Scoperto a Cipro villaggio di artigiani di 4500 anni fa: è il più antico dell’isola
Erimi è forse il villaggio di artigiani più antico che si conosca sull’isola di Cipro. È stato riportato alla luce da una missione italiana a Cipro coordinata dall’università di Firenze, che da cinque anni sta studiando l’area nel sud-ovest dell’isola dei cedri, coinvolgendo studenti, dottorandi e vari specialisti tra cui topografi, restauratori, paleobotanici, fisici, architetti a costituire un team di una trentina di persone. Erimi si sviluppò per un millennio tra il III e il II millennio a.C., cioè tra il Bronzo antico (2500 a.C.) e il Bronzo medio (1600 a.C.) presentando in nuce importanti elementi che nella Tarda età del Bronzo (II metà del II millennio a.C.) avrebbero portato a Cipro alla nascita delle città. E i risultati raggiunti dalla missione italiana sono stati ritenuti di una tale importanza che il Dipartimento delle Antichità della Repubblica di Cipro ha dichiarato l’insediamento dell’Età del Bronzo di Erimi-Laonin tou Porakou (Limassol) area protetta di interesse nazionale.
Il ritrovamento di fusaiole e strumenti per la tessitura, ma anche di vasche e di canalette, di oggetti propri della vita quotidiana familiare, e ancora spilloni e contenitori per le libagioni e sepolture multiple, ha permesso di ricostruire la vita e l’organizzazione di questo villaggio di artigiani dell’Età del Bronzo che già dalla sua articolazione urbanistica (sulla collina i laboratori, lungo le pendici le abitazioni, in piano le sepolture) denota già una notevole organizzazione sociale.
Quindi non solo al rame deve la sua antica ricchezza di Cipro il cui nome, proprio per l’abbondanza del metallo sull’isola, ha finito per dare il nome al metallo stesso. Il villaggio scoperto dalla missione italiana guidata da Anna Margherita Jasink, professore associato di civiltà egee dell’Università di Firenze, è direttore scientifico del Kouris River Project, e Luca Bombardieri, è il direttore scientifico della missione archeologica italiana a Erimi, ha rivelato una feconda attività di tipo artigianale, come la tessitura e la tintura dei tessuti, non legata quindi alla metallurgia. “Il gruppo di ricerca italiano ha il merito di avere sviluppato per primo un progetto di ricerca organicamente dedicato all’indagine estensiva del popolamento antico nell’area di Erimi”, spiegano Jasink e Bombardieri. “Questo insediamento, localizzato a sudovest dell’isola, in un’area finora poco considerata dagli archeologi, si estende su una alta terrazza calcarea che domina il corso del fiume Kouris ed un’ampia porzione della costa a meridione, in corrispondenza del golfo di Kourion”. Il progetto di ricerca di Erimi si svolge dal 2006 grazie alla collaborazione di varie istituzioni. In primo luogo, l’Università di Firenze con il Sagas (Dipartimento di Storia, Archeologia, Geografia, Arte, Spettacolo) e l’Università di Torino (Dipartimento StudiUm); ci sono poi il Department of Antiquities di Cipro, il Ministero Affari Esteri, l’Institute of AegeanPrehistory (Stati Uniti) ed il Mediterranean Archaeological Trust (Regno Unito), oltre ovviamente alle autorità locali, come la Municipalità di Erimi che ha messo a disposizione anche la scuola diventata “quartier generale” durante la
missione.
“I risultati più significativi degli scavi, iniziati cinque anni fa”, sottolineano gli archeologi italiani, “sono maturati quest’estate con il ritrovamento di reperti che contribuiscono a chiarire importanti aspetti legati alla sensibile fase di transizione fra l’organizzazione delle comunità di villaggio dell’Antico e Medio Bronzo e lo sviluppo della società pienamente “urbana” del Tardo Bronzo. Più in generale da questa missione sono emersi nuovi elementi sulle relazioni di Cipro con le altre civiltà del Mediterraneo”. E precisano: “Il villaggio di Erimi comprende tre aree principali databili fra l’Età dell’Antico e del Medio Bronzo. Nella parte più alta della collina era collocato il complesso artigianale. I ritrovamenti attestano un concetto piuttosto avanzato di organizzazione del lavoro con due aree separate in base a distinte funzioni. Al chiuso si concentrava la produzione della tessitura, all’esterno della tintura. Il primo tipo di attività è testimoniato da alcuni oggetti, tra cui numerose fusaiole, in ottimo stato a seguito del crollo del tetto di un deposito. Il secondo dalla presenza di vasche, bacini, canalette dove avveniva il processo di coloritura delle stoppe. Infine dagli scavi nel quartiere residenziale, sulle pendici della collina, è emerso uno spaccato della vita domestica di questa comunità. Ogni unità familiare è organizzata intorno a una corte aperta rettangolare. La presenza di molti oggetti attesta una condivisione di vari momenti della giornata a partire da quelli conviviali”.
Nella necropoli, dislocata a valle, sono state ritrovate due tombe a camere. Una, in particolare, di grandi dimensioni è stata aperta e richiusa nel tempo a più riprese per consentire la sepoltura di cinque individui, ognuno dei quali ha il proprio corredo, appartenente probabilmente a uno stesso clan. “Nel complesso la nostra campagna è stata fortunata. Abbiamo rinvenuto molti oggetti integri o facilmente integrabili. Tra questi alcuni anche particolari come uno spillone in bronzo e un contenitore ceramico configurato a corpo di montone, adoperato per libagioni”, continuano gli archeologi Jasink e Bombardieri. Le ceramiche e altri oggetti ritrovati testimoniano inoltre che i contatti commerciali e culturali con tutta l’isola erano frequenti. Questi scambi avevano sicuramente favorito anche la ricchezza di Erimi, confermata anche dai corredi funerari, che ha toccato la sua massima espressione intorno al 1500 a.C.
Ma a un certo punto, verso la metà del II millennio a.C., il villaggio di Erimi viene abbandonato dai sui abitanti che sembrano aver maturato nuovi bisogni che li spingono ad aggregarsi con altre comunità e a darsi un’organizzazione più complessa. “È il cosiddetto processo di sinecismo”, concludono, “ che è alla base della nascita e sviluppo delle città sull’isola di Cipro”.
Tag:archeologia, Cipro, Department of Antiquities of Cyprus, Erimi, Età del Bronzo, Institute of Aegean Prehistory, Kourion, Limassol, Luca Bombardieri, Margherita Jasink, Mediterranean Archeological Trust, Sagas, università di Firenze, università di Torino
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Graziano Tavan, giornalista professionista, per quasi trent’anni caposervizio de Il Gazzettino di Venezia, per il quale ho curato centinaia di reportage, servizi e approfondimenti per le Pagine della Cultura su archeologia, storia e arte antica, ricerche di università e soprintendenze, mostre. Ho collaborato e/o collaboro con riviste specializzate come Archeologia Viva, Archeo, Pharaos, Veneto Archeologico. Curo l’archeoblog “archeologiavocidalpassato. News, curiosità, ricerche, luoghi, persone e personaggi” (con testi in italiano)
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