Archivio tag | Gruppo Archeologico Adriese “Francesco Antonio Bocchi”

Adria (Ro). Al museo Archeologico nazionale la conferenza “L’economia del Polesine in età romana: il contributo dell’epigrafia e della numismatica” con Luca Fezzi e Andrea Stella dell’università di Padova promossa dal gruppo archeologico Adriese

adria_archeologico_conferenza-l-economia-del-polesine-in-età-romana_fezzi-stella_locandinaDomenica 6 ottobre 2024, alle 16.30, al museo Archeologico nazionale di Adria, conferenza “L’economia del Polesine in età romana: il contributo dell’epigrafia e della numismatica” a cura del prof. Luca Fezzi (università di Padova) e del dott. Andrea Stella (università di Padova), nell’ambito del XXXIV ciclo di incontri organizzati dal gruppo archeologico Adriese “Francesco Antonio Bocchi” in collaborazione con il museo Archeologico nazionale di Adria. Ingresso gratuito su prenotazione: allo 0426 21612; drm-ven.museoadria@cultura.gov.it. La conferenza illustra una recente ricerca sul ruolo dei classiarii nell’economia del basso corso del Po in età medio-imperiale. Si tratta, nello specifico, di focalizzare l’attenzione su due frammenti di diploma militare di un ignoto che aveva servito sotto il praefectus classis praetoriae Ravennatis M. Gongius Paternus Nestorianus (i quali vanno a sommarsi ad altri rinvenimenti analoghi nella zona), e su di un inedito utilizzo della molto consistente ma sino ad ora sottovalutata evidenza numismatica. Il tutto, in una prospettiva più ampia, per gettare nuova luce sullo sviluppo di quell’area del basso corso del Po che, oggi ricadente tra i territori di due regioni (Emilia-Romagna e Veneto) e due province (Ferrara e Rovigo), separate dal fiume stesso, costituiva un unico comprensorio racchiuso tra i principali rami padani.

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Il prof. Luca Fezzi dell’università di Padova

Luca Fezzi (Lavagna 1974) è professore ordinario di Storia romana all’università di Padova. Formatosi alla Scuola Normale Superiore di Pisa e l’università Di Pisa, si occupa di politica, diritto, economia e strategia nel mondo greco e romano, di ricezione dei modelli antichi nel pensiero politico moderno e contemporaneo, e di filosofia della storia. Suoi ultimi lavori: Roma in bilico. Svolte e scenari alternativi di una storia millenaria, Mondadori 2022; Cesare. La giovinezza del grande condottiero, Mondadori 2020; Pompeo, Salerno editrice 2019; Il dado è tratto. Cesare e la resa di Roma, Laterza 2017 (trad. inglese: Crossing the Rubicon: Caesar’s Decision and the Fate of Rome, Yale University Press 2019).

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Il numismatico Andrea Stella dell’università di Padova

Andrea Stella (1986) è un archeologo specializzato in Numismatica, assegnista di ricerca all’università di Padova, dipartimento dei Beni Culturali: archeologia, storia dell’arte, del cinema e della musica. Si è formato ed ha svolto attività di ricerca e didattica nelle università di Padova, Udine e Trieste. Dal 2009 è coinvolto nello studio e nell’edizione dei ritrovamenti monetali provenienti da vari siti del Nord-Est e della Sardegna, collaborando con diversi atenei e istituzioni museali nazionali. Tra i progetti editoriali principali si ricordano l’edizione di oltre 10mila esemplari provenienti dal sito archeologico di Aquileia e dell’intero corpus numismatico del museo nazionale Atestino di Este (Pd). I suoi principali ambiti di ricerca riguardano la produzione e la circolazione monetale antica, la numismatica della morte e il rapporto tra moneta e contesto archeologico.

Adria (Ro). Al museo Archeologico nazionale nella #domenicalmuseo per il ciclo di incontri del gruppo archeologico adriese conferenza “Reperti egizi ad Adria” a cura di Claudia Gambino del gruppo EgittoVeneto che ha catalogato e studiato tutti i reperti egizi o egittizzanti conservati in Veneto

adria_archeologico_conferenza-reperti-egizi-ad-adria_claudia-gambino_locandinaDomenica 5 maggio 2024, al museo Archeologico nazionale di Adria, diretto da Alberta Facchi, in occasione della prima domenica del mese #domenicalmuseo a ingresso gratuito, alle 16.30, appuntamento con la conferenza “Reperti egizi ad Adria” a cura di Claudia Gambino (Egitto Veneto), nell’ambito del XXXIV ciclo di incontri organizzati dal Gruppo Archeologico Adriese “Francesco Antonio Bocchi” in collaborazione con il museo Archeologico nazionale di Adria. Ingresso gratuito su prenotazione allo 042621612, drm-ven.museoadria@cultura.gov.itvenezia_palazzo-ducale_mostra-venezia-e-l-egitto_locandinapadova_palazzo-liviano_mostra-fotografica-l-egitto-in-veneto_locandina. Claudia Gambino, laureata a Venezia in Egittologia, fa parte del gruppo EgittoVeneto, un progetto di collaborazione tra università di Padova e università Ca’ Foscari di Venezia che ha permesso di riscoprire l’Egitto nei musei del Veneto: più di duemila reperti afferenti al mondo egizio (patrimonio archeologico egiziano o egittizzante) sono infatti conservati in musei pubblici e privati. Dal 2008, essi sono stati oggetto di catalogazione e studio da parte dell’équipe, coordinata dai prof. Paola Zanovello (università di Padova) e Emanuele M. Ciampini (università Ca’ Foscari di Venezia) e finanziata dalla Fondazione CaRiPaRo e dalla Regione del Veneto, nella cui banca dati sono attualmente inseriti. Il progetto ha partecipato alla mostra “Venezia e l’Egitto” a Palazzo Ducale a Venezia (1° ottobre 2011 – 22 gennaio 2012) e curato la mostra fotografica “L’Egitto (in) Veneto” (21 ottobre – 18 novembre 2011), ospitato al museo di Scienze archeologiche e d’Arte in Palazzo Liviano, al Caffé Pedrocchi, al Salone dei Beni Culturali a Venezia e al museo Eno Bellis di Oderzo. Ha inoltre realizzato riallestimenti ed eventi nel territorio veneto e viaggi studio presso le principali collezioni italiane.

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Stauetta del dio egizio Bes, in terracotta a matrice, da una tomba del III-II sec. a.C., conservata al museo Archeologico nazionale di Adria (foto mic)

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L’egittologa Claudia Gambino (EgittoVeneto)

Tra i molti reperti egizi conservati in Veneto, anche il museo Archeologico nazionale di Adria rivelò un piccolo ma interessante nucleo di reperti, che verranno presentati al pubblico nell’incontro del 5 maggio 2024. Una parte di essi venne acquistata dalla famiglia Bocchi per curiosità collezionistica sul mercato antiquario nell’800. Altri, invece, provengono da rinvenimenti nel territorio o addirittura da scavo ad Adria. Questi sono databili, ovviamente, tra il VI e il II secolo a.C. e sono il portato dei traffici commerciali ad ampio raggio della città.  Dall’Egitto infatti provenivano, per arricchire le sepolture etrusche, portaprofumi in alabastro e in pasta vitrea, scarabei in pasta vitrea, altri contenitori di sostanze esotiche, come il kohl, ma anche oggetti che richiamava culti egiziani, come la originalissima statuetta del dio Bes in terra cruda da una tomba di III/II secolo a.C.

Adria. Al museo Archeologico nazionale la conferenza “La chiesa adriese: origine e sviluppo dell’organizzazione ecclesiastica nel territorio” di Alberto Andreoli (università di Ferrara) nell’ambito del XXXIV ciclo di incontri organizzati dal Gruppo Archeologico Adriese “Francesco Antonio Bocchi”

adria_archeologico_conferenza-la-chiesa-adriese_locandinaDecenni di attività investigativa hanno mostrato che la ricerca storico-territoriale sul delta del Po non può prescindere dalla conoscenza della sua evoluzione fisiografica. Alberto Andreoli dell’università di Ferrara ne parla nella conferenza “La chiesa adriese: origine e sviluppo dell’organizzazione ecclesiastica nel territorio” nell’ambito del XXXIV ciclo di incontri organizzati dal Gruppo Archeologico Adriese “Francesco Antonio Bocchi” in collaborazione con il museo Archeologico nazionale di Adria. Appuntamento domenica 14 gennaio 2024, alle 16.30, al museo Archeologico nazionale di Adria. Ingresso gratuito con prenotazione al numero 0426.21612 o drm-ven.museoadria@cultura.gov.it. Dall’antichità più remota fino alle moderne bonifiche idrauliche e agrarie, le dinamiche insediative e organizzative del popolamento antropico sono state vincolate al mutevole contesto geomorfologico e ambientale: così è stato per la scelta delle sedi abitative, le direttrici e le infrastrutture di traffico terrestri e fluvio-marittime, gli approvvigionamenti e la circolazione di tecnologie e merci. Negli ultimi secoli dell’evo antico e nel primo medioevo l’affermazione di una società romana-cristiana rese necessaria, ai fini dell’ordinamento ecclesiastico, una parcellizzazione del “popolo di Dio” in unità giurisdizionali: le diocesi. La conferenza si propone di riferire sulle circoscrizioni ecclesiastiche (origini storiche, ambiti e confinazioni) documentate nel territorio a partire dal IV secolo, con particolare attenzione al comprensorio padano polesano, oggetto di secolari contese patrimoniali e giurisdizionali, terra di transito e di confine.

Adria. Al museo Archeologico nazionale conferenza “Presenze ostrogote tra Adige e Po” con dell’archeologa medievista Sandra Bedetti promossa dal gruppo archeologico Adriese “Francesco Antonio Bocchi”

adria_archeologico_conferenza-presenze-ostrogote-tra-adige-e-po_locandinaIn occasione delle GEP 2023, e nell’ambito del XXXIII ciclo di incontri promossi dal gruppo archeologico Adriese “Francesco Antonio Bocchi”, domenica 24 settembre 2023, alle 16, al museo Archeologico nazionale di Adria, conferenza “Presenze ostrogote tra Adige e Po” a cura dell’archeologa medievista Sandra Bedetti. Il territorio del Polesine fu snodo di incontri di culture anche durante i primi secoli del Medio Evo. La dott.ssa Bedetti illustrerà gli importanti rinvenimenti del territorio. In collaborazione con il gruppo Archeologico Adriese “F. A. Bocchi”. Ingresso gratuito alla conferenza su prenotazione: 0426 21612.

Adria. Al museo Archeologico nazionale per il ciclo di incontri del Gruppo​ Archeologico “F.A. Bocchi” conferenza “I vetri di Adria alla luce delle nuove tecnologie” di Mandruzzato e Facchi

adria_archeologico_conferenza-i-vetri-di-adria-alla-luce-delle-nuove-tecnologie_locandinaÈ una delle più famose, se non la più famosa, vetrina del museo Archeologico nazionale di Adria: è la vetrina dei vetri romani. E proprio i vetri romani saranno protagonisti della conferenza “I vetri di Adria alla luce delle nuove tecnologie”, nell’ambito del XXXIII ciclo di incontri del Gruppo​ Archeologico “F.A. Bocchi” sez. CPSSAE, a cura di Luciana Mandruzzato, archeologa professionista specializzata in vetri di età romana (socia del comitato italiano dell’AIHV Association Internationale pour l’Histoire du Verre) e Alberta Facchi, direttrice del MAN Adria. Appuntamento domenica 5 febbraio 2023, alle 17. L’ingresso è gratuito in occasione della prima domenica del mese. Prenotazioni al numero 0426.21612 o alla email: drm-ven.museoadria@cultura.gov.

adria_archeologico_conferenza-i-vetri-di-adria-alla-luce-delle-nuove-tecnologie_locandina-bis“La vetrina dei vetri romani del museo Archeologico nazionale di Adria”, ricorda la direttrice Facchi, “espone reperti da collezioni provenienti dalla città e dal suo territorio. Progettata in occasione del riallestimento del museo condotto tra il 2004 e il 2009, la vetrina è intesa come accorgimento allestitivo di particolare impatto emotivo per quello che è un punto di eccellenza archeologica del museo. I 92 oggetti esposti, quasi sicuramente tutti provenienti da corredi funerari, coprono un arco cronologico che va dalle prime produzioni di epoca romana, databili alla fine del I secolo a.C., alla fine del III secolo d.C. Come tecniche di lavorazione sono attestate la sagomatura su forma, la soffiatura e la soffiatura dentro matrice, con decorazioni applicate, incise o esito di lavorazione a caldo. La documentazione della spettacolare vetrina – continua Facchi – è arricchita oggi anche dai modelli in 3D di una parte degli oggetti esposti, consultabili liberamente on line grazie all’inserimento di un particolare itinerario tematico all’interno del Catalogo nazionale dei Beni culturali “Giochi di luce al museo Archeologico nazionale di Adria” (https://catalogo.beniculturali.it/itinerario/giochi-luce-al-museo-archeologico-nazionale-adria).

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Le due coppe di Ennion trovate in una tomba romana a Cuora di Cavarzere e oggi al museo di Adria (foto drm-veneto)

Quando presenti, i 3D sono visualizzabili direttamente aprendo la scheda di catalogo come immagine principale, consentendo al visitatore la navigazione nell’oggetto tridimensionale (esempio sulle famose coppe di Ennione: https://catalogo.beniculturali.it/detail/Veneto/ArchaeologicalProperty/CRV-RA_0013226)” (vedi Le coppe blu del maestro vetraio siro-palestinese Ennion del I sec. d.C., conservate nel museo di Adria, dopo le grandi mostre negli States, protagoniste dell’incontro in soprintendenza Archeologia del Veneto con Bonomi e Pettenò | archeologiavocidalpassato). Il progetto ha importanti ricadute positive anche sotto l’aspetto della conservazione e per la didattica del patrimonio culturale. Ideato e condotto, oltre che da Mandruzzato e Facchi, relatrici della conferenza, anche da Francesco Ceselin e Ada Gabucci, è stato reso possibile grazie all’iniziativa di valorizzazione del patrimonio archeologico del Veneto realizzata con il Progetto “VALUE – EnVironmental And cuLtUral hEritage development” finanziato nell’ambito del Progetto INTERREG V – A Italia-Croazia 2014-2020 ( www.italy-croatia.eu/web/value/about-the-project ) e cofinanziato dal Fondo Europeo di Sviluppo Regionale.

Polesine, progetto didattico “Una Storia Antica nella Terra più giovane d’Italia”. Doppio incontro: il primo a Loreo (Ro) “Ritorno al passato. Dalle dune preistoriche all’insediamento veneziano”, il secondo al Centro Turistico Culturale di San Basilio

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Maschera antica conservata al museo Archeologico nazionale di Adria (foto drm-veneto)

Due incontri, uno a Loreo l’altro a San Basilio, alla scoperta dei luoghi del territorio di Loreo, in Polesine, ricchi di cultura, storia e archeologia, nell’ambito del progetto didattico “Una Storia Antica nella Terra più giovane d’Italia” che ha visto coinvolto il Comune di Ariano nel Polesine (capofila del progetto) in partenariato con i Comuni di Adria e Loreo insieme al museo Archeologico nazionale di Adria, la direzione regionale Musei del Veneto, ente parco regionale veneto del Delta del Po, soprintendenza ABAP per le province di Verona Vicenza, Rovigo , e le associazioni CPSSAE, Gruppo Archeologico Adriese ‘F.A. Bocchi’ e CE.RI.DO Delta. Segreteria organizzativa la Pro Loco di Ariano nel Polesine.

loreo_incontro-ritorno-al-passato_locandinaIl primo appuntamento è un incontro a tre voci per il 12 gennaio 2023, alle 21, nella sala consiliare del municipio di Loreo (Ro) dal titolo “Ritorno al passato. Dalle dune preistoriche all’insediamento veneziano”. I tre relatori, Sandra Bedetti, Daniele Bergantin e Luigi Contegiacomo, proporranno un percorso storico ambientale incentrato sulle peculiarità del territorio di Loreo, un centro del delta del Po particolarmente ricco di storia, ma anche di caratteristiche ambientali singolari, dovute alla presenza, non immediatamente percettibile, di cordoni di dune che attestano la vicinanza alla linea di costa in epoca protostorica. La lettura e l’interpretazione di elementi morfologici tramite foto aeree e cartografia storica offrono certamente strumenti che permettono di definire, seppure a grandi linee, l’antico paesaggio suggerendo la ricostruzione di alcune dinamiche insediative in rapporto all’ambiente naturale. I tre relatori cercheranno in questo modo di delineare un percorso nel territorio circostante al centro urbano di Loreo che partendo dalla lettura delle morfologie naturali del periodo protostorico, giunge alla trasformazione dell’ambiente attuata in epoca romana, mediante la documentazione offerta dagli scavi, condotti negli anni ’80 del secolo scorso, dell’insediamento di Corte Cavanella di Loreo, una mansio in prossimità della foce dell’Adige attiva tra il I  e il V secolo d.C. che compare nella Tabula Peutingeriana con la denominazione di Fossis. L’analisi delle attività produttive che si svolgevano nell’epoca e delle particolari forme di adattamento all’ambiente naturale, permettono un singolare confronto con altre forme di insediamento attuate dalla metà del XVI secolo d.C. da alcune famiglie storiche veneziane, che scelgono queste zone del Delta per investimenti fondiari. Il fenomeno denominato delle Ca’ del Delta è stato analizzato da parte di ricercatori di CE.RI.DO. Delta e dell’università di Padova che hanno predisposto il sito www.cadelta.it, dove sono stati censiti gli insediamenti di matrice veneziana nei comuni del delta del Po.

ariano_centro-culturale_conferenza-san-basilio_locandinaIl secondo appuntamento si terrà al Centro Turistico Culturale di San Basilio (Ro) il 14 gennaio 2023, alle 10, l’incontro di fine progetto alla presenza di tutti i partner istituzionali con due interventi. Quello di Alberta Facchi, direttrice del museo Archeologico nazionale di Adria, che parlerà dei progetti di rete che hanno interessato negli ultimi anni il Delta, anche in relazione all’attivazione del Sistema museale nazionale, ponendo solide basi per una strutturazione articolata della fruizione archeologica, che si rivela essere una peculiarità del territorio: progetti (europei e ministeriali, ma non solo) cui hanno partecipato molteplici attori anche con partenariati pubblico-privato.  Il secondo intervento, di Giovanna Falezza, direttrice del museo Archeologico nazionale di Verona, presenterà i progetti di ricerca archeologica in atto nei siti del Delta, San Basilio in particolare.

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Attività didattica al museo Archeologico nazionale di Adria (foto cereda delta)

Il progetto, finanziato con contributo della Regione del Veneto e per una quota parte dai tre Comuni coinvolti ha visto la programmazione di una serie di attività didattiche gratuite al museo Archeologico nazionale per gli studenti delle scuole primarie e secondarie di I e II grado sotto la guida di archeologi esperti.  Due le tipologie di laboratorio proposte: l’utilizzo di tecnologia digitale avanzata, per una fruizione innovativa e interattiva degli splendidi vetri del museo Archeologico di Adria da parte di studenti delle scuole secondarie di II grado, che hanno usufruito della ricostruzione in 3D dei pezzi presente sul catalogo on line dell’ICCD (Istituto Centrale per il Catalogo Digitale) e realizzato nell’ambito del progetto europeo Interreg VALUE; l’attività di manipolazione di alcuni reperti originali da parte di studenti delle scuole primarie e secondarie di I grado  (attività “Vietato NON toccare”). Lezioni con laboratorio di archeologia sperimentale al Centro Turistico Culturale di San Basilio ad Ariano nel Polesine e all’Antiquarium di Loreo.

Adria. Al museo Archeologico nazionale apertura pomeridiana per l’Epifania e domenica conferenza di Fiorenza Bortolami

adria_archeologico_epifania_apertura-straordinaria_calza_locandinaIn occasione della festività dell’Epifania il museo Archeologico nazionale di Adria sarà aperto in orario pomeridiano, dalle 14.30 alle 19.30. “Cosa vorreste trovare nella calza? Dolcetti? Carbone? Un bel libro?” La nuova guida del museo è in vendita al costo di 12 euro. Vi aspettiamo per fare un regalo super alternativo”.

adria_archeologico_conferenza-insediamento-età-del-bronzo_fiorenza-bortolami_locandinaE domenica 8 gennaio 2023, il museo Archeologico nazionale di Adria, aperto come da calendario dalle 14:30 alle 19:30, ospita alle 17 la conferenza di Fiorenza Bortolami: “Insediamento dell’Età del Bronzo in località Amolara ad Adria”, nell’ambito del XXXIII ciclo di incontri del Gruppo Archeologico Adriese “F. A. Bocchi”, sez. CPSSAE e del progetto di rete territoriale “Una storia antica nella terra più giovane d’Italia”. Ingresso gratuito su invito. Prenotazioni allo 042621612.

Al museo Archeologico nazionale di Adria, per il ciclo di incontri del gruppo archeologico Adriese, conferenza di Alberto Andreoli su “Luigi Groto e la rappresentazione inaugurale dell’Olimpico”, a corollario della mostra “Lo sguardo del buio. Il Cieco d’Adria e il Tintoretto”

Cinque anni di lavori, dal 1580 quando fu progettato dal sommo architetto Andrea Palladio al completamento delle scene fisse realizzate nel 1585 da Vincenzo Scamozzi: e finalmente, il 3 marzo 1585, l’inaugurazione ufficiale del Teatro Olimpico di Vicenza, il primo e più antico teatro stabile coperto dell’epoca moderna. E per l’occasione fu messo in scena, in una fastosa rappresentazione, l’Edipo Tiranno, volgarizzamento della tragedia sofoclea del veneziano Orsatto Giustinian, opera per la quale erano state realizzate da Vincenzo Scamozzi le prospettive lignee raffiguranti le vie di Tebe, divenute poi fisse e immutabili nel tempo, le uniche d’epoca rinascimentale ad essere giunte fino a noi, peraltro in ottimo stato di conservazione. Sul palcoscenico, tra gli interpreti c’era Luigi Groto, oratore e poeta, nato ad Adria il 7 settembre 1541, morto a Venezia il 13 dicembre 1585, detto il Cieco d’Adria perché perdette la vista otto giorni dopo la nascita. Di questo evento che per Luigi Groto rappresentò il definitivo riconoscimento della sua crescente fama di erudito e letterato, parlerà Alberto Andreoli dell’università di Ferrara nell’incontro dal titolo: “Luigi Groto e la rappresentazione inaugurale dell’Olimpico​”: appuntamento domenica 11 ottobre 2020 alle 17 al museo Archeologico nazionale di Adria (Ro). La conferenza è promossa dal gruppo archeologico Adriese “Francesco Antonio Bocchi” nell’ambito del XXXI Ciclo di incontri 2020-2021. Per motivi sanitari gli ingressi saranno contingentati con un massimo di 30 persone di pubblico. Ingresso gratuito con prenotazione obbligatoria allo 042621612.

Luigi Groto, il poeta cieco di Adria

Secondo l’opinione più diffusa, nell’Edipo Tiranno all’Olimpico Luigi Groto avrebbe interpretato il ruolo del cieco indovino Tiresia, ma si accenna anche al ruolo del re Edipo, e purtroppo né le fonti contemporanee, né gli studiosi moderni, e neppure lo stesso epistolario grotiano sembrano dare risposte certe che permettano di superare il dubbio. Di certo si sa che in una lettera al pittore vicentino Giovanni Battista Maganza, detto il Magagnò, datata 4 giugno 1584, Luigi Groto dice di accettare, entusiasta e riconoscente, l’invito degli Accademici Olimpici a recitare la parte di Tiresia. Più ambigua una lettera di poco più di un mese dopo (22 luglio) nella quale, rispondendo al letterato Camillo Camilli che gli proponeva di impersonare Edipo, l’adriese sembra sostenere che è giusto che un cieco sostenga la parte d’un cieco, ma non dice che ruolo poi in definitiva abbia accettato. Tanto che potrebbero essere addirittura valide entrambe le ipotesti: Groto come Tiresia e Groto come Edipo, perché l’oratore adriese dalla prima inaugurale alla replica di qualche giorno dopo potrebbe essersi scambiato il ruolo con l’accademico vicentino Nicolò Rossi, che figura anche lui tra gli attori principali.

La locandina della mostra “Lo sguardo del buio – il “Cieco d’Adria” e il Tintoretto” al museo Archeologico nazionale di Adria: chiusa per emergenza coronavirus, ha riaperto il 5 settembre 2020. Chiude il 6 gennaio 2021

Per saperne di più sulla figura di Luigi Groto si può ancora visitare la mostra “Lo sguardo del buio. Il Cieco d’Adria e il Tintoretto”, visitabile fino al 6 gennaio 2021 al museo Archeologico nazionale di Adria, promossa dal Comune di Adria e dal ministero per i Beni e le attività culturali e per il turismo – Polo museale del Veneto, in collaborazione con la Pro Loco di Adria, la Fondazione scolastica “C. Bocchi” di Adria e l’Accademia dei Concordi di Rovigo, la UICI di Rovigo e il Polo tecnico di Adria per la realizzazione del percorso tattile associato alla mostra. L’allestimento è l’occasione per realizzare un viaggio nell’iconografia del letterato adriese attraverso i ritratti riprodotti nelle sue pubblicazioni ed altre opere che lo rappresentano. La mostra indaga, inoltre, il rapporto esistente tra la figura di Luigi Groto e il modo in cui viene rappresentato nell’iconografia pittorica ponendo un particolare accento sulla sua cecità intesa non come caratteristica debilitante bensì come possibilità di penetrare la realtà. L’obiettivo è quello di porre l’accento sulla sua cecità, intesa non come caratteristica debilitante, bensì come possibilità di penetrare la realtà. Con l’evento adriese si riscopre quindi la figura classica del poeta cieco che, come un indovino, riesce a trascendere il reale per arrivare alla verità insita nelle cose. Un ruolo che Luigi Groto nella vita ricoprì con l’arte del poetare, tanto che gli fu chiesto – come detto – di interpretare Tiresia nel 1585. La richiesta arrivò per l’inaugurazione del Teatro Olimpico di Vicenza, con la tragedia Edipo Tiranno di Sofocle, trascritto da Orsatto Giustinian e con musiche di Andrea Gabrieli.​

Adria. Al museo Archeologico nazionale Mirella Robino interviene su “La necropoli del Canal Bianco e la ferrovia” per il ciclo di incontri del gruppo archeologico adriese

Il Canal Bianco ad Adria e il ponte della ferrovia

I resti dei tre cavalli e del carro ritrovati nella necropoli del Canal Bianco (foto Paolo Reggiani)

La necropoli del Canal Bianco protagonista domenica 17 marzo 2019 alle 17 nell’incontro nella sala convegni del museo Archeologico nazionale di Adria con l’archeologa Mirella Robino sul tema “La necropoli del Canal Bianco e la ferrovia” nell’ambito del XXIX ciclo di incontri 2019 “Adria, rivisitare il museo Archeologico nazionale” a cura del gruppo archeologico adriese “Francesco Antonio Bocchi”. “La necropoli del Canal Bianco – scrive Mirella Robino – si estende a sud dell’abitato di Adria, l’antico porto situato nella parte settentrionale del delta del Po, lungo le rive di una diramazione del grande fiume. Scavata tra il 20 gennaio 1938 e il 3 aprile 1941, comprende 396 tombe a inumazione e cremazione databili tra la fine del VI secolo a.C. e il II sec. d.C. Risulta nel suo complesso inedita, anche se un certo numero di sepolture sono state pubblicate in occasione di mostre o studiate per la presenza di classi di materiali particolari o iscrizioni. Insieme alle necropoli di Ca’ Garzoni, Retratto-Donà e Piantamelon costituiva la cintura meridionale di sepolcreti dell’antica Atria, completata a Est dalla necropoli identificata in zona Ca’ Cima, con le propaggini in località Amolara e Amolaretta. Fu individuata in occasione di imponenti lavori di sterro ad opera del Ministero dei Lavori pubblici per realizzare una nuova inalveazione del Canal Bianco e creare un collettore, cui sarà dato il nome di canale Mussolini, da inserire in una rete fluviale che avrebbe dovuto estendersi da Milano all’Adriatico. La zona era nota dal punto di vista archeologico per il passaggio, nel settore orientale, della via Popilia, di cui era stato rinvenuto il miliare presso la chiesa della Tomba nel 1844, per gli scavi effettuati nel 1903 dal prof. Luigi Conton e dalla sua società di archeofili e per alcuni rinvenimenti occasionali. Un esplicito riferimento all’importanza archeologica della zona è presente all’inizio del Giornale di Scavo redatto dall’architetto Gian Battista Scarpari, ingegnere capo dell’ufficio tecnico municipale di Adria, cui la Reale Soprintendenza alle Antichità del Veneto affidò il compito di vigilanza e ispezione relativamente alle scoperte archeologiche. A Scarpari la Soprintendenza decise di affiancare quasi da subito, con la qualifica di assistente, A. Nicolussi, che giunse sul cantiere il 15 febbraio del 1938, come testimonia la prima annotazione del suo Giornale. A quella data erano già state individuate sette tombe, come lo stesso Nicolussi puntualizza. Parallelamente alla stesura del Giornale, l’assistente realizzò i disegni di tutte le forme vascolari in vetro e ceramica rinvenute, circa 140, a eccezione delle anfore, e un elenco, tomba per tomba, di quanto presente nei corredi. Definito abitualmente Elenco Tipologico di Nicolussi, questa documentazione è molto più dettagliata, per quanto riguarda gli oggetti rinvenuti, rispetto alle annotazioni del Giornale di Scavo, dal momento che i materiali venivano lavati e restaurati prima di essere inseriti nell’Elenco”.

Al museo Archeologico nazionale di Adria incontro promosso dal Gruppo archeologico adriese su “L’insediamento protostorico di S. Basilio” di Ariano Polesine

La locandina dell’incontro “L’insediamento protostorico di San Basilio” al museo Archeologico nazionale di Adria

L’archeologa Giovanna Gambacurta

Silvia Paltineri dell’università di Padova

“L’insediamento protostorico di S. Basilio” protagonista del nuovo incontro promosso dal Gruppo archeologico adriese “Francesco Antonio Bocchi” onlus, sezione del Cpssae, nell’ambito del XXVIII ciclo di incontri 2018-’19 “Scambi commerciali nell’adriatico”. Appuntamento domenica 27 gennaio 2019, alle 17, nella sala del museo Archeologico nazionale di Adria, con Giovanna Gambacurta, dell’università Ca’ Foscari di Venezia, e Silvia Paltineri, dell’università di Padova. San Basilio è una piccola località a una ventina di chilometri a sud-est di Adria, nell’isola di Ariano, tra il Po di Venezia e il Po di Goro, così denominata dalla chiesetta medioevale edificata su una delle alte dune che nell’antichità segnavano la linea di costa. Qui sotto i campi, i frutteti e i pioppeti sono stati trovati importanti resti archeologici risalenti a diverse età a conferma della posizione strategica nell’area deltizia. “Tra il VI e il V sec. a.C.”, spiegano gli archeologi, “fiorì un insediamento commerciale ed artigianale frequentato da Etruschi, Greci e Veneti, collocato in una posizione strategica a ridosso della costa e presso la foce di un ramo del Po. Nel II sec. a.C., quando i Romani iniziarono il loro processo di conquista del Nord-Est d’Italia, qui venne fatto transitare un fondamentale asse viario, la strada costruita dal console Publio Popillio Lenate e fu collocata una stazione di posta, la mansio Hadriani. Intorno sorsero ville e, forse, un villaggio. Nel I sec.d.C. da qui si dipartiva una nuova strada diretta verso Nord, affiancata da un canale per la navigazione interna. Alla fine dell’Impero romano si costituì qui uno dei più antichi centri battesimali cristiani della zona”.