Torino. Accordo quadriennale tra Alpitour World e il museo Egizio: Alpitour World in quattro anni investe 800mila euro per sostenere progetti culturali e di rinnovamento dell’Egizio per il bicentenario del 2024. Le interviste di Christian Greco e Pier Ezhaya

Accordo museo Egizio – Alpitour World: da sinistra, Tommaso Bertini, Pier Ezhaya e Christian Greco (foto graziano tavan)
Il viaggio è iniziato. Con una tappa prestigiosa da raggiungere al meglio, cioè il bicentenario della nascita del museo Egizio di Torino, il più antico al mondo sulla civiltà dei faraoni, e un obiettivo ambizioso: portare il museo fuori dal museo e la città e il mondo dentro il museo, trasmettendo il valore della scoperta, del viaggio – fisico e simbolico – e della cultura. Si può leggere così l’accordo di collaborazione siglato fra Alpitour World e il museo Egizio: entrambe le realtà, infatti, pur essendo radicate storicamente a Torino, hanno un orizzonte internazionale e sono mosse dalla volontà di creare occasioni di incontro per costruire ponti tra popoli, culture e Paesi. Entrambe inoltre hanno intrapreso un percorso di trasformazione, fondato sui valori di innovazione, responsabilità, centralità e inclusione delle persone.

Rendering della Piazza Egizia, nuova piazza urbana coperta, al museo Egizio di Torino (progetto OMA di Rotterdam)
Il museo Egizio ogni anno richiama visitatori da tutto il mondo: solo nel 2022 ha sfiorato i 900mila ingressi, risultando il museo più visitato della città e superando anche i risultati del 2019. Terzo museo più visitato in Italia nel 2021, il museo Egizio è nato nel 1824 e vanta la seconda collezione di antichità egizie del mondo, nonché la più importante al di fuori dell’Egitto. Nell’aprile 2015, il Museo ha portato a compimento un importante progetto di rinnovamento, coniugando le esigenze della ricerca scientifica con quelle di fruizione del pubblico. Attualmente lo spazio museale è di circa 10600 mq e presenta 11mila oggetti esposti secondo un criterio cronologico che va dal 4900 a.C. al 750 d.C., su circa 44mila reperti conservati. Ora il Museo si appresta nuovamente a cambiare volto: il piano per il bicentenario del 2024 impegnerà 20 milioni di euro (vedi Torino. Per le celebrazioni del bicentenario il museo Egizio cambia volto e si apre alla città: il cortile diventa la Piazza Egizia, urbana e coperta con accesso libero al tempio di Ellesija. Ecco i dettagli del progetto dello studio OMA di Rotterdam vincitore del concorso internazionale indetto dalla Compagnia di San Paolo | archeologiavocidalpassato).

Il tempio di Ellesiya ricostruito al museo Egizio di Torino (foto museo egizio)
Il viaggio che unirà Alpitour World, il primo gruppo turistico italiano, al più antico museo di antichità egizie del mondo, il museo Egizio, prevede un piano strategico di quattro anni, del valore di 800mila euro, durante i quali Alpitour World sosterrà alcuni importanti progetti culturali e di rinnovamento dell’Egizio, in vista del bicentenario del Museo nel 2024. Un’iniziativa storica per Alpitour World che, per la prima volta, stanzia un investimento così importante per essere parte di un percorso culturale, di cambiamento e innovazione intrapreso dall’Egizio, un progetto di ampio respiro e di restituzione alla città, che ridisegnerà lo spazio di accesso al Museo, la Galleria dei Re, l’ipogeo e il Tempio di Ellesija, per farli divenire sempre più luoghi di incontro, di scambio, di condivisione e anelli di congiunzione tra digitale e fisico, in un continuum con la città e il territorio. “Siamo grati ad Alpitour World di averci preso a bordo e di averci selezionato come un compagno di viaggio affidabile per i prossimi 4 anni”, commenta la presidente del museo Egizio, Evelina Christillin. “Questo accordo è la rappresentazione plastica di come cultura e turismo non viaggino su binari paralleli, ma anzi insieme possano concretizzare progetti di divulgazione, inclusione di nuovi pubblici e innovazione”.
“Oggi”, spiega il direttore dell’Egizio Christian Greco ad archeologiavocidalpassato.com, “siamo a celebrare un partenariato importante che vede il museo Egizio intraprendere un nuovo viaggio assieme ad Alpitour che ha voluto sposare il nostro progetto culturale, ha creduto a tre parole chiave della nostra programmazione culturale, ovvero inclusione accessibilità e condivisione, e ci aiuterà in questi anni a rendere più aperto e accessibile il museo Egizio. E cominceremo subito questa estate con sette serate che vengono offerte a coloro che non avranno modo di andare in vacanza e che potranno venire in museo gratuitamente a fruire delle nostre collezioni, e al contempo con loro avremo durante quest’estate anche la possibilità di condividere la ricerca che facciamo con dei totem che permetteranno di vedere la digitalizzazione della nostra collezione. Poi Alpitour ci aiuta in un altro nostro progetto importantissimo che è quello di portare il museo fuori dal museo. Molto spesso – lo abbiamo visto durante il periodo del Covid – il museo era quasi un fortino chiuso. Noi abbiamo una serie di iniziative che ci portano fuori. Da anni andiamo nelle scuole, andiamo negli ospedali. Ma adesso, grazie ad Alpitour, andremo anche nei villaggi turistici facendo progetti di formazione per i bambini che si trovano nei villaggi e che possono quindi avere un accrescimento culturale, imparare il luogo in cui sono, imparare l’importanza la complessità della storia e la sua stratificazione. E poi un viaggio che ci accompagnerà – sempre in quest’ottica di apertura, di rendere il museo accessibile aperto a tutti – anche nei lavori di ristrutturazione del 2024. Quindi un viaggio che inizia oggi e che ci porta a lavorare assieme a loro in un’ottica di condivisione de risultati”.
“Oggi è un giorno molto importante”, conferma ad archeologiavocidalpassato.com Pier Ezhaya, direttore generale tour operating Alpitour World, “perché questa alleanza con il museo Egizio è il primo passo di un percorso che è iniziato il 24 novembre 2022 col nuovo logo e la nuova corporate identity del gruppo che mira a far sì che l’azienda non si occupi solo di produrre come deve fare i risultati economici ma anche di occuparsi di ciò che accade attorno a lei. Quindi la cultura è sicuramente un tema molto importante e il museo rappresenta uno spazio formidabile per poter dare corpo a queste nobili intenzioni che son appunto nate con il nuovo percorso del 24 novembre”. E Tommaso Bertini, direttore marketing Alpitour World, dichiara: “Mi piace pensare ad Alpitour World come a un mecenate culturale – dichiara – un’azienda che guarda al valore umano, oltre che a quello di business. Ci sono molti modi per viaggiare: partendo con un aereo verso un paese straniero, oppure volando indietro di millenni, a pochi passi da casa, per ammirare opere, manufatti e usanze di altre epoche. Qualunque sia la sua forma, viaggiare è ciò che più apre la mente: siamo orgogliosi di poter prendere parte a questo intreccio virtuoso che unisce realtà del territorio alla città di Torino”.

Visitatori alla Galleria dei Re al museo Egizio di Torino (foto graziano tavan)
Oltre a partecipare al progetto di rivisitazione dell’allestimento storico-scientifico della Galleria dei Re (per il quale, per ora, non c’è ancora un rendering disponibile), Alpitour World ha previsto anche delle iniziative per favorire l’inclusione, l’accesso alle visite e alla formazione dei più piccoli. Attività realizzate nello specifico dal Brand Francorosso, marchio di Tour Operating nato nel 1953 a Torino, specializzato sull’Egitto sin dagli anni ’70 e con un approccio di ricerca, rispetto e curiosità verso i luoghi e le popolazioni visitate. Fra luglio e agosto, Francorosso organizzerà “Speciale Estate by Francorosso”, un ciclo di sette appuntamenti gratuiti al museo Egizio; realizzerà dei progetti di edutainment insieme al team scientifico e didattico del Museo per raccontare le civiltà del passato agli ospiti più piccoli dei suoi SeaClub. Allo studio, infine, una collaborazione sul progetto espositivo “Liberi di imparare”, che prevede in mostra le copie di alcuni reperti del Museo, realizzate dai detenuti delle sezioni scolastiche della Casa Circondariale dell’Istituto tecnico “Plana” e del Primo Liceo Artistico, nell’ambito di un progetto didattico realizzato dal Museo con l’istituto penitenziario “Lorusso Cutugno” e l’Ufficio del Garante dei diritti dei detenuti del Comune di Torino.
Torino. Per le celebrazioni del bicentenario il museo Egizio cambia volto e si apre alla città: il cortile diventa la Piazza Egizia, urbana e coperta con accesso libero al tempio di Ellesija. Ecco i dettagli del progetto dello studio OMA di Rotterdam vincitore del concorso internazionale indetto dalla Compagnia di San Paolo

Rendering della Piazza Egizia, nuova piazza urbana coperta, al museo Egizio di Torino (progetto OMA di Rotterdam)
Inclusione, sostenibilità, possibilità a tutti di partecipare. Su questi tre concetti si sono basate le 47 proposte dai più grandi studi di architettura del mondo per la creazione nel museo Egizio di Torino di una piazza urbana coperta, la piazza Egizia, che si apre alla città e la coinvolge, con la fruizione pubblica del tempio di Ellesija. Un progetto ambizioso e “rivoluzionario” da 12,5 milioni di euro con dei tempi strettissimi di realizzazione: il bicentenario del museo Egizio, il più antico d’Europa, che scade nel 2024: obiettivo è essere pronti per ottobre 2024. Praticamente dopodomani. E il conto alla rovescia è partito ufficialmente giovedì 26 gennaio 2023 con la proclamazione del vincitore del concorso internazionale di progettazione “Museo Egizio 2024”. Ha vinto lo studio OMA – Office for Metropolitan Architecture di Rotterdam che curerà la realizzazione dell’ampliamento e il rinnovamento della corte interna del Palazzo del Collegio dei Nobili e la conseguente riorganizzazione degli spazi del museo Egizio di Torino che in vista delle celebrazioni del bicentenario del museo Egizio intende ampliare la propria offerta al pubblico nel campo della ricerca, dell’accessibilità e dell’inclusione.

Il tempio di Ellesiya ricostruito nelle sale del museo Egizio di Torino (foto museo Egizio)
Il concorso internazionale è stato portato avanti e gestito direttamente dalla Compagnia di San Paolo, come “mecenati della Cultura”: parole del presidente prof. Francesco Profumo, che ora consegna il progetto al museo Egizio per la sua realizzazione. La Fondazione Compagnia di San Paolo accompagna la Fondazione Museo delle Antichità Egizie a partire dalla sua costituzione. Sin da allora tale istituzione ha scelto di seguire modalità innovative, accogliendo a sé soggetti sia pubblici e privati, rappresentando il primo esempio italiano di partecipazione del privato alla gestione di un patrimonio culturale pubblico. Tra gli obiettivi del Concorso vi è stato quello di valorizzare – in occasione del bicentenario della nascita del museo Egizio di Torino – il Tempio di Ellesija, offrendone una fruizione pubblica e gratuita. Il Tempio fu donato dal governo egiziano all’Italia nel 1970 come riconoscimento per la partecipazione del nostro Paese alla vasta operazione di salvataggio dei templi della Nubia a seguito della costruzione della diga di Assuan.

Progetto OMA della Piazza Egizia al museo Egizio di Torino: rendering del doppio livello della “piazza urbana” (foto museo egizio)
I progetti giunti da ogni parte del mondo, a sottolineare – è stato detto – il prestigio dato da studiare un progetto per il museo Egizio di Torino, al di là del riscontro economico effettivo, ben più basso di quelli cui sono abituati questi grandi studi internazionali di architettura. Dopo la prima scrematura, sono rimasti in corsa cinque raggruppamenti di professionisti finalisti che hanno avuto accesso alla seconda fase del concorso: David Gianotten (O.M.A. – Office for Metropolitan Architecture), Rotterdam-Paesi Bassi (“Un progetto culturale, non solo funzionale, che offre una nuova interessante visione del futuro della città di Torino); Kengo Kuma (Kengo Kuma & Associates), Parigi-Francia (“Propone nuovi sistemi di architettura per la copertura della piazza urbana, e introduce temi di coinvolgimento emotivo dell’edificio”); Giuseppe Bove (Pininfarina Architetture), Torino-Italia, capogruppo Under 40 (“Progetto interessante con la proposta di una copertura in vetro e travi portanti sempre in vetro, che dà un effetto di trasparenza”); Carlo Ratti (Carlo Ratti Associati), Torino-Italia (“Anche questo progetto propone una copertura trasparente in vetro”); Jette Cathrin Hopp (Snohetta), Oslo-Norvegia (“Proposta assoluta di progetto, onnicomprensivo: tutto l’edificio diventa un tutt’uno con una grande scala). La commissione presieduta dall’arch. Marco Albini e composta anche da Mario Alberto Chiorino, professore emerito di Scienza delle costruzioni al Politecnico di Torino; Massimo Osanna, direttore generale Musei al ministero della Cultura, professore ordinario di Archeologia classica all’università di Napoli Federico II; Renata Picone, professore ordinario di Restauro architettonico all’università di Napoli Federico II, nonché direttore della Scuola di specializzazione in Beni architettonici e del Paesaggio dello stesso ateneo e da Francesco Profumo, presidente della Fondazione Compagnia di San Paolo, alla fine ha scelto il progetto di OMA (Gianotten David, progettista capogruppo; Van Loon Helena Amelia Hubertina, progettista; De Graaf Reinier Hendrik, progettista; Salimei Guendalina, progettista; Tabocchini Andrea, progettista; Manfroni Odine, progettista; Andreani Saverio, progettista; De Camillis Carolina, consulente; Longhi Andrea, consulente; Romagnoli Laura, consulente).

La commissione giudicante: a sinistra, Mario Alberto Chiorino, Francesco Profumo, Alberto Albini, Renata Picone, Massimo Osanna (foto museo egizio)
“Crediamo che questo concorso, come tutti i concorsi, sia un’occasione importante per favorire l’avanzamento culturale di una città generando spinte nuove e stimolando la trasformazione urbana con una risposta al bisogno di relazione tra le e coinvolgendo i punti nevralgici del tessuto cittadino”, dichiara l’architetto Albini, presidente della Commissione. “La qualità dei concorrenti – le cinque proposte sono apparse da subito interessanti e di pregnanza di significato – ha dato lustro a questo concorso grazie alla partecipazione dei più grandi architetti del mondo affascinati sicuramente dalla committenza, una delle più grandi fondazioni europee ed anche sicuramente dal fascino che un Museo, come quello Egizio di Torino, può generare”. E continua: “Relativamente alla proposta dello Studio OMA, la Commissione ha evidenziato la particolare rilevanza e innovazione rispetto al contenuto culturale del progetto, che si reputa rappresenti un’opportunità per l’avanzamento della cittadinanza torinese e dei fruitori del Collegio dei Nobili. Per il tramite della realizzazione di questo progetto, la città si arricchirà di un contributo rilevante anche dal punto di vista urbanistico. Un aspetto di assoluta importanza, che connota il progetto, è l’attenta e puntuale ricerca storica fatta sul disegno di Torino e sui documenti della fabbrica, che consente di sviluppare la proposta progettuale in rapporto con il pregresso. Il progetto è stato reputato inoltre particolarmente attento ai temi dell’inclusività e dell’accessibilità. Inoltre, si evidenza la raffinatezza dal punto di vista tecnologico. La “Piazza Egizia” cuore del Museo si apre alla città e ne diventa parte attiva. Un nuovo spazio pubblico dalle molteplici identità destinato alle diverse funzioni e strettamente connesso all’ Accademia delle Scienze”.

Il team OMA di Rotterdam che ha vinto il concorso internazionale “Museo Egizio 2024” (foto museo egizio)
“La Fondazione Compagnia di San Paolo, che ha sempre sostenuto il Museo, ha confermato la propria partecipazione al nuovo percorso di trasformazione che lo riguarda”, dichiara Francesco Profumo, presidente della fondazione Compagnia di San Paolo. “La nostra fondazione ha individuato nel concorso di progettazione della copertura della corte interna e della riqualificazione del piano ipogeo l’intervento più coerente con il proprio ruolo di mecenate moderno. In linea con il piano strategico, che prevede anche forme di supporto alternative all’attività grant-making, la Compagnia si è fatta carico del processo di selezione di uno progetto da donare al Museo. Nel caso specifico, facendo riferimento al codice degli appalti dei Beni culturali, abbiamo gestito il concorso per la selezione del raggruppamento di progettisti vincitori in tempi estremamente ridotti, utilizzando la piattaforma Concorrimi dell’Ordine degli Architetti di Milano ed attraendo 47 proposte dai più grandi studi di architettura del mondo. Doniamo oggi al Museo Egizio, alla Città ed ai suoi cittadini un progetto di grande qualità che guarda al futuro in un’ottica inclusiva, sostenibile e accessibile”.

Museo Egizio di Torino: Il direttore Christian Greco e la presidente Evelina Christillin (foto unito)
“Siamo molto grati alla Compagnia di San Paolo per l’operazione innovativa di mecenatismo e per le competenze messe in campo per accompagnare e sostenere il museo Egizio, in un percorso di trasformazione e cambiamento, in vista del bicentenario del 2024”, intervengono la presidente del museo Egizio, Evelina Christillin e il direttore, Christian Greco. “Consapevoli che offrire al pubblico e agli studiosi una visione dell’Egizio e dell’archeologia più moderna e immersa nella contemporaneità significa attrarre i migliori talenti internazionali, in diversi campi, non solo nell’egittologia, il Museo si pone obiettivi sempre più ambiziosi nel campo della ricerca, dell’accessibilità e dell’inclusione. E proprio in questa direzione va il progetto della copertura della corte barocca, che trasformerà l’ingresso del Museo in una nuova agorà accessibile gratuitamente a tutti; si tratta della prima, importantissima parte di un ampio disegno di restituzione alla Città, in occasione del bicentenario del museo, che si realizzerà nel corso del 2024”.

Progetto OMA per il museo Egizio di Torino: rendering dell’ingresso secondario da via Duse (foto museo egizio)
Il progetto OMA vincente: “Un museo aperto alla città”. Il progetto – spiegano i progettisti di OMA – intende recuperare il carattere originario del Palazzo del Collegio dei Nobili integrando l’edificio nel suo contesto urbano, recuperando una coerenza e un’identità complessiva ora poco percepibili ed offrendo al pubblico un’immagine del Museo dalla forte vocazione pubblica. L’edificio era stato concepito come un volume a “C” con un cortile aperto verso i lotti edificati della strada Nuova (ora via Roma), da cui era separato dal vicolo del Montone (ora via Duse). La costruzione, nel tempo, ha subito interventi non coerenti con l’impianto iniziale, dovuti a diverse esigenze funzionali (ripensamento di scale e sistemi distributivi, aggiunta e rimozione di elementi, chiusura del fronte su via Duse con la costruzione dell’ala Schiaparelli, modifiche alla struttura per ricavare i piani interrati, ecc.). Il Palazzo del Collegio dei Nobili ha quindi visto ripetutamente adattare la propria forma a nuove funzioni e a nuove pratiche sociali: la sua conservazione si lega proprio alla storia dei suoi cambiamenti. La configurazione attuale, privilegiando la fruizione museale, ha contribuito al carattere introverso dell’edificio il quale, nonostante si trovi nel cuore della città di Torino, risulta separato dal sistema di spazi pubblici”.

Progetto OMA per il museo Egizio di Torino: lo schema della “spina” assiale (foto museo egizio)
“La proposta architettonica – continuano – prevede l’introduzione di una “Spina” assiale che interpreta il complesso sistema di spazi pubblici che struttura la morfologia storica di Torino città-capitale di ancien régime: cortili, atri, sagrati e gallerie coperte erano infatti vissuti come connessioni urbane multifunzionali. La “Spina” in progetto connette una sequenza di sei “stanze” che divengono una enfilade urbana: via Accademia delle Scienze, l’Atrio, il Porticato, il Cortile, l’Ala Schiaparelli e via Duse. Tutti questi ambienti, diversi per dimensione, qualità e vocazione, sono collegati attraverso la “Spina” creando una nuova piazza pubblica in uno dei perni della città, che raccorda gli spazi aulici e turistici di Piazza San Carlo (prima estensione della città-capitale) con gli spazi universitari e culturali della seconda estensione (piazza Carlo Alberto, via Po, Piazza Carlina). La “Piazza Egizia”, cuore del Museo, si apre alla città e ne diventa parte attiva; un nuovo spazio pubblico dalle molteplici identità destinato a diverse funzioni e strettamente connesso all’Accademia delle Scienze. Parte della collezione museale può affacciarsi in questi nuovi spazi per stimolare curiosità, suggerire sviluppi inediti dell’offerta culturale del Museo e promuovere gli eventi e le attività dell’Accademia”.

Progetto OMA per il museo Egizio di Torino: rendering della scala per l’ala Schiaparelli (foto museo egizio)
“Grazie all’inserimento della nuova copertura vetrata, la corte diviene uno spazio climatizzato accogliente ed accessibile. L’aspetto essenziale della copertura è sintetizzato in una griglia di travi e pilastri in acciaio ritmati in base alla scansione delle campate delle facciate. La copertura risponde con creatività ed eleganza anche agli obiettivi di sostenibilità e di gestione: le esigenze di raccolta dell’acqua piovana, illuminazione, ventilazione e manutenzione sono risolte nella copertura stessa. Questa si configura infatti come un elemento altamente tecnologico caratterizzato dalla massima trasparenza: un velo tra il museo e il cielo. “Piazza Egizia” è un progetto che migliora l’accoglienza e potenzia la fruizione del Museo: un nuovo spazio pubblico aperto alla cittadinanza anche dopo l’orario di apertura del Museo che trasforma la corte in una piazza totalmente attraversabile, aperta alla città, luogo di incontro, dello stare, dell’accogliere e pronto ad ospitare molteplici attività. Le persone che decidono di attraversare il museo, infatti, possono usufruire gratuitamente dei suoi servizi pubblici (caffetteria, area per eventi, giardino egizio, bookshop, libreria, ecc.). In alternativa, con l’acquisto del biglietto, possono accedere al percorso espositivo permanente, alla sala immersiva, alle aule didattiche, ai laboratori di ricerca e restauro e agli spazi espositivi temporanei. Un progetto – concludono – che oltre a migliorare l’accoglienza del Museo restituisce alla collettività la corte del Museo, ampliando gli spazi espositivi e rendendo liberamente accessibili alcuni elementi importanti della collezione museale come il tempio di Ellesija. Il nuovo salotto della città di Torino”.
Torino. Weekend di Ferragosto: al museo Egizio più che raddoppiati gli ingressi rispetto allo stesso periodo del 2021. In agosto sono tornati anche i visitatori stranieri

Il direttore del museo Egizio di Torino, Christian Greco (foto museo Egizio)
Quest’anno in un giorno – sabato 13 agosto – tanti visitatori quanto in tutto il weekend di metà agosto di un anno fa. Sono più che raddoppiati gli ingressi al museo Egizio di Torino nel fine settimana di Ferragosto 2022, rispetto all’analogo periodo dell’anno scorso. Da sabato 13 a lunedì 15 agosto 2022 il Museo ha registrato 12051 ingressi, mentre l’anno precedente nei tre giorni a cavallo di Ferragosto si erano registrati 4950 visitatori. Il giorno di maggiore afflusso è stato sabato 13 agosto, con 4491 visitatori. “Si tratta di dati che superano le più rosee aspettative e che ci riportano con la memoria alle affluenze degli anni pre-pandemia. A Ferragosto 2019, il Museo aveva registrato 10925 ingressi nei tre giorni di Ferragosto, con circa 5mila visitatori nel giorno di maggior affluenza. Il lavoro condotto negli anni difficili della pandemia per attrarre nuovi pubblici e divulgare l’archeologia e l’Antico Egitto al di là dei confini nazionali e presso nuovi pubblici inizia a dare i suoi frutti”, hanno commentato la presidente del Museo Egizio, Evelina Christillin, e il direttore, Christian Greco.
Buone, inoltre, le affluenze, con un notevole ritorno di visitatori stranieri, nella prima metà di agosto all’Egizio, superiori anche al periodo pre-Covid: registrati 42336 ingressi nella prima metà del mese, contro i 33mila circa del 2019 e i circa 20mila dell’anno scorso. La novità dell’estate è stata “Cortile Aperto: Flora dell’Antico Egitto”, uno spazio verde sul modello degli antichi giardini egizi, animato la sera, dal giovedì al sabato, da uno spettacolo gratuito di videomapping proiettato dalle 22 alle 24 sulle pareti del Collegio dei Nobili, il palazzo barocco, sede del Museo. Sono stati 3173 gli ingressi registrati tra luglio e la prima metà di agosto. L’iniziativa gratuita è stata recentemente prorogata fino al 17 settembre 2022. Mentre sono iniziati i lavori per la pulitura delle facciate esterne, che avranno termine entro la fine dell’anno.
Torino. La Compagnia di San Paolo lancia il concorso internazionale di progettazione “Museo Egizio 2024” per ampliamento e rinnovamento della corte interna del Palazzo del Collegio dei Nobili in vista delle celebrazioni del bicentenario del Museo Egizio nel 2024
Pubblicato sulla piattaforma Concorrimi dell’Ordine degli Architetti di Milano il concorso internazionale di progettazione “Museo Egizio 2024”. E il cronoprogramma è strettissimo: il 26 settembre 2022, è il termine ultimo per la ricezione delle proposte di candidatura; il 14 ottobre 2022, il termine per la pubblicazione dei nominativi dei Concorrenti finalisti ammessi alla seconda Fase del Concorso; il 12 dicembre 2022, il termine ultimo per la ricezione delle proposte progettuali (Progetti di Fattibilità Tecnica ed Economica e altri elaborati); il 20 gennaio 2023, il termine ultimo indicativo per la proclamazione del vincitore. La Fondazione Compagnia di San Paolo, nell’ambito della pluriennale collaborazione istituzionale con la Fondazione Museo delle Antichità Egizie di Torino, indice un concorso per acquisire prestazioni progettuali integrate per consentire l’ampliamento e il rinnovamento della corte interna del Palazzo del Collegio dei Nobili e la conseguente riorganizzazione degli spazi in vista delle celebrazioni del bicentenario del Museo Egizio nel 2024.
Con oltre 10mila mq di percorso espositivo e 11mila reperti esposti nelle sue sale, il Museo Egizio è la seconda collezione di antichità egizie nel mondo nonché la più importante al di fuori dell’Egitto. Il Museo fu fondato nel 1824 dal re Carlo Felice con l’acquisizione di una collezione di 5628 reperti egizi riunita da Bernardino Drovetti, console di Francia in Egitto. La sede del Museo è da allora nel palazzo che nel XVII secolo l’architetto Garove aveva costruito come scuola dei Gesuiti, noto come “Collegio dei Nobili”, e che nel XVIII secolo era diventato sede dell’Accademia delle Scienze. Il percorso museale, dedicato esclusivamente all’arte e alla cultura dell’Egitto antico, si articola in quattro piani coprendo un arco temporale che va dal 4000 a.C. al 700 d.C. Il Museo è tra i luoghi della cultura italiani più visitati a livello nazionale e internazionale.

La colossale statua di Seti II domina la Galleria dei Re del museo Egizio di Torino (foto Graziano Tavan)
Connubio tra architettura barocca e contemporanea, il progetto contribuirà a rinnovare l’immagine del Museo Egizio e di Torino mostrando la possibilità di integrare tradizione e innovazione. La realizzazione della copertura consentirà di trasferire nella corte i servizi al pubblico, quali bookshop, caffetteria e biglietteria, creando così uno spazio di aggregazione polifunzionale. Dalla nuova corte, inoltre, sarà possibile accedere liberamente al Tempio di Ellesija, donato dall’ Egitto allo stato italiano come ringraziamento per la sua partecipazione alla missione UNESCO nel salvataggio dei templi nubiani. Inoltre, la copertura del cortile interno valorizzerà ulteriormente il Giardino Egizio, all’interno della corte, creando così un ottimo connubio tra natura, verde e spazi ibridi e polifunzionali. Nel suo complesso, il progetto consentirà alla città di fruire di un’agorà, ideata concettualmente come una piazza coperta, a pochi passi dalla vicina piazza Carignano, accessibile da cittadini e turisti, compatibilmente agli orari di apertura del Museo. Il piano ipogeo potrà essere destinato a un nuovo e significativo ampliamento del percorso museale, offrendo così al pubblico ulteriori possibilità di fruizione della collezione museale. Il progetto è di straordinaria rilevanza non solo per il Museo e le sue collezioni, ma per l’intera Torino, che riconosce nell’Egizio un presidio di cultura e conoscenza aperto e inclusivo per i cittadini e per i tanti visitatori. La Compagnia di San Paolo e la Fondazione Museo delle Antichità Egizie guardano al progetto come a un’opportunità straordinaria per favorire la rigenerazione culturale della città e offrire un nuovo segno architettonico incastonato nel cuore barocco di Torino.

Il direttore del museo Egizio di Torino, Christian Greco (foto museo Egizio)
“La Fondazione Compagnia ha individuato nella progettazione della realizzazione della copertura della corte interna e della riqualificazione del piano ipogeo l’intervento che più valorizza il proprio ruolo rispetto alle celebrazioni del 2024”, dichiara Alberto Anfossi, segretario generale della Fondazione Compagnia di San Paolo. “Pertanto, la nostra Fondazione sarà il soggetto che procederà attraverso una rigorosa procedura concorsuale di ambito internazionale alla selezione di un progetto da offrire con spirito di mecenatismo al Museo”. E la presidente e il direttore del Museo Egizio, Evelina Christillin e Christian Greco: “Siamo molto grati alla Compagnia di San Paolo per gli strumenti e la metodologia innovativa messi a disposizione del Museo Egizio, con l’obiettivo di accompagnarlo e sostenerlo in un nuovo percorso di trasformazione. Consapevoli che per offrire al pubblico e agli studiosi una visione più moderna del Museo e dell’archeologia, serva attrarre i migliori talenti internazionali l’Egizio si pone obiettivi sempre più alti nel campo della ricerca, dell’accessibilità e dell’inclusione. E proprio in questa direzione va il progetto della copertura della corte barocca, che si trasformerà in una nuova agorà accessibile gratuitamente a tutti. Con un progetto a cavallo tra archeologia, botanica e digitalizzazione, porteremo il paesaggio del Nilo nel centro di Torino, nella corte e poi nell’ipogeo del Museo dove i visitatori grazie alle moderne tecnologie digitali si ritroveranno letteralmente immersi nell’antichità e nella storia”.

La corte interna del Palazzo del Collegio dei Nobili sarà ristrutturata per il progetto “Museo Egizio 2024” (foto museo egizio)
“Da molti anni”, spiega Maria Cristina Milanese, presidente dell’Ordine degli Architetti di Torino, “gli Ordini degli Architetti utilizzano e promuovono i concorsi di architettura come gli strumenti più efficienti per garantire qualità del progetto e la scelta dei progettisti. Avere un partner come la Fondazione Compagnia di San Paolo, che riconosce nella qualità del progetto, una procedura concorsuale da attuare, così come è stato anche per il concorso della Cavallerizza, ed essere parti integranti di un processo internazionale di miglioramento di un luogo straordinario come il Museo Egizio, vanto per la nostra città e riconosciuto in tutto il mondo, non può che essere fonte di soddisfazione del lavoro svolto in questi anni e di crescita da parte della committenza. Il concorso, inoltre, essendo lo strumento che garantisce qualità e trasparenza, restituisce la centralità al progetto”. Gli ambienti del piano terra riguardano una superficie di circa 925 mq ed introdurranno i visitatori al percorso espositivo assolvendo ad alcune funzioni, al momento distribuite in diversi ambienti e piani del Palazzo quali bookshop, lounge, info point, caffetteria, spazio conferenze oltre alla biglietteria, desk per visite guidate, audioguide e guardaroba. È prevista inoltre la progettazione della riqualificazione dell’atrio ipogeo di 1355 mq circa, che diventerà l’inizio del percorso museale.
Torino. Apre: “Cortile aperto: flora dell’antico Egitto”. Così il cortile interno del museo Egizio ripropone un giardino del Nuovo Regno con le essenze, i colori e i profumi di 3500 anni fa. Primo passo nel processo di trasformazione del museo in vista del bicentenario del 2024
C’è il loto azzurro, con i suoi fiori che si schiudono all’alba per poi richiudersi al tramonto, simbolo di rinascita e rigenerazione e non può mancare il papiro, che originariamente cresceva in fitte paludi lungo il Nilo o lungo il suo delta ed era la pianta araldica del Basso Egitto. Un giardino speciale con la flora dell’Antico Egitto nel cuore di Torino: al museo Egizio. “Natura, cultura e bellezza”, ci ricordano gli egittologi, “si intrecciano nei rigogliosi giardini egizi, che sono tra le testimonianze più antiche di spazi verdi creati dall’uomo”. Ispirandosi proprio alle famose raffigurazioni rivenute nelle tombe dell’alta società egizia e con il supporto di studi archeobotanici, il museo Egizio presenta “Cortile aperto: Flora dell’antico Egitto”, uno spazio verde nel cortile del Collegio dei Nobili e aperto a tutti dal 29 giugno 2022. Da punto di passaggio verso la biglietteria e l’inizio del percorso espositivo, questo luogo si trasforma così in un giardino, aperto gratuitamente e che dal 30 giugno 2022 sarà anche animato da uno spettacolo serale di videomapping.

Il giardino con essenze dell’antico Egitto ricreato nel cortile interno del museo Egizio di Torino (foto museo egizio)
Si tratta del primo tassello di un percorso di trasformazione dell’Egizio, con cinque progetti di ricerca, alta tecnologia e restituzione alla Città. Il Museo, infatti, in vista delle celebrazioni del bicentenario nel 2024, cambierà volto a partire dalla corte interna del seicentesco palazzo del Collegio dei Nobili, che verrà coperta da una cupola in acciaio e vetro, al di sotto della quale ci sarà un giardino egizio permanente, di cui ora viene inaugurata una prima parte.

L’ampia pannellistica permette di apprezzare la flora dell’antico Egitto nel cortile interno del museo Egizio di Torino (foto museo egizio)
Ma non c’è solo il fior di loto o il papiro. Queste, infatti, sono solo alcune tra le piante protagoniste di “Cortile Aperto”, un omaggio alla civiltà dell’antico Egitto, che fu tra le prime a sviluppare una cultura del giardino e a conferire significati simbolici a piante e fiori, come testimoniano le raffigurazioni di giardini rivenute nelle tombe dell’alta società egizia. “Cortile aperto” si ispira ai giardini del Nuovo Regno (1539-1076 a.C.). A curare il nuovo progetto a cavallo tra archeologia e botanica è stato un team internazionale di egittologi del Museo, composto da Johannes Auenmüller, Divina Centore e Cédric Gobeil.

Il grande cortile del Collegio dei Nobili diventa un nuovo punto di incontro per la città (foto museo egizio)
“È un primo passo, un intervento strutturale e creativo, che ci proietta verso il bicentenario che celebreremo nel 2024 e verso progetti ancora più ambiziosi di trasformazione del Museo Egizio”, dichiarato Evelina Christillin, presidente del museo Egizio. “L’auspicio”, continua Christian Greco, direttore del museo Egizio, “è che questo giardino, una volta ultimato, diventi un luogo importantissimo nella nuova agorà, la corte coperta, che sarà un punto di incontro nel centro storico della città. Si tratta, inoltre, di un tentativo di restituzione del paesaggio. Abbiamo cercato di riportare le piante, i colori ed i profumi dei giardini di piacere del Nuovo Regno. Un piccolo angolo d’Egitto che accoglierà i visitatori”.

Alla sera il cortile interno del museo Egizio diventa un luogo di intrattenimento culturale (foto museo egizio)
Inoltre, dal 30 giugno al 30 luglio 2022, dal giovedì al sabato, dalle 22 alle 24, una delle facciate del cortile interno del Museo si trasforma in uno schermo dinamico. Attraverso la tecnica del video mapping si schiuderanno fiori e piante dell’antico Egitto, tre alberi racconteranno una lirica amorosa e, infine, al ritmo di una incalzante melodia, la fauna dell’antico Egitto popolerà il giardino. L’ingresso per la proiezione è gratuito, fino ad esaurimento posti. Sono previste 4 proiezioni all’ora, dalla durata di circa 8 minuti.
Torino. Per “Incontri con gli autori” al museo Egizio presentazione del libro “Chiese chiuse” di Tomaso Montanari, in presenza e on line

Migliaia di chiese sono oggi inaccessibili, saccheggiate, pericolanti. Altre sono trasformate in attrazioni turistiche a pagamento. Oggi non sappiamo cosa farcene, di tutto questo “ben di Dio”, e bene pubblico: mancano visione, prospettiva, ispirazione. Ma è anche lì che si potrebbe costruire un futuro diverso. Umano. Il tema viene affrontato al museo Egizio di Torino nel ciclo “Incontri con gli autori”, lunedì 7 febbraio 2022, alle 18: in sala conferenze presentazione del volume “Chiese Chiuse” (Einaudi) di Tomaso Montanari che dialogherà con Enzo Bianchi. L’incontro sarà introdotto da Evelina Christillin; modera Christian Greco. Per l’occasione sarà possibile acquistare il volume in sala conferenze del museo Egizio. L’ingresso alla sala conferenze è libero fino ad esaurimento posti. È gradita la prenotazione scrivendo una e-mail a comunicazione@museoegizio.it. Il posto in sala verrà riservato fino alle 18. Per l’accesso è necessario esibire il Green Pass rafforzato e indossare mascherina FFP2. La conferenza verrà anche trasmessa live streaming sulla pagina Facebook e sul canale YouTube del Museo.

Tomaso Montanari
“Le antiche chiese italiane ci chiedono di cambiare i nostri pensieri”, spiega Montanari. “Con il loro silenzio secolare, offrono una pausa al nostro caos. Con la loro gratuità, contestano la nostra fede nel mercato. Con la loro apertura a tutti, contraddicono la nostra paura delle diversità. Con la loro dimensione collettiva, mettono in crisi il nostro egoismo. Con il loro essere luoghi essenzialmente pubblici sventano la privatizzazione di ogni momento della nostra vita individuale e sociale. Con la loro viva compresenza dei tempi, smascherano la dittatura del presente. Con la loro povertà, con il loro abbandono, testimoniano contro la religione del successo. Possiamo decidere che anche questi luoghi speciali che arrivano dal passato devono chinare il capo di fronte all’omologazione del pensiero unico del nostro tempo. O invece possiamo decidere di farli vivere: per aiutarci a vivere in un altro modo”.
Torino. Al primo Report integrato del museo Egizio assegnato un riconoscimento nell’ambito degli Oscar di Bilancio

Era stato messo on line la scorsa estate, il primo bilancio integrato del museo Egizio di Torino, nato per unire la rendicontazione qualitativa e quantitativa delle proprie attività, e in particolare per analizzare e misurare gli elementi che ne determinano il valore oltre gli indicatori che tradizionalmente costituiscono il bilancio (vedi Torino. Pubblicato il primo bilancio integrato del museo Egizio: visione a 360° delle proprie numerose attività, dalla ricerca all’inclusione sociale | archeologiavocidalpassato). Un impegno che non è passato inosservato.

La consegna della targa al museo Egizio di Torino agli Oscar di Bilancio (foto FERPI)
Al primo Report integrato del museo Egizio è stato infatti assegnato un riconoscimento nell’ambito della 57ma edizione dell’Oscar di Bilancio, appuntamento annuale che premia le aziende più virtuose nelle attività di reporting e cura dei rapporti con gli stakeholder, promosso da Ferpi, insieme a Borsa Italiana e Università Bocconi. Nel corso della cerimonia, A2A e Message, sponsor ufficiali dell’edizione 2021 dell’Oscar di Bilancio, hanno consegnato una targa al museo Egizio con la seguente motivazione: “Il bilancio è frutto di un processo partecipato e di svolta per l’impostazione del piano triennale 2021-24. È molto ben rappresentata la consonanza tra i valori della Fondazione e la declinazione delle attività operative riportate come in un ‘libro di bordo’. È apprezzabile l’analisi del contesto, delle reti e l’approccio alla valutazione dell’impatto”.

Nato appunto dalla volontà di unire la rendicontazione qualitativa e quantitativa delle attività del Museo, il Report integrato 2020 è il frutto di un lavoro di squadra condotto da: Silvia Cendron, Alice Dinegro, Michele Drocco, Elisa Fanetti, Francesca Guercilena. Il report va ben oltre le rilevazioni economiche tradizionali, basate su dati come i ricavi di biglietteria e vuole offrire un’analisi a 360 gradi su rischi, opportunità, attività di ricerca e di inclusione sociale. “Siamo orgogliosi del riconoscimento ricevuto”, dichiara la presidente del museo Egizio, Evelina Christillin, “perché il Report integrato ha l’obiettivo ambizioso di raccontare ciò che è stato il 2020 per il museo Egizio, quali cambiamenti abbia prodotto e come l’istituzione abbia cercato di adattarsi alle sollecitazioni di un contesto che è radicalmente cambiato. La realizzazione di questo documento è stata un’occasione preziosa per riflettere sul modello di gestione, che fino al 2019 ci aveva consentito di raggiungere gli obiettivi prefissati e di crescere in modo costante. È vero che nel 2020 è cambiato tutto, ma forse è più corretto dire che dal 2004 il museo Egizio non ha mai smesso di evolvere e che ora ci attendono nuove sfide: dal digitale al ruolo che i musei devono rivestire nella contemporaneità”.
Torino. Il museo Egizio lancia You&Me, la prima campagna di membership per coinvolgere i visitatori dell’Egizio nelle attività dell’ente: con una quota annuale si può fruire di pacchetti di benefit, differenziati a seconda della fascia di età o del tipo di membership

You&ME, il museo Egizio di Torino lancia la prima campagna di membership per coinvolgere i visitatori dell’Egizio nelle attività dell’ente, dalla cura della collezione di reperti, al sostegno alla ricerca e all’inclusione sociale: “Vivi 365 giorni di scoperta, ricerca e passione: da oggi con la Membership Card Digitale potrai aderire a un programma di attività a te dedicate e seguire il dietro le quinte del museo Egizio. Diventa custode di una collezione millenaria, sostenendo i progetti di ricerca, la cura dei reperti e il futuro del museo”. Chi aderirà alla campagna potrà sostenere l’attività del Museo con una quota annuale, che gli permetterà di fruire di pacchetti di benefit, differenziati a seconda della fascia di età o del tipo di membership. Cuore della campagna sono i contenuti scientifici: la membership, infatti, offre un punto di vista privilegiato sul dietro le quinte dell’attività del Museo, con approfondimenti, format on line, anche per chi è lontano e non ha la possibilità di visitare con frequenza il museo, ed eventi esclusivi. A questo si aggiungono ingressi gratuiti e sconti riservati.

Logo della campagna di sostegno al museo Egizio di Torino “Prenditi cura di ME”

Logo della campagna del museo Egizio di Torino “AFME, American Friends of Museo Egizio”
“La cura della collezione che il Museo custodisce, così come l’importante attività di ricerca che svolge quotidianamente”, dichiara Christian Greco, direttore del museo Egizio, “possono trovare nuova forza attraverso un maggior coinvolgimento dei nostri pubblici, facendoli sentire non semplici spettatori, ma parte integrante di questa straordinaria istituzione. Il nostro programma ‘You&ME’ mira proprio a questo: stabilire e consolidare una relazione con i nostri sostenitori, per costruire una comunità che partecipi alla vita del museo, contribuendo a renderlo sempre più un patrimonio condiviso”. E la presidente Evelina Christillin: “Il programma di membership ci offre l’opportunità di rinsaldare il legame con i nostri pubblici, attraverso il sostegno alle attività che svolgiamo. Questo importante progetto rafforza inoltre le possibilità di fundraising del Museo, avviate a fine 2020 con la campagna ‘Prenditi cura di Me’; insieme ad altre iniziative, come il lancio dell’American Friends of Museo Egizio, a oggi ha permesso di contare su 270 donazioni, per un importo che supera i 45mila euro, interamente reinvestito nella cura della collezione. Un primo risultato positivo, che pone le basi per le sfide future, nel solco dell’importanza strategica che la Fondazione ha sempre assegnato alla sostenibilità, anche in ambito economico”.
“You&ME” è un programma inclusivo, internazionale e sostenibile: la newsletter riservata ai member, così come gli altri contenuti on line, saranno diffusi sia in italiano sia in inglese e la stessa Membership Card, ad eccezione di quella per gli Under14, progettata per essere uno strumento di ampliamento dell’esperienza di membership, sarà consegnata ai destinatari esclusivamente in formato digitale, consentendo di abbattere l’impronta ecologica della campagna. “You&ME” si estende anche alle aziende, che potranno sostenere il Museo attraverso piani personalizzati di corporate membership, con la possibilità di definire benefit, ideati ad hoc per dipendenti e stakeholder. “Ovunque tu sia, il nostro programma di membership digitale ti permetterà di seguire da vicino le attività del Museo. Scopri i benefit a te riservati ed entra nella community del museo Egizio su Membership – Museo Egizio”.
Ad Arona (No) prima tappa tra le Pro Loco piemontesi della mostra del museo Egizio “Liberi di imparare” con venti copie di reperti realizzati nel carcere di Torino con la collaborazione dell’istituto tecnico “Plana” e del Primo Liceo Artistico: dalla Cappella di Maia agli affreschi della tomba di Iti e Neferu, dai ritratti del Fayyum all’ostrakon della ballerina

È approdata ad Arona (No) il 10 settembre 2021 la mostra “Liberi di imparare”, frutto della collaborazione iniziata nel 2018 tra il museo Egizio di Torino, la Direzione della Casa Circondariale ‘Lorusso e Cutugno’ e l’Ufficio del Garante dei diritti delle persone private della libertà del Comune di Torino (vedi Torino. Al museo Egizio la mostra “Liberi di imparare” con venti copie di reperti realizzati nel carcere di Torino con la collaborazione dell’istituto tecnico “Plana” e del Primo Liceo Artistico: dalla Cappella di Maia agli affreschi della tomba di Iti e Neferu, dai ritratti del Fayyum all’ostrakon della ballerina | archeologiavocidalpassato), prima tappa di un tour dell’esposizione, ideato in collaborazione con Unpli Piemonte, comitato regionale dell’Unione nazionale pro loco d’Italia, e con il patrocinio della Regione Piemonte. Fino al 17 ottobre 2021 la Pro Loco di Arona ospiterà, all’ufficio turistico della località sul lago Maggiore, la mostra, che proseguirà il suo viaggio sul territorio piemontese, trovando ospitalità di volta in volta nelle altre Pro Loco. Un’opportunità molto apprezzata dal museo Egizio, che da anni dedica attenzione e risorse alla promozione della sua collezione anche in Piemonte.

“Liberi di imparare” espone le copie di alcuni reperti dell’antico Egitto, realizzate dai detenuti delle sezioni scolastiche della Casa Circondariale dell’Istituto tecnico “Plana” e del Primo Liceo Artistico, tra cui la Cappella di Maia, gli affreschi della tomba di Iti e Neferu, i ritratti del Fayyum, l’ostrakon della ballerina. Gli oggetti riprodotti fedelmente dai detenuti, al termine di un corso di formazione con egittologi del museo torinese, hanno ricevuto l’apprezzamento dei vertici del museo Egizio. “Siamo molto orgogliosi di questa nuova iniziativa, che ci permette di far conoscere i nostri reperti in una veste inedita e accessibile e nell’ambito di un’iniziativa di grande valore sociale qual è Liberi di imparare”, dichiarano Evelina Christillin e Christian Greco, presidente e direttore del museo Egizio. “Un progetto che prosegue il nostro impegno nei confronti dei pubblici di prossimità e che proseguirà il tour in altre località piemontesi”.
Torino. Il Green Pass non frena i visitatori al museo Egizio che in agosto segna il tutto esaurito. E già si pensa al 2024, anno del Bicentenario dell’Egizio

Le stime erano più caute, l’introduzione del Green Pass faceva temere un calo di prenotazioni ma, al contrario, il pubblico ha apprezzato le misure di sicurezza e ha dimostrato piena collaborazione, consentendo al museo Egizio di Torino di confermare il trend positivo dei mesi di giugno e luglio, registrando il tutto esaurito anche ad agosto con 53.203 visitatori, pari ad una crescita del 31,6% rispetto ad agosto 2020. Un ottimo risultato, soprattutto alla luce delle norme sul distanziamento e delle altre prescrizioni di sicurezza previste dal DPCM del 23 luglio 2021 che limitano i numeri dell’affluenza. Come nell’estate 2020, il pubblico italiano è stato il più presente a cui, quest’anno, si sono aggiunti turisti europei (soprattutto francesi, olandesi e tedeschi, in una percentuale di circa 25%) che hanno potuto tornare in Italia e nelle città d’arte per le vacanze estive. Il museo Egizio ha espresso soddisfazione e gratitudine per il pubblico che si adegua ai regolamenti per continuare a scoprire le sue collezioni e fruire di un’ampia offerta museale. Le famiglie, in particolare, rappresentano un target importante, che ha costituito il 23% del totale dei visitatori.

Evelina Christillin, presidente del museo Egizio di Torino (foto Graziano Tavan)
“Siamo veramente fiduciosi nel prossimo futuro della nostra istituzione e speriamo di proseguire con tutti i numerosi progetti che abbiamo in cantiere”, ha dichiarato la presidente Evelina Christillin. “Per questo auspichiamo che al più presto possa insediarsi il Consiglio di Amministrazione: bisogna considerare che mancano poco più di 2 anni al 2024, anno in cui celebreremo il bicentenario dell’Egizio che dovrà essere all’altezza dell’incessante attività di ricerca e divulgazione che ha restituito la rilevanza e il rispetto internazionale che merita il museo”. Ed è proprio la parola Rispetto che la presidente Christillin ha scelto come ospite di un altro importante appuntamento: infatti l’8 settembre 2021, Giornata mondiale dell’Alfabetizzazione e della Cultura, la Corte Costituzionale, alla presenza del Capo dello Stato e delle più Alte cariche, incontrerà personaggi che testimoniano la centralità della cultura in ogni processo di ricostruzione della società. L’evento si terrà alle 19 ma verrà poi trasmesso su Rai 5 alle 21 dello stesso giorno.
Commenti recenti