Scoperto a Spalato l’anfiteatro di Diocleziano
L’anfiteatro di Diocleziano a Spalato c’è. Ma per ora resta sotto terra, in attesa di tempi migliori e di finanziamenti certi. Per anni gli archeologi lo avevano detto: Spalato (la città eletta dall’imperatore Diocleziano come sede del suo tetrarcato e dimora – dopo aver abdicato nel 305 d.C. – per trascorrervi l’ultima parte della sua vita, e dove morì nel 311 d.C.) non poteva non avere un anfiteatro. Doveva essere da qualche parte appena fuori dalle mura, secondo i dettami anche dell’urbanistica tardo-imperiale romana. Ma comunque in centro nella moderna città croata di Split, capoluogo della Dalmazia affacciato sull’Adriatico. E ora c’è la certezza: l’anfiteatro romano di Spalato è stato trovato. In centro, ovviamente. E come spesso succede in archeologia, le cronache ne sono piene, la scoperta è stata casuale: l’apertura di un cantiere per un nuovo centro commerciale.
La scoperta. A darne l’annuncio , nei giorni scorsi, gli archeologi della Soprintendenza per i Beni culturali di Spalato, diretti da Radoslav Buzancic: “Nel centro di Spalato sono stati scoperti i resti di un antico anfiteatro romano, risalente alla prima metà del IV secolo d.C., costruito molto probabilmente su volontà dell’imperatore Diocleziano” che dove oggi si trova la città dalmata fece edificare tra il 293 e il 305 d.C. il suo Palazzo, uno dei più sontuosi palazzi romani: quasi 40 mila metri quadri di superficie, che nel Medioevo divenne il nucleo della futura Spalato (Split, in croato), ed è oggi il suo centro storico protetto dalla Unesco. Gli archeologi hanno spiegato di non essere rimasti sorpresi quando alcuni mesi fa, nel corso degli scavi per la costruzione di un centro commerciale, sotto una delle vie centrali di Spalato, hanno scorto i resti di un anfiteatro. “Secondo la logica urbanistica del tardo Impero, doveva quasi per forza esserci un anfiteatro”.
L’anfiteatro romano di Spalato era un monumento maestoso – in linea con la monumentalità della città -, con un’arena di 50 metri di diametro in grado di accogliere migliaia di persone. Tanto per capirci, l’Arena di Verona misurava 140 metri, il Colosseo 187 metri (con un’arena interna di 86); quella di Pola, il più celebre dei tre anfiteatri romani ancora esistenti sulla costa adriatica croata, era di 132 metri.
Tempi lunghi. “Ci vorranno anni e molti soldi per studiare e conservare il monumento che ora, preventivamente, sarà ricoperto in attesa che venga preparata la sua conservazione e presentazione al pubblico», precisa l’archeologo Radoslav Buzancic. “Si sapeva che era da qualche parte in centro, non lontano dalle mura dell’antico palazzo” continua, “dato che nel 1647 il governatore veneziano della Dalmazia, il provveditore generale Leonardo Foscolo, ne ordinò la demolizione per evitare che nel corso della Guerra di Candia gli Ottomani non lo usassero per fortificarsi nei pressi di Spalato”.
Fondi europei. Le autorità locali sperano nell’aiuto dei fondi europei, prevedendo che l’anfiteatro, una volta aperto ai turisti, potrà diventare tra le più importanti attrazioni turistiche della città che negli ultimi due-tre anni ha visto un inatteso boom turistico, con una crescita di visitatori del 20-30 per cento all’anno.
Egregi
In occasione delle informazioni correlate sul vostro blog nel 16/11/2013 „Scoperto a Spalato l’anfiteatro di Diocleziano”, come una dei co-direttore di scavi archeologici in questo sito nel anno 1997, la presente per Voi la seguente dichiarazione.
L’attuale sito archeologico (del’vostro blog) chiamato “Ad basilicas pictas” a Spalato-Croazia e si trova a circa 500 metri dal palazzo di imepratore Diocleziano, sulla direzione della antica strada che porta ancora tra Spalato a Solin/ Salona antica (cca 6 km). Salona era la metropola della antica provincia romana. La prima ricerca in questo sito „Ad basilicas pictas“ sono eseguite anni Cinquanta del secolo scorso, quando hanno scoperto i resti presso il sito delle basiliche paleochristiane.
Prossimi scavi archeologici del sito sono stati effettuati nell’anno 1997, quando ha determinato l’esatto layout della basilica paleochristiana e un fonte battesimale rivestito con panelli di alabastro che sono datata al 5/6 secolo.
Nel corso di questi scavi archeologici sono stati scoperti presso il sito degli antichi resti di vecchie costruzioni di muri radiali e la disposizione circolare, che è stato datato ben conservato di moneta dell’imperatore Traiano (98-117), che si trova nello strato di base sulle antiche edifici e di frammenti di vasi ceramica dello stesso periodo (fine del primo e l’inizio del secondo secolo).
Per questo edificio datato di moneta e perche degli frammenti della ceramica alla fine dell primo e l’inizio del secondo secolo dopo Cristo. I archeologi dell’anno 1997. fatte l’ipotesi che si tratta di teatro o odeon (un edificio semicircolare).Secondo i ritrovamenti archeologici dagli scavi nel anno 1997. L’ antico edificio semicircolare ha durato fino al quarto secolo (sul canale e gli edifici antichi che negava la sepoltura è stato trovato la moneta dal quarto secolo, quando ovviamente, vi è conversione della zona).
In particolare, nella parte orientale del sito archeologico poi hanno scoperto resti di architettura, che appartengano al precedente di antico edificio con tre serie concentriche sporadicamente spezzato le pareti curve.
L’ipotesi che il resti trovati di antico edificio sul sito archeologico puo essere di tipo Odeon o teatro (?) è stato basato sul piano tera ricavato della mura pieghevoli che hanno trovato il anno 1997., e quelle pareti sono stati trovati negli scavi archeologici del anno 1957.
Quel tipo di teatro o edificio di Odeon in cui sono stati eseguiti spettacoli musicali e declamatori, c’e la forma è molto simile al teatro (l’edificio semicircolare), che e dovuto l’acustica erano coperte.
Diametro all’ ipotetico Odeon sul sito di „Ad basilicas pictas“ era 31,5 m con mura di fondazione superstite di fondamenta al 0,70 dal 1,10 m.
Il supporto per la datazione di questi edifici è moneta di imepratore Traino che è stato trovato nello strato di base all’ interno delle murature ortogonali.
Sulla base di strati precedentemente antiche, sul sito del teatro o odeon, avviene in 5/6 secolo complesso di due basiliche paleochristiane con battistero, e il sito secondo di risultanze del materiale archeologico mostra la continuita al primo dal sedicesimo secolo.
Toponimo di sito archeologico e associato con nome di Sant’ Andrea, che appare un certo numero di documenti d’archivio a partire dal dodicesimo secolo, e nella „Historia Salonitana“ un importante documento storico nel tredicesimo secolo, era il primo documento che cita la chiesa di S.Andrea „come dipinta“.
Durante il tempo le invasioni turcha nel fine del 15 o all’inizio del 16 secolo le chiese di San Andrea e San Giovanni Evangelista si trova in quel sito sono state danneggiatte.
Considerete le recenti apparizioni sensazionalistici sui media riguardo di parzialmente interpretazione di registrato sito archeologico „Ad basilicas pictas“ (da parte del fabbricato per il quale si presume che il teatro o odeon conosciuto dal’ scavo archeologico nel anno 1997 come una sensazionale scoperta dell’ anfitetro) dovrebbe notare che le parti di considerano teatro o all’ odeon(?) un edificio semicircolare ha scoperto in gran parte nel anno 1997,e che una recente ricerca condotta nel anno 2013 è stato appena confermato l’assunzione della precedente ricerca archeologica.
Sito archeologico „Ad basilicas pictas“ è registrato come bene culturale Croato del anno 2010.
Le ricerche archeologiche che finite nel anno 1997 è presentate in un depliant (1998), allora in catalogo-monografia (1999), dopo continua la mostra di sito era a Spalato, Zagabria e in altre città Croate (1999-2001) e finito in Vienna (1999). Oltre al croato professionale pubblicazioni sito è stato presentato e pubblicato nella lingua inglese sulla Lavori di XIV Congresso Internazionale di Archeologia Cristiana presto a Vienna (1999) e in francese in rivista archeologica Antiquite tardive che rilasciata a Parigi (1998).
Saluto cordialmente
Tajma Rismondo Čalo, archeologa
Sito archeologico è stato publicato:
1)T.Marasović, Fouilles de la basilique paleochrétienne de Saint-Andrè à Split, Vjesnik za arheologiju i historiju dalmatinsku 77,Split 1984.
2)F.Oreb, T.Rismondo,M.Topić „Ad basilicas pictas- Arheološka istraživanja 1997“ deplijan izložbe, Split 1998.
3) F.Oreb, T.Rismondo, M.Topić „Les Basilicae pictae de Split: les fouilles de 1997.“, Antiquite tardive, Paris 1998 (6), str. 367-375
4)F.Oreb, T.Rismondo,M.Topić „Ad basilicas pictas- Arheološka istraživanja 1997“ katalog-monografija, Split 1999. (ukupno 112 str.)
5) F.Oreb, T.Rismondo,M.Topić „Ad basilicas pictas“, Acta congressus internationalis XIV archaeologiae christianae. Akten des XIV. Internationalen Kongresses für Christliche Archäologie, Wien 1999, (Studi di Antichità Cristiana 62 = Archäologische Forschungen der ÖAW 14), 1- 2, Città del Vaticano-Wien 2006 – gemeinsam mit R. Harreither, Ph. Pergola und A. Pülz, dio I, str. 547-551; dio II, tab.195-200
6)F.Oreb,T.Rismondo. M.Topić Ad basilicas pictas/Poster 1/ Acta congressus internationalis XIV archaeologiae christianae. Akten des XIV. Internationalen Kongresses für Christliche Archäologie, Wien 1999, (Studi di Antichità Cristiana 62 = Archäologische Forschungen der ÖAW 14), 1- 2, Città del Vaticano-Wien 2006 – gemeinsam mit R. Harreither, Ph. Pergola und A. Pülz Acta XIV congressus, Citta del Vaticano-Wien 2006, dio I, str. 929-931
7)F.Oreb, T.Rismondo, M.Topić Ad basilicas pictas/Poster 2/ Acta congressus internationalis XIV archaeologiae christianae. Akten des XIV. Internationalen Kongresses für Christliche Archäologie, Wien 1999, (Studi di Antichità Cristiana 62 = Archäologische Forschungen der ÖAW 14), 1- 2, Città del Vaticano-Wien 2006 – gemeinsam mit R. Harreither, Ph. Pergola und A. Pülz dio I, str. 933-934; dio II tab.201
8)F.Oreb,T.Rismondo, M.Topić Ad basilicas pictas/Poster 3/ (koautori F.Oreb i M. Topić), u Acta congressus internationalis XIV archaeologiae christianae. Akten des XIV. Internationalen Kongresses für Christliche Archäologie, Wien 1999, (Studi di Antichità Cristiana 62 = Archäologische Forschungen der ÖAW 14), 1- 2, Città del Vaticano-Wien 2006 – gemeinsam mit R. Harreither, Ph. Pergola und A. Pülz, dio I, str. 935-938; dio II tab. 201-203
Gentile dottoressa Tajma Rismondo Calo, la ringrazio per la segnalazione-precisazione. Anche controllando, dall’Italia non mi è stato possibile risalire alle ricerche archeologiche degli anni ’90, anche perché nelle comunicazioni della soprintendenza croata non si faceva cenno alla toponomastica del sito “ad basilicas pictas”, che mi avrebbe permesso di risalire un po’ indietro nel tempo. Mi farebbe piacere pubblicare il suo intervento. Se è d’accordo me lo faccia gentilmente sapere all’indirizzo archeologiavocidalpassato@gmail.com In quel caso dovrebbe essere così gentile da farmi avere alcune immagini appropriate, che sono la peculiarità del mio blog. Grazie ancora. Attendo sue notizie
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clicked submіt my comment didn’t shoᴡ up. Grrrr… well I’m not writing all that
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