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Reggio Calabria. Aperta la programmazione estiva del museo Archeologico nazionale con le “Notti d’estate al MArRC” sulla terrazza ogni giovedì e sabato fino a settembre col Green Pass. Ad agosto il lancio delle celebrazioni per i 50 anni dalla scoperta dei Bronzi di Riace

Il suggestivo concerto “Magiche armonie” dell’ensemble d’archi del conservatorio “Francesco Cilea”, diretto da Mariella Grande, ha aperto sabato 10 luglio 2021 la programmazione estiva sulla magnifica terrazza del museo Archeologico nazionale di Reggio Calabria col tanto atteso calendario delle Notti d’estate del MArRC ogni giovedì e sabato, dalle 20 alle 23. “Siamo soddisfatti per essere riusciti a organizzare una serie di eventi che ci vedrà impegnati fino al mese di settembre”, interviene il direttore del museo, Carmelo Malacrino. “È la migliore risposta ai difficili mesi di chiusura del Museo, che ci hanno costretto a rinunciare a momenti importanti di condivisione, socializzazione e confronto. Il ricco programma nasce dalla proficua sinergia con le altre istituzioni e le associazioni del territorio, tutto incluso nel biglietto d’ingresso di soli 3 euro a partire dalle 20. Senza dimenticare la sicurezza – specifica Malacrino -; per l’accesso alla terrazza, infatti, sarà necessario il possesso del Green Pass, che dovrà essere esibito su richiesta al personale di vigilanza. Stiamo anche costruendo una grande sorpresa per il mese di agosto. Sarà il primo evento per il lancio nel 2022 delle celebrazioni per i 50 anni dalla scoperta dei due capolavori del Museo, con l’istituzione del Premio “Bronzi di Riace” destinato a personalità che si sono distinte nel settore della cultura”. Le aperture serali continuano a maturare i successi delle trascorse stagioni, complice anche la Giornata Europea dei musei dello scorso sabato 3 luglio, durante la quale oltre 200 tra turisti e semplici visitatori hanno gustato la visita dopo il tramonto delle collezioni del MArRC.

Per la Notte europea dei Musei il museo Archeologico nazionale di Reggio Calabria offre a 1 euro la possibilità di ammirare i 4mila reperti della collezione permanente e la mostra “Salvati dall’oblio”

Il 10 luglio 2021 prenderà il via l’attesa programmazione stiva del museo Archeologico nazionale di Reggio Calabria sulla magnifica terrazza sullo Stretto, con dibattiti, concerti e conferenze a tema. Nell’attesa, sabato 3 luglio 2021, in occasione della Notte europea dei Musei, il museo Archeologico nazionale di Reggio Calabria sarà aperto fino alle 23 (ultimo ingresso 22.30). I visitatori potranno cogliere l’occasione straordinaria di ammirare gli oltre 4mila reperti della collezione permanente del MArRC nella suggestiva visita serale, con la promozione del biglietto di ingresso a solo 1 euro a partire dalle 20. “Sono stati giorni intensi, che ci hanno visti impegnati nella programmazione degli eventi per l’estate 2021”, commenta il direttore Carmelo Malacrino. “A breve presenteremo il calendario delle iniziative, che comprenderà anche una importante novità. Intanto stasera, complice l’apertura serale con biglietto d’ingresso a solo 1 euro per la “Notte dei Musei”, sono attesi numerosi i visitatori che potranno ammirare, in piazza Orsi, anche la splendida mostra “Salvati dall’oblio. Tesori d’archeologia recuperati dai Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale”. Siamo felici di questa ripartenza che, dopo un anno e mezzo di pandemia, può proporre nuovamente ai turisti la cultura, la storia e il patrimonio artistico della Calabria, terra antichissima che riserva ancora oggi tanti angoli nascosti da scoprire”.

Da luglio a settembre, il giovedì e il sabato, aperture serali al museo Archeologico nazionale di Reggio Calabria. E allo spazio di piazza Paolo Orsi la mostra “Salvati dall’oblio”

“Notti d’estate al MArRC”: tornano le aperture serali al museo Archeologico nazionale di Reggio Calabria. Dal 1° luglio 2021 a tutto il mese di settembre, ogni giovedì e sabato, sarà possibile ammirare i meravigliosi reperti del MArRC sino alle 23 (ultimo ingresso 22.30), usufruendo della promozione del costo del biglietto a soli 3 euro. Tutta l’attenzione, poi, sarà rivolta alla data di sabato 10 luglio, quando riaprirà al pubblico anche la magnifica terrazza affacciata sullo Stretto, con un ricco programma di eventi inclusi nel biglietto d’ingresso. Per la visita del museo non sarà necessaria la prenotazione; ma, ai fini del contenimento della pandemia, gli ingressi restano contingentati e resteranno obbligatori l’uso della mascherina e il distanziamento. “È una delle iniziative che, negli anni, ha riscosso più successo”, commenta il direttore Carmelo Malacrino. “La visita dopo il tramonto è carica di suggestioni. Un percorso espositivo di oltre 4000 grandi e piccoli capolavori, che racconta la storia di tutta la Calabria, dalla preistoria alla tarda età romana. A breve ripartirà anche la programmazione estiva, con tantissime iniziative che troveranno spazio sulla terrazza del Museo, offerte in collaborazione con tanti partner culturali del territorio, che ringrazio. Come ringrazio ancora una volta tutto il personale tecnico e di vigilanza del Museo per l’attenzione che rivolge al pubblico, garantendo loro di potere usufruire di una visita in sicurezza”.

La locandina della mostra “Salvati dall’oblio” al MArRC fino al 9 gennaio 2022

Nel magnifico spazio di piazza Paolo Orsi sarà possibile visitare la nuova esposizione “Salvati dall’Oblio. Tesori di archeologia recuperati dai Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale”, frutto delle operazioni del Nucleo T.P.C. di Cosenza che, negli ultimi anni, ha restituito alla collettività straordinari reperti, sottraendoli al mercato clandestino o alle collezioni private illecite. Tra le vetrine è possibile ammirare bellissimi reperti magno-greci databili dall’età arcaica al tardo ellenismo, insieme a falsi contraffatti che testimoniano quanto interesse ci sia nella compravendita illegale delle testimonianze del nostro passato. “L’esposizione – dichiara Malacrino – è il frutto della restituzione al patrimonio pubblico di tracce perdute dell’antichità, che vengono ora studiate e valorizzate. È stato infatti possibile, anche grazie al contributo del team di esperti dell’Università della Calabria, svolgere indagini di laboratorio per individuare la composizione dei reperti e distinguere gli originali dalle riproduzioni. Le ricerche scientifiche rappresentano l’inizio di ogni attività al Museo, accompagnate dalla documentazione e dal restauro delle opere. Allestire questa mostra è stata un’esperienza straordinaria – prosegue – perché ha dimostrato la fattibilità di un’azione sinergica tra gli istituti museali calabresi del ministero della Cultura, l’Università e le Forze dell’Ordine preposte alla tutela del patrimonio culturale. Ringrazio, in particolare, il capitano Bartolo Taglietti e la squadra del Nucleo T.P.C. di Cosenza per l’incessante lavoro svolto e per le sinergie attuate con il MArRC per sensibilizzare il territorio su questi specifici temi della cultura. La mostra, che vede la luce dopo un anno e mezzo di chiusura dovuta alla pandemia – conclude Malacrino – è una gratificazione condivisa, dopo un periodo difficile vissuto da tutta la collettività”.

Reggio Calabria. Al museo Archeologico nazionale la mostra “Salvati dall’oblio. Tesori d’archeologia recuperati dai Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale”: in vetrina oltre 150 reperti trafugati o destinati al mercato clandestino

Hydria a figure rosse, del IV secolo a.C., recuperata dai carabinieri con l’operazione “Purgatorio” del 2011 (foto MArRC)
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Il direttore Carmelo Malacrino con i carabinieri del Nucleo per la Tutela del Patrimonio Culturale di Cosenza all’inaugurazione della mostra “Salvati dall’oblio” (foto MArRC)

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La locandina della mostra “Salvati dall’oblio” al MArRC fino al 9 gennaio 2022

In vetrina possiamo ammirare una lekythos sovradipinta del IV sec. a.C., una splendida oinochoe a vernice nera del IV sec. a.C., o una tazza daunia del VI sec. a.C., tutti capolavori sequestrati dai carabinieri nel 2010 nell’ambito dell’operazione “Brettii”. E ancora una hydria a figure rosse, del IV secolo a.C., recuperata con l’operazione “Purgatorio” del 2011. Sono solo alcuni degli oltre 150 preziosi reperti archeologici rinvenuti illecitamente o pronti per essere venduti sul mercato clandestino, recuperati dal Nucleo Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale di Cosenza, e ora esposti in tre sezioni nella mostra “Salvati dall’oblio. Tesori d’archeologia recuperati dai Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale”, al museo Archeologico nazionale di Reggio Calabria, curata dal direttore Carmelo Malacrino; dal capitano Bartolo Taglietti, comandante del Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Cosenza; e dall’archeologo Maurizio Cannatà. L’esposizione si avvale anche della collaborazione del dipartimento di Culture, Educazione e Società dell’università della Calabria e della Direzione Regionale Musei della Calabria. La mostra, allestita nel suggestivo spazio della Piazza Paolo Orsi, sarà visitabile fino al prossimo 9 gennaio 2022.

Lekythos sovradipinta del IV sec. a.C. recuperata dai carabinieri nell’operazione “Brettii” del 2010 (foto MArRC)
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L’ingresso del museo Archeologico nazionale di Reggio Calabria con lo striscione della mostra “Salvati dall’oblio” (foto MArRC)

“Siamo onorati di poter ospitare in Museo questi manufatti”, commenta il direttore del MArRC, Carmelo Malacrino, “non soltanto per il contributo archeologico e di ricerca, ma soprattutto per il valore civile che essi testimoniano nei confronti della collettività per la tutela dello straordinario patrimonio culturale italiano e calabrese in particolare. L’obiettivo della mostra non è soltanto quello di esporre reperti archeologici che, diversamente, sarebbero rimasti sconosciuti in qualche vetrina di collezionisti privati, ma anche quello di descrivere e comunicare al pubblico l’eccezionale azione di contrasto alle attività illecite e ai reati contro il Patrimonio Culturale condotta con orgoglio dai Carabinieri in sinergia con il ministero della Cultura e con le sue diramazioni regionali. Ringrazio quindi l’Arma per le sinergie proficue messe in campo per la realizzazione di questa esposizione. Una mostra che vede la luce dopo i mesi di chiusura al pubblico determinati dalla pandemia e della cui realizzazione siamo fieri. Sono certo – conclude Malacrino – che essa rappresenterà un valore aggiunto alla collezione permanente del Museo, entusiasmando gli animi e la vista dei calabresi e dei turisti che attendiamo numerosi”.

Tazza daunia del VI sec. a.C. recuperata dai carabinieri nell’operazione “Brettii” del 2010 (foto MArRC)
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Splendida oinochoe a vernice nera del IV sec. a.C. recuperata dai carabinieri nell’operazione “Brettii” del 2010 (foto MArRC)

Tre le sezioni della mostra “Salvato dall’oblio”. “La prima sezione tematica della mostra evidenzia il valore identitario che il patrimonio culturale riveste per l’intera collettività, l’importanza della sua tutela e della sua valorizzazione come valori fondamentali della nostra Nazione, così come sanciti dall’art. 9 della nostra Costituzione”, spiega il funzionario archeologo Cannatà. “L’allestimento prosegue rimarcando il rapporto tra la Costituzione repubblicana e la moderna legislazione contenuta nel Codice dei Beni Culturali e del paesaggio, sottolineandone la lunga tradizione derivante dalla normativa vigente negli stati preunitari. Nella seconda sezione della mostra sono descritti i compiti, le funzioni, le attività operative del Comando TPC e del suo Nucleo calabrese, che hanno permesso di salvare dalla distruzione numerosi siti di interesse culturale e paesaggistico, nonché di recuperare migliaia di opere d’arte trafugate illecitamente. Una volta conclusi i procedimenti giudiziari scaturiti dalle attività investigative, il patrimonio culturale di proprietà statale recuperato dai Carabinieri TPC viene affidato al ministero della Cultura. La terza sezione – conclude Cannatà – descrive l’intensa attività dei tecnici del Ministero, Archeologi, Architetti, Storici dell’Arte e Restauratori, finalizzata a recuperare il valore culturale e storico dei beni”.

Reggio Calabria. Al museo Archeologico nazionale torna nella sala dei Bronzi dopo il restauro la Testa del Filosofo, capolavoro della bronzistica classica. E il 2 giugno, Festa della Repubblica, il museo è aperto

La Testa del Filosofo, capolavoro della bronzistica classica, è conservata al museo Archeologico nazionale di Reggio Calabria (foto MArRC)

La magnifica “Testa del Filosofo” da martedì 1° giugno 2021 torna a essere esposta nella sala dei Bronzi di Riace e di Porticello al museo Archeologico nazionale di Reggio Calabria. L’opera è stata oggetto di un delicato intervento di restauro, nell’ambito dell’iniziativa Art Bonus voluta dal ministro Dario Franceschini per incentivare il mecenatismo privato a favore del patrimonio culturale. Si conclude così il progetto che, come si ricorderà, nel 2019 ha ottenuto il terzo podio al concorso nazionale “Progetto Art Bonus dell’anno 2019”, promosso dalla società Ales Spa e dalla Fondazione Promo Pa, finalizzato a premiare le migliori idee, scelte da pubblico, per valorizzare e conservare il patrimonio culturale italiano con il sostegno dei privati. “Un reperto incantevole, capolavoro della bronzistica di età classica, tornerà a essere ammirato dai visitatori”, commenta il direttore Carmelo Malacrino. “Nonostante l’emergenza sanitaria da Covid-19, non ci siamo fermati e, nel cantiere allestito in piazza Orsi, la Testa del Filosofo è stata al centro dell’attenzione di un’équipe multidisciplinare di ricerca e d’intervento. Il restauro, affidato alla professionalità di Giuseppe Mantella e del suo staff, si è svolto sotto la supervisione dei funzionari restauratori e archeologi del MArRC, che ringrazio per il continuo impegno. Sono certo – conclude il direttore – che la Testa del Filosofo assumerà ora una rinnovata forza attrattiva per il grande pubblico, al pari dei Bronzi di Riace e di altri prestigiosi capolavori che costituiscono il cuore della collezione permanente del Museo”.

Il “cantiere aperto” allestito per il restauro della Testa del Filosofo (foto MArRC)

Particolarmente soddisfatti dei tanti risultati del progetto i restauratori e gli archeologi dello staff del Museo. “La Testa del Filosofo”, dichiara Barbara Fazzari, funzionario restauratore, “torna a essere esposta dopo un minuzioso restauro, che ha evidenziato come la collaborazione multidisciplinare di varie professionalità possa condurre a risultati tecnici e approfondimenti scientifici di notevole interesse. Attraverso queste iniziative operate nei “cantieri aperti” al pubblico si creano le opportunità per mostrare anche il dietro le quinte del funzionamento del Museo, in particolare le attività di catalogazione, studio e conservazione delle collezioni”.

Bronzi di Riace al museo Archeologico nazionale di Reggio Calabria: il volto del bronzo A (foto MArRC)

Il museo da qualche giorno ha ripreso il normale orario di apertura, dal martedì alla domenica, dalle 9 alle 20 (ultimo ingresso 19.30), senza prenotazione. È tornata attiva, inoltre, la promozione del #mercoledìalMArRC, con la riduzione infrasettimanale del biglietto di ingresso.  Il MArRC resterà aperto al pubblico anche in occasione del 2 giugno 2021, festa della Repubblica, con il consueto orario dalle 9 alle 20, con ultimo ingresso alle 19.30. “Invito tutti i calabresi e i turisti che iniziano a giungere nell’area dello Stretto”, dichiara Malacrino, “a visitare il Museo, soprattutto in una giornata festiva così carica di significati per l’Italia. Sarà un’opportunità straordinaria per “riabbracciarvi” dopo i lunghi mesi di chiusura e contenimento imposti dalla pandemia, e offrirvi le meravigliose testimonianze archeologiche della Calabria antica”.

Il paesaggio protagonista al museo Archeologico nazionale di Reggio Calabria: nel terzo e ultimo incontro l’archeologa Daniela Costanzo su “Sacro, paesaggio, frontiera. Il santuario di Apollo Aleo” nell’antica città achea di Krimisa (oggi Cirò Marina), in un paesaggio naturale e culturale riconosciuto già in passato

Testa maschile con capelli scalpellati e buchi per fissare il diadema, dal santuario di Apollo Aleo, conservata al museo Archeologico nazionale di Reggio Calabria (foto MArRC)
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Carmelo Malacrino, direttore del museo Archeologico nazionale di Reggio Calabria (foto MArRC)

Terzo e ultimo appuntamento sul tema “Paesaggi della storia. La Calabria e il suo territorio attraverso le collezioni del MArRC” per i canali social del museo Archeologico nazionale di Reggio Calabria. La conferenza, introdotta dal direttore Carmelo Malacrino, è stata tenuta da Daniela Costanzo, funzionario archeologo al MArRC, dedicata a “Sacro, paesaggio, frontiera. Il santuario di Apollo Aleo”. Una nuova occasione per conoscere meglio le straordinarie collezioni esposte al museo Archeologico nazionale di Reggio Calabria, ricordando l’importanza di tutelare il paesaggio quale patrimonio non solo naturalistico, ma anche culturale. “L’iniziativa si inserisce nell’ambito delle attività programmate per celebrare la Giornata nazionale del Paesaggio, istituita dal ministro Dario Franceschini”, dichiara il direttore Malacrino. “In questi mesi abbiamo registrato il grande successo ottenuto da questi appuntamenti, che hanno consentito di mostrare al grande pubblico le straordinarie collezioni del Museo. Per questo motivo ci siamo impegnati a lavorare sul tema del paesaggio anche ben oltre i tempi delle cerimonie istituzionali. Da qualche settimana abbiamo finalmente riaperto il museo al pubblico, ma vogliamo continuare a promuovere il fascino della Calabria antica anche attraverso queste occasioni. Siamo convinti – conclude Malacrino – che anche attraverso il digitale sia possibile far crescere cultura e tutela del nostro patrimonio culturale”.

Sacro, paesaggio, frontiera. Il santuario di Apollo Aleo. “La scelta di trattare il santuario di Apollo Aleo, situato nel territorio dell’attuale Cirò Marina (KR), deriva sia dalle peculiarità del paesaggio antico sia dalle straordinarie testimonianze materiali che esso ha restituito, intimamente legate alla storia delle collezioni del Museo reggino”, commenta Costanzo. “Proprio nel nostro Museo sono, infatti, conservati i reperti provenienti dal tempio di Apollo Aleo, scoperto e indagato da Paolo Orsi quasi un secolo fa. Se l’acrolito in marmo è la testimonianza artistica sicuramente più pregevole, tutte le offerte del santuario e la sua stessa architettura narrano l’eccezionalità di un paesaggio naturale e culturale riconosciuta già in passato. La zona, nota in antico con il nome di Krimisa, rappresentava uno dei capisaldi territoriali e religiosi della potente colonia di Crotone: a nord l’Apollo Aleo di Krimisa, a sud l’Hera di Capo Lacinio definivano i limiti della città achea, ponendosi al tempo stesso come frontiera, luogo di scambio e interazione fra popolazioni diverse. Le popolazioni indigene attive nel territorio già dall’VIII secolo a.C., infatti, continuarono a mostrare una notevole strutturazione sociale anche dopo la fondazione di Crotone, frequentando inoltre questo luogo sacro. Non è un caso che nel complesso sistema mitico locale “la sacra Krimisa” fosse legata al culto dell’eroe tessalo Filottete: guarito da un’incurabile ferita grazie all’intervento di Apollo, dopo la guerra di Troia egli avrebbe proseguito le sue peregrinazioni fondando nell’odierna Calabria i centri indigeni di Petelia, Macalla e Chone. Prima di morire Filottete avrebbe fondato il tempio di Apollo a Krimisa, consacrando qui il suo invincibile arco e le frecce ricevuti da Eracle. Un personaggio emblematico dunque: greco, ma fondatore di vari centri indigeni, egli stesso eroe del margine, Filottete si poneva come figura di raccordo tra componenti etniche differenti e come tale particolarmente adatta a presidiare una realtà di “frontiera” come quella del santuario di Apollo Aleo”.

Reggio Calabria. Dal 25 maggio il museo Archeologico nazionale torna agli orari normali dal martedì alla domenica. In cantiere per l’estate una grande mostra

I Bronzi di Riace esposti in una speciale sala del museo Archeologico nazionale di Reggio Calabria (foto MArRC)

Dal 25 maggio 2021 il museo Archeologico nazionale di Reggio Calabria tornerà ai consueti turni di apertura settimanali dal martedì alla domenica, con turno di chiusura il lunedì. Sarà possibile così per i visitatori e gli appassionati visitare le straordinarie collezioni del MArRC anche nel fine settimana. “Un ritorno alla normalità al quale ci stiamo preparando da tempo”, commenta il direttore Carmelo Malacrino, “desiderosi di poter finalmente accogliere il pubblico tra le nostre sale. In questi giorni stiamo lavorando per rendere più agevole la visita del museo anche attraverso la riorganizzazione del servizio di biglietteria che a breve sarà erogabile anche online”. L’accesso al Museo sarà contingentato dal personale all’ingresso in numero di dieci persone ogni quarto d’ora, nel rispetto della normativa di contenimento della pandemia. Al momento non è necessaria la prenotazione e sarà possibile accedere al Museo fino alle 19.30.

Lo spettacolare panorama sullo Stretto dall’Arena di Reggio Calabria con la statua in bronzo di Atena Promachos, dello scultore Bonfiglio (1932), collocata al centro del Cippo Marmoreo dedicato a Vittorio Emanuele III (foto MArRC)

E mentre in piazza Orsi è in allestimento il cantiere per una nuova grande mostra che vedrà il taglio del nastro prima dell’estate, si sta già pensando alla programmazione estiva, con l’auspicio di poter nuovamente offrire al pubblico il suggestivo spazio della terrazza del Museo. “Godiamo di un meraviglioso spettacolo naturale rappresentato dallo Stretto tra la Calabria e la Sicilia, storico crocevia di popoli e di civiltà: uno scenario unico che, se le condizioni lo permetteranno, potrà fare nuovamente da sfondo alle iniziative culturali proposte dal Museo. I lunghi mesi di chiusura, infatti, hanno aumentato il desiderio di rincontrarsi e riprendere una “normale socialità” anche nelle attività culturali – continua Malacrino -. In questo il MArRC intende offrirsi nuovamente quale luogo di incontro e di scambio, di cittadinanza attiva e di promozione sociale, anche grazie alla collaborazione delle associazioni e delle istituzioni cittadine”.

Reggio Calabria. Il museo Archeologico nazionale riapre il 12 maggio, per ora solo dal lunedì al venerdì. Quasi pronta la piattaforma per passare alla bigliettazione solo online

Il museo Archeologico nazionale di Reggio Calabria riapre il 12 maggio 2021

C’è grande attesa per la riapertura del museo Archeologico nazionale di Reggio Calabria. Dopo la chiusura nel mese di marzo 2021, con il passaggio della regione in fascia gialla, mercoledì 12 maggio 2021 i quattro livelli dell’esposizione permanente del MArRC torneranno ad essere pienamente fruibili dai visitatori, che potranno tornare ad ammirare le meraviglie della Calabria antica, sempre nel rispetto dei protocolli di sicurezza anti-Covid. Al momento l’apertura settimanale è prevista dal lunedì al venerdì, dalle 9 alle 20 (con ultimo ingresso alle 19.30). A partire da metà settimana, dunque, le grandi sale espositive del MArRC potranno accogliere nuovamente i turisti che vorranno raggiungere lo Stretto attratti non solo dai magnifici Bronzi di Riace e di Porticello, veri e propri capolavori dell’arte greca, ma anche dagli oltre 4000 reperti che costituiscono la narrazione più preziosa dell’antichità della Calabria, dal Paleolitico alla tarda età romana. “Diventa finalmente realtà il nostro desiderio di poter riaprile le sale al pubblico”, commenta il direttore Carmelo Malacrino. “Dopo i mesi di chiusura forzata a causa della pandemia, l’idea di poter rivedere calabresi e turisti tra le vetrine del Museo, incantati dalla bellezza dei reperti esposti, ci riempie di gioia e di entusiasmo. In questo periodo – aggiunge – le attività degli uffici non si sono fermate e presto potremo anticipare qualche notizia sulle tante iniziative in programmazione per la stagione estiva. Le esperienze di questi mesi sui canali social sono state un successo e continueremo a valorizzare e promuovere le collezioni anche sul web, certi di poter raggiungere un pubblico sempre più vasto e internazionale”.

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Carmelo Malacrino, direttore del museo Archeologico nazionale di Reggio Calabria (foto MArRC)

Intanto il Museo prepara una rivoluzione nei servizi offerti al pubblico. È quasi pronta la piattaforma per la prenotazione e l’acquisto esclusivamente online del biglietto di ingresso, con la quale il MArRC avvia la sperimentazione dell’abbandono della moneta contante, anche per accelerare gli accessi ed evitare la formazione di lunghe file di attesa nei mesi estivi. “Per qualche settimana”, afferma Malacrino, “il Museo resterà ancora chiuso nel weekend. Ma entro l’inizio dell’estate si potrà tornare nuovamente all’apertura dal martedì alla domenica in massima sicurezza e con ingressi contingentati grazie a una nuova piattaforma di prenotazione online. È un progetto al quale stiamo lavorando da diversi mesi e che permetterà di passare all’acquisto esclusivamente digitale del biglietto. Non solo – conclude il direttore – ma attraverso questa piattaforma saremo anche in grado di conoscere, nel rispetto della privacy, la provenienza, la fascia di età e altri dati dei visitatori. Ciò ci permetterà di monitorare l’affluenza e di migliorare i nostri servizi in un’ottica di maggior gradimento per il pubblico”.

Reggio Calabria. “Il museo del Mediterraneo si farà”: l’annuncio del sindaco dopo l’inserimento del progetto di Zaha Hadid Architects nel Pnrr con un finanziamento di 53 milioni di euro. Il direttore del MArRC: “Sarà la nuova porta dello Stretto”

Il rendering del progetto Regium Waterfront di Zaha Hadid Architects con il museo del Mediterraneo e il Centro polifunzionale a Reggio Calabria (foto da http://www.buildingcue.it)

Il museo del Mediterraneo di Reggio Calabria si farà. L’annuncio ufficiale arriva direttamente dal sindaco di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà: “Grazie al maxifinanziamento da 53 milioni di euro, inserito nel nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) presentato dal Governo Draghi e inviato a Bruxelles, Reggio Calabria potrà avere il suo museo del Mare progettato dallo studio di architettura più rinomato al mondo, Zaha Hadis Architects. Il museo potrebbe diventare, ancor prima della sua effettiva nascita, il centro turistico più importante della Calabria, soprattutto grazie al punto strategico in cui verrà collocato”. Il museo del Mediterraneo farebbe concorrenza al MuMe, il museo vista mare ubicato sulla sponda opposta a Reggio Calabria, Messina. Il museo del Mediterraneo però lavorerebbe in simbiosi con il museo Archeologico di Reggio Calabria, soprattutto per non vanificare gli sforzi fatti in passato per promuovere il sito, casa dei Bronzi di Riace. E infatti alle parole del primo cittadino reggino fanno eco quelle del direttore del MArRC, Carmelo Malacrino: “Accogliamo con entusiasmo la notizia dell’inserimento nel PNRR del magnifico museo del Mediterraneo già progettato da Zaha Hadid. La città, così, dà inizio a un nuovo futuro, puntando su cultura, turismo e identità mediterranea. Una novità positiva – aggiunge Malacrino – per tanti motivi. Non solo per la realizzazione di un’incantevole architettura contemporanea che, con le sue caratteristiche linee fluide, segnerà la nuova “porta dello Stretto”. Ma anche perché la sua costruzione amplierà in maniera significativa l’offerta museale della città, in un’area, quella settentrionale, che potrebbe sempre più assumere la connotazione di “quartiere dei musei”. Auspico che anche su questo progetto possano proseguire le proficue sinergie costruite fra tutti gli attori istituzionali nell’ottica di promuovere lo straordinario patrimonio culturale dell’area dello Stretto. Il MArRC si appresta a celebrare il cinquantesimo anniversario della scoperta dei Bronzi di Riace, con un programma di iniziative – conclude il direttore – sul quale già si lavora con l’assessore alla Cultura, Rosanna Scopelliti. Stiamo coinvolgendo tante istituzioni per farne un’eccezionale occasione per scoprire la Calabria nel segno dei suoi capolavori, noti in tutto il mondo”.

Il rendering del progetto Regium Waterfront di Zaha Hadid Architects con il museo del Mediterraneo di Reggio Calabria (foto da http://www.buildingcue.it)

Il progetto del museo del Mediterraneo a Reggio Calabria ha radici lontane. Il progetto ambizioso e avveniristico voluto da Zaha Hadid, la famosa architetta di origini irachene naturalizzata britannica scomparsa a 66 anni nel 2016, risale infatti al 2007, quando vinse il concorso di progettazione, portato avanti dallo studio Zaha Hadid Architects. È stato chiamato Regium Waterfront. Tale complesso è pensato in modo da avere un insieme a forma di mezzaluna in cui si contrappongono il museo del Mare e il Centro Polifunzionale. “Lo scopo del nostro progetto”, spiegano gli architetti progettisti, “è di realizzare due edifici simbolo che caratterizzino inequivocabilmente la città di Reggio Calabria come capitale culturale e futuro punto di confluenza tecnico-economico del bacino del mediterraneo. Il progetto sfrutta le potenzialità uniche della localizzazione, lungo lo stretto braccio di mare che separa l’Italia continentale dalla Sicilia. Perfettamente visibili dalla costa opposta, i due edifici si elevano alla scala ambientale. Landmark unici nel paesaggio, i due edifici saranno segnali inconfondibili per l’orientamento dal mare e da terra”.

Il rendering del progetto Regium Waterfront di Zaha Hadid Architects con il museo del Mediterraneo di Reggio Calabria (foto da http://www.buildingcue.it)

“Il museo del Mediterraneo – spiegano ancora allo studio Zaha Hadid Architects – è situato sul punto più esposto dell’area d’intervento; più in alto rispetto al distretto turistico ricettivo, nel punto più in vista del bacino del porto attuale. Monumento alla grandiosità della cultura mediterranea e simbolo di Reggio Calabria, il museo del Mediterraneo si rivolge alla città offrendo i suoi fronti più belli al mare: verso la Sicilia ad Ovest, e verso l’ingresso al porto turistico, sul lato Nord- Est. A Ovest, il segnale unico dell’ingresso alla città dal mare, a Est e Nord-Est uno sfondo straordinario per tutto il bacino del porto. Questa posizione è ideale anche per tutte le vedute verso il porto dalla parte alta della città e perfettamente visibile anche all’ingresso in città da Nord, sia dall’autostrada e che dalla ferrovia. La localizzazione del Museo, al confine con il porto turistico, garantisce la conclusione ideale della passeggiata urbana. Questa, attraverso il distretto turistico ricettivo Nord in continuità con il lungomare attuale, si raccoglie sulle piazze pubbliche al di sotto del grande atrio d’ingresso e protette dai volumi del Museo. Questo sistema di piazze è un luogo ideale per lo svolgimento di attività all’aperto più o meno legate all’attività del museo, per eventi di vario genere e rappresentazioni. Questa scelta architettonica vuole garantire la migliore connessione tra il nuovo distretto ricettivo Nord, la spiaggia in continuità urbana con la città, il lido comunale e gli alberghi attualmente in costruzione sul lungomare. Allo stesso tempo, però, consente di conservare il carattere e la scala urbana dell’attuale quartiere dei pescatori con una serie di locali, ristoranti ed attrezzature per il tempo libero di supporto alla spiaggia. Un altro aspetto importante di questa localizzazione – concludono – risiede nella possibilità di salvaguardare il più possibile il carattere naturale della spiaggia intervenendo con strutture adeguate (attrezzature leggere per la balneazione, piccoli locali per il ristoro e un villaggio turistico alla confluenza delle fiumare)”.

Il paesaggio protagonista al museo Archeologico nazionale di Reggio Calabria: nel secondo incontro l’archeologo Maurizio Cannatà ricostruisce “Un paesaggio ‘perduto’ della Calabria antica. Pausania e la palaia graphè di Temesa”

Carmelo Malacrino, direttore del museo Archeologico nazionale di Reggio Calabria (foto MArRC)

“Il paesaggio torna protagonista al museo Archeologico nazionale di Reggio Calabria”, così il direttore Carmelo Malacrino presenta il secondo incontro della rassegna “Paesaggi della storia. La Calabria e il suo territorio attraverso le collezioni del MArRC”, sulla pagina Facebook del Museo. “È il secondo appuntamento della rassegna dedicata al tema “Paesaggi della storia. La Calabria e il suo territorio attraverso le collezioni del MArRC”, commenta il direttore. “L’incontro si inserisce nel proseguo delle iniziative legate alla Giornata Nazionale del Paesaggio, istituita dal Ministero diretto da Dario Franceschini. Il MArRC, così, continua a portare le sue collezioni sui canali social in attesa di poter presto riaprire le porte del Museo al pubblico”.  Nell’incontro del mese di aprile il funzionario archeologo Maurizio Cannatà intrattiene il pubblico con la conferenza “Un paesaggio ‘perduto’ della Calabria antica. Pausania e la palaia graphè di Temesa”.

“Nessun’altra civiltà del mondo antico ha creato un sistema narrativo di racconti leggendari paragonabile a quello dei Greci”, commenta Cannatà. “Per secoli, attraverso il mythos (letteralmente ‘racconto’) e attraverso le storie dei suoi protagonisti principali, gli ‘eroi’, i Greci hanno narrato il loro passato più antico, ricostruendo le loro origini e legittimando il loro potere sul territorio, spesso a discapito di popolazioni non greche. La storia della Magna Grecia – continua- ci ha restituito numerosi esempi di questo fenomeno culturale. Quello più affascinante, sicuramente il più noto, sin dall’antichità, fu il mito dell’Eroe di Temesa, città costiera della Calabria tirrenica, poiché affonda le sue radici direttamente nell’Odissea, il poema fondativo della civiltà occidentale”.

La posizione di Temesa, città costiera della Calabria tirrenica, mostrata dall’archeologo Maurizio Cannatà, in alto a destra (foto MArRC)

“Temesa – spiega l’archeologo del MArRC- fu una delle tappe dell’avventura ‘italiana’ di Ulisse, il luogo dove uno dei suoi compagni, Polites, si ubriacò e violentò una fanciulla, essendo per questo ucciso dagli abitanti del luogo. Lasciato insepolto da Ulisse, che si affrettò a salpare con le sue navi, il corpo di Polites si trasformò in demone, perseguitando la comunità di Temesa. Da quell’antefatto nacque il mito di un eroe-lupo, cui veniva offerta in ogni anno la più bella fanciulla di Temesa per placare la sua ira, fino all’arrivo del prode Euthymos, un personaggio storico realmente esistito, pugile olimpionico e comandante dell’esercito locrese, che vinse in battaglia il demone liberando per sempre Temesa dal gravoso tributo. Una leggenda al confine tra il mito e la storia, quindi, da cui nacque addirittura un proverbio, noto in tutto il mondo antico, che metteva in guardia tutti coloro che erano artefici di soprusi e ingiustizie, dell’arrivo, prima o poi, dell’eroe di Temesa. Grazie a Pausania, scrittore greco del II secolo d.C., sappiamo che questa storia era così famosa da essere rappresentata in una pittura antica, in cui era raffigurato il ‘paesaggio mitico’ di Temesa, con la città, il suo fiume, la sua fonte e, soprattutto, il suo ‘Eroe’ vestito di lupo. La pittura era conservata a Olimpia, nel più importante santuario del mondo greco, dove i Greci conservavano le memorie del proprio passato mitico, e con esse anche della storia di Temesa e del suo Eroe”.