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Reggio Calabria. Il museo Archeologico nazionale apre il 2024 con il ciclo di tre conferenze “Reggio e oltre. Studi, ricerche e valorizzazione in Calabria” e con il progetto sperimentale “Dietro le quinte: visite al laboratorio di restauro del MArRC”

reggio-calabria_archeologico_buon-anno_locandinaCome si scopre un sito? Come si studiano resti umani, strutture, reperti o manufatti artistici? Come si presentano i dati per mezzo delle nuove tecnologie? A queste e altre domande risponderanno studiosi e ricercatori affermati protagonisti del ciclo di tre conferenze “Reggio e oltre. Studi ricerche e valorizzazione in Calabria” ideato e curato dall’Ufficio Collezioni del MArRC nelle quali presenteranno i loro progetti, spesso condotti in stretta collaborazione con noi. Il 2024 inizia dunque nel segno dell’apertura e della divulgazione per il museo Archeologico nazionale di Reggio Calabria. La partecipazione alle conferenze è gratuita e libera fino ad esaurimento posti. “Questo ciclo di tre conferenze”, spiega Daniela Costanzo, archeologa e funzionario responsabile dell’Ufficio Collezioni del Museo, “intende proiettare il Museo nel più ampio contesto della ricerca archeologica e storico-artistica nella nostra regione, proponendo al pubblico novità scientifiche sul doppio asse della ricerca e della valorizzazione del patrimonio”. E a gennaio il MArRC propone il progetto sperimentale “Dietro le quinte: visite al laboratorio di restauro del MArRC”. “Queste due iniziative”, interviene il direttore del MArRC, Filippo Demma, “sono le prime di un breve ciclo che occuperà i mesi di gennaio e febbraio 2024, ideato in queste settimane di lavoro per iniziare a riposizionare il Museo al centro del dibattito scientifico e aprire al pubblico spazi di conoscenza e riflessione, introducendolo anche nei luoghi finora meno accessibili o chiusi. L’idea alla base è che un museo Archeologico sia e debba essere un organismo vivo che alimenta la propria offerta culturale con lo sviluppo della ricerca e con la massima condivisione delle proprie metodologie di lavoro”.

reggio-calabria_archeologico_conferenze-reggio-e-oltre-studi-ricerche-e-valorizzazione-in-calabria_locandinaGiovedì 4 gennaio 2024, alle 17, in sala conferenze del museo Archeologico nazionale di Reggio Calabria, si terrà il primo incontro, con la relazione di Dario Piombino Mascali, università di Vilnius, sul tema “Osteobiografie o ricostruire il profilo biologico degli antichi. Riflessioni a partire dalla necropoli reggina di San Giorgio Extra”. Introdurranno l’incontro Daniela Costanzo (MArRC) e Andrea Maria Gennaro, funzionario responsabile della tutela per l’area urbana di Reggio Calabria per la soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio di Reggio Calabria e Vibo Valentia. Martedì 9 gennaio 2024, “La mostra Calabria angioina. Ricerca e tecnologie multimediali per valorizzare il patrimonio medievale”: si prosegue con le applicazioni multimediali per la valorizzazione del patrimonio: esperienze e potenzialità saranno indagate a partire dalla mostra curata da Stefania Paone (università della Calabria) al museo civico di Altomonte (Cs) e dedicata alla cultura artistica della Calabria Angioina, che espone anche un frammento di sarcofago in marmo del XV secolo raffigurante Maria Maddalena e Caterina d’Alessandria normalmente conservato nei depositi del MARC. Nell’ultimo appuntamento, martedì 16 gennaio 2024, “Ricerche archeologiche nella valle del Mercure-Lao: l’insediamento di Santa Gada di Laino Borgo”: Fabrizio Mollo dell’università di Messina, renderà noti i dati del suo scavo iniziato nel 2018 nel sito di Santa Gada di Laino Borgo (Cs): una scoperta recentissima che riscrive in parte la nostra conoscenza di un importante comparto dell’Italia antica, un punto di passaggio tra Jonio e Tirreno che collegava la Sibartitide con l’area del Vallo di Diano e del Lagonegrese, che ha visto avvicendarsi Enotri, Lucani e Romani.

reggio-calabria_archeologico_progetto-dietro-le-quinte-visita-al-laboratorio-di-restauro-del-marrc_locandinaSempre nel mese di gennaio 2024 per la prima volta il Laboratorio di Restauro del MArRC apre le porte al pubblico per mostrare il dietro le quinte delle attività di restauro e conservazione che si svolgono al suo interno. Nelle mattine del 10 – 11 – 17 gennaio 2024 Barbara Fazzari, funzionario responsabile del Laboratorio di Restauro del MArRC, propone il progetto sperimentale “Dietro le quinte: visite al laboratorio di restauro del MArRC”. Gli incontri di “Dietro le quinte: visita al laboratorio di restauro del Museo” si terranno su quattro turni di 30 minuti per 5 persone con prima partenza alle 10 e chiusura alle 12. I posti sono limitati a causa della dimensione degli spazi e per misure di sicurezza, pertanto è obbligatoria la prenotazione mezzo mail all’indirizzo man-rc.comunicazione@cultura.gov.it entro e non oltre il 5 gennaio, comunicando numero, nominativo ed età del partecipante. La partecipazione alle visite guidate nel Laboratorio è inclusa nel costo del biglietto. “Un’occasione unica per capire come il museo si prende cura delle opere, con approfondimenti su aspetti di conservazione, diagnostica e restauro”, dichiara Fazzari. La responsabile del Laboratorio di Restauro accompagnerà i visitatori a conoscere da vicino e con dimostrazioni pratiche i metodi e i processi di un affascinante lavoro che si svolge tra arte e scienza. Durante il percorso sarà possibile assistere ai cantieri didattici degli affreschi provenienti dalle Terme Romane di Via Marina e delle lastre in stucco provenienti dalla chiesa di Santa Maria Terreti restaurati dagli studenti del corso di laurea in Conservazione e Restauro dei Beni culturali dell’Università della Calabria sotto la guida della docente e restauratrice Anna Arcudi. Il pubblico potrà finalmente conoscere le attività conservative che si svolgono dietro le quinte del Museo, spesso poco note ai non addetti ai lavori.

Palermo. Al museo Archeologico regionale “Antonino Salinas” conferenza “La mummia del museo Salinas. L’abate Paternostro e i primordi dell’Egittologia in Sicilia”: storia di un ritrovamento nei depositi e della connessione tra Sicilia e Antico Egitto

palermo_archeologico_conferenza-la-mummia-del-museo-salinas_locandinaNascosta tra i numerosi reperti non esposti al pubblico che il Salinas conserva nei suoi magazzini, quasi dimenticata e sconosciuta a seguito dello scorrere del tempo, riemerge dal passato una preziosa mummia egizia. La ricerca scientifica sul ritrovamento, di grande rilevanza culturale, è stata affidata all’antropologo siciliano Dario Piombino-Mascali, e viene adesso, per la prima volta, presentata alla comunità cittadina. Se ne parla venerdì 22 settembre 2023, alle 17.30, al museo Archeologico regionale “Antonino Salinas” di Palermo, nella conferenza “La mummia del museo Salinas. L’abate Paternostro e i primordi dell’Egittologia in Sicilia”. Relatore Dario Piombino-Mascali (università di Vilnius). Introduce Caterina Greco (museo Salinas). Interverranno Selima Giorgia Giuliano (soprintendenza BB.CC.AA. Palermo), Laura Anello (fondazione Le Vie dei Tesori). Ingresso libero fino a esaurimento dei posti disponibili. Ripercorrendo la storia e l’evoluzione della pratica dell’imbalsamazione nell’antico Egitto, attraverso il fascino esercitato dalla terra dei faraoni nella Sicilia preunitaria, l’indagine della mummia del Salinas arricchisce il patrimonio culturale del più antico museo dell’isola. Sarà una straordinaria avventura nel tempo, mentre si scopre insieme l’affascinante connessione tra la Sicilia e l’Egitto antico. Un’opportunità unica per immergersi nella storia e nell’Egittologia in Sicilia.

Licodia Eubea (Ct). Alessandra Cilio, direttore artistico, traccia un bilancio della XII edizione del Festival della Comunicazione e del Documentario archeologico e dà qualche anticipazione dell’edizione 2023. Ecco a chi sono stati assegnati i tre premi in palio

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Alessandra Cilio accompagna gli ospiti nella visita del museo Archeologico “Antonino Di Vita” di Licodia (foto rica)

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Alessandra Cilio, archeologa

Sono passate tre settimane dalla chiusura della XII edizione del Festival della Comunicazione e del Cinema archeologico di Licodia. È tempo di bilanci. E non solo. La macchina organizzativa capitanata dai vulcanici direttori artistici Alessandra Cilio e Lorenzo Daniele è già al lavoro per la prossima edizione, calendarizzata per il periodo compreso tra l’11 e il 15 ottobre 2023. “In cantiere abbiamo già messo la seconda giornata di studi Dialoghi in Badia”, anticipa Alessandra Cilio, “e si sta lavorando alla stipula di protocolli di intesa con Università e Centri di Studio italiani e stranieri, volti a una maggiore promozione dell’evento all’interno degli ambienti accademici e a una effettiva collaborazione tra il festival e queste realtà. Stiamo inoltre pensando all’attivazione di un workshop di produzione audiovisiva con professionisti del settore da riservare ad una selezione di partecipanti”. Ma non solo: “Stiamo anche pensando a un modo per coinvolgere in modo più attivo la comunità licodiana e le sue realtà locali (associazioni culturali, imprese e società), così da rendere ancora più chiaro e trasparente l’intento di questa manifestazione: la promozione della cultura audiovisiva archeologica ed antropologica, ma anche la valorizzazione intelligente dei luoghi, della gente e delle tradizioni che fanno di Licodia Eubea splendida e necessaria alla buona riuscita di questo evento, che è bello perché non vuole essere di nessuno in particolare, ma di tutti”.

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Gli “aperitivi” del Festival di Licodia sono stati garantiti dagli studenti dell’istituto Alberghiero di Modica e Chiaramonte Gulfi (foto rica)

Come è andata l’edizione 2022? “È stata un’annata difficile, questa”, cerca di sintetizzare Alessandra Cilio. “Difficile nel senso che per la prima volta abbiamo fissato, anche in fase di programmazione, l’idea di un festival diffuso, capace di portare il pubblico ad approfondire la conoscenza del paese che ospita la manifestazione, Licodia Eubea, attraverso la dislocazione di alcuni eventi collaterali in punti nevralgici come il museo “Antonino Di Vita” (proiezione del film “Noto, 1693. Il giorno della paura” in VR con visori ad hoc), la Badia (aperitivi, lunch ed esposizione permanente del progetto sonoro di Enzo Cimino “Armonizzazione Universale”), l’ex chiesa di Santa Chiara e San Benedetto (mostra “Didascalico!” di Pierluigi Longo), gli spazi esterni del teatro della legalità (mostra di fotografia “Gli Italiani” di Vittorio Daniele), le rovine del Castello Santa Pau e il borgo medievale (visite guidate e performance di Margherita Peluso e Meline Saoirse)”.

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Lorenzo Daniele e Alessandra Cilio sul palco del teatro della Legalità una delle sedi del Festival della Comunicazione e del Cinema Archeologico di Licodia (Ct) (foto rica)

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Santo Randone, sindaco di Licodia Eubea (foto rica)

I film in concorso. “I veri protagonisti del festival sono stati, ancora una volta, i film in concorso”, continua Cilio. “Quest’anno si è deciso di aumentare il numero delle proiezioni, raddoppiandolo. Questo è stato possibile sia per via delle numerosissime richieste pervenute (oltre 400) da tutto il mondo, ma anche per la possibilità di adoperare una vera sala cinematografica messa a disposizione dal Comune di Licodia Eubea. Il Teatro della Legalità è stato inaugurato dalla XII edizione del nostro festival e di questo siamo felici. Felici anche di aver riscontrato, da parte della nuova Amministrazione del sindaco Santo Randone, un forte interesse nei confronti di questa manifestazione che, in cinque giorni, riesce a rivitalizzare l’indotto del paese e a promuoverlo dal punto di vista turistico a livello internazionale. La promozione di un territorio attraverso un evento è tanto più forte quanto più “internazionale” è la gente che vi prende parte. Quest’anno abbiamo avuto il piacere di ospitare non solo 42 film provenienti da Paesi come l’Italia, la Francia, il Belgio, l’Inghilterra, la Serbia, la Spagna, il Portogallo, la Grecia, la Polonia, la Turchia, l’Iran, l’India, la Malesia, l’Indonesia, l’Egitto, gli Stati Uniti, l’Argentina e il Brasile, ma anche di accogliere un cospicuo numero di rappresentanti delle delegazioni artistiche delle opere in concorso (oltre una trentina), riunitesi a Licodia Eubea da luoghi come Istanbul, Atene, Palermo, Pisa, Barcellona, Pune, Brighton, Parigi e Pančevo, e che a Licodia Eubea, tra un film, un aperitivo e un’escursione, hanno stretto contatti e creato legami, tra di loro ma anche con i partecipanti all’evento”.

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Frame del film “Pérou, sacrifices au Royaume de Chimor” del regista francese Jerôme Semla

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Lorenzo Daniele e Alessandra Cilio consegnano il premio Archeovisiva al regista Jerôme Semla (foto rica)

I film premiati. Il Premio ArcheoVisiva, assegnato al miglior film secondo la giuria di qualità, composta dai registi Jean Marc Cazenave e Stavros Papageorghiou, dal presidente del Cineclub di Roma Angelo Tantaro e da Fulvia Toscano, già membro della Sicilia Film Commission, è andato al film “Pérou, sacrifices au Royaume de Chimor” (Francia, 2022; 90’) del regista francese Jerôme Semla, tra gli ospiti presenti a Licodia. Una scoperta archeologica senza precedenti di diverse centinaia di bambini e lama sacrificati ha portato alla luce il Regno di Chimor, situato nell’attuale Perù settentrionale. Come e perché sono stati compiuti questi sacrifici? Raccontata come un “cold case”, questa indagine archeologica internazionale è destinata a rivelare i misteri della più potente civiltà andina prima degli Incas, che prosperò per oltre cinque secoli. Questa la motivazione: “Si tratta di un film particolare, perché osa affrontare un argomento difficile come il rituale dei sacrifici umani, facendolo con abilità, seguendo indagini rigorosamente scientifiche, e mostrando rispetto ed empatia nei confronti delle vittime. È stato commovente anche perché ci sentiamo vicini agli scienziati, il cui destino è quello di indagare e studiare quell’enorme scena del crimine. Abbiamo apprezzato la sensibilità della sceneggiatura, la fotografia accurata e la regia elegante. La promessa di raccontare una grande storia in 90 minuti è stata mantenuta”.

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Frame del film “Mamody, the last baobab digger” di Cyrille Cornu,

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La cerimonia di consegna del Premio Archeoclub d’Italia con Mariada Pansera, presidente Archeoclub d’Italia di Augusta, al film più votato dal pubblico in sala alla XII edizione del Festival di Licodia (foto rica)

Il Premio Archeoclub d’Italia, per il film più apprezzato dal pubblico che ha partecipato alle proiezioni in sala, è stato assegnato al film “Mamody, the last baobab digger” (Francia, 2022; 48’), di Cyrille Cornu,. A consegnare il premio, Mariada Pansera, presidente dell’Archeoclub d’Italia di Augusta. Nel sud-ovest del Madagascar, l’altopiano di Mahafaly è una terra estremamente arida. Qui le piogge cadono solo poche volte all’anno. In queste condizioni di vita molto difficili, gli abitanti del piccolo villaggio di Ampotaka hanno trovato una soluzione unica per immagazzinare acqua.

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Maria Antonietta Rizzo Di Vita, docente di Etruscologia e antichità all’università di Macerata e vedova del noto archeologo, consegna il premio Antonino Di Vita a Eugenio Farioli Vecchioli, autore e regista televisivo (foto rica)

Premio Antonino Di Vita. È andato a Eugenio Farioli Vecchioli, autore e regista televisivo, il Premio Antonino Di Vita dell’XII edizione del Festival della Comunicazione e del Cinema Archeologico di Licodia Eubea, assegnato a una personalità distintasi per particolari meriti nella valorizzazione e promozione del patrimonio artistico e culturale. A consegnarlo è stata Maria Antonietta Rizzo Di Vita, docente di Etruscologia e antichità all’università di Macerata e vedova del noto archeologo, con queste motivazioni: “Regista e sceneggiatore di documentari, è autore di programmi televisivi dedicati al patrimonio culturale nazionale e internazionale. Il suo lavoro si distingue per la scelta di promuovere una comunicazione archeologica di alto livello, capace di coniugare il rigore scientifico alla grammatica filmica, raggiungendo il grande pubblico attraverso un medium di massa come la tv senza mai scivolare nell’omologazione. Per aver dato voce a quel vasto patrimonio diffuso minore che fatica a emergere oltre i confini locali, ma anche alle “minoranze” della Grande Storia; per l’azione consapevolizzante del valore sociale delle professionalità legate al patrimonio culturale, ma anche per la trasversalità dei temi trattati, capaci di suggerire sempre una rilettura dell’Antico alla luce del nostro tempo; per la capacità di rendere l’Uomo, quello di ieri così come quello di oggi, protagonista del suo racconto”.

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L’apertura in Badia della Prima Giornata di Studi dedicata alla comunicazione del patrimonio culturale (foto rica)

Non solo film. “Abbiamo cercato di diversificare l’offerta culturale, declinandola in tutte le sue possibili accezioni”, riprende Alessandra Cilio. “Per cominciare, il 12 ottobre abbiamo inaugurato la Prima Giornata di Studi dedicata alla comunicazione del patrimonio culturale. Si è deciso di strutturarla in tre sessioni principali (editoria, audiovisivo e accessibilità/inclusività), dando parola a 12 specialisti del settore che portassero sul banco i risultati delle loro personali esperienze e dessero vita, assieme ai partecipanti (studenti universitari, operatori museali, professionisti e semplici appassionati) ad un dibattito costruttivo, ad un dialogo (come recita il titolo dell’evento: “Dialoghi in Badia”) finalizzato ad un’analisi basata su fatti concreti di temi spesso affrontati in maniera astratta all’interno di università e luoghi di lavoro. La qualità dei relatori e la partecipazione attiva del pubblico ci ha fatto comprendere quanto sia importante, all’interno del nostro festival, stabilire simili momenti di riflessione, e ci ha portato a decidere di pubblicare, nei prossimi mesi, gli Atti ufficiali della giornata, in attesa di una seconda e altrettanto ricca edizione”.

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Margherita Peluso nella performance Armonizzazione Universale alla XII edizione del Festival della Comunicazione e del Cinema archeologico (foto rica)

Arti visive. “Come sempre, abbiamo mantenuto l’appuntamento con gli amanti della fotografia e delle arti visive, ospitando due preziose mostre in prima assoluta: una di fotografia, Gli Italiani di Vittorio Daniele, ed una di grafica, Didascalico! di Pierluigi Longo. I locali della Badia sono stati inoltre lo spazio scelto dal sound artist Enzo Cimino per le sue istallazioni, che hanno messo insieme il potere evocativo della natura con quello delle sonorità generate dalle stesse piante attraverso un complesso sistema di mixer e sintetizzatori. Il centro storico, invece, si è trasformato in teatro all’aperto, grazie alle esibizioni di Meline Saoirse e Margherita Peluso, che ancora una volta ha sottolineato l’importanza del legame tra gli uomini ma anche tra l’essere umano, la Terra e la Memoria”.

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Incontro con Carmelo Siciliano alla XII edizione del Festival della Comunicazione e del Cinema Archeologico di Licodia (foto rica)

Incontri. “Non abbiamo trascurato neanche la musica, invitando Carmelo Siciliano a parlare del suo ultimo libro Sentire la Grecia. In viaggio fra musiche e tradizioni, una vera e propria guida di viaggio che illustra le peculiarità delle regioni della Grecia e delle sue isole attraverso le danze e le sonorità. Sonorità che sono state regalate anche al pubblico licodiano la sera del 15 ottobre attraverso una serie di suggestivi brani suonati dall’autore, affermato musicista, con bouzouki e oud. E l’antropologo Dario Piombino Mascali, studioso di chiara fama e al tempo stesso uomo dalla spiccata sensibilità, ha trattato un tema toccante, quello del complesso rapporto tra morte e infanzia, collegandosi ad alcune delle opere in concorso nella giornata del 14 ottobre, come Ninos de los Andes di Aldana Loiseau (Argentina)  e Pérou, sacrifices ou Royaume de Chimor di Jerome Scemla (Francia)”.

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La proiezione del film in Virtual Reality “Noto (1693). Il giorno della paura” al museo civico “Antonino Di Vita” (foto rica)

Le proiezioni del film in Virtual Reality “Noto (1693). Il giorno della paura” sono avvenute all’interno del museo civico “Antonino Di Vita”. “Per gentile concessione del Comune di Noto è stato possibile offrire un’esperienza immersiva a quanti facessero richiesta, adoperando gli speciali visori che rendono la proiezione del film estremamente affascinante. L’idea di dislocare la VR experience in un luogo relativamente “decentrato” dalla sala proiezioni si è rivelata vincente proprio per il cospicuo numero di presenze registrate che, nell’attesa del proprio turno, hanno potuto visitare gli spazi espositivi del museo archeologico, incrementando così la propria conoscenza del sito che ospita il festival e delle sue più rilevanti testimonianze materiali”.

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Il desk e il bookshop del Festival della Comunicazione e del Cinema Archeologico di Licodia (foto rica)

Qualche considerazione finale. “Se il “confine” (parola che suona come il leit motiv di questa annata) può essere declinato tanto dal punto di vista geografico che culturale, funziona anche quando si parla di cinema: di chi, cioè, lo fa e di chi lo fruisce. Un festival è questo: una festa, nella quale ci si riunisce. E in cui simili barriere, eccezionalmente, cadono, rivelando la profonda umanità che sta dietro proprio chi fa il cinema e chi lo guarda. Il collante? Sempre lui: l’Uomo. Di oggi, di ieri, di domani. Con le sue credenze, le sue fragilità, le sue convinzioni. Con la sua Arte, anche”, commenta Alessandra Cilio, che conclude: “Sono contenta della varietà data al cartellone di quest’anno. Io e Lorenzo siamo riusciti a mettere insieme diverse premiere e film di recente produzione interessanti, piacevoli. La programmazione ha cercato di tener conto del tema sviluppato nell’opera, ma anche della provenienza, del genere (documentario classico, docu-drama, docu-fiction, cortometraggio, corto animato) e della durata, così da soddisfare diversi target di pubblico. Siamo soddisfatti anche dei risultati relativi al Premio Internazionale della Giuria di Qualità “Archeovisiva” e al Premio “Archeoclub d’Italia”; quest’ultimo, decretato dal pubblico, permette di avere una interessante restituzione del gradimento delle opere in concorso durante le cinque giornate”.

Licodia Eubea (Ct). Al via la XII edizione del Festival della Comunicazione e del Cinema archeologico: 35 film in concorso (con 11 prime internazionali), tre premi, e un intero paese coinvolto. Il tema di quest’anno è “Confini”: linee di demarcazione ma anche punti di contatto

licodia-eubea_festival-comunicazione-e-cinema-archeologico_2022_locandinaCento pagine. Per un saggio di archeologia? Per un romanzo a soggetto storico-archeologico? Niente di tutto questo. Quelle cento pagine sono servite ai ragazzi di Archeovisiva, l’associazione culturale promotrice dell’evento insieme all’Archeoclub d‘Italia di Licodia Eubea “Mario Di Benedetto”, per realizzare il catalogo che descrive i film, gli eventi e lo spirito che animeranno, dal 12 al 16 ottobre 2022, il Comune di Licodia Eubea per la XII edizione del Festival della Comunicazione e del Cinema archeologico.

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Giacomo Caruso, presidente dell’Archeoclub di Licodia Eubea, tra i direttori artistici Lorenzo Daniele e Alessandra Cilio (foto RDCA)

Filo rosso di questa edizione è l’idea di CONFINE: che sia tangibile o meno, fisico o culturale, da percorrere o superare, il confine rappresenta il collante tra film, incontri, mostre ed eventi collaterali. “I confini costituiscono dei limiti condivisi con altri, delle linee di demarcazione tra realtà fisiche, sociali, culturali”, scrivono nell’introduzione del catalogo i direttori artistici Alessandra Cilio e Lorenzo Daniele. “Al tempo stesso, rappresentano dei punti di contatto, in grado di incidere nelle relazioni e nei rapporti, disegnando ponti o marcando fratture tra individui, popoli e società. È proprio la trasversalità interpretativa di questo termine, assieme alla sua grande attualità, a farne il fil rouge ideale per la XII edizione del Festival della Comunicazione e del Cinema Archeologico, un filo che si dipana all’interno dell’intero programma, dalla sezione cinematografica a quella degli eventi collaterali, e che coinvolge gli spazi stessi della manifestazione, non più limitati a una sala proiezioni ma diffusi in tutto il territorio licodiano: il nuovo Teatro della Legalità, l’ex Chiesa di San Benedetto e Santa Chiara, il Museo civico “Antonino Di Vita” e i suggestivi scorci del suo centro storico, dal Castello Santa Pau a piazza Stefania Noce”.

Qualche numero della dodicesima edizione del Festival della Comunicazione e del Cinema archeologico. Sono 35 i film in concorso, in visione al Teatro della Legalità da mercoledì 12 a domenica 16 ottobre 2022, per la sezione Cinema e Archeologia, con 11 prime internazionali, 4 nazionali e 18 regionali, che provengono da 14 Paesi (Andorra, Argentina, Belgio, Francia, Gran Bretagna, Grecia, India, Indonesia, Iran, Italia, Portogallo, Serbia, Spagna, Turchia). Tre i premi che verranno assegnati: Premio Archeoclub d’Italia al film più votato dal pubblico presente in sala; Premio ArcheoVisiva al film migliore selezionato dalla giuria internazionale di qualità. Premio Antonino Di Vita: assegnato a chi spende la propria professione nella promozione della conoscenza del patrimonio storico-artistico e archeologico. E poi, sempre al Teatro della Legalità, venerdì 14 e sabato 15 ottobre, ci sono sei film in concorso per la sezione Ragazzi e Archeologia, con 2 prime internazionali, 1 nazionale e 3 regionali, insieme ad attività didattiche per le scuole. E domenica, ancora al Teatro della Legalità, si apre la Finestra sul Documentario siciliano. “Le tante opere in concorso quest’anno provengono dal mondo intero, ed affrontano in modo più o meno diretto la tematica del CONFINE”, scrivono ancora Cilio e Daniele. “Lo fanno con grande originalità e sensibilità, adottando tecniche narrative e stilistiche spesso inedite. Il confine si pone tra cielo e terra, fra terra e abissi, tra vita e morte. Ma è anche lo spazio di un palcoscenico, quello su cui una storia va in scena: linea di separazione tra realtà e finzione o passaggio attraverso cui la vita può “sconfinare” nel sogno? O ancora, uno scavo archeologico, confine tangibile e intangibile al tempo stesso: un’interfaccia tra il mondo di oggi e di chi lo vive nella sua contemporaneità, e il mondo come è stato e chi lo ha abitato prima di noi. È il varco, il limen – non più il limes – a quanto spesso ci appare inaccessibile, indefinibile, sfuggente. Un varco aperto, che aspetta solo di essere oltrepassato”. Completano e arricchiscono il programma del Festival al Teatro della Legalità gli “Incontri con l’Autore”. Venerdì 14, con l’antropologo e paleopatologo Dario Piombino-Mascali su “Bioarcheologia dell’infanzia”. Sabato 15, con Carmelo Siciliano, presidente dell’associazione culturale Filellenica con il libro “Sentire la Grecia. In viaggio fra musiche e tradizioni”. Domenica 16, con Mariada Pansera, presidente Archeoclub d’Italia di Augusta (Sr) per il ciclo “L’Archeoclub d’Italia si racconta”.