“Lapilli sotto la cenere”. Con la 17.ma clip del parco archeologico di Ercolano il direttore Francesco Sirano ci fa scoprire altri ambienti della Casa del rilievo di Telefo. Seconda parte: il loggiato e il sontuoso ambiente affacciato sul mare, e anche moderni graffiti (oggi vietatissimi)

La Casa del rilievo di Telefo, in realtà la casa di Marco Nonio Balbo, a Ercolano (foto Paerco)

Con la 17.ma clip della serie “Lapilli sotto la cenere” dedicata all’esplorazione di realtà che per necessità conservative, di restauro o contingenze non sono accessibili al pubblico, il direttore del parco archeologico di Ercolano, Francesco Sirano, ci accompagna alla scoperta della meravigliosa struttura conosciuta come Casa del rilievo di Telefo, in realtà la Casa di Marco Nonio Balbo. In questa seconda parte esploriamo il loggiato e il sontuoso ambiente affacciato sul fare, fino a scoprire i graffiti e le firme lasciati sugli intonaci da moderni visitatori per un trentennio del secolo scorso.

Attraverso un percorso, che presentava anche delle scalette, sul limite del bastione su cui sorgeva la Casa del Rilievo di Telefo affacciata direttamente sul mare, si accede ad alcuni ambienti particolarmente interessanti. “Una volta entrati nel corridoio pavimentato a mosaico”, spiega Sirano, “ci accorgiamo che l’affaccio verso il mare della Casa del Rilievo di Telefo in un primo tempo era formato da un vero e proprio loggiato, con colonne completamente libere. Questo loggiato a un certo punto viene chiuso con dei muri e vengono create delle finestre per regolare al luce naturale che viene tenuta un pochino più bassa. Questo probabilmente avviene nel momento in cui questa parte viene staccata dalla Casa del Rilievo di Telefo e collegata alle terme suburbane. Era spettacolare: una sala che si affacciava direttamente sul loggiato e verso il mare su ben due lati. C’è ancora una finestra aperta e un’altra che fu murata quando furono create le terme suburbane. La sala era completamente rivestita di marmo: il pavimento in opus sectile con marmi colorati provenienti da tutte le parti dell’Impero presentava dei complessi disegni sempre a base geometrica, e c’era una zoccolatura in marmi policromi, sui quali poi abbiamo una serie di elementi dipinti, che non sono altro che fregi di cornici normalmente utilizzati nella parte alta delle decorazioni parietali, sovrapposti ognuno sugli altri, una sorta di antologia di questi elementi cosiddetti secondari della pittura di Ercolano”.

La sala più importante della Casa del rilievo di Telefo a Ercolano affacciata sul mare (foto Paerco)

La sala più importante della Casa del Rilievo di Telefo si affacciava direttamente sul mare. “Ci si arrivava attraverso un corridoio pavimentato a mosaico”, continua Sirano, “su cui si aprivano due ambienti secondari a servizio di quello che qui avveniva. Dei grandi finestroni facevano godere della brezza e della vista sul golfo di Napoli. La sala è caratterizzata dalla presenza del marmo. È completamente rivestita di marmo alle pareti ma anche sui pavimenti. Il pavimento è costituito da lastre di marmo in forma geometrica. Si tratta di scomposizioni del tema del quadrato più volte ripetute e alternate, in marmi policromi che provengono da tutte le zone dell’Impero. Nella zona più verso il mare abbiamo anche due elementi circolari che si ritengono il luogo dove veniva appoggiata la mensa durante i banchetti ufficiali di questa casa. Le pareti presentano una decorazione ispirata al IV stile con delle grandi specchiature architettoniche scandite da semicolonne cosiddette tortili, perché sembra quasi che il marmo sia attorcigliato, la colonna sia attorcigliata su se stessa, sempre di marmi colorati provenienti dall’Africa, dalla Grecia, dall’Asia Minore, e al di sopra del quale poi correvano altre decorazioni sempre in marmo. E anche il soffitto di questa casa era particolarmente sontuoso, tutto di legno colorato ancora una volta con un cassettonato che riproduceva dei temi legati a scomposizioni dei quadrati. Questo soffitto fu ritrovato durante gli scavi che il parco archeologico ha condotto con la fondazione Packard nell’ambito dell’Herculaneum Conservation Project”.

La firma di un visitatore lasciata nel 1959 sull’intonaco di una parete della Casa del rilievo di Telefo a Ercolano (foto Paerco)

“Visitando questo ambiente notiamo anche alcuni dettagli che ci fanno capire quanto sia cambiata la sensibilità per chi frequentava il sito e anche per chi lo gestiva. Infatti su questa fascia che è tutta di restauro – si tratta di intonaco moderno – vediamo che i visitatori a partire dal 1959 lasciavano le loro firme. Queste firme arrivano fino al 1992. Dopodiché la direzione degli scavi cambiò completamente atteggiamento e cominciò a impedire che avvenissero queste pratiche. Si tratta di pratiche che noi oggi non consentiamo più e speriamo che tutti i nostri visitatori si affidino ora ai social media: è  quella la nostra bacheca – conclude Sirano – per poter lasciare un messaggio di speranza, per lasciare un messaggio di amore verso questo sito, che è quello che noi dobbiamo condividere”.

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  1. Italina Bacciga dice :

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