L’Auriga di Mozia ha una “nuova casa”: il 4 giugno si inaugura al museo Whitaker il nuovo allestimento sponsorizzato da Banca Nuova. Le nuove politiche culturali in Sicilia
Sono passati neppure tre mesi dal suo ritorno, tra gli applausi e qualche polemica, dal lungo viaggio iniziato nel 2012 con le Olimpiadi di Londra e continuato con un tour negli Stati Uniti (archeologiavocidalpassato ne aveva parlato abbondantemente nel post del 31 gennaio scorso), e per l’Auriga di Mozia è pronto – come promesso – il nuovo spazio espositivo nel museo Whitaker sull’isola di Mozia nello Stagnone di Marsala. L’appuntamento tanto atteso per l’inaugurazione della “nuova casa” dell’Auriga di Mozia è già stato fissato per il 4 giugno alle 11.30 al mmuseo Whitaker sull’isola di Mozia. Il nuovo allestimento, che valorizza in modo più incisivo la statua dell’Auriga all’interno del museo Whitaker, è stato presentato nei giorni scorsi nella sede di Banca Nuova, l’istituto di credito che con 25mila euro ha finanziato la realizzazione dell’intervento che apre le porte alla nuova stagione inaugurata dall’assessore Mariarita Sgarlata in materia di patto pubblico-privato per la cultura.
Alcune anticipazioni del progetto, in fase di realizzazione, sono state presentate dall’assessore Mariarita Sgarlata e da Marino Breganze, presidente di Banca Nuova, alla presenza del direttore generale di Banca Nuova, Umberto Seretti. Il problema dell’inadeguata collocazione della statua all’interno del percorso espositivo del Museo, era stato sollevato prima che la statua dell’Auriga, che un critico ha presentato agli americani come “un David Beckham vestito da Mariano Fortuny”, rientrasse a Mozia, a metà gennaio di quest’anno, dopo un lungo periodo di assenza iniziato con la trasferta a Londra in occasione delle Olimpiadi 2012. “Si realizza finalmente”, ha affermato l’assessore Sgarlata, “quanto avevo auspicato lo scorso anno: stiamo accogliendo l’auriga più degnamente dopo il suo lungo viaggio che ha avuto come ultima tappa Cleveland e lo stiamo restituendo alla fruizione dei visitatori in un cornice più adatta e consona al suo immenso valore. “Abbiamo approfittato di questi mesi – dal ritorno dell’Auriga lo scorso gennaio – per allestire un nuovo spazio espositivo, dimostrando in tal modo di sapere e potere valorizzare uno dei capolavori della scultura greca rinvenuti in Sicilia, purtroppo finora fortemente penalizzato da una posizione inadeguata in una piccola stanza posta all’inizio del percorso espositivo del museo”.
L’esposizione al Paul Getty Museum di Los Angeles – come si ricorderà – ha consentito la realizzazione di una sofisticata base antisismica, la cui costruzione è stata parte dell’accordo siglato nel 2010, già presentata a gennaio nella sede dell’assessorato da Jerry Podani, che ha curato il riposizionamento della statua nella nuova ala del Museo Whitaker. Alla complessa opera di montaggio della base si associano interventi del Servizio Museografico del dipartimento Beni culturali mirati ad assicurare all’Auriga il migliore stato di conservazione, in rapporto al microclima dell’isola. “Ancora una volta un impegno comune ha dato i suoi frutti e non sono stati necessari tempi lunghi”, ha continuato Mariarita Sgarlata, “perché l’obiettivo, tra i tanti dell’Assessorato, è quello di aumentare i numeri degli interventi di mecenatismo in Sicilia, come dimostra la recentissima convenzione con l’associazione Amo l’Arte per il restauro di monumenti siciliani, presentata qualche giorno fa al Vinitaly. Sono diverse le sponsorizzazioni che negli anni sono state curate da soprintendenze e musei, ovviamente di piccola entità ma non nascondo le difficoltà di incentivare le raccolte fondi: la Sicilia, rispetto ad altre regioni ha molte meno aziende, grosse banche, fondazioni o privati che si mettono in gioco e ritengono che finanziare un evento culturale sia un efficace strumento di promozione della propria azienda o attività. È pur vero che la mentalità sta cambiando, ma le difficoltà sono oggettive e legate anche al tessuto economico della nostra isola. Per questo sono profondamente grata al presidente di Banca Nuova, Marino Breganze, che ha accolto con entusiasmo e liberalità la mia richiesta. In Sicilia, così come nel resto d’Italia, c’è una capillare diffusione del patrimonio artistico e quindi è difficile focalizzare una raccolta di fondi su una sola opera; eppure ci stiamo riuscendo, consapevoli che le sponsorizzazioni e il mecenatismo sono strumenti preziosi e irrinunciabili in un periodo di profonda crisi”.
“Banca Nuova”, ha aggiunto il presidente Marino Breganze, “ha sempre creduto che la crescita economica e sociale di un territorio debba necessariamente passare anche dalla valorizzazione della cultura. Per questo abbiamo contribuito, con la nostra sponsorizzazione, alla realizzazione di uno spazio espositivo adeguato all’importanza di quest’opera. La Sicilia può contare su un inestimabile patrimonio di beni artistici, frutto della commistione di culture che si sono susseguite nel tempo. La valorizzazione di tale patrimonio è pertanto una leva su cui puntare in maniera incisiva. Banca Nuova – ha concluso il presidente Breganze – ha sempre supportato le attività di questo assessorato, il cui esempio più significativo è stata la partnership nel 2004 in occasione dei festeggiamenti per i venticinque anni dei Beni culturali in Sicilia”.
Angela Di Stefano, l’archeologa che amava la Sicilia e le testimonianze fenicio-puniche: oggi la ricorda il Pigorini di Roma
La sua scomparsa nel 2012 aveva sorpreso tutti, giunta inaspettata ancora nel pieno della sua attività – anche da pensionata – di ricerca e tutela del patrimonio archeologico della Sicilia. Carmela Angela Di Stefano, ricorda Maurizio Vento, tra i suoi più stretti collaboratori, “ha lasciato una traccia indelebile nelle ricerche, negli scavi e negli studi archeologici (specialmente di archeologia fenicio-punica) per la vastissima preparazione che ne caratterizzava la nobile figura professionale, distintasi fin dagli inizi della carriera per l’amore e la passione manifestata con coerente dedizione e responsabile rigore”.
A un anno e mezzo dalla scomparsa, all’età di 74 anni, oggi sabato 14 dicembre alle 10.30 il museo nazionale preistorico etnografico Luigi Pigorini di Roma le dedica una giornata in ricordo di Angela di Stefano con introduzione di Maria Antonietta Rizzo (Università di Macerata), e interventi: “Dalla Scuola Archeologica Italiana di Atene alla Soprintendenza Archeologica di Palermo” di Elena Lattanzi (già Soprintendente Archeologo della Calabria), “Palermo: ricerche archeologiche in territorio urbano” di Francesca Spatafora (Direttore del Museo Archeologico Regionale di Palermo), “Ricordi di una studiosa amica” di Dieter Mertens (Istituto Archeologico Germanico), “Lina Di Stefano, studiosa e amica” di Michel Gras (Direttore di ricerca al CNRS), “Il volto sereno dell’archeologia” di Piero Pruneti (Direttore della rivista Archeologia Viva). Nell’occasione verrà presentato il volume “Il castello a mare di Palermo” a cura di Lina di Stefano e Giuseppe Lo Iacono da parte di Giuseppe Lo Iacono (già Soprintendente per i Beni Culturali e ambienti di Enna e Caltanissetta). Chiuderà la giornata un “ricordo della sorella” con Gianna Di Stefano Pucci.
Laureata a Palermo in Lettere classiche e successivamente formata alla scuola di Achille Adriani e di Ranuccio Bianchi Bandinelli con un ciclo di studi orientato verso il mondo della Grecia classica ed ellenistica, Angela Di Stefano modificò presto l’originario percorso occupandosi degli insediamenti della Sicilia punica, avviando la sua attività di ricerca a Marsala accanto ad Anna Maria Bisi. Quando quest’ultima, alla fine degli anni Settanta, si trasferì in altra sede per dedicarsi all’insegnamento universitario, Carmela Angela Di Stefano entrò per concorso come ispettore della soprintendenza alle Antichità della Sicilia Occidentale e quindi come soprintendente aggiunto accanto a Vincenzo Tusa, che ne deteneva la titolarità. Dopo la nuova articolazione provinciale delle soprintendenze in Sicilia, divenne soprintendente a Palermo reggendo simultaneamente in qualità di direttore il museo archeologico regionale “Antonino Salinas”, quindi venne assegnata quale soprintendente a Trapani, dove rimase fino al collocamento in pensione.
Carmela Angela Di Stefano è stata un’indiscussa protagonista della ricerca archeologica a Marsala, Mozia, Palermo e Solunto e tuttora rimane la maggiore autorità scientifica nel campo degli studi archeologici sull’antica Lilibeo (Marsala). Ma a lei si devono anche le più importanti attività finalizzate alla demanializzazione dell’area archeologica di Capo Boeo e di altri siti ricadenti nel centro urbano di Marsala; a lei dobbiamo, inoltre e non ultimo, la creazione del Museo archeologico di Marsala, realizzato nel 1986, dove è conservata la nave punica scoperta nello Stagnone di Marsala al largo dell’Isola Grande e recuperata tra il 1971 e il 1974 sotto la direzione dell’archeologa inglese Honor Frost.
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