Sicilia. “Mater Gea: i culti femminili del Mediterraneo da Iside e Afrodite”. Si chiude ad Agrigento, dopo Brolo, nel Messinese, la mostra itinerante dal Tirreno allo Stretto alla Valle dei Templi con i due capolavori del museo archeologico di Marsala: Venere Callipigia e Iside. Polemiche sul loro spostamento

La Venere Callipigia di Marsala, copia romana del II sec. d.C., uno dei reperti più famosi del museo di Marsala
Marsala-Brolo-Agrigento: da Capo Lilibeo alla Valle dei Templi passando per lo Stretto, un viaggio che non è solo un “coast to coast” siciliano dal Tirreno allo Ionio fino al Mediterraneo, ma anche un viaggio nel tempo alla ricerca dei miti fondanti della nostra cultura, il mito della Grande Madre, di una divinità femminile primordiale, presente in quasi tutte le mitologie, che rappresenta la terra, la fertilità, il femminile come mediatore tra l’umano e il divino. Nasce così “Splendida Sicilia Solidale – MATER GEA i culti femminili del Mediterraneo da Iside ad Afrodite”, una mostra itinerante che dal 12 agosto 2016 (e fino alla fine del mese) affronta l’ultima tappa, ad Agrigento, appunto, presentando la Venere Callipigia e l’Iside, due gioielli conservati nel museo archeologico Baglio Anselmi di Marsala, che oggi più propriamente dovremmo chiamare museo Lilibeo di Marsala, che somma in sé il Baglio Anselmi con l’annesso parco archeologico, alla cui guida è stato chiamato Luigi Biondo, nuovo direttore del Polo Museale che comprende anche il museo Pepoli di Trapani. Proprio Biondo, che a Marsala è coadiuvato da Annamaria Parrinello, ha dovuto affrontare non poche polemiche all’annuncio dello spostamento delle due statue dal museo di Marsala, attualmente parzialmente chiuso. Ci sono in corso infatti dei lavori di restauro e di ammodernamento su progetto dell’architetto Nuzzo. Il direttore dei lavori è Enrico Caruso, l’ex direttore del Baglio Anselmi che ha lasciato il posto a Biondo per andare a dirigere il parco archeologico di Selinunte. I lavori finiranno in autunno. “Sarà un museo europeo, moderno, fruibile per tutti”, assicura Biondo, che si è battuto anche per il mantenimento della nave punica al Lilibeo “perché a Marsala – diversamente da Trapani – c’è un progetto, una programmazione”.
Ma che Venere e Iside si mettessero in viaggio proprio non è andato giù ad Antonella Milazzo , parlamentare regionale del Pd. “Svuotare il museo Archeologico Baglio Anselmi di due delle sue opere più prestigiose è una decisione illogica, che penalizza la città di Marsala e la priva di una fonte di attrazione turistica proprio nel periodo estivo”, sentenzia. “Oltretutto si tratta di un tour rischioso per opere fragilissime, come la statua di Iside e la Venere Callipigia, che rappresentano il fiore all’occhiello per il museo marsalese nel mezzo di una importante ristrutturazione che lo vede parzialmente fruibile. Evidentemente l’assessore Vermiglio conosce poco Marsala e le ricadute negative che questa scelta avrebbe per la città: pare invece che nel suo assessorato conoscano molto bene la città di Brolo, al punto da decidere un prestito di opere che appare incoerente e penalizzante verso un museo che, anzi, avrebbe bisogno di essere supportato in questa fase di rilancio”. Ma per il neo-direttore questo tour è importante proprio per la valorizzazione del patrimonio del Baglio Anselmi: “A Brolo è stato organizzato un evento internazionale legato all’archeologia. Per questo abbiamo esposto le statue di Iside e della Venere Callipigia. È una cosa importante: è la prima volta che la Sicilia si accorge di Marsala, ed è un primo passo per dimostrare che qui c’è un polo di livello”. E conclude: “Mi piacerebbe fare rete con le altre realtà”, pensando ad esempio alla possibilità di organizzare visite sotterranee a Marsala, negli ipogei di corso Gramsci.

Il suggestivo allestimento a Brolo per l’esposizione della Venere Callipigia e di Iside da Marsala (foto Maurizio Forzano)
E così Venere Callipigia e Iside sono partite prima alla volta di Brolo, nel Messinese, dove (dal 30 luglio al 7 agosto 2016) sono state collocate al centro della sala espositiva multimediale Rita Atria, appositamente allestita, e poi di Agrigento, dove il 12 agosto, alle 18, nella Casa Barbadoro, nella splendida Valle dei Templi, un baglio recentemente restaurato come aula polifunzionale per allestimenti museali, immerso nella campagna akragantina tra mandorli e ulivi. L’esposizione delle due statue di Iside e Venere Callipigia, dedicata ai culti femminili del Mediterraneo, sfrutta una nuova formula che sperimenta le tecnologie innovative applicate ai Beni Culturali e consente ai visitatori di conoscere le fasi di rinvenimento dei reperti, con immagini, descrizioni e musiche suggestive, in un contesto espositivo di efficace semplicità ed eleganza. Un contenitore di arte, cultura per promuovere e diffondere i beni artistici del nostro immenso patrimonio rendendoli fruibili e itineranti. La mostra, di particolare effetto per la fascinosa bellezza promanata dai due reperti, racconta la storia della Sicilia antica. “L’esposizione”, sottolinea il soprintendente del Mare, Sebastiano Tusa, curatore della mostra, “è dedicata alle testimonianze archeologiche sulla spiritualità femminile del Mediterraneo attraverso immagini in forma scultorea di divinità potenti provenienti dai musei siciliani corrispondenti alle sedi di culto di fondamentale importanza nel mondo antico: il museo Lilibeo di Marsala (che ospita le statue marmoree di Venere Callipigia e di Iside), città collegata con l’antico santuario di Erice e con il mare”. “Figure umane reali – spiegano gli studiosi -, divenute statue armoniche che raffigurano il culto di Iside, delle grandi Dee Madri, che insegnano alle donne mediterranee, in un intersecarsi di religioni, culti, momenti storici che diventano millenni, l’arte della progenie, del matriarcato, del femmineo, del potere. Figure che poi divennero regine, sacerdotesse, artigiane, membre anziane del clan – la società era di carattere egualitario e più tardi nell’epoca medievale tutto ciò sarà simboleggiato nel vaso femminile. Un potere, quindi, non terreno ma spirituale che si estrinseca non solo nella conoscenza e nella saggezza, ma soprattutto nella verità, nell’amore, nella giustizia”.
La Venere Callipigia è stata ritrovata il 14 gennaio 2005, durante i lavori di scavo archeologico nell’area di pertinenza della chiesa di San Giovanni Battista a Capo Boeo di Marsala, eseguito dalla soprintendenza ai Beni culturali e ambientali di Trapani. La statua è copia romana del II secolo d.C. di un originale greco la cui tipologia di Venere Pudica si fa risalire a Prassitele e incarna l’ideale umano della dea della bellezza e della forza rigeneratrice dell’amore attraverso i gesti quotidiani del bagno. Scolpita in marmo bianco di probabile provenienza greca, è acefala e mutila della metà del braccio destro, che copriva pudicamente il seno, di più della metà del braccio sinistro, che reggeva il mantello (l’himation), di metà circa della gamba destra e di parte della gamba sinistra. La statua di Iside, identificata grazie alla posizione della mano posata sul petto, sempre di produzione romana, è stata ritrovata a Marsala l’estate di tre anni dopo (2008), durante i lavori di realizzazione del parco archeologico di Lilibeo, nelle fasi di scavo attigue alla Villa Romana. Rappresenta a grandezza naturale l’antichissima divinità di origine egizia, adottata in età imperiale nel Pantheon romano, anch’essa acefala e in marmo bianco. Iside, oltre ad assumere la prerogativa di protettrice dei naviganti, anche nella religiosità popolare romana fu introdotta a Roma attraverso i sovrani greci dell’Egitto, i Tolomei in epoca tardo ellenistica, conoscendo subito una ampia diffusione. “Due statue senza sguardo”, concludono gli organizzatori, “che aprono nuove visioni sullo sviluppo del turismo culturale in Sicilia”.
Tag:Agrigento, Antonella Milazzo, Brolo, Dea Madre, Iside di Marsala, Lilibeo, Luigi Biondo, Marsala, mostra "Splendida Sicilia Solidale – MATER GEA i culti femminili del Mediterraneo da Iside ad Afrodite", museo Baglio Anselmi di Marsala, museo Lilibeo di Marsala, museo Pepoli di Trapani, Prassitele, Sebastiano Tusa, soprintendenza del Mare, Tolomei, Venere Callipigia di Marsala
2 risposte a “Sicilia. “Mater Gea: i culti femminili del Mediterraneo da Iside e Afrodite”. Si chiude ad Agrigento, dopo Brolo, nel Messinese, la mostra itinerante dal Tirreno allo Stretto alla Valle dei Templi con i due capolavori del museo archeologico di Marsala: Venere Callipigia e Iside. Polemiche sul loro spostamento”
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Graziano Tavan, giornalista professionista, per quasi trent’anni caposervizio de Il Gazzettino di Venezia, per il quale ho curato centinaia di reportage, servizi e approfondimenti per le Pagine della Cultura su archeologia, storia e arte antica, ricerche di università e soprintendenze, mostre. Ho collaborato e/o collaboro con riviste specializzate come Archeologia Viva, Archeo, Pharaos, Veneto Archeologico. Curo l’archeoblog “archeologiavocidalpassato. News, curiosità, ricerche, luoghi, persone e personaggi” (con testi in italiano)
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