Locri Epizefiri (RC). Dopo cento anni si torna a scavare a Marasà dove Paolo Orsi trovò il gruppo dei Dioscuri. Al via la campagna di scavo dell’università di Bologna con la direzione regionale Musei nei santuari locresi

locri-epizefiri_parco_al-via-scavi-archeologici-nei-santuari_locandinaParte lunedì 2 settembre 2024 con le attività di indagine preliminare la nuova campagna di scavo archeologico nei Santuari dell’antica città di Locri Epizefiri (RC). Il progetto, finanziato con fondi del ministero della Cultura e voluto dal direttore generale Massimo Osanna, è realizzato dalla direzione regionale Musei Calabria, con la direzione scientifica del dirigente, Filippo Demma, e con il supporto scientifico del dipartimento di Storia Culture e Civiltà e della Scuola di specializzazione in Archeologia dell’università di Bologna, diretta Elisabetta Govi. La collaborazione si inserisce tra le attività previste dalla Convenzione per le attività scientifiche di ricerca, valorizzazione e miglioramento della fruizione del patrimonio afferente alla direzione regionale Musei Calabria, stipulata nell’aprile scorso con l’ateneo emiliano.

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Gruppo di lavoro nel sopralluogo a Locri Epizefiri (RC): al centro Elena Trunfio e Filippo Demma (foto drm-cal)

Le indagini archeologiche, volte a migliorare la conoscenza, l’accessibilità e la fruizione dell’antica polis, si focalizzeranno sue due dei più importanti santuari locresi, quello del Themosmophorion e quello del Tempio in località Marasà. Nel primo caso, gli scavi archeologici avranno lo scopo di recuperare i confini originari dell’area sacra, con l’obiettivo di migliorare la comprensione dell’intera struttura e chiarire i rapporti con i complessi sacri vicini. Presso il Tempio di Marasà verrà invece eseguito un saggio in un’area mai indagata prima con metodologia stratigrafica. Sarà allestito, inoltre, un cantiere didattico con la presenza degli studenti dell’università di Bologna che seguirà i principi dell’Archeologia pubblica e sarà visitabile anche da parte del pubblico, che verrà informato del progresso delle indagini anche con conferenze periodiche e post sui social della missione”.

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Filippo Demma discute sulla campagna di scavo in avvio a Locri Epizefiri (foto drm-calabria)

“Continua anche nel campo degli scavi archeologici”, sottolinea il direttore Demma, “il grande lavoro riportare alla luce la storia della Magna Grecia; è il segno del nuovo corso che investe i beni culturali e i luoghi della cultura calabresi. La collaborazione con un Ateneo di eccellenza come l’Alma Mater bolognese è un punto qualificante del progetto, che consentirà anche di formare i giovani archeologi in uno dei contesti più interessanti del Mediterraneo”.

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Tavolo di lavoro per la campagna di scavo a Locri Epizefiri: in primo piano, Elena Trunfio e Filippo Demma (foto drm-calabria)

“Questo progetto”, interviene la direttrice del sito Trunfio, “rappresenta un ulteriore tassello per mettere in pratica la visione strategica che abbiamo immaginato per la riqualificazione del Parco. L’indagine archeologica ci permetterà di migliorare la comprensione del sito e una maggiore consapevolezza costituisce garanzia di scientificità nel racconto che offriremo ai nostri visitatori. Il Tempio di Marasà è il luogo più iconico di Locri Epizefiri: riprendiamo dopo oltre cento anni gli scavi nella stessa area che permise a Paolo Orsi di recuperare il famoso gruppo scultoreo dei Dioscuri. È una grossa opportunità, nonché una sfida, che stiamo cogliendo con grande entusiasmo, oltre che con impegno scientifico”.

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Veduta aerea del Tempio di Marasà nel parco di Locri Epizefiri (foto drm-calabria)

“La partecipazione dell’università di Bologna al progetto di ricerca e di scavo a Locri Epizefiri”, spiega in conclusione la prof.ssa Govi, “costituisce per i nostri studenti una straordinaria occasione di conoscenza di uno dei siti più importanti della Magna Grecia e del Mediterraneo, dando la possibilità di maturare una preziosa esperienza nell’ambito della “archeologia del sacro”, un filone di indagine tra i più complessi e importanti. La collaborazione tra la Scuola di specializzazione in Beni archeologici di Bologna e la direzione regionale Musei Calabria garantisce la sinergica condivisione di obiettivi formativi, mettendo in atto le più avanzate metodologie di ricerca e le migliori strategie di gestione e valorizzazione dei beni archeologici. Gli studenti potranno così sperimentare un approccio completo che li arricchirà sotto molti punti di vista”.

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