Adria. Al museo Archeologico nazionale Mirella Robino interviene su “La necropoli del Canal Bianco e la ferrovia” per il ciclo di incontri del gruppo archeologico adriese

Il Canal Bianco ad Adria e il ponte della ferrovia

I resti dei tre cavalli e del carro ritrovati nella necropoli del Canal Bianco (foto Paolo Reggiani)

La necropoli del Canal Bianco protagonista domenica 17 marzo 2019 alle 17 nell’incontro nella sala convegni del museo Archeologico nazionale di Adria con l’archeologa Mirella Robino sul tema “La necropoli del Canal Bianco e la ferrovia” nell’ambito del XXIX ciclo di incontri 2019 “Adria, rivisitare il museo Archeologico nazionale” a cura del gruppo archeologico adriese “Francesco Antonio Bocchi”. “La necropoli del Canal Bianco – scrive Mirella Robino – si estende a sud dell’abitato di Adria, l’antico porto situato nella parte settentrionale del delta del Po, lungo le rive di una diramazione del grande fiume. Scavata tra il 20 gennaio 1938 e il 3 aprile 1941, comprende 396 tombe a inumazione e cremazione databili tra la fine del VI secolo a.C. e il II sec. d.C. Risulta nel suo complesso inedita, anche se un certo numero di sepolture sono state pubblicate in occasione di mostre o studiate per la presenza di classi di materiali particolari o iscrizioni. Insieme alle necropoli di Ca’ Garzoni, Retratto-Donà e Piantamelon costituiva la cintura meridionale di sepolcreti dell’antica Atria, completata a Est dalla necropoli identificata in zona Ca’ Cima, con le propaggini in località Amolara e Amolaretta. Fu individuata in occasione di imponenti lavori di sterro ad opera del Ministero dei Lavori pubblici per realizzare una nuova inalveazione del Canal Bianco e creare un collettore, cui sarà dato il nome di canale Mussolini, da inserire in una rete fluviale che avrebbe dovuto estendersi da Milano all’Adriatico. La zona era nota dal punto di vista archeologico per il passaggio, nel settore orientale, della via Popilia, di cui era stato rinvenuto il miliare presso la chiesa della Tomba nel 1844, per gli scavi effettuati nel 1903 dal prof. Luigi Conton e dalla sua società di archeofili e per alcuni rinvenimenti occasionali. Un esplicito riferimento all’importanza archeologica della zona è presente all’inizio del Giornale di Scavo redatto dall’architetto Gian Battista Scarpari, ingegnere capo dell’ufficio tecnico municipale di Adria, cui la Reale Soprintendenza alle Antichità del Veneto affidò il compito di vigilanza e ispezione relativamente alle scoperte archeologiche. A Scarpari la Soprintendenza decise di affiancare quasi da subito, con la qualifica di assistente, A. Nicolussi, che giunse sul cantiere il 15 febbraio del 1938, come testimonia la prima annotazione del suo Giornale. A quella data erano già state individuate sette tombe, come lo stesso Nicolussi puntualizza. Parallelamente alla stesura del Giornale, l’assistente realizzò i disegni di tutte le forme vascolari in vetro e ceramica rinvenute, circa 140, a eccezione delle anfore, e un elenco, tomba per tomba, di quanto presente nei corredi. Definito abitualmente Elenco Tipologico di Nicolussi, questa documentazione è molto più dettagliata, per quanto riguarda gli oggetti rinvenuti, rispetto alle annotazioni del Giornale di Scavo, dal momento che i materiali venivano lavati e restaurati prima di essere inseriti nell’Elenco”.

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Una risposta a “Adria. Al museo Archeologico nazionale Mirella Robino interviene su “La necropoli del Canal Bianco e la ferrovia” per il ciclo di incontri del gruppo archeologico adriese”

  1. Italina Bacciga dice :

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