Al parco archeologico di Paestum giornata dedicata al volontariato con raccolta sangue e convegno sul tema del melanoma. E concerto della Fanfara della Polizia di Stato

Suggestiva immagine del Santuario meridionale del parco archeologico di Paestum (foto pa-paeve)
Un’intera giornata dedicata alla memoria e alla solidarietà. Succede a Paestum sabato 27 agosto 2022. Si inizia al mattino con una raccolta sangue nel piazzale del Museo e si prosegue con un convegno dedicato al melanoma nei pressi della Basilica Paleocristiana. La giornata si conclude nell’area archeologica, davanti al tempio di Nettuno, con l’esibizione della Fanfara della Polizia di Stato alle 21. Ingresso gratuito al concerto della fanfara previo ritiro del biglietto in biglietteria. Apertura straordinaria serale dell’area archeologica (solo Santuario Meridionale) dalle 20 alle 24 (ultimo ingresso 23.15). Il programma. Dalle 8 alle 12 appuntamento nel piazzale del Museo per la raccolta sangue con l’autoemoteca del centro trasfusionale dell’ospedale S. Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona di Salerno. L’iniziativa è stata fortemente voluta dall’associazione DonatoriNati della Polizia di Stato in collaborazione con le associazioni Giovanni Palatucci e Amici di Paestum e Velia. l’associazione DonatoriNati, che conta 14mila iscritti ed è presente in 13 regioni d’Italia, è stata costituita nel luglio del 2003 per iniziativa di un gruppo di appartenenti alla Polizia di Stato con lo scopo di promuovere e sensibilizzare la cultura della donazione di sangue. Dalle 9, nei locali accanto alla Basilica Paleocristiana, convegno dedicato al tema del melanoma. Saranno presenti al convegno Giancarlo Conticchio, questore della Provincia di Salerno; Tiziana D’Angelo, direttore del parco archeologico di Paestum e Velia; Franco Alfieri, sindaco della Città di Capaccio Paestum; Claudio Saltari, presidente nazionale DonatoriNati; Antonio Pagano, vice presidente nazionale associazione Giovanni Palatucci; Vincenzo Battipaglia, presidente sezione Salerno DonatoriNati; Gerardo Botti, primario emerito istituto nazionale Tumori IRCCS fondazione Pascale di Napoli e Tommaso Fabrizio, primario Chirurgia plastica IRCCS CROB Rionero in Vulture. Alle 19, presso la Basilica Paleocristiana, Messa in memoria di Giovanni Palatucci.
Alle 21, davanti al Tempio di Nettuno, esibizione della Fanfara della Polizia di Stato. La Fanfara ha l’obiettivo di proseguire l’opera di promozione e diffusione dei valori della legalità attraverso la cultura musicale. Il complesso nasce principalmente per accompagnare le sfilate e le cerimonie ufficiali. Nel corso degli anni l’organico è stato arricchito con ulteriori strumentisti per permettere di avere un repertorio che spazi nei diversi generi, tra la tradizione ed il moderno, ed essere sempre più vicini alla gente. La Fanfara, che ha sede a Roma, attualmente è composta da circa cinquanta musicisti ed è diretta dal maestro Secondino De Palma; partecipa non solo alle cerimonie della Polizia di Stato, come i giuramenti degli allievi agenti presso le Scuole di Polizia, ma anche ad eventi culturali e a scopo benefico, di rilievo nazionale ed internazionale. Durante tutta la giornata sarà possibile ammirare lungo via Magna Grecia la Lamborghini e altre auto d’epoca della Polizia di Stato.
Paestum. Si confessa dal prete e decide di restituire (tramite il sacerdote) più di 200 monete antiche (tra cui qualche falso) al parco archeologico di Paestum. Zuchtriegel: “Chi nasconde reperti, li restituisca: essi raccontano la nostra storia”


Tre monete romane restituite al parco archeologico di Paestum (foto pa-paeve)
Aveva in casa più di 200 monete antiche dal territorio pestano. Una presenza che ogni giorno diventava sempre più un peso, per la sua coscienza. E lo confessa al prete. Così, sotto il manto del segreto confessionale, una persona anonima ha fatto recapitare, per il tramite del sacerdote confessore di una parrocchia del territorio, una busta con più di 200 monete antiche al parco archeologico di Paestum, chiedendo di consegnarle personalmente al direttore Gabriel Zuchtriegel. È l’ultima di una serie di restituzioni da parte di persone che, mosse dal rimorso di aver commesso un atto dannoso per il patrimonio, hanno deciso di riconsegnare quanto sottratto in maniera illegittima alla conoscenza e alla fruizione pubblica. “Si tratta di una restituzione importante di materiali originali, misti con falsi, sottratti indebitamente”, interviene Zuchtriegel, “e che ora vengono reinseriti in un contesto di legalità, ricerca e musealizzazione. Il nostro appello a chi dovesse nascondere reperti archeologici a casa è di seguire l’esempio e restituire, oltre agli oggetti, la storia che essi raccontano al nostro territorio” (vedi Paestum. “Pentito” anonimo consegna 3 monete romane al parco archeologico di Paestum trovate trent’anni fa nell’area archeologica | archeologiavocidalpassato).

Federico Carbone, numismatico dell’università di Salerno
Molte monete antiche, dunque, ma anche qualche falso. Come ha rivelato una prima analisi dei materiali da parte del professor Federico Carbone, numismatico dell’università di Salerno, in questo caso, però, tra originali antichi si nascondevano anche una serie di falsi realizzati in maniera più o meno professionale: “Di 208 reperti numismatici”, osserva Carbone, “7 sono falsi, mentre dei 201 originali 5 sono in argento, una medaglietta è in alluminio e tutti gli altri sono in lega di rame. Inoltre, sono presenti 7 altri oggetti di vario materiale. Tra le monete si distinguono due insiemi piuttosto omogenei: il primo è rappresentato dai bronzi della zecca di Paestum (soprattutto esemplari dal III sec. a.C. e fino all’età augustea), il secondo è composto da follis e frazioni di follis compresi tra la metà e la fine del IV sec. a.C. Non mancano alcuni bronzetti di Poseidonia, di Velia e di media età imperiale. Soltanto un paio sono moderne. Un buon numero – sempre riferibili a queste stesse serie – risulta illeggibile a causa dello scarso grado di conservazione. Inoltre, 45 esemplari potrebbero restituire maggiori informazioni a seguito di interventi di pulizia. La composizione del nucleo, quindi, rispecchia grosso modo quanto generalmente si rinviene nel territorio pestano”.
Parco archeologico di Paestum e Velia: il sito archeologico di Velia fa +59% di visitatori nonostante il covid-19, agosto da record: +117%. Bene anche Paestum: tutto esaurito rispettando i numeri concessi
Il sito archeologico di Velia ha registrato un’estate da record nonostante l’emergenza sanitaria, con un incremento dei visitatori del 59% rispetto allo scorso anno, nel periodo dal 21 giugno al 6 settembre 2020. Il mese di agosto, in particolare, ha visto un incremento del 117% delle visite. Nel mese di febbraio 2020, il sito magno-greco, patria del filosofo presocratico Parmenide, è stato accorpato all’autonomia di Paestum su volontà del Ministro dei Beni Culturali e del Turismo, Dario Franceschini. “I flussi in forte aumento rappresentano una prima conferma oggettiva che la fusione delle due realtà di Velia e Paestum sta funzionando”, dichiara il direttore del Parco archeologico, Gabriel Zuchtriegel. “Analizzando i dati, infatti, si evince che molte delle persone che hanno visitato Velia avevano già acquistato il biglietto cumulativo a Paestum. Moltissimi anche gli abbonamenti annuali che abbiamo venduti. Sicuramente ha inciso positivamente anche la messa in sicurezza e riapertura al pubblico di molte aree e monumenti, tra cui Porta Rosa, simbolo del sito archeologico, interdetto al pubblico alcuni anni fa, e il boom del turismo domestico estivo nel Cilento determinato dalla crisi sanitaria. Quando il 18 maggio abbiamo riaperto Velia e Paestum, siamo stati tra i primi siti in Italia a spalancare le porte al pubblico dopo la fase acuta della pandemia e mai avremmo pensato di raggiungere un risultato così incoraggiante. Ora bisogna consolidare il trend e rinforzare la rete con enti pubblici e privati nel territorio per innescare uno sviluppo sostenibile e durativo nel territorio cilentano”. Positiva la partecipazione del pubblico alla prima rassegna culturale “Velia Musica&Parole”: i 5 appuntamenti serali con grandi nomi del mondo dello spettacolo hanno annotato un totale di 1305 ingressi, dato eccezionale per gli spettacoli serali a Velia. Bene anche VeliaTeatro, la rassegna teatrale che da 23 anni si svolge a Velia e ad Ascea e con la quale si mira a creare ulteriori sinergie nel prossimo futuro. Massima attenzione alla sicurezza dei visitatori con ingressi contingentati per fasce orarie, termoscanner agli ingressi, percorsi di visita unidirezionali per evitare assembramenti, visite accompagnate, numerosi cartelli informativi e frequente sanificazione degli ambienti.
In crescita anche i flussi nell’area archeologica e nel museo di Paestum dove, durante il mese di agosto, in molte giornate è stato raggiunto il numero massimo di visitatori consentiti all’interno del Parco, così come determinato dal piano di sicurezza anti-contagio. “I numeri sono più bassi dell’anno scorso”, commenta il direttore, “ma date le misure anti-Covid, non avremmo potuto accogliere molte persone in più. Ringraziamo ancora tutti i visitatori per il rispetto delle regole e ci scusiamo se ci sono stati disagi legati alla gestione dell’emergenza. Posso confermare che il personale del Parco Archeologico di Paestum e Velia ha lavorato con grande impegno ed entusiasmo e sono orgoglioso dei risultati che abbiamo ottenuto come squadra, anche perché non si sono verificati casi di contagio nel Parco”. Nel periodo dal 21 giugno al 6 settembre 2020, a Paestum sono stati registrati 74mila ingressi, rispetto a 138mila nello stesso periodo dell’anno scorso.
Intanto si lavora alla programmazione delle prossime iniziative: il Parco Archeologico di Paestum e Velia aderisce all’appuntamento nazionale delle Giornate Europee del Patrimonio”, con l’apertura straordinaria dei due siti di Paestum e Velia in programma il 26 settembre 2020, con visite guidate dalle 19 alle 22.30, costo del biglietto 1 euro.
Alla XXIII Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico protagonista l’archeologia subacquea: 1a Conferenza Mediterranea sul Turismo Archeologico Subacqueo in memoria di “Sebastiano Tusa”; 1° “Premio di Archeologia Subacquea Sebastiano Tusa”; lanciare un Itinerario Culturale Europeo dei siti archeologici subacquei

Il segretario della Bmta Ugo Picarelli consegna alla vedova Valeria Li Vigni l premio “Paestum Mario Napoli” assegnato postumo a Sebastiano Tusa durante la XXII Bmta (foto bmta)
Novità alla XXIII edizione della Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico in programma a Paestum tra Centro Espositivo Savoy Hotel, Basilica, e Parco Archeologico, da giovedì 19 a domenica 22 novembre 2020: è in programma 1a Conferenza Mediterranea sul Turismo Archeologico Subacqueo in memoria di “Sebastiano Tusa” con la partecipazione delle più note destinazioni archeologiche subacquee mediterranee e il 1° “Premio di Archeologia Subacquea Sebastiano Tusa”, che sarà assegnato alla scoperta archeologica dell’anno o quale riconoscimento alla carriera, alla migliore mostra in ambito scientifico internazionale, al progetto più innovativo a cura di Istituzioni, Musei e Parchi Archeologici, al miglior contributo giornalistico in termini di divulgazione. La conferenza e il premio seguono e sono diretto sviluppo di quanto avvenuto nell’ultima edizione – quella del 2019 – della BMTA in occasione della quale è stato assegnato postumo il Premio “Paestum Mario Napoli” a Sebastiano Tusa, per onorare la memoria del grande archeologo, dello studioso, dell’amico della Borsa, ma soprattutto dell’uomo del Sud, che ha vissuto la sua vita al servizio delle istituzioni per contribuire allo sviluppo locale e alla tutela del Mare Nostrum. È proprio in quegli stessi giorni che è nata l’idea di inserire, annualmente all’interno del programma, una iniziativa di carattere internazionale, volta a ricordare l’impegno e le progettualità di Sebastiano Tusa. Le iniziative in programma alla XXIII Bmta si svolgeranno in collaborazione con soprintendenza del Mare e fondazione “Sebastiano Tusa” della Regione Siciliana, Centro universitario europeo per i Beni culturali di Ravello, Icomos Italia, NIAS Nucleo per gli Interventi di Archeologia Subacquea dell’ICR Istituto centrale per il Restauro del MiBACT, parco archeologico dei Campi Flegrei, Accademia internazionale di Scienze e Tecniche subacquee, Istituto italiano di Archeologia subacquea, Gruppi Archeologici d’Italia, Archeoclub d’Italia.
Ma c’è dell’altro: valorizzare gli Itinerari culturali dei siti sommersi del Mediterraneo. La presenza del Centro universitario europeo per i Beni culturali di Ravello, costituitosi nel 1983 proprio sotto gli auspici del Consiglio d’Europa, e della soprintendenza del Mare della Regione Siciliana con i soggetti promotori assume particolare valenza per la certificazione di una rete dei siti sommersi nel “Programma degli Itinerari Culturali”, che fu avviato dal Consiglio d’Europa nel 1987. Gli Itinerari Culturali, mettendo in pratica i valori del Consiglio d’Europa – “diritti umani, diversità culturale, dialogo e scambi interculturali” – sono un invito al viaggio e alla scoperta del ricco e variegato patrimonio culturale europeo, con lo scopo di creare una rete di persone e luoghi legati tra loro grazie a una storia e a un patrimonio comuni. Gli “Itinerari Culturali dei siti sommersi del Mediterraneo” (una rete che collegherà Campania, Puglia, Sicilia, Egitto, Grecia e Israele attraverso i siti di Baia Sommersa nel Parco Archeologico dei Campi Flegrei, delle Tremiti, di Ustica-Egadi-Pantelleria, di Alessandria d’Egitto, di Pavlopetri e di Caesarea Maritima) rappresentano una risorsa chiave per il turismo responsabile e lo sviluppo sostenibile, rispondendo alle attività e ai progetti innovativi richiesti dal Consiglio d’Europa nel quadro dei cinque settori d’azione prioritari, strategici per lo sviluppo locale e la valenza culturale dei territori: cooperazione in materia di ricerca e sviluppo; valorizzazione della memoria, della storia e del patrimonio europeo; scambi culturali e educativi per i giovani europei; pratiche artistiche e culturali contemporanee; turismo culturale e sviluppo culturale sostenibile. Ha assicurato la sua presenza alla Borsa Gabriella Battaini-Dragoni, vice Segretario generale del Consiglio d’Europa, che sin dall’inizio della sua brillante carriera alla Direzione Cultura fu artefice dello sviluppo del “Programma degli Itinerari Culturali Europei” (che partì nel 1987 con il riconoscimento del Cammino di Santiago di Compostela) e della costituzione dell’Istituto Europeo degli Itinerari Culturali, insediato a Lussemburgo nel 1998.
I siti sommersi sono meta di un numero sempre maggiore di turisti subacquei. Sono, infatti, circa 30 milioni i subacquei certificati a livello mondiale e circa 6 milioni quelli che si sono “tuffati” almeno una volta senza certificazione e si stima che oltre 3 milioni di “diver” fanno uno o più viaggi ogni anno. Il viaggiatore, oggi, è alla ricerca sempre più di un turismo esperienziale autentico a contatto con la natura e le identità territoriali, per cui un’anfora, un’ancora o una struttura antica conservatesi sott’acqua sono parte integrante del mondo naturale e non più solo manufatti. Il turismo archeologico in immersione ha, dunque, caratteristiche che per un verso lo rendono un’esperienza unica e per l’altro potenziano alcuni elementi presenti anche nel turismo abituale. Il primo è la conservazione dei luoghi: l’ecosistema marino è fragile e sensibile al turismo di massa. Il deterioramento della bellezza di alcune aree implica la cessazione delle attività turistiche, molto più in fretta di quanto avviene sulla terra. Il turismo archeologico subacqueo, per esplicare appieno le proprie potenzialità, richiede la presenza di un sistema turistico locale integrato ed efficiente, in cui attori diversi accettino di interagire, a parte la necessità di aree in cui sia già prevista una tutela giuridica del territorio di tipo ambientale. Il secondo è la relazione con la tecnologia: il turismo subacqueo è sì una pratica naturalistica, perché implica un contatto totale con l’ambiente, ma è anche, da subito, una pratica tecnologica, perché necessita di una serie di apparecchiature, di conoscenze e implica un rapporto con l’ambiente, che è sempre mediato dalla tecnica. Il mondo viene visto attraverso una maschera, in un rapporto immediatamente di tipo virtuale – mediato e immersivo – esattamente come quello che può essere stabilito con gli apparati di visualizzazione virtuale. Da qui a pensare pratiche di realtà aumentata il passo è breve.
L’ultima frontiera del turismo subacqueo parla di unire ancora più strettamente la pratica di immersione in parchi archeologici e aree naturali con la tecnologia e progettare tour in realtà aumentata che i sub possono seguire direttamente nei siti sommersi, ma anche progettare tour subacquei in realtà aumentata restando sulla terra. Il progetto nasce dalla considerazione che ci sono ancora pochi itinerari o aree archeologiche subacquee attrezzate e fruibili al pubblico, sia in Italia che in campo internazionale. Per la verità molteplici sono i siti archeologici subacquei meta di visita, anche guidata, da parte dei diving club locali, ma si tratta di siti non tutelati e, comunque, privi di alcuna segnaletica ed organizzazione didattica propedeutica alla visita. La richiesta di certificazione al Consiglio d’Europa di un Itinerario Culturale Europeo ha, dunque, l’obiettivo di mettere in luce le potenzialità del turismo archeologico subacqueo per lo sviluppo locale delle tante destinazioni, anche lontane dalle località più note, che richiedono nuove offerte turistiche nel segno della tutela, delle esperienze autentiche e della sostenibilità.
Paestum riapre, per ora in Cina. Dopo lo stop per il coronavirus riapre a Chengdu la mostra “Paestum – una città del Mediterraneo antico”. Zuchtriegel: “Un segnale di speranza anche per noi”

Il suggestivo allestimento della mostra “Paestum – una città del Mediterraneo antico” nel museo di Chengdu in Cina (foto parco archeologico di Paestum)
Paestum riapre, per ora in Cina. Ricordate quanto avevamo scritto ai primi di dicembre 2019? “La Tomba del Tuffatore come non si è mai vista. È stata ricostruita in dimensioni monumentali più grandi del vero a Chengdu, capoluogo del Sichuan, provincia cinese con 90 milioni di abitanti, per la mostra “Paestum – una città del Mediterraneo antico” organizzata dal Parco Archeologico di Paestum in collaborazione con il Museo del Sichuan” dove sarebbe dovuto rimanere aperta fino al 26 febbraio 2020 (vedi https://archeologiavocidalpassato.com/2019/12/16/i-tesori-del-parco-archeologico-di-paestum-sbarca-in-cina-aperta-a-chengdu-la-mostra-paestum-una-citta-del-mediterraneo-antico-con-134-preziosi-reperti-dai-depositi-che-c/). Ma all’indomani dell’emergenza sanitaria che ha messo in ginocchio la Cina anche la mostra “Paestum – una città del Mediterraneo antico” è stata chiusa. Fino alla notizia giunta ieri: da oggi, 18 marzo 2020, in Cina sarà nuovamente possibile ammirare i 134 reperti provenienti dai depositi di Paestum: la speranza è che anche il Parco Archeologico di Paestum e gli altri istituti culturali possano riaprire al più presto le porte ai visitatori per continuare a comunicare a tutti la storia e la cultura italiana.

Autorità italo-cinesi all’inaugurazione della mostra “Paestum – una città del Mediterraneo antico” a Chengdu in Cina (foto parco archeologico di Paestum)
A comunicare le importanti novità è stato Wei Quan, direttore del Sichuan Museum, che ha indirizzato una missiva a tutto il Parco Archeologico di Paestum, nella persona del direttore, Gabriel Zuchtriegel. Dalle parole del direttore cinese si colgono sentimenti di solidarietà e speranza verso l’Italia che, proprio in questi giorni, sta vivendo momenti drammatici a causa del COVID 19. Un destino comune quello di Italia e Cina che, con la riapertura dei musei cinesi, sembra avviarsi verso un epilogo positivo. Al direttore Wei Quan ha risposto il direttore Zuchtriegel a nome di tutto lo staff di Paestum: “Caro Direttore, caro staff del Museo del Sichuan, Vi ringrazio di cuore per il messaggio di solidarietà e speranza che ci avete trasmesso. Siamo commossi dalla vicinanza che ci state dimostrando in questo momento e dallo spirito umanitario che ha sempre contraddistinto i nostri rapporti. In questo frangente difficile per l’Italia, con il parco e il museo di Paestum chiusi per l’emergenza sanitaria, è un immenso piacere apprendere che la mostra in Cina “Paestum – una città del Mediterraneo antico” riapre al pubblico. Grazie alla collaborazione che abbiamo messo in campo sin dal 2018, possiamo dire che il rilancio di Paestum postpandemia è partito, seppure da una sede lontana dal sito. Ciò ci riempie di speranza e di fiducia che tutti insieme potremo superare l’attuale difficoltà e uscirne più uniti e forti. Grazie 谢谢 a presto”.
Parco archeologico di Paestum (ora con Velia): 2019 anno record, con più visitatori (443mila, +4%), nuove aree di scavo e più interventi di manutenzione. Gennaio conferma il trend positivo. Novità: archeologia partecipata, il parco dei piccoli, gli aperitivi. Prorogata la mostra “Poseidonia città d’acqua”. Gli auguri della nuova direttrice del Polo museale della Campania

L’area archeologica di Paestum ha segnato nel 2019 oltre 413mila visitatori (+4% rispetto al 2018) (foto parco archeologico Paestum)
Il Parco Archeologico di Paestum cresce ancora, in estensione e in profondità. Oltre alle aree di scavo e agli interventi di manutenzione ordinaria, aumentano i visitatori che nel 2019 sono stati 443mila, il 4% in più rispetto al 2018, numero che posiziona Paestum al sedicesimo posto tra i siti statali più visitati in Italia. E l’inizio del 2020 lascia intravedere un altro anno di successi. Il parco archeologico di Paestum nel mese di gennaio ha registrato un aumento del +68% di visitatori rispetto al 2019, anno già da record. Un altro dato da rilevare è il +330% di biglietti annuali Paestum Mia venduti nel 2020, a sottolineare la volontà del pubblico di legarsi a Paestum per un intero anno e quindi tornare più volte nel sito archeologico senza ulteriori costi da sostenere. Il trend positivo sembra interessare anche il mese di febbraio che nei suoi primi 10 giorni annota un +125% rispetto allo stesso periodo 2019, con un incremento dei paganti del +70%. Come sottolinea il direttore Gabriel Zuchtriegel, un elemento centrale della politica culturale del Parco di Paestum è la diversificazione dell’offerta che si rivolge a pubblici diversi, con la stessa attenzione a ciascuno. “La crescita di flussi e incassi non è un obiettivo in sé”, continua il direttore, “ma il risultato di un lavoro di qualità che a Paestum stiamo portando avanti grazie a una squadra eccezionale: dagli assistenti alla vigilanza impegnati in progetti di accessibilità fino all’ufficio promozione che è riuscito a coinvolgere sponsor e donatori privati nelle nostre attività”.
Una delle ultime novità riguarda un progetto pilota di “museologia partecipata”, a cura di Paola Contursi della Scuola del Patrimonio: i cittadini saranno coinvolti nella creazione di un nuovo racconto museale che sarà inserito nell’App del Parco, già scaricabile gratuitamente e con percorsi individualizzati. E poi a Paestum c’è da poco – tra le nuove iniziative – anche il “Parco dei Piccoli”, realizzato in collaborazione con Legambiente Paestum, con l’intento di intrattenere i bambini con il gioco e di trasmettere al tempo stesso conoscenze e valori. Sarà possibile vedere anche alcune macchine da cantiere utilizzate per la costruzione dei tre templi dorici, rispondendo così alle curiosità di tanti visitatori. Con questo progetto il Parco si prefigge nuovi obiettivi in termini di accessibilità, per esempio attraverso laboratori didattici gratuiti fondati sul gioco, nell’ottica di un approccio metacognitivo. Sono state coinvolte le scuole del territorio, il museo del giocattolo antico di Massicelle e l’associazione Cilento4all, che già collabora da tempo con il Museo di Paestum per la fruizione museale di persone con difficoltà nello spettro autistico. Cresce così anche l’impegno per l’accessibilità universale, dopo la riapertura del percorso senza barriere del tempio più antico della città. Anche in questo inizio dell’anno diverse sono state le novità introdotte nell’offerta culturale del Parco, a favore delle esigenze dei pubblici più variegati. Sono tornati gli aperitivi al Museo di Paestum, tutti i giovedì dalle 18 alle 19.30, in concomitanza con l’ingresso gratuito al Parco archeologico, a cura dell’associazione Amici di Paestum, con il sostegno delle cantine vitivinicole del territorio. I proventi dell’aperitivo sono destinati ai percorsi di visita “Un tuffo nel blu” nei depositi del museo per ragazzi affetti da disturbi dello spettro autistico, a cura dell’associazione Cilento4All. Ed sono stati prorogati fino al 3 maggio 2020, la mostra “Poseidonia città d’acqua. Archeologia e cambiamenti climatici” nel museo e il videomapping “Metamorfosi” di Alessandra Franco proiettato tutte le sere sulla facciata principale del tempio di Nettuno dal tramonto fino alle 21.30.
“Siamo felici che Paestum si pone sempre di più come un punto di riferimento socio-culturale in un territorio che ha tutte le caratteristiche per uno sviluppo virtuoso”, continua Zuchtriegel. “Con l’integrazione del sito archeologico di Velia nell’autonomia di Paestum, le nostre azioni di promozione e valorizzazione si estenderanno a tutto il Cilento, area di estremo interesse sotto più punti di vista”. Proprio nell’incontro con il territorio tenutosi ad Ascea è arrivato il saluto della nuova direttrice ad interim del Polo museale della Campania, Marta Ragozzino, già protagonista di Matera Capitale europea della Cultura: “Nel fare i migliori auguri di buon lavoro all’amico direttore di Paestum Gabriel Zuchtriegel – al cui Parco archeologico viene annesso anche il Parco di Velia- auspico la continuità di collaborazione tra le due strutture consorelle, non solo nell’ottica della miglior continuità amministrativa tra uffici del Mibact ma anche nel segno della collaborazione scientifica e culturale, e mi impegno personalmente a gestire il passaggio di consegne nella maniera più naturale e automatica possibile”. E Zuchtriegel, che durante l’incontro ha anticipato l’intenzione di lavorare insieme sul rinforzamento della rete museale cilentana con Velia e Paestum promotrici di un territorio più ampio: “Conosco Marta Ragozzino sin da quando insegnavo all’università della Basilicata, e sono estremamente felice che ora ci sarà la possibilità di collaborare in Campania, perché ho potuto apprezzare la sua grande competenza e passione in molte occasioni, ultima la splendida mostra a Policoro sulle tavole di Eraclea che è assolutamente da vedere. Faremo di tutto per trasformare questa esperienza comune in un’opportunità per il territorio, lavorando braccio a braccio e facendo tesoro delle competenze e esperienze della precedente gestione”.
E il giovedì? Si va al parco archeologico per gli “Aperitivi di Paestum”. Con un nobile scopo: i fondi raccolti destinati a favorire le visite al museo di ragazzi autistici
E il giovedì dove prendiamo l’aperitivo? Ma a Paestum! Al museo Archeologico nazionale tornano gli “Aperitivi di Paestum” tutti i giovedì dalle 18 alle 19.30, in concomitanza con l’ingresso gratuito al Parco archeologico. Per l’aperitivo il costo è di 8 euro. Con una novità: i proventi raccolti saranno destinati dall’associazione Amici di Paestum – referente dell’iniziativa – a uno scopo sociale: visite per ragazzi e ragazze con disturbi dello spettro autistico. Già da tempo il Parco organizza visite nei depositi del Museo per persone con esigenze speciali; i percorsi di visita, denominati “Un tuffo nel blu”, sono curati dell’associazione Cilento4All che, con le università “Federico II” e “Parthenope” di Napoli, conduce una ricerca su come l’arte possa essere strumento di comunicazione alternativa e di terapia cognitiva. “La raccolta fondi organizzata dagli Amici di Paestum ci consentirà di incrementare l’offerta per famiglie con un figlio o una figlia con bisogni speciali, senza creare barriere economiche”, dichiara il direttore, Gabriel Zuchtriegel. “Al tempo stesso, gli aperitivi del giovedì continueranno a essere un momento di aggregazione e confronto per il territorio, all’insegna di una nobile causa”. “Siamo molto felici di sostenere un progetto dal così alto impegno sociale”, dichiara la presidente, Teresa Giuliani. “Da sempre l’associazione Amici di Paestum è accanto al Parco Archeologico: tutti i soci partecipano con entusiasmo e grande impegno alla realizzazione di iniziative che noi amiamo definire “vive”, cioè capaci di creare qualcosa di positivo in più. Così come è stato per il ripristino degli spazi interni al museo del Giardino di Hera con la realizzazione di un percorso olfattivo per disabili, nuovamente scendiamo in campo a favore delle persone speciali che con i percorsi nei depositi potranno sentirsi protagonisti indiscussi del pubblico di Paestum”. La buona riuscita della raccolta fondi è frutto di un lavoro di squadra che vede impegnati, accanto al Parco e agli Amici di Paestum, alcune cantine vitivinicole del territorio campano che offriranno i propri prodotti agroalimentari a sostegno dei progetti di accessibilità del Parco. Finora hanno aderito le aziende Ermmà, Rotolo, Luna Rossa e San Salvatore 1988, ma gli organizzatori puntano a coinvolgere anche altre aziende con la sottoscrizione di nuove adesioni con l’associazione Amici di Paestum.
Paestum. Al via i lavori di restauro e manutenzione del sito Unesco per 1 milione di euro, finanziati per la prima volta con fondi ordinari. Al via anche il sistema di monitoraggio sismico del tempio di Nettuno
Sarà il consorzio Vittoria di Bracigliano (Sa) a curare i lavori di restauro e manutenzione al via nel sito Unesco di Paestum: il consorzio ha vinto la gara bandita dal parco archeologico di Paestum per un importo a base d’asta di 1,1 milioni di euro. E per la prima volta un progetto di una tale portata – come sottolineato dal parco archeologico – viene bandito non su fondi europei o ministeriali, ma con i proventi del Parco stesso generati grazie alla gestione autonoma resa possibile dalla riforma Franceschini. “Continuiamo a reinvestire gli introiti di un lavoro quotidiano di tutela, accoglienza e promozione svolto da una squadra straordinaria quale quella di Paestum, che ha portato a 140mila visitatori in più rispetto a quattro anni fa e a un bilancio ordinario più che raddoppiato, grazie anche a sponsorizzazioni e donazioni da parte di aziende e privati del territorio”, sottolinea il direttore Gabriel Zuchtriegel. “Con questo progetto facciamo un importante passo verso la manutenzione programmata che rappresenta la svolta decisiva nella conservazione del patrimonio: meno interventi di emergenza, più programmazione e monitoraggio continuo”. Il progetto prevede la messa in sicurezza e il restauro di una parte dell’abitato antico di Paestum, ubicato tra il cosiddetto heroon e l’ekklesiasterion, con la creazione di nuovi percorsi e un aumento della leggibilità delle strutture antiche. Si tratta di un progetto pilota che servirà ai funzionari del parco come campione per ampliare la manutenzione programmata a tutta l’area archeologica, dove attualmente si svolge anche un importante progetto di scavi e restauri con fondi europei. “Le campagne manutentive rappresentano un metodo complementare al restauro vero e proprio”, dichiara l’architetto del parco archeologico di Paestum, Lorella Mazzella, “soprattutto per siti complessi come quello di Paestum per cui è stato necessario valutare cause a fenomeni di degrado in atto in una logica sistemica. Alle operazioni di manutenzione vengono affiancate ulteriori azioni di conoscenza e monitoraggio che confluiscono in un apposito sistema informativo che contribuirà, non solo a verificare l’efficacia delle operazioni di conservazione, ma anche alla programmazione dei cicli successivi di manutenzione”.
In concomitanza partono i lavori per il sistema di monitoraggio sismico del Tempio di Nettuno, elaborato insieme al dipartimento di Ingegneria civile dell’università di Salerno. L’uso di tecnologie avanzate sviluppate dall’Ateneo salernitano permetterà di osservare il comportamento dinamico dell’edificio millenario in tempo reale e monitorare eventuali deterioramenti strutturali. L’intervento è stato finanziato interamente da donatori privati del territorio, tra cui la famiglia D’Amico dell’azienda omonima di Pontecagnano, che ha fatto una donazione di 100mila euro, e Roberto Savarese dell’azienda Sorrento Sapori e Tradizioni di Eboli, che ha contribuito con 10mila euro.
Commenti recenti