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Emilia-Romagna in zona arancione. Dal 22 febbraio 2021 a Bologna chiudono il museo civico Archeologico e i musei di Arte antica e a Ravenna il museo Classis nel giorno della sua programmata apertura

In ottemperanza al Dpcm del 14 gennaio 2021 e all’Ordinanza del ministro della Salute del 19 febbraio 2021, dal 22 febbraio 2021 e fino al permanere della Regione Emilia-Romagna in zona arancione tutti i musei dell’Istituzione Bologna Musei, tra cui il museo civico Archeologico e i musei civici di Arte antica, rimarranno chiusi, salvo ulteriori disposizioni governative. Sono inoltre sospesi anche gli eventi programmati negli stessi musei. Per ulteriori informazioni e aggiornamenti, si prega di consultare il sito www.museibologna.it.

Classis Ravenna, il museo della Città e del Territorio, aperto nell’ex Zuccherificio

Ma il cambio di colore della Regione Emilia Romagna è stato particolarmente penalizzante per Classis Ravenna – Museo della Città e del Territorio. Praticamente l’annuncio da parte della fondazione RavennAntica della riapertura, dopo un lungo periodo, del Classis Ravenna è coinciso con la decisione da parte del ministero della Salute di far passare la regione da giallo ad arancione. Così nel giorno programmato per la riapertura, è scattata lo stop dei musei. La riapertura – fa sapere RavennAntica – è rimandata a nuova comunicazione.

Bologna. Al museo civico Archeologico sabato incontro on line su “Gusto e alimentazione nell’antica Bononia” e laboratorio per ragazzi su “Una vita di profilo” i segreti nell’arte dell’Antico Egitto

Brocche, bicchieri, piatti di epoca romana conservati al museo civico Archeologico di Bologna (foto Bologna musei)
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Stele dell’antica Bononia al museo civico Archeologico di Bologna (foto Bologna musei)

Sabato il museo civico Archeologico di Bologna è chiuso, come tutti i musei, nel rispetto delle disposizioni governative per l’emergenza sanitaria. Ma per i suoi follower  il museo Archeologico propone un incontro online per il pubblico adulto a cura di ASTER. Appuntamento sabato 13 febbraio 2021, alle 17.30, “Gusto e alimentazione nell’antica Bononia”. Le abitudini alimentari e i momenti conviviali nel periodo romano saranno illustrate attraverso i reperti della collezione romana e le opere di scrittori e poeti. “Chiacchierando”, spiegano le esperte di Aster, “proveremo a preparare una semplice ricetta tramandata dalle fonti romane giunte fino ad oggi”. Questi gli ingredienti e gli strumenti necessari per partecipare all’attività: 2550 gr di ricotta (meglio se di pecora); 120 gr di farina; 1 uovo; sale fino; olio di oliva; 10-20 foglie di alloro; 1 ciotola; 1 forchetta; teglia o placca da forno; possibilità di cuocere in forno. L’incontro si terrà tramite la piattaforma Zoom accedendo alla data e ora prefissati tramite questo link: https://zoom.us/j/92799713787?pwd=ZFJjWklSN1ZkNlN4MU9NNnNGSnMvQT09 ID riunione: 927 9971 3787 Passcode: 159247 1 Info: www.museibologna.it/archeologico. Al fine di sostenere le attività dell’Istituzione Bologna Musei è possibile effettuare una donazione mediante bonifico bancario sul seguente conto corrente: codice IBAN: IT 32 J 02008 02435 000102464044 intestato a: Istituzione Bologna Musei. Il bonifico dovrà riportare la causale “Donazione per la valorizzazione e la tutela del patrimonio museale IBM”. Il ricavato della raccolta fondi sarà reimpiegato in attività di valorizzazione e tutela del patrimonio museale cittadino e nella diffusione della conoscenza del patrimonio stesso. La donazione non rientra tra gli oneri deducibili previsti dall’art.10 del Tuir.

 

Una cassetta in legno decorata della collezione egizia del museo civico Archeologico di Bologna (foto Bologna musei)

Ma sabato 13 febbraio 2021 ci sarà spazio anche per i più giovani. Alle 16, il museo Archeologico propone il laboratorio gratuito online “Una vita di profilo” per ragazzi da 8 a 11 anni a cura di ASTER. La guida farà conoscere ai ragazzi i segreti dell’arte nell’antico Egitto, portandoli a scoprire le tecniche utilizzate per decorare templi e tombe. “Pronti a realizzare un’opera d’arte in stile egizio?” Elenco dei materiali necessari per il laboratorio: foglio di carta bianco A4; matita, gomma; righello di almeno 22 cm; pastelli, pennarelli, colori a cera o a tempera a piacere. Prenotazione obbligatoria esclusivamente online: http://www.museibologna.it/archeologico/eventi/47655/date/2021-01-26/date_from/2021-01- 26/offset/5/id/103888. Il laboratorio si terrà tramite la piattaforma Zoom. Info: www.museibologna.it/archeologico.

Bologna. Dal 2 febbraio riaperti i musei civici con nuovi orari diversificati, tra lunedì e venerdì. Illustrata l’attività in lockdown: ricerca, manutenzione, restauri, riallestimenti. Ecco le novità all’Archeologico e ai musei di Arte antica. Non si fermano le iniziative on line. La polemica: “Assurdo chiudere nei week end quando possono accedere solo i residenti”

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Roberto Grandi, presidente di Istituzione Bologna Musei

Il contatto con il pubblico a casa non verrà meno, l’esperienza di questo mesi ha confermato quanto sia stato apprezzato. Ma finalmente si apre! Con la riclassificazione della Regione Emilia-Romagna in fascia gialla a partire dal 1° febbraio 2021, l’Istituzione Bologna Musei ha ripristinare il servizio di apertura al pubblico nel rispetto delle misure di sicurezza vigenti a partire da martedì 2 febbraio 2021. In ottemperanza al Decreto del Presidente dei Ministri 14 gennaio 2021, l’apertura è assicurata dal lunedì al venerdì, con esclusione dei giorni di sabato, domenica e festivi. E oggi, 2 febbraio, nel giorno della riapertura, è stato fatto il punto a più voci, dal presidente Roberto Grandi ai responsabili d’area, su quanto fatto nelle settimane di chiusura al pubblico e delle novità che si possono scoprire alla riapertura. “Perché la chiusura al pubblico non ha mai voluto dire stop alle attività”, ha sottolineato Grandi cui hanno fatto eco tutti i colleghi. “Ricerca, manutenzione, restauri, riallestimenti o progettazioni, non si sono mai fermate, come le attività on line, non per sostituire il museo ma per tenere un contatto con il pubblico, un dialogo aperto in attesa di rivederci tra le sale del museo preferito”. Ma con una critica diretta all’ultimo Dpcm. “Che senso ha far riaprire i musei da lunedì a venerdì e tenerli chiusi nel week end quando sappiamo che in fascia gialla si può contare solo sui residenti, e non sui turisti? Chiedere a chi vive in città di venire al museo nei feriali quando normalmente si lavora, è chiedere un sacrificio in più”. Per assicurare una maggiore fruibilità di mostre temporanee e collezioni nei giorni feriali, il consiglio di amministrazione dell’Istituzione Bologna Musei ha perciò approvato un nuovo piano orario di apertura per un totale complessivo di 208 ore alla settimana. Per favorire l’accesso diverse sedi come MAMbo – museo d’Arte Moderna di Bologna, museo Morandi, Casa Morandi, museo per la Memoria di Ustica, museo civico Archeologico, museo civico Medievale, Collezioni comunali d’Arte, museo civico d’Arte Industriale e galleria Davia Bargellini hanno infatti previsto una o più giornate di apertura pomeridiana prolungata fino alle 19, in modo da poter accogliere i visitatori al termine della giornata lavorativa. Rimangono confermate tutte le misure di sicurezza già adottate dall’Istituzione tra maggio e ottobre 2020: acquisto on line dei biglietti, ingresso per slot numerici in base alla capienza degli spazi, misurazione della temperatura con termo-scanner, distanziamento interpersonale, obbligo di mascherina, disponibilità di gel igienizzanti.

bologna_musei-civici-logoNuovi orari di apertura in vigore dal 2 febbraio 2021. Ecco il dettaglio degli orari di apertura nei musei aperti da martedì 2 febbraio 2021: MAMbo – museo d’Arte Moderna di Bologna e museo Morandi, via Don Minzoni 14 aperto: martedì, mercoledì, giovedì, venerdì, h 14-19, chiuso: sabato, domenica, lunedì e festivi; Casa Morandi, via Fondazza 36 aperto: giovedì e venerdì, h 14-19, chiuso: sabato, domenica, lunedì, martedì, mercoledì e festivi; museo per la Memoria di Ustica, via di Saliceto 3/22 aperto: giovedì e venerdì, h 14-19, chiuso: sabato, domenica, lunedì, martedì, mercoledì e festivi; museo civico Archeologico, via dell’Archiginnasio aperto: lunedì e mercoledì h 10-14, giovedì h 14-19, venerdì h 10-19, chiuso: sabato, domenica, martedì e festivi; museo civico Medievale, via Manzoni 4 aperto: martedì, mercoledì, giovedì h 10-18.30, venerdì h 10-19, chiuso: sabato, domenica, lunedì e festivi; Collezioni comunali d’Arte – Palazzo d’Accursio, piazza Maggiore 6 aperto: martedì, mercoledì, giovedì h 10-18.30, venerdì h 10-19, chiuso: sabato, domenica, lunedì e festivi; museo civico d’Arte Industriale e Galleria “Davia Bargellini”, strada Maggiore 44 aperto: martedì, mercoledì, giovedì h 9-14, venerdì h 10-19, chiuso: sabato, domenica, lunedì e festivi; museo internazionale e biblioteca della Musica, strada Maggiore 34 aperto: martedì, mercoledì, giovedì, venerdì, h 11-13.30 / 14.30-18.30, chiuso: sabato, domenica, lunedì e festivi; museo del Patrimonio Industriale, via della Beverara 123 aperto: lunedì, venerdì, h 10-18, chiuso: sabato, domenica, martedì, mercoledì, giovedì e festivi; museo civico del Risorgimento, piazza Carducci 5 aperto: martedì, giovedì h 14-18, venerdì h 10-14, chiuso: sabato, domenica, lunedì, mercoledì e festivi.

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Attività di ricerca e studio dei materiali della sezione egizia del museo civico Archeologico di Bologna (foto Bologna Musei)

Le attività svolte a porte chiuse e le novità a disposizione del pubblico. Nel servizio di apertura al pubblico si esplica una delle condizioni fondamentali e intrinseche al concetto stesso di museo, come riconosciuto nella definizione approvata da ICOM – International Council of Museums. Tuttavia l’inedita esperienza di chiusura, cui i musei sono stati costretti a più riprese nel corso dell’ultimo anno a causa della pandemia, non li ha resi luoghi fermi e inerti. Oltre a mantenere attivo il dialogo con il pubblico attraverso le numerose attività proposte nella sfera digitale, le istituzioni museali sono rimaste sempre attive e dinamiche, ripartendo innanzitutto da quella che è loro principale vocazione: prendersi cura delle collezioni. Ecco le principali attività che le sei aree disciplinari dell’Istituzione Bologna Musei hanno portato avanti durante gli ultimi due mesi in vari ambiti: conservazione del patrimonio, riallestimenti delle collezioni, interventi di riqualificazione degli spazi espositivi, ricerca, pubblicazioni di studio, iniziative didattico-educative, con importanti novità che, in alcuni casi, i visitatori potranno trovare già dalla riapertura di martedì 2 febbraio 2021.

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Copertina del catalogo Electa della mostra “Etruschi. Viaggio nella terra dei Rasna”

Museo civico Archeologico. I visitatori non troveranno una nuova mostra, ma l’eco della grande mostra “Etruschi. Viaggio nelle terre dei Rasna” è ancora forte. “Abbiamo cercato di prorogarla”, ha ricordato Paola Giovetti, responsabile Area Archeologia, “ma non si poteva andare oltre il 30 novembre, perché i grandi musei prestatori non concedono un reperto oltre un anno. E così, a malincuore, abbiamo dovuto arrenderci a chiudere il 5 novembre 2020. Nelle settimane di chiusura, poi, abbiamo dovuto gestire – spesso da remoto – la restituzione in sicurezza dei 1500 reperti esposti, che oggi sono tutti tornati a casa”. Ma della mostra rimangono gli esiti scientifici nel bookshop arricchito e rinnovato. “Accanto ai consueti materiali didattici, alle pubblicazioni scientifiche sulle collezioni del museo e agli amatissimi gadget a tema archeo-storico”, ha continuato Giovetti, “i visitatori troveranno due novità. Il merchandising e il catalogo (Electa) della mostra Etruschi. Viaggio nelle terre dei Rasna resteranno disponibili in via permanente mentre nuovi prodotti ispirati alla collezione egizia saranno proposti grazie alla collaborazione con il Banco Artigiano delle Arti e Mestieri, nato dalla cooperativa sociale Arti e 5 Mestieri che si occupa di riabilitazione e inserimento lavorativo di persone affette da disturbi mentali. La cooperativa produce e commercializza oggetti regalo fatti interamente a mano, originali e personalizzati, realizzati da persone svantaggiate”.

La sala del ripostiglio di San Francesco nel suo allestimento originario ottocentesco al museo civico Archeologico di Bologna (foto Bologna Musei)
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Paola Giovetti, responsabile del museo civico Archeologico di Bologna (foto Bologna Musei)

Ma i visitatori dell’Archeologico troveranno anche una bella novità. La sala del ripostiglio di San Francesco, una delle sale della collezione etrusca più amate dal pubblico e di grande importanza scientifica, avrà presto un nuovo aspetto grazie a una revisione dell’impianto illuminotecnico ed espositivo. “L’intervento di riqualificazione, finanziato dall’ex Istituto per i beni artistici culturali e naturali della Regione Emilia-Romagna”, ha sottolineato Giovetti, “prevede il recupero delle vetrine ottocentesche, in linea con la tradizione museografica del museo, rese più funzionali secondo gli attuali standard espositivi seppure intatte nel loro fascino originario. L’illuminazione interna, ora assente, consentirà una migliore fruizione delle migliaia di oggetti che compongono questo eccezionale complesso archeologico datato all’età del ferro (fine VIII – inizi VII sec. a.C.)”. Rinvenuto da Antonio Zannoni nel gennaio 1877 presso l’omonima basilica, il ripostiglio è composto da circa 15mila oggetti di bronzo deposti all’interno di un grande vaso di terracotta, per un peso complessivo di oltre 14 quintali. Si tratta di oggetti rotti destinati alla rifusione, non finiti, scarti di lavorazione, pani di metallo, che hanno portato a interpretare questo ritrovamento come il deposito di un fonditore. “I materiali offrono una preziosa documentazione della vita quotidiana di Bologna etrusca. L’allestimento, pur mantenendo l’originario criterio tipologico, sarà arricchito da nuovi apparati espositivi e multimediali”.

“Vi aspettiamo a casa vostra”, iniziativa on line del museo civico Archeologico di Bologna (foto Bologna Musei)

“Riapriamo, ma non interrompiamo gli appuntamenti digitali: #Archeopillole #aportechiuse e Vi aspettiamo a casa vostra sui canali social del museo”, ha assicurato Giovetti, “con #Archeopillole #aportechiuse, le pillole cariche di informazioni curiose per vivere l’archeologia come un racconto e non come mere informazioni tecniche. Oltre a far rivivere sotto una luce brillante ed insolita gli antichi reperti, questi appuntamenti danno conto anche delle attività scientifiche condotte dal museo, come nel caso del Digital Greek and Latin Epigraphy Workshop organizzato tra il 26 e il 29 gennaio 2021 dal dipartimento di Storia Culture e Civiltà dell’università di Bologna, che ha utilizzato le pietre del Lapidario del museo per permettere agli studenti stranieri di cimentarsi con l’epigrafia antica. L’offerta digitale rivolta ad adulti e ragazzi continua inoltre con la serie Vi aspettiamo a casa vostra a cura di Aster e delle archeologhe del museo. Una possibilità di conoscere storie anche a distanza e di cimentarsi in attività laboratoriali”.

La mostra “Le Plaisir du Vivre” al museo civico “Davia Bargellini” di Bologna (foto Roberto Serra / Iguana)

Di Arte antica, che comprende il museo civico Medievale, le collezioni comunale d’Arte di Palazzo d’Accursio e il museo Davia Bargellini, ha parlato il responsabile Massimo Medica. A cominciare dalla mostra “Le plaisir de vivre. Arte e Moda del Settecento veneziano”, inaugurata proprio oggi, 2 febbraio 2021, al museo Davia Bargellini per celebrarne il centenario fino al 12 settembre 2021, in collaborazione con la Fondazione Musei Civici di Venezia. “Grazie alla serie di 14 video-clip realizzati da 8cento Media”, ha spiegato Medica, “si prolunga online con una serie di 14 video-clip sulla pagina Facebook dei musei civici d’Arte Antica, in cui rievocatori e figuranti in costume danno vita a una suggestiva rievocazione del Settecento attraverso momenti di racconto, danza e lettura. Nelle sale del museo si animano così brevi scene di vita quotidiana con accessori d’epoca, come dei quadri del Longhi, accompagnate da spiegazioni di dipinti e curiosità sui numerosi passatempi settecenteschi. Ogni video è incentrato su un aspetto specifico: il gioco, la vestizione, il trucco, il ventaglio e il suo linguaggio, la musica e i momenti della giornata, oltre a note introduttive sulle ragioni della mostra e le particolarità del museo”.

Laboratori on line per bambini e famiglie: l mondo di Harry Potter ai musei civici d’Arte Antica (foto Bologna Musei)

Laboratori online per bambini e famiglie ispirati al mondo di Harry Potter. “Sarà un sabato pomeriggio nel mondo di Harry Potter”. Ai bambini da 6 a 11 anni e alle loro famiglie si rivolge il ciclo di 7 incontri online in corso fino ad aprile, dedicati ai 7 libri della scrittrice J. K. Rowling con protagonista il maghetto più famoso del mondo. A partire da alcuni brani tratti dalla celebre saga si esplorano le opere più belle e significative dei musei civici d’Arte Antica, come per esempio il Ritratto di Gonfaloniere di Artemisia Gentileschi e le storie mitologiche illustrate da Donato Creti alle Collezioni comunali d’Arte, il calice Barovier e la lastra di Filippo dei Desideri al museo civico Medievale e, ancora, i simboli, gli animali fantastici e mitologici che ricorrono negli stemmi delle antiche casate bolognesi al museo “Davia Bargellini”. I laboratori sono progettati in modo da consentire un facile reperimento dei materiali necessari per realizzare, sotto la guida degli operatori educativi, un semplice oggetto dopo avere osservato le opere e ascoltato la lettura dei brani.

Collezione di vetri Cappagli-Serretti del museo “Davia Bargellini” di Bologna (foto Roberto Serra / Iguana)

Donazioni, schedature, campagne fotografiche, revisione impianti di illuminazione. In seguito alla recente donazione all’Istituzione Bologna Musei della preziosa collezione Cappagli-Serretti di 117 vetri risalenti dal XVI al XX secolo, nell’autunno 2021 verrà presentata al pubblico la raccolta dei beni acquisiti in una mostra temporanea allestita presso il museo civico Medievale. Al termine dell’esposizione, le sedi individuate per garantirne la fruizione pubblica sono il museo civico Medievale e il museo “Davia Bargellini”. In vista della futura esposizione al pubblico tutti i pezzi sono stati di recente fotografati e catalogati. Contemporaneamente anche altri significativi nuclei collezionistici sono stati oggetto di una nuova campagna fotografica finalizzata all’aggiornamento della schedatura delle opere, come nel caso del museo del Tessuto e della Tappezzeria “Vittorio Zironi” di Villa Spada, grazie al contributo dell’ex Istituto per i beni artistici culturali e naturali della Regione Emilia-Romagna. Sul piano delle condizioni di accoglienza, è stato inoltre operato un sensibile intervento migliorativo grazie a un intervento di revisione dell’impianto di illuminazione, finanziato dalla Regione Emilia-Romagna, che ha interessato gli spazi espositivi al piano terra del museo civico Medievale e in alcune vetrine del museo “Davia Bargellini”.

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Copertina del libro “Di non vulgare artifizio” (BUP – Bononia University Press)

“Di non vulgare artifizio. Il collezionismo storico della ceramica a Bologna e le raccolte dei musei civici d’Arte Antica”, a cura di Silvia Battistini, Sandra Costa, Mark Gregory D’Apuzzo, Irene Di Pietro, Massimo Medica e Michela Tessari e recentemente dato alle stampe da Bononia University Press (BUP), è frutto del progetto di collaborazione attivato nel corso dell’anno accademico 2019-2020 con la Scuola di Specializzazione in Beni Storico-Artistici dell’università di Bologna (corso di Museologia e collezionismo). “L’esperienza ha voluto elaborare un programma didattico di valorizzazione del patrimonio museale civico in cui dare spazio alla ricerca di giovani studiosi. Il volume, incentrato sulle collezioni ceramiche di museo civico Medievale, collezioni comunali d’Arte e museo “Davia Bargellini” riporta infatti i risultati di una ricerca compiuta da vari specializzandi, affiancati dai conservatori dei rispettivi musei. La pubblicazione è introdotta da uno dei massimi esperti in materia, Françoise Barbe (Conservateur en chef al Département des Objets d’Art del Musée du Louvre)”.

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Il piviale di papa Benedetto XI, manifattura inglese, del primo quarto del sec. XIV (foto Bologna Musei)

La pubblicazione di studio sul piviale di papa Benedetto XI al museo civico Medievale. Per il 2021 è prevista la pubblicazione di un altro progetto editoriale di respiro internazionale: il primo volume monografico dedicato al piviale conservato nelle collezioni del museo civico Medievale, considerato uno dei capolavori assoluti dell’opus anglicanum, particolare tecnica del ricamo inglese che ebbe grande fortuna in tutta Europa a partire dal Medioevo. “Questo sontuoso paramento – ha ricordato Medica – fu probabilmente donato dal re di Inghilterra Edoardo I al pontefice Benedetto XI (1303-1304) che lo lasciò in seguito alla chiesa bolognese di San Domenico, da dove proviene. Il volume, curato da Michael Michael, docente all’università di Glasgow, si avvale della collaborazione diretta dei musei civici d’Arte Antica e vede coinvolti Massimo Medica, Giancarlo Benevolo e Silvia Battistini come autori di alcuni dei saggi, volti ad approfondire gli aspetti storici e artistici del prezioso manufatto, oggetto nel 2016 di un restauro realizzato in collaborazione con il Victoria and Albert Museum di Londra”.

Bologna. Presentati i reperti precolombiani trafugati, sequestrati e donati ai Musei Civici dall’Agenzia Dogane e Monopoli. Arricchiranno le collezioni andine del museo Medievale. Approfondimenti nel ciclo di conferenze online “Cose dell’altro mondo”

Uno dei reperti precolombiani trafugati, sequestrati e donati dall’Agenzia Dogane e Monopoli ai Musei Civici Bologna (foto Agenzia Dogane Monopoli)

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bologna_musei-civici-logoDalla circolazione clandestina come reperti trafugati e destinati al mercato internazionale degli oggetti di arte e di antichità al recupero e alla successiva donazione verso un museo pubblico dove saranno fruibili alla collettività. I Musei Civici d’Arte Antica | Istituzione Bologna Musei acquisiscono un pregevole gruppo di 16 antichi manufatti ceramici di provenienza colombiana grazie a una donazione dell’Agenzia Dogane e Monopoli di Bologna.

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Statuetta precolombiana trafugata: sequestrata e donata dall’Agenzia Dogane e Monopoli ai Musei Civici di Bologna (foto Agenzia Dogane Monopoli)

Già oggetto di un sequestro penale per violazione dei divieti all’importazione di beni culturali e di un lungo e complesso iter giudiziario, i reperti, individuati e censiti, sono stati infatti donati dall’Amministrazione dei servizi doganali del capoluogo emiliano ai Musei Civici d’Arte Antica dell’Istituzione Bologna Musei, previa autorizzazione dell’Autorità Giudiziaria competente. Accurati accertamenti iconografici e stilistici condotti dallo staff del museo in collaborazione con Davide Domenici, professore associato di Discipline demo-etno-antropologiche presso il Dipartimento di Storia Culture Civiltà dell’università di Bologna, hanno consentito di ricostruire il contesto di provenienza da una specifica area geografica nonché di stabilirne l’autenticità e la verosimile datazione, attraverso la ricostruzione del processo storico che li ha prodotti. 

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Bottiglia fischiante ornitomorfa (pappagallo) della Cultura Mochica (Perù, sec. V- VII d. C.) conservata nella collezione andina di Pelagio Palagi al museo Medievale (foto Bologna Musei)

Questa donazione, che consente un prezioso incremento del patrimonio collezionistico precolombiano del museo civico Medievale di Bologna, si propone di sensibilizzare le istituzioni e il pubblico per sottolineare l’importanza, sempre più di maggiore attualità, di una sistematica attività di protezione e difesa dei beni di interesse artistico, storico e culturale nel contrasto delle multiformi aggressioni illecite finalizzate allo sfruttamento del loro valore economico. Restituiti alla fruizione pubblica, i manufatti troveranno entro breve una collocazione all’interno del percorso espositivo del museo e rimarranno a disposizione per consultazioni con finalità di studio e ricerca, per lo sviluppo della conoscenza archeologica e antropologica delle società mesoamericane in epoca pre-ispanica. Una prima occasione di divulgazione dei risultati di nuove ricerche sui materiali americani, sia precolombiani che di età coloniale, conservati nelle collezioni dei musei civici d’Arte Antica di Bologna sarà il ciclo di conferenze on line sulla piattaforma Google Meet dal titolo “Cose dell’altro mondo: oggetti americani nelle collezioni del Museo Civico Medievale”, organizzato in collaborazione con il Dipartimento di Storia Culture Civiltà dell’università di Bologna.

Ciotola precolombiana trafugata: è uno dei reperti sequestrati e donati dall’Agenzia Dogane e Monopoli ai Musei Civici di Bologna (foto Agenzia Dogane Monopoli)

Martedì 10 novembre 2020, nella prima conferenza del ciclo on line “Cose dell’altro mondo”, Antonella Mampieri (Musei Civici d’Arte Antica | Istituzione Bologna Musei) e Davide Domenici (Università di Bologna) hanno presentato la recente donazione al museo civico Medievale di un nuovo gruppo di materiali ceramici di età precoloniale provenienti dal territorio dell’attuale Colombia meridionale, ricordando con l’occasione il nucleo collezionistico di origine andina già esistente nel museo e proveniente dalla collezione dell’artista neoclassico Pelagio Palagi. 

Coppa con sostegno antropomorfo precolombiana trafugata: è uno dei reperti sequestrati e donati dall’Agenzia Dogane e Monopoli ai Musei Civici di Bologna (foto Agenzia Dogane Monopoli)

Il corpus di oggetti, che testimoniano l’attività di diversi ambiti culturali nord-andini, è costituito da 9 testine fittili Tumaco-La Tolita (ca. 300 a.C. – 200 d.C.), 1 pregevole bottiglia ornitomorfa di cultura Calima (ca. 200 – 800 d.C.) e 6 recipienti e sculture antropomorfe Nariño (ca. 800 – 1500 d. C.). Questi ultimi, provenienti da una regione oggi situata a cavallo del confine tra Colombia meridionale (Nariño) ed Ecuador settentrionale (Carchi), si caratterizzano per la peculiare decorazione “al negativo”, impiegata per realizzare motivi geometrici di grande complessità e raffinatezza. Gli oggetti della collezione bolognese derivano certamente dal saccheggio di contesti funerari d’élite, con ogni probabilità deposti in tombe “a pozzo” dotate di profondi “camini” verticali. Tra le figure antropomorfe Nariño spicca quella di un uomo con la guancia sinistra rigonfia di foglie di coca, pianta fondamentale della vita sociale e religiosa andina. I manufatti colombiani vanno ad arricchire la collezione andina, di notevole valore storico e culturale, già conservata al museo civico Medievale di Bologna che include un notevolissimo bauletto di età coloniale (XVII secolo) con immagini di indigeni e missionari gesuiti realizzate con la resina nota come mopa mopa o “vernice di Pasto”, tradizionalmente impiegata nella stessa regione di Nariño da cui provengono i suddetti manufatti fittili precolombiani. 

Ciotola con all’interno figura femminile (Cultura Narino – Colombia/Equador, 800 – 1005 d.C.) conservata nella collezione andina del museo Medievale (foto Bologna Musei) Bologna, Museo Civico Medievale

Il nucleo più rilevante della collezione andina del museo è d’altro canto costituito dalla serie di vasi dall’ampia varietà di forme riunita, per vie ancora tutte da ricostruire, dal celebre artista bolognese Pelagio Palagi (1775 – 1860), la cui ricchissima collezione è alla base delle raccolte civiche cittadine. Oltre a pezzi archeologici provenienti dal bacino del Mediterraneo, oggetti artistici di epoca medievale e rinascimentale e un’ampia raccolta di monete e medaglie, la “collezione di antichità” posseduta da Palagi comprende anche 38 “huacos”, cioè vasi precolombiani cerimoniali legati al culto dei morti riferibili alle civiltà delle coste settentrionali del Perù, di cui ben 33 attribuibili alla cultura Chimù (XI sec – 1465 d.C.), 4 alla civiltà Inca-Chimù (1465 – 1532 d.C.) e 1 alla Lambayeque (900 – 1200 d.C.). 

Vaso antropomorfo della Cultura Chimù (Perù, sec. XIII – XV d.C.) della collezione Pelagio Palagio al museo Medievale (foto Bologna Musei)

Se si confronta la figura di Palagi con i coevi collezionisti d’Oltralpe si può comprendere come il suo interesse per l’archeologia precolombiana ecceda la dimensione contingente di una raccolta occasionale ma prefiguri un impulso ad ampliare e intensificare la propria documentazione extraeuropea. La sua collezione di “huacos”, pur nella nebulosità della via e del tempo di acquisizione, è sorprendente se considerata nell’epoca in cui venne raccolta: essa ci dimostra che Palagi fu il primo, o tra i primi in Italia, ad essere sensibile a quel movimento culturale volto agli scavi, al collezionismo e agli studi delle civiltà dell’antica America precolombiana. In questo suo essere precursore del collezionismo americanista, egli si configura inoltre come continuatore dell’illustre tradizione bolognese di collezionismo enciclopedico che con le raccolte di naturalia, mirabilia e artificialia del marchese Ferdinando Cospi, circa due secoli prima, aveva dato vita a quello che si può considerare il più antico museo etnografico in Italia, i cui materiali provenienti dalle Americhe Palagi dovette visitare ammirato, prima che la dispersione li trasferisse al museo Preistorico ed Etnografico “Luigi Pigorini” di Roma.

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Il marchese Ferdinando Cospi

Martedì 17 novembre 2020, alle 17, “Buccheri e cacao. Sapori americani nella Bologna della prima età moderna” con Davide Domenici (Università di Bologna). Alcuni manufatti fittili provenienti dalla celebre collezione del marchese Ferdinando Cospi sono stati recentemente riconosciuti come “buccheri delle Indie”, prodotti nell’America coloniale nel corso del XVII secolo e importati in Europa dove erano destinati all’aromatizzazione dell’acqua, a profumare gli ambienti e anche ad essere ingeriti per fini estetici. L’acqua aromatizzata con i buccheri era inoltre impiegata nella produzione di bevande a base di cacao, il cui consumo è testimoniato da diversi manufatti nella collezione del Museo Civico Medievale. Per seguire la conferenza online: meet.google.com/xqb-qibv-yoi

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Ulisse Aldrovandi

Martedì 26 novembre 2020, alle 17, “Il ritorno dell’idolum pileatum. Riscoperta di un manufatto messicano della collezione di Ulisse Aldrovandi” con Davide Domenici (Università di Bologna). La recente “riscoperta” nella collezione del museo civico Medievale di Bologna di una scultura mesoamericana in pietra verde appartenuta a Ulisse Aldrovandi – e sino ad oggi ritenuta irrimediabilmente perduta – ha dato l’avvio a una ricerca tesa a ricostruirne la biografia culturale. Ripercorrendo la storia dell’oggetto e del suo alter ego visuale, e cioè l’immagine della scultura stessa pubblicata nel Musaeum Metallicum (1648) di Ulisse Aldrovandi, è possibile esplorare la sensibilità – a cavallo tra studio antiquario e indagine naturalistica – con cui il grande studioso bolognese affrontò l’analisi dei manufatti provenienti dal Nuovo Mondo. Per seguire la conferenza online: meet.google.com/vkg-iioh-buk

“Le Terme di Bologna ti portano al museo”: sabato 26 e domenica 27 settembre Open day nei musei di Bologna. Collezioni, mostre e oltre 50 attività, tra eventi e visite guidate, a ingresso gratuito per tutti, con prenotazione obbligatoria

“Le Terme di Bologna ti portano al museo”: la locandina degli eventi in programma a Bologna il 26 e 27 settembre 2020

“Le Terme di Bologna ti portano al museo”. Nell’ambito di una sponsorship triennale siglata con l’Istituzione Bologna Musei per promuovere la conoscenza del ricco patrimonio storico-artistico della città, sabato 26 e domenica 27 settembre 2020 c’è la prima iniziativa: due giorni di Open Day con percorsi nel tempo e nello spazio. Collezioni, mostre e oltre 50 attività, tra eventi e visite guidate, a ingresso gratuito per tutti, con prenotazione obbligatoria. “La nostra vita è un’opera d’arte – che lo sappiamo o no, che lo vogliamo o no” disse correttamente il sociologo e filosofo polacco Zygmunt Bauman. E non c’è niente di più vero, confermano gli esperti, in quanto fare esperienza dell’arte significa fare esperienza di vita. Non solo, ma l’arte ci offre anche la possibilità di armonizzazione interiore: attraverso l’esperienza estetica, infatti, l’arte mette in azione i nostri sensi e tocca alcune corde interiori, permettendo così di comprendere meglio noi stessi e la realtà che ci circonda. È proprio partendo da queste importanti riflessioni che il Gruppo Monti Salute Più, in occasione del suo 50esimo anniversario di attività, ha deciso di siglare un importante accordo con l’Istituzione Bologna Musei, con l’obiettivo di valorizzare il patrimonio museale pubblico cittadino. Un sodalizio molto importante quello siglato il 22 luglio scorso, specie in questo difficile momento storico segnato dall’emergenza pandemica del Covid-19, volto a garantire la promozione del settore dei beni culturali e la valorizzazione del patrimonio museale civico; il tutto con l’obiettivo di assicurare la più ampia diffusione della conoscenza dello stesso a livello regionale, nazionale ed internazionale.

Antonio Monti, direttore scientifico Gruppo Monti Salute Più

“Credendo fortemente che l’arte e la cultura”, sottolinea Antonio Monti, direttore scientifico Gruppo Monti Salute Più, “abbiano il potere di renderci più completi, equilibrati e sani, e premesso che il Gruppo Monti rappresenta una realtà profondamente legata alla città di Bologna, in occasione dei 50 anni di attività del nostro Gruppo, abbiamo voluto rafforzare ancora di più questo legame, creando una collaborazione e un sostegno all’attività di un’importante e rappresentativa istituzione pubblica e alla promozione della cultura cittadina. Il Gruppo Monti si è impegnato infatti a collaborare con l’Istituzione Bologna Musei per la valorizzazione della rete delle strutture museali attraverso una serie di azioni ed eventi ideati per promuovere la fruizione dei musei e della cultura a Bologna. Il rapporto del nostro Gruppo con i musei civici di Bologna ha, d’altra parte, un antecedente nella sponsorizzazione da parte nostra dell’importante iniziativa Archeopolis promossa dal museo civico Archeologico qualche anno fa”.

Le terme di San Petronio a Bologna

La prima azione concreta derivante dall’accordo sottoscritto – come detto – è l’iniziativa “Le Terme di Bologna ti portano al museo”, grazie alla quale nel weekend di sabato 26 e domenica 27 settembre 2020 il Gruppo Monti Salute Più offrirà a tutti i visitatori l’ingresso gratuito a collezioni permanenti, mostre temporanee nelle sedi dell’Istituzione Bologna Musei. È richiesta la prenotazione obbligatoria online tramite il sito Mida Ticket al link https://www.midaticket.it/eventi/musei-civici-di-bologna. A ingresso gratuito anche le oltre 50 attività, tra visite guidate ed eventi, che, oltre ai musei civici, coinvolgeranno anche Casa Carducci, afferente all’Istituzione Biblioteche Bologna e situata nello stesso edificio del Museo civico del Risorgimento. In questo caso, è richiesta la prenotazione obbligatoria contattando le singole sedi. Tutti i musei resteranno aperti dalle ore 10 alle 18.30, fino alle 20 nel caso del museo civico Archeologico. E Graziano Prantoni, general manager Gruppo Monti Salute Più, aggiunge: “In occasione degli Open Day dei musei cittadini, sabato 26 settembre si svolgerà anche la Notte Bianca del Mare Termale Bolognese, che prevede l’apertura dalle 20 a mezzanotte delle terme cittadine (Terme San Petronio, Terme San Luca, Terme Felsinee), alle quali si potrà accedere a fronte di una piccola offerta, il cui ricavato verrà interamente devoluto in beneficenza, e con fasce orarie da prenotare sul sito web: www.maretermalebolognese.it”. Se da una parte, quindi, il Gruppo Monti Salute Più si impegnerà in azioni di valorizzazione dei tesori delle collezioni permanenti dei musei civici, reciprocamente l’Istituzione assicurerà al Gruppo una visibilità trasversale nelle sue sedi attraverso eventi e promozioni. Tra le forme di collaborazione sottoscritte, di particolare rilievo è il riconoscimento di una scontistica reciproca, valida a partire dal 1° ottobre 2020 e fino al 31 maggio 2021, che prevede accessi a tariffa ridotta ai propri servizi riservati ai rispettivi utenti e visitatori. Più in dettaglio, per quanto riguarda le sedi museali, ai possessori di coupon rilasciato dal Gruppo Monti Salute Più entro i 15 giorni precedenti viene riservato l’ingresso con tariffa ridotta per visitare le collezioni permanenti e le mostre temporanee organizzate dall’Istituzione Bologna Musei. Viceversa il Gruppo Monti Salute Più riconosce uno sconto di 5 euro per un accesso, giornaliero o per fascia oraria, ai propri centri termali e strutture ai possessori di qualsiasi titolo di ingresso ad una delle sedi dell’Istituzione Bologna Musei emesso entro i 15 giorni precedenti. Lo sconto non è cumulabile con altre convenzioni o promozioni e non è rimborsabile. Per l’accesso sia nei musei civici sia nei centri termali e nelle strutture di Gruppo Monti Salute Più la prenotazione è obbligatoria. La promozione non è valida nei giorni festivi e nei ponti lavorativi.

Una sala del museo civico Archeologico di Bologna (foto Roberto Serra / Iguana)

Roberto Grandi, presidente Istituzione Bologna Musei

Parole di soddisfazione anche quelle espresse da Roberto Grandi, presidente Istituzione Bologna Musei, alla quale fanno capo 13 sedi espositive – Museo Civico Archeologico, Museo Civico Medievale, Collezioni Comunali d’Arte, Museo Civico d’Arte Industriale e Galleria Davia Bargellini, Museo del Tessuto e della Tappezzeria “Vittorio Zironi”, MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna, Museo Morandi, Casa Morandi, Villa delle Rose, Museo per la Memoria di Ustica, Museo internazionale e biblioteca della musica di Bologna, Museo del Patrimonio Industriale, Museo civico del Risorgimento – oltre al complesso monumentale della Certosa di Bologna. “I musei dell’Istituzione Bologna Musei – spiega Grandi – hanno aperto le porte già a metà maggio. La scarsa presenza di turisti stranieri, che costituivano la maggioranza dei visitatori estivi, ha ridotto le presenze pur mostrando una costante ripresa. Questi due giorni di Open Day, offerti con grande generosità dal Gruppo Monti Salute Più nel cinquantenario della propria costituzione, rappresentano, di fatto, l’inaugurazione della nuova stagione post-lockdown. Nel rispetto delle misure di sicurezza i musei civici invitano, in primo luogo le cittadine e i cittadini dell’area metropolitana, a tornare nelle sale dei nostri musei le cui collezioni permanenti, uniche e distintive, costituiscono uno dei più importanti elementi di identità del nostro territorio. Non solo. In questa occasione proponiamo percorsi originali e innovativi nel tempo e nello spazio attraverso narrazioni che partono dagli oggetti contenuti nei diversi musei. Un racconto polifonico che ci porta dalla antichità fino al contemporaneo. Progetti così importanti sono oggi resi possibili quando la proposta pubblica si incontra con la lungimiranza e generosità di strutture private, come nel caso del Gruppo Monti Salute Più”.

Una sala del museo civico Medievale di Bologna (foto di Roberto Serra / Iguana – Istituzione Bologna Musei)

Percorsi nel tempo e nello spazio nei musei di bologna per “Le Terme di Bologna ti portano al museo”. Ecco qualche proposta del ricco programma. Sabato 26 settembre 2020: alle 10, museo civico Medievale “Ridon le carte”: libri miniati per il convento e per lo Studio, max 8 partecipanti; alle 10, museo civico Archeologico “Le terme nella giornata di un antico romano”, max 9 partecipanti; alle 11.30, museo civico Archeologico “Cura del corpo e atletismo in Grecia e in Etruria”, max 9 partecipanti; alle 16, museo civico Medievale “Amato da pochi, odiato da moltissimi, temuto da tutti”: Papa Bonifacio VIII e la sua immagine, max 8 partecipanti. Domenica 27 settembre 2020: alle 10, museo civico Medievale “Amato da pochi, odiato da moltissimi, temuto da tutti”: Papa Bonifacio VIII e la sua immagine, max 8 partecipanti; alle 10, museo civico Archeologico “Cura del corpo e atletismo in Grecia e in Etruria”, max 9 partecipanti; alle 11.30, museo civico Archeologico “Le terme nella giornata di un antico romano”, max 9 partecipanti; alle 16, museo civico Medievale “Ridon le carte”: libri miniati per il convento e per lo Studio, max 8 partecipanti; alle 17.30, museo civico Archeologico “Cura del corpo e atletismo in Grecia e in Etruria”, max 9 partecipanti. Modalità di prenotazione. Per tutte le attività la prenotazione è obbligatoria, secondo le seguenti modalità: museo civico Archeologico, prenotazione on line, sul sito del museo alla pagina eventi (www.museibologna.it/archeologico/eventi), selezionando l’evento desiderato e cliccando su ISCRIVITI QUI; museo civico Medievale, telefonare allo 051 2193916 o allo 051 2193930 (martedì e giovedì, h 10-18) oppure allo 051 2193998 (mercoledì e venerdì, h 10-18).

Ferragosto e dintorni a Bologna: Istituzione Bologna Musei aggiorna e arricchisce la App MuseOn sulle collezioni permanenti del museo Archeologico e del museo Medievale. Da non perdere le mostre “Etruschi. Viaggio nelle terre dei Rasna” e “Imago splendida. Capolavori di scultura lignea a Bologna dal Romanico al Duecento”

Home page della App MuseOn dell’Istituzione Bologna Musei

Istituzione Bologna Musei: anche quest’anno i musei civici offrono un’estate ricca di proposte all’insegna di arte e cultura. Per arricchire l’esperienza di visita nelle proprie sedi, l’Istituzione Bologna Musei nei mesi scorsi ha continuato ad implementare la app MuseOn, disponibile in versione iOS e Android, con nuovi percorsi che ad oggi consentono di andare alla scoperta delle collezioni permanenti di numerosi musei tra i quali il museo civico Archeologico e il museo civico Medievale. I contenuti di questa guida multimediale possono costituire una valido supporto sia in preparazione che in approfondimento alla visita stessa. Ogni oggetto è infatti corredato da una didascalia, da un testo descrittivo, da immagini – anche storiche – e da informazioni e curiosità. I contenuti, oltre che letti sui propri dispositivi mobili, possono anche essere ascoltati grazie al sistema di lettura vocale interno al dispositivo stesso. I percorsi sono scaricabili gratuitamente su App Store e Google Play. Non solo collezioni permanenti: ci sono le mostre temporanee che, oltre alle collezioni permanenti, potranno essere visitate dai cittadini e dai turisti che sceglieranno di trascorrere questo periodo di festa/ferie in città.

La pagina iniziale della App MuseOn del museo civico Archeologico di Bologna

Il percorso sul museo civico Archeologico, di cui era già presente nella app la collezione egiziana, è stato ampliato con nuovi contenuti relativi al lapidario, alla Sezione preistorica e a quella di Bologna Romana. Del lapidario è possibile scoprire i documenti più significativi, fra i circa 400 che compongono la collezione, fra statue, stele e lastre iscritte. Tra di essi figura anche il celebre torso dell’imperatore Nerone. Per la Sezione preistorica è presente una decina di schede, per tracciare le diverse fasi della storia del territorio bolognese a partire dalle più antiche testimonianze risalenti al Paleolitico Inferiore (800.000 anni fa) cui si riferiscono i semplici manufatti in pietra denominati chopper (ciottoli di selce). Per la sezione dedicata a Bologna romana infine sono presentati oggetti che permettono di ricostruire sia la vita pubblica (come le antefisse della prima basilica civile) che quella privata (come il pavimento a mosaico da via Testoni) degli antichi abitanti di Bononia.

Una sala del museo civico Medievale di Bologna (foto di Roberto Serra / Iguana – Istituzione Bologna Musei)

Il percorso sul museo civico Medievale permette di conoscere molti oggetti di tutte le sezioni della collezione permanente, che si snoda nelle sue 22 sale. Si segnalano l’Arca di Giovanni da Legnano, il celebre e prezioso acquamanile duecentesco appartenuto a Pelagio Palagi, la statua di papa Bonifacio VIII e ancora le sculture del Nettuno e del Mercurio di Giambologna o le fiasche dei Bentivoglio.

La mostra “Etruschi. Viaggio nella terra dei Rasna” riprogrammata dal 6 giugno al 29 novembre 2020

Mostra “Etruschi. Viaggio nelle terre dei Rasna” al museo civico Archeologico. Progetto scientifico a cura di: Laura Bentini, Anna Dore, Paola Giovetti, Federica Guidi, Marinella Marchesi, Laura Minarini (Istituzione Bologna Musei | Museo Civico Archeologico) e Elisabetta Govi, Giuseppe Sassatelli (Cattedra di Etruscologia e Antichità Italiche Alma Mater Studiorum – Università di Bologna). Periodo di apertura: prorogata fino al 29 novembre 2020. Orari di apertura mostra: lunedì, mercoledì, giovedì 10-19; venerdì 14-22; sabato, domenica e festivi 10-20; martedì (non festivi) chiuso. Ultimo ingresso un’ora prima della chiusura. Ingresso (comprensivo di accesso alla Sezione etrusca del museo): intero 14 euro, ridotto 12 euro, ridotto 7 euro per possessori di Card Cultura, ragazzi dai 6 ai 17 anni compiuti non in gruppo scolastico. Tel. info e prenotazioni 0517168807. “Etruschi. Viaggio nelle terre dei Rasna” è una mostra promossa e progettata da Istituzione Bologna Musei | Museo Civico Archeologico, in collaborazione con la Cattedra di Etruscologia e Antichità Italiche di Alma Mater Studiorum – Università di Bologna, realizzata da Electa e posta sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica Italiana. Il progetto di allestimento è a cura di Paolo Capponcelli, PANSTUDIO architetti associati. Sito mostra: www.etruschibologna.it.

Una sala della mostra “Etruschi – Viaggio nelle Terre dei Rasna” organizzata da Electa al Museo di Civico Archeologico di Bologna (foto Roberto Serra / Iguana / Electa)

A distanza di 20 anni dalle grandi mostre di Bologna e Venezia, il museo civico Archeologico di Bologna presenta un ambizioso progetto espositivo dedicato alla civiltà etrusca, in cui sono riuniti circa 1400 oggetti provenienti da 60 musei ed enti italiani e internazionali. “Etruschi. Viaggio nelle terre dei Rasna” vuole essere un affascinante viaggio tra archeologia e paesaggi sorprendenti nelle terre degli Etruschi, in una mostra che punta sulle novità di scavo e di ricerca e sulla storia di uno dei più importanti popoli dell’Italia antica. La metafora del viaggio dà forma e struttura all’esposizione, divisa in due grandi sezioni. La prima offre un momento di preparazione al viaggio, facendo conoscere al visitatore i lineamenti principali della cultura e della storia del popolo etrusco. Così preparato, il visitatore può affrontare la seconda sezione, dove si compie il viaggio vero e proprio nelle terre dei Rasna, come gli Etruschi chiamavano se stessi. Un itinerario attraverso quei territori e centri di Lazio, Umbria e Toscana che già furono oggetto di attenzione, meraviglia e descrizione da parte dei viaggiatori del passato, come il diplomatico inglese George Dennis, che nel XIX secolo con il suo The Cities and Cemeteries of Etruria (1848) diede conto di cinque anni di viaggi che toccarono i siti archeologici allora conosciuti, in paesaggi profondamente diversi da come sono oggi. Il viaggio continua nei territori etruschi della valle Padana e della Campania, forse meno noti al grande pubblico ma importanti teatri di nuove scoperte archeologiche. La mostra infine dialoga naturalmente con la ricchissima sezione etrusca del museo, che testimonia il ruolo di primo piano di Bologna etrusca.

La mostra “Imago splendida” al museo civico Medievale di Bologna prorogata fino al 6 settembre

Mostra “Imago splendida. Capolavori di scultura lignea a Bologna dal Romanico al Duecento” al museo civico Medievale, a cura di Massimo Medica e Luca Mor. Periodo di apertura: prorogata fino al 6 settembre 2020. Orari di apertura estivi: martedì, giovedì, sabato, domenica 10-18.30. Ingresso (comprensivo di accesso alla collezione permanente): intero 6 euro, ridotto 3 euro, ridotto 2 euro per giovani 18-25 anni, gratuito possessori di Card Cultura. La mostra si avvale della sponsorizzazione tecnica di Cineca, Oasi Allestimenti, Radio Sata, SAME architecture. Un ringraziamento speciale a Silvana Editoriale per la sponsorizzazione tecnica del catalogo, composto da un ricco apparato iconografico, le schede delle opere e i contributi critici di Luca Mor, Massimo Medica, Fabio Massaccesi, Silvia Battistini e Manlio Leo Mezzacasa. Telefono: 051 2193916 – 2193930. Sito: www.museibologna.it/arteantica.

Una sala della mostra “Imago splendida” al museo civico Medievale di Bologna (foto Giorgio Bianchi / Comune di Bologna)

Promossa dai musei civici d’Arte Antica | Istituzione Bologna Musei, l’esposizione curata da Massimo Medica e Luca Mor approfondisce l’affascinante e ancora poco studiata produzione scultorea lignea a Bologna tra XII e XIII secolo, restituendone una rilettura aggiornata a distanza di quasi vent’anni dalla grande esposizione Duecento. Forme e colori del Medioevo a Bologna organizzata nell’ambito di “Bologna2000 Città Europea della Cultura”. Grazie alla collaborazione della Curia Arcivescovile di Bologna e della Fondazione Giorgio Cini di Venezia, e con il patrocinio di Alma Mater Studiorum Università di Bologna – Dipartimento delle Arti, il progetto si configura come esito espositivo di una sedimentata ricerca filologica e documentaria, che consente di fissare una nuova tappa verso la comprensione dei modelli di riferimento nel contesto figurativo della Bologna altomedievale. Il nucleo principale della mostra, allestita nella Sala del Lapidario, si compone delle testimonianze più rappresentative della produzione plastica superstite nella città: tre croci intagliate di proporzioni monumentali appartenenti alla variante iconografica del Christus Triumphans che vince la morte, per la prima volta eccezionalmente riunite insieme. La comparazione ravvicinata dei manufatti offre in visione tangenze e analogie, sul piano della sintassi formale e tecnica, che rendono congetturabile l’ipotesi di un’inedita attribuzione a un’unica bottega, credibilmente di area alpina sudtirolese – il cosiddetto Maestro del Crocefisso Cini – in una fase temporale compresa tra il 1270 e il 1280. Si tratta del Crocefisso conservato nelle Collezioni Comunali d’Arte di Bologna, riallestito nel corso del XIV secolo su una croce duecentesca dipinta da Simone dei Crocifissi, dell’ancora poco conosciuto Crocefisso proveniente dalla basilica di Santa Maria Maggiore a Bologna e, infine, del Crocefisso pervenuto alla raccolta d’arte della Fondazione Giorgio Cini di Venezia. A integrazione esterna della mostra, in un ideale percorso diffuso in città, va inoltre considerata la maestosa Crocefissione scolpita situata nella Cattedrale di San Pietro, di cui in mostra viene elaborata la ricostruzione sull’antico pontile attraverso un video in 3D a cura di Fabio Massaccesi e Cineca, in collaborazione con SAME Architecture. Il percorso espositivo consente inoltre di misurare in dettaglio gli originalissimi effetti della rinascenza gotica sul genere della plastica lignea in rapporto alle arti preziose, che in città conobbero una straordinaria intensità di circolazione. Il dialogo fra le tecniche viene testimoniato dalla presenza di preziosi codici miniati e raffinati oggetti liturgici.

Ferragosto 2020. Qualche idea per passare le “Feriae Augusti” nel segno dell’archeologia e dintorni da Treviso a Napoli, da Torino a Bologna, da Roma a Reggio Calabria

Il Riposo di Augusto, Feriae Augusti, da cui Ferragosto, venne istituito dall’imperatore Augusto nel 18 a.C.. In quello stesso mese si festeggiavano i Vinalia Rustica (il vino dell’anno precedente e il raccolto d’uva da venire), i Nemoralia (la sospensione della caccia) e i Consualia (Conso era il dio della terra e della fertilità), ed era il periodo di riposo (detti anche Augustali) per animali e uomini alla fine dei lavori agricoli. Nel corso dei festeggiamenti, in tutto l’impero si organizzavano corse di cavalli e gli animali da tiro, buoi, asini e muli, ma anche i cani da caccia, venivano dispensati dal lavoro e agghindati con fiori. La festa originariamente cadeva il primo agosto; lo spostamento a metà mese si deve alla Chiesa Cattolica che volle far coincidere la ricorrenza laica con la festa religiosa dell’Assunzione di Maria. Il 15 agosto ricorre anche la data in cui, nel 1275, 745 anni fa, morì Lorenzo Tiepolo, doge in Venezia eletto il 23 luglio 1268. Era figlio terzogenito del doge Giacomo Tiepolo (1229-1249) e di Maria Storlato. Giace a Venezia nella chiesa dei Santi Giovanni e Paolo dove si trovano le spoglie anche del padre e del fratello Giovanni. Sabato 15 e domenica 16 agosto 2020 a villa Tiepolo Bassi a Carbonera di Treviso visita guidata “Ferragosto. In onore di Augustus e in memoria del Doge Lorenzo Tiepolo” alle 11 (presentarsi alle 10:50) con ingresso da via Brigata Marche, 24 – Carbonera (TV). Prenotazione obbligatoria: 329 7406219 / info@villatiepolopassi.it. Informazioni: parcheggio auto interno, la visita si effettua anche in caso di pioggia. Raccomandazioni: indossare la mascherina, mantenere la distanza interpersonale di almeno 1 metro, evitare strette di mano, abbracci e baci, eseguire le azioni corrette quando si starnutisce o tossisce, avvisare il personale in caso di problemi di salute, soprattutto stati influenzali o febbrili.

Una spettacolare immagine dall’alto del Colosso, icona di Roma

“Vacanze egiziane”: dal 31 luglio al 31 agosto 2020 il museo Egizio di Torino aperto tutti i giorni

Qualche altra idea per un Ferragosto nel segno dell’archeologia. Il parco archeologico del Colosseo  sabato 15 agosto 2020 sarà regolarmente aperto con orario 10.30-19.15 (ultimo ingresso alle 18.15). E da venerdì 14 agosto 2020 è nuovamente aperto al pubblico l’ingresso al PArCo dall’Arco di Tito. Sempre da venerdì 14 sarà possibile prenotare le visite al PArCo per il mese di settembre. Del museo Egizio di Torino già abbiamo ricordato l’iniziativa “Vacanze egiziane” che prevede l’apertura del museo per tutto il mese di agosto, e quindi anche a Ferragosto, con orario 9-10.30. E per i bimbi c’è un evento speciale “Storie egizie” promosso da Spazio Zerosei del museo Egizio. Sabato 15 agosto 2020, dalle 10 alle 16, c’è “Chi era la dea delle stelle?”: con una lettura all’ora, i piccoli visitatori potranno ascoltare storie diverse e affascinanti sui miti e le leggende dell’antico Egitto, nella magica atmosfera del museo Egizio di Torino. La partecipazione è gratuita, su prenotazione: https://bit.ly/spazio-egizio-form-prenotazioni. I bambini da 0 a 6 anni dovranno essere accompagnati da un genitore che dovrà indossare la mascherina, ci sarà comunque spazio per stare comodi e in sicurezza, nel rispetto delle distanze e delle normative; le storie durano 15/20 minuti, quindi si raccomanda la puntualità per iniziare la lettura tutti insieme; all’ingresso dello spazio sarà misurata la temperatura e occorrerà firmare il modulo di autocertificazione; l’area con fasciatoio, libri, poltrona allattamento è a disposizione e periodicamente igienizzata; i bagni all’interno di Spazio sono accessibili e periodicamente igienizzati.

L’Atlante Farnese simbolo e fulcro della mostra “Thalassa” al museo Archeologico nazionale di Napoli (foto Graziano Tavan)

La locandina della mostra “Gli Etruschi e il Mann” al Mann (12 giugno 2020 – 31 maggio 2021)

Ferragosto al museo Archeologico nazionale di Napoli: da non perdere le grandi mostre “Thalassa” e “Gli Etruschi e il MANN”. Un tuffo simbolico tra le meraviglie sommerse del Mediterraneo e un viaggio senza tempo alla scoperta delle antiche civiltà che popolarono il nostro territorio: anche a Ferragosto, con i soliti orari (ore 9-19.30), cittadini e turisti potranno esplorare le bellezze delle collezioni permanenti e delle esposizioni del museo Archeologico nazionale di Napoli. “I primi giorni di agosto hanno già fatto segnare un netto superamento dei numeri dei visitatori dell’intero mese di luglio”, commenta il direttore dell’Archeologico, Paolo Giulierini. “Il museo è vivo e offre due splendide mostre (‘ Gli Etruschi e il MANN’ e ‘Thalassa’) e si prepara al rilancio di settembre, quando verrà presentato il prossimo piano strategico e sarà inaugurata l’ala del Braccio Nuovo”. Per chi resta a Napoli, Ferragosto sarà anche occasione per visitare, a prezzi promo, il museo con ticket dei siti Extramann (sul nostro portale, il dettaglio dei siti che fanno parte della rete). Riservato a chi è tornato o è in partenza verso l’isola azzurra, l’accordo che lega il MANN alla villa San Michele e al museo Casa Rossa di Anacapri: anche in questo caso, scontistica integrata per un viaggio imperdibile nel nome dell’arte. Le vie del mare porteranno all’Archeologico anche grazie alle convenzioni siglate con Snav e Traghetti Lines; infine, sempre in tema di promozione turistica in quest’estate 2020, anche gli ospiti di strutture associate Federalberghi Napoli ed Unione Industriali di Napoli riceveranno due euro di riduzione per visitare il MANN.

I Bronzi di Riace nell’allestimento al museo archeologico della Magna Grecia a Reggio Calabria

Al museo Archeologico nazionale di Reggio Calabria Restano ancora pochi posti disponibili prima di registrare il “tutto esaurito” per poter visitare nel mese di agosto. È già completo il calendario degli ingressi programmati fino a ferragosto. La prenotazione è obbligatoria, telefonando al numero di telefono: 320.7176148, o al nuovo numero 320.7620091. È stato temporaneamente sospeso, per questo mese, il servizio di prenotazione online. Le norme governative e regionali di prevenzione dalla diffusione e dal contagio da COVID-19 (Coronavirus) hanno imposto le nuove regole di prenotazione obbligatoria e le limitazioni agli ingressi, in forma contingentata, per gruppi composti da massimo 10 persone, scaglionati in turni di visita ogni 15 minuti. Le misure di sicurezza nel rispetto di un protocollo condiviso comportano l’impossibilità di soddisfare tutti coloro che desidererebbero potere ammirare i Bronzi di Riace, protagonisti assoluti del ricco patrimonio archeologico e culturale calabrese, insieme ai Bronzi di Porticello e agli altri “tesori” della collezione museale. I giorni di apertura ordinaria del MArRC al pubblico sono dal martedì alla domenica. Ma proprio per venire incontro alle numerose richieste dei tanti “ammiratori” e dare a tutti una maggiore opportunità, la direzione ha scelto di aprire il museo alle visite in via straordinaria anche i prossimi lunedì 17 e 24 agosto 2020, il mese che registra la massima affluenza e il più elevato numero di richieste nell’arco dell’anno.

La mostra “Etruschi. Viaggio nella terra dei Rasna” riprogrammata dal 6 giugno al 29 novembre 2020

Musei aperti per ferie. Anche quest’anno l’Istituzione Bologna Musei offre molteplici proposte, fruibili in sicurezza, per un’estate all’insegna dell’arte e della cultura: le collezioni permanenti, le mostre temporanee, gli eventi, le attività e i nuovi contenuti dell’app MuseOn, scaricabili gratuitamente, per creare un’esperienza di visita più coinvolgente  attraverso percorsi ricchi di informazioni e curiosità. I musei civici aperti a Ferragosto 2020: museo civico Archeologico (via dell’Archiginnasio 2), dalle 10 alle 20; museo civico Medievale (via Manzoni 4), dalle 10 alle 18.30.

Bologna. Al museo civico Archeologico riapre la grande mostra “Etruschi. Viaggio nelle terre dei Rasna”, grazie a Istituzione Bologna Musei ed Electa, e alla solidarietà dei gran musei europei prestatori: biglietti solo on line e ingressi contingentati. In 75 minuti si possono ammirare 1400 oggetti che dialogano con la collezione bolognese

Guerriero proveniente da un acroterio di Cerveteri, conservato al Ny Carlsberg Glyptotek di Copenaghen (foto Ole Haupt)

La mostra “Etruschi. Viaggio nella terra dei Rasna” riprogrammata dal 6 giugno al 29 novembre 2020

Il viaggio alla scoperta degli Etruschi può riprendere. Proprio da Bologna, dove l’8 marzo 2020 era stato interrotto bruscamente per decreto governativo. Ma ora il coronavirus fa meno paura. Così, come annunciato e in qualche modo promesso alla riapertura del museo civico Archeologico di Bologna, sabato 6 giugno 2020 riprende la grande mostra “Etruschi. Viaggio nelle terre dei Rasna”, allestita proprio al museo civico Archeologico di Bologna. L’ambizioso progetto dedicato alla civiltà etrusca – circa 1400 oggetti esposti su oltre 1000 metri quadrati di superficie espositiva – sarà visitabile fino al 29 novembre 2020, grazie all’impegno congiunto di Istituzione Bologna Musei ed Electa e alla disponibilità di tutti i prestatori coinvolti che, con generoso spirito di solidarietà, hanno acconsentito a rendere possibile l’apertura, tra cui il British Museum di Londra, il Musée du Louvre di Parigi, il Musée Royal d’Art d’Histoire di Bruxelles, il Ny Carlsberg Glyptotek di Copenhagen e i Musei Vaticani. L’esposizione è progettata e promossa da Istituzione Bologna Musei | Museo Civico Archeologico, in collaborazione con la Cattedra di Etruscologia e Archeologia italica di Alma Mater Studiorum – Università di Bologna, realizzata da Electa e posta sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica Italiana. Il progetto scientifico è a cura di Laura Bentini, Anna Dore, Paola Giovetti, Federica Guidi, Marinella Marchesi, Laura Minarini (Istituzione Bologna Musei | Museo Civico Archeologico) e Elisabetta Govi, Giuseppe Sassatelli (Cattedra di Etruscologia e Antichità Italiche Alma Mater Studiorum Università di Bologna). Il progetto di allestimento è a cura di Paolo Capponcelli, PANSTUDIO architetti associati.

Una sala della mostra “Etruschi. Viaggio nelle Terre dei Rasna” allestita da Paolo Capponcelli (foto Roberto Serra / Iguana / Electa)

“Abbiamo riaperto i musei, al termine del lockdown, per ridare ai bolognesi, e ora ai turisti, la possibilità di visitarli, e fare apprezzare loro il nostro patrimonio artistico e scientifico”, dichiara Matteo Lepore, assessore alla Cultura e Promozione della città del Comune di Bologna. “La notizia dell’apertura della mostra ‘Etruschi. Viaggio nelle terre dei Rasna’ è per noi molto importante perché aggiunge ai nostri percorsi culturali un itinerario di qualità, dando la possibilità di vivere la storia degli Etruschi attraverso opere provenienti da tutto il mondo. Ringrazio l’Istituzione Musei, i dipendenti del museo Archeologico ed Electa per questo importante accordo raggiunto”. E Roberto Grandi, presidente Istituzione Bologna Musei, commenta: “Siamo felici di offrire ai turisti e ai bolognesi l’esperienza unica di un viaggio nel tempo e nello spazio abitato dalle popolazioni etrusche. Aprire la mostra per questi 6 mesi è stato possibile, in primo luogo, perché i 60 musei ed enti prestatori hanno ritenuto che la grande qualità dell’esposizione giustificasse la concessione per un tempo così lungo di opere spesso tra le più significative delle loro collezioni. Siamo certi che questo sforzo congiunto di tante importanti istituzioni italiane e internazionali verrà ripagato da una presenza di pubblico numerosa che testimonia la curiosità e l’interesse per una civiltà che si è sviluppata dall’Italia meridionale fino al nostro territorio”. Sottolinea a sua volta Maurizio Ferretti, direttore Istituzione Bologna Musei: “Le condizioni di sostenibilità per riaprire in sicurezza la mostra sono state create grazie a uno sforzo straordinario sia del Comune di Bologna che di Electa. Si tratta di una disponibilità non scontata cui va riconosciuto un valore particolare, in ragione della sofferenza che il settore degli eventi espositivi sta attraversando in questo momento. Se si è riusciti a condividere questo percorso, lo si deve alla consapevolezza condivisa da tutte le parti del valore eccezionale di questa mostra. Si tratta davvero di una opportunità unica per scoprire un periodo di storia del territorio italiano poco conosciuta, attraverso un percorso ricco di informazioni e di cose sorprendenti da vedere”.

La sezione etrusca del museo civico Archeologico di Bologna (foto Matteo Monti / Istituzione Bologna Musei)

Informazioni per la visita. La mostra è visitabile con orari di apertura rimodulati: lunedì, mercoledì, giovedì dalle 10 alle 19; venerdì dalle 14 alle 22; sabato e domenica, dalle 10 alle 20; chiuso martedì non festivo; ultimo ingresso un’ora prima della chiusura. Al fine di garantire la visita in sicurezza, vengono attuate le seguenti disposizioni: acquisto del biglietto solo online tramite il circuito VivaTicket https://www.vivaticket.com/it/ticket/etruschi-viaggio-nelle-terre-dei-rasna/138252; modalità di recupero biglietti prenotati: per i possessori di biglietto open richiesta prenotazione senza costi aggiuntivi (tramite call center 051 7168807) o eventuale accesso diretto previa disponibilità posti per i possessori di biglietto non open richiesta prenotazione a pagamento (tramite call center 051.7168807); obbligo di indossare la mascherina durante la visita; contingentamento in slot per l’ingresso frazionato dei visitatori; predisposizione di percorsi distinti in entrata e in uscita; dotazione di gel igienizzanti a disposizione dei visitatori. Il tempo della visita è predefinito con un limite di 75 minuti. É disponibile il servizio di audioguide, con sanificazione dei dispositivi dopo ogni utilizzo. Il servizio di guardaroba non è disponibile (i visitatori sono pregati di presentarsi con il minimo di accessori personali, evitando bagagli, nonché borse e zaini voluminosi). Il servizio di bookshop è attivo.

Attizzatoio a forma di mano dalla tomba delle Hydriae di Meidias, conservato al museo Archeologico nazionale di Populonia (foto Polo museale della Toscana)

La mostra. L’esposizione conduce i visitatori in un itinerario attraverso le terre degli Etruschi e mostra come non esista una sola Etruria, ma molteplici territori che hanno dato esiti di insediamento, urbanizzazione, gestione e modello economico differenti nello spazio e nel tempo, tutti però sotto l’egida di una sola cultura, quella etrusca. Non c’è migliore metafora che quella del viaggio, per spaziare in un vasto territorio compreso tra le nebbiose pianure del Po fino all’aspro Vesuvio, attraverso paesaggi appenninici e marini, lungo strade e corsi fluviali. La prima parte del percorso offre un momento di preparazione al viaggio, facendo conoscere ai visitatore i lineamenti principali della cultura e della storia del popolo etrusco, attraverso oggetti e contesti archeologici fortemente identificativi. Così preparato, il visitatore può affrontare la seconda sezione, dove si compie il viaggio vero e proprio nelle terre dei Rasna, come gli Etruschi chiamavano se stessi. La mostra dialoga naturalmente con la ricchissima sezione etrusca del museo civico Archeologico, che testimonia il ruolo di primo piano di Bologna etrusca, costituendo, quindi, l’ideale appendice al percorso di visita dell’esposizione temporanea. Accompagna la mostra il catalogo Electa con saggi introduttivi di Giuseppe Sassatelli, Vincenzo Bellelli, Roberto Macellari, Marco Rendeli, Alain Schnapp e Giuseppe Maria Della Fina; saggi dedicati alle singole sezioni di mostre; un approfondimento sui musei etruschi italiani e un importante apparato di schede dedicate alle opere in mostra.

Durante il periodo della sospensione di apertura, l’esplorazione dei temi della mostra è proseguita online con iniziative digitali. Sulla pagina Facebook del museo civico Archeologico sono state presentate notizie e curiosità relative al mondo affascinante degli Etruschi e ai reperti esposti, mentre per il canale YouTube del museo Giuseppe Sassatelli, docente universitario e membro del comitato scientifico, ha curato un’introduzione al percorso espositivo.

L’archeologa Laura Minarini del museo civico Archeologico di Bologna nel video di Lepida.Tv

Nell’ambito del festival multimediale #laculturanonsiferma promosso dall’assessorato alla cultura e paesaggio della Regione Emilia-Romagna e coordinato dall’Istituto per i Beni Artistici Culturali e Naturali della Regione Emilia-Romagna, Lepida TV ha inoltre prodotto un documentario video alla scoperta della mostra con le archeologiche del museo Laura Minarini e Marinella Marchesi, trasmesso in diretta streaming sulla piattaforma digitale http://www.lepida.tv e sul canale 118 del digitale terrestre. Clicca qui per vedere il video.

Nel giorno della riapertura, il museo civico Archeologico di Bologna pubblica la prima di quattro puntate del fumetto “La solitudine di Askos” dove si racconta la vita quotidiana degli oggetti immersi nel silenzio di spazi senza visitatori

La copertina del fumetto “La solitudine di Askòs” di Elena Maria Canè del museo civico Archeologico di Bologna

Cosa succede quando il museo civico Archeologico di Bologna è chiuso e- per cause di forza maggiore- tutte le archeologhe, i restauratori, il personale sono a casa? Cosa succede dietro le quinte? Proprio, mercoledì 20 maggio 2020, proprio nel giorno di graduale riapertura al pubblico del museo, il fumetto “La solitudine di Askos” viene pubblicato sui canali Facebook e YouTube sotto forma di quattro brevi video dal sapore retrò, con frequenza bisettimanale (20 / 22 / 27 / 29 maggio 2020). In parallelo, puntata dopo puntata, le tavole saranno scaricabili dal sito http://www.museibologna.it/archeologico. Dall’8 marzo scorso l’emergenza della diffusione del virus COVID-19 ha costretto tutti i musei italiani a sospendere il servizio di apertura al pubblico, chiudendo fisicamente le porte e sospendendo ogni visita e attività negli spazi espositivi. Ma come hanno vissuto questo eccezionale stravolgimento della vita quotidiana le opere e gli oggetti del patrimonio culturale abituati a offrire la loro bellezza allo sguardo dei visitatori, che improvvisamente si sono ritrovati immersi nel silenzio assoluto, in sale vuote e vetrine con le luci spente? Ci racconta questo insolito punto di vista il fumetto per i più giovani (e non solo) “La solitudine di Askos”, che ha preso forma dalla matita e dall’inventiva di Elena Maria Canè, restauratrice del Museo Civico Archeologico di Bologna, durante il periodo di lavoro agile da casa, in un progetto che ha coinvolto anche Paola Giovetti, Anna Dore, Federica Guidi, Marinella Marchesi dello stesso museo. Una piccola storia che, attraverso vignette e balloon, ci trasporta con il potere dell’immaginazione alla scoperta dei tesori della collezione permanente del museo in attesa di poterli tornare ad ammirare dal vivo.

L’Askòs Benacci, capolavoro dell’arte etrusca, conservato dal museo civico Archeologico di Bologna (foto Istituzione Bologna Musei)

L’opera, a colori, narra del tempo sospeso dei giorni appena vissuti, dando voce agli oggetti della sezione etrusca del museo, che si animano nel grande edificio vuoto. I protagonisti sono Hero (piccolo guerriero di grande coraggio), Hippo (cavallino sputasentenze) e Bue (grande e pauroso), elementi “normalmente” riuniti in quel capolavoro dell’arte etrusca che è l’Askós Benacci, un raffinato contenitore per liquidi in ceramica, configurato a bovino e sormontato da un piccolo cavaliere in armi, datato all’VIII secolo a.C. Il reperto proviene da uno dei principali sepolcreti etruschi bolognesi di fase villanoviana e orientalizzante e, nella finzione immaginata nell’albo, dialoga con altri reperti e con le archeologhe del museo. Soli e disorientati nelle sale non più frequentate dalle centinaia di classi che solitamente in primavera popolano gli spazi del museo civico Archeologico, i tre personaggi riflettono su vantaggi e svantaggi di questa inedita condizione, mentre la città intorno sembra svanita. Per fortuna, il lieto fine è dietro l’angolo ed è solo questione di tempo per tornare ad avere compagnia.

“Etruschi. Viaggio nelle terre dei Rasna”: a dicembre al museo civico Archeologico di Bologna una mostra, risultato di un ambizioso progetto, illustrerà attraverso 1000 reperti le novità di scavo e di ricerca sulla storia di uno dei più importanti popoli dell’Italia antica

La testa in bronzo del giovinetto di Fiesole conservato al museo Archeologico nazionale di Firenze (foto polo museale della Toscana)

Siete pronti per un affascinante viaggio nelle terre degli Etruschi tra archeologia e paesaggi sorprendenti? Allora appuntatevi una data: 7 dicembre 2019. E un luogo: museo civico Archeologico di Bologna. A distanza di 20 anni dalle grandi mostre di Bologna e Venezia, il museo civico Archeologico di Bologna annuncia un ambizioso progetto espositivo dedicato alla civiltà etrusca, in cui saranno riuniti circa 1000 oggetti provenienti da 60 musei ed enti italiani e internazionali. “Etruschi. Viaggio nelle terre dei Rasna” è una mostra promossa e progettata da Istituzione Bologna Musei | Museo Civico Archeologico, in collaborazione con la Cattedra di Etruscologia e Antichità Italiche dell’università di Bologna, e realizzata da Electa. E metterà in risalto le novità di scavo e di ricerca sulla storia di uno dei più importanti popoli dell’Italia antica.

Lo scavo in corso della tomba 1 etrusca n località Elce a Perugia

La metafora del viaggio darà forma e struttura all’esposizione, divisa in due grandi sezioni. La prima offre un momento di preparazione al viaggio, facendo conoscere al visitatore i lineamenti principali della cultura e della storia del popolo etrusco. Così preparato, il visitatore potrà affrontare la seconda sezione, dove si compie il viaggio vero e proprio nelle terre dei Rasna, come gli Etruschi chiamavano se stessi.

Acroterio configurato a guerriero dalla Vigna Marini-Vitalini a Cerveteri, oggi al Ny Carlsberg Glyptotek di Copenaghen (foto Ole Haupt / The Ny Carlsberg Glyptotek)

Un itinerario attraverso quei territori e centri di Lazio, Umbria e Toscana che già furono oggetto di attenzione, meraviglia e descrizione da parte dei viaggiatori del passato, come il diplomatico inglese George Dennis, che nel XIX secolo con il suo The Cities and Cemeteries of Etruria (1848) diede conto di cinque anni di viaggi che toccarono i siti archeologici allora conosciuti, in paesaggi profondamente diversi da come sono oggi.

La sezione etrusca del museo civico Archeologico di Bologna (foto Matteo Monti / Istituzione Bologna Musei)

Il viaggio continua nei territori etruschi della valle Padana e della Campania, forse meno noti al grande pubblico ma importanti teatri di nuove scoperte archeologiche. La mostra infine dialoga naturalmente con la ricchissima sezione etrusca del museo, che testimonia il ruolo di primo piano di Bologna etrusca.