Giornata della donna: a Siderno conversazione su “Gli inganni della bellezza”, excursus su gusti, costumi e leggi del tempo sull’uso del trucco attraverso le testimonianze archeologiche del mondo femminile da Locri antica
“Gli inganni della bellezza” è il titolo della conversazione su una tematica suggestiva e di grande fascinazione che Rossella Agostino, direttore musei e parco archeologico statale di Locri, ricadenti nel Polo museale della Calabria, guidato da Antonella Cucciniello, terrà venerdì 8 marzo 2019, alle 17.30, a Siderno (Reggio Calabria), al cinema Teatro Nuovo. L’interessante proposta è parte integrante del progetto “8 Marzo Woman International day”, curato da Aristide Bava e Pasquale Giurleo, che apre il mattino alle 10 con l’inaugurazione di due mostre: quella fotografica di Santino Amedeo, “Il pane delle donne”, sobria narrazione sulla straordinaria dignità e bellezza del lavoro femminile; e quella di sculture lignee di Davide Mina, “Nascosti intendimenti…”, dove la figura femminile è colta “nella iconica narrazione dei sentimenti”. E si chiude alla sera alle 20, con “Donne di gusto”, apericena, spettacolo e musica by Mary Kitchen Supper Club; e due spettacoli: “Bianca”, performance teatrale di Marisa Femia e Anselmo Sorgiovanni con Fabio Mascagnino ospite; e “Zitta… cretina”, monologo teatrale con Giulia Palmisano per la regia di Bernardo Magliaccio Spina. La conversazione della Agostino, dedicata alle testimonianze archeologiche del mondo femminile da Locri antica e dal suo territorio, è un excursus millenario che narra dell’abilità degli artigiani orafi, creatori di monili o dei ceramisti che realizzarono contenitori dalle diverse forme per unguenti e profumi, offrendo l’occasione di riflettere sui gusti, sui costumi e sulle leggi del tempo, sull’uso del trucco così come sugli scambi commerciali o le produzioni locali. La conversazione – occasione per la quale i curatori del progetto hanno voluto la ristampa del piccolo e prezioso volumetto “Gli inganni della bellezza” edito da Rubbettino – dedicherà uno spazio alle testimonianze letterarie antiche come le citazioni di Ovidio, Plinio, Galeno che guidavano all’uso di rimedi naturali per la cura della pelle o all’utilizzo di elementi naturali per il trucco ammonendo saggiamente le fanciulle però a non curare solo aspetto esterno… . Quel trucco che caratterizza spesso i volti femminili delle statuette fittili rinvenute nel territorio locrese e cauloniate ed esposte nei rispettivi musei.
Il museo Archeologico nazionale di Palazzo Nieddu Del Rio a Locri abbatte le barriere sensoriali per i sordi: il progetto presentato con “Un giorno all’anno tutto l’anno”
L’obiettivo è assicurare il più ampio accesso ai luoghi e ai contenuti culturali; insieme all’abbattimento delle barriere sensoriali per i sordi e il percorso accessibile al Museo: parliamo dell’iniziativa “Un giorno all’anno tutto l’anno”, sabato 29 dicembre 2018, alle 17.30, al museo Archeologico nazionale di Palazzo Nieddu Del Rio di Locri (Reggio Calabria) che afferisce al Polo Museale della Calabria guidato da Angela Acordon. Interverranno Rossella Agostino, direttore del Museo; Giovanni Calabrese, sindaco di Locri e Rosanna Pesce, fondatrice della Digi Art. Per arrivare a questo risultato Palazzo Nieddu Del Rio è stato dotato della VideoguidaLIS sviluppata per l’abbattimento delle barriere sensoriali dell’udito tramite la traduzione dall’Italiano alla Lingua dei Segni Italiana (LIS) ed è disponibile gratuitamente come Web-app all’indirizzo http://www.videoguidalis.it tramite i dispositivi mobile e personal computer. Le video traduzioni in LIS sono accompagnate da immagini didascaliche dell’argomento. I video in LIS si possono scegliere dal menu dell’applicazione, ma anche inquadrando i codici QR posizionati lungo il percorso espositivo del Museo.
Il museo Archeologico Nazionale di Palazzo Nieddu Del Rio ospita al piano terra e al primo piano manufatti dal territorio locrese frutto di recenti campagne di scavo dai risultati scientificamente interessanti e manufatti dal sito protostorico di Canale – Janchina. E’ stata così completata la narrazione della storia e della archeologia locrese. I tre musei locresi, quindi, – due al Parco archeologico dedicati l’uno al periodo greco e l’altro alle testimonianze di età romana – e il Palazzo Nieddu, dedicato al periodo anteriore alla fondazione della colonia e alle scoperte dal territorio, offriranno al pubblico una visione completa della Locride tra IX a.C. fino ad età tardo antica.
“Locri e il suo territorio: dalla cartografia storica alla ricognizione archeologica”: mostra al museo del Territorio di Locri Epizefiri (Rc) sull’attività di ricognizione archeologica del Locri Survey 2017 curata dal Saet, il Laboratorio di Storia Archeologia Epigrafia Tradizione dell’antico della Scuola Normale Superiore di Pisa

Le sale espositive del museo del Territorio a Locri Epizefiri (Rc) che ospitano la mostra “Locri e il suo territorio: dalla cartografia storica alla ricognizione archeologica”
L’appuntamento è per mercoledì 8 agosto 2018, alle 18.30, a Locri (Reggio Calabria), al museo del Territorio – Palazzo Teotino Nieddu del Rio, dove sarà inaugurata la mostra “Locri e il suo territorio: dalla cartografia storica alla ricognizione archeologica”. L’obiettivo, come spiega Angela Acordon, direttore del Polo museale della Calabria, “è quello di una sempre maggiore valorizzazione e conoscenza del patrimonio archeologico locrese che trova nelle sale museali di recente allestimento una sede adeguata alla tematica espositiva”. All’inaugurazione della mostra, a cura del Saet, il Laboratorio di Storia Archeologia Epigrafia Tradizione dell’antico della Scuola Normale Superiore di Pisa, interverranno Rossella Agostino, direttrice del museo del Territorio; Giovanni Calabrese, sindaco di Locri e Gianfranco Adornato, coordinatore del progetto di ricerca del Saet.
Il laboratorio di Storia Archeologia Epigrafia Tradizione dell’Antico della Scuola Normale (Saet), nel solco della propria tradizione di studi sul Sud Italia, prosegue nell’indagine storico-archeologica di alcuni territori della Magna Grecia. Dopo le attività nel sito di Entella, nell’agorà di Segesta e nel santuario di Kaulonia, il Laboratorio Saet ha avviato delle ricerche e indagini archeologiche a Locri Epizefiri (Rc). Con l’Istituto per i Beni archeologici e monumentali (Ibam) del Cnr, in stretta collaborazione con la direzione del museo e del parco archeologico nazionale di Locri, è stato dato avvio a un progetto di ricerca multidisciplinare con lo scopo di approfondire la conoscenza di una delle poleis più importanti della Magna Grecia. Il Parco, infatti, conserva un patrimonio inestimabile solo in parte conosciuto ed esplorato e la città antica è contesto archeologico e monumentale di rilevanza nazionale e internazionale, un vero e proprio laboratorio anche per gli studenti della Normale.
Patria del primo legislatore d’Occidente, Zaleuco, degli atleti Agesidamo ed Eutimo, della poetessa Nosside, Locri Epizefiri (la greca Lokroi Epizephyrioi), una delle più importanti città del Mediterraneo antico, costituisce ancora oggi – spiegano al Saet – un eccezionale luogo di indagine, un osservatorio privilegiato e una valida palestra metodologica per gli studenti della Scuola Normale Superiore così come per gli studiosi più avanzati. Dall’urbanistica all’architettura, dalla coroplastica alla scultura in marmo ai bronzetti, dalle pratiche cultuali ai rapporti con le popolazioni locali, dalle fonti letterarie a quelle epigrafiche, dalla definizione degli spazi urbani alle interazioni con le città confinanti (Rhegion, Kaulonia, Kroton) e alla geopolitica (rapporti con le colonie secondarie di Medma e Hipponion, ma anche con Siracusa), le ricerche scientifiche e le indagini sul campo, individuate e promosse in stretta, fattiva collaborazione tra il Saet, la soprintendenza Archeologia della Calabria, il Polo Museale della Calabria e il museo e parco archeologico di Locri e Kaulon, mirano a sollecitare nuove direzioni e prospettive di studio, grazie anche all’impiego delle più avanzate tecnologie. La disseminazione dei risultati nel museo e nel parco archeologico costituisce una parte significativa della missione del Saet.

La locandina della mostra “Locri e il suo territorio: dalla cartografia storica alla ricognizione archeologica”
La mostra “Locri e il suo territorio” illustra i risultati dell’attività di ricognizione archeologica del Locri Survey 2017 nel territorio della colonia magno-greca di Locri Epizefiri. “Molteplici possono essere i percorsi di questa mostra”, spiegano gli specialisti del Saet, “incentrata sul territorio e sugli insediamenti rurali dell’antica città di Locri Epizefiri. Grazie all’attività di ricognizione archeologica del Locri Survey 2017 è stato possibile individuare modalità e tempi del controllo sulla chora, dall’età protostorica al periodo ellenistico: i materiali archeologici rinvenuti nell’ampia area indagata consentono di precisare forme e aspetti delle attività insediative e produttive collegate all’entroterra locrese, dalle tombe a grotticella alle fattorie della tarda età arcaica alle zone destinate all’estrazione di pietra da costruzione alle vie di comunicazione. Accanto a questa indagine, altri filoni di ricerca riguardano lo studio attento della cartografia storica, tra spunti iconografici e reminiscenze di toponomastica antica, e la modellazione 3D di strutture e monumenti, per una più efficace comunicazione scientifica a un pubblico sempre più ampio ed esigente”.
Quattordici le sezioni della mostra locrese: 1. Il territorio e le ricerche, a cura di Gianfranco Adornato, Alessandro Corretti, Antonino Facella, Chiara Michelini, Maria Adelaide Vaggioli; 2. Note sul popolamento rurale di un distretto dell’entroterra locrese: Ambotì e Praia, di Alessandro Corretti, Antonino Facella, Chiara Michelini, Maria Adelaide Vaggioli; 3. L’attività estrattiva di pietra da costruzione, di Alessandro Corretti, Antonino Facella, Chiara Michelini, Maria Adelaide Vaggioli; 4. Una ‘fattoria-tipo’ tardo-arcaica e classica nella chora di Locri, di Federico Figura, Chiara Michelini; 5. Tracce di popolamento in età ellenistica nella chora di Locri, di Federico Figura, Chiara Michelini; 6. Antiquaria e cartografia del Cinquecento. Un survey fra testo e immagini, di Antonino Facella, Maria Ida Gulletta; 7. Reminescenze classiche in antiquari e cartografi del secolo XVI, di Maria Ida Gulletta; 8. Reminescenze classiche in antiquari e cartografi dei secoli XVII-XIX, di Maria Ida Gulletta; 9. Il Dromo tra Locri e Capo Bruzzano. Tracce di una via antica nella toponomastica moderna, di Giovanni Lovisetto; 10. Tecniche geomatiche applicate alla ricognizione archeologica, di Pietro Carmelo Manti; 11. Cavità artificiali a grotticella in roccia, di Cesare Cassanelli; 12. Rilievo di una tomba a grotticella. Dalla Sparse Cloud al QR Code, di Pietro Carmelo Manti; 13. Rilievo e restituzione fotogrammetrica dell’area sacra in Contrada Marasà, di Pietro Carmelo Manti; 14. Il tempio ionico di Contrada Marasà. Dalle evidenze archeologiche alla restituzione digitale, di Giuseppe Rignanese.
Il prezioso Codice Romano-Carratelli con 99 acquerelli sul sistema difensivo della Calabria Ultra alla fine del Cinquecento in mostra al museo Archeologico nazionale di Locri per la Notte dei Musei. La Regione ha chiesto sia inserito nel patrimonio Unesco

Un acquerello del Codice Romano-Carratelli con illustrato un dettaglio del sistema difensivo della Calabria Ultra
Sono 99 acquerelli con città fortificate e castelli, insieme agli apprestamento difensivi della Calabria Ulteriore, o Calabria greca, che corrisponde all’area centro-meridionale della regione e che dal 1147 costituì una unità amministrativa prima del Regno di Sicilia, poi del Regno di Napoli e, infine, solo per poche settimane, del Regno delle Due Sicilie. Queste preziose raffigurazioni della fine del XVI secolo costituiscono il Codice Romano-Carratelli che sabato 19 maggio 2018, alle 19, in occasione della Notte dei Musei promossa dal MiBACT, sarà presentato al parco Archeologico nazionale di Locri, dalla sezione di Locri dell’ArcheoClub d’Italia in collaborazione con il museo Archeologico nazionale di Locri. L’opera rimarrà poi in mostra fino al 19 giugno 2018. Il Codice Romano-Carratelli è un manoscritto in folio in cui sono raffigurati oppidum, castelli, sistemi difensivi della Calabria Ultra con riferimenti specifici al territorio della province di Reggio Calabria, Crotone e Vibo Valentia. Il Codice è di proprietà del Fondo della Biblioteca privata della famiglia Romano-Carratelli ed è vincolato dal ministero dei Beni Culturali con decreto n.165. La Regione Calabria ha già proposto e avviato il procedimento burocratico affinché il manoscritto, vista l’alta valenza storiografica e culturale, venga inserito come bene del patrimonio Unesco. L’atteso evento, frutto di una proficua collaborazione fra il museo Archeologico nazionale di Locri e l’ArcheoClub di Locri che mira alla valorizzazione del patrimonio storico-archeologico locrese, sarà aperto dai saluti di Rossella Agostino, direttore del museo e parco Archeologico nazionale di Locri, del presidente dell’ArcheoClub Nicola Monteleone e dell’on. Domenico Romano-Carratelli, cui seguiranno gli interventi di Simonetta Conti e di Giuseppe Macrì socio della Deputazione di Storia Patria per la Calabria.
Il Codice è di proprietà dell’avv. Domenico Romano-Carratelli, appartenente a una antica famiglia calabrese, politico con incarichi nazionali, regionali e locali, ma anche noto bibliofilo la cui passione lo ha portato a fondare a Vibo Valentia l’Accademia dei Bibliofili Calabresi “G.Barrio”. Il manoscritto, in ottimo stato di conservazione, si compone – come si diceva – di 99 fogli di carta di grande qualità con filigrana in chiara evidenza e numerose figure acquerellate, tracciate con colori naturali, di fattura pregevole, quasi tutti accompagnati da un testo illustrativo in elegante grafia cancelleresca dell’epoca facilmente leggibile. L’opera è estremamente interessante perché rappresenta e illustra il problema della difesa della zona costiera di Calabria Ultra attraverso la raffigurazione delle sue città fortificate, dei suoi castelli, del suo territorio. In particolare vi vengono poi riportate le tipologie e le caratteristiche delle torri esistenti individuando altresì i luoghi ove era necessario la costruzione di nuove torri per le quali viene redatto il progetto e indicata la possibile spesa. La rappresentazione delle torri è corredata da note illustrative minuziose e descrittive dei luoghi, dei posti, delle distanze, delle tipologie costruttive, dei torrieri e dei cavallari oltre, talvolta, accenni ai Signori del posto, a chi ne aveva ordinato la costruzione nonché ai costruttori. Il Codice è il risultato di un lavoro lungo e difficile condotto in loco con grande professionalità e assoluta precisione e con riscontri di certa rispondenza sia per le notizie riportate sia per quanto riguarda la rappresentazione e la toponomastica dei luoghi. Per questi motivi viene considerato opera di un tecnico (ingegnere o architetto). È probabile che il Codice sia rimasto ignoto in quanto copia unica e secretata dal Governo Vicereale per motivi di sicurezza dello Stato. Il manoscritto, comunque, non contiene soltanto immagini di torri: notevolissime sono, infatti, le vedute panoramiche delle piazze militari più importanti (Reggio, Crotone, Tropea, Bagnara, ecc.) o di porzioni di territorio strategicamente ancora da difendere, a giudizio dell’anonimo estensore, con l’edificazione di ulteriori strutture torriere, per tutta una serie di indicazioni di altro tipo.
Per “Eventi nel cuore della Locride”, omaggio a Salvatore Galluzzo scopritore della necropoli protostorica di Santo Stefano di Grotteria
Nel territorio di Grotteria numerose sono i ritrovamenti di antiche civiltà. Il più importante è sicuramente il ritrovamento in località Santo Stefano: un complesso a “grotticella”, di rilevante entità, costituito da loculi sepolcrali prevalentemente del tipo a cavernetta, incavati nell’arenaria tenera pliocenica, con gruppi di scheletri da 3 a 7 per ogni cella, dove i corredi funerari testimoniano l’incontro tra indigeni e coloni della Locride. Alla scoperta della necropoli di Santo Stefano di Grotteria, che si fa risalire ad un insediamento indigeno dell’VIII-VI sec. a.C., è legata la figura dell’ispettore onorario Salvatore Galluzzo, cui la rassegna “Eventi nel cuore della Locride” dedica una serata. Appuntamento il 27 luglio 2017 alle 20 al parco Archeologico di Locri con l’incontro “L’ispettore onorario Salvatore Galluzzo: amore e rispetto per il patrimonio culturale”, in cui interverranno Rossella Agostino, direttore museo e parco Archeologico nazionale di Locri; Felice Costabile, membro società archeologica di Atene e dell’istituto Archeologico Germanico; Roberto Crupi, dirigente medico – ministero della Salute; Fulvio Rizzo, avvocato generale dello Stato – procura generale della Repubblica di Reggio Calabria; Elisabetta Ferraro Galluzzo, nipote dell’ispettore onorario Salvatore Galluzzo e rappresentanti Unione dei comuni della Valle del Torbido. La rassegna “Eventi nel cuore della Locride” ha in calendario altri due attesi appuntamenti: l’8 agosto una conversazione su “La Locride tra storia e archeologia”, a cura di Daniele Castrizio dell’università di Messina e il 25 agosto, in collaborazione con Touring Club Reggio Calabria TCI, “Ionio che abbraccia Ionio. Da Nosside a Kavafis la poesia che unisce popoli”, letture al tramonto di Fabio Cuzzola.












































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