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Rosignano Marittimo (Li). Al via il festival “Vivere l’archeologia”, 8 giorni per promuovere e valorizzare i paesaggi e il patrimonio archeologico del territorio , con open days degli scavi, visite guidate e dialoghi con gli archeologi, conferenze, dibattiti, presentazioni di libri, laboratori didattici, rievocazioni, spettacoli dal vivo, mercato romano e degustazioni ispirate alla cucina romana

rosignano-marittimo_unipisa_festival-vivere-l-archeologia-2024_locandinaDal 28 luglio al 4 agosto 2024 a Rosignano Marittimo (Li) torna “Vivere l’archeologia”, festival organizzato dal Comune di Rosignano Marittimo e dal museo civico Archeologico “Palazzo Bombardieri”, in collaborazione con l’insegnamento di Topografia antica del dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere dell’università di Pisa, allo scopo di promuovere e valorizzare i paesaggi e il patrimonio archeologico del territorio di Rosignano, che comprende l’antico centro portuale di Vada Volaterrana e i due importanti musei archeologici di Rosignano Marittimo e Castiglioncello, e di condividere con la comunità il senso e il valore dell’archeologia nella società contemporanea. Giunto alla quarta edizione, il Festival prevede un programma ricco di appuntamenti, con open days degli scavi, visite guidate e dialoghi con gli archeologi, conferenze, dibattiti, presentazioni di libri, laboratori didattici, rievocazioni, spettacoli dal vivo, mercato romano e degustazioni ispirate alla cucina romana.

PROGRAMMA DOMENICA 28 LUGLIO 2024, alle 19, al museo civico Archeologico di Rosignano Marittimo: ImmersiVada VR Experience, inaugurazione della nuova sala immersiva del museo civico Archeologico di Rosignano Marittimo, per esplorare gli edifici di un quartiere dell’antico porto romano di Vada Volaterrana. Interverranno Carolina Megale (museo civico Archeologico di Rosignano Marittimo), Anna Maria Marras (International Council Of Museums – ICOM) e Andrea Lippi (Digitalismi). “ABC…Archeologia Bene Comune”, brevi dialoghi sul valore dell’archeologia per la comunità, in collaborazione con il Sistema dei Musei e Parchi Partecipativi della Toscana.

PROGRAMMA LUNEDÌ 29 LUGLIO 2024, alle 18.30, al museo Archeologico nazionale di Castiglioncello: “All inclusive: il ruolo sociale del museo”, ne parlano Giorgio Corretti (UOC Psichiatria Cecina Piombino Elba), Ania Franceschi (associazione Comunicare per Crescere), Carolina Megale (museo civico Archeologico di Rosignano Marittimo), Marinella Zagaglia (AIMA Costa degli Etruschi), Andrea Apostolo (RSA Bastia), Luca Carli Ballola (Musei Toscani per l’Alzheimer), Chiara Raugi (Pubblica Assistenza di Piombino). Aperitivo a cura di L’Apicio. Degustazioni archeogastronomiche e dell’associazione Amici del Museo Archeologico di Rosignano Marittimo.

PROGRAMMA MARTEDÌ 30 LUGLIO 2024, alle 18.30, al museo Archeologico nazionale di Castiglioncello: “Tra archeologia e biodiversità: le ricerche scientifiche in corso nel territorio di Rosignano”, ne parlano Lorella Alderighi (soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio per le province di Pisa e Livorno), Simonetta Menchelli (università di Pisa), Domingo Belcari (università di Pisa), Francesco Pagliani (università di Firenze), Enrico Cirelli (università di Bologna), Simone Cai (Comitato Tutela Secche di Vada), Ugo Nesti (Comitato Tutela Secche di Vada). Aperitivo a cura di L’Apicio. Degustazioni archeogastronomiche e dell’associazione Amici del Museo Archeologico di Rosignano Marittimo. Alle 21.30, nell’anfiteatro del Parco di Castello Pasquini, conferenza “Scoperte e riscoperte dal territorio”.

PROGRAMMA MERCOLEDÌ 31 LUGLIO 2024, alle 18.30, al museo Archeologico nazionale di Castiglioncello: “I bronzi da San Casciano a Rosignano: contesti di scavo e analisi isotopiche”, ne parlano Jacopo Tabolli e Mattia Bischeri (università per Stranieri di Siena), Carolina Megale (museo civico Archeologico di Rosignano Marittimo), Carlo Monti (ET&EC SAGL) e Alessandro Lenzi (museo di Storia naturale di Rosignano), modera Edina Regoli (già museo civico Archeologico di Rosignano Marittimo).

PROGRAMMA GIOVEDÌ 1° AGOSTO 2024, alle 18.30, al museo Archeologico nazionale di Castiglioncello: “Il tesoro di Suese e il denaro dei Romani”, ne parlano Lorella Alderighi (soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio per le province di Pisa e Livorno), Fiorenzo Catalli (già Gabinetto Numismatico del museo Archeologico nazionale di Firenze), modera Simonetta Menchelli (università di Pisa).

PROGRAMMA VENERDÌ 2 AGOSTO 2024, alle 18.30, al museo Archeologico nazionale di Castiglioncello: “Gli Argonauti dell’era dei dinosauri: la conquista degli abissi raccontata dai fossili della Toscana e dell’Emilia Romagna”, ne parlano Andrea Baucon (università di Genova), Girolamo Lo Russo (museo di Storia naturale di Piacenza), modera Angelo Cimarosti (ArchaeoReporter).

PROGRAMMA SABATO 2 E DOMENICA 3 AGOSTO 2024, ore 16.30-21.30, area archeologica di San Gaetano di Vada “Vivere l’archeologia a Vada Volaterrana”. OPEN DAYS: gli archeologi raccontano a cura dell’università di Pisa. Stand sui metodi della ricerca archeologica sul campo e in laboratorio, in particolare: il mestiere dell’archeologo; la vita degli antichi abitanti di Vada attraverso i reperti; le sepolture; le attività di archeologia subacquea. Visite guidate degli scavi: 17, 18, 19.00 (italiano), 18.30 (inglese). GIOCAFESTIVAL Area didattica con attività e laboratori per bambini e famiglie: “ Uno sporco mestiere!”, scavo didattico simulato a cura del museo Archeologico di Rosignano. Laboratori ludico-educativi: Piccoli legionari crescono, Gladiatori da piccoli, Scripta manent a cura di Suodales; Il corriveloce: un giocattolo antico a cura di Valter Fattorini; Il laboratorio del mosaicista a cura del laboratorio di restauro del museo Archeologico di Rosignano; Laboratori sulla biodiversità a cura del Centro di Educazione Ambientale. AREA MERCATO Ricostruzione di un mercato romano con stand, tabernae, rievocazioni e spettacoli dal vivo. Argentarius cambio denari; Antiche fragranze a cura del Gruppo Archeologico Massarosese; Il Convivio archeogastronomico di Laura Mussi; Archeologia sonora e strumenti musicali del mondo antico di Francesco Landucci; Miliarium 0 dell’Associazione Amici del Museo; Abacus: i conti tornano! di Antonio Olivieri; I gioielli dei Vettii di Fondazione Aglaia E molto altro…

PROGRAMMA SABATO 2 AGOSTO 2024, area archeologica di San Gaetano di Vada “Vivere l’archeologia a Vada Volaterrana”: alle 18.30, WOW! Comunicare l’archeologia, dibattito a cura di Angelo Cimarosti (ArchaeoReporter), a partire dal libro “L’arte che parla. Radio e podcast per la valorizzazione dei beni culturali” (Edipuglia 2024) di Cinzia Dal Maso (Centro Studi per l’Archeologia Pubblica – Archeostorie). Aperitivo a cura di L’Apicio. Degustazioni archeogastronomiche, in collaborazione con Amici del Museo Archeologico di Rosignano Marittimo.

PROGRAMMA DOMENICA 3 AGOSTO 2024, area archeologica di San Gaetano di Vada “Vivere l’archeologia a Vada Volaterrana”: alle 18.30, letture nella storia a cura del gruppo di lettura della Biblioteca comunale di Rosignano Marittimo. Aperitivo a cura di L’Apicio. Degustazioni archeogastronomiche, in collaborazione con Amici del Museo Archeologico di Rosignano Marittimo. TABERNA ROMANA Degustazione di cibi e sapori ispirati alla cucina romana tramandata dal gastronomo Apicio.

Torino. Al museo Egizio al via con Barbara Jatta, direttrice dei Musei Vaticani, il ciclo “What is a museum?”, in presenza e on line: dieci direttori dei più grandi musei del mondo si confrontano col direttore Christian Greco sul ruolo e le sfide del futuro dei musei

torino_egizio_what-is-a-museum_locandinaCome possono i musei essere luoghi di conservazione e costruzione della memoria? Come possono affrontare le sfide del futuro senza tradire la loro storia? Come possono affrontare la nuova fase che stanno attraversando ripensando il proprio passato e dando un senso alla loro esistenza oggi? Oggi i musei mirano a comprendere a fondo i meccanismi del cambiamento, generando relazioni e influenzando la società. Alla luce della nuova definizione di museo data da ICOM e delle sfide che attendono le istituzioni culturali, il museo Egizio di Torino presenta “What is a museum?”, una serie di conferenze per il 2023 e il 2024 con protagonisti i direttori di alcuni dei più importanti musei internazionali in dialogo con Christian Greco, per ispirare e accompagnare verso l’importante traguardo del bicentenario della fondazione del museo Egizio (2024). Ricerca, digitalizzazione, educazione, inclusione e cura del patrimonio sono i punti che verranno affrontati per ripensare il ruolo che i musei possono avere nella società contemporanea.

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Christian Greco, direttore del museo Egizio di Torino (foto museo egizio)

Dieci direttori delle più prestigiose istituzioni museali mondiali saranno protagonisti di un confronto con il direttore dell’Egizio, Christian Greco, volto a delineare il ruolo e le sfide del futuro dei musei, intesi sempre più come una sorta di laboratorio della contemporaneità e non solo come luoghi di ricostruzione e conservazione della memoria. Ricerca, digitalizzazione, formazione, inclusione, accessibilità e cura del patrimonio sono i temi su cui i principali musei internazionali saranno chiamati a confrontarsi a Torino.

torino_egizio_what-is-a-museum_barbara-jatta_locandinaA inaugurare il ciclo, che si terrà presso la sala conferenze del museo Egizio, sarà martedì 9 maggio 2023, alle 18, Barbara Jatta, direttrice dei musei Vaticani a Roma. Tutti gli appuntamenti saranno a ingresso libero con prenotazione tramite evenbrite. Per gli incontri in lingua inglese sarà disponibile il servizio di traduzione simultanea in italiano per il pubblico in sala. È prevista inoltre la diretta streaming in lingua originale sulla pagina Facebook e sul canale YouTube del museo Egizio.

torino_egizio_what-is-a-museum_incontri_locandinaIl prossimo appuntamento sarà il 26 giugno con Massimo Osanna, direttore generale Musei del Mic. Dopo la pausa estiva si inizierà con i direttori dei musei stranieri: il 26 settembre sarà la volta Hermann Parzinger, direttore del Preußischer Kulturbesitz di Berlino; il 9 novembre è atteso a Torino Miguel Falomir Faus, direttore del Museo Nacional del Prado di Madrid. I protagonisti del 2024 saranno: Taco Dibbits, direttore del Rijksmuseum di Amsterdam; Anna-Vasiliki Karapanagiotou, direttrice del National Archaeological Museum di Atene; Tristram Hunt, alla testa di Victoria and Albert Museum di Londra. Sempre da Londra è atteso Hartwig Fischer, direttore del British Museum. Mentre gli ultimi due appuntamenti del 2024 saranno dedicati a Laurence des Cars, direttrice del Musée du Louvre di Parigi e a Hartmut Dorgerloh, direttore dell’Humboldt Forum di Berlino.

Napoli. Per l’International Museum Day al Mann la statuaria Farnese, i Mosaici e il Gabinetto Segreto, gli Affreschi, la Villa dei Papiri diventano pagine di uno straordinario viaggio digitale: un kit per studiare il patrimonio museale

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Dettaglio dell’imponente Atlante Farnese, tra le opere presenti nei sussidi digitali del Mann (foto luigi spina)

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La raffigurazione stilizzata del globo dell’Atlante farnese (foto mann)

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Dettaglio della firma dell’autore sull’Ercole farnese (foto mann)

Educazione, mondo digitale, ambiente: sono i tre temi attorno a cui ruoterà l’International Museum Day, in programma mercoledì 18 maggio 2022. La ricorrenza, celebrata dall’International Council of Museums come occasione per valorizzare “il potere dei musei/ the power of museums”, sarà “anteprima” della 26esima conferenza generale dell’ICOM (Praga, 20-28 agosto 2022). L’iniziativa, promossa in rete con il ministero della Cultura, avrà al Mann due declinazioni: gli approfondimenti on line e gli eventi in loco. Mercoledì 18, infatti, saranno disponibili, sul sito mann-napoli.it, i sussidi didattici realizzati dai Servizi Educativi del museo Archeologico nazionale di Napoli: il team, guidato dalla responsabile di settore Lucia Emilio, ha predisposto un vero e proprio kit, scaricabile con un clic per attraversare virtualmente le principali collezioni dell’Istituto. La statuaria Farnese, i Mosaici e il Gabinetto Segreto, gli Affreschi, la Villa dei Papiri diverranno pagine di uno straordinario viaggio digitale: a portata di tastiera, ecco immagini ad alta risoluzione e in 3D, schede descrittive con quadro museografico, bibliografia aggiornata. Tutte le informazioni avranno un taglio divulgativo e saranno destinate non soltanto a esperti e studenti di archeologia, ma anche a visitatori che intenderanno approfondire le suggestioni legate alla loro presenza al Museo. Un file pensato per gli appunti renderà gli strumenti didattici come un laboratorio in fieri, aperto ai contributi dei singoli cultori della materia.

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Lightbox Venus Madonna di Franz Cerami alla mostra “Red Venus” al museo Archeologico nazionale di Napoli (foto mann)

Un corollario ideale delle iniziative pensate per l’International Museum Day sarà in programma anche giovedì 19 maggio 2022: dalle 20 alle 22, il soffitto del salone della Meridiana sarà colorato con le videoinstallazioni, concepite come affreschi in movimento, del progetto artistico “Red Venus” di Franz Cerami.

Giornata internazionale dei Musei: per l’edizione 2022 il tema proposto dall’Icom è “Il potere dei musei”

Mercoledì 18 maggio 2022 in tutti i paesi del mondo si celebrerà l’Intemational Museum Day, la giornata promossa dall’Intemational Council of Museums (ICOM) con l’intento di richiamare il ruolo che i musei svolgono nella società e rafforzare i loro legami con le comunità locali, con i visitatori e con i responsabili delle politiche culturali nazionali e locali. La Direzione generale Musei invita tutti gli Istituti del Ministero a partecipare con iniziative, da organizzare in presenza e/o in digitale, anche in collaborazione con altri istituti e con i portatori di interesse nel territorio. Per tali iniziative si auspica l’adesione al tema proposto da ICOM, che quest’anno è “Il potere dei musei” (traduzione italiana di “The power of museums”, il tema che sarà sviluppato in occasione della 26a Conferenza generale di ICOM, che si terrà a Praga nei giorni 20-28 agosto 2022), concettualmente legato agli obiettivi di sviluppo sostenibile e alla possibilità di esplorare il potenziale dei musei nell’apportare un cambiamento positivo nelle loro comunità.

Rovigo. È nato “Pollìcinum. Museo Polesine”, il Sistema Museale Provinciale Polesine che raccoglie 26 musei del Polesine. Obiettivo: veicolare l’immagine di un territorio a misura d’uomo, ricco di cultura e natura, adatto al turismo lento. Primi risultati: video-clip, mappa, tre itinerari gratuiti, progetto Wikipedia, servizio foto e video, nuovi siti web per 4 grandi musei

Il logo di “Pollìcinum. Museo Polesine”, il Sistema Museale Provinciale Polesine
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Alberta Facchi, funzionario referente per il MuSST, Direzione regionale musei Veneto (foto Provincia Rovigo)

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Cristiano Corazzari, assessore regionale alla Cultura della Regione Veneto (foto Provincia Rovigo)

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Gilberto Muraro, presidente della Fondazione Cariparo (foto Provincia Rovog

Ventisei musei del Polesine hanno unito le proprie forze per veicolare l’immagine di un territorio a misura d’uomo, ricco di cultura e natura, adatto al turismo lento. È nato il Sistema Museale Provinciale Polesine (www.smppolesine.it). Gli obiettivi sono stati quelli di lavorare sull’immagine percepita del Polesine a livello locale, regionale e nazionale al fine di superare gli stereotipi associati al Polesine e veicolare l’immagine di un territorio a misura d’uomo, ricco di cultura e natura, adatto al turismo lento, proponendo una nuova narrazione del territorio. Il progetto ha preso il nome di POLLÌCINUM. MUSEO POLESINE, dalla più antica attestazione del nome nei documenti medievali. Tutte le azioni di progetto sono state coordinate dal Comitato di Pilotaggio del MuSST#2 e dai consulenti della Local Area Network. È una nuova narrazione per i musei della provincia di Rovigo. Il piano strategico di valorizzazione del patrimonio culturale del Polesine, obiettivo del progetto ministeriale MuSST#2, avviato a gennaio 2020 e frutto dell’Intesa tra la Direzione Regionale Musei del Veneto (MiBACT), nella persona di Alberta Facchi, la Regione del Veneto (assessore alla Cultura Cristiano Corazzari), la Provincia di Rovigo (presidente Ivan Dall’Ara) e la Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo (presidente Gilberto Muraro), è giunto al suo primo giro di boa. La condivisione delle linee operative e delle azioni intraprese nella prima annualità del progetto MuSST “Musei fra Adige e Po” e l’avvio di un dialogo fra istituti museali afferenti al Sistema Museale Provinciale Polesine e le diverse espressioni culturali, naturalistiche, economiche, ha permesso di focalizzare e raggiungere i primi obiettivi auspicati.

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Panoramica sul museo di Ca’ Vendramin in Polesine (foto Drm-Veneto)

Tutte le azioni di questa prima annata condividono, infatti, la volontà di creare basi solide su cui costruire nei prossimi anni ampie progettualità di rete tra musei, mettendo in atto una sperimentazione da applicare poi a livello regionale e nazionale secondo gli obiettivi del Sistema Museale Nazionale e facendo affidamento su personale formato, su database visuali aggiornati e su contenuti validati. L’approccio metodologico di tipo “partecipativo” promosso ha caratterizzato un’ampia attività di ricerca, documentale e visuale che ha messo in evidenza potenzialità e prospettive diverse sul territorio, coinvolgendo più soggetti: dal CPSSAE (Centro Polesano di Studi Storici Archeologici ed Etnografici) ad ICOM (International Council of Museums) sezione Triveneto, da Rovigo Convention & Visitors Bureau (Promozione culturale e turistica del territorio) ad un team di giovani creativi e artisti, alle imprese culturali del territorio.

La famosa vetrina dei vetri antichi al museo Archeologico nazionale di Adria (foto Drm-Veneto)
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L’ingresso del museo dei Grandi Fiumi a Rovigo (foto Drm-Veneto)

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La mappa del Sistema museale provinciale Polesine “Pollìcino” (foto Provincia Rovigo)

Le azioni e i risultati della prima annualità. 1) Clip Video POLLICINUM. MUSEO POLESINE 90″, un breve video di 90” per raccontare come i musei e il paesaggio conservino la memoria di uomini e miti della terra tra Adige e Po. Ideazione e realizzazione: Camilla Ferrari (musiche originali) e Alberto Gambato (riprese). 2) La Mappa /Flyer dei musei. Ideazione del concept grafico “Pollìcinum. Museo Polesine” frutto di un brainstorming partecipato; progettazione grafica della mappa, adattamento contenuti in base alla linea editoriale funzionale agli obiettivi e traduzione in lingua inglese. Stampa in 10.000 copie: distribuzione di parte di esse ai musei afferenti al Sistema Museale Provinciale Polesine, mentre un’altra parte è destinata alla promozione Coordinamento di tutte le fasi, briefing iniziale, controllo contenuti: Cristina Regazzo per Rovigo CVB. 3) tre itinerari gratuiti sulla piattaforma Izi.travel: https://izi.travel/it/search/polesine. Realizzati in sinergica collaborazione tra i musei e le imprese culturali che offrono servizi museali in Polesine, i tre itinerari collegano i musei del Polesine secondo diverse tematiche e sono rivolti a tre pubblici diversi. Per una fruizione del territorio adatta alle esigenze di ogni età. 4) Il progetto Wikipedia sui musei del Polesine. Progetto di valorizzazione dei musei sull’enciclopedia libera Wikipedia, in collaborazione con il CPSSAE -Centro Polesano Studi Storici Archeologico Etnografici e con giovani laureati in discipline storico-artistiche. effettuata la schedatura della totalità dei musei per il caricamento su Wikipedia. Ciò fornirà le basi per la veicolazione di contenuti di alto livello divulgativo e per l’adesione alla campagna annuale di “wiki loves monuments”, il concorso fotografico appositamente creato da Wikipedia per far conoscere i beni culturali nel mondo. Esempio: https://it.wikipedia.org/wiki/Museo_archeologico_nazionale_di_Adria Ideazione e realizzazione: CPSSAE, Sandra Bedetti (coordinamento); Alessandra Papuzzi, Sara Veggian (redazione e caricamento schede). 5) Il servizio foto e video. Mappatura e riorganizzazione del materiale foto e video esistente e produzione di materiale originale dei singoli istituti, creando un vero a e proprio archivio immagini da mettere a disposizione dei 26 musei per la comunicazione e la valorizzazione. 6) I siti web di 4 musei (in corso di realizzazione): musei Archeologici nazionali di Adria e Fratta Polesine; il museo dei Grandi Fiumi di Rovigo e il museo di Ca’ Vendramin, è stato realizzato un template secondo le regole AGID, con piena accessibilità anche ai disabili. Le novità assolute dei siti saranno l’integrazione con il Catalogo dei Beni Culturali della Regione veneto e del MiBACT, al fine di incorporare e rendere pubbliche le schede dei beni culturali, e la parte di gamification: una sezione di quiz e giochi per interativi sui contenuti dei musei. Il sito del museo archeologico nazionale di Adria renderà pubbliche più di 1500 schede di materiali che verranno incrementate con il tempo. Ideazione e realizzazione: Meeple srl.

I musei e il paesaggio tra Adige e Po conservano la memoria di uomini e miti. Nasce sulla rotta indicata da queste parole il progetto cinematico dal titolo POLLICINUM. MUSEO POLESINE 90, che si propone come nuova narrazione del patrimonio culturale del Polesine. Realizzato dagli artisti Camilla Ferrari e Alberto Gambato, è stato girato interamente nei musei della provincia di Rovigo e nel paesaggio che li circonda. Il flusso delle immagini rende possibile un matrimonio, quello tra il disvelamento del mito di Fetonte e il paesaggio che ne accolse l’epilogo. Il giovane Fetonte, figlio del dio Apollo, ottenne non senza remore paterne di guidare il carro del sole. Ne perse il controllo e, dopo aver devastato quasi tutto il globo terrestre, venne punito con un fulmine da Zeus che lo precipitò nell’Eridano, il fiume Po. Qui, con lacrime trasformate in gocce d’ambra, lo piansero le sorelle, che dallo stesso Zeus furono tramutate in pioppi, ancora oggi presenti sulle rive del fiume. La narrazione video si sviluppa muovendosi dall’alto verso il basso, dal cielo verso la terra, seguendo metaforicamente la caduta di Fetonte, in un panorama silenzioso e timido come quello polesano, dagli orizzonti vaghi e in eterno mutamento, appena accarezzati dalla luce. Una piccola goccia d’acqua accompagna lo spettatore attraverso lo scandaglio del territorio, solcandone i luoghi della memoria. Paesaggi e musei offrono all’uomo i propri tesori tenacemente sopravvissuti allo scorrere del tempo, per raccontarne l’intima poesia. Anche la musica segue la discesa di Fetonte verso l’Eridano, sottolineando gli eventi visivi e di racconto attraverso la voce narrante, poggiata su di una struttura musicale in parte elettronica, ma per larghissimi tratti affidata alla generosità musicale di suoni reali, vividi, generati proprio dagli oggetti conservati nei musei. Le percussioni, ad esempio, nascono dal suono di anfore romane conservate al museo Archeologico nazionale di Adria, mentre le piccole campanelle udibili sono nascoste fra gli ingranaggi delle macchine musicali nel museo della Giostra di Bergantino.

Bologna. Dal 2 febbraio riaperti i musei civici con nuovi orari diversificati, tra lunedì e venerdì. Illustrata l’attività in lockdown: ricerca, manutenzione, restauri, riallestimenti. Ecco le novità all’Archeologico e ai musei di Arte antica. Non si fermano le iniziative on line. La polemica: “Assurdo chiudere nei week end quando possono accedere solo i residenti”

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Roberto Grandi, presidente di Istituzione Bologna Musei

Il contatto con il pubblico a casa non verrà meno, l’esperienza di questo mesi ha confermato quanto sia stato apprezzato. Ma finalmente si apre! Con la riclassificazione della Regione Emilia-Romagna in fascia gialla a partire dal 1° febbraio 2021, l’Istituzione Bologna Musei ha ripristinare il servizio di apertura al pubblico nel rispetto delle misure di sicurezza vigenti a partire da martedì 2 febbraio 2021. In ottemperanza al Decreto del Presidente dei Ministri 14 gennaio 2021, l’apertura è assicurata dal lunedì al venerdì, con esclusione dei giorni di sabato, domenica e festivi. E oggi, 2 febbraio, nel giorno della riapertura, è stato fatto il punto a più voci, dal presidente Roberto Grandi ai responsabili d’area, su quanto fatto nelle settimane di chiusura al pubblico e delle novità che si possono scoprire alla riapertura. “Perché la chiusura al pubblico non ha mai voluto dire stop alle attività”, ha sottolineato Grandi cui hanno fatto eco tutti i colleghi. “Ricerca, manutenzione, restauri, riallestimenti o progettazioni, non si sono mai fermate, come le attività on line, non per sostituire il museo ma per tenere un contatto con il pubblico, un dialogo aperto in attesa di rivederci tra le sale del museo preferito”. Ma con una critica diretta all’ultimo Dpcm. “Che senso ha far riaprire i musei da lunedì a venerdì e tenerli chiusi nel week end quando sappiamo che in fascia gialla si può contare solo sui residenti, e non sui turisti? Chiedere a chi vive in città di venire al museo nei feriali quando normalmente si lavora, è chiedere un sacrificio in più”. Per assicurare una maggiore fruibilità di mostre temporanee e collezioni nei giorni feriali, il consiglio di amministrazione dell’Istituzione Bologna Musei ha perciò approvato un nuovo piano orario di apertura per un totale complessivo di 208 ore alla settimana. Per favorire l’accesso diverse sedi come MAMbo – museo d’Arte Moderna di Bologna, museo Morandi, Casa Morandi, museo per la Memoria di Ustica, museo civico Archeologico, museo civico Medievale, Collezioni comunali d’Arte, museo civico d’Arte Industriale e galleria Davia Bargellini hanno infatti previsto una o più giornate di apertura pomeridiana prolungata fino alle 19, in modo da poter accogliere i visitatori al termine della giornata lavorativa. Rimangono confermate tutte le misure di sicurezza già adottate dall’Istituzione tra maggio e ottobre 2020: acquisto on line dei biglietti, ingresso per slot numerici in base alla capienza degli spazi, misurazione della temperatura con termo-scanner, distanziamento interpersonale, obbligo di mascherina, disponibilità di gel igienizzanti.

bologna_musei-civici-logoNuovi orari di apertura in vigore dal 2 febbraio 2021. Ecco il dettaglio degli orari di apertura nei musei aperti da martedì 2 febbraio 2021: MAMbo – museo d’Arte Moderna di Bologna e museo Morandi, via Don Minzoni 14 aperto: martedì, mercoledì, giovedì, venerdì, h 14-19, chiuso: sabato, domenica, lunedì e festivi; Casa Morandi, via Fondazza 36 aperto: giovedì e venerdì, h 14-19, chiuso: sabato, domenica, lunedì, martedì, mercoledì e festivi; museo per la Memoria di Ustica, via di Saliceto 3/22 aperto: giovedì e venerdì, h 14-19, chiuso: sabato, domenica, lunedì, martedì, mercoledì e festivi; museo civico Archeologico, via dell’Archiginnasio aperto: lunedì e mercoledì h 10-14, giovedì h 14-19, venerdì h 10-19, chiuso: sabato, domenica, martedì e festivi; museo civico Medievale, via Manzoni 4 aperto: martedì, mercoledì, giovedì h 10-18.30, venerdì h 10-19, chiuso: sabato, domenica, lunedì e festivi; Collezioni comunali d’Arte – Palazzo d’Accursio, piazza Maggiore 6 aperto: martedì, mercoledì, giovedì h 10-18.30, venerdì h 10-19, chiuso: sabato, domenica, lunedì e festivi; museo civico d’Arte Industriale e Galleria “Davia Bargellini”, strada Maggiore 44 aperto: martedì, mercoledì, giovedì h 9-14, venerdì h 10-19, chiuso: sabato, domenica, lunedì e festivi; museo internazionale e biblioteca della Musica, strada Maggiore 34 aperto: martedì, mercoledì, giovedì, venerdì, h 11-13.30 / 14.30-18.30, chiuso: sabato, domenica, lunedì e festivi; museo del Patrimonio Industriale, via della Beverara 123 aperto: lunedì, venerdì, h 10-18, chiuso: sabato, domenica, martedì, mercoledì, giovedì e festivi; museo civico del Risorgimento, piazza Carducci 5 aperto: martedì, giovedì h 14-18, venerdì h 10-14, chiuso: sabato, domenica, lunedì, mercoledì e festivi.

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Attività di ricerca e studio dei materiali della sezione egizia del museo civico Archeologico di Bologna (foto Bologna Musei)

Le attività svolte a porte chiuse e le novità a disposizione del pubblico. Nel servizio di apertura al pubblico si esplica una delle condizioni fondamentali e intrinseche al concetto stesso di museo, come riconosciuto nella definizione approvata da ICOM – International Council of Museums. Tuttavia l’inedita esperienza di chiusura, cui i musei sono stati costretti a più riprese nel corso dell’ultimo anno a causa della pandemia, non li ha resi luoghi fermi e inerti. Oltre a mantenere attivo il dialogo con il pubblico attraverso le numerose attività proposte nella sfera digitale, le istituzioni museali sono rimaste sempre attive e dinamiche, ripartendo innanzitutto da quella che è loro principale vocazione: prendersi cura delle collezioni. Ecco le principali attività che le sei aree disciplinari dell’Istituzione Bologna Musei hanno portato avanti durante gli ultimi due mesi in vari ambiti: conservazione del patrimonio, riallestimenti delle collezioni, interventi di riqualificazione degli spazi espositivi, ricerca, pubblicazioni di studio, iniziative didattico-educative, con importanti novità che, in alcuni casi, i visitatori potranno trovare già dalla riapertura di martedì 2 febbraio 2021.

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Copertina del catalogo Electa della mostra “Etruschi. Viaggio nella terra dei Rasna”

Museo civico Archeologico. I visitatori non troveranno una nuova mostra, ma l’eco della grande mostra “Etruschi. Viaggio nelle terre dei Rasna” è ancora forte. “Abbiamo cercato di prorogarla”, ha ricordato Paola Giovetti, responsabile Area Archeologia, “ma non si poteva andare oltre il 30 novembre, perché i grandi musei prestatori non concedono un reperto oltre un anno. E così, a malincuore, abbiamo dovuto arrenderci a chiudere il 5 novembre 2020. Nelle settimane di chiusura, poi, abbiamo dovuto gestire – spesso da remoto – la restituzione in sicurezza dei 1500 reperti esposti, che oggi sono tutti tornati a casa”. Ma della mostra rimangono gli esiti scientifici nel bookshop arricchito e rinnovato. “Accanto ai consueti materiali didattici, alle pubblicazioni scientifiche sulle collezioni del museo e agli amatissimi gadget a tema archeo-storico”, ha continuato Giovetti, “i visitatori troveranno due novità. Il merchandising e il catalogo (Electa) della mostra Etruschi. Viaggio nelle terre dei Rasna resteranno disponibili in via permanente mentre nuovi prodotti ispirati alla collezione egizia saranno proposti grazie alla collaborazione con il Banco Artigiano delle Arti e Mestieri, nato dalla cooperativa sociale Arti e 5 Mestieri che si occupa di riabilitazione e inserimento lavorativo di persone affette da disturbi mentali. La cooperativa produce e commercializza oggetti regalo fatti interamente a mano, originali e personalizzati, realizzati da persone svantaggiate”.

La sala del ripostiglio di San Francesco nel suo allestimento originario ottocentesco al museo civico Archeologico di Bologna (foto Bologna Musei)
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Paola Giovetti, responsabile del museo civico Archeologico di Bologna (foto Bologna Musei)

Ma i visitatori dell’Archeologico troveranno anche una bella novità. La sala del ripostiglio di San Francesco, una delle sale della collezione etrusca più amate dal pubblico e di grande importanza scientifica, avrà presto un nuovo aspetto grazie a una revisione dell’impianto illuminotecnico ed espositivo. “L’intervento di riqualificazione, finanziato dall’ex Istituto per i beni artistici culturali e naturali della Regione Emilia-Romagna”, ha sottolineato Giovetti, “prevede il recupero delle vetrine ottocentesche, in linea con la tradizione museografica del museo, rese più funzionali secondo gli attuali standard espositivi seppure intatte nel loro fascino originario. L’illuminazione interna, ora assente, consentirà una migliore fruizione delle migliaia di oggetti che compongono questo eccezionale complesso archeologico datato all’età del ferro (fine VIII – inizi VII sec. a.C.)”. Rinvenuto da Antonio Zannoni nel gennaio 1877 presso l’omonima basilica, il ripostiglio è composto da circa 15mila oggetti di bronzo deposti all’interno di un grande vaso di terracotta, per un peso complessivo di oltre 14 quintali. Si tratta di oggetti rotti destinati alla rifusione, non finiti, scarti di lavorazione, pani di metallo, che hanno portato a interpretare questo ritrovamento come il deposito di un fonditore. “I materiali offrono una preziosa documentazione della vita quotidiana di Bologna etrusca. L’allestimento, pur mantenendo l’originario criterio tipologico, sarà arricchito da nuovi apparati espositivi e multimediali”.

“Vi aspettiamo a casa vostra”, iniziativa on line del museo civico Archeologico di Bologna (foto Bologna Musei)

“Riapriamo, ma non interrompiamo gli appuntamenti digitali: #Archeopillole #aportechiuse e Vi aspettiamo a casa vostra sui canali social del museo”, ha assicurato Giovetti, “con #Archeopillole #aportechiuse, le pillole cariche di informazioni curiose per vivere l’archeologia come un racconto e non come mere informazioni tecniche. Oltre a far rivivere sotto una luce brillante ed insolita gli antichi reperti, questi appuntamenti danno conto anche delle attività scientifiche condotte dal museo, come nel caso del Digital Greek and Latin Epigraphy Workshop organizzato tra il 26 e il 29 gennaio 2021 dal dipartimento di Storia Culture e Civiltà dell’università di Bologna, che ha utilizzato le pietre del Lapidario del museo per permettere agli studenti stranieri di cimentarsi con l’epigrafia antica. L’offerta digitale rivolta ad adulti e ragazzi continua inoltre con la serie Vi aspettiamo a casa vostra a cura di Aster e delle archeologhe del museo. Una possibilità di conoscere storie anche a distanza e di cimentarsi in attività laboratoriali”.

La mostra “Le Plaisir du Vivre” al museo civico “Davia Bargellini” di Bologna (foto Roberto Serra / Iguana)

Di Arte antica, che comprende il museo civico Medievale, le collezioni comunale d’Arte di Palazzo d’Accursio e il museo Davia Bargellini, ha parlato il responsabile Massimo Medica. A cominciare dalla mostra “Le plaisir de vivre. Arte e Moda del Settecento veneziano”, inaugurata proprio oggi, 2 febbraio 2021, al museo Davia Bargellini per celebrarne il centenario fino al 12 settembre 2021, in collaborazione con la Fondazione Musei Civici di Venezia. “Grazie alla serie di 14 video-clip realizzati da 8cento Media”, ha spiegato Medica, “si prolunga online con una serie di 14 video-clip sulla pagina Facebook dei musei civici d’Arte Antica, in cui rievocatori e figuranti in costume danno vita a una suggestiva rievocazione del Settecento attraverso momenti di racconto, danza e lettura. Nelle sale del museo si animano così brevi scene di vita quotidiana con accessori d’epoca, come dei quadri del Longhi, accompagnate da spiegazioni di dipinti e curiosità sui numerosi passatempi settecenteschi. Ogni video è incentrato su un aspetto specifico: il gioco, la vestizione, il trucco, il ventaglio e il suo linguaggio, la musica e i momenti della giornata, oltre a note introduttive sulle ragioni della mostra e le particolarità del museo”.

Laboratori on line per bambini e famiglie: l mondo di Harry Potter ai musei civici d’Arte Antica (foto Bologna Musei)

Laboratori online per bambini e famiglie ispirati al mondo di Harry Potter. “Sarà un sabato pomeriggio nel mondo di Harry Potter”. Ai bambini da 6 a 11 anni e alle loro famiglie si rivolge il ciclo di 7 incontri online in corso fino ad aprile, dedicati ai 7 libri della scrittrice J. K. Rowling con protagonista il maghetto più famoso del mondo. A partire da alcuni brani tratti dalla celebre saga si esplorano le opere più belle e significative dei musei civici d’Arte Antica, come per esempio il Ritratto di Gonfaloniere di Artemisia Gentileschi e le storie mitologiche illustrate da Donato Creti alle Collezioni comunali d’Arte, il calice Barovier e la lastra di Filippo dei Desideri al museo civico Medievale e, ancora, i simboli, gli animali fantastici e mitologici che ricorrono negli stemmi delle antiche casate bolognesi al museo “Davia Bargellini”. I laboratori sono progettati in modo da consentire un facile reperimento dei materiali necessari per realizzare, sotto la guida degli operatori educativi, un semplice oggetto dopo avere osservato le opere e ascoltato la lettura dei brani.

Collezione di vetri Cappagli-Serretti del museo “Davia Bargellini” di Bologna (foto Roberto Serra / Iguana)

Donazioni, schedature, campagne fotografiche, revisione impianti di illuminazione. In seguito alla recente donazione all’Istituzione Bologna Musei della preziosa collezione Cappagli-Serretti di 117 vetri risalenti dal XVI al XX secolo, nell’autunno 2021 verrà presentata al pubblico la raccolta dei beni acquisiti in una mostra temporanea allestita presso il museo civico Medievale. Al termine dell’esposizione, le sedi individuate per garantirne la fruizione pubblica sono il museo civico Medievale e il museo “Davia Bargellini”. In vista della futura esposizione al pubblico tutti i pezzi sono stati di recente fotografati e catalogati. Contemporaneamente anche altri significativi nuclei collezionistici sono stati oggetto di una nuova campagna fotografica finalizzata all’aggiornamento della schedatura delle opere, come nel caso del museo del Tessuto e della Tappezzeria “Vittorio Zironi” di Villa Spada, grazie al contributo dell’ex Istituto per i beni artistici culturali e naturali della Regione Emilia-Romagna. Sul piano delle condizioni di accoglienza, è stato inoltre operato un sensibile intervento migliorativo grazie a un intervento di revisione dell’impianto di illuminazione, finanziato dalla Regione Emilia-Romagna, che ha interessato gli spazi espositivi al piano terra del museo civico Medievale e in alcune vetrine del museo “Davia Bargellini”.

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Copertina del libro “Di non vulgare artifizio” (BUP – Bononia University Press)

“Di non vulgare artifizio. Il collezionismo storico della ceramica a Bologna e le raccolte dei musei civici d’Arte Antica”, a cura di Silvia Battistini, Sandra Costa, Mark Gregory D’Apuzzo, Irene Di Pietro, Massimo Medica e Michela Tessari e recentemente dato alle stampe da Bononia University Press (BUP), è frutto del progetto di collaborazione attivato nel corso dell’anno accademico 2019-2020 con la Scuola di Specializzazione in Beni Storico-Artistici dell’università di Bologna (corso di Museologia e collezionismo). “L’esperienza ha voluto elaborare un programma didattico di valorizzazione del patrimonio museale civico in cui dare spazio alla ricerca di giovani studiosi. Il volume, incentrato sulle collezioni ceramiche di museo civico Medievale, collezioni comunali d’Arte e museo “Davia Bargellini” riporta infatti i risultati di una ricerca compiuta da vari specializzandi, affiancati dai conservatori dei rispettivi musei. La pubblicazione è introdotta da uno dei massimi esperti in materia, Françoise Barbe (Conservateur en chef al Département des Objets d’Art del Musée du Louvre)”.

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Il piviale di papa Benedetto XI, manifattura inglese, del primo quarto del sec. XIV (foto Bologna Musei)

La pubblicazione di studio sul piviale di papa Benedetto XI al museo civico Medievale. Per il 2021 è prevista la pubblicazione di un altro progetto editoriale di respiro internazionale: il primo volume monografico dedicato al piviale conservato nelle collezioni del museo civico Medievale, considerato uno dei capolavori assoluti dell’opus anglicanum, particolare tecnica del ricamo inglese che ebbe grande fortuna in tutta Europa a partire dal Medioevo. “Questo sontuoso paramento – ha ricordato Medica – fu probabilmente donato dal re di Inghilterra Edoardo I al pontefice Benedetto XI (1303-1304) che lo lasciò in seguito alla chiesa bolognese di San Domenico, da dove proviene. Il volume, curato da Michael Michael, docente all’università di Glasgow, si avvale della collaborazione diretta dei musei civici d’Arte Antica e vede coinvolti Massimo Medica, Giancarlo Benevolo e Silvia Battistini come autori di alcuni dei saggi, volti ad approfondire gli aspetti storici e artistici del prezioso manufatto, oggetto nel 2016 di un restauro realizzato in collaborazione con il Victoria and Albert Museum di Londra”.

XXIII Borsa mediterranea del turismo archeologico a Paestum dal 19 al 22 novembre: a quattro mesi dal via c’è già il programma in sicurezza e nel rispetto dei protocolli sanitari. Gli organizzatori: “Non vediamo l’ora di ripartire”

“Non vediamo l’ora di ripartire!”. Gli organizzatori sono ottimisti. E 4 mesi dall’apertura della XXIII Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico, in programma a Paestum dal 19 al 22 novembre 2020, c’è già il programma: “Il tutto in regime di sicurezza e nel rispetto dei protocolli sanitari”. “Il programma della XXIII edizione – spiegano i promotori – vede protagonista il turismo culturale all’insegna dell’esperienza unica e autentica e poiché la Bmta tratta il segmento archeologico del turismo culturale l’aspetto esperienziale è già di per sé alla base dell’offerta. Oggi più che mai, inoltre, qualsiasi offerta deve avere i caratteri della sostenibilità che, come si evince dal ricco programma, è l’altro tema importante di questa edizione. Dunque, un nuovo modo di proporre e vivere il turismo, oltre all’aumento degli standard di qualità, al rinnovamento e adeguamento delle strutture. Nel 2020 e 2021 dobbiamo ribaltare i dati del nostro incoming, contrassegnati dal 50% di stranieri e dal 50% di italiani: allora, più Italia in Italia e più Europa in Italia. La Bmta propone al Consiglio d’Europa la certificazione di un “Itinerario Culturale Europeo dei siti archeologici subacquei”. A confronto anche i modelli di gestione del patrimonio archeologico, a seguito della riforma Franceschini dei beni culturali, al fine di una migliore valorizzazione”.

Il parco archeologico di Paestum, patrimonio Unesco

Icomos e Icom hanno scelto la XXIII Bmta, a Paestum dal 19 al 22 novembre, per svolgere le Assemblee Nazionali dei Soci 2020, annullate nei mesi del lockdown. “Paestum è il luogo più naturale in cui ritrovarsi e mai come in questo momento i soci di Icomos Italia, organo consultivo professionale e scientifico dell’Unesco, e i professionisti museali dell’Icom Italia, associato all’Unesco e organo consultivo delle Nazioni Unite, desiderano farlo in presenza. In questo anno da dimenticare, Paestum con la sua Bmta rappresenta la ripartenza del turismo archeologico”, dichiara il fondatore e direttore della Bmta, Ugo Picarelli. “Occorre riqualificare la nostra offerta, in quanto la consapevolezza dei rischi e del non rispetto del pianeta, a cui ci ha riportato l’attuale pandemia, è motivo per intraprendere da subito l’unica strada possibile, un turismo sostenibile nel segno della unicità, dell’accessibilità, della destagionalizzazione e rispettoso dell’ambiente. Il viaggiatore della società contemporanea, una volta definito turista, è sempre più alla ricerca di emozioni e di soddisfare bisogni di conoscenza, ossia di fare turismo esperienziale alla ricerca di luoghi e momenti, che rispecchino i valori personali. Per i grandi attrattori archeologici è fondamentale ragionare sui flussi turistici: l’approccio sostenibile in questo caso deve essere una modalità per visitare i luoghi nel rispetto del bene culturale. Ma turismo sostenibile significa soprattutto valorizzazione del territorio, riscoperta delle aree interne e conoscenza del patrimonio minore, che comunque è un pezzo della nostra identità. Attraverso il racconto delle destinazioni archeologiche minori si favorirà la scoperta del territorio, puntando su un’economia anche circolare. Parlare di turismo culturale e sostenibile significa soprattutto affrontare tante sfaccettature, non solo ambientali, ma anche sociali e politiche: è un discorso ampio e importante per il futuro dei nostri territori e della nostra madre terra”.

Record di visitatori al parco archeologico di Paestum prima dell’emergenza coronavirus (foto parco archeologico Paestum)

Ecco le iniziative in primo piano, giorno per giorno. Giovedì 19 novembre 2020. “I beni culturali e il turismo dopo la pandemia” in collaborazione con l’Ordine dei Giornalisti della Campania  (saranno rilasciati 4 CFP ai Giornalisti in regola con le firme di controllo). Il Corso di Formazione, che si svolgerà con la partecipazione dei direttori dei principali Musei e Parchi Archeologici nazionali, sulla comunicazione giornalistica per il rilancio dei beni culturali e del turismo, a seguito della crisi sanitaria. “Dall’outgoing all’incoming del turismo archeologico per una domanda di prossimità europea e nazionale” in collaborazione con ENIT Agenzia Nazionale del Turismo con la partecipazione di MiBACT, Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome, Osservatorio Parlamentare per il Turismo, Federturismo Confindustria, CISET Centro Internazionale di Studi sull’Economia Turistica Università Ca’ Foscari Venezia, Assoturismo Confesercenti, CNA Turismo, Confturismo Confcommercio, Tour Operator specialisti. Gli addetti ai lavori e i più noti tour operator italiani insieme per discutere della necessità di puntare sulla domanda di prossimità europea e nazionale per le nostre destinazioni interessate dal turismo archeologico, pensando a rinnovati e innovativi prodotti turistici a seguito della recente emergenza che ha ripensato il turismo secondo contenuti esperienziali e autentici. Il 19 e 20 novembre: V Convegno Internazionale Dialoghi sull’Archeologia della Magna Grecia e del Mediterraneo “Catastrofi, distruzioni, storia” a cura della Fondazione Paestum. Pur non essendo in assoluto una novità, dal momento che l’uomo da sempre si è interrogato sulle cause di eventi catastrofici naturali, bisogna riconoscere che più che mai oggi l’argomento è (giustamente) al centro dell’attenzione dell’opinione pubblica mondiale, soprattutto per il rapporto tra clima ed eventi distruttivi. Diventa quindi naturale il bisogno di rivolgere lo sguardo al passato, alla ricerca di quelle similitudini che permettono, tra l’altro, la migliore individuazione del dispiegarsi dei fenomeni.

Venerdì 20 novembre 2020. “I parchi per la valorizzazione del patrimonio archeologico in chiave più esperienziale e sostenibile” in collaborazione con Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, Federparchi, Automobile Club d’Italia, Confagricoltura, Legambiente, Touring Club Italiano. La valorizzazione dei territori improntata da una governance sostenibile ha negli stakeholder la chiave per individuare contenuti e strumenti per promuovere una offerta contrassegnata da unicità, accessibilità, percorsi sensoriali ed emozionali, ecocompatibilità, tipicità, dove le identità sono protagoniste. In questo contesto Federparchi, Automobile Club d’Italia, Confagricoltura, Legambiente, Touring Club Italiano convergono la necessità di pensare anche una mobilità contemporanea, che guardi al prossimo futuro e che integri l’automobile con i nuovi mezzi di trasporto e con l’innovazione sostenibile. Avendo ACI già sperimentato progetti che trovano il miglior equilibrio possibile tra auto e natura, proprio in quest’ottica, le vetture citycar 100% elettriche all’interno dei Parchi Nazionali potrebbero rappresentare un progetto itinerante di educazione alla eco-sostenibilità. Il recente protocollo tra Federparchi, Confagricoltura e Legambiente rafforza la capacità di fare sistema attraverso la condivisione di politiche di marketing locali volte a indirizzare le strategie turistiche nelle aree montane, appenniniche e costiere per uno sviluppo di una agricoltura orientata alla diversificazione a 360°, che integri non solo aspetti produttivi ma anche ambientali. Il nuovo programma di certificazione dei “Cammini e Percorsi” a cura del Touring Club Italiano guarda nella stessa direzione, favorendo un percorso di miglioramento dei territori. Agli operatori turistici il compito di esserne ambasciatori e di promuoverne la narrazione, offrendo un modo di viaggiare all’insegna della sostenibilità e dell’autenticità dell’esperienza turistica, in totale coerenza con gli attuali trend della domanda. “Parchi e Musei autonomi e Fondazioni: modelli di gestione del patrimonio archeologico a confronto” in collaborazione con MiBACT e ANA Associazione Nazionale Archeologi. Alla Conferenza sarà presente l’artefice della riforma del MiBACT, Lorenzo Casini Capo di Gabinetto del Ministro, e le Fondazioni Aquileia, Brescia Musei, Museo delle Antichità Egizie, Parco Archeologico di Classe – RavennAntica.

Sebastiano Tusa in missione nel mare di Pantelleria e delle isole Eolie (foto soprintendenza del Mare)

Venerdì 20 e sabato 21 novembre 2020. “1a Conferenza Mediterranea sul Turismo Archeologico Subacqueo e 1° Premio di Archeologia Subacquea in memoria di Sebastiano Tusa”  in collaborazione con Soprintendenza del Mare e Fondazione “Sebastiano Tusa” della Regione Siciliana, Centro Universitario Europeo per i Beni Culturali di Ravello, ICOMOS Italia, NIAS Nucleo per gli Interventi di Archeologia Subacquea dell’ICR Istituto Centrale per il Restauro del MiBACT, Parco Archeologico dei Campi Flegrei, Accademia Internazionale di Scienze e Tecniche Subacquee, Istituto Italiano di Archeologia Subacquea, Gruppi Archeologici d’Italia, Archeoclub d’Italia. In occasione della edizione 2019 la BMTA assegnò postumo il Premio “Paestum Mario Napoli” a Sebastiano Tusa, per onorare la memoria del grande archeologo, dello studioso, dell’amico della Borsa, ma soprattutto dell’uomo del Sud, che ha vissuto la sua vita al servizio delle istituzioni per contribuire allo sviluppo locale e alla tutela del Mare Nostrum. In quegli stessi giorni nacque l’idea di inserire, annualmente all’interno del programma, una iniziativa di carattere internazionale, volta a ricordare l’impegno e le progettualità di Sebastiano Tusa. Pertanto, nell’ambito della XXIII edizione, avranno luogo la 1a Conferenza Mediterranea sul Turismo Archeologico Subacqueo in memoria di “Sebastiano Tusa” con la partecipazione delle più note destinazioni archeologiche subacquee mediterranee e il 1° Premio di Archeologia Subacquea “Sebastiano Tusa”, che sarà assegnato alla scoperta archeologica dell’anno o quale riconoscimento alla carriera, alla migliore mostra in ambito scientifico internazionale, al progetto più innovativo a cura di Istituzioni, Musei e Parchi Archeologici, al miglior contributo giornalistico in termini di divulgazione. La presenza della Soprintendenza del Mare della Regione Siciliana, del Centro Universitario Europeo per i Beni Culturali di Ravello, dell’Underwater Cultural Heritage Unesco, di ICOMOS Italia, del NIAS Nucleo per gli Interventi di Archeologia Subacquea dell’ICR Istituto Centrale per il Restauro del MiBACT, del Parco Archeologico dei Campi Flegrei assume particolare valenza per la certificazione di una rete dei siti sommersi nel “Programma degli Itinerari Culturali”, che fu avviato dal Consiglio d’Europa nel 1987. Gli “Itinerari Culturali dei siti sommersi del Mediterraneo” (una rete che collegherà Campania, Puglia, Sicilia, Egitto, Grecia e Israele attraverso i siti di Baia Sommersa nel Parco Archeologico dei Campi Flegrei, delle Tremiti, di Ustica-Egadi-Pantelleria, di Alessandria d’Egitto, di Pavlopetri e di Caesarea Maritima) rappresentano una risorsa chiave per il turismo responsabile e lo sviluppo sostenibile, rispondendo alle attività e ai progetti innovativi richiesti dal Consiglio d’Europa nel quadro dei cinque settori d’azione prioritari, strategici per lo sviluppo locale e la valenza culturale dei territori: cooperazione in materia di ricerca e sviluppo; valorizzazione della memoria, della storia e del patrimonio europeo; scambi culturali e educativi per i giovani europei; pratiche artistiche e culturali contemporanee; turismo culturale e sviluppo culturale sostenibile. Il progetto nasce dalla considerazione che ci sono ancora pochi itinerari o aree archeologiche subacquee attrezzate e fruibili al pubblico, sia in Italia che in campo internazionale. Per la verità molteplici sono i siti archeologici subacquei meta di visita, anche guidata, da parte dei diving club locali, ma si tratta di siti non tutelati e, comunque, privi di alcuna segnaletica ed organizzazione didattica propedeutica alla visita. La richiesta di certificazione al Consiglio d’Europa di un Itinerario Culturale Europeo ha, dunque, l’obiettivo di mettere in luce le potenzialità del turismo archeologico subacqueo per lo sviluppo locale delle tante destinazioni, anche lontane dalle località più note, che richiedono nuove offerte turistiche nel segno della tutela, delle esperienze autentiche e della sostenibilità. Ha assicurato la sua presenza alla Borsa Gabriella Battaini-Dragoni, Vice Segretario Generale del Consiglio d’Europa, che sin dall’inizio della sua brillante carriera alla Direzione Cultura fu artefice dello sviluppo del “Programma degli Itinerari Culturali Europei” (che partì nel 1987 con il riconoscimento del Cammino di Santiago di Compostela) e della costituzione dell’Istituto Europeo degli Itinerari Culturali, insediato a Lussemburgo nel 1998.

La locandina della sesta edizione dell’International Archaeological Discovery Award “Khaled al-Asaad”

Venerdì 20 e sabato 21 novembre 2020. “International Archaeological Discovery Award Khaled al-Asaad” in collaborazione con Archeo e Incontri con i Protagonisti. Il Premio alla scoperta archeologica dell’anno, intitolato all’archeologo di Palmira che ha pagato con la vita la difesa del patrimonio culturale. Le 5 candidate, selezionate dai media partner internazionali (Antike Welt – Germania, Archéologia – Francia, as. Archäologie der Schweiz – Svizzera, British Archaeology – Regno Unito, Current Archaeology – Regno Unito, Dossiers d’Archéologie – Francia), che si contendono il Premio: Cambogia: la città perduta di Mahendraparvata capitale dell’impero Khmer nella foresta sulle colline di Phnom Kulen a nord-est di Angkor; Iraq: nel Kurdistan presso il sito di Faida, a 50 km da Mosul, dieci rilievi rupestri assiri, gli dei dell’Antica Mesopotamia; Israele: a Motza a 5 km a nord-ovest di Gerusalemme una metropoli neolitica di 9.000 anni fa; Italia: a Roma la Domus Aurea svela un nuovo tesoro, la Sala della Sfinge; Italia: nell’antica città di Vulci una statua di origine etrusca raffigurante un leone alato del VI secolo a.C. Inoltre, gli archeologi delle 5 scoperte saranno intervistati negli “Incontri con i Protagonisti”, occasione per il grande pubblico di ascoltare dai diretti interessati i racconti degli emozionanti ritrovamenti.

Il Pietrarsa Express e il museo Ferroviario di Pietrarsa (Na)

Sabato 21 novembre 2020. Conferenza nell’ambito dell’Anno del treno turistico indetto per il 2020 dal MiBACT Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo “Il treno storico per la connessione territoriale delle destinazioni archeologiche” in collaborazione con MiBACT, Fondazione FS, ENIT, Touring Club Italiano. Il MiBACT aveva dichiarato il 2020 “Anno del treno turistico” e la prevista cerimonia di apertura fissata il 25 febbraio fu annullata a causa della sopraggiunta crisi sanitaria. La scelta, dalle dichiarazioni del Ministro Franceschini, era dettata dalla motivazione di “promuovere un’altra forma di turismo, che permetta al viaggiatore di percorrere il nostro Paese in modo sostenibile e lungo le tratte storiche delle ferrovie, ammirando paesaggi magnifici e toccando località di struggente bellezza. Esistono 800 chilometri di tratte ferroviarie in disuso e abbandonate, che attraversano parchi nazionali, aree protette e territori densi di storia e cultura”. I treni rappresentano l’antico progresso, la produttività e la connessione tra tutti i piccoli territori che attraversano e puntando i riflettori sulle ferrovie turistiche, in particolare quelle storiche, i viaggiatori possono riscoprire un patrimonio immenso, fatto di antichi tracciati, gallerie e vecchi convogli che rievocano il passato del nostro Paese. La Fondazione FS, nell’ambito delle tratte interessate dai treni storici, dedica grande attenzione ai territori con destinazioni archeologiche. In Campania i turisti hanno una ampia offerta di itinerari, da “Archeotreno Campania” (da Napoli a Sapri con fermate a Ercolano, Pompei, Paestum, Ascea Velia) a “Reggia Express” e “Pietrarsa Express”. Il treno “Colori e sapori di Sicilia in un viaggio slow”, con ben 23 itinerari, collega i centri urbani più importanti (Catania, Palermo, Messina) con luoghi custodi di sapori unici (Modica, Bronte e Marsala) e i centri storici millenari (Taormina, Siracusa, Agrigento, Ragusa Ibla). In Toscana il treno a vapore da Siena a Murlo “Paesaggio, Natura, Etruschi e…” permette di scoprire la bellezza delle Terre di Siena con un mezzo e una velocità d’altri tempi.

Sabato 21 novembre 2020. Assemblea Ordinaria 2020 dei Soci di ICOMOS ITALIA. ICOMOS, Consiglio Internazionale dei Monumenti e dei Siti, è un’organizzazione internazionale non-governativa, senza fini di lucro, organo consultivo dell’UNESCO. ICOMOS si dedica alla conservazione e alla tutela dei monumenti, degli edifici e dei siti del patrimonio culturale, operando attraverso i Comitati Nazionali, tra i quali l’Italia rappresenta uno dei Comitati fondatori di ICOMOS sin dal 1965. ICOMOS Italia, negli ultimi anni, ha sviluppato la ricerca scientifica dei testi dottrinali fondando i primi Comitati Scientifici Internazionali oggi rappresentati da ben 28 tematismi a cui l’Italia, attraverso i propri esperti, continua ad offrire contributi innovativi. ICOMOS è l’unica ONG internazionale nel suo genere per la promozione di teoria, metodologia e tecnologia applicata alla conservazione, tutela e valorizzazione dei monumenti, dei siti e dei paesaggi. A Paestum oltre l’Assemblea si svolgerà la 1a Conferenza Nazionale dei Comitati Scientifici Italiani. Sabato 21 e domenica 22 novembre: Convegno e Assemblea Ordinaria 2020 dei Soci di ICOM ITALIA. ICOM è l’organizzazione internazionale dei musei e dei professionisti museali impegnata a preservare, ad assicurare la continuità e a comunicare il valore del patrimonio culturale e naturale mondiale, attuale e futuro, materiale e immateriale. ICOM è associato all’UNESCO e gode dello status di organismo consultivo presso il Consiglio Economico e Sociale delle Nazioni Unite (ECOSOC). Oltre all’Assemblea annuale dei soci, si svolgerà il Convegno “Musei e parchi archeologici, nuove prospettive di partenariato pubblico-privato: responsabilità, professionalità, competenze”. Alla luce della crisi nei musei per la pandemia, è opportuno ripensare le collaborazioni tra gli enti pubblici e i privati, che a diverso titolo interagiscono con le istituzioni museali. ICOM Italia discuterà delle numerose esperienze degli ultimi decenni e delle prospettive future con attitudine scevra da pregiudizi, tenendo conto soprattutto delle funzioni essenziali dei musei e degli altri luoghi della cultura e delle competenze necessarie per assolverle, in ultima analisi delle professionalità che, aldilà delle forme di governo, assicurano a nostro avviso progetti culturali e servizi di qualità.

18 maggio 2020: Giornata internazionale dei Musei promossa dall’Icom. Ecco come la vivranno (ovviamente quest’anno solo social e on-line) il museo Archeologico nazionale di Napoli, il parco archeologico di Ercolano e il parco archeologico del Colosseo

La locandina della Giornata internazionale dei Musei 2020

18 maggio 2020: torna la Giornata Internazionale dei Musei-International Museum Day: appuntamento rigorosamente social – in tempi di coronavirus – per valorizzare i luoghi della cultura. Se il tradizionale rito della Notte Europea dei Musei sarà rinviato al 14 novembre 2020, il 18 maggio 2020 gli Istituti si ritroveranno, sui canali Facebook, Instagram e Twitter, per celebrare “Musei per l’uguaglianza: diversità e inclusione”. Ogni anno, dal 1977, ICOM organizza a livello mondiale la Giornata Internazionale dei Musei (International Museum Day – IMD), selezionando di volta in volta un tema specifico. I Musei che partecipano all’iniziativa programmano eventi innovativi e attività inerenti al tema prescelto e coinvolgono il proprio pubblico, evidenziando l’importanza del ruolo dei Musei come istituzioni al servizio della società e del suo sviluppo. Il tema dell’edizione 2020, come detto, è “Musei per l’eguaglianza: diversità e inclusione”, che pone all’attenzione e alla riflessione di tutta la comunità museale il ruolo sociale degli Istituti culturali, la loro potenzialità nell’essere agenti di cambiamento, realizzando azioni per favorire la fruizione e la partecipazione da parte di tutte le persone.

Mostra “Canova e l’antico” al Mann (foto di Paolo Soriani)

Con l’hashtag #IMD2020, anche il museo Archeologico nazionale di Napoli seguirà il filo conduttore della manifestazione di quest’anno, partendo dal valore polisemantico della diversità: tra post, fotografie e video, dunque, gli internauti potranno ritrovare, anche in versione web, l’impegno dell’Archeologico per garantire condivisione e conoscenza del nostro patrimonio culturale. Punto di inizio del viaggio online sarà la riflessione sulla differenza dell’osservazione, intesa come base di partenza per “leggere” i tesori dell’arte: saranno riproposti, così, i lavori del fotografo Paolo Soriani, che ha dedicato tre importanti progetti di ricerca ai visitatori del Museo, alla mostra “Canova e l’antico” ed all’allestimento dell’exhibit “Pompei. Dei, eroi, uomini” all’Ermitage di San Pietroburgo. In ciascun reportage, adesso comodamente sfogliabile con un click, il pubblico virtuale potrà ritrovare un fil rouge: la diversità è una forma di ricchezza. Diversità espressiva nei volti di chi ammira i capolavori del MANN, diversità armonica nelle fasi della produzione artistica del Maestro di Possagno, diversità di esperienza nei lavoratori alle prese con gli allestimenti di una mostra: con una new entry, perché, proprio per la Festa dei Musei del 2020, Paolo Soriani, seguendo il motivo della campagna ministeriale “L’arte ti somiglia”, presenterà due innesti fotografici nati dalla sovrapposizione tra persone e opere dell’Archeologico.

https://www.youtube.com/watch?v=bx7Ev_gwk_g&list=PLCz4SfDnBKv_RgvNxI3IkhDVH9WSmzCTT

Il rispetto delle differenze è anche garanzia per l’inclusione: ancora una volta, seppur a distanza, il Mann ribadirà la propria attenzione nel coinvolgere i cosiddetti “pubblici speciali” nella fruizione del patrimonio culturale. Sarà postato su Facebook il video “La cultura si fa in…LIS”: nell’ambito del progetto regionale “Conoscere per crescere”, finalizzato a favorire l’accessibilità e la fruibilità della cultura museale, è stato promosso un percorso attraverso le collezioni dell’Archeologico, narrando venti capolavori con la lingua dei segni; la proposta didattica è nata dalla rete tra i Servizi Educativi del Museo, la Federazione Regionale Sordi di Napoli, Ar.eCa.S.c.a.r.l. Onlus.

Una pagina del calendario Anef 2020 realizzato al Mann

Dall’inclusione all’azione: grazie alla raccolta fondi realizzata con il Calendario 2020 ANEF (Associazione “Accà nisciuno è fesso”), tutto ambientato nelle sale del MANN, è stata ampliata la platea dei ragazzi napoletani, bisognosi di assistenza domiciliare. Il calendario, presentato al Museo Diocesano con un evento benefico, ha avuto come testimonial Monica Lima, Rosalia Porcaro ed Autilia Ranieri. Ed, infine, spazio ai diversi modi di raccontare il patrimonio dell’Archeologico: su Facebook sarà condivisa la lezione dell’Istituto comprensivo “Lucantonio Porzio” di Positano, che ha ospitato un intervento video del Direttore del MANN, Paolo Giulierini, sulla collezione egizia presentata ai ragazzi.

Mosaico dei contenuti digitali del parco archeologico di Ercolano durante il lockdown

Il Parco Archeologico di Ercolano, appena conclusa la partecipazione alla Museum Week, altro evento social internazionale, continua ad arricchire la sua offerta culturale in rete e per la Giornata Internazionale dei Musei 2020, dedicata alla diversità e all’inclusione, ripropone in una speciale maratona social, i propri contenuti più cliccati del lockdown attraverso i diversi linguaggi, che vanno dal video alla ricostruzione 3D. Lunedì 18 maggio 2020, a partire dalle 10 e per tutta la giornata, i visitatori potranno fruire di contenuti ogni ora diversi e approfittare della celebrazione per comporli in una narrativa unica, rivederli, fruirli e compiacersi del poter condividere così tanta bellezza in un’unica giornata. Con una crescita del 40% dei visitatori virtuali nei primi mesi del 2020, attraverso contenuti digitali vari e coinvolgenti (il solo video dove il direttore guida alla scoperta dei Fornici e la Barca è stato visto più di 100mila volte tra i vari canali, ma è un dato in continua crescita col passare delle ore e dei giorni), il Parco di Ercolano ha saputo reinterpretare la propria offerta di contenuti culturali rendendoli digitali e raggiungendo ogni giorno ogni angolo della terra supportando il consolidarsi di una comunità di visitatori, guide, operatori della cultura, innamorati della bellezza, che a distanza si ritrovano quotidianamente sulle pagine social del Parco come in una piazza virtuale, si scambiano emozioni, ricordi e speranze, partecipando alla fruizione e condivisione della cultura, diventando eccezionali protagonisti e testimoni del loro patrimonio universale.

Francesco Sirano, direttore del parco archeologico di Ercolano

“Nel periodo del lockdown abbiamo raggiunto in soli due mesi sia su Instagram che su Facebook, con le visualizzazioni dei contenuti digitalI, il numero di visitatori che si collegano alle nostre pagine in un anno, – dichiara il direttore Francesco Sirano – creando un effetto traino che per i prossimi mesi sarà fondamentale per il futuro, in cui avremo bisogno di ripartire con la promozione. Possiamo dichiarare che tutti i nostri visitatori reali si sono spostati sul web, aggiungendosi al nostro pubblico virtuale che già ci seguiva; si tratta non di spettatori passivi, ma di persone che tutti i giorni si ritrovano insieme sulle nostre pagine riconoscendosi nei valori di cui il Parco è portatore, e ritrovando nella figura di Ercole il simbolo della forza e della resilienza di cui abbiamo bisogno per superare questo momento. Ho condiviso immediatamente e con piacere la proposta dei miei funzionari di raccontare il Parco nella Giornata dei Musei ricostruendo una narrativa che era stata diluita nei mesi attraverso i contenuti diffusi sui social, è un modo per riabbracciare tutti in una stretta virtuale che pian piano ci riconduce alla riapertura dei cancelli, che avverrà in totale sicurezza e tutela per visitatori e personale”. Insomma la community del Parco di Ercolano si è ritrovata e continua a ritrovarsi come in una piazza virtuale, protagonisti loro stessi della circolazione di cultura di questi mesi tanto intensi, come mostra anche il tasso di coinvolgimento elevatissimo dei frequentatori delle pagine, che partecipano sempre con commenti, like, condivisioni, riscontrabile tecnicamente nel tasso di “engagement” delle pagine social del Parco, che è più elevato di quello di musei e parchi archeologici anche più famosi e frequentati. Uno per tutti il commento di un visitatore: “We are a family of Ercolano’s in New Zealand. We were very upset to cancel our plans to visit Italy and particularly Herculaneum last month. I hope one day we can visit but for now we will enjoy your Instagram photos and stories”.

Il parco archeologico del Colosseo partecipa alla Giornata internazionale dei Musei 2020

Il 18 maggio 2020 anche il Parco archeologico del Colosseo partecipa alla Giornata Internazionale dei Musei promossa dall’ICOM (International Council of Museums). Il tema prescelto per questo anno è Musei per l’eguaglianza: diversità e inclusione, con un evento online sulla piattaforma social Facebook, dedicato interamente all’accoglienza verso i bambini e verso i pubblici più fragili. Il PArCo Lo farà nel segno di quell’accessibilità che il digitale – come è stato testato in questi due mesi di lockdown – ha rafforzato, allargandola a fasce di popolazione prima escluse e emarginate. Il 18 maggio il PArCo si aprirà al proprio pubblico ancora una volta regalando emozioni virtuali. L’evento online si svolgerà nel corso dell’intera giornata, con una timeline che darà conto delle molte attività e iniziative che il PArCo ha in programma – una volta riaperti i cancelli – per rendere più completa la visita di pubblici non vedenti, non udenti o affetti da particolari patologie, per la cura delle quali il contesto archeologico e paesaggistico del PArCo svolge un ruolo terapeutico importante. “In questi mesi di emergenza sanitaria il mondo del digitale ha accorciato il distanziamento imposto dalle regole di contenimento della diffusione del virus”, commenta Alfonsina Russo, direttore del Parco archeologico del Colosseo. “E il nostro PArCo non ha mai smesso di prendersi cura del proprio pubblico, tanto più quello affetto da condizioni di particolari fragilità, maggiormente bisognoso di contatto e vicinanza. Ed è a questo pubblico che ci rivolgiamo, offrendo nuovi strumenti per la conoscenza e la partecipazione alla vita attiva del PArCo. VideoLIS, guide tattili e soprattutto un’App gratuita – disponibile in autunno – accompagneranno tutti i pubblici alla ri-scoperta delle origini di Roma”.

La Guida Tattile per il museo Palatino “Accarezzare la storia di Roma”

Alle 12 dai profili social @parcocolosseo (disponibile qui il 18 maggio) sarà lanciato il post di inizio dell’evento con la presentazione delle sezioni del sito web http://www.parcocolosseo.it che mettono a disposizione strumenti di accessibilità per tutti. In particolare il racconto si focalizzerà sulla pagina Il Parco per tutti e sulla nuova veste grafica della sezione Education del sito, con contenuti per bambini, quali didascalie partecipate, ricette, fumetti da scaricare e colorare ma anche giochi interattivi. Alle 15 l’evento proseguirà illustrando con un video le attività di Park-in-PArCo, un ciclo di laboratori (Yoga, laboratorio teatro e voce, drum circle, Dance Well) per la riabilitazione delle malattie neurologiche sviluppato nell’ambito del più ampio progetto “Salus per artem”, il programma del PArCo dedicato alle attività per il benessere della persona nel senso più ampio del termine. Tra le 17 e le 19 con due appuntamenti diversi sarà protagonista il progetto Il PArCo tra le mani, rivolto alle persone ipo e non vedenti e alle persone sorde. Le mani sono lo strumento per la comunicazione nel video che illustra, grazie ad un più ampio protocollo d’intesa con l’ISSR (Istituto Statale Sordi di Roma), il percorso lungo la Via Sacra alla scoperta del quartiere dell’ars medica. Ma le mani sono anche lo strumento di conoscenza della collezione del Museo Palatino, raccontata in una guida tattile – realizzata da Atipiche Edizioni in collaborazione con “Lazio FabLab” di Zagarolo –, concepita come un libro che raccoglie una selezione delle opere più rappresentative del Museo, descritte con testi ad alta leggibilità (in italiano e inglese con trascrizioni in braille) e illustrate con disegni tattili. Chiude l’evento alle 21 un video emozionale che raccoglie le esperienze vissute dal personale tecnico del PArCo impegnato nell’accessibilità e dal pubblico che in questi due anni di attività ha mostrato interesse, curiosità e grande partecipazione.

Museo nazionale e area archeologica di Altino: la direttrice Marianna Bressan fa un primo bilancio, annuncia le iniziative del 2020, e presenta il ciclo di incontri “L’archeologo racconta. Scavi, studi e ricerche su Altino e dintorni”

Marianna Bressan, direttrice del museo Archeologico nazionale e dell’area archeologica di Altino (foto Graziano Tavan)

La mostra “Antenati altinati” al museo Archeologico nazionale di Altino (foto Graziano Tavan)

La locandina della mostra “Antenati altinati” al museo Archeologico nazionale di Altino

“L’archeologo racconta. Scavi, studi e ricerche su Altino e dintorni”: dieci incontri tra gennaio e maggio 2020 al museo Archeologico nazionale di Altino, al mercoledì pomeriggio alle 17.30. “L’iniziativa è nata perché ci sembrava giusto offrire un aggiornamento delle ricerche in corso e di quelle che sono in programma. C’è un filo rosso che collega i dieci incontri in programma: proprio l’aggiornamento. Vogliamo far conoscere a una platea sempre più ampia le attività dell’Archeologico di Altino, far passare il messaggio che il nostro museo non è fermo, anche nel campo della ricerca. E questo in piena collaborazione con la soprintendenza competente (Sabap per il Comune di Venezia e Laguna),  condizione essenziale per lo sviluppo armonico della ricerca e della comunicazione del Museo, ora che le competenze di tutela e valorizzazione sono attribuite a due diversi uffici”. C’è entusiasmo e partecipazione nelle parole di Marianna Bressan, la giovane direttrice del museo nazionale e dell’area archeologica di Altino che ha ideato e aperto il ciclo di incontri “L’archeologo racconta” presentando un primo bilancio di un anno di direzione al museo insieme alle iniziative programmate o in cantiere. “Nel 2019”, ricorda Bressan, “l’Icom, l’International Council of Museums, ha cercato di dare una definizione di museo più aggiornata”. In un Convegno sono stati infatti affrontati i temi dell’accessibilità, della sicurezza e della trasformazione digitale nei musei, nell’ottica dei professionisti museali, a cui vengono richieste competenze un tempo non previste per aprirsi all’ascolto e alla partecipazione in un mondo sempre più interculturale. La rapida trasformazione degli istituti di cultura con una sempre maggiore attenzione alle persone, alle comunità e all’ambiente, il diverso approccio al patrimonio culturale e il superamento delle barriere disciplinari, schiudono nuove prospettive da cogliere ed elaborare. “Noi abbiamo cercato di migliorare, valorizzare, promuovere l’accessibilità del museo”, continua la direttrice. “A cominciare dall’ideazione e allestimento della mostra Antenati altinati, realizzata nell’ambito del progetto di collaborazione Historic, finanziato dal Programma INTERREG CBC Programma Italia -Croazia e finalizzato alla valorizzazione turistica dei siti pilota museali di Altino e Torcello con il coinvolgimento di professori e studenti universitari/neolaureati”. I reperti in mostra sono in pietra o marmo e pertanto sono “toccabili”. “Con la mostra lanciamo il progetto Tocchiamoli con mano per allargare l’accessibilità dell’esposizione agli ipovedenti”. E poi un altro modo per coinvolgere il visitatore è l’allestimento: i reperti, “gli altinati”, sembrano dialogare tra loro e al contempo rivolgersi al visitatore/viandante che cammina tra i sepolcri.

Paride Arciere, bronzetto di produzione etrusco-padana (prima metà V sec. a.C.) conservato al museo Archeologico nazionale di Altino (foto museo Altino)

La direttrice Marianna Bressan nella nuova aula didattica del museo Archeologico nazionale di Altino (foto Graziano Tavan)

Ma i progetti in cantiere per il 2020 non finiscono qui. Come spiegato da Marianna Bressan nel primo incontro de “L’archeologo racconta” da gennaio a maggio ecco “Aspettando i centri estivi”, laboratori gratuiti per bambini e ragazzi dai 6 ai 12 anni, dove i piccoli partecipanti si cimentano nel produrre strumenti antichi e nello sperimentare antiche tecniche di lavorazione, tenendo sempre presente il quadro storico e geografico in cui si inseriva Altino. A ospitare i bambini e i ragazzi è la nuova aula didattica, fresca di inaugurazione, arredata grazie al progetto Historic. “I bambini”, interviene Bressan, “tengono una parte dei lavori realizzati per sé e parte li lasciano in dono al museo a disposizione delle persone con disabilità visive, che potranno così farne esperienza attraverso l’esplorazione tattile”. E poi il museo è pronto a presentare, dopo il Paride-Arciere (vedi https://archeologiavocidalpassato.com/2020/01/11/novita-al-museo-archeologico-nazionale-di-altino-ve-al-via-il-ciclo-reperto-riscoperto-con-lesposizione-di-oggetti-provenienti-dai-depositi-si-inizia-col-bronzetto-etru/) il secondo reperto dai depositi su cui focalizzare l’attenzione del pubblico. Infine la prima domenica del mese, in occasione dell’ingresso gratuito al museo, ci sono le “PasseggiAltine”: percorsi guidati con partenza alle 15 e alle 17.30.

Il sito della prima età del ferro studiato nell’ambito del progetto Altnos dell’università di Padova

Il prof. Michele Cupitò (università di Padova)

Il ciclo “L’archeologo racconta” riprende il 5 febbraio 2020 l’incontro con Michele Cupitò, docente di Preistoria e Protostoria e di Archeologia del Veneto preromano all’università di Padova, su “Altino-Padova: un legame antico che si rinnova. Il progetto “Altnos” dell’università di Padova”. Seguirà il 19 febbraio 2020, Luigi Sperti, docente di Archeologia e Storia dell’arte greca e romana all’università Ca’ Foscari di Venezia, “Architettura e decorazione architettonica di Altino dalla tarda età repubblicana al III sec. d.C.”; il 4 marzo 2020, Diego Calaon, ricercatore di Topografia antica all’università Ca’ Foscari di Venezia, su “Torcello e Altino tardoantica e altomedievale. Archeologia e topografia degli spazi lagunari”; il 18 marzo 2020, Luigi Sperti, docente di Archeologia e Storia dell’arte greca e romana all’università Ca’ Foscari di Venezia; Silvia Cipriano, conservatrice del museo della Centuriazione romana di Borgoricco; Eleonora Del Pozzo, dottoranda all’università Ca’ Foscari di Venezia, su “Alla ricerca di Altinum 2012-2020. Indagini archeologiche nel cuore dell’antica città romana”; il 1° aprile 2020, Marianna Bressan, direttrice del museo Archeologico nazionale di Altino, e il gruppo di lavoro della mostra, su “Antenati altinati. Incontro a sorpresa… la Mostra si attiva”; il 15 aprile 2020, Marta Mascardi, conservatrice del museo Archeologico “Eno Bellis” – Fondazione Oderzo Cultura, su “Mostrare l’anima delle cose. Opitergium si racconta attraverso i reperti della sua necropoli”; il 29 aprile 2020, Alessandro Asta, archeologo della soprintendenza Archeologia Bap Venezia-Metropolitana; Stefano Medas, archeologo subacqueo, su “Storie sommerse tra Murano e Cavallino-Treporti. L’archeologia subacquea in Laguna Nord”; il 6 maggio 2020, Alberta Facchi, direttrice del museo Archeologico nazionale di Adria; Maria Cristina Vallicelli, archeologa della soprintendenza Archeologia Bap Venezia-Metropolitana, su “Adria. Una città tra Veneti, Greci ed Etruschi”; infine il 20 maggio 2020, Émilie Mannocci, dottoranda dell’università Aix-Marsiglia, università di Padova, École française de Rome, su “Una tavola raffinata: bicchieri e coppe decorate per i banchetti di Altino romana”.

Dai calchi di Pompei alle mummie egizie: tra Pompei e Napoli la conferenza internazionale “Human remains: ethics, conservation, display”. Antropologi, medici, universitari, ricercatori, funzionari, direttori di musei fanno il punto sulla situazione e si chiedono quanto è lecito esporre un corpo umano al pubblico

La locandina della conferenza internazionale “Human remains: ethics, conservation, display” a Pompei e Napoli

Il logo del parco archeologico di Pompei

Dai calchi di Pompei alle mummie egizie. Quanto è lecito esporre un corpo umano al pubblico? Il corpo ha ancora dei diritti? O tali diritti vengono considerati di minore importanza rispetto al valore scientifico che racchiude? Un corpo umano può essere proprietà di un ente o esso ne è solo il custode? Quali diritti hanno le comunità di eredità (cioè quelle che con quei corpi hanno ancora un legame)? A queste e a molte altre domande rispondono, ciascuno dal suo punto di vista, antropologi, medici, universitari, ricercatori, funzionari, direttori di musei, chiamati a confrontarsi nella conferenza Internazionale “HUMAN REMAINS: ETHICS, CONSERVATION, DISPLAY” in programma nel doppio appuntamento del 20 maggio 2019 al parco archeologico di Pompei e del 21 maggio 2019 a Napoli all’università Federico II di Napoli, col coordinamento scientifico di Massimo Osanna (università Federico II), Christian Greco (museo Egizio), Valeria Amoretti (parco archeologico di Pompei) e Paolo Del Vesco (museo Egizio). Tutelare, conservare, esporre i resti umani consegnatici in maniera straordinaria dalla storia, assicurando il più alto rispetto etico di questo patrimonio unico, è il delicato compito che alcune istituzioni come il parco archeologico di Pompei e il museo Egizio di Torino, partener del progetto (dove la conferenza si chiuderà con una seconda sessione in programma il 19 e 20 settembre 2019), accomunato dalle stesse problematiche, in particolare riguardo alle mummie.

Esposizione di calchi umani nell’anfiteatro di Pompei

La conferenza, che prevede gli interventi dei maggiori esperti in ambito italiano ed internazionale, è volta a indagare il patrimonio bioantropologico dei resti umani del passato, affrontando la questione dello status legislativo, i rapporti con le comunità di discendenti, le realtà locali, la scienza, nonché il rapporto con i visitatori, approfondendo le tematiche di conservazione e restauro. Un tale confronto di studi non poteva non partire dal sito di Pompei che conserva uno dei più straordinari patrimoni biologici esistenti al mondo, fra cui i calchi. L’unicità delle vittime dell’eruzione del 79 d.C. è non solo nelle loro condizioni di ritrovamento, tragica testimonianza di una antica catastrofe, ma costituisce un unicum dal punto di vista biologico, in quanto riflette senza filtri le caratteristiche della popolazione di una città romana di epoca imperiale congelata nel tempo. “Si giunse ad un punto in cui la terra sfondando sotto la cazzuola”, scriveva Giuseppe Fiorelli nella lettera “Scoverta Pompejana” pubblicata sul Giornale di Napoli il 13 febbraio 1863, “mostrò una cavità vuota e profonda tanto, da poterne introdurre un braccio e cavarne fuori delle ossa. Mi avvidi allora ch’era quella l’impressione di un corpo umano, e pensai che colandovi dentro prontamente la scagliola, si sarebbe ottenuto il rilievo della intiera persona. L’esito ha superato ogni mia aspettazione”.

La scoperta di un fossile umano in una campagna di scavo archeologico

All’esposizione di materiali sensibili il codice etico per i musei dell’Icom (International Council of Museums) dedica l’articolo 4, comma 3: “I resti umani e i materiali di significato sacro devono essere visualizzati in modo coerente con gli standard professionali e, dove noto, tenendo conto degli interessi e delle credenze dei membri della comunità, gruppi etnici o religiosi da cui hanno origine gli oggetti. Devono essere presentati con grande tatto e rispetto per i sentimenti di dignità umana detenuti da tutti i popoli”. E sul rispetto per i morti c’è il “Vermillon Accord” sui resti umani del 1989 che dice: “Il rispetto per i resti mortali dei morti deve essere accordato a tutti, indipendentemente da origine, razza, religione, nazionalità, costume e tradizione”. E il paleoantropologo Alan Walker nel 2000 ha scritto: “sebbene l’essere umano dal quale i resti scheletrici derivano non esista più, la loro precedente associazione intima con una persona vivente è più che sufficiente perché abbia un trattamento rispettoso”. Vari casi di studio provenienti dall’Italia e dall’Europa sono oggetto dei confronti nella seconda giornata di studio, prevista come detto all’università Federico II di Napoli: dalla cosiddetta “Dama di Bonifacio”, il più antico scheletro umano completo rinvenuto in Corsica, in località di Araguaina-Sennola vicino a Bonifacio (Henry Duday, università di Bordeaux 1) ai resti dei soldati della Grande Guerra (Franco Nicolis, Ufficio Beni Archeologici di Trento). Chiude la conferenza, martedì 21 maggio 2019 alle 14.30, la tavola rotonda sulla situazione dei resti umani in Italia, moderata da Luca Bondioli. Partecipano Francesca Alhaique (Museo delle Civiltà, Roma), Valeria Amoretti (Parco Archeologico di Pompei), Francesca Candilio (Soprintendenza ABAP Cagliari, Oristano e Sud Sardegna), Claudio Cavazzuti (Museo delle Civiltà, Roma), Deneb Cesana (Soprintendenza ABAP L’Aquila e cratere), Elena Dellù (Soprintendenza ABAP Bari), Irene Dori (Soprintendenza ABAP Verona, Rovigo e Vicenza), Leonardo Lamanna (Soprintendenza ABAP Cremona, Lodi e Mantova), Nico Radi (Soprintendenza ABAP Genova, Imperia, la Spezia e Savona), Alessandro Riga (Soprintendenza ABAP Firenze, Pistoia e Prato), Paola Francesca Rossi (ICCD, Parco Archeologico di Ostia Antica), Mauro Rubini (Soprintendenza ABAP per l’area metropolitana di Roma, provincia di Viterbo e Etruria Meridionale, Soprintendenza ABAP per le province di Frosinone, Latina e Rieti), Alessandra Sperduti (Museo delle Civiltà, Roma).