Torino. Per le celebrazioni del bicentenario il museo Egizio cambia volto e si apre alla città: il cortile diventa la Piazza Egizia, urbana e coperta con accesso libero al tempio di Ellesija. Ecco i dettagli del progetto dello studio OMA di Rotterdam vincitore del concorso internazionale indetto dalla Compagnia di San Paolo

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Rendering della Piazza Egizia, nuova piazza urbana coperta, al museo Egizio di Torino (progetto OMA di Rotterdam)

Inclusione, sostenibilità, possibilità a tutti di partecipare. Su questi tre concetti si sono basate le 47 proposte dai più grandi studi di architettura del mondo per la creazione nel museo Egizio di Torino di una piazza urbana coperta, la piazza Egizia, che si apre alla città e la coinvolge, con la fruizione pubblica del tempio di Ellesija. Un progetto ambizioso e “rivoluzionario” da 12,5 milioni di euro con dei tempi strettissimi di realizzazione: il bicentenario del museo Egizio, il più antico d’Europa, che scade nel 2024: obiettivo è essere pronti per ottobre 2024. Praticamente dopodomani. E il conto alla rovescia è partito ufficialmente giovedì 26 gennaio 2023 con la proclamazione del vincitore del concorso internazionale di progettazione “Museo Egizio 2024”. Ha vinto lo studio OMA – Office for Metropolitan Architecture di Rotterdam che curerà la realizzazione dell’ampliamento e il rinnovamento della corte interna del Palazzo del Collegio dei Nobili e la conseguente riorganizzazione degli spazi del museo Egizio di Torino che in vista delle celebrazioni del bicentenario del museo Egizio intende ampliare la propria offerta al pubblico nel campo della ricerca, dell’accessibilità e dell’inclusione.

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Il tempio di Ellesiya ricostruito nelle sale del museo Egizio di Torino (foto museo Egizio)

Il concorso internazionale è stato portato avanti e gestito direttamente dalla Compagnia di San Paolo, come “mecenati della Cultura”: parole del presidente prof. Francesco Profumo, che ora consegna il progetto al museo Egizio per la sua realizzazione. La Fondazione Compagnia di San Paolo accompagna la Fondazione Museo delle Antichità Egizie a partire dalla sua costituzione. Sin da allora tale istituzione ha scelto di seguire modalità innovative, accogliendo a sé soggetti sia pubblici e privati, rappresentando il primo esempio italiano di partecipazione del privato alla gestione di un patrimonio culturale pubblico. Tra gli obiettivi del Concorso vi è stato quello di valorizzare – in occasione del bicentenario della nascita del museo Egizio di Torino – il Tempio di Ellesija, offrendone una fruizione pubblica e gratuita. Il Tempio fu donato dal governo egiziano all’Italia nel 1970 come riconoscimento per la partecipazione del nostro Paese alla vasta operazione di salvataggio dei templi della Nubia a seguito della costruzione della diga di Assuan.

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Progetto OMA della Piazza Egizia al museo Egizio di Torino: rendering del doppio livello della “piazza urbana” (foto museo egizio)

I progetti giunti da ogni parte del mondo, a sottolineare – è stato detto – il prestigio dato da studiare un progetto per il museo Egizio di Torino, al di là del riscontro economico effettivo, ben più basso di quelli cui sono abituati questi grandi studi internazionali di architettura. Dopo la prima scrematura, sono rimasti in corsa cinque raggruppamenti di professionisti finalisti che hanno avuto accesso alla seconda fase del concorso: David Gianotten (O.M.A. – Office for Metropolitan Architecture), Rotterdam-Paesi Bassi (“Un progetto culturale, non solo funzionale, che offre una nuova interessante visione del futuro della città di Torino); Kengo Kuma (Kengo Kuma & Associates), Parigi-Francia (“Propone nuovi sistemi di architettura per la copertura della piazza urbana, e introduce temi di coinvolgimento emotivo dell’edificio”); Giuseppe Bove (Pininfarina Architetture), Torino-Italia, capogruppo Under 40 (“Progetto interessante con la proposta di una copertura in vetro e travi portanti sempre in vetro, che dà un effetto di trasparenza”); Carlo Ratti (Carlo Ratti Associati), Torino-Italia (“Anche questo progetto propone una copertura trasparente in vetro”); Jette Cathrin Hopp (Snohetta), Oslo-Norvegia (“Proposta assoluta di progetto, onnicomprensivo: tutto l’edificio diventa un tutt’uno con una grande scala). La commissione presieduta dall’arch. Marco Albini e composta anche da Mario Alberto Chiorino, professore emerito di Scienza delle costruzioni al Politecnico di Torino; Massimo Osanna, direttore generale Musei al ministero della Cultura, professore ordinario di Archeologia classica all’università di Napoli Federico II; Renata Picone, professore ordinario di Restauro architettonico all’università di Napoli Federico II, nonché direttore della Scuola di specializzazione in Beni architettonici e del Paesaggio dello stesso ateneo e da Francesco Profumo, presidente della Fondazione Compagnia di San Paolo, alla fine ha scelto il progetto di OMA (Gianotten David, progettista capogruppo; Van Loon Helena Amelia Hubertina, progettista; De Graaf Reinier Hendrik, progettista; Salimei Guendalina, progettista; Tabocchini Andrea, progettista; Manfroni Odine, progettista; Andreani Saverio, progettista; De Camillis Carolina, consulente; Longhi Andrea, consulente; Romagnoli Laura, consulente).

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La commissione giudicante: a sinistra, Mario Alberto Chiorino, Francesco Profumo, Alberto Albini, Renata Picone, Massimo Osanna (foto museo egizio)

“Crediamo che questo concorso, come tutti i concorsi, sia un’occasione importante per favorire l’avanzamento culturale di una città generando spinte nuove e stimolando la trasformazione urbana con una risposta al bisogno di relazione tra le e coinvolgendo i punti nevralgici del tessuto cittadino”, dichiara l’architetto Albini, presidente della Commissione.  “La qualità dei concorrenti – le cinque proposte sono apparse da subito interessanti e di pregnanza di significato – ha dato lustro a questo concorso grazie alla partecipazione dei più grandi architetti del mondo affascinati sicuramente dalla committenza, una delle più grandi fondazioni europee ed anche sicuramente dal fascino che un Museo, come quello Egizio di Torino, può generare”. E continua: “Relativamente alla proposta dello Studio OMA, la Commissione ha evidenziato la particolare rilevanza e innovazione rispetto al contenuto culturale del progetto, che si reputa rappresenti un’opportunità per l’avanzamento della cittadinanza torinese e dei fruitori del Collegio dei Nobili.  Per il tramite della realizzazione di questo progetto, la città si arricchirà di un contributo rilevante anche dal punto di vista urbanistico. Un aspetto di assoluta importanza, che connota il progetto, è l’attenta e puntuale ricerca storica fatta sul disegno di Torino e sui documenti della fabbrica, che consente di sviluppare la proposta progettuale in rapporto con il pregresso. Il progetto è stato reputato inoltre particolarmente attento ai temi dell’inclusività e dell’accessibilità. Inoltre, si evidenza la raffinatezza dal punto di vista tecnologico. La “Piazza Egizia” cuore del Museo si apre alla città e ne diventa parte attiva. Un nuovo spazio pubblico dalle molteplici identità destinato alle diverse funzioni e strettamente connesso all’ Accademia delle Scienze”.

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Il team OMA di Rotterdam che ha vinto il concorso internazionale “Museo Egizio 2024” (foto museo egizio)

“La Fondazione Compagnia di San Paolo, che ha sempre sostenuto il Museo, ha confermato la propria partecipazione al nuovo percorso di trasformazione che lo riguarda”, dichiara Francesco Profumo, presidente della fondazione Compagnia di San Paolo.  “La nostra fondazione ha individuato nel concorso di progettazione della copertura della corte interna e della riqualificazione del piano ipogeo l’intervento più coerente con il proprio ruolo di mecenate moderno.  In linea con il piano strategico, che prevede anche forme di supporto alternative all’attività grant-making, la Compagnia si è fatta carico del processo di selezione di uno progetto da donare al Museo.  Nel caso specifico, facendo riferimento al codice degli appalti dei Beni culturali, abbiamo gestito il concorso per la selezione del raggruppamento di progettisti vincitori in tempi estremamente ridotti, utilizzando la piattaforma Concorrimi dell’Ordine degli Architetti di Milano ed attraendo 47 proposte dai più grandi studi di architettura del mondo. Doniamo oggi al Museo Egizio, alla Città ed ai suoi cittadini un progetto di grande qualità che guarda al futuro in un’ottica inclusiva, sostenibile e accessibile”.

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Museo Egizio di Torino: Il direttore Christian Greco e la presidente Evelina Christillin (foto unito)

“Siamo molto grati alla Compagnia di San Paolo per l’operazione innovativa di mecenatismo e per le competenze messe in campo per accompagnare e sostenere il museo Egizio, in un percorso di trasformazione e cambiamento, in vista del bicentenario del 2024”, intervengono la presidente del museo Egizio, Evelina Christillin e il direttore, Christian Greco. “Consapevoli che offrire al pubblico e agli studiosi una visione dell’Egizio e dell’archeologia più moderna e immersa nella contemporaneità significa attrarre i migliori talenti internazionali, in diversi campi, non solo nell’egittologia, il Museo si pone obiettivi sempre più ambiziosi nel campo della ricerca, dell’accessibilità e dell’inclusione. E proprio in questa direzione va il progetto della copertura della corte barocca, che trasformerà l’ingresso del Museo in una nuova agorà accessibile gratuitamente a tutti; si tratta della prima, importantissima parte di un ampio disegno di restituzione alla Città, in occasione del bicentenario del museo, che si realizzerà nel corso del 2024”.

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Progetto OMA per il museo Egizio di Torino: rendering dell’ingresso secondario da via Duse (foto museo egizio)

Il progetto OMA vincente: “Un museo aperto alla città”. Il progetto – spiegano i progettisti di OMA – intende recuperare il carattere originario del Palazzo del Colle­gio dei Nobili integrando l’edificio nel suo contesto urbano, recuperando una coerenza e un’identità complessiva ora poco percepibili ed offrendo al pubblico un’immagine del Museo dalla forte vocazione pubblica. L’edificio era stato concepito come un volume a “C” con un cortile aperto verso i lotti edificati della strada Nuova (ora via Roma), da cui era separato dal vicolo del Montone (ora via Duse). La costruzione, nel tempo, ha subito interventi non coerenti con l’impianto iniziale, dovuti a diverse esigenze funzionali (ripensamento di scale e sistemi distributivi, aggiunta e rimozi­one di elementi, chiusura del fronte su via Duse con la costruzione dell’ala Schiaparelli, modifiche alla struttura per ricavare i piani interrati, ecc.). Il Palazzo del Collegio dei Nobili ha quindi visto ripetutamente adattare la propria forma a nuove funzioni e a nuove pratiche sociali: la sua con­servazione si lega proprio alla storia dei suoi cambiamenti. La configurazi­one attuale, privilegiando la fruizione museale, ha contribuito al carattere introverso dell’edificio il quale, nonostante si trovi nel cuore della città di Torino, risulta separato dal sistema di spazi pubblici”.

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Progetto OMA per il museo Egizio di Torino: lo schema della “spina” assiale (foto museo egizio)

“La proposta architettonica – continuano – prevede l’introduzione di una “Spina” assiale che interpreta il complesso sistema di spazi pubblici che struttura la morfologia storica di Torino città-capitale di ancien régime: cortili, atri, sagrati e gal­lerie coperte erano infatti vissuti come connessioni urbane multifunzionali. La “Spina” in progetto connette una sequenza di sei “stanze” che divengono una enfilade urbana: via Accademia delle Scienze, l’Atrio, il Porticato, il Cortile, l’Ala Schiaparelli e via Duse. Tutti questi ambienti, diversi per dimensione, qualità e vocazione, sono collegati attraverso la “Spina” cre­ando una nuova piazza pubblica in uno dei perni della città, che raccorda gli spazi aulici e turistici di Piazza San Carlo (prima estensione della cit­tà-capitale) con gli spazi universitari e culturali della seconda estensione (piazza Carlo Alberto, via Po, Piazza Carlina). La “Piazza Egizia”, cuore del Museo, si apre alla città e ne diventa parte attiva; un nuovo spazio pub­blico dalle molteplici identità destinato a diverse funzioni e strettamente connesso all’Accademia delle Scienze. Parte della collezione museale può affacciarsi in questi nuovi spazi per stimolare curiosità, suggerire sviluppi inediti dell’offerta culturale del Museo e promuovere gli eventi e le attività dell’Accademia”.

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Progetto OMA per il museo Egizio di Torino: rendering della scala per l’ala Schiaparelli (foto museo egizio)

“Grazie all’inserimento della nuova copertura vetrata, la corte diviene uno spazio climatizzato accogliente ed accessibile. L’aspetto essenziale della co­pertura è sintetizzato in una griglia di travi e pilastri in acciaio ritmati in base alla scansione delle campate delle facciate. La copertura risponde con creatività ed eleganza anche agli obiettivi di sostenibilità e di gestione: le esigenze di raccolta dell’acqua piovana, illuminazione, ventilazione e ma­nutenzione sono risolte nella copertura stessa. Questa si configura infat­ti come un elemento altamente tecnologico caratterizzato dalla massima trasparenza: un velo tra il museo e il cielo. “Piazza Egizia” è un progetto che migliora l’accoglienza e potenzia la fruizione del Museo: un nuovo spazio pubblico aperto alla cittadinanza anche dopo l’orario di apertura del Museo che trasforma la corte in una piazza totalmente attraversabile, aperta alla città, luogo di incontro, dello stare, dell’accogliere e pronto ad ospitare molteplici attività. Le persone che decidono di attraversare il museo, infatti, possono usufruire gratuitamente dei suoi servizi pubblici (caffetteria, area per eventi, giardino egizio, book­shop, libreria, ecc.). In alternativa, con l’acquisto del biglietto, possono accedere al percorso espositivo permanente, alla sala immersiva, alle aule didattiche, ai laboratori di ricerca e restauro e agli spazi espositivi tempor­anei. Un progetto – concludono – che oltre a migliorare l’accoglienza del Museo restituisce alla collettività la corte del Museo, ampliando gli spazi espositivi e rendendo liberamente accessibili alcuni elementi importanti della collezione museale come il tempio di Ellesija. Il nuovo salotto della città di Torino”.

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3 risposte a “Torino. Per le celebrazioni del bicentenario il museo Egizio cambia volto e si apre alla città: il cortile diventa la Piazza Egizia, urbana e coperta con accesso libero al tempio di Ellesija. Ecco i dettagli del progetto dello studio OMA di Rotterdam vincitore del concorso internazionale indetto dalla Compagnia di San Paolo”

  1. Italina Bacciga dice :

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