Rovereto. Premi e menzioni al 33.mo RAM film festival: “Il giuramento di Ciriaco” vince il premio Cinema Archeologico e la menzione Archeoblogger, e sfiora il premio RAM film festival del pubblico andato a “I volti dimenticati di Palmira”. Ecco tutti i film premiati

Il regista Olivier Bourgeois (secondo da sinistra) sul palco del teatro Zandonai presenta il film “Il giuramento di Ciriaco” al pubblico del RAM film festival (foto graziano tavan)

Locandina del film “Il giuramento di Ciriaco / The oath of Cyriac” di Olivier Bourgeois
Alla 33.ma edizione del RAM film festival di Rovereto il regista Olivier Bourgeois con il suo film “Il giuramento di Ciriaco” ha sfiorato il “triplete”, aggiudicandosi il premio “Cinema archeologico” della giuria tecnica, la menzione speciale “Archeoblogger”, e lasciando il premio del pubblico al film “I volti dimenticati di Palmira” dopo un testa a testa all’ultimo voto. Di certo il patrimonio archeologico siriano, il suo studio, la sua conservazione e la sua salvaguardia ha lasciato un segno profondo nel pubblico che per cinque giorni è venuto al teatro Zandonai per seguire le proiezioni degli oltre sessanta film in concorso al festival roveretano con un focus “Sguardi al femminile” trasversale ai quattro filoni proposti per altrettanti premi: il Cinema archeologico, la Cultura animata, gli Sguardi dal mondo, e l’Italia si racconta. E le molte menzioni aggiunte ai premi ufficiali conferma la qualità dei film in concorso. Ecco tutti i titoli premiati.

Frame del film “Les visages oubliés de Palmyre. I volti dimenticati di Palmira” di Meyar Al-Roumi
Il premio del pubblico “RAM film festival” 2022 è andato dunque al film francese “Les visages oubliés de Palmyre. I volti dimenticati di Palmira” assegnato dal pubblico in sala attraverso la compilazione di schede-voto. Il film ha ottenuto un punteggio altissimo (9.55 su 10), di poco superiore al secondo classificato “The Oath of Cyriac. Il giuramento di Ciriaco” (9.51), altrettanto apprezzato. “Les visages oubliés de Palmyre” del regista Meyar Al-Roumi (Francia, 2020; 83’), prodotto nel 2020 da Un film à la patte, racconta la città leggendaria di Palmira attraverso i volti dei suoi abitanti, rappresentati dai ritratti funerari sparsi nel mondo e ricercati dagli archeologi. Svelando i segreti più intimi di tali sculture, si comprende la natura eccezionale di questa leggendaria città e della sua identità multiculturale.

Il regista Olivier Bourgeois con il premio Cinema Archeologico e la giuria: da sinistra, Claudia Beretta, coordinatrice RAM film festival; Federica Rinaldi, parco archeologico del Colosseo; il regista; Alessandra Cattoi, direttrice Fondazione museo civico Rovereto; Graziano Tavan, giornalista, archeoblogger; Maria Concetta Parello, parco archeologico Valle dei Templi di Agrigento (foto fmcr)
Premio “CINEMA ARCHEOLOGICO”. La giuria, composta da Isabella Bossi Fedrigotti, Federica Rinaldi, Maria Concetta Parello e Graziano Tavan, ha assegnato il premio al documentario “The oath of the Cyriac. Il giuramento di Ciriaco” di Olivier Bourgeois (Andorra, 2021; 72’) che racconta come un piccolo gruppo di archeologi e curatori museali abbia lottato per preservare il patrimonio di reperti archeologici del museo nazionale di Aleppo durante il conflitto siriano. Una corsa contro il tempo per mettere in salvo 50mila manufatti in una città assediata, Questa la motivazione: “The oath of the Cyriac / Il giuramento di Ciriaco non è soltanto un appassionante film archeologico ma è anche un drammatico e attuale reportage sulla guerra in Siria, in particolare sulla distruzione di Aleppo e sul rischio della perdita del valore identitario del patrimonio culturale. È infatti sotto i bombardamenti che direttore e dipendenti del museo dell’un tempo meravigliosa città mettono in salvo molte migliaia di reperti: ben consci del fatto che, se quegli oggetti -anche i più piccoli- fossero andati perduti sarebbe andata perduta la memoria e la storia di un popolo”.

Locandina del film “Medina Azahara, the Lost Pearl of Al-Andalus / Medina Azahara, la perla perduta di Al-Andalus
La giuria ha deciso di assegnare una menzione speciale al documentario “Medina Azahara. The Lost Pearl of Al-Andalus / Medina Azahara. La perla perduta di Al-Andalus” di Stephane Bégoin, Thomas Marlier (Francia, 2021; 52’): negli ultimi cinque anni, su questo sito, patrimonio dell’umanità, è stata condotta una campagna di scavi guidata da un team di archeologi europei. Il film svela i segreti di questa città perduta, esplorando l’epoca d’oro della Spagna musulmana. Questa la motivazione: “Con un mix di immagini dello scavo anche ripreso da drone, animazioni, ricostruzioni 3D, interventi degli archeologi, i registi Stéphane Bégoin e Thomas Marlier riescono non solo a raccontare la storia e le ricerche di Medina Azahara, la “Versailles di Al-Andalus”, ma anche a inserirla nel suo contesto storico e quindi nel suo rapporto con le altre grandi città arabe, e al contempo a contestualizzare quanto resta del ricco passato nell’Andalusia di oggi. Il tutto con un linguaggio semplice che riesce ad essere accattivante per lo spettatore”.

Claudio Artusi legge la motivazione del premio “Cultura animata” al RAM film festival (foto graziano tavan)
Premio “CULTURA ANIMATA”. La giuria, composta da Andrea Artusi, Claudio Tedaldi e Sabrina Zanetti, ha deciso di assegnare il premio al documentario “Treasure / Il tesoro” di Samantha Moore (Regno Unito, 2021; 8’), il racconto di due storie intrecciate: quella di un cacciatore di antichi tesori e quella di un’antica comunità. Questa la motivazione: “Il cortometraggio rappresenta una sintesi esemplare tra racconto, drammaturgia e attinenza sia al tema dell’archeologia che a quello della memoria. Il doppio registro scelto dalla regista, che si alterna tra passato e presente, abbinato a una tecnica raffinata di animazione e una colonna sonora di grande qualità sia dal punto di vista musicale che degli effetti sonori, generano un effetto di coinvolgimento ed empatia con la narrazione che, essendo priva di dialoghi, può essere fruita da spettatori di qualsiasi nazionalità ed estrazione”.

Claudia Beretta, coordinatrice del RAM film festival, legge la motivazione del premio “Sguardi dal mondo” (foto graziano tavan)
Premio “SGUARDI DAL MONDO”. La giuria, composta da Duccio Canestrini, Emanuele Gerosa e Roberto Cavallini, ha deciso di assegnare il premio al documentario “Osmildo” di Pedro Daldegan (Brasile, 2019; 27’) che racconta di Osmildo, unico superstite del suo villaggio, che lotta per riscattare le origini Kuntawama e la sua madrelingua, i rituali sacri, la medicina tradizionale e la sua terra, proponendo una scuola indigena propria. Questa la motivazione: “Il protagonista Osmildo, un guaritore amazzonico di etnia Kuntanawa, ha con le piante e con la natura un rapporto equilibrato e meraviglioso. Aldilà delle sue doti di fitoterapeuta e di maestro indigeno, la sua figura incarna una lezione storica e antropologica fondamentale: l’importanza di salvaguardare rituali, tradizioni mediche e spirituali che salvano culture e persone. Osmildo è il simbolo vivente della continua resistenza agli spietati predatori di risorse della foresta brasiliana che già decimarono i suoi antenati. Un documentario semplice, profondo e commovente”.

Frame al film “Jurassic cash”
La giuria ha deciso di assegnare una menzione speciale al documentario “Jurassic cash” di Xavier Lefebvre in collaborazione con Gilles Deiss (Francia, 2021-2022; 52’) che racconta la storia di Big John, lo scheletro del triceratopo più grande del mondo, venduto all’asta nell’ottobre 2021 per 6,6 milioni di euro. Una vendita eccezionale. Questa la motivazione: “Un ottimo film confezionato in maniera accattivante, che spalanca uno scenario poco noto: quello del traffico commerciale di reperti paleontologici. Ma se gli scheletri dei dinosauri vengono venduti all’asta, solo pochi privati milionari possono permettersi di acquistarli. Emerge così la questione etica, anche se un po’ sommessa: è giusto questo commercio che scavalca le istituzioni preposte alla conservazione dei reperti? Quanto vale, anzi, quale tipo di valore ha il patrimonio culturale? Un documentario che ha il merito di farci pensare”.

Alessandra Cattoi, direttrice della Fondazione museo civico di Rovereto, legge al motivazione del premio “L’Italia si racconta”
Premio “L’ITALIA SI RACCONTA”. La giuria, composta da Catia Fauci, Sebastiano Luca Insinga e Sara Zanatta, ha deciso di assegnare il premio al documentario “L’oro di Venezia” di Nicola Pittarello (Italia, 2022; 55’) sul rapporto tra la Repubblica di Venezia e i suoi possedimenti terrieri. Nei boschi veneti, friulani e istriani, Venezia trovava il legno indispensabile per costruire le navi da guerra. Per preservare tali materiali, la Serenissima attuò una serie di buone pratiche volte a salvaguardare il territorio, dando luogo anche a un profondo cambiamento di mentalità. Questa la motivazione: “Il documentario mostra Venezia, una delle città più filmate e raccontate, attraverso una lente originale, quella del rapporto tra la Serenissima e i suoi possedimenti di terra. La storia della potenza navale della Repubblica di San Marco collegata alle risorse boschive – l’oro del titolo appunto – si sviluppa in una narrazione coinvolgente, visivamente coerente, ben confezionata per ritmo e utilizzo dei materiali, originali e di repertorio, che lascia aperta una riflessione sui problemi ambientali del nostro tempo”.

Frame del film “Pupus” di Miriam Cossu Sparagano Ferraye
La giuria ha deciso di assegnare una menzione speciale al documentario “Pupus” di Miriam Cossu Sparagano Ferraye, (Italia, 2021; 32’) girato a Borgo Vecchio di Palermo, nel grande universo dell’Opera dei Pupi di tradizione siciliana, nel piccolo teatro-laboratorio della famiglia Mancuso. Questa è la motivazione: “Il documentario utilizza con abilità gli ingredienti del genere osservazionale e racconta una tradizione lavorativa quasi scomparsa, quella dei pupari, attraverso il rapporto padre-figlio. Il piccolo teatro-laboratorio di famiglia diventa lo spazio, a tratti poetico, di un’iniziazione: la fantasia dell’infanzia trova linfa nelle gesta cavalleresche tramandate oralmente e assorbe i trucchi di un futuro mestiere”.

Valentina Poli, della giuria di CinemA.Mo.Re, legge la menzione speciale (foto graziano tavan)
Menzione speciale “CINEMAMORE”. La giuria, composta da Valentina Poli, Miro Forti, Andrea Morghen, in collaborazione con Trento Film Festival e Religion Today Filmfestival, ha deciso di assegnare la menzione per l’edizione del RAM film festival 2022, al documentario “Maathani” di Amit Goyal (India, 2022; 13’) che racconta l’antica e tradizionale arte della ceramica, rivelando il processo di creazione dei vasi di terracotta da parte dei “Kumhar”, o ceramisti, del villaggio di Theekarda, nello stato indiano del Rajasthan. Questa la motivazione: “Il breve documentario indiano “Maathani” ha il pregio di far parlare le immagini: gesti, mani, strumenti che danno il senso del ritmo della produzione di vasi, dello svago, della vita quotidiana, tra passato e presente, e che scandiscono anche il passo della narrazione. Un documentario indipendente, che unisce la qualità sincera del documentario osservativo a immagini evocative”.

Frame del film “Mamody, the last baobab digger” di Cyrille Cornu
La giuria ha deciso di assegnare una menzione al documentario “Mamody. The last baobab digger” di Cyrille Cornu (Francia, 2022; 52’) ambientato sull’altopiano di Mahafaly, nel sud-ovest del Madagascar, una terra estremamente arida, dove gli abitanti del piccolo villaggio di Ampotaka hanno trovato una soluzione unica per immagazzinare l’acqua. Questa la motivazione: “Un tema importante, che sta diventando urgente anche alle nostre latitudini: l’acqua, come bene da preservare e tutelare. Nel film francese di Cyrille Cornu, uomini e donne della tribù di Ampotaka in Madagascar lottano contro la siccità tra riti pagani, natura e tradizioni. In un film di ottima qualità tecnica, affascinano il contesto e lo spessore umano delle donne e degli uomini del villaggio”.

Il regista Olivier Bourgeois con Antonia Falcone coordinatrice gruppo Archeoblogger (foto graziano tavan)
Menzione speciale “ARCHEOBLOGGER”. La giuria, composta da Giovanna Baldasarre, Giovina Caldarola, Marta Coccoluto, Andrea Bellotti, Antonia Falcone, Marina Lo Blundo, Mattia Mancini, Domenica Pate, Michele Stefanile, Alessandro Tagliapietra, ha assegnato la menzione al documentario “The oath of the Cyriac. Il giuramento di Ciriaco” di Olivier Bourgeois, con questa motivazione: “La follia della guerra e la necessità della tutela del patrimonio archeologico. The Oath of Cyriac parla di tutto questo, ma soprattutto del coraggio di non arrendersi di fronte a quello che la guerra porta con sé e sembra apparentemente inevitabile: la distruzione. Una docufiction coinvolgente, appassionante, emozionale che integra in modo puntuale ricostruzione cinematografica e verità storica. E lo fa su temi di attualità con protagonisti coloro che hanno vissuto sulla propria pelle la paura di non farcela e che invece alla fine, oltre ad avercela fatta, sono riusciti e reinterpretare in prima persona la ricostruzione di quegli attimi, regalando a noi spettatori momenti di grande commozione ed empatia. Il tema affrontato dal film è trasversale e contemporaneo, è una testimonianza importante della drammatica situazione del patrimonio culturale nei paesi devastati dalla guerra, dove spesso sono le persone comuni a trasformarsi in eroi, loro malgrado. E dove ad essere distrutti con il patrimonio archeologico sono la memoria, la storia, l’identità. The Oath of Cyriac ci parla di patrimonio in pericolo, di tutela, di preoccupazione per il presente e il futuro, di vocazione al lavoro e di ineluttabilità: nessuno dei protagonisti avrebbe potuto fare altro che salvaguardare la propria storia. Ma soprattutto interroga ognuno di noi sul senso di appartenenza e di comunità: cosa avrei fatto io, cosa avresti fatto tu, cosa avremmo fatto noi, cosa avreste fatto voi al posto di Ahmad, Amir, Desbina, Mahamun, Mohamad, Khaled e Nawrouz?”.
Al RAM film festival – Rovereto Archeologia Memorie non solo cinema: in programma anche tre corsi di formazione e approfondimento dedicati a insegnanti, giornalisti e documentaristi con esperti del settore

RAM film festival: non solo cinema a Rovereto Archeologia Memorie. Ma anche corsi di formazione e approfondimento dedicati a insegnanti, giornalisti e documentaristi con esperti del settore. “Il Festival rimane sì un appuntamento di alto livello, ma non è di nicchia. Oltre al teatro, esce per le strade cittadine, propone appuntamenti per i giovani, intreccia cultura, tradizioni e vita”, ricorda Giovanni Laezza, presidente della Fondazione Museo civico di Rovereto. “L’auspicio è che RAM film festival possa raggiungere sempre più persone e ampliare ancora di più il suo pubblico e coinvolgere le giovani generazioni, non solo all’interno della sala cinematografica, ma nei tanti eventi collaterali che arricchiscono il panorama culturale della nostra città”, gli fa eco Micol Cossali, assessore alla Cultura creatività giovanile e innovazione del Comune di Rovereto. E Alessandra Cattoi, direttore della Fondazione Museo Civico di Rovereto, chiude: “Il RAM film festival vuole coinvolgere il suo pubblico e tutta la città di Rovereto, protagonista di un evento culturale che ci auguriamo sia davvero speciale”. Ed ecco quindi la proposta di tre Masterclass dedicate, che si terranno nella sala “Carlo Belli” a Palazzo Alberti Poja in corso Bettini 41 a Rovereto, dove si accederà con il Green Pass.
Masterclass per docenti, mercoledì 13 ottobre 2021, dalle 16 alle 18. “Cinema per la didattica: insegnare la cultura con l’audiovisivo” con Romina Zanon, artista visiva che utilizza la fotografia, il video e il disegno per realizzare progetti artistici e di comunicazione, collaborando con diversi enti nazionali e internazionali. In ambito didattico, il cinema può essere uno strumento straordinario. Viene proposto un focus nel quale l’audiovisivo diventa mezzo di conoscenza e comprensione, a disposizione di docenti e studenti. Il corso di aggiornamento è dedicato agli insegnanti di ogni ordine e grado. La Fondazione Museo Civico di Rovereto è ente accreditato per la formazione del personale docente. Partecipazione gratuita. Iscrizioni entro martedì 12 ottobre 2021 all’indirizzo didattica@fondazionemcr.it
Masterclass per giornalisti, giovedì 14 ottobre 2021, dalle 10 alle 12. “Il patrimonio culturale nei conflitti: rischi e riflessioni” con Elena Franchi, giornalista pubblicista, membro della Commissione Sicurezza ed Emergenza dell’International Council of Museums (ICOM) e della Società Italiana per la Protezione dei Beni Culturali (SIPBC). Il patrimonio culturale può diventare un “obiettivo pagante” in caso di guerre e terrorismo, volti a eliminare intenzionalmente i simboli di chi è ritenuto “nemico”. Attraverso esempi tratti da guerre diverse si evidenzieranno alcuni problemi particolari, come l’utilizzo improprio di un edificio, la perdita del patrimonio immateriale, le reazioni della popolazione locale, il furto e il traffico illecito di beni culturali, i rischi legati alla ricostruzione e l’importanza dell’educazione di civili e militari, cercando di capire cosa si può imparare dal passato e quali domande può porsi un giornalista di fronte a questi temi, soprattutto se non ha la possibilità di accedere direttamente all’area di crisi. In collaborazione con l’Ordine dei Giornalisti del Trentino-Alto Adige. Partecipazione gratuita e iscrizione sulla piattaforma SIGeF.

Masterclass per videomaker, venerdì 15 ottobre 2021, dalle 9 alle 16. “Non basta un’idea brillante. Il percorso dal progetto al film”. Non basta un’idea brillante per passare da un progetto alla realizzazione di un documentario. Nella Masterclass proposta da RAM film festival, tre insegnanti d’eccezione guidano lungo il fondamentale percorso che fa maturare un’idea, dalla presentazione per i finanziamenti, alla scrittura di un soggetto e una sceneggiatura, all’approccio con le tematiche culturali e al documentario come testimonianza. Costo 50 euro comprensivo di pasto e materiale didattico. Iscrizione online sul sito del festival www.ramfilmfestival.it. Per info: rassegna@fondazionemcr.it.

Il regista Emanuele Gerosa
Programma: 8.45, accoglienza e registrazione; 9-11, “Il pitch: gettare le basi per passare da un’idea alla realizzazione di un film” con Emanuele Gerosa, regista e documentarista pluripremiato. Dopo i primi lavori selezionati in numerosi festival internazionali, completa nel 2015 il primo lungometraggio “Between Sisters” che ottiene premi e riconoscimenti in tutto il mondo. Nel 2019 finisce il nuovo film “One More Jump”, selezionato e premiato in numerosi film festival in Italia e all’estero, fra questi il prestigioso Prix Europa 2020 come miglior film documentario di tutti i broadcaster europei. Le regole d’oro del pitch. Il primo passo per realizzare un film è un’idea brillante, ma poi il percorso è molto lungo e uno degli aspetti più complessi è come preparare il materiale per poter coinvolgere nel progetto produttori, partners e finanziatori disposti a scommettere sulla nostra idea. Oltre al talento e alla tenacia ci vogliono anche una grande organizzazione e un metodo. Preparare un dossier e un teaser e presentare il proprio progetto a un pitch, sono degli step obbligatori se vogliamo avere qualche possibilità di cominciare a lavorare e poi portare a termine il nostro film. Coffee Break.

Il regista Francesco Mattuzzi
Ore 11.15-13.15, “Il cinema documentario come patrimonio culturale” con Francesco Mattuzzi, regista e documentarista. Nel 2010 ha presentato “Future Archaeology”, un film stereo 3D anaglifico nella sezione Orizzonti, alla Biennale di Venezia (67°) e nel 2016 “The Weight of Dreams” ha vinto il Premio RAI Cinema a Visioni dal Mondo International Film Festival di Milano. È stato selezionato come regista al Berlinale Talents 2016 ed è docente in film-making alla Libera Università di Bolzano. Cinema come testimonianza, interpretare un bene da conservare. La rappresentazione della realtà attraverso lo sguardo e la ricerca di nuove forme narrative. Dalla sala cinematografica all’installazione artistica in un museo. Pausa pranzo.

Il regista Dario Baldi
Ore 14-16, “Come scrivo il mio documentario. Scrivere il soggetto e la sceneggiatura del documentario. Principi di regia” con Dario Baldi. Regista, cresciuto in una famiglia dedita al cinema, dopo un passato da montatore, si dedica alla scrittura e alla regia realizzando diversi videoclip e pubblicità in Italia e all’estero, per poi passare al documentario, e infine al cinema. Ha collaborato con produzioni e clienti internazionali, tra cui Universal Music, BBC, Channel 4, Turner, Rai, Medusa. Realizza inoltre diversi film per il cinema con successo di critica e pubblico, e insegna cinema per diverse accademie. Produce con il suo studio, prodotti e opere di vario genere, spaziando dai crossmedia al cinema.
Commenti recenti