A Firenze Archeofilm anteprima nazionale del film “Il giuramento di Ciriaco” di Olivier Bourgeois: la storia vera di archeologi, operai e custodi che nel 2011 hanno portato in salvo 24mila reperti sotto i bombardamenti e il tiro dei cecchini, consentendo la rinascita del Museo di Aleppo. Una statua restaurata dall’università di Firenze
L’incredibile salvataggio delle opere d’arte del museo Archeologico nazionale di Aleppo, in Siria, dalle bombe e dalla distruzione della guerra civile, nel docufilm sugli “angeli dell’arte” dai toni thriller “Il giuramento di Ciriaco / The oath of Cyriac” di Olivier Bourgeois (Andorra, 2021; 73’), in anteprima nazionale a “Firenze Archeofilm”, venerdì 4 marzo 2022, alle 21, al Cinema La Compagnia. Per la prima volta viene mostrata al pubblico l’opera di archeologi, operai e custodi che nel 2011 ha permesso di portare in salvo 24mila reperti sotto i bombardamenti e il tiro dei cecchini, consentendo la rinascita del museo di Aleppo, e scongiurando il disastro avvenuto al museo di Baghdad: gli “angeli dell’arte” del museo vengono filmati mentre imballano i reperti con i propri vestiti, costruiscono muri per nascondere le statue ai saccheggiatori, arrivando a trasferire 24mila reperti da Aleppo a Damasco, grazie a camion di fortuna.

Locandina del film “Il giuramento di Ciriaco / The oath of Cyriac” di Olivier Bourgeois
Custodi, archeologi, guardie museali sono, loro malgrado, attori-eroi nel film evento di Olivier Bourgeois, girato all’apice dell’ultimo conflitto siriano, mentre la guerra civile infuria. Volti di donne e uomini disperati quanto tenaci “sfilano” incuranti delle telecamere così come della grandine dei proiettili mentre si dirigono ogni giorno verso il museo affrontando come in una moderna via crucis il fuoco dei cecchini, spesso dormendo in terra nello stesso museo, nel tentativo di portare a termine il salvataggio delle opere. Ci riusciranno. Il risultato è oggi sotto gli occhi di tutti, nel risorto museo di Aleppo. Il titolo del film-evento che arriva ora in Italia è un omaggio a Ciriaco d’Ancona, il più prolifico studioso delle antichità greche e romane del XV secolo, riconosciuto come uno dei padri fondatori dell’archeologia classica moderna. Ciriaco d’Ancona aveva giurato a sé stesso di salvare le antichità condannate a scomparire. Proprio come hanno fatto i protagonisti del film.

La statua di ‘Ain et-Tell, sovrano dell’area di Aleppo nel IX sec. a.C., distrutta nel cortile del museo Archeologico nazionale di Aleppo in Siria (foto AV / giunti)

La verifica del danno della statua di ‘Ain et-Tell, sovrano dell’area di Aleppo nel IX sec. a.C., all’università di Firenze (foto AV / giunti)
Tra i protagonisti dei restauri post-bellici anche l’università di Firenze che ha fatto risorgere dalle macerie una straordinaria statua del IX sec. a.C. La professoressa Marina Pucci (università di Firenze): “Il testamento di Ciriaco ci ha fatto rivivere quei terribili momenti ma anche il sospirato lieto fine”. Una bellissima statua di oltre due metri e risalente al IX sec. a.C. colpita e spezzata in tre parti giace nel cortile del museo Archeologico di Aleppo. Un ordigno l’ha centrata in pieno durante l’ultimo conflitto civile siriano. Il volto è danneggiato. Ma non tutto è perduto. Scende in campo l’università di Firenze che da più di sessant’anni, sotto l’egida del ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale, porta avanti progetti di tutela restauro e valorizzazione dei monumenti legati a questo territorio così martoriato. Fanno parte del gruppo Unifi: Marina Pucci (direzione), Gianluca Buonomini (restauratore), Stefano Sarri (restauratore museo Archeologico nazionale Firenze), Margherita Carletti (documentazione), Corrado Alvaro (grafica pannelli, documentazione). La statua viene restaurata nell’ambito di due recenti missioni, nell’ambito del progetto “Still Standing” promosso dal dipartimento SAGAS e grazie all’équipe coordinata dalla professoressa Marina Pucci. Il risultato è sorprendente. La scultura è quella di ‘Ain et-Tell, raffigura un sovrano dell’area di Aleppo nel IX sec. a.C., in un periodo politico in cui la città faceva parte di entità politiche regionali. Dichiara la professoressa Pucci: “Fare qualcosa di concreto per la città, aiutare a esaudire il desiderio dei colleghi e della comunità locale di tornare a occuparsi di altro che non fosse la mera sopravvivenza ci ha fatto dimenticare la mancanza di corrente elettrica, il muoversi tra edifici distrutti, le difficoltà di reperire i materiali”.

Gruppo di lavoro dell’università di Firenze impegnato nel restauro della statua di ‘Ain et-Tell dal museo Archeologico nazionale di Aleppo (foto AV / giunti)
Il film “Il testamento di Ciriaco” di Oliverier Bourgeois, in prima nazionale al Firenze Archeofilm, documenta in presa diretta i momenti disperati dell’impresa che ha portato al salvataggio di oltre ventimila reperti facendo rivivere emozioni contrastanti a chi si è trovato a operare in quei momenti. Conclude la Pucci: “È stata un’infinita soddisfazione. Quel giorno di ottobre 2021, quando il velo che la copriva è caduto mostrando al pubblico il re di ‘Ain et Tell restituito alla sua maestà, la gioia e l’entusiasmo dei presenti, ragazzi delle scuole, insegnanti, uomini in divisa e no, donne velate o meno, ministri e quant’altro, ha dimostrato il valore assoluto che il passato di una comunità, specialmente una comunità ferita, rappresenta per le sue componenti. La percezione di aver contribuito a tutto questo dà un senso al lavoro di tutti noi”.
Firenze. TourismA 2022: le date del Salone dell’Archeologia e del Turismo culturale (30 settembre – 2 ottobre 2022) e prime anticipazioni

tourismA 2022. La macchina a Firenze è (già) in moto… E si possono già segnare la data sull’agenda: 30 settembre – 2 ottobre 2022. Il gruppo di lavoro di Archeologia Viva procede a pieno ritmo per selezionare le molte proposte per il prossimo Salone dell’Archeologia e del Turismo Culturale che sarà sempre ospitato nella monumentale e centralissima cornice del Palacongressi di Firenze capace di offrire ampi spazi espositivi e congressuali. I grandi temi di “tourismA 2022” sono orientati ad approfondire il dibattito su un turismo culturale e ambientale impegnato a proporre mete inedite e modalità per ridurre l’impatto sulle risorse del pianeta. In tal senso sarà orientato anche il workshop per gli operatori turistici già fissato per venerdì 1° ottobre 2022.

Nei tre giorni della manifestazione sono previsti circa 40 momenti congressuali che vedono al centro le grandi scoperte e la partecipazione dei protagonisti dell’archeologia. Parallelamente grande spazio viene dato alle risorse locali e alla valorizzazione delle realtà virtuose che operano nei piccoli comuni italiani proponendo nuovi sorprendenti itinerari. Non mancherà il tradizionale momento delle missioni archeologiche italiane che operano in altri Paesi (anche i più difficili) con il sostegno del ministero degli Affari Esteri per la presentazione di una serie di sensazionali scoperte dalla Turchia al Pakistan, dall’Egitto all’Armenia, dall’Iraq all’Oman. Grande spazio anche all’archeologia virtuale che vede la partecipazione delle realtà pubbliche e private impegnate nello sviluppo di sistemi d’avanguardia per vivere fantastici viaggi nel tempo dall’età contemporanea fino alla più lontana preistoria.
Paestum. Alla Borsa mediterranea del Turismo archeologico consegnati due International Archaeological Discovery Award “Khaled al-Asaad” alla scoperta archeologica dell’anno: per il 2019 (non conferito per lockdown), scoperta in Iraq, nel Kurdistan nel sito di Faida a 50 km da Mosul, di dieci rilievi rupestri assiri (università di Udine); per il 2020, scoperta di “centinaia di sarcofagi nella necropoli di Saqqara in Egitto”

“Per non dimenticare chi si è sacrificato per il bene materiale dell’umanità intera”: così Ugo Picarelli fondatore e direttore della Borsa mediterranea del Turismo archeologico ha introdotto la cerimonia di consegna dell’International Archaeological Discovery Award “Khaled al-Asaad” intitolato all’archeologo di Palmira che ha pagato con la vita la difesa del patrimonio culturale. A ricevere il Premio per la scoperta archeologica riferita all’anno 2019 e vincitrice della 6ª edizione, ma non conferita a causa del lockdown, Daniele Morandi Bonacossi, direttore della Missione archeologica italiana nel Kurdistan iracheno e ordinario di Archeologia e Storia dell’Arte del Vicino Oriente Antico dell’università di Udine, per la scoperta in Iraq, nel Kurdistan nel sito di Faida a 50 km da Mosul, di dieci rilievi rupestri assiri, gli dèi dell’Antica Mesopotamia. “Lo scavo archeologico non è più un palcoscenico per solisti ma per un grande coro”, ha detto Morandi Bonacossi. “Dietro ogni grande scoperta non c’è una sola persona ma è un successo di squadra. Questo Premio ha un grande valore soprattutto per tutta la grande equipe con cui lavoro. Avevo conosciuto Khaled al-Asaad a Palmira quando ero un giovane studente e sono onorato di ricevere un riconoscimento che ne ricorda il grande sacrificio e il grande impegno per un sito di grande importanza simbolica come Palmira, crogiolo di culture diverse” (vedi Paestum, XXIII Borsa mediterranea del Turismo archeologico: assegnato alla scoperta di “centinaia di sarcofagi nella necropoli di Saqqara in Egitto” la 7ma edizione dell’International Archaeological Discovery Award “Khaled al-Asaad”, scelta tra le cinque più importanti del 2020. A novembre sarà consegnato anche il premio della 6° edizione (saltato per il Covid) andato alla scoperta di dieci rilievi rupestri assiri raffiguranti gli dèi dell’Antica Mesopotamia presso il sito di Faida (Iraq) | archeologiavocidalpassato).


I principi Firas di Giordania con il direttore Ugo Picarelli alla Borsa mediterranea del Turismo archeologico di Paestum (foto bmta)
La 7ª edizione dell’International Archaeological Discovery Award “Khaled al-Asaad” è stato assegnato alla scoperta di “centinaia di sarcofagi nella necropoli di Saqqara in Egitto”. Unico riconoscimento mondiale dedicato agli archeologi, che con sacrificio, dedizione, competenza e ricerca scientifica affrontano quotidianamente il loro compito nella doppia veste di studiosi del passato e di professionisti a servizio del territorio, il premio annuale viene assegnato in collaborazione con Archeo e le testate archeologiche internazionali media partner della Borsa: Antike Welt (Germania), AiD Archäologie in Deutschland (Germania), Archéologia (Francia), as. Archäologie der Schweiz (Svizzera), Current Archaeology (Regno Unito), Dossiers d’Archéologie (Francia). Alla cerimonia, coordinata da Andreas M. Steiner direttore responsabile Archeo, sono intervenuti Mounir Bouchenaki presidente onorario della Bmta, sua altezza reale Dana Firas presidente Petra National Trust, Paolo Matthiae professore emerito Sapienza università di Roma e Accademico dei Lincei, Mohamad Saleh ultimo direttore per il Turismo di Palmira.

È stato affidato alla voce di Roberta Salvatori della direzione generale per la Promozione del Sistema Paese del ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale il saluto del ministro Luigi Di Maio che ha scritto: “Costituisce una consolidata e qualificata presenza nel panorama degli eventi intesi a promuovere un turismo di qualità e a diffondere la conoscenza della storia e del patrimonio culturale italiano e internazionale. Nella sua ultraventennale attività, la Borsa mediterranea del Turismo archeologico si è affermata non solo come manifestazione di riferimento per il turismo culturale, ma anche come appuntamento importante per Università, istituti di ricerca, operatori culturali: un’apprezzata opportunità di incontro per gli addetti ai lavori e di visibilità per il grande pubblico, con l’obiettivo di promuovere la cultura e diffondere lo studio e la conoscenza reciproca dei patrimoni culturali dei Paesi partner. La promozione della cultura è una delle priorità della politica estera italiana. Nella cultura, infatti, ritroviamo non soltanto un valore identitario, ma anche una risorsa capace di contribuire, in una logica di sistema, allo sviluppo economico-sociale di ciascun Paese”.

“Siamo pertanto orgogliosi – ha continuato – dell’assegnazione dell’International Archaeological Discovery Award, significativamente intitolato all’archeologo Khaled Al Asaad, al prof. Daniele Morandi Bonacossi per la scoperta di dieci rilievi rupestri assiri raffiguranti gli dèi dell’Antica Mesopotamia. Da anni il MAECI sostiene finanziariamente la Missione del prof. Morandi Bonacossi “Terra di Ninive” in Iraq, nell’ambito di una più ampia azione di sostegno all’archeologia italiana fuori dai confini nazionali. Negli ultimi 10 anni siamo passati da 154 Missioni sostenute nel 2011 a 210 missioni nel 2021 attive in tutti i continenti, per contributi pari quasi a 2,2 milioni di euro. Quasi la metà di queste Missioni (98) si concentrano nel Mediterraneo e Medio Oriente, e ben 11 sono attive in Iraq. L’attività degli archeologi e dei restauratori italiani, oltre a ricevere l’indiscusso apprezzamento dei governi e delle comunità ospitanti, è per noi un fondamentale strumento di cooperazione e di dialogo, che ci consente di rafforzare le relazioni con gli altri Stati anche grazie alle iniziative di formazione e al trasferimento di tecnologie e conoscenze in settori, quali archeologia, restauro, tutela del patrimonio, in cui l’Italia è leader mondiale. Voglio congratularmi, quindi, con il prof. Morandi Bonacossi per i proficui risultati dell’impegno suo e dei suoi collaboratori nell’incessante opera di ricerca e messa in luce delle testimonianze di un passato che fonda il presente e illumina la via verso il futuro”.
Il museo Archeologico nazionale di Napoli a Paestum, nello stand alla XXIII Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico, presenta in anteprima la mostra “Sardegna Isola Megalitica” e il percorso immersivo e multisensoriale NURAGICA

Imponenti architetture nuragiche, piante che riecheggiano la flora sarda, foto di reperti e visori per conoscere, grazie alla realtà virtuale immersiva, le meraviglie di una terra dalla cultura millenaria: sino a domenica 28 novembre 2021, il museo Archeologico nazionale di Napoli è presente alla Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico di Paestum (25-28 novembre 2021) con uno stand dedicato alla mostra “Sardegna Isola Megalitica- Dai menhir ai nuraghi, storie di pietra nel cuore del Mediterraneo “, che sarà in programma al Mann dal 10 giugno all’11 settembre 2022. La grande esposizione sarà affiancata dall’experience NURAGICA, che racconterà la storia della civiltà sarda in un format innovativo e tecnologico. “Siamo qui a Paestum per presentare uno splendido evento al Mann”, spiega il direttore Paolo Giulierini, “dove l’archeologia della Sardegna sarà narrata non solo con un ricco progetto scientifico, ma anche con un suggestivo percorso multimediale. L’archeologia nuragica costituisce un punto di riferimento per la cultura del Mediterraneo e nasce dalla fusione di tanti popoli, ciascuno portatore di una specificità identitaria”.

Un percorso di approfondimento con due anime. In primis, “Sardegna Isola Megalitica”, che concluderà a Napoli il suo tour internazionale dopo Berlino, San Pietroburgo e Salonicco. La mostra è promossa, nell’ambito di un importante progetto di Heritage Tourism finanziato con fondi europei POR FESR 2014-2020, dalla Regione Autonoma Sardegna- assessorato del Turismo, Artigianato e Commercio con il museo Archeologico nazionale di Cagliari e la Direzione regionale Musei della Sardegna, insieme al Mann e ai musei ospitanti dei vari Paesi. L’esposizione ha ottenuto il patrocinio del MAECI e del MIC ed è realizzata con la collaborazione della Fondazione di Sardegna e il coordinamento generale di Villaggio Globale International. La mostra ha inoltre ricevuto la Medaglia del Presidente della Repubblica Italiana. “Sardegna Isola Megalitica” presenta quasi 200 reperti delle antiche culture megalitiche e nuragiche dell’isola. I manufatti, provenienti dai musei di Cagliari, Nuoro e Sassari, tracciano un affascinante viaggio alla scoperta di civiltà ancora in parte ignote, sviluppatesi nell’isola al centro del Mare nostrum.

NURAGICA, poi, proporrà un percorso immersivo e multisensoriale, creato ad hoc per il museo Archeologico: un viaggio guidato in cui il mondo dei nuragici riprenderà vita grazie a spettacolari scenografie e ambientazioni in scala reale che riprodurranno i principali siti archeologici dell’Isola. Così alla Bmta, sulle pareti dello stand del Mann, è possibile scoprire alcune immagini dei reperti in allestimento per “Sardegna Isola Megalitica”; i visitatori, nel corner del museo, hanno anche l’occasione di indossare i visori oculus, che permettono quasi di attraversare un antico villaggio isolano, avendo così un’anteprima dell’experience di NURAGICA.
Rovereto. La Rassegna del cinema archeologico diventa Festival e si apre alla città. Gli interventi di Giovanni Laezza, Alessandra Cattoi e Claudia Beretta per archeologiavocidalpassato.com

RAM film festival: da sinistra, Micol Cossali, assessore alla Cultura; Alessandra Cattoi, direttrice Fmcr; e Giovani Laezza, presidente della Fondazione museo civico di Rovereto (foto graziano tavan)
Il conto alla rovescia è cominciato. Mancano solo sette giorni alla prima edizione di RAM FILM FESTIVAL Rovereto, in calendario da mercoledì 13 ottobre a domenica 17 ottobre 2021 al teatro Zandonai di Rovereto, e in molti altri spazi di rilievo culturale della città trentina. Il festival, nato 32 anni fa come rassegna del documentario archeologico, cambia nome e si rinnova nella veste, allargando l’orizzonte alla più ampia tematica della tutela e valorizzazione del patrimonio culturale. Il RAM film festival è organizzato dalla Fondazione Museo Civico di Rovereto, con il sostegno del Comune di Rovereto, della Provincia Autonoma di Trento e della Fondazione Caritro, con il patrocinio del ministero della Cultura e del ministero degli Esteri (vedi Rovereto. Presentato il programma della prima edizione di RAM Film Festival Rovereto-Archeologia-Memorie, un festival diffuso che si espande a coinvolgere la città e il territorio con un programma ricco e articolato: al teatro Zandonai e on-line, una sessantina di film con 16 prime italiane, 10 prime assolute e 2 prime internazionali; all’Alfio Ghezzi Bistrot gli incontri culturali; al museo della Città la mostra “C’era una volta la peste: Venezia e Rovereto”. Molti gli eventi speciali | archeologiavocidalpassato).
“Sono particolarmente soddisfatto del cambio di passo operato quest’anno dal Festival”, dichiara Giovanni Laezza, presidente della Fondazione Museo Civico, “e dello sforzo per aprirsi nei confronti della città e di un pubblico vasto, con un’offerta, oltre che del palinsesto cinematografico, anche di svariate opportunità in città in collaborazione con APT e Distretto San Marco. Grazie a preziose collaborazioni, sono molte le occasioni culturali, per riflettere, per incontrare i numerosi ospiti, protagoniste e protagonisti del nostro tempo, per usufruire di corsi di formazione e di masterclass”. E l’assessore alla Cultura Micol Cossali: “Oggi la Rassegna del Cinema archeologico diventa Festival e si presenta in un nuovo formato, una naturale evoluzione di un percorso lungo più di tre decenni che l’ha vista crescere e trasformarsi, uscire dai teatri e connettersi con la città. Con l’auspicio che RAM film festival possa raggiungere sempre più persone e ampliare ancora di più il suo pubblico e coinvolgere le giovani generazioni, non solo all’interno della sala cinematografica, ma nei tanti eventi collaterali che arricchiscono il panorama culturale roveretano”.
Il programma del festival è previsto su 5 giornate, durante le quali alle proiezioni dei documentari in concorso si aggiungeranno incontri quotidiani con esperti, conferenze, visite, presentazioni di libri, aperitivi, masterclass, una mostra e un concerto di musica per il cinema. Sono 62 i film, tra documentari, docufiction e animazioni in concorso, selezionati su oltre 1400 iscritti a livello nazionale e internazionale. Immagini spettacolari, luoghi e siti straordinari e popoli poco conosciuti, storie e narrazioni che fanno parte dei tesori culturali del mondo. I documentari provengono da 25 diverse nazioni, con 34 luoghi del mondo rappresentati, con il loro patrimonio materiale e immateriale. 26 première, di cui 10 prime assolute, 2 prime internazionali e 14 prime italiane. Tutti i film saranno visibili anche online attraverso una piattaforma digitale.
Quattro sezioni per i film in concorso con altrettanti premi: “premio Paolo Orsi per il cinema archeologico” (sezione principale): film archeologici dedicati alla tematica della tutela e valorizzazione patrimonio tangibile; “L’Italia si racconta”, sezione dedicata a opere cinematografiche sull’Italia che parlano di patrimonio culturale immateriale come, tradizioni, storia, antiche comunità; “Cultura Animata”: animazioni italiane e straniere dedicate ad archeologia, popoli, culture; “Sguardi dal mondo”, sezione dedicata a opere cinematografiche provenienti da ogni paese del mondo che parlano di patrimonio intangibile, tradizioni, cultura, antiche comunità. A completamento di un programma basato in gran parte sulla proposta di film e documentari, il Festival propone contemporaneamente alle proiezioni: conferenze e momenti di approfondimento con esperti del settore; un concerto dedicato alla musica nel cinema; una serata sul documentario tra Storia e Sport; aperitivi al bistrot sui temi del Festival; laboratori e presentazioni di libri a cura delle librerie della città; visite guidate sul territorio; visite guidate alla mostra “C’era una volta la Peste” allestita al Museo della Città che si terrà in concomitanza con il festival; corsi di approfondimento e aggiornamento professionale (per studenti, giornalisti ed operatori); menù a tema e iniziative varie in collaborazione con gli esercizi commerciali del distretto San Marco nel centro storico cittadino. Prestigiosi gli ospiti di questa edizione, impegnati sia in serate a teatro che in spazi alternativi, sui temi del Festival. Incontri a teatro, giovedì 14 ottobre 2021, alle 20.45, Federico Buffa, su “1936: L’Olimpiade che ha cambiato il cinema”. Storie di uomini e di sport si intrecciano attraverso gli “sguardi” della regista Leni Riefenstahl. Sabato 16 ottobre 2021, alle 20.45, Leandro Piccioni e Quartetto Pessoa in concerto per pianoforte e quartetto d’archi “Musica per il cinema. Omaggio a Ennio Morricone”; domenica 17 ottobre 2021, alle 16.30, Nicolò Bongiorno su “Raccontando l’India: Il Ladakh”. Incontri al bistrot: tre aperitivi a tu per tu con l’esperto alle 17 nel Bistrot dello chef stellato Alfio Ghezzi. Giovedì 14 ottobre 2021, “Il lungo viaggio dell’archeologia”, con Andrea Augenti, archeologo; venerdì 15 ottobre 2021, “Nôtre Dame: tecnologie e progetti per il restauro del secolo”, con Tiziano Straffelini, esperto di restauro di monumenti; sabato 16 ottobre 2021, “Il fumetto tra storia e fiction: Martin Mystère a Venezia”, con Andrea Artusi, disegnatore.
Gea 2021-Ica: “Archeologia e inclusione”. Contributo 16: “Missione Archeologica Italiana a Malta – Ricerche a Tas-Silġ”, dalla preistoria all’età bizantina
Per l’edizione 2021 delle Giornate Europee per l’Archeologia, l’ICA – Istituto centrale per l’Archeologia propone il tema guida dal titolo “Archeologia e inclusione. Missioni archeologiche italiane all’estero e comunità locali dei paesi ospitanti: interazioni, coinvolgimento, formazione”. Sedicesimo contributo: “Missione Archeologica Italiana a Malta – Ricerche a Tas-Silġ”.
In occasione delle Giornate Europee dell’Archeologia 2021, l’ICA condivide volentieri il video della Missione Archeologica Italiana Malta, nata nel 1963 con l’obiettivo di indagare il santuario plurimillenario di Tas-Silġ (Marsaxlokk) unitamente ad altri siti dell’arcipelago (San Pawl Milqi – Burmarrad e Ras-il-Wardija nell’isola di Gozo). Una nuova stagione di scavi è stata condotta a Tas-Silġ tra il 1996 e il 2011 in collaborazione con la Superintendence of Cultural Heritage and Heritage Malta. Le ricerche, sostenute dal ministero degli Esteri Italiano e dalle varie Università afferenti alla Missione e attuate tramite le più recenti metodologie di analisi, sono ora rivolte allo studio del sito anche nel quadro degli sviluppi storico-culturali del Mediterraneo centrale dalla preistoria all’età bizantina. In stretta collaborazione con le istituzioni maltesi, l’Università di Malta, l’Istituto Italiano di Cultura e l’Ambasciata Italiana, la Missione è impegnata nella disseminazione al pubblico dei risultati, tramite conferenze, workshops e open-day sul sito.
The Italian Archaeological Mission was established in 1963 with the aim of exploring the multimillennial sanctuary at Tas-Silġ (Marsaxlokk), as well as other sites in the archipelago (San Pawl Milqi – Burmarrad and Ras-il-Wardija – Gozo). New fieldwork was undertaken at Tas-Silġ between 1996 and 2011 in synergy with the Superintendence of Cultural Heritage and Heritage Malta. Research activities, supported by the Italian Ministry of Foreign Affairs and the Universities collaborating on the Mission, are now mostly devoted to the study of the site in the framework of Central Mediterranean historic trajectories from Late Prehistory to the Byzantine period. In tight collaboration with the Maltese institutions, the University of Malta, the Italian Cultural Institute and the Italian Embassy the research team is committed to the dissemination of results to the public through conferences, workshops and open days on the site.
(16 – continua)
Gea 2021-Ica: “Archeologia e inclusione”. Contributo 12: “Missione Archeologica Italiana Afghanistan ISMEO”, fondata nel 1957 da Giuseppe Tucci
Per l’edizione 2021 delle Giornate Europee per l’Archeologia, l’ICA – Istituto centrale per l’Archeologia propone il tema guida dal titolo “Archeologia e inclusione. Missioni archeologiche italiane all’estero e comunità locali dei paesi ospitanti: interazioni, coinvolgimento, formazione”. Dodicesimo contributo: “Missione Archeologica Italiana Afghanistan ISMEO”.
L’ICA condivide con piacere, in occasione delle GEA 2021, il video trasmesso dalla Missione Archeologica Italiana in Afganistan – ISMEO. La Missione (1957-1979/2002-), diretta da Anna Filigenzi (UniOr), è amministrata dall’ISMEO – Associazione Internazionale di Studi sul Mediterraneo e l’Oriente e, come tutti i progetti archeologici di ISMEO, è sostenuta dal ministero degli Affari Esteri e Cooperazione Internazionale, DGSP, Ufficio VI e gode di un contributo del Progetto MIUR “Studi e ricerche sulle culture dell’Asia e dell’Africa: tradizione e continuità, rivitalizzazione e divulgazione”.
(12 – continua)
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