Catania. Alla libreria Cavallotto presentazione del libro “Guida all’archeologia di Leontinoi. Protagonisti, monumenti, itinerari” di Massimo Frasca (Gangemi editore). Intervengono Scandura, Minnella e Cultraro
Per iniziativa di “Avanti tutta Leontinoi” e di Ubik-Libreria Cavallotto, Venerdì 7 marzo 2025, alle 17.30, alla libreria Cavallotto, in corso Sicilia a Catania, presentazione del libro “Guida all’archeologia di Leontinoi. Protagonisti, monumenti, itinerari” di Massimo Frasca (Gangemi editore) nella collana “Studi e ricerche di archeologia in Sicilia” diretta da Paola Pelagatti. Dopo i saluti di Antonino Lutri, soprintendente ai Beni culturali di Siracusa, e di Rosario Lo Faro, sindaco di Lentini, presentazione con Loris Scandura, Petrol company; Settimo Minnella, “Avanti tutta Leontinoi”; Massimo Cultraro, archeologo Cnr-Ispc Catania; e l’autore Massimo Frasca. Modera l’archeologo Sebastiano Barresi.

Copertina del libro “Guida all’archeologia di Leontinoi. Protagonisti, monumenti, itinerari” di Massimo Frasca (Gangemi editore)
Guida all’archeologia di Leontinoi. Protagonisti, monumenti, itinerari. Leontinoi rappresenta una realtà unica e per molti aspetti anomala in confronto alle altre città fondate dai Greci in Occidente. La particolare conformazione geomorfologica e topografica della polis, ubicata sulle due aspre colline di San Mauro e Metapiccola e nella valle intermedia, ha attirato l’attenzione dello storico greco Polibio che ne ha dato una vivida descrizione e, in seguito, di studiosi moderni, anche stranieri, che hanno fornito descrizioni, fotografie e schizzi dei luoghi e dei manufatti lentinesi. Nonostante i numerosi rinvenimenti di oggetti di pregio, molti dei quali confluiti in musei italiani e stranieri, bisognerà attendere l’arrivo di Paolo Orsi in Sicilia per l’inizio degli scavi sistematici a Leontinoi, ripresi con continuità e profitto dopo il Secondo Dopoguerra dalla soprintendenza alle Antichità di Siracusa e dall’università di Catania. Con quest’opera Massimo Frasca ha inteso realizzare un libro-guida che accompagni, anche fisicamente, il lettore interessato a conoscere la storia e i monumenti archeologici della città fondata dai Calcidesi nel 728 a.C. e, al contempo, ricordare le figure di coloro che, con la loro passione e le loro competenze anche in campi diversi dall’archeologia, hanno contribuito a far progredire gli studi e le ricerche su Leontinoi. Da ciò deriva l’articolazione del libro in quattro capitoli, il primo dedicato ai protagonisti dell’archeologica lentinese, il secondo ai principali monumenti archeologici illustrati e inquadrati storicamente, il terzo ai percorsi di visita dei monumenti e il quarto al museo archeologico di Lentini, fortemente voluto dalla comunità civile locale.

L’archeologo Massimo Frasca (università di Catania)
Massimo Frasca è direttore della rivista scientifica Cronache di Archeologia dell’università di Catania. È stato allievo della Scuola Archeologica Italiana di Atene, professore associato di Archeologia classica e direttore della Scuola di specializzazione in Beni archeologici dell’università di Catania. Ha insegnato Archeologia della Magna Grecia all’università della Calabria e Metodologia della ricerca archeologica all’università di Palermo (sede di Agrigento). Ha diretto numerosi scavi archeologici in Sicilia e in Italia meridionale e ha fatto parte delle missioni archeologiche italiane di Prinias (Grecia), Iasos e Kyme Eolica (Turchia). Tra i principali temi di ricerca sono lo studio della topografia e delle produzioni artigianali delle città greche della Sicilia e dell’Asia Minore e le relazioni tra i Greci e le popolazioni indigene della Sicilia. È autore di numerosi articoli a stampa e di pubblicazioni monografiche, tra cui: La necropoli di Monte Finocchito (Palermo 1981), Scavi nelle necropoli di Leontini (Palermo 1991), Leontinoi. Archeologia di una colonia greca (Roma 2009), Archeologia degli Iblei (Ragusa 2015), Città dei Greci in Sicilia (Ragusa 2017), Civiltà egee alla scoperta dell’Occidente (Ragusa 2019), Monte San Mauro di Caltagirone e la Calcidese Euboia (Roma 2020).
Licodia Eubea (Ct). All’archeologo Tsao Cevoli il premio Antonino Di Vita, al film “Le cime di Asclepio” il premio Archeovisiva e al film “Approdi” il premio Archeoclub d’Italia: ma con la cerimonia di premiazione il XIV Festival della Comunicazione e del Cinema archeologico non ha chiuso: ci sarà un’appendice sul cinema siciliano a Chiaramonte Gulfi

Lorenzo Daniele e Alessandra Cilio direttori artistici del Festival della Comunicazione e del Cinema archeologico di Licodia Eubea (Ct) (foto graziano tavan)
Il pubblico si emoziona col film “Approdi” di Lorenzo Scaraggi (premio Archeoclub), la giuria di qualità riconosce la valenza del film “Le cime di Asclepio” di Filippo Ticozzi (premio Archeovisiva) e quella del premio “Antonino Di Vita” l’impegno dell’archeologo Tsao Cevoli: con la cerimonia di consegna dei riconoscimenti si è ufficialmente chiuso il XIV Festival della Comunicazione e del Cinema archeologico di Licodia Eubea (Ct), con la direzione artistica di Alessandra Cilio e Lorenzo Daniele, nato dalla sinergia tra le associazioni culturali ArcheoVisiva e Archeoclub di Licodia Eubea “Mario Di Benedetto” e sostenuto da Sicilia Film Commission e MIC – Direzione generale Cinema e audiovisivo. “È stata un’edizione che ha mantenuto le premesse”, il commento di Alessandra Cilio e Lorenzo Daniele, “siamo soddisfatti della qualità dei lavori presentati e del premio che la giuria, dopo molto discutere, ha assegnato privilegiando l’aspetto autoriale del film. Le cime di Asclepio, infatti, è un film concettuale che racconta lo smantellamento di un museo attraverso diversi punti di vista. È un film che tocca le corde emozionali, ed è anche in linea con il fil rouge di questa edizione del festival che, ci piace ricordarlo, non è solo un festival divulgativo ma, per la sua varietà, un festival conoscitivo rivolto a quanti amano il cinema”.
Ma il Festival, in realtà non ha chiuso i battenti del tutto, perché quest’anno, per la prima volta, ci sarà un’appendice sabato 19 ottobre 2024 a Chiaramonte Gulfi che ospiterà una finestra sul cinema documentario siciliano di cui sarà ospite la regista palermitana Costanza Quatriglio.

Margherita Peluso nella performance “Terra Euboea” al castello Santapau (foto graziano tavan)
Quella 2024, dal 9 al 13 ottobre, è stata un’edizione ricca con un programma articolato tra proiezioni (molte in prima nazionale o assoluta); eventi speciali all’ex chiesa di San Benedetto e Santa Chiara come la mostra “Nescienza” di Daniele Cascone e la proiezione-concerto per pianoforte “Cinema in Note” del maestro Salvino Strano, o come la performance artistica di Margherita Peluso “Terra Euboea” al castello Santapau; laboratori didattici per studenti di ogni ordine e grado con Concetta Caruso; masterclass di regia con Massimo D’Alessandro e di critica cinematografica con Fabio Fancello; visite guidate in centro storico con l’Archeoclub; e soprattutto “L’incontro con l’Antico” che ha sviluppato in modo trasversale il leitmotiv del XIV festival “Un patrimonio da salvare”.

Incontro con l’Antico al Festival di Licodia Eubea: da sinistra, Lidia Vignola, Nadia Mondini, Serena Raffiotta, Tsao Cevoli, Fabrizio Mutarelli (foto graziano tavan)
Proprio l’ultimo di questi incontri, domenica pomeriggio, la tavola rotonda “Rubare il passato. Tombaroli, ladri e cacciatori di tesori: il reale e immaginario”, ha rappresentato il gran finale, quasi a tirare i fili, sul tema del festival raccontando il ruolo dei musei e la loro condotta etica rispetto al mercato illegale di opere d’arte. Un tema importante, delicato e di grande attualità sul quale hanno dibattuto – moderati dall’archeologa Serena Raffiotta – il luogotenente Fabrizio Mutarelli del Nucleo Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale di Siracusa; l’archeologo e giornalista Tsao Cevoli (direttore della rivista scientifica Archeomafie); la giornalista Rai Dania Mondini; l’archeologa Lidia Vignola (presidente dell’Osservatorio Internazionale Archeomafie).

Festival di Licodia Eubea: Massimo D’Alessandro e Giulia Iannello, membri della giuria di qualità, tra i direttori artistici Lorenzo Daniele e Alessandra Cilio (foto graziano tavan)

Il video-messaggio del regista Filippo Ticozzi al Festival di Licodia (foto graziano tavan)
PREMIO ARCHEOVISIVA (assegnato dalla giuria di qualità composta dall’autore e regista Massimo D’Alessandro; Giulia Iannello, project manager di Magma – mostra di cinema breve; Maria Turco, funzionaria archeologa della soprintendenza dei Beni culturali di Catania e dal regista greco Vasileios Loules) al film “Le cime di Asclepio” (Italia 2024, 18′) di Filippo Ticozzi (che ha mandato un video-messaggio di ringraziamento). Un museo si sta svuotando. Ciò che normalmente lo abita cambi a posizione e prospettiva. Possono oggetti, statue, cimeli morire? Questa la motivazione: “Per l’eleganza, la sobrietà, l’essenzialità di un racconto che non ha bisogno di parole ma che, con la potenza delle immagini, dà vita alle opere d’arte e ci ricorda che la bellezza non vuole essere ingabbiata”.
Menzione speciale al film “Villa Rosa” (Italia 2023, 23′) di Alessandro Tricarico. Produzione: Alessandro Tricarico. Villa Rosa è un cortometraggio sperimentale che abbraccia l’arte urbana, la rovina, la fiction, il documentario, il romanzo storico, la fotografia e molto altro ancora. Gli eventi raccontati risalgono al 1943, quando Foggia fu quasi completamente distrutta dai bombardamenti alleati. In quegli anni si costruiva Villa Rosa, il cui nome è una dedica del proprietario alla memoria della moglie che, morta prematuramente, non riuscì a vederla ultimata. Motivazione: “Un film onirico eppure profondamente realista, un inno ai luoghi in cui sopravvivono le anime di chi li ha abitati”.
Menzione speciale al film “Artémis le temple perdu” (Svizzera 2023, 52′) di Sébastien Reichenbach. L’ubicazione del santuario di Artemide ad Amarynthos è stata a lungo uno degli ultimi grandi enigmi archeologici dell’antichità greca. Questo grande Artemision è menzionato in vari testi antichi, che addirittura specificano la distanza tra il santuario e la città di Eretria. Nonostante gli sforzi delle tante spedizioni scientifiche a partire dalla fine del XIX secolo, nessuna traccia del santuario o del suo tempio è stata mai trovata, lasciando il mistero irrisolto. Motivazione: “Per la capacità di offrire un ritratto a tutto tondo dell’archeologo e della sua professionalità, finendo con l’essere non solo un documentario archeologico ma un film sull’esistenza umana”.

Il regista Lorenzo Scaraggi con il premio Archeoclub d’Italia, consegnato da Giacomo Caruso dell’Archeoclub di Licodia Eubea, per “Approdi” il film più votato dal pubblico del XIV festival della comunicazione e del cinema archeologico di Licodia Eubea (foto graziano tavan)
PREMIO ARCHEOCLUB D’ITALIA assegnato dal pubblico al film “Approdi” (Italia 2024, 45′) di Lorenzo Scaraggi con un voto medio di 9.6 (uno dei più alti mai registrati al festival di Licodia Eubea). Approdi è un viaggio geopoetico lungo le coste pugliesi ispirato a Breviario Mediterraneo di Matvejević. Nicolò Carnimeo, a bordo della sua barca a vela, incontra intellettuali e scrittori: Alessandro Vanoli a Monopoli, Rita Auriemma a Egnazia, Roberto Soldatini a Trani, Lucio Caracciolo a Bari, Enrica Simonetti a Giovinazzo, Bjorn Larsson a Brindisi. Approdi è una dichiarazione d’amore al mare della Puglia, ai suoi porti e alle sue coste.
Al secondo posto in ex aequo, con un gradimento pari a 8,4: “Guercino. Uno su Cento” di Giulia Giapponesi e “Palombara il borgo delle ciliegie” di Diego D’innocenzo. Terzo posto in ex aequo, con un gradimento pari a 8,3: “Franco Mezzena, l’Archeologia raccontata con il sorriso” di Nicola Castangia e Andrea Fenu, e “Artemis, le temple perdu” di Sebastien Reichemback.

La proclamazione del premio Antonino Di Vita al XIV festival della Comunicazione e del Cinema archeologico di Licodia Eubea: da sinistra, Lorenzo Daniele, Massimo Frasca, Alessandra Cilio (foto graziano tavan)
PREMIO ANTONIO DI VITA assegnato a chi spende la propria professione nella promozione della conoscenza del patrimonio storico-artistico e archeologico dal comitato scientifico (composto da Maria Antonietta Rizzo Di Vita, docente di Etruscologia e Antichità italiche all’università di Macerata; Massimo Frasca, archeologo già docente all’università di Catania; Giacomo Caruso, presidente dell’Archeoclub d’Italia di Licodia Eubea; Alessandra Cilio, archeologa, e Lorenzo Daniele, regista, direttori artistici del Festival di Licodia). Il prestigioso riconoscimento è andato all’archeologo Tsao Cevoli, che solo poco prima era stato uno dei protagonisti della tavola rotonda sulle Archeomafie. A consegnare il premio, una scultura dell’artista Santo Paolo Guccione, diversamente da come avvenuto nelle tredici precedenti edizioni, quando è sempre stata presente la professoressa Maria Antonietta Rizzo Di Vita, moglie di Antonino, bloccata a Macerata da un impedimento fisico, è stato il professor Frasca.

XIV festival della comunicazione e del cinema archeologico di Licodia Eubea: Massimo Frasca consegna il premio Antonino Di Vita a Tsao Cevoli (foto fcca)
Questa l’articolata motivazione: “Chi si occupa di archeologia e di patrimonio storico-artistico dovrebbe sempre tenere bene a mente che il suo dovere, tanto professionale quanto etico, è di occuparsi non solo di ricerca ma anche, anzi soprattutto, di tutela e salvaguardia. Proteggere il patrimonio culturale significa custodire la nostra memoria e la nostra identità. Trasversalmente significa preservare noi stessi e i nostri figli, il nostro futuro. Farlo bene richiede passione, impegno, dedizione e coraggio. Tanto, specie quando si vive e si opera in territori difficili dove il contrasto alle archeomafie è una lotta, ed una lotta spesso ad armi impari. Per l’impegno costante nella protezione, nella tutela e nella salvaguardia del patrimonio culturale e ambientale nazionale; per la grande attenzione prestata alla formazione di figure professionali altamente qualificate che supportino le Istituzioni preposte nelle attività investigative in contrasto al traffico illecito dei beni culturali. Per la difesa dei diritti dei professionisti dei beni culturali, ed in particolare degli archeologi”.

Lo staff del XIV festival della comunicazione e del cinema archeologico di Licodia Eubea sul palco del teatro della Legalità (foto graziano tavan)
Il festival della Comunicazione e del Cinema archeologico dà l’appuntamento a ottobre 2025.
Licodia Eubea (Ct). La presentazione del libro “Guida all’archeologia di Leontinoi. Protagonisti, monumenti, itinerari” di Massimo Frasca (Gangemi editore) chiude gli appuntamenti di EUbook summer, organizzato dall’Archeoclub di Licodia Eubea
Con la presentazione del libro “Guida all’archeologia di Leontinoi. Protagonisti, monumenti, itinerari” di Massimo Frasca (Gangemi editore), domenica 22 settembre 2024, alle 18.30, nell’ex chiesa di S. Benedetto e S. Chiara di Licodia Eubea (Ct) si chiudono gli appuntamenti di EUbook summer, organizzati dall’Archeoclub di Licodia Eubea. A dialogare con l’autore gli archeologi Alessandra Cilio e Italo Giordano.

Copertina del libro “Guida all’archeologia di Leontinoi Protagonisti, monumenti, itinerari” di Massimo Frasca (Gangemi editore)
Guida all’archeologia di Leontinoi Protagonisti, monumenti, itinerari. Leontinoi rappresenta una realtà unica e per molti aspetti anomala in confronto alle altre città fondate dai Greci in Occidente. La particolare conformazione geomorfologica e topografica della polis, ubicata sulle due aspre colline di San Mauro e Metapiccola e nella valle intermedia, ha attirato l’attenzione dello storico greco Polibio che ne ha dato una vivida descrizione e, in seguito, di studiosi moderni, anche stranieri, che hanno fornito descrizioni, fotografie e schizzi dei luoghi e dei manufatti lentinesi. Nonostante i numerosi rinvenimenti di oggetti di pregio, molti dei quali confluiti in musei italiani e stranieri, bisognerà attendere l’arrivo di Paolo Orsi in Sicilia per l’inizio degli scavi sistematici a Leontinoi, ripresi con continuità e profitto dopo il Secondo Dopoguerra dalla Soprintendenza alle Antichità di Siracusa e dall’Università di Catania. Con quest’opera Frasca ha inteso realizzare un libro-guida che accompagni, anche fisicamente, il lettore interessato a conoscere la storia e i monumenti archeologici della città fondata dai Calcidesi nel 728 a.C. e, al contempo, ricordare le figure di coloro che, con la loro passione e le loro competenze anche in campi diversi dall’archeologia, hanno contribuito a far progredire gli studi e le ricerche su Leontinoi. Da ciò deriva l’articolazione del libro in quattro capitoli, il primo dedicato ai protagonisti dell’archeologica lentinese, il secondo ai principali monumenti archeologici illustrati e inquadrati storicamente, il terzo ai percorsi di visita dei monumenti e il quarto al museo archeologico di Lentini, fortemente voluto dalla comunità civile locale.
Giardini Naxos (Me). Al teatro della Nike la cerimonia di consegna del 7. Premio Comunicare l’Antico 2024 promosso dal parco archeologico di Naxos Taormina. Ecco i premiati. E presentazione della “Guida all’archeologia di Leontinoi. Protagonisti, monumenti, itinerari” di Massimo Frasca (Gangemi editore)

Il mondo del teatro in Italia e in Grecia e quello universitario, con gli archeologi impegnati nella ricerca e nella divulgazione scientifica, saranno i protagonisti del Premio Comunicare l’Antico 2024, in programma domenica 1° settembre 2024, alle 19, al Teatro della Nike nel parco archeologico di Naxos a Giardini Naxos (Me). La manifestazione, giunta alla sua settima edizione, è organizzata dal parco archeologico Naxos Taormina della Regione Siciliana, diretto dall’archeologa Gabriella Tigano, in collaborazione con il festival Naxoslegge (la cui direzione artistica è affidata a Fulvia Toscano) e con l’Archeoclub Naxos-Taormina-Valle Alcantara. Il Premio Comunicare l’antico, assegnato dal parco archeologico Naxos Taormina, nasce nel 2017 da un’idea di Fulvia Toscano, direttore artistico del festival letterario, ed è assegnato a studiosi e personalità italiane e straniere impegnate nella divulgazione della ricerca archeologica, storica e filologica, ma anche a enti e musei che hanno attuato strategie importanti di valorizzazione e comunicazione al grande pubblico.

Francesco La Torre: premio Comunicare l’Antico alla memoria (foto regione siciliana)

Il regista e attore Daniele Salvo (foto centaro)

L’associazione culturale di Viterbo “Ludi Scaenici” (foto regione siciliana)

La grecista di Ca’ Foscari Monica Centanni (foto regione siciliana)

Fabio Pagano, direttore del parco archeologico dei Campi Flegrei (foto regione siciliana)
Ecco i premiati 2024: il regista e attore Daniele Salvo, autore, fra l’altro, di apprezzatissime regie di testi di Eschilo, Sofocle e Euripide; il greco Teodoro Angelopoulos, per il festival internazionale dei Giovani Dramma antico di Corinto che propone una rassegna di teatro classico realizzata da studenti; l’associazione culturale di Viterbo “Ludi Scaenici”, che da 25 anni promuove e diffonde al conoscenza di musica e danza dell’antichità; Monica Centanni (università di Venezia), grecista, studiosa di tragedia greca e fondatrice della rivista “Engramma” dedicata alla tradizione classica nella memoria occidentale; infine gli archeologi Fabio Pagano, dal 2019 direttore del parco archeologico dei Campi Flegrei e docente dell’università di Udine; Massimo Frasca (università di Catania) ed ex direttore della Scuola di Specializzazione in Archeologia e in Beni archeologici dell’università di Catania (di recente autore di una Guida al parco archeologico di Leontinoi che sarà presentata sabato 31 agosto 2024, alle 19, al museo di Naxos). Premio alla memoria all’archeologo Francesco La Torre (università di Messina), scomparso prematuramente due anni fa e apprezzato dalla comunità scientifica internazionale per lo studio delle interazioni culturali tra i Greci e le popolazioni indigene della Magna Grecia e della Sicilia. A consegnare i premi, tra gli altri, saranno: Giovanna Spatari (rettrice UniMe), Massimo Cultraro (archeologo), Massimo Raffa (musicologo), Gigi Spedale (Rete Latitudini). Fra gli interventi: il sindaco di Giardini Naxos, Giorgio Stracuzzi, la storica dell’arte Silvia Mazza e l’archeologo Alessio Toscano Raffa. Ai premiati verrà donata una scultura opera del maestro Turi Azzolina ispirata alla maschera del satiro, figura ricorrente fra i reperti della collezione del Museo di Naxos. Nel corso della serata, presentata dalla conduttrice televisiva Francesca Russo, sono previsti degli interventi musicali del gruppo Klostès, formazione al femminile che propone musica tradizionale con strumenti popolari. L’ingresso alla cerimonia è libero.

Copertina del libro “Guida all’archeologia di Leontinoi. Protagonisti, monumenti, itinerari” di Massimo Frasca (Gangemi editore).
“Guida all’archeologia di Leontinoi. Protagonisti, monumenti, itinerari” di Massimo Frasca (Gangemi editore international). Leontinoi rappresenta una realtà unica e per molti aspetti anomala in confronto alle altre città fondate dai Greci in Occidente. La particolare conformazione geomorfologica e topografica della polis, ubicata sulle due aspre colline di San Mauro e Metapiccola e nella valle intermedia, ha attirato l’attenzione dello storico greco Polibio che ne ha dato una vivida descrizione e, in seguito, di studiosi moderni, anche stranieri, che hanno fornito descrizioni, fotografie e schizzi dei luoghi e dei manufatti lentinesi. Nonostante i numerosi rinvenimenti di oggetti di pregio, molti dei quali confluiti in musei italiani e stranieri, bisognerà attendere l’arrivo di Paolo Orsi in Sicilia per l’inizio degli scavi sistematici a Leontinoi, ripresi con continuità e profitto dopo il Secondo Dopoguerra dalla Soprintendenza alle Antichità di Siracusa e dall’Università di Catania. Con quest’opera l’A. ha inteso realizzare un libro-guida che accompagni, anche fisicamente, il lettore interessato a conoscere la storia e i monumenti archeologici della città fondata dai Calcidesi nel 728 a.C. e, al contempo, ricordare le figure di coloro che, con la loro passione e le loro competenze anche in campi diversi dall’archeologia, hanno contribuito a far progredire gli studi e le ricerche su Leontinoi. Da ciò deriva l’articolazione del libro in quattro capitoli, il primo dedicato ai protagonisti dell’archeologica lentinese, il secondo ai principali monumenti archeologici illustrati e inquadrati storicamente, il terzo ai percorsi di visita dei monumenti e il quarto al museo archeologico di Lentini, fortemente voluto dalla comunità civile locale.

L’archeologo Massimo Frasca dell’università di Catania (foto regione siciliana)
Massimo Frasca è direttore della rivista scientifica Cronache di Archeologia dell’università di Catania. È stato allievo della Scuola Archeologica Italiana di Atene, professore associato di Archeologia Classica e direttore della Scuola di specializzazione in Beni archeologici dell’università di Catania. Ha insegnato Archeologia della Magna Grecia all’università della Calabria e Metodologia della ricerca archeologica all’università di Palermo (sede di Agrigento). Ha diretto numerosi scavi archeologici in Sicilia e in Italia meridionale e ha fatto parte delle missioni archeologiche italiane di Prinias (Grecia), Iasos e Kyme Eolica (Turchia). Tra i principali temi di ricerca sono lo studio della topografia e delle produzioni artigianali delle città greche della Sicilia e dell’Asia Minore e le relazioni tra i Greci e le popolazioni indigene della Sicilia. È autore di numerosi articoli a stampa e di pubblicazioni monografiche, tra cui: La necropoli di Monte Finocchito (Palermo 1981), Scavi nelle necropoli di Leontini (Palermo 1991), Leontinoi. Archeologia di una colonia greca (Roma 2009), Archeologia degli Iblei (Ragusa 2015), Città dei Greci in Sicilia (Ragusa 2017), Civiltà egee alla scoperta dell’Occidente (Ragusa 2019), Monte San Mauro di Caltagirone e la Calcidese Euboia (Roma 2020).
Melilli (Sr). Omaggio a Luigi Bernabò Brea, grande archeologo e funzionario della soprintendenza alle Antichità della Sicilia Orientale, con il convegno “Luigi Bernabò Brea e la Sicilia. Bilancio e prospettive di ricerca a un quarto di secolo dalla sua scomparsa”: due giorni in presenza e on line
Omaggio a Luigi Bernabò Brea (1910-1999), studioso visionario e innovativo, animato da un rigoroso senso dello Stato e del bene collettivo, capace di trasformare l’archeologia siciliana in un laboratorio permanente di sfide e conquiste scientifiche. Appuntamento a Melilli (Sr), nell’ala consiliare, il 17 e 18 febbraio 2024, per il convegno di archeologia “Luigi Bernabò Brea e la Sicilia. Bilancio e prospettive di ricerca a un quarto di secolo dalla sua scomparsa” organizzato dall’associazione Italia Nostra Melilli, in collaborazione con l’amministrazione comunale, con la partecipazione di funzionari e docenti universitari italiani e stranieri, attivi o in pensione, insieme ad Accademie, Istituti di cultura, Musei e Soprintendenze provenienti da tutta Italia.

L’archeologo Luigi Bernabò Brea (Genova, 27 settembre 1910 – Lipari, 4 febbraio 1999) (foto regione siciliana)
A venticinque anni dalla scomparsa di Luigi Bernabò Brea (Genova, 27 settembre 1910 – Lipari, 4 febbraio 1999), illustre archeologo e funzionario della soprintendenza alle Antichità della Sicilia Orientale, noto per la sua influenza rivoluzionaria nei campi degli scavi e delle pubblicazioni archeologiche, è giunto dunque il momento di fare il punto su quanto si è sviluppato in questo quarto di secolo e di mettere in evidenza la sua eredità scientifica. L’anniversario offre l’opportunità di esplorare, con una prospettiva aggiornata, uno dei periodi più entusiasmanti della storia e dell’archeologia recenti, durante il quale l’intera area della Sicilia orientale, sia ionica che tirrenica, è stata protagonista di campagne archeologiche di rilievo nel Mediterraneo. Le indagini condotte da Luigi Bernabò Brea rimangono ancor oggi fondamentali per gli studi sulla storia e l’archeologia dell’occidente greco.

L’archeologo Luigi Bernabò Brea (foto giuseppe e luigi santi agnello)
Il convegno si svolge sabato 17 e domenica 18 febbraio 2024: dalle 9.30 alle 13 e dalle 16.30 alle 19. Per vedere la diretta dell’evento: www.magnetofono.it/streaming/melilli e sulla pagina Facebook di Italia Nostra Melilli (cliccare qui). All’evento saranno presenti l’assessore regionale ai Beni Culturali e all’Identità Siciliana, Francesco Paolo Scarpinato, e il sindaco di Melilli, Giuseppe Carta, oltre ai sindaci dei Comuni limitrofi con competenza su importanti siti archeologici legati a Luigi Bernabò Brea. Parteciperanno Francesco Italia per Siracusa, Giuseppe Di Mare per Augusta e Megara Iblea, Vincenzo Parlato per Sortino e Pantalica, Giuseppe Gianni per Priolo e Thapsos. Tra gli altri partecipanti figurano il direttore del parco archeologico e paesaggistico di Siracusa Eloro Villa del Tellaro e Akrai, Carmelo Bennardo; il soprintendente per i Beni culturali e ambientali di Siracusa, Salvatore Martinez; il direttore del parco archeologico di Leontinoi e Megara, Carla Mancuso; e il direttore del parco archeologico delle Isole Eolie, museo “Luigi Bernabò Brea”, Rosario Vilardo.
IL PROGRAMMA DI SABATO 18 FEBBRAIO 2024: 9.30-10-30, introduzione di Giuseppe Immè, docente, vicepresidente regionale di Italia Nostra Sicilia e consulente scientifico del Comune di Melilli, e saluti delle autorità. 10.30-13, modera Lorenzo Guzzardi. Intervegono: Maria Bernabò Brea, già soprintendenza archeologica dell’Emilia Romagna, “Ricordo di Luigi Bernabò Brea”; Paola Pelagatti, accademia nazionale dei Lincei, “Luigi e Chiara Bernabò Brea tra Genova e Siracusa: dallo sbarco alleato alla ricostruzione della soprintendenza alle Antichità della Sicilia Orientale”; Massimo Cultraro, CNR e università di Palermo, “Luigi Bernabò Brea e la Preistoria siciliana: la coerenza di un percorso scientifico”. Dopo la pausa caffè, modera Massimo Frasca. Intervengono: Rosa Maria Albanese, università di Catania (DISUM), “Il crepuscolo del re Hyblon. Mobilità e dinamiche territoriali nella Sicilia protostorica e arcaica”; Gioconda Lamagna, già direttrice del parco archeologico e paesaggistico di Catania e della Valle dell’Aci, “Luigi Bernabò Brea ad Adrano tra ricerca, tutela e conservazione del patrimonio archeologico”. Dopo la pausa pranzo, dalle 16.30 alle 19, modera Massimo Cultraro. Intervengono: Elvia Giudice e Giada Giudice, università di Catania (DISUM) e Universität München (Germania), “Un cratere a calice frammentario da Leontinoi conservato al Museo “P. Orsi” di Siracusa e il ruolo della colonia calcidese nei commerci attici in Occidente nella seconda metà del V sec. a.C.”; Massimo Frasca, già direttore della Scuola di specializzazione in Beni archeologici dell’università di Catania, “L’archeologia a Lentini e Luigi Bernabò Brea”. Dopo la pausa caffè, Concetta Ciurcina, già soprintendente per i Beni culturali e ambientali di Siracusa, “Luigi Bernabò Brea e lo studio delle terrecotte architettoniche di Gela”; Michel Gras, Accademia nazionale dei Lincei, già direttore dell’École française de Rome (Francia), “Passeggiando per Siracusa”.
IL PROGRAMMA DI DOMENICA 18 FEBBRAIO 2024: 9.30-13, modera Michel Gras. Intervengono: Giovanni Di Stefano, università della Calabria e università di Roma Tor Vergata, “Le “altre” archeologie di Luigi Bernabò Brea”; Maria Costanza Lentini, già direttrice del parco archeologico di Naxos e Taormina, “Milazzo e le ricerche di Luigi Bernabò Brea nella Sicilia tirrenica”; Giuseppe Immè, docente, vicepresidente regionale di Italia Nostra Sicilia e consulente scientifico del Comune di Melilli, “Luigi Bernabò Brea e Nino Lamboglia: incontri tra archeologi nella costa tirrenica della Sicilia”; Elena Flavia Castagnino, funzionaria archeologa della soprintendenza per i Beni culturali e ambientali di Siracusa, “Il ruolo-chiave di Luigi Bernabò Brea nella ricerca e nella tutela del patrimonio archeologico sottomarino: una ‘immersione’ inedita nell’archivio storico della Soprintendenza alle Antichità della Sicilia Orientale”; dopo la pausa caffè, Maria Clara Martinelli, funzionaria archeologa del parco archeologico delle Isole Eolie, museo “Luigi Bernabò Brea”, “Luigi Bernabò Brea nelle Isole Eolie. Dalle prime ricerche all’apertura del Museo di Lipari (1942-1954)”; Umberto Spigo, già direttore del parco archeologico delle Isole Eolie, museo “Luigi Bernabò Brea”, “Luigi Bernabò Brea a Tindari. Capisaldi per la ricerca e per la tutela in parallelo con l’attività della Soprintendenza alle Antichità di Siracusa in altri centri di età ellenistico-romana”; Rosario Vilardo, direttore del parco archeologico delle Isole Eolie, museo “Luigi Bernabò Brea”, “Prospettive di conservazione e valorizzazione del patrimonio nel Museo Archeologico Luigi Bernabò Brea a Lipari”. Dopo la pausa pranzo, dalle 16.30 alle 19, modera Maria Bernabò Brea. Intervengono: Rosa Lanteri, dirigente U.O.2 del S. 39 parco archeologico e paesaggistico di Siracusa Eloro Villa del Tellaro e Akrai, “Luigi Bernabò Brea e la difficile stagione della tutela”; Alessandra Castorina, funzionaria archeologa della soprintendenza per i Beni culturali e ambientali di Siracusa, “Luigi Bernabò Brea e la tutela dei siti indigeno-ellenizzati della Sicilia centro[1]meridionale. Nuovi dati dall’archivio storico della Soprintendenza di Siracusa”; Giuseppina Monterosso, funzionaria archeologa del parco archeologico e paesaggistico di Siracusa Eloro Villa del Tellaro e Akrai, “Luigi Bernabò Brea e il Museo Archeologico di Siracusa: da Piazza Duomo a Villa Landolina”; Angela Maria Manenti, funzionaria archeologa del parco archeologico e paesaggistico di Siracusa Eloro Villa del Tellaro e Akrai, “Luigi Bernabò Brea e la numismatica: il medagliere e la sua organizzazione”. Dopo la pausa caffè, Agostina Musumeci, funzionaria archeologa del parco archeologico e paesaggistico di Siracusa Eloro Villa del Tellaro e Akrai, “Dal secondo conflitto mondiale alla Commissione Franceschini: Luigi Bernabò Brea e la catalogazione”; Mariella Musumeci, già dirigente della U.O. Beni archeologici della soprintendenza BB.CC.AA., “L’attività di Luigi Bernabò Brea tra tutela e valorizzazione: alle origini dei parchi archeologici nella provincia di Siracusa”; Ermelinda Storaci, funzionaria archeologa del parco archeologico e paesaggistico di Siracusa Eloro Villa del Tellaro e Akrai, “Luigi Bernabò Brea e il Giappone”.
Augusta. Per le giornate europee dell’archeologia, conferenza a cura di Archeoclub e parco archeologico Leontinoi su “Jean Berard: Sicilia e Magna Grecia”, lo storico dell’antichità che ha dato un contributo significativo alla storia della colonizzazione greca in Sicilia
Per il quarto anno di seguito, Archeoclub d’Italia sede di Augusta partecipa alle Giornate Europee dell’Archeologia. Questa volta ricorderà un’altra grande figura legata alla Sicilia ed al mondo della Magna Grecia: Jean Berard. Appuntamento venerdì 17 giugno 2022, nel salone di rappresentanza “Rocco Chinnici” del Comune di Augusta, dalle 18.30 alle 20, per la conferenza “Jean Berard: Sicilia e Magna Grecia”. Evento a ingresso gratuito a cura di Archeoclub sede di Augusta e del parco archeologico Leontinoi. I lavori saranno introdotti da Mariada Pansera, presidente di Archeoclub d’Italia sede di Augusta. Dopo i saluti del sindaco Giuseppe Di Mare interverranno Lorenzo Guzzardi, direttore del parco archeologico Leontinoi; Massimo Cultraro, dirigente di ricerca Cnr-Ispc Catania e Massimo Frasca dell’università di Catania, già direttore della scuola di specializzazione in beni archeologici. Concluderà Reine Marie Berard, ricercatrice del Centre national de la rercherche scientifique (Cnrs) Aix –en –Provence, co-direttrice della missione francese a Megara Hyblaea (Ecole francaise de Rome). Sarà presente tutta la missione francese. Jean Berard (1908-1957), uno tra i più importanti storici dell’antichità, viene ricordato per il significativo contributo dato alla storia della colonizzazione greca in Sicilia, tracciandone la sua imponente e articolata biografia intellettuale nella quale la documentazione archeologica, non diversamente da una fonte storica, viene considerata parte integrante della medesima ricerca.
Doppio incontro in Sicilia, a Siracusa e a Catania, per ascoltare e incontrare l’archeologo preistorico Alberto Cazzella (università Sapienza) col suo libro “All’origine delle disuguaglianze”

Locandina dell’incontro a Siracusa il 15 dicembre 2021

Locandina dell’incontro a Catania il 16 dicembre 2021
Doppio incontro in Sicilia per ascoltare e incontrare Alberto Cazzella coautore con Giulia Recchia del libro “All’origine delle disuguaglianze. Dall’affermazione dell’economia produttiva alle prime forme di stratificazione in Italia e nelle isole adiacenti (6000-1000 a.C.)”: il 15 dicembre 2021 al museo Archeologico regionale “Paolo Orsi” di Siracusa; il 16 dicembre 2021, nella sala dell’esedra del Teatro Antico di Catania. A Siracusa, dopo i saluti del direttore del parco archeologico di Siracusa Carlo Staffile, e la nota introduttiva del direttore del Laboratorio di storia Carlo Ruta, presenta l’opera l’archeologo Dario Palermo dell’università di Catania, conclude l’autore. A Catania, dopo i saluti del direttore del parco archeologico e paesaggistico di Catania e della Valle dell’Aci Gioconda Lamagna e una nota introduttiva del direttore del Laboratorio di Storia degli annali Carlo Ruta, il libro sarà presentato dall’archeologo Massimo Frasca dell’università di Catania.

“All’origine delle disuguaglianze”. La preistoria recente, dall’affermazione dell’economia produttiva agli inizi del Neolitico fino alla fine dell’età del Bronzo, rappresenta il periodo in cui si svilupparono le prime forme di disuguaglianza sociale. Sono presi in esame i diversi modi in cui si affermarono tali disuguaglianze nel Mediterraneo centrale fra il 6000 e il 1000 circa a.C.: differenze di età e di genere; articolazioni nelle attività svolte, con il graduale emergere di specialisti; rapporti tra più gruppi di parentela all’interno della stessa comunità e rapporti tra più comunità, con lo sviluppo anche di attività belliche organizzate; relazioni diversificate tra nuclei emergenti e gruppi subalterni. Un ruolo importante in questo processo di trasformazione sicuramente ebbero i contatti con realtà esterne, soprattutto del Mediterraneo orientale, per quel che riguarda la circolazione di materie prime e manufatti, tecniche produttive e modelli culturali, anche nell’ambito della mobilità di piccoli gruppi di individui.

L’archeologo Alberto Cazzella (università Sapienza Roma)
Alberto Cazzella è professore ordinario di Paletnologia al Dipartimento di Scienze dell’Antichità dell’università Sapienza di Roma, e alla Scuola di Specializzazione in Beni Archeologici sempre a La Sapienza, dove è anche direttore della Scuola di Dottorato in Archeologia. È direttore della Missione Archeologica Italiana a Malta. È socio ordinario dell’Istituto Italiano di Preistoria e Protostoria e dell’Accordia Research Institute, University of London. Ha diretto gli scavi nei siti di La Capriola (VT), Arceto (RE), Cartofaro (AP), Tor Vergata (RM), Vivara Punta di Mezzogiorno (NA). Dal 1983 dirige lo scavo della collinetta artificiale di Coppa Nevigata (FG), della cui concessione è titolare; dal 1999 è responsabile scientifico degli scavi dei livelli dell’età del Bronzo e della I età del Ferro sul Campidoglio (Roma). Dal 2003 conduce scavi nei siti dell’età del Bronzo di Monteroduni-loc. Paradiso (IS) e della Rocca di Oratino (CB). Da diversi anni si occupa dello studio dei materiali preistorici dell’area cultuale di Tas-Silg (Malta) e dal 2003 dirige gli scavi di ambito preistorico in questo sito in qualità di membro della Missione Archeologica Italiana a Malta. È autore o coautore di oltre 300 pubblicazioni a stampa.
A Modica (Rg) il 1° festival internazionale del cinema archeologico: sette film in concorso e incontri con gli esperti
Non solo cioccolato. A Modica arriva il cinema archeologico. L’estate siciliana si arricchisce infatti di un grande evento organizzato da Comune di Modica (Rg) insieme ad Archeologia Viva/Firenze Archeofilm e Direzione del Parco archeologico di Cava d’Ispica. Da mercoledì 17 a venerdì 19 luglio 2019 all’auditorium “Pietro Floridia” va in scena il 1° festival internazionale del cinema archeologico di Modica, coordinato da Dario Di Blasi, direttore artistico di Firenze Archeofilm, che ha selezionato i sette film in concorso dall’archivio di Firenze Archeofilm. Ogni sera, alle 21.15, la proiezione dei film si alternerà a incontri con archeologi per interviste a tema: Giovanni Distefano (direttore dei parchi archeologici di Cava d’Ispica e di Camarina), Massimo Frasca e Marco Camera (Università di Catania), Massimo Cultraro (CNR Catania). “Cercherò di approfondire con conversazioni-intervista”, spiega Di Blasi, “alcuni aspetti del rapporto della presenza greca in Sicilia , minoici, micenei, e greci del periodo classico con le popolazioni indigene sicani , elimi, siculi”. Il Festival si chiuderà venerdì 19 luglio con l’assegnazione del Premio “Città di Modica” al film più gradito al pubblico che, in veste di giuria popolare, potrà esprimere ogni sera il suo voto sui film. Vediamo il programma.
Prima serata, mercoledì 17 luglio 2019. Dopo i saluti del sindaco di Modica, Ignazio Abbate, e dell’assessore alla Cultura, Maria Monisteri, si inizia con il film “Olimpia, alle origini dei Giochi / Olympie, aux origines des Jeux” di Olivier Lemaitre (Francia, 52’). Sia santuario religioso che sito sportivo, Olimpia fu, per quasi mille anni, sede dei giochi più prestigiosi dell’antica Grecia. Gli archeologi hanno indagato gran parte del sito e hanno rinvenuto grandi quantità di ceramiche dipinte che rappresentano gli atleti. Ma queste scene sono una rappresentazione accurata della realtà? Utilizzando ricostruzioni e immagini tridimensionali, il documentario riporta in vita le meraviglie passate di Olimpia e immerge lo spettatore nel cuore dei celebri Giochi. Segue l’incontro con l’ospite della serata: Massimo Frasca e Marco Camera (università di Catania). Quindi il film “Gladiatori, il ritorno / Gladiateurs, le retour” di Emmanuel Besnard, Gilles Rof (Francia, 26’). Oltre quindici secoli dopo la loro scomparsa, i gladiatori sono tornati nell’anfiteatro di Arles in Francia, con combattimenti e corsi di formazione. Promotore di questo ritorno è l’esperto di arti marziali Brice Lopez, che da vent’anni dedica la sua vita a ricostruire meticolosamente le regole e il contesto di queste antiche battaglie. Con il suo team offre ai ricercatori e al pubblico una nuova visione, lontana dalle fantasiose versioni hollywoodiane, di quello che è stato il primo grande spettacolo nella storia dell’umanità.
Seconda serata giovedì 18 luglio 2019. Apre il film “Oman, il tesoro di Mudhmar / Oman, le trésor de Mudhmar” di Cédric Robion (Francia, 52’). Un team di scienziati francesi sta conducendo importanti scavi in Oman. Il loro obiettivo è capire come gli abitanti di queste terre siano riusciti a prosperare in un ambiente così ostile, creando tecnologie innovative per la gestione dell’acqua. Il documentario segue l’équipe di giovani archeologi ai quali il deserto riserverà non poche sorprese nel corso di questa emozionante avventura archeologica nel cuore del Medio Oriente. Segue l’incontro con l’ospite della serata: Massimo Cultraro (CNR Catania). Quindi il film “Apud Cannas” di Francesco Gabellone (Italia, 16’). La battaglia di Canne, la “battaglia per eccellenza”, studiata dai militari di ogni tempo per una strategia bellica che ha fatto scuola, viene da molti descritta con notevoli differenze di vedute. In questo film animato, su base 3D, lo studio diretto delle fonti viene coniugato con l’uso delle tecnologie per la rappresentazione e la comunicazione di quegli eventi, i protagonisti, le condizioni politiche e sociali di contesto. Chiude la serata il film “C’era una volta Iato” di Donatella Taormina (Italia, 20’). Sullo sfondo di scenari e personaggi realizzati con ombre cinesi, dodici ragazzi narrano la storia di Iato, da città elimo-sicana a ultima roccaforte musulmana di Sicilia in lotta contro Federico II di Svevia. Il corto, estremamente originale per la trovata artistica e narrativa, è stato realizzato in ambito scolastico durante un progetto dedicato alla storia del monte Iato.

Il film “Enquêtes archéologiques. Persépolis, le paradis perse / Indagini archeologiche. Persepoli, il paradiso persiano” di Angès Molia, Raphaël Licandro
Ultima serata venerdì 19 luglio 2019. Si inizia con il film “Persepoli, il paradiso persiano / Persépolis, le paradis perse” di Angès Molia, Raphaël Licandro (Francia, 26’). Sugli altopiani iraniani si trova la culla di una delle più grandi civiltà di costruttori dell’antichità: i Persiani. Qui hanno edificato un capolavoro di architettura: Persepoli. Fino a oggi, si pensava che il sito si limitasse alla sua terrazza imponente, utilizzata dai re persiani solo qualche mese all’anno. Ma le recenti scoperte rivelano uno scenario completamente diverso, quello di una città tra le più ricche del mondo antico: un Eden tra le montagne persiane. Quindi l’incontro con l’ospite della serata: Giovanni Distefano (direttore Parchi archeologici di Cava d’Ispica e Camarina). Segue l’assegnazione Premio “Città di Modica” per il film più gradito al pubblico. Chiude la prima edizione del festival di Modica il film fuori concorso “Tutankhamon, i segreti del faraone: un re guerriero / Toutankhamon, les secrets du pharaon: un roi guerrier” di Stephen Mizelas (Regno Unito, 50’). Tutankhamon è uno degli ultimi faraoni della XVIII dinastia. Il suo favoloso tesoro, scoperto intatto quasi un secolo fa, ne ha fatto il faraone più famoso e più studiato della storia. Il corredo della sua tomba è una fonte inestimabile di informazioni sull’antico Egitto, ma anche su questo giovane re, il cui regno è ancora un mistero per gli archeologi. Chi era veramente? Un fragile re-bambino o un signore della guerra? Morì di malattia o venne ucciso in battaglia? Tre oggetti con cui il faraone riposa aiutano gli archeologi a rivelare il suo vero volto…


















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