildo, un guaritore amazzonico di etnia Kuntanawa, ha con le piante e con la natura un rapporto equilibrato e meraviglioso. Aldilà delle sue doti di fitoterapeuta e di maestro indigeno, la sua figura incarna una lezione storica e antropologica fondamentale: l’importanza di salvaguardare rituali, tradizioni mediche e spirituali che salvano culture e persone. Osmildo è il simbolo vivente della continua resistenza agli spietati predatori di risorse della foresta brasiliana che già decimarono i suoi antenati. Un documentario semplice, profondo e commovente”.

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Frame al film “Jurassic cash”

La giuria ha deciso di assegnare una menzione speciale al documentario “Jurassic cash” di Xavier Lefebvre in collaborazione con Gilles Deiss (Francia, 2021-2022; 52’) che racconta la storia di Big John, lo scheletro del triceratopo più grande del mondo, venduto all’asta nell’ottobre 2021 per 6,6 milioni di euro. Una vendita eccezionale. Questa la motivazione: “Un ottimo film confezionato in maniera accattivante, che spalanca uno scenario poco noto: quello del traffico commerciale di reperti paleontologici. Ma se gli scheletri dei dinosauri vengono venduti all’asta, solo pochi privati milionari possono permettersi di acquistarli. Emerge così la questione etica, anche se un po’ sommessa: è giusto questo commercio che scavalca le istituzioni preposte alla conservazione dei reperti? Quanto vale, anzi, quale tipo di valore ha il patrimonio culturale? Un documentario che ha il merito di farci pensare”.

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Alessandra Cattoi, direttrice della Fondazione museo civico di Rovereto, legge al motivazione del premio “L’Italia si racconta”

Premio “L’ITALIA SI RACCONTA”. La giuria, composta da Catia Fauci, Sebastiano Luca Insinga e Sara Zanatta, ha deciso di assegnare il premio al documentario “L’oro di Venezia” di Nicola Pittarello (Italia, 2022; 55’) sul rapporto tra la Repubblica di Venezia e i suoi possedimenti terrieri. Nei boschi veneti, friulani e istriani, Venezia trovava il legno indispensabile per costruire le navi da guerra. Per preservare tali materiali, la Serenissima attuò una serie di buone pratiche volte a salvaguardare il territorio, dando luogo anche a un profondo cambiamento di mentalità. Questa la motivazione: “Il documentario mostra Venezia, una delle città più filmate e raccontate, attraverso una lente originale, quella del rapporto tra la Serenissima e i suoi possedimenti di terra. La storia della potenza navale della Repubblica di San Marco collegata alle risorse boschive – l’oro del titolo appunto – si sviluppa in una narrazione coinvolgente, visivamente coerente, ben confezionata per ritmo e utilizzo dei materiali, originali e di repertorio, che lascia aperta una riflessione sui problemi ambientali del nostro tempo”.

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Frame del film “Pupus” di Miriam Cossu Sparagano Ferraye

La giuria ha deciso di assegnare una menzione speciale al documentario “Pupus” di Miriam Cossu Sparagano Ferraye, (Italia, 2021; 32’) girato a Borgo Vecchio di Palermo, nel grande universo dell’Opera dei Pupi di tradizione siciliana, nel piccolo teatro-laboratorio della famiglia Mancuso. Questa è la motivazione: “Il documentario utilizza con abilità gli ingredienti del genere osservazionale e racconta una tradizione lavorativa quasi scomparsa, quella dei pupari, attraverso il rapporto padre-figlio. Il piccolo teatro-laboratorio di famiglia diventa lo spazio, a tratti poetico, di un’iniziazione: la fantasia dell’infanzia trova linfa nelle gesta cavalleresche tramandate oralmente e assorbe i trucchi di un futuro mestiere”.

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Valentina Poli, della giuria di CinemA.Mo.Re, legge la menzione speciale (foto graziano tavan)

Menzione speciale “CINEMAMORE”. La giuria, composta da Valentina Poli, Miro Forti, Andrea Morghen, in collaborazione con Trento Film Festival e Religion Today Filmfestival, ha deciso di assegnare la menzione per l’edizione del RAM film festival 2022, al documentario “Maathani” di Amit Goyal (India, 2022; 13’) che racconta l’antica e tradizionale arte della ceramica, rivelando il processo di creazione dei vasi di terracotta da parte dei “Kumhar”, o ceramisti, del villaggio di Theekarda, nello stato indiano del Rajasthan. Questa la motivazione: “Il breve documentario indiano “Maathani” ha il pregio di far parlare le immagini: gesti, mani, strumenti che danno il senso del ritmo della produzione di vasi, dello svago, della vita quotidiana, tra passato e presente, e che scandiscono anche il passo della narrazione. Un documentario indipendente, che unisce la qualità sincera del documentario osservativo a immagini evocative”.

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Frame del film “Mamody, the last baobab digger” di Cyrille Cornu

La giuria ha deciso di assegnare una menzione al documentario “Mamody. The last baobab digger” di Cyrille Cornu (Francia, 2022; 52’) ambientato sull’altopiano di Mahafaly, nel sud-ovest del Madagascar, una terra estremamente arida, dove gli abitanti del piccolo villaggio di Ampotaka hanno trovato una soluzione unica per immagazzinare l’acqua. Questa la motivazione: “Un tema importante, che sta diventando urgente anche alle nostre latitudini: l’acqua, come bene da preservare e tutelare. Nel film francese di Cyrille Cornu, uomini e donne della tribù di Ampotaka in Madagascar lottano contro la siccità tra riti pagani, natura e tradizioni. In un film di ottima qualità tecnica, affascinano il contesto e lo spessore umano delle donne e degli uomini del villaggio”.

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Il regista Olivier Bourgeois con Antonia Falcone coordinatrice gruppo Archeoblogger (foto graziano tavan)

Menzione speciale “ARCHEOBLOGGER”. La giuria, composta da Giovanna Baldasarre, Giovina Caldarola, Marta Coccoluto, Andrea Bellotti, Antonia Falcone, Marina Lo Blundo, Mattia Mancini, Domenica Pate, Michele Stefanile, Alessandro Tagliapietra, ha assegnato la menzione al documentario “The oath of the Cyriac. Il giuramento di Ciriaco” di Olivier Bourgeois, con questa motivazione: “La follia della guerra e la necessità della tutela del patrimonio archeologico. The Oath of Cyriac parla di tutto questo, ma soprattutto del coraggio di non arrendersi di fronte a quello che la guerra porta con sé e sembra apparentemente inevitabile: la distruzione. Una docufiction coinvolgente, appassionante, emozionale che integra in modo puntuale ricostruzione cinematografica e verità storica. E lo fa su temi di attualità con protagonisti coloro che hanno vissuto sulla propria pelle la paura di non farcela e che invece alla fine, oltre ad avercela fatta, sono riusciti e reinterpretare in prima persona la ricostruzione di quegli attimi, regalando a noi spettatori momenti di grande commozione ed empatia. Il tema affrontato dal film è trasversale e contemporaneo, è una testimonianza importante della drammatica situazione del patrimonio culturale nei paesi devastati dalla guerra, dove spesso sono le persone comuni a trasformarsi in eroi, loro malgrado. E dove ad essere distrutti con il patrimonio archeologico sono la memoria, la storia, l’identità. The Oath of Cyriac ci parla di patrimonio in pericolo, di tutela, di preoccupazione per il presente e il futuro, di vocazione al lavoro e di ineluttabilità: nessuno dei protagonisti avrebbe potuto fare altro che salvaguardare la propria storia. Ma soprattutto interroga ognuno di noi sul senso di appartenenza e di comunità: cosa avrei fatto io, cosa avresti fatto tu, cosa avremmo fatto noi, cosa avreste fatto voi al posto di Ahmad, Amir, Desbina, Mahamun, Mohamad, Khaled e Nawrouz?”.

Varese Archeofilm 2022, rassegna internazionale del film di archeologia, arte, ambiente, etnologia: il pubblico premia il film “Il giuramento di Ciriaco” di Olivier Bourgeois e la giuria tecnica il film “Il mistero del Cavallo di Troia. Sulle tracce di un mito” di Roland May

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Locandina del film “Il giuramento di Ciriaco / The oath of Cyriac” di Olivier Bourgeois

Il film “Il giuramento di Ciriaco / The oath of Cyriac” di Olivier Bourgeois (Andorra, 73’) ha conquistato il pubblico della quinta edizione di Varese Archeofilm, il festival internazionale di archeologia, arte, ambiente, etnologia, che si è chiuso domenica 4 settembre 2022, organizzato dall’associazione Conoscere Varese in collaborazione con il Comune di Varese, il Museo Castiglioni e Firenze Archeofilm/Archeologia Viva. A ritirare il premio del pubblico “Città di Varese” è intervenuto sul palco lo stesso regista Bourgeois.

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Il regista Olivier Bourgeois a Varese Archeofilm (foto archeologia viva)

Il film racconta il salvataggio delle collezioni di antichità del museo nazionale di Aleppo, da parte di un piccolo gruppo di archeologi, curatori di musei e assistenti, che lotta contro il tempo durante il conflitto siriano. Per anni, queste donne e questi uomini diranno addio alle loro famiglie ogni mattina prima di dirigersi verso il museo sotto una grandine di proiettili, affrontando il fuoco dei cecchini, spesso dormendo in terra al museo, nel tentativo di portare a termine la loro missione. Senza elettricità, senza acqua, senza mezzi, svuotano le vetrine, imballano i reperti con i propri vestiti, smontano i controsoffitti per proteggerli in scatole di fortuna, costruiscono muri per nascondere le statue ai saccheggiatori… Un docu-dramma basato su una storia vera. Mozzafiato.

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Frame del film “Il mistero del Cavallo di Troia. Sulle tracce di un mito” di Roland May, Christian Twente (foto foto gruppe 5 _Scope VFX)

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Marco Castiglioni con Giulia Pruneti e Piero Pruneti sul palco di Varese Archeofilm (foto archeologia viva)

Il premio della giuria tecnica “Angelo e Alfredo Castiglioni” è andato invece al film “Il mistero del Cavallo di Troia. Sulle tracce di un mito” del regista Roland May (Germania, 52’). La storia del cavallo di Troia è probabilmente una delle storie più famose mai raccontate. Ma se il mito del cavallo non fosse vero? Nuove rivoluzionarie scoperte dimostrano che una delle storie più famose di tutti i tempi dovrà forse essere riscritta. Il cavallo di Troia probabilmente non era affatto un cavallo. Ma allora come fecero i greci a superare in astuzia i loro nemici? E quale storia troveremo in futuro sui libri di storia? Questa la motivazione della giuria tecnica: “Il film ricostruisce con notevole capacità narrativa la rivoluzionaria intuizione dell’archeologo navale Francesco Tiboni. Il lavoro, insolito, intrigante e ben congegnato si distingue per l’originalità dei contenuti dando forma alla teoria che rilegge uno dei miti più celebri della storia: quella del Cavallo di Troia. La regia, valorizzata da una fotografia spettacolare, dall’uso misurato delle interviste e da un linguaggio diretto e comprensibile, senza per questo venir mai meno all’alto valore scientifico, accompagna il pubblico alla scoperta di una teoria complessa ma anche profondamente affascinante che svela, così, un equivoco millenario”. Ha ritirato il premio Piero Pruneti, direttore di Archeologia Viva.

Firenze Archeofilm 2022 dedicato all’Ucraina lancia il messaggio “La cultura contro la guerra”: il film di Olivier Bourgeois “Il giuramento di Ciriaco” si aggiudica il “Premio Firenze Archeofilm”, assegnato dal pubblico, e il Premio Università di Firenze. Il Premio del Museo Fiorentino di Preistoria al film “Homo sapiens, le nuove origini” di Olivier Julien. Il film “Songs of the Water Spirits” di Nicolò Bongiorno vince il “Premio Archeologia Viva per la comunicazione dell’ambiente”

Olivier Bourgeois, regista del film “Il giuramento di Ciriaco”, con il “Premio Firenze Archeofilm” (foto Beppe Cabras / AV)
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La locandina della quarta edizione di Firenze Archeofilm 2022

“La cultura contro la guerra”: è il messaggio forte e chiaro che è stato lanciato dal pubblico e dalle giurie della quarta edizione di Firenze Archeofilm che si è chiuso domenica pomeriggio, 6 marzo 2022, al cinema La Compagnia di Firenze. Il film del regista Olivier Bourgeois “The oath of Cyriac  / Il giuramento di Ciriaco” (Andorra, 2021; 73’) si è aggiudicato ben due premi: il “Premio Firenze Archeofilm”, assegnato dal pubblico, e il Premio Università di Firenze (vedi A Firenze Archeofilm anteprima nazionale del film “Il giuramento di Ciriaco” di Olivier Bourgeois: la storia vera di archeologi, operai e custodi che nel 2011 hanno portato in salvo 24mila reperti sotto i bombardamenti e il tiro dei cecchini, consentendo la rinascita del Museo di Aleppo. Una statua restaurata dall’università di Firenze | archeologiavocidalpassato). E il regista Olivier Bourgeois ha ritirato di persona i due prestigiosi riconoscimenti. Un messaggio non casuale quello di Firenze Archeofilm 2022, organizzato da Archeologia Viva (Giunti editore), e dedicato all’Ucraina, per ribadire che la cultura (anche attraverso il cinema) ripudia la cultura della guerra. La pellicola, presentata al “Firenze Archeofilm” in anteprima nazionale, nonostante il tragico momento in cui è stata girata (durante la guerra civile siriana nel 2012) vuol infatti lanciare un messaggio di speranza e di possibile riscatto da ogni conflitto. Perché la cultura, intesa come conoscenza dell’altro, può e deve essere un’alternativa ai conflitti che continuano a coinvolgere l’umanità.

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Dario Di Blasi, direttore artistico di Firenze Archeofilm

“Le ragioni per diffondere il cinema per raccontare il mondo antico”, interviene il direttore artistico Dario Di Blasi, “sono sempre state strettamente legate a diffondere conoscenza e consapevolezza di voler costruire un presente il più possibile privo di errori commessi nel passato come violenza, sopraffazioni e guerre. La quarta edizione del Firenze Archeofilm non poteva non avere questa urgenza nel proporre i propri film. Il pubblico e le giurie di esperti hanno riconosciuto questa necessità. Il pubblico con la scelta dei film migliori e, insieme,  le giurie di esperti hanno riconosciuto la necessità di salvare non solo le vite umane ma anche la cultura e il metodo scientifico. È stato sottolineato come il cinema debba ritornare nelle sale  per incontrare di nuovo il pubblico. È fondamentale il confronto diretto tra autore e spettatore per suscitare emozione e coinvolgimento”.

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Il regista Olivier Bourgeois al Firenze Archeofilm 2022 riceve il Premio dell’Università di Firenze dalla rettrice Alessandra Petrucci (foto Beppe Cabras / AV)

Il Premio Università di Firenze è andato dunque a “Il giuramento di Ciriaco / The oath of Cyriac” di Olivier Bourgeois, con la seguente motivazione: “Perché la testimonianza diventi un deterrente contro ogni tentativo di distruzione delle culture, delle identità e della storia. Il giuramento di Ciriaco mette al centro il valore della testimonianza: quella che racconta il museo archeologico di Aleppo attraverso le proprie opere; quella che i dipendenti del museo hanno voluto tramandare al futuro salvando le opere dalla devastazione della guerra siriana e, in ultimo, un’ulteriore testimonianza che vede il team museale sul set di un film per ricordare ancora che salvare il patrimonio artistico e storico di un popolo significa salvarne le radici profonde dalla volontà, umana e cieca, di distruzione”.

La giuria del Premio Università di Firenze ha fatto anche una menzione di merito al film “Yuyos” di Michał Krawczyk e Giulia Lepori (Italia 2018, 70’), proiettato nella sezione “Original sound” con sottotitoli in italiano: “I Yuyos sono tutte le piante spontanee che pos[1]sono essere medicinali o semplici erbe. Ci sono yuyos tossici e altri benefici per la salute”. Il film – scrive la giuria – offre “un contributo che testimonia la cura, la conservazione, la valorizzazione di un patrimonio culturale attraverso una narrazione ecologica, un discorso (λόγος) sull’oikos, sulla casa, sullo spazio abitato, sull’ambiente. Yuyos, le piante spontanee che curano, rappresentano per la comunità contadina del Paraguay un sapere antico da difendere e da comunicare. Il documentario, dallo stile essenziale e molto ben costruito, ci guida, attraverso la sincerità delle immagini e dei racconti, ad abbracciare lo stile di vita dei due protagonisti e a condividere la difesa e la tutela di un territorio e di conoscenze che costituiscono il collante della loro stessa identità”.

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Il professore Fabio Martini e il direttore artistico di “Firenze Archeofilm” Dario Di Blasi (foto Beppe Cabras / AV)

Il terzo riconoscimento, il Premio del Museo Fiorentino di Preistoria, è andato invece al film “Homo sapiens, les nouvelles origines / Homo sapiens, le nuove origini” di Olivier Julien (Francia-Marocco, 2020; 52’) che documenta l’eccezionale rinvenimento in una grotta del Marocco: l’uomo di Jebel Irhoud, un nuovo tassello nella storia dell’umanità. La sua scoperta è infatti una svolta e la sua datazione di 300mila anni è stata uno shock, il risultato di una stupefacente indagine archeologica le cui conclusioni riscrivono la storia della nostra specie. Questa la motivazione della giuria: “Il film si caratterizza per l’alta qualità tecnica, il ritmo compatto della narrazione e per il rigore scientifico con cui viene presentato in forma divulgativa un tema specialistico. Motivo di apprezzamento è anche aver mostrato al largo pubblico che la ricerca archeologica -soprattutto quella relativa alla Preistoria che non possiede fonti scritte- deve avvalersi di contributi pluridisciplinari che, ben concertati, portano ad una documentazione attendibile, garanzia del percorso storico-scientifico”. E il professor Fabio Martini, presidente della giuria di preistoria: “Molti sono i temi emersi dai film proposti in questa quarta edizione. Temi stimolanti che riguardano l’archeologia, l’ambiente, l’arte e che fondono riflessioni, domande, dubbi, paure e speranze. Lo sguardo è rivolto verso il nostro futuro, nel tentativo di immaginarlo con gli occhi rivolti al passato, cercando nelle antiche civiltà, sino dalle origini, spunti per capire da quali premesse l’Uomo può oggi partire per costruire il futuro delle prossime generazioni”.

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Firenze Archeofilm 2022: Piero Pruneti, direttore di Archeologia Viva, consegna al regista Nicolò Bongiorno il “Premio Archeologia Viva per la comunicazione dell’ambiente” (foto Beppe Cabras / AV)

Infine il film “Songs of the Water Spirits” (Italia, 2020; 100’) del regista Nicolò Bongiorno ha vinto il “Premio Archeologia Viva per la comunicazione dell’ambiente”. La pellicola è interamente girata in Ladakh, una regione dell’Himalaya in profonda trasformazione, dove un cambiamento climatico accelerato e uno sviluppo rampante stanno mettendo a rischio l’ambiente e la stessa identità dei suoi abitanti. Nicolò Bongiorno, intervistato dal direttore di Archeologia Viva, Piero Pruneti, ha rivelato di avere ereditato dal padre Mike la grande passione per la montagna, che ora lo ha portato a soggiornare in Ladakh per questo film dedicato al futuro del pianeta.