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Un libro al giorno. La guida turistica “Cerveteri. Profilo di una città etrusca” di Rita Papi che offre un panorama esaustivo del sito ceretano

Copertina del libro “Cerveteri. Profilo di una città etrusca” di Rita Papi

È uscito per i tipi di Antiqua Res Edizioni la guida turistica “Cerveteri. Profilo di una città etrusca” di Rita Papi. Nel panorama delle guide turistiche al territorio ceretano, sia nell’ambito delle necropoli etrusche, che in quello delle altre emergenze archeologiche esistenti, ciò che ha ispirato quest’opera è stata la volontà di fornire un panorama esaustivo del sito ceretano, comprendente il suo antichissimo patrimonio archeologico ma anche le bellezze e i monumenti della sua storia successiva, che restano come testimonianza di una vitalità sempre molto forte, insieme a una tradizione culturale ed eno-gastronomica portata avanti fino ai nostri giorni. A cominciare dalla necropoli della Banditaccia, dichiarata sito protetto dell’UNESCO nel 2004, insieme a Tarquinia. Si tratta di fornire una guida pratica e precisa a coloro che desiderassero visitare le aree archeologiche e al tempo stesso esplorare e conoscere anche il piccolo centro storico, arroccato su una rupe scoscesa, con le sue chiese, palazzi, castello e rocca.

Fratta Polesine (Ro). Al museo Archeologico nazionale per “Un tè al Museo” incontro “Armonie perdute. I suoni dell’antichità” con Mario La Rosa (università di Padova): un viaggio sensoriale nel tempo, alla scoperta di come suonavano il mondo e la vita quotidiana nell’antichità

Per millenni, la musica e i suoni hanno scandito ogni aspetto dell’esistenza umana: dal sacro al profano, dal lavoro alla festa, dalla guerra ai riti funebri. Ma quali melodie risuonavano davvero nell’antica Grecia, a Roma o nei villaggi dell’Età del Bronzo? E quali strumenti venivano utilizzati? Come suonava il mondo nell’antichità? Se ne parla domenica 14 dicembre 2025, alle 15.30, al museo Archeologico nazionale di Fratta Polesine (Ro), nell’incontro “Armonie perdute. I suoni dell’antichità”, per il ciclo di incontri “Un Tè al Museo”, unisce la piacevolezza di un momento conviviale all’approfondimento di temi legati al patrimonio archeologico e alla storia antica. Per questo nuovo appuntamento, il museo Archeologico nazionale di Fratta Polesine invita il pubblico a un viaggio sensoriale nel tempo, alla scoperta di come suonavano il mondo e la vita quotidiana nell’antichità. A guidare i visitatori e le visitatrici in questo affascinante percorso di riscoperta sarà Mario La Rosa, archeologo e dottorando al dipartimento dei Beni culturali dell’università di Padova. Attraverso l’analisi delle fonti letterarie, iconografiche e, soprattutto, dei rari reperti archeologici, il Dott. La Rosa svelerà i segreti degli antichi strumenti musicali, come il flauto di Pan e la cetra ad esempio, e ne ricostruirà il ruolo sociale, religioso e culturale. L’iniziativa ricade nell’ambito del progetto MUSE — MUSical Ecosystems of Ancient Northern Italy (XIII B.C. – VII C.E.) PRIN 2022 DD 104 — Codice Progetto: 2022W2CBXS Dipartimento dei Beni Culturali – Università degli Studi di Padova. Come di consueto, “Un Tè al Museo” propone una formula di dialogo informale e rilassato, offrendo ai partecipanti una tazza di tè caldo per favorire la condivisione e il confronto attorno a temi che uniscono passato e presente. Sarà un’occasione unica per riflettere non solo sulla musica in sé, ma anche sulla capacità dei suoni di evocare e ricostruire contesti storici lontani. La partecipazione è gratuita con prenotazione obbligatoria fino a esaurimento posti: 0425 668523, drm-ven.museofratta@cultura.gov.it.

Bacoli (Na). Al Castello aragonese di Baia (museo Archeologico dei Campi Flegrei) il fotografo Luigi Spina incontra il pubblico e illustra la sua mostra in corso “Campi Flegrei, la terra ardente”

Castello di Baia: mostra di Luigi Spina “Campi Flegrei, terra ardente”: l’anfiteatro flavio di Pozzuoli (foto luigi spina)

Castello di Baia: mostra di Luigi Spina “Campi Flegrei, terra ardente”: il teatro di capo Miseno (foto luigi spina)

C’è tempo fino al 31 gennaio 2026 per visitare la mostra “Campi Flegrei, la terra ardente”, aperta il 20 novembre 2025 al museo Archeologico dei Campi Flegrei e Castello di Baia a Bacoli (Na), in cui il fotografo Luigi Spina racconta e interpreta il paesaggio unico dei Campi Flegrei per questo progetto espositivo promosso dal parco archeologico dei Campi Flegrei. Ma domenica 14 dicembre 2025, alle 10.30, c’è la possibilità di incontrare proprio l’autore Luigi Spina al castello aragonese insieme ai soci di Flegrea Photo associazione. “Parlerò dell’indagine fotografica”, anticipa Spina. “I motivi ispiratori, lo scopo di una ricerca di questo tipo, i risvolti sociali e culturali a cui la fotografia può contribuire. Come è stato concepito il libro edito da 5 Continents Editions”. Nelle fotografie di Spina, una sequenza continua di armonie e dissonanze esalta la bellezza dei Campi Flegrei, indiscussa non perché esibita o ostentata, ma proprio per la nota contraddittoria che l’artista non cerca di nascondere, instaurando un processo analitico in cui la ricerca del “bello” lascia spazio a quella del “senso”.

Castello di Baia: mostra di Luigi Spina “Campi Flegrei, terra ardente”: il Tempio di Venere (foto luigi spina)

Castello di Baia: mostra di Luigi Spina “Campi Flegrei, terra ardente”: la Grotta della Dragonara (foto luigi spina)

Attraverso le 25 fotografie selezionate per la mostra, risultato di una ricerca iniziata nel 2020 nei Campi Flegrei, Luigi Spina approfondisce la geografia complessa e stratificata del luogo, nel tentativo di esplorare il precario equilibrio in cui elementi naturali, antiche rovine e occupazione urbana coesistono, tra mimetismo e contraddizione. Ciò che emerge è il racconto di un ambiente aspro e insieme incantevole, in cui le percezioni visive si trasfigurano in sensazioni, nella continua contrapposizione tra la caducità umana e la potenza incontrollabile della natura. Gli scatti ritraggono luoghi quali la Grotta della Dragonara, la Piscina Mirabilis, il Teatro di Miseno, l’Anfiteatro Flavio a Pozzuoli, il Tempio di Apollo sulle rive del Lago Averno e i Templi di Venere e Diana, tutti posti che Spina indaga mentre vaga per le colline sopra Baia, dirigendosi verso Cuma, la prima colonia greca del Mediterraneo occidentale. In questo paesaggio senza uguali per caratteristiche geologiche e vulcaniche, interessato dal fenomeno del bradisismo che lo rende instabile e mai uguale a sé stesso – sempre interessati da attività sismica -, l’archeologia convive con il contemporaneo e svela come, nel corso dei secoli, l’uomo abbia accolto la sfida di provare a domare una terra in continua trasformazione.

Castello di Baia: mostra di Luigi Spina “Campi Flegrei, terra ardente”: veduta del mare verso Procida e Ischia (foto luigi spina)

“L’antico nei Campi Flegrei è contemporaneo per destino”, afferma Fabio Pagano, direttore del parco archeologico dei Campi Flegrei, “perché in questo luogo, sempre vissuto, le “rovine” sono gli accenti che scandiscono il ritmo della vita delle persone. Se il paesaggio dei Campi Flegrei fosse musica sarebbe sicuramente jazz. Una straordinaria sequenza di armoniche dissonanze, scandite da un ritmo sincopato e da un andamento marcatamente swing. La strada da percorrere è quella della ricerca del senso di una terra dalla quale è facile rimanere impressionati. Nella sua ricerca Luigi Spina fa questo senza limitare l’inquadratura per evitare l’inevitabile segno di quella nota (apparentemente) stonata. In questo modo una sequenza di foto può diventare una partitura, una traccia per interpretare una terra, una musica per immagini”.

Castello di Baia: mostra di Luigi Spina “Campi Flegrei, terra ardente”: veduta del golfo di Pozzuoli da via Raimondo Annecchino (foto luigi spina)

Castello di Baia: mostra di Luigi Spina “Campi Flegrei, terra ardente”: il lago d’Averno (foto luigi spina)

“I Campi Flegrei, vicino a Napoli, sono un paesaggio che attrae, stimola e sfida”, afferma Luigi Spina. “La mattina presto o il tardo pomeriggio, in cinque anni, ho percorso vie diverse per avvicinarmi e allontanarmi da questa terra. Le rovine archeologiche, lungo la via da Bacoli verso Pozzuoli, si inframezzano con edifici industriali abbandonati, con infrastrutture che, in alcuni casi, hanno avuto brevi esistenze. Lungo la strada domina il litorale marino contaminato da questo hardware tecnologico ormai spento. La nostra prospettiva, la nostra via di fuga, verso il cosiddetto progresso ha generato nuovi ruderi che si inframezzano con il passato. Una nuova mappa del territorio che bisogna imparare a conoscere per capirla e fotografarla”.

Presentata al Mic la testa in marmo greco di una fanciulla (Kore), attribuibile ad un atelier attico di inizi V sec. a.C., scoperta nel sito della città etrusca di Vulci (Montalto di Castro. Vt), raro esempio di statuaria greca rinvenuta in Etruria. Gli interventi di Giuli, Russo, La Rocca, Oliva

Veduta frontale della testa di Kore (atelier attico di inizi V sec. a.C.) scoperta a Vulci e presentata al Mic (foto mic)

La scultura raffigura una giovane donna, con elegante ed elaborata acconciatura, attribuibile ad un atelier attico di inizi V sec. a.C.: raro esempio di statuaria greca rinvenuta in Etruria, che offre nuovi significativi spunti di riflessione sugli intensi scambi culturali tra Grecia e Italia preromana. Parliamo dell’eccezionale testa in marmo greco di una fanciulla (Kore), rinvenuta nel 2024, nel sito della città etrusca di Vulci (Montalto di Castro. Vt), nell’area di un nuovo tempio monumentale individuato nel 2021, La testa di Kore, attualmente in fase di restauro e analisi all’Istituto Centrale per il Restauro (ICR) di Roma, è oggetto di approfondite indagini scientifiche sui colori originari, i materiali e le tecniche di lavorazione impiegate.

Mariachiara Franceschini dell’università di Friburgo e Paul P. Pasieka dell’università di Magonza (progetto Vulci Cutyscape) con la Kore di Vulci al Mic (foto vulci cityscape)

Questo nuovo e straordinario rinvenimento archeologico a Vulci è stato presentato il 5 dicembre 2025 a Roma, nella Sala della Crociera del ministero della Cultura. La scoperta è avvenuta nel corso degli scavi in concessione ministeriale legati al progetto “Vulci Cityscape”, promosso dalle università di Friburgo e Magonza. Alla presentazione sono intervenuti, tra gli altri, il ministro della Cultura Alessandro Giuli; il capo dipartimento per la Tutela del Patrimonio culturale Luigi La Rocca e il capo dipartimento per la Valorizzazione culturale Alfonsina Russo. Tra i relatori: Margherita Eichberg, soprintendente ABAP per la provincia di Viterbo e per l’Etruria meridionale; Simona Carosi, funzionario archeologo e responsabile del territorio di Vulci; Carlo Casi, direttore scientifico del Parco, Fondazione Vulci; Mariachiara Franceschini dell’università di Friburgo e Paul P. Pasieka dell’università di Magonza; Luigi Oliva, Direttore dell’Istituto Centrale per il Restauro e Federica Giacomini, funzionaria restauratrice e coordinatrice del gruppo di lavoro ICR.

L’area di scavo a Vulci del progetto Vulci Cityscape (foto vulci cityscape)

“Il ritrovamento della testa di Kore di marmo tardo-arcaica a Vulci è un evento di straordinario rilievo sia per il valore artistico sia per le implicazioni che reca con sé”, ha detto il ministro Alessandro Giuli. “Non è stato rinvenuto semplicemente un dono votivo di prestigio, ma una testimonianza concreta dei legami spirituali e dunque politico-civili che univano l’Etruria e il mondo greco. Si tratta di una scoperta archeologica che può modificare la nostra percezione del mondo come accadrebbe con una nuova legge scientifica. Rimodella la nostra rappresentazione della realtà dal punto di vista conoscitivo, simbolico e anche politico”. Non a caso, ha proseguito il ministro, “questo avviene a Vulci, una città aperta ai contatti attraverso il suo porto, recentemente acquisito dal ministero della Cultura, e attraverso l’entroterra dove già dal periodo orientalizzante, dalla fine dell’VIII secolo a.C., tutti gli oggetti, ma soprattutto i rituali, ora ricostruibili grazie a nuovi strumenti diagnostici per l’archeologia, ci confermano un dinamismo, una permeabilità culturale che ancora oggi devono rappresentare e rappresentano i nostri modelli. Già in altre occasioni, ho sottolineato quanto, come governo e come ministero, ci sentiamo parte di una unità mediterranea in grado di gettare ponti e di costruire un dialogo autentico, fondato su una coappartenenza di identità e radici”.

Veduta di profilo della testa di Kore (atelier attico di inizi V sec. a.C.) scoperta a Vulci e presentata al Mic (foto mic)

“Oggi abbiamo presentato un nuovo importante rinvenimento archeologico all’interno del parco archeologico naturalistico di Vulci, un’area straordinaria dove la bellezza del paesaggio e la profondità della storia si intrecciano in un dialogo continuo, capace ancora oggi di restituirci la voce di una civiltà importantissima nel Mediterraneo, quale quella etrusca”, è intervenuta Alfonsina Russo, “e attraverso questo oggetto, questa testa di Kore, sarà possibile promuovere non solo Vulci ma anche il territorio a livello nazionale e internazionale.  Un nuovo modo di valorizzare che va in un’unica direzione, che è quella di continuare a fondarsi su una strategia integrata che unisca ricerca archeologica, tutela del paesaggio, innovazione dei linguaggi espositivi, reti internazionali e partecipazione delle comunità locali”. Per Luigi La Rocca: “Siamo in presenza di uno dei rarissimi esemplari di scultura greca in Italia, non solo in Etruria, ma anche in Magna Grecia e in Sicilia. Questo tipo di oggetti sono molto rari, e apre il campo a una serie di considerazioni e di riflessioni storico-archeologiche importanti, in particolare l’intensità e la tipologia dei rapporti fra la Grecia e l’Etruria in età tardo arcaica, ma anche quello sulla presenza di artisti greci in Etruria, come ci ricordano anche le fonti, in relazione anche soprattutto alle sculture e alle decorazioni templari”.

L’elaborata acconciatura della testa di Kore (atelier attico di inizi V sec. a.C.) scoperta a Vulci e presentata al Mic (foto mic)

“L’Istituto Centrale per il Restauro”, ha spiegato Luigi Oliva, “ha accolto con entusiasmo la richiesta della Sabap Viterbo Etruria Meridionale, nel momento in cui, dopo il ritrovamento l’estate del 2024, si è cercato di fare un primo intervento sulla Kore rinvenuta e una campagna di indagini finalizzata poi alla stesura di un progetto di restauro vero e proprio. Questa attività si colloca nell’ambito di una collaborazione che abbiamo da diversi anni con la Sabap. Una collaborazione che vede da un lato le attività di conservazione e di indagine portate al massimo livello e dall’altra un rapporto con gli enti che poi gestiscono la tutela nell’ambito del territorio”.

 

Adria (Ro). Al museo Archeologico nazionale la conferenza di Sandra Bedetti “I luoghi del primo Cristianesimo ad Adria” in collaborazione con il Gruppo Archeologico “F.A. Bocchi”

Sabato 13 dicembre 2025, alle 16.30, al museo Archeologico nazionale di Adria (Ro), la conferenza “I luoghi del primo Cristianesimo ad Adria” a cura di Sandra Bedetti, in collaborazione con il Gruppo Archeologico “F.A. Bocchi” di Adria. Ingresso gratuito su prenotazione. Info e prenotazioni: 0426 21612; drm-ven.museoadria@cultura.gov.it. “Sarà un aggiornamento su un tema più volte dibattuto ma sempre ricco di nuovi spunti – anticipa Sandra Bedetti – che fa da ponte tra archeologia e storia antica con il medioevo. Un tema che da marzo di quest’anno ha trovato nuova espressione nel rinnovato museo Diocesano della Cattedrale di Adria”.

Visite guidate promosse dalla soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio per l’Area Metropolitana di Napoli: alla Tomba del Cerbero a Giugliano in Campania e ai Depositi archeologici di Rione Terra a Pozzuoli

L’affresco del cerbero all’interno della Tomba del Cerbero a Napoli (foto sabap-met-na)

Weekend d’autunno dedicato alla cultura con la soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio per l’Area Metropolitana di Napoli. Sabato 13 dicembre 2025 nuovo appuntamento alla scoperta del patrimonio del territorio, due siti di notevole pregio: la Tomba del Cerbero a Giugliano e i Depositi archeologici di Rione Terra a Pozzuoli. Occasione per approfondire storia, paesaggio e identità culturale attraverso percorsi di conoscenza condivisa.

Affreschi all’interno della Tomba del Cerbero a Napoli (foto sabap-met-na)

Tomba del Cerbero a Giugliano in Campania. Un ipogeo decorato da splendidi affreschi, testimonianza dell’arte funeraria romana in Campania, per la prima volta accessibile al pubblico. Ingresso ore 9-13 con visite guidate in ordine di arrivo (per conoscere la localizzazione, scrivere a sabap-na-met.eventi@cultura.gov.it).

Il percorso archeologico del Rione Terra a Pozzuoli (foto pafleg)

Depositi archeologici di Rione Terra a Pozzuoli. Occasione unica per esplorare gli ambienti che ospitano sculture, frammenti e manufatti riportati alla luce dagli scavi del Rione Terra. Visite guidate su prenotazione, ore 9, 10.30, 12 (prenotazione obbligatoria: sabap-na-met.eventi@cultura.gov.it).

Altino (Ve). Al parco archeologico, per #AltinoAperta – Scavi Aperti, visita guidata con il team di Ca’ Foscari ai nuovi saggi di scavo sull’Altino tardo-antica

Appuntamento prenatalizio al parco archeologico di Altino (Ve) mentre continuano le ricerche dell’università Ca’ Foscari alla scoperta di Altino tardoantica. Venerdì 12 dicembre 2025, alle 15, per #AltinoAperta – Scavi Aperti, visita guidata ad Altino con i ricercatori e le ricercatrici dell’università Ca’ Foscari, diretti dal prof. Diego Calaon, durante la quale saranno forniti nuovi dati sulle vicende di Altino tardo-antica. Due nuovi saggi di scavo, nelle aree archeologiche del Parco, stanno fornendo infatti ulteriori dati sul grande edificio con fondazione in basoli indagato in estate: un tassello alla volta, comincia a delinearsi la storia della città prima del suo abbandono. La visita guidata è su prenotazione: gratuita per gli abbonati e inclusa nel biglietto d’ingresso per gli altri. Per info e prenotazioni: info.parcoaltino@cultura.gov.it; 0422789443.

Roma. In occasione delle visite serali alle Terme di Caracalla, apertura straordinaria del Mitreo, il più grande di Roma

Il Mitreo alle Terme di Caracalla, il più grande di Roma (foto ssabap-roma)

Alla scoperta del Mitreo delle Terme di Caracalla, venerdì 12 dicembre 2025, aperto al pubblico eccezionalmente in occasione di eventi particolari come le visite serali: primo ingresso alle 17.45 e ultimo ingresso alle 20.15. Biglietto acquistabile al link https://portale.museiitaliani.it/…/c763f66b-8295-4800… Un dedalo di gallerie sotterranee che, un tempo lontano, serviva ad alimentare l’imponente funzionalità dell’impianto termale di superficie: forni, carri carichi di legname, centinaia di operai. Un incessante andirivieni di materiali nascosto allo sguardo dei frequentatori delle Terme di Caracalla. In questo mondo sotterraneo è stato rinvenuto il più grande Mitreo di Roma. La presenza del Mitreo nelle grandi terme imperiali racconta qualcosa di più della religiosità di Caracalla e della sua famiglia in cui divinità classiche e orientali si mescolavano in un unico culto. Il Mitreo è un luogo simbolico, sotterraneo, ‘prezioso’.

Tra Bacoli, Napoli e San Sebastiano al Vesuvio, la V edizione de “Le memorie del comandante” dal titolo “Plinio, il bello e il curioso nell’arte antica”, il convegno annuale dedicato a Plinio il Vecchio: quattro giorni di conferenze, visite guidate presentazioni di libri e rievocazioni storiche. Ecco il programma

Dal 12 al 15 dicembre 2025, tra Bacoli, Napoli e San Sebastiano al Vesuvio, la V edizione de “Le memorie del comandante”, il convegno annuale dedicato a Plinio il Vecchio: quattro giorni, ad ingresso gratuito, ci sarà un ciclo di conferenze, visite guidate presentazioni di libri e rievocazioni storiche. Gli interventi, partendo dalla lettura della Naturalis Historia, spazieranno dall’archeologia al mondo delle scienze naturali, fino a proporre riflessioni sul mondo contemporaneo. Il tema scelto quest’anno dal Comitato scientifico è legato all’arte antica: “Plinio, il bello e il curioso nell’arte antica”. Comandante in capo della flotta imperiale di stanza a Miseno, celebre naturalista, autore della più antica enciclopedia conosciuta (la Naturalis Historia), storico, retore, grammatico, uomo di pensiero e d’azione perito durante la disastrosa eruzione vesuviana del 79 d.C. nel tentativo di soccorrere gli abitanti delle zone colpite, Plinio il Vecchio è oggi considerato, oltre che antesignano della Protezione civile (Flavio Russo) e “protomartire delle scienza sperimentale” (Italo Calvino), un vero e proprio storico dell’arte antica (Silvio Ferri). L’edizione 2025 è curata dall’archeologo e scrittore Alessandro Luciano, accoglierà importanti studiosi di Plinio. Il convegno, i cui Atti sono pubblicati nella Rivista di Studi Pliniani, si articola in 4 Sessioni: I (12 dicembre, Bacoli) – L’ameno golfo di Baia. Ricerche in area flegrea; II (13, Napoli) – Studi storico-archeologici per la comprensione dell’arte antica; 14 – Visita guidata alla villa di Poppea ad Oplontis; III (15 mattina, Napoli) – Arte e natura. Un approccio scientifico tra tutela e valorizzazione; IV (15 pomeriggio, S. Sebastiano al Vesuvio) – Il vulcanesimo vesuviano tra iconografia e rischi presenti.

PROGRAMMA 12 DICEMBRE 2025. Alle 15, incontro al pozzo cd. di Sant’Anna, in via Sant’Anna 1 a Bacoli (Na). Introduzione al tema del Bello e alla sua trasversalità: “L’antico tempo ci osserva!”, rievocazione del Gruppo Storico Militum Schola. Quindi nella chiesa di Sant’Anna a Bacoli in via Sant’Anna 77: alle 15.15: introduzione e lettura di un brano della Naturalis Historia attraverso la voce di Don Alfonso; ascolto di un brano del Cantico delle creature di San Francesco dalla voce della cantante lirica Agnese Scamardella; 15.45, passeggiata lungo via Ambrogio Greco per raggiungere la sede del Convegno, con descrizione dell’antico percorso viario di Simona Formola. Al Pio Monte della Misericordia, in via Campi Elisi 1 a Bacoli: alle 16.20, saluti di Josi Gerardo Della Ragione, sindaco di Bacoli; Mauro Cucco, vicesindaco di Bacoli; Alessandro Luciano, curatore del Convegno. SESSIONE I – L’ameno golfo di Baia. Ricerche in area flegrea. Coordinano Filomena Lucci, Mariano Scotto Di Vetta. Alle 16.30, Gea Palumbo, “Plinio. Storia della storia dell’arte”, 16.50, Simona Formola, “Recenti ritrovamenti scultorei in ambito subacqueo”; 17.10, Filomena Lucci, Gabriele Gomez de Ayala, “Il Progetto Aquarius per una carta archeologica di Bacoli sommersa”. Condivisione a termine della prima fase di lavoro e presentazione della seconda fase. Alle 17.30, Enrico Gallocchio, “È davvero la villa di Cicerone? Una ricerca tra dati e fonti, partendo dalle parole di Plinio”; 17.50, Anna Abbate, “Il tema del viaggio in Virgilio. Iconografia di un poeta”. Rievocazioni storiche della Militum Schola.

PROGRAMMA 13 DICEMBRE 2025. Sala del Lazzaretto, ex Ospedale di S. Maria della Pace, in via dei Tribunali 227 a Napoli. Alle 15, saluti di Gennaro Rispoli, direttore del Museo; Giuseppe Serroni, presidente de I Sedili di Napoli. SESSIONE II – Studi storico-archeologici per la comprensione dell’arte antica. Coordinano Carmela Caccioppoli, vicesegretario generale Accademia di Storia dell’Arte Sanitaria, e Alessandro Luciano. Alle 15.10, Gennaro Rispoli, Federica Vanacore, “Il termalismo flegreo in epoca romana. Benefici medici”; 15.30, Giuseppe Serroni, “Echi delle antichità greco-romane nell’arte presepiale napoletana”; 15.50, Alessandro Luciano, “Aneddoti e curiosità nei libri 33-36. Plinio e il senso dell’humor”; 16.10, Maria Lucia Siragusa, “L’iconografia nelle edizioni della Naturalis Historia”; 16.30, Tsao Cevoli, “La fama e la fortuna artistica di Prassitele nella Naturalis Historia”; 16.50, Lidia Vignola, “Plinio e il ritratto realistico”; 17.10, Michele Di Gerio, “Opere d’arte e fauna nella Naturalis Historia”; 17.30, Ivan La Cioppa, “L’arte scultorea sulle steli dei soldati romani”; 17.50, Elvira Passaro, “Arte al femminile. Le donne ricordate da Plinio”; 18.10, Adele D’Avino, “Nel “Wunderkammer” pliniano: l’interesse per le anomalie scheletriche nella Roma imperiale attraverso il Liber VII. Le evidenze artistiche e archeologiche”; 18.30, Alessandra Vuoso, “La flora nel mondo antico. Iconografia e notazioni pliniane”. Rievocazioni del Gruppo Storico Oplontino: banchetti didattici e teatralizzazione con l’imprenditore Gaio Sergio Orata, l’imperatore Nerone e il medico Gaio Stertinio Senofonte; Vincenzo Amorosi (Associazioni Opus Est) interpreta Plinio il Vecchio; Esperienza olfattiva con profumi antichi, a cura di Marco Falco. Alle 19, visita al Presepio nella chiesa di San Nicola a Pistaso, in via San Biagio dei Librai 82, a cura di Giuseppe Serroni (I Sedili di Napoli).

PROGRAMMA 14 DICEMBRE 2025. Alle 10.30, visita guidata alla villa di Poppea ad Oplontis (in via dei Sepolcri, Torre Annunziata), con intermezzi dedicati alla musica e alla danza antica, a cura di Gruppo Storico Oplontino, Gruppo Archeologico Nuceria e Archeoclub di Torre Annunziata “Mario Prosperi”.

PROGRAMMA 15 DICEMBRE 2025 (mattina). Centro Musei delle Scienze naturali e fisiche – università Federico II, in via Mezzocannone 8 a Napoli. Alle 9.45, saluti di Piergiulio Cappelletti, direttore del Centro Musei; Massimiliano Mondelli, presidente Accademia Pliniana; Fabio M. Guarino, vicepresidente della Società dei Naturalisti; Alessandro Luciano, curatore del Convegno. SESSIONE III – Arte e natura. Un approccio scientifico tra tutela e valorizzazione. Coordina Lucia Borrelli, direttore del museo di Antropologia. Alle 10, Laura Caso, “La Naturalis Historia e il cimento degli artisti nell’imitazione fedele della natura”; 10.20, Lucia Borrelli, “Alle origini dell’arte. Testimonianze dalle collezioni del Museo di Antropologia”; 10.40, Cristina Canoro, “Tutela, valorizzazione e fruizione del patrimonio culturale dei Campi Flegrei”; 11, Giuseppe Rolandi, “La forma del Vesuvio dalla Preistoria ad oggi”. Presentazione di libri: alle 11.20, Carlo Avvisati, “Pompei. Guida turistica di un viaggiatore di duemila anni fa”; 11.40, Cap. Massimiliano Croce, Arma dei Carabinieri, “I falsi d’arte. Aspetti storico-artistici, criminologici e normativi. Il caso Modigliani”; 12, visita guidata al Centro Musei, a cura di Piergiulio Cappelletti e Lucia Borrelli.

PROGRAMMA 15 DICEMBRE 2025 (pomeriggio). Sala Consiliare di San Sebastiano al Vesuvio, in piazza Raffaele Capasso 1. Alle 17.30, saluti di Giuseppe Panico, sindaco di San Sebastiano al Vesuvio; Assia Filosa, assessore alla Cultura di San Sebastiano al Vesuvio; Alessandro Luciano, curatore del Convegno. Alle 17.40, istanze dalle nuove generazioni: Giusy Sica, “Founder Re-generation Youth think tank – Istituzioni europee e politiche giovanili”; Vincenzo Capasso, presidente Let’s do it Italy, “Temi ambientali e rispetto della natura”; Pasquale D’Anna, ceo Passione Astronomia, “Ricerca astronomica per un futuro migliore. Immagini dal cielo stellato”. SESSIONE IV – Il vulcanesimo vesuviano tra iconografia e rischi presenti. Modera Peppe Di Leva. Alle 18.10, Mauro Antonio Di Vito, “Il Vesuvio ieri e oggi. Immagini e pericoli”; 18.40, Vittoria Minniti, “Vesuvius, la montagna di fuoco nella Biblioteca del MANN: storia ed editoria tra XVI e XIX secolo”; 19, Andrea Paduano, “Ricostruzioni virtuali delle ville stabiane al momento dell’eruzione”. Rievocazioni dell’Archeoclub Pompei Legio I Adiutrix, con vestizione di un classiario della flotta romana del I secolo d.C.

Torre Annunziata (Na). A Palazzo Criscuolo la conferenza “Sulla rotta delle sirene. Partenope e le altre” del prof. Salvatore Ciro Nappo e l’inaugurazione della mostra foto-grafico-pittorica “Ri-scopriamo Torre”, proposte da Archeoclub di Torre Annunziata “Mario Prosperi” e Forum dei giovani

Giovedì 11 dicembre 2025, appuntamento alle 17 a Palazzo Criscuolo di Torre Annunziata (Na) per la conferenza “Sulla rotta delle sirene. Partenope e le altre” del prof. Salvatore Ciro Nappo, un viaggio tra mito, storia e identità culturale proposto da Archeoclub di Torre Annunziata “Mario Prosperi” e Forum dei giovani per coinvolgere la comunità in un processo di riscoperta e valorizzazione delle proprie radici. Dopo i saluti istituzionali del sindaco Corrado Cuccurullo e dell’assessore alla Cultura Carmela Nappo, la conferenza del professore Salvatore Ciro Nappo, dedicata al fascino millenario delle sirene e alla loro presenza nei racconti del Mediterraneo, con un’attenzione particolare al legame con la storia del territorio oplontino. Quindi sarà inaugurata la mostra foto-grafico-pittorica “Ri-scopriamo Torre”, un percorso visivo pensato per valorizzare scorci, monumenti e identità storiche della città, che si può visitare nei giorni di apertura del Comune.