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Varese ospita in esclusiva per la Lombardia la prima edizione di Varese ArcheoFilm, festival internazionale del cinema di archeologia arte ambiente etnologia con serata finale speciale dedicata ad Alfredo e Angelo Castiglioni. In programma sette film e incontri con esperti nazionali nel campo dell’egittologia, della preistoria, dell’etnologia e della storia

Il manifesto del festival Varese ArcheoFilm: la prima edizione si tiene dal 6 al 9 settembre 2018

Marco Castiglioni al museo Castiglioni di Varese

Il cinema archeologico arriva per la prima volta a Varese. Dal 6 al 9 settembre 2018 i Giardini Estensi in via Sacco 5 ospitano Varese Archeofilm, festival internazionale del cinema di archeologia arte ambiente etnologia, a ingresso libero e gratuito, promosso dal Comune di Varese in collaborazione con il museo Castiglioni, la rivista Archeologia Viva, la rassegna Firenze ArcheoFilm, il Centro Ricerche del Deserto Orientale (Ce.R.D.O.), l’associazione Conoscere Varese, Tourisma, con il patrocinio dell’università Insubria. Dopo Torino, Agrigento, Pesaro, Aquileia e Ravenna, Varese è una nuova tappa delle manifestazioni promosse sul territorio da Firenze Archeofilm. “Varese entra in un prestigioso e già funzionante circuito nazionale che ha lo scopo di far diventare il nostro paese uno dei principali punti di riferimento internazionali del cinema documentaristico d’autore”, sottolinea soddisfatto Marco Castiglioni, presidente dell’associazione Conoscere Varese, che dal 2015 ha riaperto e gestisce il museo Castiglioni di Varese, dedicato agli scavi di suo padre Angelo e di suo zio Alfredo. Varese Archeofilm sarà tappa esclusiva per la Lombardia, un motivo di orgoglio per il sindaco di Varese, Davide Galimberti: “Una grande occasione di rilancio turistico della città che va a inserirsi nella ricca offerta di eventi programmati dall’amministrazione comunale. Una straordinaria opportunità che permetterà di far conoscere le bellezze del capoluogo e richiamare molti turisti, anche dalla vicina Svizzera. Parliamo di rilancio turistico ma anche culturale, grazie a veri e propri mostri sacri varesini dell’archeologia come i fratelli Castiglioni”. A suggellare l’entusiasmo per il connubio di Varese con il grande film archeologico, è proprio Angelo Castiglioni, archeologo, etnologo, antropologo, scrittore, cineasta, documentarista, presidente Ce.R.D.O.: “In una fase storica particolarmente favorevole al linguaggio filmico documentaristico, le ragioni del suo successo si possono rintracciare, almeno in parte, nel progressivo venir meno della creatività nel cinema di finzione e nella considerazione che una società globale sembrerebbe voler abbattere le frontiere tra cinema narrativo e cinema del reale, facendoli convergere in un unico flusso di immagini. Oggi il cinema del reale raccoglie sempre più proseliti sia tra il pubblico che tra gli autori. Dal film di Michael Moore Bowling a Columbine fino a Microcosmos della coppia Nuridsany e Pérennou, da Il cineocchio di Dziga Vertov a Lo and Behold di Werner Herzog, passando per il cinéma vérité e molte altre fasi della sua lunga storia, il cinema documentaristico d’autore rappresenta il fenomeno cinematografico più rilevante degli ultimi vent’anni”.

I fratelli Alfredo e Angelo Castiglioni insieme in una delle loro esplorazioni in Africa

Ricco il programma di Varese Archeofilm: sette documentari provenienti da Francia, Inghilterra, Stati Uniti e Italia, girati nel corso dell’ultimo anno, tradotti e doppiati in italiano. Da Oetzi alla città di Persepoli, dagli scavi in Egitto all’armata perduta del re persiano Cambise, i documentari provenienti da tutto il mondo affronteranno argomenti leggendari, anche di archeologia industriale: uno di loro è dedicato infatti, per esempio, all’hangar dei dirigibili di Augusta. I film sono stati selezionati dal direttore artistico Dario Di Blasi tra quanti conservati nell’archivio di Firenze Archeofilm; Giulia Pruneti sarà la conduttrice del Festival; Davide Sbrogiò la voce narrante. Le traduzioni sono di Gisella Rigotti, Stefania Berutti e Carlo Conzatti. Le edizioni video sono di Fine Art Produzioni srl, Augusta (Sr); Giuditta Pruneti è il direttore editoriale. Dopo tre giorni di proiezioni e incontri con i massimi esperti nazionali nel campo dell’egittologia, della preistoria, dell’etnologia e della storia, intervistati dai giornalisti di Archeologia Viva, la serata conclusiva sarà invece dedicata a una retrospettiva sul lavoro dei fratelli varesini Angelo e Alfredo Castiglioni: archeologi, etnologi, antropologi, scrittori, cineasti e documentaristi di fama mondiale. Infine sempre domenica sera ci sarà la premiazione con l’assegnazione del Premio Città di Varese al film più gradito al pubblico e del Premio Alfredo Castiglioni al film scelto dalla giuria.

Il film “Enquêtes archéologiques. Persépolis, le paradis perse / Indagini archeologiche. Persepoli, il paradiso persiano” di Angès Molia, Raphaël Licandro

L’egittologo Alessandro Roccati

Il programma. Giovedì 6 Settembre 2018, dalle 20.30 alle 23. All’inaugurazione del festival segue la proiezione del primo film “Alla scoperta del tempio di Amenophis III” di Antoine Chéné (Francia, 2017; 52’). A Luxor, i colossi di Memnone, segnano l’ingresso del maestoso tempio di Amenophis III. A partire dall’inizio degli anni 2000, una équipe internazionale ha ridato vita a questo tempio, di cui, a parte i due colossi, ben poco era rimasto visibile. Seguiamo, insieme a tutta la squadra di archeologi, le grandi tappe di questa impresa, filmata a partire dal 2004, e prendiamo dunque consapevolezza del carattere grandioso di questo tempio, costruito da un faraone durante il suo regno pacifico e prospero. Segue il film “Indagini archeologiche. Persepoli, il paradiso persiano” di Angès Molia, Raphaël Licandro (Francia, 2017; 26’). Sugli altopiani iraniani si trova la culla di una delle più grandi civiltà di costruttori dell’antichità: i Persiani. Qui hanno edificato un capolavoro di architettura: Persepoli. Fino a oggi, si pensava che il sito si limitasse alla sua terrazza imponente, utilizzata dai re persiani solo qualche mese all’anno. Ma le recenti scoperte rivelano uno scenario completamente diverso, quello di una città tra le più ricche del mondo antico: un Eden tra le montagne persiane. Quindi c’è l’incontro/intervista con Alessandro Roccati, professore emerito di Egittologia e socio corrispondente dell’Accademia delle Scienze di Torino, già direttore della Missione Archeologica Italiana in Egitto e Sudan. Chiude la serata il film “Indagini in profondità. Il naufragio del Francesco Crispi” di Guilain Depardieu, Frédéric Lossignol (Francia, 2017; 26’). Aprile 1943. Il “Francesco Crispi”, un piroscafo di 7600 tonnellate, nave ammiraglia dei mercantili italiani, riconvertito dalla Marina militare, lasciò Genova per raggiungere la Corsica. A bordo c’erano armi, munizioni e soprattutto un’unità militare di 1300 uomini. Lungo la rotta, il Crispi incrociò il sottomarino britannico HSM Saracen, che sganciò due missili. Lo affondò in pochi minuti. Più di 900 uomini persero la vita. Nonostante numerosi studi, il relitto della nave non è stato mai trovato…

Giuseppe Armocida

Venerdì 7 Settembre 2018, dalle 20.30 alle 23. Apre il film “Il misterioso vulcano del Medioevo” di Pascal Guérin (Francia, 2017, 52’). Il film mette in primo piano il lavoro minuzioso di ricerca, perseveranza, collaborazione e intuizione, degli scienziati che hanno dedicato tanti anni alla ricerca di questo misterioso vulcano. Questa scoperta sarebbe fondamentale per comprendere come le eruzioni vulcaniche, hanno trasformato il clima del pianeta e gli ecosistemi in cui viveva la società… Segue l’incontro/intervista con Giuseppe Armocida, medico, storico italiano, già docente dell’università dell’Insubria. Figura di rilievo della storia della medicina, è stato per oltre vent’anni presidente della Società Italiana di Storia della Medicina. Chiude la serata il film “Carri cinesi. All’origine del primo impero” di Julia Clark (Inghilterra, 2017, 52’). Per più di mille anni i carri da guerra hanno imperversato sui campi di battaglia della Cina antica, simboli di una tecnica militare che qui si è sviluppata prima che nel resto del pianeta, e che ha contribuito a unificare la nazione cinese. Grazie alle più recenti scoperte archeologiche e alla ricostruzione di un carro, verificata attraverso alcuni testi antichi, scopriremo come i Cinesi hanno messo a punto tale sofisticato mezzo di combattimento.

Un rara immagine d’epoca con un dirigibile nell’hangar di Augusta, in Sicilia

Sabato 8 Settembre 2018, dalle 20.30 alle 23. Si inizia con il film “Iceman Reborn” di Bonnie Brennan (Usa, 2017, 53’). Assassinato più di 5.000 anni fa, Oetzi, la più antica mummia umana sulla Terra, è portata alla vita e preservata con la modellazione 3D. Adesso, recentissime scoperte fanno luce non solo su questo misterioso uomo antico, ma sugli albori della civiltà in Europa. Segue l’incontro/intervista con Raffaele De Marinis, già ordinario di Preistoria e Protostoria dell’università di Milano. Past President e membro del consiglio direttivo dell’Istituto Italiano di Preistoria e Protostoria di Firenze. Già membro corrispondente dell’Istituto Nazionale di Studi Etruschi e Italici. Chiude la serata il film “La casa dei dirigibili. L’Hangar di Augusta tra passato e presente” di Lorenzo Daniele (Italia, 2017, 45’). L’hangar per dirigibili di Augusta è un monumento di archeologia industriale unico nel panorama architettonico internazionale. Tra i primi edifici in Italia realizzati interamente in cemento armato, la sua costruzione cominciò per esigenze militari nel 1917 e si concluse nel 1920, quando la Prima Guerra Mondiale era ormai terminata e l’utilizzo dell’aerostato per fini bellici era stato sostituito dall’idrovolante.

I pastori Borana, popolazione dell’Etiopia meridionale, documentati dai fratelli Alfredo e Angelo Castiglioni

Domenica 9 Settembre 2018, dalle 20.30 alle 23. La serata finale apre con un film fuori concorso “I pozzi cantanti dell’Etiopia” di Alfredo e Angelo Castiglioni (Italia, 2009, 40’). Tutti i popoli pastori dell’Africa hanno elaborato un sistema di approvvigionamento dell’acqua. Un esempio di perfetta organizzazione del lavoro per questo scopo si poteva vedere, fino a pochi anni fa, tra i Borana, una popolazione del sud dell’Etiopia. Una catena umana di quindici, venti persone portava l’acqua da trenta metri di profondità fino in superfice con un ritmo crescente in funzione degli animali che attendevano il loro turno per abbeverarsi. Gli “Abe Ella” – “i padri dei pozzi” – scandivano il ritmo del lavoro con il loro canto. Una vera e propria “fabbrica dell’acqua”. Segue l’incontro/intervista con Angelo Castiglioni, archeologo, etnologo, antropologo, scrittore, cineasta, documentarista, e presidente Ce.R.D.O; Serena Massa, docente di catalogazione dei reperti archeologici dell’università Cattolica di Milano, responsabile scientifica degli scavi archeologici di Adulis in Eritrea, consulente scientifica del museo Castiglioni; Giovanna Salvioni, già professore ordinario di Etnologia e Antropologia Culturale dell’università Cattolica di Milano, consulente scientifica del museo Castiglioni. Segue l’assegnazione del premio Città di Varese al film più gradito al pubblico e quella del premio Alfredo Castiglioni al film scelto dalla giuria. Chiude questa serata speciale il film “L’armata scomparsa di re Cambise” di Alfredo e Angelo Castiglioni (Italia, 2008, 30’). Nel 525 a.C. un esercito di 50.000 uomini fu inviato dal re persiano Cambise a conquistare l’oasi di Siwa e l’oracolo di Zeus Ammone in Egitto. Come racconta lo storico greco Erodoto, “i soldati furono sorpresi da una violenta tempesta di sabbia e scomparvero nel nulla”. Per secoli questa tragedia spinse gli archeologi nel deserto alla ricerca dell’armata perduta. La missione Castiglioni ha ritrovato i primi reperti achemenidi e resti umani restituiti dalla sabbia del deserto.

“Notte d’estate” al museo di Rovereto con film su Ötzi “l’uomo dei ghiacci”, degustazione, e spettacolo al Planetario. Nel pomeriggio escursione al castrum di Sant’Andrea

Il film “Iceman Reborn (La rinascita di Iceman)”, regia di Bonnie Brennan

Palazzo Parolari, sede del museo civico di Rovereto

Il planetario al museo civico di Rovereto

Una “Notte d’estate” al museo con attività a tema, degustazione e spettacolo al Planetario. È quanto propone la Fondazione Museo Civico di Rovereto che apre le sue porte al pubblico anche fuori orario in uno degli ultimi week-end estivi per una serata speciale domenica 26 agosto 2018. A Palazzo Parolari, sede del museo civico di Rovereto, in Borgo Santa Caterina 41, è infatti prevista un’apertura serale straordinaria dalle 20.30 alle 22.30 con alcune iniziative comprese nel costo del biglietto d’ingresso. Alle 20.40, proiezione del film “Iceman Reborn (La rinascita di Iceman)”, regia di Bonnie Brennan (Usa, 2016; 52’), dall’archivio della Rassegna Internazionale del Cinema Archeologico. Ucciso più di 5000 anni fa, Ötzi – l’uomo dei ghiacci – è la più antica mummia naturale europea. Miracolosamente preservata nel ghiacciaio, i suoi notevoli resti intatti continuano a fornire agli scienziati, agli storici e agli archeologi scoperte dirompenti su un periodo cruciale nella storia dell’umanità. All’artista e paleo-scultore Gary Staab è stata data la possibilità di accedere nel rifugio ghiacciato dove Iceman è custodito con il compito di realizzare una sua replica esatta. Alle 21.30, degustazione della C-sana, la tisana del Civico; alle 21.45, spettacolo al Planetario.

Il sito archeologico dell’isola di Sant’Andrea sul lago di Loppio (Mori, Tn) (foto da drone di Alessandro Dardani)

Pomeriggio alla scoperta del Castrum di S. Andrea. E per chi volesse conoscere un luogo intatto e affascinante, visita guidata al sito archeologico di Loppio, alla scoperta del Castrum di S. Andrea, sempre domenica 26 agosto 2018, alle 16. Sull’isola di Sant’Andrea a Loppio (Mori) si trova un sito archeologico con testimonianze che vanno dalla preistoria all’epoca tardoantica a quella medievale, per giungere fino alla Prima Guerra Mondiale (vedi https://archeologiavocidalpassato.wordpress.com/2017/10/13/a-mori-tn-larcheologa-barbara-maurina-del-museo-civico-di-rovereto-presenta-i-risultati-degli-scavi-e-delle-ricerche-condotte-nellisola-di-santandrea-di-loppio-postazione/). Partenza all’ingresso dell’isola, sulla pista ciclabile tra Loppio e Passo San Giovanni. Per la visita guidata il biglietto è di 5 euro (ridotto 3 euro). La visita prevede un numero massimo di partecipanti. È perciò preferibile la prenotazione in biglietteria: tel. 0464 452800.

A quasi 3mila metri di quota, per l’avvio del Lagazuoi Expo, sopra Cortina d’Ampezzo, con panorama mozzafiato sulle Dolomiti, apre la mostra “ÖTZI & VALMO – Quando gli uomini incontrarono le Alpi”: il racconto dei 2700 anni che separano l’Uomo di Mondeval dall’Uomo venuto dal ghiaccio, con i cambiamenti climatici che hanno permesso la colonizzazione delle Alpi e condizionato lo stile di vita dell’uomo

L’Expo Lagazuoi con l’eccezionale panorama sulle Dolomiti (foto Manaz Productions)

La locandina della mostra “ÖTZI & VALMO – Quando gli uomini incontrarono le Alpi” al Lagazuoi Expo

Oetzi visse 5300 anni fa in val Senales, Valmo 8000 anni fa vicino al passo Giau: la magia delle Dolomiti li farà incontrare virtualmente in una location eccezionale, la nuova galleria Lagazuoi EXPO Dolomiti, a 2778 metri di quota, quattro sale su tre piani, lobby, coffee e terrace bar, senza barriere architettoniche sia per l’accesso alla funivia al passo Falzarego che nell’edificio posto sulla vetta del monte Lagazuoi a Cortina d’Ampezzo, accanto allo storico e omonimo rifugio, con un panorama mozzafiato sulle Dolomiti Patrimonio UNESCO. Ospiterà mostre temporanee dedicate alla fotografia, all’arte del passato e a quella contemporanea, alla storia e alla preistoria del territorio. L’inaugurazione ufficiale della straordinaria galleria è prevista per il 2 febbraio 2018. Ma già dal 10 gennaio 2018 apre le sue porte al pubblico per la prima mostra temporanea, “ÖTZI & VALMO – Quando gli uomini incontrarono le Alpi”: fino al 2 aprile 2018 si potranno ammirare i ritrovamenti più rilevanti dei primi abitanti delle Alpi, l’uomo di Similaun e l’uomo di Mondeval, per la prima volta insieme, a raccontarci la vita dell’uomo preistorico in alta quota dopo l’ultima grande glaciazione. La mostra è stata realizzata in collaborazione con il museo Vittorino Cazzetta di Selva di Cadore (BL), l’associazione Tramedistoria, l’università di Ferrara, il Neanderthal Museum di Mettmann (Germania), GEO, il museo Archeologico di Bolzano, l’associazione Amici del Museo della Val Fiorentina.

Ötzi nella ricostruzione di Kellis del museo Archeologico dell’Alto Adige (Bolzano)

Dettaglio della mano ferita di Ötzi, noto anche come mummia del Similaun

Ascia in rame usata da Ötzi

L’Uomo venuto dal ghiaccio (Uomo del Similaun, Ötzi), con gli oggetti che lo accompagnano costituisce il nucleo centrale del museo Archeologico dell’Alto Adige (Bolzano) dove modelli, ricostruzioni, immagini stereoscopiche, video e stazioni multimediali interattive permettono di dare uno sguardo al più remoto passato del versante meridionale della catena alpina, con ricchezza di informazioni e al tempo stesso in modo gradevole.  “Cinquemila anni fa”, spiegano gli esperti del museo altoatesino, “un uomo si avventurò sulle gelide alture dei ghiacciai della Val Senales, dove morì. Nel 19 settembre 1991 venne scoperto per caso, insieme ai suoi abiti e al suo equipaggiamento, mummificato, congelato, un evento sensazionale per l’archeologia e un’istantanea eccezionale, che colse una persona dell’età del rame in viaggio in alta quota”. La notizia del ritrovamento di un cadavere mummificato nelle alte quote della Val Senales varcò i confini locali e nazionali per diffondersi in tutto il mondo. “La persona riemersa da un sonno glaciale di 5300 anni”, continuano gli esperti, “fu subito soprannominata con simpatia Ötzi, dal nome della valle che confina con il luogo del suo ritrovamento, pesava 15 chilogrammi, era alta 1 metro e 60 cm. Accanto a lui si trovarono resti delle sue scarpe, del mantello, della faretra, dei suoi calzoni e, fra l’altro, la straordinaria ascia, lavorata prima a colata e poi saldata, oggetto che per primo, forse, permise una vaga datazione dell’illustre antenato”.

Valmo: la ricostruzione dell’Uomo di Mondeval proposta per la mostra

Calco dello scheletro dell’Uomo di Mondeval

Quattro anni prima, nel 1987, sull’altopiano di Mondeval de Sora, che si trova a monte dell’abitato di Selva di Cadore a quota 2150 metri, fu scoperta una sepoltura mesolitica. L’iniziale segnalazione da parte di Vittorino Cazzetta permise a una equipe di ricercatori di ritrovare lo scheletro di un cacciatore mesolitico vissuto 7500 anni fa. Anche questa scoperta fu di portata mondiale, sia per il fatto che lo scheletro e il ricco corredo funebre erano in uno stato di ottima conservazione ma anche perché fino a quel tempo non si era a conoscenza che i cacciatori mesolitici frequentassero l’alta montagna. Il masso erratico dove è stata ritrovata la sepoltura presumibilmente fungeva da capanno e riparo per i periodi di caccia. Oggi lo scheletro dell’Uomo di Mondeval e l’intero corredo assieme ad altre informazioni sulla vita di questo nostro antico antenato sono visibili al museo Vittorino Cazzetta a Selva di Cadore.

Ricostruzione della sepoltura di Valmo, l’Uomo di Mondeval

Ricostruzione della capanna di Mondeval

Questi due eccezionali frequentatori del comprensorio dolomitico li ritroviamo dunque virtualmente insieme al Lagazuoi EXPO Dolomiti, un nuovissimo centro espositivo e congressuale unico, annesso alla stazione a monte della funivia Lagazuoi a 2732 m di altitudine, dove si arriva in 3 minuti partendo dalla stazione di passo Falzarego. La mostra “ÖTZI & VALMO – Quando gli uomini incontrarono le Alpi” ripercorre come un trailer i 2700 anni che separano questi due uomini, Ötzi, l’Uomo venuto dal ghiaccio (Iceman), vissuto 5300 anni fa in val Senales a 85 km in linea d’aria dal Lagazuoi, e Valmo, l’Uomo di Mondeval, vissuto 8000 anni fa vicino al passo Giau, a 2150 metri di quota e a 8 km in linea d’aria dal Lagazuoi, e illustra i cambiamenti climatici che hanno permesso la colonizzazione delle Alpi e condizionato il loro stile di vita. Per fabbricare i propri utensili Valmo usava la selce e Ötzi anche il rame. Valmo e Ötzi dovevano affrontare il freddo della montagna, procurarsi il cibo e difendere il loro gruppo. La mostra illustra, con repliche e calchi, come abbiano perfezionato le tecniche e le conoscenze fondamentali per vivere in alta quota, un bagaglio di esperienze conosciute da Valmo e trasmesse a Ötzi lungo le 80 generazioni che li separano.

Cinema al Museo: ogni domenica il meglio dei film della XXVIII rassegna internazionale del cinema archeologico di Rovereto. La fondazione museo civico già al lavoro per l’edizione 2018

“Cinema al Museo” con i film della Rassegna internazionale del cinema archeologico di Rovereto

La rassegna internazionale del cinema archeologico di Rovereto numero 28 va in archivio, e la fondazione Museo civico già è al lavoro per “immaginare e costruire” l’edizione numero 29. Intanto la Rassegna lancia “Cinema al Museo”: le domeniche dal 5 novembre 2017 al 28 gennaio 2018 con i film della rassegna internazionale del cinema archeologico. A grande richiesta nella sala Fortunato Zeni del Museo in Borgo Santa Caterina a Rovereto, verranno proiettati i film più graditi al pubblico della 28ma rassegna: Gengis Khan, Annibale, Eratostene, i segreti dell’Isola di Pasqua, dei Balenieri baschi, delle linee di Nazca, del castello di Chambord, di Persepoli, di Oetzi, animeranno le domeniche per gli appassionati di archeologia e di cinema alla Fondazione Museo civico di Rovereto. I documentari più spettacolari, i più interessanti, quelli che hanno incuriosito maggiormente il pubblico di appassionati ottenendo voti molto alti sulle schede di valutazione consegnate agli spettatori nel corso della manifestazione verranno riproposti la domenica pomeriggio alle 15.30. Un’occasione da non perdere per chi non li avesse visti nel corso della normale programmazione della Rassegna o per chi li ha avesse particolarmente apprezzati e volesse rivederli. I filmati provengono da nove nazioni diverse, da grandi produzioni internazionali o da piccoli produttori indipendenti, che hanno però in comune una qualità fuori dall’ordinario. I film verranno proposti nell’edizione italiana curata dallo staff della Fondazione Museo Civico di Rovereto. L’attività è compresa nel costo del biglietto d’ingresso al museo (5 euro); è possibile richiedere in biglietteria il coupon cumulativo che permette la visione di cinque film al costo ridotto di 15 euro.

Frame del film “La tomba di Gengis Khan, il segreto rivelato”

Si comincia domenica 5 novembre 2017, alle 15.30, con il film “La tomba di Gengis Khan, il segreto rivelato” di Cédric Robion (90′, Francia, 2016), menzione speciale della Giuria Internazionale della Rassegna. Sin dal XIII secolo generazioni di esploratori, scienziati e storici sono affascinati dal mistero della tomba di Genghis Khan, il più grande conquistatore della storia, nascosta da qualche parte in Mongolia. Otto secoli dopo la sua morte, un team francese ha studiato antichi testi segreti e riti funebri per scoprirlo. Gli indizi conducono a una zona sacra, “il selvaggio Nord”. Le nuove tecnologie hanno consentito la localizzazione della tomba senza toccare la terra con una pala. Gli altri appuntamenti. Domenica 12 novembre, “Eratosthenes (Eratostene)” di Kostas Vakkas (34’, Grecia, 2015). Domenica 19 novembre, “Annibale al Trasimeno” di Luca Palma (46′, Italia, 2009). Domenica 26 novembre, “Bajo la duna (Sotto alla duna)” di Domingo Mancheño Sagrario (50′, Grecia, 2016). Domenica 3 dicembre, “Enquêtes Archéologiques – Île de Pâques: Le grand Tabou (Inchieste archeologiche – Isola di Pasqua: il grande tabù)” di Agnès Molia e Thibaud Marchand (26′, Francia, 2016). Domenica 10 dicembre, “Tecnologia mineira romana – o ouro de Tresminas / The roman mining technology – the gold of Tresminas (Tecnologia mineraria – l’oro di Tresminas)” di Rui Pedro Lamy (19′, Portogallo, 2015). Domenica 17 dicembre, “Sensationsfund in Brasilien. Die ersten Amerikaner (Sensazionale scoperta in Brasile. I primi americani)” di Peter Prestel e Saskia Weisheit (43′, Germania, 2016). Domenica 24 dicembre, “Az, Branko pridivkom Fučić (Nome Branko, cognome Fučić)” di Bernardin Modric (35′, Croazia, 2016). Domenica 31 dicembre, “Iceman Reborn (La rinascita di Iceman)” di Bonnie Brennan (53′, Usa, 2016). Domenica 7 gennaio 2018, “Chambord, le chateau, le roi et l’architecture (Chambord, il castello, il re e l’architettura)” di Marc Jampolsky (90′, Francia, 2015). Domenica 14 gennaio, “Les secrets des lignes de Nazca (Inchieste archeologiche – I segreti delle linee di Nazca)” di Agnès Molia e Jacques Plaisant (26′, Francia, 2016). Domenica 21 gennaio, “Persepolis, le paradis perse. Enquêtes archéologique (Persepoli, il paradiso persiano. Indagini archeologiche)” di Agnès Molia e Raphaël Licandro (26′, Francia, 2016). Domenica 28 gennaio, “La Pompei britannique de l’âge du Bronze (La Pompei britannica dell’Età del Bronzo)” di Sarah Jobling (69′, Francia, 2016).

La Fondazione Museo Civico di Rovereto promuove la Rassegna internazionale del cinema archeologico

Rassegna 2018. La squadra di lavoro vede grosse novità ma anche molte conferme: la Rassegna numero 29 vedrò un nuovo direttore, Alessandra Cattoi, che succede a Dario di Blasi. Laureata in storia all’Università di Bologna e giornalista professionista, ha svolto il suo percorso professionale all’estero e in Italia principalmente nel settore della comunicazione istituzionale e degli eventi. Lavorerà nel team della Rassegna Internazionale del cinema archeologico, occupandosi principalmente di coordinare il lavoro a livello gestionale e allo stesso tempo di ampliare le reti di collaborazione con altre realtà culturali sia in Italia che in Europa. Confermata nella responsabilità scientifica della manifestazione Barbara Maurina, responsabile della sezione archeologica della Fondazione Museo Civico di Rovereto. Fiducia confermata anche al resto del team: per il supporto nella parte archeologica Maurizio Battisti, per la cura degli aspetti prettamente cinematografici e i contatti con le produzioni e la stampa Claudia Beretta, Valentina Poli quale social media manager ed Eleonora Zen come web master. Alla segreteria organizzativa, Francesca Maffei e Valentina Bisoffi, con il supporto tecnico di Marco Nave. Non cambierà la mission della Rassegna, tutela e valorizzazione del patrimonio culturale mondiale, insieme all’arricchimento dell’archivio cinematografico della Fondazione, una vera e propria collezione di documenti unici sulla storia e l’archeologia internazionale. Si useranno tutti i possibili linguaggi – anche i più innovativi – della divulgazione scientifica, quali gli incontri, gli audiovisivi, il 3D, e il web per raggiungere target sempre nuovi. “La rassegna è un fiore all’occhiello che vogliamo continuare a valorizzare e il buon risultato dell’edizione che si è appena conclusa ci dà ragione e ci motiva a dare sempre il meglio”, sottolinea Giovanni Laezza, presidente della Fondazione. “Ci auguriamo che i cambiamenti che stiamo mettendo in campo contribuiscano ad allargare ancora di più gli orizzonti di un evento culturale che ha tutte le carte in regola per essere apprezzato in regione, in Italia e anche al di fuori dei nostri confini nazionali”.

Mummia del Similaun a TourismA 2017. Kaufmann, conservatore museo Archeologico di Bolzano: “Il rame dell’ascia di Oetzi veniva dalla Toscana, e non dalle Alpi”. Lo ha scoperto uno studio dell’università di Padova

La mummia del Similaun e una ricostruzione dell'Uomo venuto dal Ghiaccio (Iceman)

La mummia del Similaun e una ricostruzione dell’Uomo venuto dal Ghiaccio (Iceman)

Ad annunciare la scoperta è stato Günther Kaufmann, curatore del museo Archeologico dell’Alto Adige ospite venerdì 17 febbraio 2017 al XIII incontro nazionale di Archeologia Viva al palazzo dei congressi di Firenze nell’ambito della terza edizione di TourismA, il Salone dell’Archeologia e del Turismo Culturale, con l’intervento “L’Uomo venuto dal Ghiaccio: le ricerche continuano. Ecco le novità”. Sono passati oltre 25 anni dal ritrovamento della mummia del Similaun (fu infatti rinvenuta sul ghiacciaio dell’Oetztal il 19 settembre 1991, da qui il nomignolo Oetzi), ma continua a rivelare nuovi aspetti della sua vita, soprattutto dopo aver trovato la sua sistemazione definitiva nel museo Archeologico dell’Alto Adige, dove è la star indiscussa dal 1998. La mummia di 5300 anni fa è conservata in una camera frigorifero a temperatura costane di 6 gradi sotto zero, che vuole riprodurre le condizioni in cui è rimasto per millenni sotto il ghiaccio. E nelle sale vicine sono esposti i capi di abbigliamento e gli oggetti che portava con sé, l’ascia in rame, il pugnale in selce, l’arco, la faretra, le punte di freccia, un cinturone con marsupio, una gerla. “La ricerca continua. In realtà non si è mai fermata”, ha ricordato Kaufmann.

Günther Kaufmann, curatore del museo Archeologico dell'Alto Adige, mostra a TourismA 2017 la Tac con la punta di freccia piantata nella spalla di Oetzi

Günther Kaufmann, curatore del museo Archeologico dell’Alto Adige, mostra a TourismA 2017 la Tac con la punta di freccia piantata nella spalla di Oetzi

Con la Tac si scoprì che aveva piantata nella spalla sinistra una punta di freccia. “È stato colpito a morte: la ferita vicino alla succlavia”, spiega Kaufmann, “ha provocato un’emorragia interna. È morto dissanguato. Ma non è stata l’unica scoperta. La mano destra ha rivelato una ferita che l’uomo si sarebbe procurato due-tre giorni prima. Quindi ciò significa che prima di trovare la morte in un agguato in alta montagna, era stato coinvolto in una lite corpo a corpo. Invece i recenti studi sugli isotopi di Stronzio e Piombo, ha permesso di ricostruire la vita di Oetzi, nato tra la val d’Isonzo e la val Pusteria. “Da adulto si è invece spostato in val d’Adige”, continua Kaufmann, “mentre l’ultima parte della sua vita l’ha passata nella zona di Merano, quindi vicino alla val Venosta, dove fu ucciso”. Curioso anche lo studio dei tatuaggi. Sulla mummia del Similaun ne sono stati trovati 61, divisi in 19 gruppi. “Non si tratta di tatuaggi decorativi, ma dell’esito di una terapia contro i dolori. Non è un caso che i tatuaggi siano posizionati in aree soggette a dolore come la spina dorale, il ginocchio o il collo del piede”.

L'ascia in rame, immanicata, appartenente alla mummia del Similaaun

L’ascia in rame, immanicata, appartenente alla mummia del Similaaun

bolzano_uomo-similaun_pugnale-selceOltre allo studio delle cause del suo decesso, è stato anche indagato come aveva vissuto, cosa aveva mangiato, come era vestito. È stato analizzato anche il suo dna: il genoma rivela che gli antenati di Oetzi sono arrivati in Europa durante la rivoluzione neolitica. Ora grazie ad uno studio dell’Università di Padova che ha analizzato il rame della lama dell’ascia che la mummia aveva con sé, si è scoperto che il rame corrispondeva a quello che all’epoca veniva estratto in Toscana. Questo, secondo il prof. Gilberto Artioli, esperto di geoscienze e docente all’università di Padova, apre nuovi scenari: “Mai ci saremmo aspettati che ci fossero dei legami commerciali o forse anche culturali fra l’arco alpino e la Toscana”. L’ascia con i margini rialzati è infatti ben nota in Italia centrale, dove potrebbe essere stata prodotta. “Sarebbe interessante verificare – per ora le analisi non sono state fatte – se anche gli altri due esemplari di ascia in rame a margini rialzati trovati in Italia settentrionale sono state prodotte con rame dalla Toscana”. L’ascia di Oetzi non era comunque solo uno status symbol, conclude Kaufmann, ma fu usata per abbattere alberi. “Dalle tacche si può calcolare che con quest’ascia poteva impiegare 30-35 muniti per tagliare un fusto di 25 centimetri di diametro”.

Tourisma 2017: a Firenze per tre giorni il più importante evento europeo sulla promozione dei beni culturali. Trenta convegni, 240 relatori, sette laboratori, cento espositori. L’Egitto ospite speciale. Ricostruita la camera funeraria di Tutankhamon. E poi Longobardi, Etruschi, Preistoria, Vicino Oriente, turismo culturale

L'auditorium del centro congressi di Firenze stracolmo per Tourisma 2016 (foto Valerio Ricciardi)

L’auditorium del centro congressi di Firenze stracolmo per Tourisma 2016 (foto Valerio Ricciardi)

Ci siamo. Ancora poche ore, si può dire, e Firenze aprirà le porte alla terza edizione di TourismA 2017, il Salone internazionale dell’Archeologia, che si terrà al Palazzo dei Congressi di Firenze dal 17 al 19 febbraio. Nei tre giorni sono previsti oltre trenta fra convegni e workshop, con 240 relatori, sette laboratori didattici. Un centinaio gli espostori nel settore fieristico, fra cui cinque Paesi stranieri: Algeria, Cipro, Croazia, Egitto (special guest 2017), Giordania, Turchia. Sarà visitabile la camera funeraria di Tutankhamon ricostruita per la prima volta a grandezza naturale (grazie a Cultour Active) ed è esposta la copia in bronzo del meraviglioso Apoxyomenos di Lussino. Fra gli ospiti speciali: Alberto Angela, Franco Cardini, Valerio Massimo Manfredi, Giuliano Volpe, Louis Godart, Zahi Hawass, Alberto Sironi. Il ministro Dario Franceschini consegnerà a Piero Angela il premio speciale “R. Francovich” attribuito dalla Sami per la comunicazione scientifica. Il ministro greco della cultura Lydia Koniordou lancerà da TourismA il suo appello per la restituzione dei Marmi del Partenone da parte del British Museum. “L’archeologia ha un’attrattiva incredibile”, sottolinea Cristina Giachi, vicesindaco di Firenze. “A TourismA non si trattano solo buone pratiche dal punto di vista della conservazione ma si approfondiscono i temi legati alla valorizzazione dei patrimoni archeologici che si dimostrano in grado di attrarre molto pubblico. Più volte siamo andati a parlare di queste buone prassi in realtà dove si stenta a vedere il potenziale attrattivo di questa ricchezza. Un terreno, oggi, di grande attenzione perché riguarda Paesi interessati dal fuoco incrociato delle guerre e del terrorismo: questo patrimonio è spesso saccheggiato e molti reperti sono trafugati e, venduti sul mercato illegale, diventano un mezzo di sostentamento degli stessi gruppi terroristici”. Per avere il programma completo vedi http://www.tourisma.it/programma-2017/

Franco Cardini, professore emerito di Storia medievale alla Scuola Normale superiore di Pisa

Franco Cardini, professore emerito di Storia medievale alla Scuola Normale superiore di Pisa

ANTEPRIMA A PALAZZO VECCHIO L’inaugurazione di TourismA 2017 in realtà non è venerdì 17, ma giovedì 16 febbraio, alle 20.45 nel Salone de’ Cinquecento di Palazzo Vecchio alla presenza di Dario Nardella, sindaco di Firenze; Andrea Pessina, soprintendente Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Firenze Pistoia e Prato; Piero Pruneti, direttore di Archeologia Viva; e Giuliano Volpe, presidente Consiglio superiore Beni culturali e paesaggistici. Il moment clou la lectio magistralis su “Firenze ai tempi di Dante e Boccaccio: idealità e realtà nella vita medievale” tenuta da Franco Cardini, professore emerito di Storia medievale alla Scuola Normale Superiore di Pisa. A Cardini riceverà il premio speciale “R. Francovich” per la divulgazione del Medioevo. Quindi la Società Archeologi medievisti italiani assegnerà il premio “R. Francovich” al miglior museo o parco archeologico a tema medievale. Infine premio speciale alla memoria di Mario Monicelli per la saga di Brancaleone.

L'archeologo Zahi Hawass davanti alla maschera di Tut in un'immagine esclusiva per SC Exhibitions

L’archeologo Zahi Hawass davanti alla maschera di Tut in un’immagine esclusiva per SC Exhibitions

OMAGGIO A TUTANKHAMON  L’Egitto sarà l’ospite speciale della terza edizione di TourismA. E a illustrarlo sarà un testimonial d’eccezione, il noto archeologo Zahi Hawass che venerdì 17 aprirà la manifestazione con un convegno interamente dedicato alla tanto discussa figura di Tutankhamon: Zahi Hawass presenterà al pubblico presente “Ultime notizie dalla tomba del faraone bambino”. Per il direttore dell’Ente del Turismo egiziano in Italia, Emad Fathy, “la partecipazione dell’Egitto in qualità di Paese ospite costituisce un’occasione importante per promuovere la destinazione in collaborazione con i tour operator. Il nostro intento è quello di rivolgersi a una parte importante del target di riferimento del Paese, vale a dire agli appassionati di archeologia e a tutti quei viaggiatori che amano il mondo antico”. L’Egitto, sottolinea dal canto suo Piero Prunetti, direttore di TourismA, “è una vera miniera di meraviglie archeologiche e ha dato un contributo fondamentale allo sviluppo dell’archeologia mondiale. La collaborazione tra Egitto e Italia in questo campo ha prodotto risultati eccellenti grazie anche alle missioni archeologiche italiane in terra egiziana”.

La ricostruzione della camera funeraria di Tutankhamon in scala 1:1 in esclusiva nella mostra "Omaggio a Tutankhamon" a Oderzo

La ricostruzione della camera funeraria di Tutankhamon in scala 1:1 esposta in esclusiva a Firenze per Tourisma 2017

LA CAMERA FUNERARIA DI TUT E sempre per celebrare la civiltà della terra del Nilo, arriva in anteprima assoluta per la Toscana, l’unica copia esatta della celebre tomba di Tutankhamon scoperta dall’inglese Haward Carter nel lontano 1922. È questo uno dei «regali» più attesi dal pubblico della manifestazione fiorentina (oltre diecimila presenze nella passata edizione) che potrà visitare (gratuitamente) la meravigliosa camera funeraria, ricostruita in scala 1:1 dalle abili mani dell’artigiano e appassionato di egittologia Gianni Moro (vedi https://archeologiavocidalpassato.wordpress.com/2015/04/10/legitto-a-oderzo-omaggio-a-tutankhamon-prorogata-a-grande-richiesta-la-mostra-di-palazzo-foscolo-visita-guidata-con-legittologa-avanzo-serata-speciale-con-i-fratelli-castiglioni-e-il-fi/). Si tratta di una vera e propria opera d’arte, proprio come l’originale rivenuta nella Valle dei Re, a cui si è giunti dopo anni di studio e lavoro su progetto scientifico delle università di Torino, Padova e Venezia. Riprodotta al millimetro in scala reale, la tomba del “faraone fanciullo” salito al trono all’età di otto anni e morto a soli diciannove, ripropone anche le copie esatte di gioielli, oggetti e perfino il famoso trono regale. Non solo. All’interno della tomba così come la scoprì Carter, vi erano anche tre anfore contenenti tre diversi tipi di vino. Uno di questi, il più alcolico e dolciastro, che doveva aiutare secondo le credenze a far rinascere il sovrano, era denominato Shedeh. Ebbene, con la stessa etichetta oggi quel vino – grazie al ritrovamento nella tomba stessa di Tutankhamon di alcuni semi utilizzati e alla disponibilità di un produttore vinicolo di Treviso che si è cimentato nell’impresa – è stato riprodotto e sarà presentato per la prima volta proprio a TourismA. Per costruire la copia perfetta della tomba sono stati necessari tre anni. Pazienza, rigore e passione le armi vincenti dell’équipe che adesso può mostrare al pubblico una delle più incredibili scoperte dell’egittologia. “Entrando nella tomba di Tutankhamon che abbiamo ricostruito”, spiega l’egittologa e ideatrice del progetto scientifico Donatella Avanzo, che a Firenze interverrà prima di Zahi Hawass, “si respira un fascino sospeso, come se fossimo accolti anche noi nell’aldilà del sovrano. Sono sicura che per i visitatori sarà un viaggio incredibile”.

Il cosiddetto Tesoro, uno dei simboli di Petra, che per primo si svela alla vista dei turisti

Il cosiddetto Tesoro, uno dei simboli di Petra, che per primo si svela alla vista dei turisti

TURISMO ARCHEOLOGICO Tra le novità di quest’anno, la prima conferenza sul Turismo archeologico. Opportunità per operatori e destinazioni a cura del Centro internazionale Studi Economia del Turismo, in programma sempre venerdì 17 al mattino. TourismA è infatti anche una grande occasione per parlare di parchi, musei e turismo culturale con proposte di nuovi tour nei Paesi mediterranei più ricchi di testimonianze del passato: saranno presenti – come detto – Egitto, Giordania, Turchia, Croazia, Cipro, Algeria. Per la Croazia interverrà (venerdì pomeriggio) il ministro del Turismo Gari Cappelli, per presentare il nuovissimo museo di Lussino dedicato alla preziosa statua greca dell’Apoxyomenos (a TourismA verrà esposta la fedele copia in bronzo) a suo tempo restaurata dall’Opificio delle Pietre Dure. L’Ente del Turismo Egiziano (Eta) sarà presente con uno stand che ospiterà alcuni dei principali tour operator italiani specializzati, come Agenzia Viaggi Rallo, che da ventotto anni organizza i Viaggi di Archeologia Viva, Mistral Quality Group e Tui. L’area espositiva di TourismA 2017 ospiterà, inoltre, l’Ufficio Cultura e Informazioni della Turchia, l’Ente del turismo della Giordania l’Ente nazionale per il turismo di Cipro, il Consolato Generale d’Algeria che parteciperà con il tour operator Unitour e la Croazia che sarà presente con il Muzej Apoksiomena di Lussino. Storici tour operator specializzati in viaggi culturali presenteranno al pubblico i loro itinerari archeologici, come I Viaggi di Maurizio Levi e Tucano Viaggi, insieme a operatori dedicati a specifiche destinazioni, come “Sardegna Insolita” e “Fantastiche Dolomiti”. Le nuove proposte del turismo culturale in Algeria, Egitto, Giordania e Sicilia saranno presentate da enti del turismo e tour operator in quattro incontri che si succederanno all’interno della Rassegna “Viaggi di Cultura e Archeologia” sabato 18 febbraio dalle 14 alle 18.30. Il pubblico troverà, inoltre, tutte le novità dell’editoria archeologica e le guide di viaggio di Polaris Editore. Si parlerà anche di turismo digitale, storytelling e social media per la comunicazione dei beni culturali con il convegno e workshop su Archeosocial e il convegno sul Digital Storytelling (venerdì pomeriggio e domenica mattina).

Il ministro alla cultura Dario Franceschini annuncia per il 25 Aprile un lunedì speciale con musei aperti

Il ministro alla cultura Dario Franceschini consegnerà il premio “Francovich” per la divulgazione scientifica a Piero Angela

ARRIVA IL MINISTRO Spetterà invece al ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo Dario Franceschini in persona consegnare sabato 18 alle 11 a Piero Angela l’ambito Premio speciale “Riccardo Francovich” per il suo impegno nella divulgazione scientifica. Alla cerimonia che vede protagonista il popolare conduttore televisivo è presente Giuliano Volpe, presidente del Consiglio Superiore dei Beni Culturali e della Società Archeologi Medievisti Italiani che promuove il prestigioso riconoscimento. Il Premio ordinario viene invece assegnato alle Catacombe di Napoli e all’Area archeologica di Santa Maria di Siponto come migliori siti d’interesse medievale.

Il parco archeologico-naturalistico di Belverde completa la scoperta della preistoria in Valdichiana

Il parco archeologico-naturalistico di Belverde completa la scoperta della preistoria in Valdichiana

LONGOBARDI, ETRUSCHI, PREISTORIA, VICINO ORIENTE, PERSONAGGI Altri protagonisti di TourismA 2017 sono i Longobardi (sabato mattina), con lo storico Franco Cardini che rivede – e corregge – la loro cattiva nomea di distruttori. E Giampietro Brogiolo, ordinario di Archeologia medievale dell’università di Padova, interviene con “Ultime notizie dal fronte (archeologico)”. Omaggio doveroso anche ai “padroni di casa” gli Etruschi, con l’intera mattina di sabato 18 su “Riti e misteri etruschi: sepolture anomale e sacrifici umani”: da non perdere la presentazione di una scoperta sconvolgente in Valdichiana che fa parlare addirittura di sacrifici umani. Partecipa anche l’Università di Firenze con il rettore Luigi Dei ad aprire le comunicazioni (domenica 19 al pomeriggio) sulle ricerche dell’Ateneo fra Oriente e Africa. Poi il fascino misterioso della preistoria d’Italia: quando e come fu popolata la Penisola? Ne parleranno venerdì 18 al pomeriggio gli esperti di sei diversi atenei che da decenni svolgono indagini nel settore. Inoltre, per la prima a Firenze, arriva Ötzi, l’Uomo del Similaun, che non cessa di stupire con le notizie fornite dallo studio della sua mummia e che verranno presentate (venerdì pomeriggio) in anteprima a TourismA da Gunther Kaufmann curatore del Museo dell’Alto Adige. Spazio anche alle ultime scoperte a Pompei illustrate direttamente dal soprintendente Massimo Osanna (sabato 18, al pomeriggio). Tra speranze di rinascita e cronache di distruzione, si parlerà (venerdì pomeriggio) dello stato dei beni culturali in Iraq e Siria (con le ultime da Palmira): Paolo Brusasco, docente di Archeologia del Vicino Oriente antico all’università di Genova su “L’arte violentata della Mesopotamia: estinzione del patrimonio e orizzonti di rinascita”. Tanti i nomi della divulgazione storico-archeologica a corredare il già ricco programma. Sarà lo scrittore-archeologo Valerio Massimo Manfredi a farci rivivere (sabato 18, al pomeriggio) i terribili momenti (per i Romani) della battaglia di Teutoburgo, mentre sapremo qualcosa di più delle donne nell’antica Roma grazie all’intervento del’archeologa e scrittrice Marisa Ranieri Panetta (domenica pomeriggio) con “Messalina imperatrice trasgressiva da… morire”. La ministra greca della cultura Lydia Koniordou sarà presente (domenica 19, al mattino) insieme a Louis Godart, consigliere culturale del presidente della Repubblica italiana, per sostenere la causa della restituzione ad Atene dei marmi del Partenone che sono al British Museum. Mentre il gran finale toccherà ad Alberto Angela che parlerà di Leonardo e la Gioconda. Ma per le migliaia di appassionati che da anni seguono il popolare divulgatore scientifico e scrittore, non sarà possibile, come nei precedenti incontri, intrattenersi con lui alla fine del suo intervento. “Per impegni di lavoro”, avvertono gli organizzatori, “Alberto Angela dovrà ripartire subito dopo il suo intervento, per cui non potrà rilasciare dediche o autografi”.

Laboratori didattici nello spazio fieristico di Tourisma (foto Valerio Ricciardi)

Laboratori didattici nello spazio fieristico di Tourisma (foto Valerio Ricciardi)

LABORATORI  A grande richiesta è stata ampliata infine la proposta di Archeolaboratori per grandi e piccoli, dove sarà possibile simulare lo scavo di una tomba etrusca, sperimentare la scheggiatura della pietra e l’accensione del fuoco, praticare l’antica arte della tessitura, scrivere in geroglifico, giocare alla longobarda. Soddisfatto il direttore della manifestazione, Piero Pruneti, direttore della rivista Archeologia Viva: “In tempi di crisi profonda, TourismA rappresenta una realtà culturale e fieristica in piena espansione. Abbiamo creato, anche grazie alla collaborazione di FirenzeFiera e sotto l’egida del Comune di Firenze, il più importante evento europeo dedicato alla promozione dei beni culturali e ambientali”.

19 settembre 1991 – 19 settembre 2016. Per il 25° anniversario della scoperta della mummia del Similaun, Bolzano promuove un settembre ricco di eventi: escursioni sul ghiacciaio, mostre a tema, passeggiate in Val Senales, tiro con l’arco alla maniera di Oetzi

La mummia del Similaun quando è stata ritrovata sul ghiacciaio nel settembre 1991

La mummia del Similaun quando è stata ritrovata sul ghiacciaio nel settembre 1991

19 settembre 1991. Durante un’escursione sullo Hauslabjoch al confine italo-austriaco, i coniugi tedeschi Erika e Helmut Simon di Norimberga videro spuntare dal ghiacciaio dei resti umani. Inizialmente si pensò si potesse trattare di un alpinista scomparso qualche tempo prima, così venne attivata la gendarmeria austriaca. Durante il recupero, portato a termine senza particolari attenzioni, furono danneggiate parti del corpo (tessuti esterni, femore sinistro in modo serio e genitali) e dell’equipaggiamento di quel corpo mummificato. Ma ben presto la scoperta si rivelò in tutta la sua eccezionalità: la mummia del Similaun, l’Uomo venuto dal Ghiaccio, o semplicemente Ötzi – vezzeggiativo derivato dal luogo del ritrovamento, l’Ötztal – era un uomo vissuto in piena Età del Rame, oltre 5000 anni fa, giunto sino a noi con il suo equipaggiamento tra cui una preziosa ascia di quel “metallo pesante” che lo distingueva come un’importante personalità. Oggi Ötzi è conservato al museo Archeologico dell’Alto Adige di Bolzano, in una teca dove sono ricostruite artificialmente le condizioni climatiche che hanno consentito la sua incredibile conservazione (temperatura costante sotto i -6°C e tasso di umidità prossimo al 100%).

Il museo Archeologico dell'Alto Adige di Bolzano che conserva le spoglie della mummia del Similaun

Il museo Archeologico dell’Alto Adige di Bolzano che conserva le spoglie della mummia del Similaun

Sono trascorsi 25 anni dal rinvenimento di Ötzi, e a Bolzano è stato predisposto un ricco programma per celebrare l’anniversario: una carrellata di eventi in tutto l’Alto Adige, tra escursioni sul luogo dove l’antenato dell’Età del Rame fu rinvenuto alle mostre a tema. Il museo Archeologico dell’Alto Adige di Bolzano propone una “giornata a porte aperte” in programma il 18 settembre 2016, anche occasione per visitare la mostra temporanea “Heavy Metal – Come il rame cambiò il mondo”, allestita nelle sue sale fino al 14 gennaio 2018. L’esposizione ripercorre la storia del rame e le conseguenze che la sua rivoluzionaria scoperta ebbero per l’Homo Sapiens, e dialoga con i reperti e la stessa mummia Oetzi che visse in piena Età del Rame e proprio di quel metallo è l’ascia che fa parte del suo ricco corredo, interamente esposto nel museo. La mostra multimediale “Heavy Metal – Come il rame cambiò il mondo”, espone anche nuovi ritrovamenti archeologici dell’area alpina e significativi pezzi originali provenienti dalle regioni limitrofe. Orario di apertura: da martedì a domenica dalle 10 alle 18.

L'Archeoparc - Museum della Val Senales, ricostruisce l'ambiente della vita di Oetzi

L’Archeoparc – Museum della Val Senales, ricostruisce l’ambiente della vita di Oetzi

Il 19 settembre 2016, giorno del ritrovamento, a Madonna di Senales ingresso libero e visite guidate all’Archeoparc-Museum Val Senales, un museo interattivo che illustra le numerose scoperte ottenute grazie al ritrovamento e ricostruisce l’ambiente di vita di Ötzi. In un’area di 4000 metri quadri è stato ricostruito quello che doveva essere un villaggio del Neolitico. A 1500 metri di quota si possono visitare vari tipi di capanne che erano in uso in quei tempi. Ogni giorno un programma interattivo riporta alla vita contadina di 5000 anni fa con tanto di strumenti di lavoro e utensili della vita quotidiana. Un vero tuffo nel passato. L’escursione all’Ötzi Glacier Tour, guidata dagli alpinisti Tamara Lunger e Lino Zani, cui è possibile partecipare con adeguata attrezzatura e buona condizione fisica, si ripeterà nei martedì 13, 20 e 27 settembre 2016: Il momento culminante dell’escursione sarà naturalmente il luogo del ritrovamento della mummia, a 3.210 metri di quota, ai piedi del versante nord del Similaun. È in programma anche una meno impegnativa salita alla Punta della Vedretta attraverso un sentiero archeologico nei venerdì 16, 23 e 30 settembre 2016. Laboratori didattici a tema per bambini ed esperienze gastronomiche e sportive (come il tiro con l’arco “alla maniera” di Ötzi),  riporteranno gli ospiti a rivivere una giornata dell’Età del Rame. Da segnalare il 24 e il 25 settembre il singolare Campionato europeo di tiro con l’arco preistorico all’Archeoparc.

Ricostruzione dell'Uomo del Similaun, l'uomo venuto dal ghiaccio

Ricostruzione dell’Uomo del Similaun, l’uomo venuto dal ghiaccio

Infine il 6 ottobre 2016 ultima escursione tematica guidata di Culturonda® Ötzi-Tour, con la visita al museo Archeologico di Bolzano e, a seguire, il trasferimento all’ArcheoParc di Senales dove è stato ricostruito il modello di villaggio in cui Ötzi viveva e dove vengono illustrate agli ospiti le attività tipiche di quell’epoca. L’escursione, con inizio alle 9 al museo Archeologico a Bolzano con visita guidata ed esclusiva degli allestimenti, comprende, una volta giunti in val Senales, il pranzo “come ai tempi di Ötzi”, cui segue la visita all’Archeoparc e ritorno a Bolzano nel pomeriggio. Iscrizione entro il martedì che precede la Culturonda® Ötzi-Tour, costo 58 euro, riduzione 50% per bambini fino a 14 anni.

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Tiro con l'arco alla maniera di Oetzi

Tiro con l’arco alla maniera di Oetzi

Ecco in sintesi il calendario degli appuntamenti. Domenica 18 settembre 2016, ore 10-18: Giornata con ingresso libero al Museo Archeologico dell’Alto Adige, Bolzano. Lunedì 19 settembre 2016, ore 9.30: Apertura del 3rd Bolzano Mummy Congress, Eurac Bolzano. Partecipazione solo previa iscrizione. Ore 10-17: Giornata delle porte aperte all’archeoParc Val Senales, museo dedicato all’ambiente di vita di Ötzi. Escursione al luogo di ritrovamento di Ötzi. Iscrizione presso l’Associazione turistica Val Senales. Martedì 20 settembre 2016, ore 8.30-18: escursione sul ghiacciaio al luogo di ritrovamento di Ötzi presso il Giogo di Tisa. Iscrizione entro il giorno precedente presso l’Associazione turistica Val Senales. Altre date: 13, 20, e 27 settembre. Ore 10, alla scoperta dei sapori di Ötzi: escursione didattica per bambini nel bosco. Iscrizione entro il giorno precedente presso l’Associazione turistica Val Senales. Altra data: 13 settembre. Ore 18, simposio pubblico, 3rd Bolzano Mummy Congress, EURAC Bolzan. “Il caso Ötzi – nuove deduzioni sul delitto”, con Alexander Horn (Profiling, Criminalistics), Albert Zink (Scientific studies Iceman), Oliver Peschel (Forensics, Injuries), Oeggl (Botanics, Time of Death), Paul Gleischer (Archaeology), Frank Rühli (Radiology). Venerdì 23 settembre 2016, escursione archeologica sulle tracce di Ötzi alla Punta della Vedretta. Iscrizione entro il giorno precedente presso l’Associazione turistica Val Senales. Altre date: 16 e 30 settembre. Sabato 24 settembre 2016, ore 15: tiro con l’arco come ai tempi di Ötzi, Monte Santa Caterina, Val Senales. Iscrizione entro le 12 presso l’Associazione turistica Val Senales. Altra data: 19 settembre.

In Val Venosta scoperte due statue stele di 5000 anni fa: rappresentano un uomo e una donna, sono le più antiche mai trovate in Trentino-Alto Adige

A Vezzano in Val Venosta (Alto Adige) sono state rinvenute due grandi statue stele

A Vezzano in Val Venosta (Alto Adige) sono state rinvenute due grandi statue stele

L'assessore Mussner e la direttrice dell'ufficio Beni archeologici Catrin Marzoli

L’assessore Mussner e la direttrice dell’ufficio Beni archeologici Catrin Marzoli alla presentazione

In Val Venosta scoperte due grandi statue-stele del 3000 a.C (Età del Rame) in marmo di Lasa. Il rinvenimento un anno fa da parte dell’Ufficio Beni archeologici nel cantiere aperto alla Giardineria Schöpf di Vezzano, una frazioncina venostana ai piedi del monte di Mezzodì, meglio noto come Sonnenberg, per la costruzione di nuove serre e di un garage. Nelle settimane scorse la presentazione ufficiale dei due reperti da parte di Catrin Marzoli, direttrice dell’Ufficio beni archeologici. “Le due statue stele sono le più antiche attestazioni di scultura monumentale prodotte nell’area alpina nel III millennio a.C”. Nell’area atesina le statue stele ricorrono infatti numerose (Val Venosta-Val d’Adige fino al Lago di Garda). I due nuovi rinvenimenti di Vezzano si aggiungono ora agli altri 20 già noti in regione (13 dall’Alto Adige, e 9 dal Trentino). Particolarmente famosi sono i menhir di Lagundo e il menhir che si trova nel bosco del Renon, a pocas distanza dal Lago di Costalovara. Queste statue-stele antropomorfe hanno un’altezza compresa fra 0,60 e 2,75 metri e sono decorate con composizioni figurative che si estendono anche sul lato posteriore della pietra. Le figure sono state incise con attrezzi in pietra: le stele maschili sono identificabili per la raffigurazione di armi, in particolare pugnali triangolari e asce piatte (come il pugnale e l’ascia che anche Ötzi portava con sé), ovvero le prime armi in metallo. Le stele femminili, invece, sono caratterizzate da seni e gioielli (elementi d’ornamento come diademi), mai dalle armi. Gli archeologi hanno potuto datare le statue-stele proprio grazie alla raffigurazione delle armi. Ed è stato proprio confrontando la forma dei pugnali triangolari e delle asce con oggetti reali ritrovati in scavi archeologici che è stato possibile datare questi reperti all’Età del Rame. In origine le statue stele dovevano essere infitte nel terreno e disposte in gruppo, e costituivano il centro cultuale della comunità.

La stele di Vezzano (nei quattro lati) che raffigura una donna: ha 5000 anni

La stele di Vezzano (nei quattro lati) che raffigura una donna: ha 5000 anni

La stele di Vezzano con raffigurazione di un guerriero con le sue armi: pugnale e ascia

La stele di Vezzano con raffigurazione di un guerriero con le sue armi: pugnale e ascia

Le statue stele di Vezzano raffigurano un uomo e una donna. La statua stele maschile presenta un cinturone ed è dotata di più pugnali, mentre quella femminile è caratterizzata dal seno, e presenta uno scialle ed una lunga veste. Non si sa ancora con certezza chi rappresentino davvero le statue-stele. Si tratta di antenati, adorati come padri fondatori o eroi di una comunità, oppure di divinità? Anche il loro significato è tuttora oggetto di discussione; secondo molti archeologi queste pietre sono da collocare nella sfera del culto, come ad esempio, la statua-stele rinvenuta in una zona di sepoltura a Velturno, in Valle Isarco. Si è ipotizzato, inoltre, che servissero più semplicemente per delimitare confini territoriali. Gli archeologi concordano comunque sul fatto che questi monumenti in pietra hanno comunque un grande significato simbolico. Le statue-stele sono diffuse in molte parti d’Europa: la loro presenza si estende dal Portogallo alla Francia, passando per la Corsica e la Sardegna verso l’Italia settentrionale e in tutto l’arco alpino fino all’Europa centro-orientale.

La stele di Vezzano che rappresenta un guerriero misura 3,40 metri ed è spezzata in due parti

La stele di Vezzano che rappresenta un guerriero misura 3,40 metri ed è spezzata in due parti

La statua stele maschile di Vezzano, oggi spezzata in due parti, si distingue nettamente dalle altre per la sua straordinaria altezza pari a 3,4 m. Con l’età del Rame iniziò una nuova epoca nella storia dell’umanità. Il valore materiale del metallo e la sua lavorazione condussero ad una crescente gerarchizzazione della struttura sociale. I manufatti di rame, investiti di un carattere simbolico, erano segni distintivi di alto rango sociale, di potere e ricchezza. Immediatamente dopo la loro scoperta, questi straordinari reperti sono stati restaurati e sottoposti ad un’attenta documentazione scientifica.

A Bolzano, nel museo di Otzi, la mummia del Similaun, prorogata la mostra “Frozen Stories. Reperti e storie dai ghiacciai alpini”

Oetzi, la mummia del Similaun, e una sua ricostruzione al museo di Bolzano

Oetzi, la mummia del Similaun, e una sua ricostruzione al museo di Bolzano

frozen-storiesSe avete in programma una visita al museo Archeologico dell’Alto Adige, più noto come museo di Oetzi, la famosa mummia dell’età del Bronzo scoperta ai piedi del ghiacciaio del Similaun, il 19 settembre 1991, al confine tra l’Italia e l’Austria, esposta a Bolzano in uno speciale frigo-sarcofago con gli oblò per poterla vedere, fate ancora in tempo a vedere anche la mostra “Frozen Stories – Reperti e storie dai ghiacciai alpini”, che è stata prolungata fino al 10 gennaio 2016. Per il visitatore c’è un percorso multimediale con animazioni, video e ritrovamenti originali rende comprensibile il fenomeno dei ghiacciai e affascina per la sua attualità. La mostra “Frozen Stories” illustra il retroscena archeologico del cambiamento climatico. Il continuo scioglimento dei ghiacciai dischiude ogni anno nuovi reperti, che svelano le storie e i destini conservati sotto ghiaccio dei nostri antenati dell’area alpina. Da questo punto di vista Ötzi non è il solo caso fortunato: molti altri reperti sono emersi dal ghiaccio e ci raccontano storie del passato. E con ogni nuovo ritrovamento si pone la domanda: cosa spinse gli esseri umani ad andare sui ghiacciai nel corso dei secoli? I ritrovamenti coprono l’arco temporale dal 5000 a.C. fino agli eventi bellici e alle sciagure alpinistiche degli anni ’40 del secolo scorso. In occasione del prolungamento della mostra fino al 10 gennaio 2016, alcuni reperti sono stati sostituiti e integrati con nuovi oggetti. Provengono dal ghiacciaio Porchabella, in Engadina (Svizzera), i resti di una giovane donna del XVII secolo. Le prime parti del corpo e dell’attrezzatura della donna furono rinvenuti già nel 1990.