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Rovereto (Tn). “Al cinema e oltre”: alla Fondazione Caritro anteprima RAM film festival “Sguardi sull’acqua” con presentazione del programma 2025 e incontro con Behrouz Boochani, giornalista, poeta e documentarista curdo-iraniano, autore di “Libertà. Solo Libertà”

Il RAM film festival – Rovereto Archeologia Memorie si presenta alla città e al pubblico. Venerdì 19 settembre 2025, alle 18.30, in sala Conferenze della Fondazione Caritro, in piazza Rosmini 5 a Rovereto (Tn), “Al cinema e oltre” anteprima dell’edizione 2025 del festival che da 36 anni racconta il patrimonio culturale attraverso il cinema, con presentazione del programma 2025 del festival “Sguardi sull’acqua” e incontro con Behrouz Boochani, giornalista, poeta e documentarista curdo-iraniano, autore di “Libertà, solo Libertà” (add editore,  2024): resistere nell’inferno dei centri di detenzione per migranti, lato oscuro delle democrazie. L’incontro è moderato da Giorgio Gizzi (Libreria Arcadia). Organizzano la serata: RAM film festival (Fondazione Museo Civico) con Tre Volte Lucy – i festival di Lucy e add editore, in collaborazione con Comune di Rovereto e con Biblioteca Civica Tartarotti, Patto per la Lettura – Rovereto, Libreria Arcadia. La partecipazione è gratuita, su prenotazione obbligatoria > www.ticketlandia.com/m/event/19-settembre-cinema-e-oltre.

Copertina del libro “Libertà, solo libertà” di Behrouz Boochani

Fuggito nel 2013 dall’Iran per salvarsi la vita, Behrouz Boochani ha cercato di ottenere lo status di rifugiato in Australia, ma è stato confinato insieme a migliaia di altri richiedenti asilo a Manus, un’isola in mezzo al Pacifico. Una prigionia durissima senza alcuna accusa, né condanna. Da lì, attraverso centinaia di messaggi inviati al cellulare dell’amico Omid Tofighian, Boochani ha composto il suo straordinario memoir “Nessun amico se non le montagne” (add editore, 2019), testimonianza di un vero e proprio atto di resistenza. Nel 2019 Boochani vince il Victorian Prize, il più prestigioso premio letterario australiano. Ancora detenuto a Manus, pronuncia il suo discorso di accettazione. Ora la voce di Behrouz Boochani torna con “Libertà, solo libertà” (add editore, 2024), una raccolta degli articoli giornalistici scritti durante e dopo la prigionia e di testi narrativi inediti. Ne emerge una voce profondamente umana che denuncia l’indegnità della condizione dei richiedenti asilo detenuti in tutto il mondo, la complessità dell’esperienza dei profughi e la natura surreale dell’isola-prigione. La riflessione, arricchita dal contributo di giornalisti, critici culturali e storici che ne hanno sostenuto la vicenda umana e intellettuale, dà vita al resoconto commovente e creativo della lotta di uno scrittore che ha reso pubblici gli effetti delle politiche di confine.

Rovereto (Tn). Al via al museo civico “I giovedì dell’archeologia”, quest’anno dedicati alle civiltà precolombiane andine e amazzoniche. Apre Elisa Cont (GEP, Barcellona) su “Tiwanaku: arte, iconografia e sciamanesimo in un’antica civiltà andina”

rovereto_archeologico_giovedì-dell-archeologia_locandinaA Rovereto torna anche quest’anno il ciclo di conferenze “i giovedì dell’archeologia”, quest’ano dedicati alle civiltà precolombiane andine e amazzoniche, organizzato dalla Società Museo Civico di Rovereto con la Fondazione Alvise Comel e la Fondazione Museo Civico di Rovereto, e con il sostegno della Provincia autonoma di Trento, della Comunità della Vallagarina e del Comune di Rovereto. Appuntamento in sala convegni “Fortunato Zeni” al museo di Scienze e Archeologia in borgo Santa Caterina 41 a Rovereto (Tn). Tre gli appuntamenti: 3 aprile 2025, alle 18, “Tiwanaku: arte, iconografia e sciamanesimo in un’antica civiltà andina” con Elisa Cont, Grupo de Estudios Precolombinos (GEP, Barcellona); 10 aprile 2025, alle 18, “Le mummie peruviane: un viaggio attraverso il tempo” con Federico Mosna, Pontificia Universidad Catòlica del Perù (PUCP, Lima); 17 aprile 2025, alle 18, “Amazônia revelada. Il progetto di mappatura dei siti archeologici amazzonici” con Riccardo Rella, Museu da Amazonia (MUSA, Manhaus). Partecipazione libera e gratuita.

rovereto_archeologico_giovedì-dell-archeologia_tiwanaku_locandina-finaleSi inizia dunque giovedì 3 aprile 2025, alle 18, con “Tiwanaku: arte, iconografia e sciamanesimo in un’antica civiltà andina” di Elisa Cont – Grupo de Estudios Precolombinos (GEP, Barcellona). La civiltà Tiwanaku è una delle più affascinanti e misteriose culture precolombiane delle Ande. L’arte tiwanakota è conosciuta per le sue straordinarie opere litiche e per la sua tipica iconografia geometrica, rappresentata negli oggetti rituali dell’epoca. Le immagini incise, dipinte o tessute su differenti materiali cerimoniali rifletterebbero l’esistenza, in questa antica cultura andina, di avanzate conoscenze scientifiche, di principi cosmico-religiosi e di varie pratiche sciamaniche volte alla ricerca di un equilibrio tra esseri umani, divinità e natura.

Rovereto. Al museo di Scienze e Archeologia per “I giovedì dell’archeologia”, Paolo Bellintani dell’Umst – soprintendenza di Trento parla di “Frattesina e le vie dell’ambra nella Protostoria europea”, un nodo strategico in una complessa rete di scambi dal Baltico al Levante mediterraneo

rovereto_civico_i-giovedì-dell-archeologia_frattesina-e-le-vie-dell-ambra-nella-protostoria-europea_locandina“Frattesina e le vie dell’ambra nella Protostoria europea” è il tema affrontato da Paolo Bellintani dell’Umst – soprintendenza per i Beni e le Attività culturali della Provincia Autonoma di Trento, giovedì 18 aprile 2024, alle 18, nel secondo dei due appuntamenti de “I giovedì dell’archeologia”, i tradizionali incontri con gli esperti per gli appassionati dell’antico, a ingresso gratuito al museo di Scienze e Archeologia di Rovereto, organizzati dalla Società Museo Civico di Rovereto, con la Fondazione Museo Civico e la Fondazione Alvise Comel, e con il sostegno del Comune di Rovereto, della Comunità della Vallagarina e della Provincia autonoma di Trento. La partecipazione è libera e gratuita. L’attività è riconosciuta ai fini dell’aggiornamento per gli insegnanti e del credito formativo per gli studenti della scuola secondaria di secondo grado.

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L’archeologo Paolo Bellintani del CPSSAE segue gli scavi nel sito del villaggio protostorico di Frattesina (Ro) (foto graziano tavan)

Alla fine dell’età del Bronzo, tra XII e X sec. a.C. ca., lungo un ramo scomparso del Po e a ca 40 km dal suo antico delta e dalla costa adriatica nord-occidentale, si sviluppò un centro abitato a metà strada tra il villaggio e la città, in cui ad un’economia di sussistenza a base agricola si affiancò un sistema produttivo e di scambio mai visto in precedenza nel Nord Italia. Frattesina di Fratta Polesine (Rovigo – Veneto) fu una sorta di “Venezia della Protostoria”, ossia un nodo strategico all’interno di una complessa rete di scambi, estesa dal Baltico al Levante mediterraneo, necessaria all’approvvigionamento di materie prime e prodotti, come metalli, ambra, vetro, avorio, ecc., di fondamentale importanza nelle dinamiche di auto-rappresentazione delle élite dominanti sia delle opulente civiltà vicino orientali che delle comunità tribali dell’Europa “barbarica” dell’età del Bronzo.

Rovereto. Al museo di Scienze e Archeologia per “I giovedì dell’archeologia”, Massimo Capulli dell’università di Udine parla di “Strade d’acqua: navi e navigazione interna in epoca antica” partendo dalle ricerche archeologiche subacquee nel fiume Stella

rovereto_civico_i-giovedì-dell-archeologia_strade-d-acqua_locandinaI fiumi sono le grandi vie di comunicazione del presente ma ancor più del passato, testimoni del sorgere e del fiorire delle civiltà. Ma anche fili rossi che intrecciano le storie dei popoli, e che ne conservano le tracce. Se ne parla, giovedì 11 aprile 2024, nel primo dei due appuntamenti de “I giovedì dell’archeologia”, i tradizionali incontri con gli esperti per gli appassionati dell’antico, alle 18, a ingresso gratuito al museo di Scienze e Archeologia di Rovereto. Massimo Capulli, dell’università di Udine, intratterrà il pubblico su “Strade d’acqua: navi e navigazione interna in epoca antica”. Il ciclo è organizzato dalla Società Museo Civico di Rovereto, con la Fondazione Museo Civico e la Fondazione Alvise Comel, e con il sostegno del Comune di Rovereto, della Comunità della Vallagarina e della Provincia autonoma di Trento. La partecipazione è libera e gratuita. L’attività è riconosciuta ai fini dell’aggiornamento per gli insegnanti e del credito formativo per gli studenti della scuola secondaria di secondo grado.

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Massimo Capulli (università di Udine)

La quasi totalità delle grandi civiltà del nostro passato è sorta lungo i fiumi o lungo coste che ben erano interconnesse all’entroterra tramite corsi d’acqua: una su tutte Roma. I fiumi sono il sistema vascolare del nostro pianeta e all’uomo hanno sempre fornito acqua per bere, cucinare o irrigare, quando ne ha avuto la tecnologia, anche energia da sfruttare. Ma i fiumi sono anche strade che non necessitano di disboscamenti e di essere lastricate: come possono quindi non conservare tracce importanti del passato? Oltre 10 anni di ricerche archeologiche subacquee nel fiume Stella, in Friuli, hanno dimostrato come molte pagine di storia possano ancora essere scritte, non solo sulle attività che l’uomo ha promosso lungo i diversi corsi d’acqua, ma soprattutto sui tanti territori che hanno attraversato.

Il secondo appuntamento giovedì 18 aprile 2024 sarà con Paolo Bellintani su “Frattesina e le vie dell’ambra nella Protostoria europea”, sempre alle 18.00, in sala conferenze “Fortunato Zeni” del museo civico di Rovereto. Ingresso libero.

Rovereto (Tn). Prende forma il progetto “Le eredità di Paolo Orsi”: due giorni di confronto, coordinati dall’archeologo Maurizio Battisti, per creare una rete di enti – dal Trentino a Calabria e Sicilia – interessati a valorizzare la straordinaria figura dell’archeologo roveretano

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L’archeologo roveretano Paolo Orsi (foto fmcr)

Due giorni per mettere le basi del progetto “Le eredità di Paolo Orsi”, promosso dalla Fondazione Museo Civico, sotto l’egida del Comune di Rovereto e nella cornice di progetti culturali supportati da Fondazione Caritro. Con un obiettivo: creare una rete di enti interessati a valorizzare la straordinaria figura dell’archeologo roveretano. L’appuntamento è al museo della Città di Rovereto il 17 e il 18 novembre 2023 dove si ritroveranno alcuni degli enti che hanno già dato adesione tra cui l’Accademia degli Agiati, la Biblioteca civica “G. Tartarotti”, la soprintendenza per i Beni culturali della Provincia autonoma di Trento, l’università di Trento, il museo e parco archeologico nazionale di Locri Epizefiri (RC), la direzione regionale dei Musei della Calabria, il parco archeologico e naturalistico della Valle dei Templi, il Comune di Santa Severina (Kr), del Comune di Locri (RC), la Scuola di Specializzazione in Beni archeologici di Siracusa, la soprintendenza per i Beni culturali e ambientali di Palermo, il parco archeologico e paesaggistico di Siracusa e museo Archeologico regionale “Paolo Orsi”. Inoltre la rete ha già l’adesione informale di altri soggetti nazionali e internazionali, come ad esempio la Scuola Archeologica Italiana di Atene, e l’obiettivo comune è quello di continuare ad ampliarla.

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Frame del film “Paolo Orsi. La meravigliosa avventura” di Andrea Andreotti

Paolo Orsi, archeologo che ha visto l’inizio della sua straordinaria carriera a Rovereto e in particolare al Museo Civico, è stato uno studioso eccezionale e instancabile, capace di tessere legami che vivono ancora oggi tra la sua terra d’origine e le regioni dove maggiormente ha operato, in Sicilia e in Calabria. Ma la sua influenza è sentita in tutta Italia e all’estero grazie alla capacità di intrattenere relazioni scientifiche e a un metodo di lavoro che è diventato uno dei cardini della ricerca archeologica. La Fondazione Museo Civico di Rovereto, con il sostegno del Comune di Rovereto, non ha mai smesso di lavorare alla valorizzazione di uno dei suoi personaggi più illustri, e ha realizzato eventi, pubblicazioni e mostre in suo onore. Negli ultimi anni, di particolare rilievo è l’acquisizione dagli eredi del suo epistolario privato, il cui studio e messa in rete nell’ambito di alcuni progetti sostenuti dalla fondazione Caritro hanno permesso di gettare una luce del tutto unica sul grande archeologo.

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Ritratto dell’archeologo Paolo Orsi, nato a Rovereto nel 1859 (foto fmcr)

L’incontro, coordinato dall’archeologo del museo civico Maurizio Battisti, prevede la presentazione del progetto e dei soggetti presenti, e una giornata “operativa”, dove verranno concordati da parte degli esperti aggiornamenti alla pagina di Wikipedia relativa all’archeologo, grazie anche alla presenza di un rappresentante di Wikimedia Italia. Sarà inoltre presentato un progetto di realizzazione di una pagina dedicata a Paolo Orsi sulla piattaforma Vikidia, l’enciclopedia on line dei ragazzi (classe III C, SSPG “Degasperi”, I.C. Isera-Rovereto).

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L’archeologo Paolo Orsi raccoglie appunti seduto su un capitello del tempio di Apollo Aleo, appena scoperto a Punta Alice nel Crotonese (foto fmcr)

Il programma. Venerdì 17 novembre 2023, museo della Città. Alle 15.30, accoglienza; 15.45, saluti istituzionali: Giovanni Laezza, presidente della Fondazione Museo Civico Rovereto; Micol Cossali, assessore alla Cultura del Comune di Rovereto; 16, Maurizio Battisti, responsabile sezione Archeologia della Fmcr, presenta il progetto “Le eredità di Paolo Orsi”; 16.30, presentazione degli enti invitati a collaborare; 18, Maurizio Battisti presenta il programma della giornata successiva con intervento di Matteo Ruffoni di Wikimedia Italia. Sabato 18 novembre 2023. Sala conferenza della Fondazione Caritro. Alle 9, Maurizio Battisti descrizione della pagina web di Wikipedia dedicata a Paolo Orsi; 9.30, tavola rotonda: proposte e registrazione correzioni, modifiche e implementazioni alla pagina (da mettere in opera nei giorni successivi). La discussione continua anche dopo la pausa caffè; 12, presentazione del progetto di una pagina dedicata a Paolo Orsi sulla piattaforma Vikidia, l’enciclopedia on line per i ragazzi, a cura della III C dell’istituto “Alcide Degasperi” di Rovereto.

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L’archeologo roveretano Paolo Orsi “protagonista” della giornata di studi al museo della Città di Rovereto

“Il museo sta lavorando da molto tempo sugli archivi di Paolo Orsi”, dichiara Giovanni Laezza, “e questo nuovo progetto permetterà di rinnovare legami con istituzioni di tutta Italia per favorire gli scambi, promuovere occasioni di approfondimento, verificare anche la correttezza delle informazioni sul web. Con la creazione di una rete, sebbene informale, auspichiamo il fiorire di tante altre iniziative nel tempo”. E Micol Cossali: “Paolo Orsi è l’incarnazione di una città che ha saputo affiancare la vocazione commerciale con quella per la cultura e dove l’archeologo roveretano ha potuto trovare terreno fertile per coltivare la propria passione fino a diventare lo straordinario archeologo che tante pagine della nostra storia ha riscoperto. La rete che attorno alla sua figura si è venuta a creare grazie alla Fondazione Museo Civico e a tutti gli attori coinvolti, rappresenta una occasione di crescita nel solco da lui tracciato”.

Rovereto. Presentata la 34.ma edizione del RAM film festival: 62 film in concorso, 31 première, 29 documentari ed eventi sul focus “Sguardi sul clima”. Gli interventi esclusivi della direttrice Cattoi e della coordinatrice Beretta

rovereto_rassegna-RAM-2023_locandinaIl conto alla rovescia è cominciato. Mancano poco più di due settimane all’apertura della 34.ma edizione del RAM film festival di Rovereto, in programma dal 4 all’8 ottobre 2023. Con un nuovo focus di grande attualità “Sguardi sul clima”: nelle cinque giornate il festival darà spazio dedicherà spazio con alcuni dei film in concorso e importanti momenti di approfondimento proprio al tema sempre più urgente dell’emergenza climatica. I siti archeologici a rischio, le aree costiere che non potranno rimanere indenni all’innalzamento dei mari, monumenti e città, come la stessa Venezia, sul cui futuro va posta la giusta e urgente attenzione. Prima che sia troppo tardi. Si parlerà di tutto questo a Rovereto con incontri dedicati, momenti di approfondimento, presentazioni di libri, ma soprattutto attraverso i film. E i numeri sono significativi: 62 documentari in concorso suddivisi in quattro sezioni, Cinema Archeologico, l’Italia si racconta, Sguardi dal mondo e Cultura Animata, con giurie suddivise per ogni sezione; 23 nazioni, 31 première, 29 documentari e/o eventi sul Focus “Sguardi sul clima”, 4 Aperitivi al Giardino nascosto, 1 Colazione climatica, 2 Eventi speciali a teatro, 3 Mattine per le scuole. In più quest’anno verrà attribuito il Premio Paolo Orsi, dedicato al famoso archeologo di origini roveretane in onore del quale nel 1990 nacque il Festival. Il premio sarà attribuito da una giuria internazionale al miglior film di ambito archeologico, e sono proprio i film di questa sezione a rappresentare il corpo più numeroso del RAM Film Festival 2023, complessivamente ventitré titoli, molte le produzioni francesi, Paese che come ogni anno si impone per qualità e varietà dei temi documentati. Il RAM film festival è organizzato dalla Fondazione Museo Civico di Rovereto, promosso da Comune di Rovereto, ministero della Cultura, Provincia Autonoma di Trento, APT Rovereto Vallagarina Monte Baldo, con il sostegno della Fondazione Caritro e della Cassa Rurale Alto Garda – Rovereto
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Presentazione del RAM film festival 2023: da sinistra, la coordinatrice Claudia Beretta, la direttrice Alessandra Cattoi; poi tre membri del comitato scientifico: l’antropologo Duccio canestrini, l’archeologa Barbara Maurina, e la giornalista scrittrice Isabella Bossi Fedrigotti; chiude il presidente Giovanni Laezza (foto graziano tavan)

L’edizione 2023 del RAM film festival è stato presentato ufficialmente al museo della Città di Rovereto presenti il presidente della Fondazione Museo Civico di Rovereto, Giovanni Laezza; la direttrice, Alessandra Cattoi; l’assessore alla Cultura del Comune di Rovereto, Mikol Cossali; Isabella Bossi Fedrigotti, giornalista e scrittrice, presidente del comitato scientifico del RAM film festival, e presidente della giuria per il premio “L’Italia si racconta”; e Claudia Beretta, responsabile del coordinamento festival e ufficio stampa. “Il Museo Civico di Rovereto”, ha ricordato Cossali, “ha saputo, nel tempo, farsi interprete della contemporaneità e della tra­sformazione del ruolo del museo stesso, non un luo­go dove si conserva solo la memoria del passato e dove si racconta il presente attraverso l’oggetto o l’immagine, ma un centro di diffusione del sapere, luogo di ricerca e di conoscenza, capace di guar­dare alle sfide del futuro. E anche in questa occasione, con l’edizione 2023 del RAM film festival, si fa portavoce di una delle tematiche più importanti per la nostra generazione, affrontando temi di grande attualità attraverso la contaminazione tra le diverse scienze, dall’archeo­logia alla climatologia, con il linguaggio immediato del cinema e il racconto di esperti che sanno coin­volgere il pubblico e portare alla riflessione. La lotta al cambiamento climatico è una sfida che dobbia­mo vincere tutti insieme”. E il presidente Laezza: “Il RAM film festival, Rovereto archeologia memo­rie, arriva alla sua trentaquattresima edizione, un traguardo ragguardevole. È una manifestazione ormai storica per il nostro territorio, che raccoglie le più importanti produzioni cinematografiche per la conoscenza e la valorizzazione del patrimonio culturale mondiale. Ma negli anni il festival è diventato molto di più. Ha saputo rinnovarsi e reinventarsi, affrontando tema­tiche attuali. E si è rinnovato proponendo anche un festival diffuso, valorizzando le realtà territoriali, promuovendo al suo interno spettacoli, incontri con gli esperti in lo­cation informali, visite guidate alle ricchezze storico artistiche, anche poco conosciute, della nostra terra, coinvolgendo in modo massiccio il pubblico scola­stico, le realtà commerciali ed economiche”.

È la direttrice Alessandra Cattoi a introdurre al festival. “Dal 4 all’8 ottobre la 34.ma edizione del RAM film festival a Rovereto: cinque giornate dove avremo moltissimi film, 62 film in concorso, e una serie di eventi collegati alle tematiche di quest’anno. Quest’anno abbiamo voluto concentrare il tema sul titolo Sguardi sul clima. Perché? Perché il clima non è soltanto una questione generale, ma una questione che riguarda molto da vicino l’archeologia e molto da vicino la tutela del nostro patrimonio. Lo vedremo questa necessità di tutela sia attraverso i documentari in concorso sia attraverso incontri con molti esperti e anche con attività di formazione rivolte agli insegnanti, ai giornalisti, a gruppi insomma che sono sensibili a queste tematiche”.

La coordinatrice del festival Claudia Beretta entra nel merito dei film: “Anche quest’anno RAM film festival si presenta con uno sguardo speciale che è lo sguardo del cinema. E quest’anno è uno sguardo sul clima. Quindi i nostri film avranno un focus in particolare che si occupa di valutare tutte le sfide che il patrimonio culturale deve affrontare. Sfide che riguardano non solo il cambiamento climatico, ma anche le zone di guerra o anche semplicemente l’erosione delle rocce… quindi abbiamo tutta una serie di film molto belli. Abbiamo 62 film provenienti da 23 Paesi che è quasi un record per il nostro festival; 31 première; 29 film o eventi che riguardano il focus Sguardi sul clima. Fortissima quest’anno, e siamo contenti perché recuperiamo un po’ della nostra tradizione, la sezione dedicata al cinema archeologico che poi è anche quella che vedrà la premiazione attribuita in memoria di Paolo Orsi. Ma anche le altre tre sezioni sono veramente interessanti. E sono Sguardi dal mondo, tutto ciò che non è strettamente archeologico e che riguarda le tradizioni in giro per il mondo. E poi L’Italia si racconta. E, infine, una bellissima, piccola, una chicca, la sezione Cultura animata, con animazioni che fanno veramente riflettere anche questo e molto spesso in tema. Quindi con pochi minuti riescono a farci riflettere molto su quello che sarà il futuro del nostro passato”.

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Tanto pubblico in platea al teatro Zandonai di Rovereto per le proiezioni del RAM film festival (foto fmcr)

E allora vediamo un po’ meglio i film in concorso e i contenuti proposti. Tanti i popoli e le culture antiche esplorate dai documentari in concorso, espressione sia di grandi produzioni che di autori indipendenti. Tutti però sono accomunati dallo scopo di approfondire aspetti del patrimonio mondiale, di farne scoprire piccole e grandi storie in una narrazione che permetterà al pubblico di godere di straordinarie immagini nell’atmosfera unica del Teatro Zandonai che in occasione del RAM diventa eccezionalmente sala di proiezioni, nella dimensione collettiva del cinema e con la possibilità del dibattito e del confronto. In programma le più recenti produzioni che spaziano dai Tesori dei faraoni, alla Preistoria, agli Etruschi, dall’archeologia subacquea a Petra, alla Grecia e ai banchetti nella Roma antica, alla musica nell’antichità, alle nuove tecnologie e alla robotica applicate alla ricerca, a Venezia, ai nativi americani, al ruolo delle donne nel passato remoto, alla speciale task force italiana dedicata alla tutela del patrimonio. Ma anche documentari su epoche più recenti o grandi personaggi, come quello dedicato alla vera storia dei pirati, o alla straordinaria figura dell’archeologo Champollion e al meno noto sia pur geniale fratello. Importante l’apporto delle altre sezioni, “Sguardi dal Mondo” e “L’Italia si racconta”, dedicate a film che narrano di un patrimonio fatto di antiche tradizioni e stili di vita, che creano l’identità dei popoli. Particolarissima anche la sezione dedicata alle animazioni, che sorprendono per la capacità di stimolare la riflessione con corti di grande impatto.

Non solo film. Ma anche eventi. Ce ne parla la direttrice Alessandra Cattoi. “Due serate speciali sono dedicate proprio al focus di quest’anno. Una in particolare a Venezia attraverso uno straordinario documentario inglese dal titolo Saving Venice accompagnato da un racconto delle problematiche attuali di Venezia con due protagonisti: Gian Antonio Stella, il giornalista che tutti conosciamo, e il professor Francesco Trovò dell’università di Venezia che da molti anni approfondisce queste tematiche con molti dati che ci aiuteranno a comprendere davvero qual è il pericolo che corre questa straordinaria città. Il secondo evento lo avremo domenica sera, che è l’ultima sera del festival, in cui ci saranno anche le premiazioni dei film in concorso, avremo come compagno di questa serata Neri Marcorè che ci racconterà anche lui una straordinaria esperienza di tutela del patrimonio nel suo territorio, quello delle Marche, dopo la catastrofe del terremoto del 2016. A questi si aggiungono una serie di altri momenti di approfondimento che vi invito a vedere sul nostro sito www.ramfilmfestival.it”.

Momento peculiare e caratterizzante del RAM film festival sono gli Aperitivi, incontri informali tanto graditi al pubblico del festival dove si possono incontrare archeologi, scrittori, giornalisti, e porre domande, esprimere curiosità e discutere con gli specialisti del settore. Ce ne parla Claudia Beretta. “Un’altra iniziativa che è ormai una tradizione ormai consolidata nel nostro festival è quello di scendere in città e cercare di creare dei momenti di aggregazione e di incontro tra gli addetti ai lavori e il pubblico: i nostri Aperitivi. E quest’anno l’Aperitivo non sarà nei soliti bar, nei luoghi dedicati, ma andiamo a scoprire un luogo che è veramente magico che è il giardino Fedrigotti. I nostri Aperitivi si svolgeranno lì e sarà anche un modo per conoscere un luogo bellissimo della nostra città che di solito è chiuso. Infatti li chiamiamo quest’anno gli Aperitivi nel giardino nascosto. E qui avremo modo di incontrare veramente diverse personalità del mondo dell’Archeologia ma non solo e parlare dei temi di interesse. Non soltanto quindi dei cambiamenti climatici ma anche proprio della tutela del patrimonio. Basta guardare sul nostro sito www.ramfestival.it per scoprire tutti gli appuntamenti”.

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L’archeologo Umberto Tecchiati sarà uno dei protagonisti dell’Aperitivo al Ram film festival 2023

Anche gli Aperitivi con gli esperti saranno dunque dedicati alle sfide che il patrimonio culturale e chi lo tutela devono affrontare guardando al futuro che cambia, ma anche sul lavoro degli archeologi. Gli incontri saranno ospitati al Giardino Fedrigotti, in Corso Bettini, un luogo speciale che si apre alla città per l’occasione. L’archeologo Umberto Tecchiati, docente dell’università di Milano, parlerà dei cambiamenti climatici nella preistoria, giovedì 5 ottobre 2023; lo scrittore e giornalista Giuseppe Caporale tratterà i temi del suo ultimo libro “Ecoshock. Come cambiare il destino dell’Italia al centro della crisi climatica”, sabato 7 ottobre 2023; le archeologhe Maria Concetta Parello, del parco archeologico della Valle dei Templi di Agrigento e Marta Coccoluto, del parco archeologico di Baratti e Populonia, racconteranno delle ultime scoperte e della vita dei parchi archeologici, venerdì 6 ottobre 2023; Barbara Caranza, restauratrice e presidente della onlus CHIEFS (Cultural Heritage International Emergency) parlerà con il pubblico della tutela dei beni culturali in aree di crisi, mercoledì 4 ottobre 2023. Questo e molto altro ancora, tra aperitivi al Giardino, colazioni al Bar Diverso, (s)conferenze climatiche con Sara Segantin, scrittrice e divulgatrice scientifica. Non mancherà la possibilità di fare nuove “scoperte” a Rovereto, con l’apertura di spazi originali con patrimoni inediti, come il book corner in collaborazione con Aboca Edizioni e le rievocazioni storiche al Giardino di Palazzo Fedrigotti, o la visita guidata con il geologo per conoscere i monumenti funebri del cimitero cittadino.

Rovereto. Al museo della Città aperta la mostra “Gente di fiume. Millenni di storia sulle rive dell’Adige”: reperti, documenti, fotografie e modellini raccontano la principale via d’acqua che dalla preistoria all’arrivo della ferrovia ha determinato lo sviluppo economico e sociale dalle valli alpine fino al mare

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L’ingresso della mostra “Gente di fiume” al museo della Città a Rovereto (foto graziano tavan)

“Attorno ai fiumi sono sviluppate le grandi civiltà della storia. La presenza di corsi d’acqua ha da sempre rappresentato un elemento chiave per la nascita e per la crescita delle comunità per svariati motivi: l’agricoltura, il commercio, gli scambi e le relazioni, ma anche l’artigianato e l’industria. Questo vale anche per Rovereto e per la Vallagarina la cui storia è strettamente connessa all’acqua, alla presenza del fiume Adige, per secoli via di comunicazione commerciale strategica tra Bolzano e Verona (centrale il ruolo del porto di Sacco), ma anche del torrente Leno, collegamento tra la montagna e la valle, generatore di forza motrice per le manifatture di tipo artigianale e industriale con il sistema delle rogge e poi di energia elettrica con le dighe”. Così Micol Cossali, assessore alla Cultura di Rovereto (Tn), all’inaugurazione della mostra “Gente di fiume. Millenni di storia sulle rive dell’Adige” al museo della Città di Rovereto dal 4 marzo all’11 giugno 2023, dedicata al fiume Adige, la principale via d’acqua che per secoli ha determinato lo sviluppo economico e sociale lungo i 400 chilometri del suo corso, dalle valli alpine fino al mare. Ideata e curata dall’archeologo del museo rovereto Maurizio Battisti con la storica dell’arte Alice Salavolti e il supporto dello staff della Fondazione Museo Civico, la mostra è promossa dal Comune di Rovereto, dalla Provincia autonoma di Trento, dalla Comunità della Vallagarina, con il sostegno di Cassa Rurale Alto Garda Rovereto. Il catalogo della mostra è stato realizzato in collaborazione con Edizioni Osiride.

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Mostra “Gente di fiume”: da sinistra, Giovanni Laezza, presidente Fmcr; Alessandra Cattoi, direttrice Fmcr; Maurizio Battisti, archeologo Fmcr; Alice Salavolti, storica dell’arte Fmcr (foto graziano tavan)

“La mostra Gente di fiume”, commenta il presidente della Fondazione Museo Civico, Giovanni Laezza, “è stata ideata e realizzata dai ricercatori del nostro museo ed è un’iniziativa importante che, ancora una volta, dimostra la dinamicità dell’ente. E il Museo della Città rappresenta la sede perfetta che assolva alla propria missione istituzionale, quella di porsi al centro di numerose collaborazioni di persone, associazioni ed enti poste in essere per realizzare questo evento, per creare ponti tra le realtà territoriali ed extraterritoriali, seguendo i collegamenti fisici e metaforici, proprio come fa il fiume”. Moltissimi i prestiti da privati e le collaborazioni con associazioni ed enti: l’Associazione Porto Fluviale di Bolzano, la Biblioteca Civica G. Tartarotti di Rovereto, il Comitato Un Borgo e il suo Fiume, la Fondazione Cariverona, il Gruppo Zattieri Borgo Sacco, il Museo dell’Adige di Pescantina, il Museo civico della navigazione fluviale a Battaglia Terme (Associazione Traditional Venetian Boats), il Museo Storico Italiano della Guerra, il Centro Audiovisivi della Provincia autonoma di Bolzano, la Soprintendenza per i Beni Culturali della Provincia Autonoma di Trento.

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Modellino in scala di panciana, imbarcazione che risale l’Adige grazie al traino (alaggio) di animali, conservato al museo dell’Adige di Pescantina (foto graziano tavan)

Gente di fiume. Fino a pochi secoli or sono, il paesaggio e la vita in Vallagarina erano radicalmente diversi da quelli odierni. Per millenni l’Adige ha svolto un ruolo da protagonista assoluto e lo scorrere delle sue acque era in sintonia con l’esistenza degli abitanti della valle. il fiume, oltre a caratterizzare il territorio dal punto di vista geografico, ne è stato il fulcro commerciale, quello che definiva mestieri e professioni, che dava identità a tutti i popoli lungo il suo corso, che li metteva in comunicazione o ne definiva i confini. La storia della “Gente di Fiume” non è solo la storia di zattieri, barcari, traghettatori e altre professioni dipendenti dal fiume ma anche quella di artigiani, pescatori, tintori e contadini, un ecosistema e un ambiente sociale talmente diversi dall’attuale, tali da risultare quasi alieni ai nostri occhi, e le cui testimonianze rischiano di sfuggire o di essere del tutto dimenticate.

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Bronzetto del II sec. d.C. raffigurante Mercurio, il dio protettore dei commerci, rinvenuto a Navicello di Rovereto, di proprietà della Provincia di Trento (foto graziano tavan)

La mostra ripercorre la vita delle comunità fiorite sulle rive dell’Adige dalla preistoria fino alla metà dell’Ottocento, ne esplora collegamenti commerciali, spostamenti, merci e professioni, tracce identitarie lungo gli oltre 400 chilometri del suo corso. Nell’esposizione si ritrovano reperti archeologici, manufatti etnografici, testimonianze, opere d’arte, mappe storiche e antichi testi ed è arricchita da ricostruzioni grafiche, il tutto a documentare vicende storiche, attività lavorative, mansioni e gesti svolti con metodi e strumenti arcaici e moderni. Da non perdere l’esperienza immersiva con i visori 3D per calarsi in prima persona sulle rive del fiume quasi quattromila anni fa.

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L’archeologo Maurizio Battisti, curatore della mostra, guiderà le visite all’esposizione al museo della Città (foto graziano tavan)

Visite guidate e incontri. Ogni prima e terza domenica del mese, alle 15, visite guidate alla mostra con gli esperti del museo di Rovereto. Costo 7 euro compreso l’ingresso al museo. Consigliata la prenotazione. Ogni quarta domenica del mese, alle 15, percorso guidato sul territorio dedicato alla navigazione sull’Adige, con partenza all’ingresso dell’ex Manifattura Tabacchi di Borgo Sacco. Durata 1 ora e 30 min circa. Passeggiata in compagnia di un archeologo fra le vie di Borgo Sacco alla scoperta del suo storico legame col fiume Adige. Storie di zattere, barche e traghetti di un piccolo villaggio portuale le cui origini si perdono nell’antichità più remota. Costo 7 euro solo su prenotazione. Ogni giovedì, dal 30 marzo al 27 aprile 2023, alle 18, in sala delle Idee al museo della Città, conferenze tematiche. Ingresso libero.

Rovereto. Conto alla rovescia per la 33.ma edizione del RAM film festival – Rovereto Archeologia Memorie con un focus trasversale su “Sguardi al femminile”. Ecco una sintesi del ricco programma con 62 film in concorso, incontri con i protagonisti, mostre, visite guidate

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Tanto pubblico in platea al teatro Zandonai di Rovereto per le proiezioni del RAM film festival (foto fmcr)

rovereto_rassegna-RAM_locandina-2022Il conto alla rovescia è ufficialmente partito. Con la presentazione nel giardino di Palazzo Balista a Rovereto della 33.ma edizione il RAM film festival – Rovereto Archeologia Memorie, in programma dal 28 settembre al 2 ottobre 2022 al teatro Zandonai, è entrato nel vivo. Cinque giorni di eventi tutti a ingresso gratuito, e solo gli incontri sono a numero limitato su prenotazione. Con un focus particolare trasversale all’intenso e articolato programma: “Sguardi al femminile”. Ancora una volta saranno l’archeologia e il patrimonio culturale i protagonisti sul grande schermo. Come da tradizione il RAM sposta l’archeologia e la cultura dalle sale dei musei, dalle università, dalle accademie e accende i proiettori del cinema, per un’esperienza emotiva e collettiva molto diversa dalla fruizione più distratta della tv o del pc. Si parla di patrimonio culturale, di siti archeologici, di scoperte, con linguaggi che arrivano a tutti. In particolare attraverso il documentario, che sta vivendo un momento di grande vitalità: non è un caso la vittoria proprio di un documentario, alla mostra del Cinema di Venezia appena conclusa.  Tutti concetti ribaditi bene alla presentazione a Palazzo Balista, nuova sede di Cassa Rurale AltoGarda – Rovereto, da quest’anno nuovo main sponsor dell’iniziativa. Il festival è organizzato dalla Fondazione Museo Civico di Rovereto con il Comune di Rovereto e la Provincia autonoma di Trento, la Regione Trentino Alto Adige, la Comunità della Vallagarina, con il patrocinio del ministero della Cultura e del ministero degli Affari esteri. Media partner la rivista Archeo. Con il sostegno di Fondazione Caritro e Cassa Rurale AltoGarda – Rovereto. In collaborazione con Apt di Rovereto Vallagarina Monte Baldo, Fondazione Museo Storico del Trentino, Museo Storico Italiano della Guerra, Touring Club Italiano, Cartoon Club di Rimini, e ancora Alfio Ghezzi Bistrot, Circolo Operaio Santa Maria, Exquisita e Cantina Vivallis.

Il festival in cifre. 62 i film in concorso e 20 i paesi rappresentati, da tutti i continenti, selezionati da oltre 1350 iscrizioni. Spiccano le grandi produzioni internazionali, come Gedeòn Programmes, Bonne Piòche, ZDF e Rai Cultura, ma anche numerose produzioni indipendenti, giovani registe e registi. I film sono suddivisi in quattro sezioni: “Cinema Archeologico”, dedicata ai siti, ai reperti e alle ricerche archeologiche più importanti e attuali, “L’Italia si racconta”, sulle tradizioni e il patrimonio storico artistico italiano, “Sguardi dal Mondo”, su popoli e culture dal resto del mondo, e “Cultura animata”, una sezione speciale riservata ai corti d’animazione. Ogni sezione ha un premio assegnato da una giuria qualificata, formata da archeologi, scrittori, storici, registi e videomaker, coordinati dal comitato scientifico del festival formato dalla scrittrice Isabella Bossi Fedrigotti, l’archeologa Barbara Maurina, l’antropologo Duccio Canestrini, il disegnatore e autore Andrea Artusi e il regista Emanuele Gerosa. Oltre ai film, 4 aperitivi, gli incontri al Bistrot e al Circolo, e 2 speciali presentazioni, i nuovissimi Archeobook brunch nella sala bar del teatro dove, oltre agli appuntamenti programmati, il pubblico potrà incontrare in modo informale registi e protagonisti del festival davanti a una tazza di caffè. Al Museo della Città inoltre, una mostra su Archeologia e fumetto in collaborazione con l’associazione Ora pro Comics di Piacenza, Festival del Fumetto Piacenza, l’associazione Archeologica Pandora e MAVT, il Museo archeologico della Val Tidone, e la Fumetteria di Rovereto.

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Micol Cossali, assessore alla Cultura, Creatività giovanile e Innovazione del Comune di Rovereto, alla presentazione della 33.ma edizione del RAM film festival (foto fmcr)

“Il linguaggio dell’immagine è sempre stato il più immediato e il più efficace per parlare alle persone. Lo sapevano bene gli antichi, che eressero statue e innalzarono monumenti per raccontare il proprio potere e prestigio ai loro contemporanei e per tramandarlo ai posteri”, interviene Micol Cossali, assessore alla Cultura, Creatività giovanile e Innovazione del Comune di Rovereto. “Un linguaggio che nel tempo si è evoluto e che ha fatto un balzo con l’invenzione del cinema un po’ più di un secolo fa, ma che mantiene inalterata la sua potenza simbolica e la sua immediatezza espressiva. Il festival RAM ha il merito di creare un dialogo fertile tra presente e passato, raccontando l’antico con i mezzi più moderni e indagando, con lo sguardo del presente, temi che appartengono alle società sin dalle loro prime forme di organizzazione. Il focus di quest’anno, Sguardi al femminile, riafferma, ancora una volta, la ricchezza di questo inesauribile confronto con il passato, specchio delle mutate sensibilità del presente. Un focus che propone da una parte la riscoperta del ruolo delle donne nella storia e di come le diverse culture abbiano interpretato i rapporti tra i generi, dall’altra la valorizzazione del lavoro di registe, archeologhe, scrittrici attraverso una selezione delle loro opere”.

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Giovanni Laezza, presidente della Fondazione museo civico di Rovereto, alla presentazione della 33.ma edizione del RAM film festival (foto fmcr)

“Il RAM, Rovereto Archeologia Memorie, giunge alla trentatreesima edizione, in realtà la seconda nella nuova veste di vero e proprio festival. Cosa vuole essere per noi il format festival? Non più solo una pur preziosa rassegna di documentari, ma uno spazio di coinvolgimento attivo della nostra comunità, dove si approfondiscono interessi ma si innescano anche relazioni, dove fioriscono progetti”, sottolinea Giovanni Laezza, presidente della Fondazione Museo Civico di Rovereto. “Anche quest’anno, nella nostra città abbiamo l’orgoglio di riuscire a portare a inizio autunno un palinsesto ricco di documentari e documenti eccezionali, da ogni continente, da ben 20 nazioni diverse, opere nuovissime, spesso inedite con la loro “prima” a Rovereto, ma non solo. In programma vi sono anche incontri, aperitivi, visite e presentazioni con personalità di spicco della cultura e della scena italiana e internazionale. Tutte occasioni per scoprire popoli e culture diverse, ma anche il lavoro di chi, con passione e spesso grandi difficoltà dovute a situazioni storiche e politiche, tutela e valorizza il patrimonio culturale mondiale, quello che crea la nostra identità di esseri umani. Il festival regala momenti di emozione, di condivisione, crea legami sia in modo verticale, tra il nostro passato e il nostro presente, che riusciamo a meglio comprendere, che orizzontale, nel nostro tempo, tra persone e istituzioni che ne vengono coinvolti, registi, produttori, autori, archeologi e storici, che lavorano insieme per divulgare la cultura”.

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Alessandra Cattoi, direttrice della Fondazione museo civico di Rovereto, alla presentazione della 33.ma edizione del RAM film festival (foto fmcr)

Sguardi al femminile è il focus scelto dal RAM film festival edizione 2022. Un tema di attualità e di grande rilevanza non solo in ambito sociale ma anche nel cinema, nella ricerca storica, nell’archeologia”, ribadisce Alessandra Cattoi, direttrice del RAM film festival e della Fondazione Museo Civico di Rovereto. “Che esista effettivamente uno sguardo al femminile nell’approccio al documentario, per esempio, con la scelta di storie e di un registro visivo con caratteristiche proprie, è un pensiero condiviso ma non unanime. Che il punto di vista sul mondo da parte delle donne sia stato per secoli ignorato, nascosto e avversato è invece un fatto certo. Proprio per questo pensiamo valga la pena riflettere su questi sguardi, così particolari, se essi siano il frutto di un’attitudine, di un modo del tutto peculiare di osservare il mondo e di raccontarlo, oppure se siano sguardi influenzati dalla volontà, che sovente si fa necessità, di colmare le assenze, di ridare voce a chi non l’ha avuta, di restituire un ruolo sovente sottratto. Al festival di Rovereto se ne parlerà assieme a registe, archeologhe, storiche e scrittrici anche di paesi del mondo dove per una donna è ancora molto difficile, se non impossibile, fare sentire la propria voce. I punti di partenza sono sempre il cinema e l’archeologia, pilastri fondanti del festival, che hanno ispirato la nostra riflessione sulle donne nell’antichità, fin dalla preistoria, su quanto le ricostruzioni storiche e archeologiche, fortemente influenzate dalla cultura moderna, abbiano interpretato la presenza femminile secondo schemi e ruoli che oggi vengono messi in discussione. Lontano dall’idea di voler creare nuove certezze, siamo contenti di proporre anche quest’anno suggestioni e stimoli, con il desiderio di condividere con il pubblico e con la città cinque giornate di proiezioni, di incontri, di visite e dare tutti insieme un contributo di pensiero e di partecipazione attiva alla vita culturale del nostro tempo”.

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La regista afgana Sahraa Karini ospite del RAM film festival (foto fmcr)

Un focus tutto “al femminile”. Il RAM ha scelto per il 2022 un focus dal titolo Sguardi al femminile. Ci saranno esempi di studiose che hanno lasciato un segno importante nelle discipline scientifiche, quando hanno avuto la possibilità di affermarsi. Storie di donne che si adoperano per il benessere della comunità in cui vivono, cercando nel contempo di salvaguardare la propria identità. E ci sarà la possibilità di dialogare con ospiti femminili, che racconteranno di persona le proprie esperienze umane e professionali. Nella consapevolezza che aprire uno “sguardo al femminile” sul mondo possa essere un passo verso l’inclusività a tutti i livelli. Diversi i film del focus in programma: “Lady sapiens” documentario francese del 2021 è uno di questi, insieme a un film tedesco “L’enigma delle ossa: rivoluzione di genere”. In entrambi le più recenti scoperte dimostrano come la donna preistorica fosse anche cacciatrice e guerriera. Di Rai Storia due produzioni dedicate rispettivamente alle “Donne di Augusto” e a

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Il busto di Nefertiti conservato a Berlino: frame del film di RAI Storia “Cronache di donne leggendarie: Nefertiti”

“Hatshepsut e Nefertiti: l’Egitto delle regine”. Sempre sul tema, alcuni film che mostrano aspetti poco conosciuti di un panorama al femminile come l’indiano “The knitting circle”, Il circolo del lavoro a maglia, che ha saputo trasformare una abilità tradizionale in attività imprenditoriale, ma anche molti film scelti tra gli altri per lo sguardo particolare di giovani registe. Oltre ai film poi, saranno dedicati al focus due spazi di approfondimento. Il primo venerdì 30 settembre 2022, alle 17.30, dal titolo “Donne che minacciano il potere” con Mariarosaria Barbera, notissima archeologa e scrittrice, e il secondo il sabato 1° ottobre 2022 con Sahraa Karimi, regista afghana, che parlerà della sua esperienza di documentarista e di donna in una terra martoriata dai cambiamenti e dalla guerra. Sempre al focus è dedicata la serata di sabato 1° ottobre 2022, con Serena Dandini, che racconterà le storie di “Donne Valorose” che hanno cambiato la storia, la scienza, la filosofia ma sono rimaste sempre nell’ombra, protagoniste straordinarie per forza e valore eppure invisibili ai più. Domenica 2 ottobre 2022, Archeobook brunch dal titolo “L’uomo primitivo era anche una donna” con l’archeologa Enza Elena Spinapolice.

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Frame del film “Power of Rome” di Giovanni Troilo con Edoardo Leo

Tra storia e fiction. Venerdì 30 settembre 2022, alla sera, in esclusiva sul grande schermo, “Power of Rome”, una grande produzione ideata per il compleanno di Roma nel 2022 e interpretata da Edoardo Leo, in cui si intrecciano fiction e documentario. A presentare il film il regista Giovanni Troilo e gli autori Luca Lancise e Donato Dallavalle.

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Maurizio Zulian e Graziano Tavan alla presentazione del loro libro nella sala conferenze della Cantina Vivallis di Nogaredo (Tn)

Incontri e visite guidate. Oltre al film e ai numerosi incontri, il RAM film Festival propone una serie di visite e appuntamenti originali, uno fra tutti la rievocazione storica tra Goti e Longobardi il sabato 1° ottobre 2022, alle 14, all’Isola di Sant’Andrea a Loppio. Domenica 2 ottobre 2022, al pomeriggio, presentazione del volume di Maurizio Zulian e Graziano Tavan “Nella terra di Pakhet, Carnet de voyage nelle province centrali dell’Alto Egitto. Appunti di trent’anni di esplorazioni” (Marsilio 2022), alla scoperta di un Egitto lontano dai percorsi turistici.

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Frame del film “Time of the giants” di Pascal Cuissot

Spazio al cinema. Oltre al focus “Sguardi l femminile”, tra i filoni dei film dell’edizione 2022, alcuni spettacolari film a carattere paleontologico e geologico, come il francese “The time of the giants” (L’era dei giganti), che combinando le immagini 3D con le evidenze paleontologiche più recenti, mostra con immagini inedite strategie di crescita e sopravvivenza dei dinosauri. Altrettanto spettacolare il film “Gift of the glaciers”, il dono dei ghiacciai, documentario tedesco che mostra come l’Europa sia stata letteralmente forgiata dallo scioglimento dei ghiacciai. Il breve documentario “Fossils in London” invece, racconta come anche in una città come Londra, ci si possa imbattere anche oggi in un numero sorprendente di ritrovamenti fossili. Uno degli altri filoni classici del festival è quello della tutela e della conservazione del patrimonio, che taglia un po’ trasversalmente tutti i documentari. Molto interessante il recentissimo (2022) “Jurassic Cash”, che racconta delle grandi aste dedicate ai reperti paleontologici come Big John, lo scheletro di triceratopo più grande del mondo, venduto a un privato nell’ottobre 2021 per 5,5 milioni di euro. Un’acquisizione impossibile per un ente culturale pubblico, e che solleva quesiti morali se sia o meno lecita una tale spoliazione del patrimonio universale, sottratto di fatto alla scienza e alla fruizione pubblica.

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Frame del film “The survivor Hagia Sofia” di Tevfik Hos

Di grande interesse anche il turco “The survivor Hagia Sofia” (Santa Sofia, la sopravvissuta), sulla storica Moschea di Santa Sofia, che è riuscita a sopravvivere nonostante molti grandi terremoti nel corso della sua esistenza, rivelando informazioni e segreti interessanti sull’architettura e la costruzione dell’edificio. Non mancano le produzioni trentine o dedicate al patrimonio trentino. “La frequentazione dell’orso” di Federico Betta affronta il rapporto uomo/orso, tema di grande attualità che coinvolge tutta la comunità trentina, attraverso un’apprezzabile varietà di punti di vista, attraverso i quali si approfondisce la relazione tra uomo-natura, e non soltanto le vicende di cronaca legate alla presenza del grande plantigrado sul territorio. Ogni filmato è una piccola e nuovissima chicca scelta tra centinaia di proposte, che presenta al pubblico un aspetto particolare di popoli, culture, tradizioni diverse, come “The Fall of the Maya Kings”, la caduta dei re Maya, film canadese del 2022 con le più recenti ipotesi sulle ragioni del collasso del grande impero del sudamerica, o “Mamody, the last baobab digger” (2022), Mamody, l’ultimo intagliatore di baobab di Cyrille Cornu, sugli abitanti del piccolo villaggio di Ampotaka nel Madagascar e la loro soluzione per immagazzinare l’acqua, oppure l’iraniano “Saffron Base Lifestyle”, Una vita basata sullo zafferano, di Parisa Bajelan, che tra l’altro è parte attiva di un progetto transnazionale Trentino: la Comunità Slow food dei produttori e co-produttori dello zafferano di Qa’en, o ancora “Felting” (2022), la lavorazione del feltro, sempre dall’Iran che illustra con splendide immagini l’arte dell’infeltrimento tradizionale della lana che sta gradualmente svanendo. Ogni documentario rivela un mondo tutto da scoprire.

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Il regista Alberto Castellani al Museo Guimet di Parigi per le riprese del film “Afghanistan” (foto media venice)

In conclusione del festival un film in anteprima assoluta, fuori concorso, di Alberto Castellani, girato non senza difficoltà dato il momento storico, dal titolo “Afghanistan: tracce di un cultura sfregiata”.

rovereto_rassegna-RAM_aperitico-al-circolo_la-legge-della-spada_locandina_foto-fmcrTutti gli incontri. Il RAM film festival 2022 ha in programma una serie di incontri speciali. Quattro sono gli aperitivi con i protagonisti, tre Incontri al Bistrot di Alfio Ghezzi e uno al Circolo operaio di Santa Maria, uno dei più antichi quartieri cittadini. Al Bistrot dello Chef stellato, oltre agli incontri con Sahraa Karimi e Mariarosaria Barbera legati al tema del focus “Sguardi al femminile”, il 28 settembre 2022 l’aperitivo sarà dedicato al “Patrimonio in ostaggio”, cioè al tema del furto e del mercato nero di opere d’arte e beni culturali, il terzo in termini di volume d’affari dopo armi e droga, in compagnia di Giuseppe Guastella, cronista di cronaca giudiziaria del Corriere della Sera, e il maggiore Lorenzo Pella, comandante del nucleo dei carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale di Udine, che ha condotto negli ultimi anni numerose indagini che hanno portato al recupero di moltissimi beni storico-artistici. Giovedì 29 settembre 2022, il quartiere di Santa Maria ospiterà nel suo circolo operaio un “Aperitivo al Circolo” dal titolo “La legge della spada” con Andrea Rossini, esperto di scherma storica che ha aperto la prima sala in cui praticare la disciplina e in particolare la tradizione italiana medievale e rinascimentale, alla scoperta di un’epoca, il Medioevo, in cui la giustizia e l’onore si difendevano con la spada piuttosto che in tribunale.

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Frame del film “Nobody/Nessuno” di Mia Incantalupo

La cultura animata. Capitolo a parte del festival, le animazioni. Ogni anno sorprende la qualità della proposta e la creatività da parte delle animatrici e degli animatori. Sono una ventina le opere selezionate, tutte con spunti interessanti che riescono spesso a intrecciare i temi culturali con quelli sociali, come lo statunitense “Nobody” (Nessuno), di Mia Incantalupo, del 2022, una rivisitazione dell’Odissea dal punto di vista del Ciclope, che fa riflettere su diversità e discriminazione, o come anche l’indiano “Dyia” che parte da un festival tradizionale indiano per parlare di inclusione, o ancora il brevissimo “Humanity”, un’ironica sintesi sulla natura, non proprio amabile, dell’essere umano.

rovereto_rassegna-RAM_masterclass-per-insegnanti_locandinaLa formazione e il festival diffuso. Al festival non mancano momenti dedicati all’educazione, sia rispetto ai temi della tutela e della valorizzazione del patrimonio culturale sia della cultura all’immagine, che valorizza il cinema stesso come prezioso documento e patrimonio. Tre sono le mattine dedicate alle scuole con un programma apposito, che vedranno i ragazzi protagonisti anche grazie al risultato di progetti educational in collaborazione con il Festival. Mercoledì 28 settembre 2022 si terrà un corso di formazione per giornalisti in collaborazione con l’Ordine del Trentino Alto Adige con il giornalista Giuseppe Guastella e il maggiore Lorenzo Pella sul Patrimonio in ostaggio, e giovedì 29 settembre 2022 un corso di formazione per insegnanti dal titolo “Appunti di storia e analisi del cinema documentario – Incontro di introduzione al linguaggio dell’audiovisivo” con Emanuele Vernillo, tutor didattico della ZeLIG – Scuola di documentario di Bolzano, oltre a un corso organizzato dalla Trentino Film Commission e riservato ai videomaker. Sul territorio saranno inoltre disponibili attività e visite guidate a siti come il castrum dell’Isola di Sant’Andrea sul Lago di Loppio, e tante iniziative in collaborazione con APT.

Rovereto presenta ufficialmente il libro “Nella terra di Pakhet. Carnet de voyage nelle province centrali dell’Alto Egitto. Appunti di trent’anni di esplorazioni” di Maurizio Zulian e Graziano Tavan, prefazione di Edda Bresciani (Marsilio Arte): un viaggio, emozionale e scientifico al contempo, alla scoperta dell’Egitto centrale, lontano dai percorsi turistici, perché sostanzialmente chiuso ai visitatori – e spesso anche agli stessi studiosi

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Maurizio Zulian con la prof.ssa Edda Bresciani in un incontro a Rovereto (foto graziano tavan)

L’appuntamento è per martedì 28 giugno 2022 alla Cantina Vivallis di Nogaredo (Tn) a un passo da Rovereto. Qui, alle 18.30, la Fondazione museo civico di Rovereto e il Comune di Rovereto organizzano la prima presentazione ufficiale del libro “Nella terra di Pakhet. Carnet de voyage nelle province centrali dell’Alto Egitto. Appunti di trent’anni di esplorazioni” di Maurizio Zulian e Graziano Tavan, prefazione di Edda Bresciani (Marsilio Arte). Il libro è già disponibile, da qualche giorno, nelle Librerie Feltrinelli e on line sulle piattaforme di e-commerce di Amazon, Marsilio, Feltrinelli, Ibs, Hoepli. “Nella terra di Pakhet”, spiegano gli autori, “non è una guida archeologica tout court né un libro fotografico sull’Egitto, ma è un viaggio, emozionale e scientifico al contempo, alla scoperta di un Egitto “nascosto”,  lontano dai percorsi turistici, perché sostanzialmente chiuso ai visitatori – e spesso anche agli stessi studiosi -, in quello che gli egittologi chiamano Medio Egitto, ma che più correttamente è l’Egitto Centrale, dal governatorato di Beni Suef, appena a Sud del Cairo, a quello di Sohag, che finisce ad Abydos: “Un’ampia  regione che trova la sua espressione “mitologica” nel titolo principale del libro Nella terra di Pakhet;  Pakhet  era una dea leonessa, un felino potente “grande di magia”, con caratteri che l’avvicinavano sia a Bastet-la-gatta sia a Sekhmet-la-leonessa,  e  la cui  area di culto era appunto nel Medio Egitto”, scrive nella prefazione la compianta professoressa Edda Bresciani, tra i più grandi egittologi del Novecento, che ha seguito passo-passo la realizzazione di questo libro – praticamente uno dei suoi ultimi lavori, che purtroppo non ha fatto in tempo a vedere stampato -, intervenendo anche con proprie ricerche inedite”.

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Akhenaten, Nefertiti e le figlie: una delle più belle rappresentazioni della famiglia reale rimaste ad Amarna: è conservata nella Tomba 10 di Ipy (foto maurizio zulian)

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Maurizio Zulian “sbuca” da un pozzo funerario durante una delle sue missioni in Egitto (foto Mohsen Edward Fadel)

Ad accompagnarci in questo viaggio di scoperta ed esplorazione è Maurizio Zulian che in trent’anni, come un novello Flaubert, ha girato in lungo e in largo l’Egitto Centrale, visitando personalmente anche più volte tutti i siti, raccogliendo sui suoi taccuini una messe di informazioni, archiviando decine di migliaia di fotografie (oggi parte dell’Archivio on line della Fondazione Museo Civico di Rovereto), incontrando direttori di missioni archeologiche da ogni parte del mondo e confrontandosi con loro. Con più di 800 foto inedite e il racconto in prima persona sui 31 siti archeologici più importanti dell’Egitto Centrale, il lettore si immedesima esploratore al fianco di Zulian, entra nelle tombe precluse al pubblico, ammira i vasti paesaggi della valle del Nilo, conosce riti millenari e usi e costumi moderni. Ma il libro “Nella terra di Pakhet” di 576 pagine (Marsilio Arte) è anche occasione di ricerca e approfondimento, grazie al ricco apparato bibliografico, curato da Graziano Tavan: bibliografia (con oltre 400 titoli specifici su questi siti, pubblicati tra la fine del Settecento e il 2021), indici analitici (con quasi 1200 lemmi, tra luoghi e nomi citati nel libro), glossario (30 termini tecnici che aiutano meglio il lettore meno specialistico a capire) e tavole cronologiche (un confronto diacronico e sincronico dei 31 siti illustrati nel libro).

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Maurizio Zulian

Maurizio Zulian, conservatore onorario per la sezione Scienze naturali e Archeologia in immagini della Fondazione Museo Civico di Rovereto, è sempre stato mosso da una passione per una grande civiltà del passato, quella dei Faraoni, e un amore per un grande Paese, l’Egitto, che è diventata nel tempo un impegno scientifico ed esempio unico di collaborazione culturale ed istituzionale a livello internazionale. Nella prima metà degli anni ’90 del secolo scorso ha visitato le aree archeologiche dell’Egitto Centrale per procurarsi di persona, a fini di studio, le immagini di siti, tombe e templi. Viaggio dopo viaggio ha raccolto oltre 100mila immagini che alla fine degli anni ’90 ha donato al Museo Civico di Rovereto, ora Fondazione.

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Graziano Tavan

Graziano Tavan, giornalista professionista, per quasi trent’anni caposervizio de “Il Gazzettino” di Venezia, per il quale ha curato centinaia di reportage, servizi e approfondimenti per le Pagine della Cultura su archeologia, storia e arte antica, ricerche di università e soprintendenze, mostre. Ha collaborato con le principali riviste di archeologia italiane. Cura l’archeoblog “archeologiavocidalpassato. News, curiosità, ricerche, luoghi, persone e personaggi” (archeologiavocidalpassato.com, con testi in italiano). Al suo attivo, oltre a molti libri di storia locale, il contributo nel progetto “Abydos” di Paolo Renier (2004-segg.), e la prima guida archeologica in italiano “Iran. Tesori di Persia” (1999).

Rovereto. Per il ciclo “Storie e storia 2022” webinar di presentazione del libro di Simona Troilo “Pietre d’oltremare. Scavare, conservare, immaginare l’Impero (1899-1940)” sulle grandi campagne archeologiche nel Mediterraneo tra Otto e Novecento legate all’espansionismo coloniale europeo

rovereto_pietre-d-oltremare_presentazione-libro_locandinaLe grandi campagne archeologiche nel Mediterraneo tra Otto e Novecento furono operazioni politiche e culturali strettamente legate all’espansionismo coloniale europeo. Se ne parla mercoledì 4 maggio 2022, alle 17.30, per il ciclo di incontri online “Storie e storia 2022”, promosso dal Museo Storico Italiano della Guerra di Rovereto e dall’Accademia Roveretana degli Agiati, nel webinar di presentazione del libro “Pietre d’oltremare. Scavare, conservare, immaginare l’Impero (1899-1940)” di Simona Troilo (Editori Laterza). Con l’autrice intervengono Barbara Maurina della Fondazione Museo Civico di Rovereto e Francesco Frizzera del Museo Storico Italiano della Guerra. Per seguire il webinar andare sulla pagina Facebook del Museo Storico Italiano della Guerra e accedere al link. L’iniziativa è realizzata con il sostegno di Provincia autonoma di Trento, Comune di Rovereto, Fondazione Caritro.

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Copertina del libro “Pietre d’oltremare. Scavare, conservare, immaginare l’Impero (1899-1940)” di Simona Troilo

Pietre d’oltremare. Scavare, conservare, immaginare l’Impero (1899-1940). Tra Ottocento e Novecento molti paesi europei si lanciarono in grandi campagne archeologiche nei paesi del Mediterraneo, alimentando le collezioni di prestigiosissimi musei a Londra, Parigi e Berlino. Tali operazioni politiche e culturali servivano a giustificare l’espansionismo coloniale attraverso l’appropriazione e l’uso simbolico dei materiali della storia. Anche in Italia l’archeologia ha svolto un ruolo di primo piano, e mai prima esplorato, nella costruzione di un’alterità barbara, inferiore e subalterna, incapace di aver cura del passato. Un ruolo tanto più rilevante in quanto, nello stato liberale prima che nella propaganda fascista, l’archeologia proiettò l’immagine dell’Impero moderno sulle fondamenta di quello romano. Partendo dall’istituzione della Missione archeologica italiana a Creta (1899), passando per il ‘discorso dell’antico’ nella guerra italo-turca (1911-1912) e la nascita degli organismi di tutela nelle colonie di Libia e del Dodecaneso, il libro ricostruisce questa stagione attraverso il vissuto dei protagonisti (archeologi e “scavatori” reclutati localmente) e getta luce sulle reazioni locali all’‘espropriazione’. Ampio spazio viene dedicato al fascismo, mostrando la centralità dei nuovi siti libici (Cirene, Sabratha e Leptis Magna) nelle politiche del consenso del regime.

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Simona Troilo (università dell’Aquila)

Simona Troilo insegna Storia contemporanea all’università dell’Aquila. È autrice di “La patria e la memoria. Tutela e patrimonio culturale nell’Italia unita” (Electa Mondadori 2005) e di numerosi saggi sull’uso identitario dei materiali della storia in chiave nazionalista e imperialista.