Rovereto. Al museo della Città aperta la mostra “Gente di fiume. Millenni di storia sulle rive dell’Adige”: reperti, documenti, fotografie e modellini raccontano la principale via d’acqua che dalla preistoria all’arrivo della ferrovia ha determinato lo sviluppo economico e sociale dalle valli alpine fino al mare

L’ingresso della mostra “Gente di fiume” al museo della Città a Rovereto (foto graziano tavan)
“Attorno ai fiumi sono sviluppate le grandi civiltà della storia. La presenza di corsi d’acqua ha da sempre rappresentato un elemento chiave per la nascita e per la crescita delle comunità per svariati motivi: l’agricoltura, il commercio, gli scambi e le relazioni, ma anche l’artigianato e l’industria. Questo vale anche per Rovereto e per la Vallagarina la cui storia è strettamente connessa all’acqua, alla presenza del fiume Adige, per secoli via di comunicazione commerciale strategica tra Bolzano e Verona (centrale il ruolo del porto di Sacco), ma anche del torrente Leno, collegamento tra la montagna e la valle, generatore di forza motrice per le manifatture di tipo artigianale e industriale con il sistema delle rogge e poi di energia elettrica con le dighe”. Così Micol Cossali, assessore alla Cultura di Rovereto (Tn), all’inaugurazione della mostra “Gente di fiume. Millenni di storia sulle rive dell’Adige” al museo della Città di Rovereto dal 4 marzo all’11 giugno 2023, dedicata al fiume Adige, la principale via d’acqua che per secoli ha determinato lo sviluppo economico e sociale lungo i 400 chilometri del suo corso, dalle valli alpine fino al mare. Ideata e curata dall’archeologo del museo rovereto Maurizio Battisti con la storica dell’arte Alice Salavolti e il supporto dello staff della Fondazione Museo Civico, la mostra è promossa dal Comune di Rovereto, dalla Provincia autonoma di Trento, dalla Comunità della Vallagarina, con il sostegno di Cassa Rurale Alto Garda Rovereto. Il catalogo della mostra è stato realizzato in collaborazione con Edizioni Osiride.

Mostra “Gente di fiume”: da sinistra, Giovanni Laezza, presidente Fmcr; Alessandra Cattoi, direttrice Fmcr; Maurizio Battisti, archeologo Fmcr; Alice Salavolti, storica dell’arte Fmcr (foto graziano tavan)
“La mostra Gente di fiume”, commenta il presidente della Fondazione Museo Civico, Giovanni Laezza, “è stata ideata e realizzata dai ricercatori del nostro museo ed è un’iniziativa importante che, ancora una volta, dimostra la dinamicità dell’ente. E il Museo della Città rappresenta la sede perfetta che assolva alla propria missione istituzionale, quella di porsi al centro di numerose collaborazioni di persone, associazioni ed enti poste in essere per realizzare questo evento, per creare ponti tra le realtà territoriali ed extraterritoriali, seguendo i collegamenti fisici e metaforici, proprio come fa il fiume”. Moltissimi i prestiti da privati e le collaborazioni con associazioni ed enti: l’Associazione Porto Fluviale di Bolzano, la Biblioteca Civica G. Tartarotti di Rovereto, il Comitato Un Borgo e il suo Fiume, la Fondazione Cariverona, il Gruppo Zattieri Borgo Sacco, il Museo dell’Adige di Pescantina, il Museo civico della navigazione fluviale a Battaglia Terme (Associazione Traditional Venetian Boats), il Museo Storico Italiano della Guerra, il Centro Audiovisivi della Provincia autonoma di Bolzano, la Soprintendenza per i Beni Culturali della Provincia Autonoma di Trento.

Modellino in scala di panciana, imbarcazione che risale l’Adige grazie al traino (alaggio) di animali, conservato al museo dell’Adige di Pescantina (foto graziano tavan)
Gente di fiume. Fino a pochi secoli or sono, il paesaggio e la vita in Vallagarina erano radicalmente diversi da quelli odierni. Per millenni l’Adige ha svolto un ruolo da protagonista assoluto e lo scorrere delle sue acque era in sintonia con l’esistenza degli abitanti della valle. il fiume, oltre a caratterizzare il territorio dal punto di vista geografico, ne è stato il fulcro commerciale, quello che definiva mestieri e professioni, che dava identità a tutti i popoli lungo il suo corso, che li metteva in comunicazione o ne definiva i confini. La storia della “Gente di Fiume” non è solo la storia di zattieri, barcari, traghettatori e altre professioni dipendenti dal fiume ma anche quella di artigiani, pescatori, tintori e contadini, un ecosistema e un ambiente sociale talmente diversi dall’attuale, tali da risultare quasi alieni ai nostri occhi, e le cui testimonianze rischiano di sfuggire o di essere del tutto dimenticate.

Bronzetto del II sec. d.C. raffigurante Mercurio, il dio protettore dei commerci, rinvenuto a Navicello di Rovereto, di proprietà della Provincia di Trento (foto graziano tavan)
La mostra ripercorre la vita delle comunità fiorite sulle rive dell’Adige dalla preistoria fino alla metà dell’Ottocento, ne esplora collegamenti commerciali, spostamenti, merci e professioni, tracce identitarie lungo gli oltre 400 chilometri del suo corso. Nell’esposizione si ritrovano reperti archeologici, manufatti etnografici, testimonianze, opere d’arte, mappe storiche e antichi testi ed è arricchita da ricostruzioni grafiche, il tutto a documentare vicende storiche, attività lavorative, mansioni e gesti svolti con metodi e strumenti arcaici e moderni. Da non perdere l’esperienza immersiva con i visori 3D per calarsi in prima persona sulle rive del fiume quasi quattromila anni fa.

L’archeologo Maurizio Battisti, curatore della mostra, guiderà le visite all’esposizione al museo della Città (foto graziano tavan)
Visite guidate e incontri. Ogni prima e terza domenica del mese, alle 15, visite guidate alla mostra con gli esperti del museo di Rovereto. Costo 7 euro compreso l’ingresso al museo. Consigliata la prenotazione. Ogni quarta domenica del mese, alle 15, percorso guidato sul territorio dedicato alla navigazione sull’Adige, con partenza all’ingresso dell’ex Manifattura Tabacchi di Borgo Sacco. Durata 1 ora e 30 min circa. Passeggiata in compagnia di un archeologo fra le vie di Borgo Sacco alla scoperta del suo storico legame col fiume Adige. Storie di zattere, barche e traghetti di un piccolo villaggio portuale le cui origini si perdono nell’antichità più remota. Costo 7 euro solo su prenotazione. Ogni giovedì, dal 30 marzo al 27 aprile 2023, alle 18, in sala delle Idee al museo della Città, conferenze tematiche. Ingresso libero.
Rovereto. La Rassegna del cinema archeologico diventa Festival e si apre alla città. Gli interventi di Giovanni Laezza, Alessandra Cattoi e Claudia Beretta per archeologiavocidalpassato.com

RAM film festival: da sinistra, Micol Cossali, assessore alla Cultura; Alessandra Cattoi, direttrice Fmcr; e Giovani Laezza, presidente della Fondazione museo civico di Rovereto (foto graziano tavan)
Il conto alla rovescia è cominciato. Mancano solo sette giorni alla prima edizione di RAM FILM FESTIVAL Rovereto, in calendario da mercoledì 13 ottobre a domenica 17 ottobre 2021 al teatro Zandonai di Rovereto, e in molti altri spazi di rilievo culturale della città trentina. Il festival, nato 32 anni fa come rassegna del documentario archeologico, cambia nome e si rinnova nella veste, allargando l’orizzonte alla più ampia tematica della tutela e valorizzazione del patrimonio culturale. Il RAM film festival è organizzato dalla Fondazione Museo Civico di Rovereto, con il sostegno del Comune di Rovereto, della Provincia Autonoma di Trento e della Fondazione Caritro, con il patrocinio del ministero della Cultura e del ministero degli Esteri (vedi Rovereto. Presentato il programma della prima edizione di RAM Film Festival Rovereto-Archeologia-Memorie, un festival diffuso che si espande a coinvolgere la città e il territorio con un programma ricco e articolato: al teatro Zandonai e on-line, una sessantina di film con 16 prime italiane, 10 prime assolute e 2 prime internazionali; all’Alfio Ghezzi Bistrot gli incontri culturali; al museo della Città la mostra “C’era una volta la peste: Venezia e Rovereto”. Molti gli eventi speciali | archeologiavocidalpassato).
“Sono particolarmente soddisfatto del cambio di passo operato quest’anno dal Festival”, dichiara Giovanni Laezza, presidente della Fondazione Museo Civico, “e dello sforzo per aprirsi nei confronti della città e di un pubblico vasto, con un’offerta, oltre che del palinsesto cinematografico, anche di svariate opportunità in città in collaborazione con APT e Distretto San Marco. Grazie a preziose collaborazioni, sono molte le occasioni culturali, per riflettere, per incontrare i numerosi ospiti, protagoniste e protagonisti del nostro tempo, per usufruire di corsi di formazione e di masterclass”. E l’assessore alla Cultura Micol Cossali: “Oggi la Rassegna del Cinema archeologico diventa Festival e si presenta in un nuovo formato, una naturale evoluzione di un percorso lungo più di tre decenni che l’ha vista crescere e trasformarsi, uscire dai teatri e connettersi con la città. Con l’auspicio che RAM film festival possa raggiungere sempre più persone e ampliare ancora di più il suo pubblico e coinvolgere le giovani generazioni, non solo all’interno della sala cinematografica, ma nei tanti eventi collaterali che arricchiscono il panorama culturale roveretano”.
Il programma del festival è previsto su 5 giornate, durante le quali alle proiezioni dei documentari in concorso si aggiungeranno incontri quotidiani con esperti, conferenze, visite, presentazioni di libri, aperitivi, masterclass, una mostra e un concerto di musica per il cinema. Sono 62 i film, tra documentari, docufiction e animazioni in concorso, selezionati su oltre 1400 iscritti a livello nazionale e internazionale. Immagini spettacolari, luoghi e siti straordinari e popoli poco conosciuti, storie e narrazioni che fanno parte dei tesori culturali del mondo. I documentari provengono da 25 diverse nazioni, con 34 luoghi del mondo rappresentati, con il loro patrimonio materiale e immateriale. 26 première, di cui 10 prime assolute, 2 prime internazionali e 14 prime italiane. Tutti i film saranno visibili anche online attraverso una piattaforma digitale.
Quattro sezioni per i film in concorso con altrettanti premi: “premio Paolo Orsi per il cinema archeologico” (sezione principale): film archeologici dedicati alla tematica della tutela e valorizzazione patrimonio tangibile; “L’Italia si racconta”, sezione dedicata a opere cinematografiche sull’Italia che parlano di patrimonio culturale immateriale come, tradizioni, storia, antiche comunità; “Cultura Animata”: animazioni italiane e straniere dedicate ad archeologia, popoli, culture; “Sguardi dal mondo”, sezione dedicata a opere cinematografiche provenienti da ogni paese del mondo che parlano di patrimonio intangibile, tradizioni, cultura, antiche comunità. A completamento di un programma basato in gran parte sulla proposta di film e documentari, il Festival propone contemporaneamente alle proiezioni: conferenze e momenti di approfondimento con esperti del settore; un concerto dedicato alla musica nel cinema; una serata sul documentario tra Storia e Sport; aperitivi al bistrot sui temi del Festival; laboratori e presentazioni di libri a cura delle librerie della città; visite guidate sul territorio; visite guidate alla mostra “C’era una volta la Peste” allestita al Museo della Città che si terrà in concomitanza con il festival; corsi di approfondimento e aggiornamento professionale (per studenti, giornalisti ed operatori); menù a tema e iniziative varie in collaborazione con gli esercizi commerciali del distretto San Marco nel centro storico cittadino. Prestigiosi gli ospiti di questa edizione, impegnati sia in serate a teatro che in spazi alternativi, sui temi del Festival. Incontri a teatro, giovedì 14 ottobre 2021, alle 20.45, Federico Buffa, su “1936: L’Olimpiade che ha cambiato il cinema”. Storie di uomini e di sport si intrecciano attraverso gli “sguardi” della regista Leni Riefenstahl. Sabato 16 ottobre 2021, alle 20.45, Leandro Piccioni e Quartetto Pessoa in concerto per pianoforte e quartetto d’archi “Musica per il cinema. Omaggio a Ennio Morricone”; domenica 17 ottobre 2021, alle 16.30, Nicolò Bongiorno su “Raccontando l’India: Il Ladakh”. Incontri al bistrot: tre aperitivi a tu per tu con l’esperto alle 17 nel Bistrot dello chef stellato Alfio Ghezzi. Giovedì 14 ottobre 2021, “Il lungo viaggio dell’archeologia”, con Andrea Augenti, archeologo; venerdì 15 ottobre 2021, “Nôtre Dame: tecnologie e progetti per il restauro del secolo”, con Tiziano Straffelini, esperto di restauro di monumenti; sabato 16 ottobre 2021, “Il fumetto tra storia e fiction: Martin Mystère a Venezia”, con Andrea Artusi, disegnatore.
Al RAM film festival – Rovereto Archeologia Memorie non solo cinema: in programma anche tre corsi di formazione e approfondimento dedicati a insegnanti, giornalisti e documentaristi con esperti del settore

RAM film festival: non solo cinema a Rovereto Archeologia Memorie. Ma anche corsi di formazione e approfondimento dedicati a insegnanti, giornalisti e documentaristi con esperti del settore. “Il Festival rimane sì un appuntamento di alto livello, ma non è di nicchia. Oltre al teatro, esce per le strade cittadine, propone appuntamenti per i giovani, intreccia cultura, tradizioni e vita”, ricorda Giovanni Laezza, presidente della Fondazione Museo civico di Rovereto. “L’auspicio è che RAM film festival possa raggiungere sempre più persone e ampliare ancora di più il suo pubblico e coinvolgere le giovani generazioni, non solo all’interno della sala cinematografica, ma nei tanti eventi collaterali che arricchiscono il panorama culturale della nostra città”, gli fa eco Micol Cossali, assessore alla Cultura creatività giovanile e innovazione del Comune di Rovereto. E Alessandra Cattoi, direttore della Fondazione Museo Civico di Rovereto, chiude: “Il RAM film festival vuole coinvolgere il suo pubblico e tutta la città di Rovereto, protagonista di un evento culturale che ci auguriamo sia davvero speciale”. Ed ecco quindi la proposta di tre Masterclass dedicate, che si terranno nella sala “Carlo Belli” a Palazzo Alberti Poja in corso Bettini 41 a Rovereto, dove si accederà con il Green Pass.
Masterclass per docenti, mercoledì 13 ottobre 2021, dalle 16 alle 18. “Cinema per la didattica: insegnare la cultura con l’audiovisivo” con Romina Zanon, artista visiva che utilizza la fotografia, il video e il disegno per realizzare progetti artistici e di comunicazione, collaborando con diversi enti nazionali e internazionali. In ambito didattico, il cinema può essere uno strumento straordinario. Viene proposto un focus nel quale l’audiovisivo diventa mezzo di conoscenza e comprensione, a disposizione di docenti e studenti. Il corso di aggiornamento è dedicato agli insegnanti di ogni ordine e grado. La Fondazione Museo Civico di Rovereto è ente accreditato per la formazione del personale docente. Partecipazione gratuita. Iscrizioni entro martedì 12 ottobre 2021 all’indirizzo didattica@fondazionemcr.it
Masterclass per giornalisti, giovedì 14 ottobre 2021, dalle 10 alle 12. “Il patrimonio culturale nei conflitti: rischi e riflessioni” con Elena Franchi, giornalista pubblicista, membro della Commissione Sicurezza ed Emergenza dell’International Council of Museums (ICOM) e della Società Italiana per la Protezione dei Beni Culturali (SIPBC). Il patrimonio culturale può diventare un “obiettivo pagante” in caso di guerre e terrorismo, volti a eliminare intenzionalmente i simboli di chi è ritenuto “nemico”. Attraverso esempi tratti da guerre diverse si evidenzieranno alcuni problemi particolari, come l’utilizzo improprio di un edificio, la perdita del patrimonio immateriale, le reazioni della popolazione locale, il furto e il traffico illecito di beni culturali, i rischi legati alla ricostruzione e l’importanza dell’educazione di civili e militari, cercando di capire cosa si può imparare dal passato e quali domande può porsi un giornalista di fronte a questi temi, soprattutto se non ha la possibilità di accedere direttamente all’area di crisi. In collaborazione con l’Ordine dei Giornalisti del Trentino-Alto Adige. Partecipazione gratuita e iscrizione sulla piattaforma SIGeF.

Masterclass per videomaker, venerdì 15 ottobre 2021, dalle 9 alle 16. “Non basta un’idea brillante. Il percorso dal progetto al film”. Non basta un’idea brillante per passare da un progetto alla realizzazione di un documentario. Nella Masterclass proposta da RAM film festival, tre insegnanti d’eccezione guidano lungo il fondamentale percorso che fa maturare un’idea, dalla presentazione per i finanziamenti, alla scrittura di un soggetto e una sceneggiatura, all’approccio con le tematiche culturali e al documentario come testimonianza. Costo 50 euro comprensivo di pasto e materiale didattico. Iscrizione online sul sito del festival www.ramfilmfestival.it. Per info: rassegna@fondazionemcr.it.

Il regista Emanuele Gerosa
Programma: 8.45, accoglienza e registrazione; 9-11, “Il pitch: gettare le basi per passare da un’idea alla realizzazione di un film” con Emanuele Gerosa, regista e documentarista pluripremiato. Dopo i primi lavori selezionati in numerosi festival internazionali, completa nel 2015 il primo lungometraggio “Between Sisters” che ottiene premi e riconoscimenti in tutto il mondo. Nel 2019 finisce il nuovo film “One More Jump”, selezionato e premiato in numerosi film festival in Italia e all’estero, fra questi il prestigioso Prix Europa 2020 come miglior film documentario di tutti i broadcaster europei. Le regole d’oro del pitch. Il primo passo per realizzare un film è un’idea brillante, ma poi il percorso è molto lungo e uno degli aspetti più complessi è come preparare il materiale per poter coinvolgere nel progetto produttori, partners e finanziatori disposti a scommettere sulla nostra idea. Oltre al talento e alla tenacia ci vogliono anche una grande organizzazione e un metodo. Preparare un dossier e un teaser e presentare il proprio progetto a un pitch, sono degli step obbligatori se vogliamo avere qualche possibilità di cominciare a lavorare e poi portare a termine il nostro film. Coffee Break.

Il regista Francesco Mattuzzi
Ore 11.15-13.15, “Il cinema documentario come patrimonio culturale” con Francesco Mattuzzi, regista e documentarista. Nel 2010 ha presentato “Future Archaeology”, un film stereo 3D anaglifico nella sezione Orizzonti, alla Biennale di Venezia (67°) e nel 2016 “The Weight of Dreams” ha vinto il Premio RAI Cinema a Visioni dal Mondo International Film Festival di Milano. È stato selezionato come regista al Berlinale Talents 2016 ed è docente in film-making alla Libera Università di Bolzano. Cinema come testimonianza, interpretare un bene da conservare. La rappresentazione della realtà attraverso lo sguardo e la ricerca di nuove forme narrative. Dalla sala cinematografica all’installazione artistica in un museo. Pausa pranzo.

Il regista Dario Baldi
Ore 14-16, “Come scrivo il mio documentario. Scrivere il soggetto e la sceneggiatura del documentario. Principi di regia” con Dario Baldi. Regista, cresciuto in una famiglia dedita al cinema, dopo un passato da montatore, si dedica alla scrittura e alla regia realizzando diversi videoclip e pubblicità in Italia e all’estero, per poi passare al documentario, e infine al cinema. Ha collaborato con produzioni e clienti internazionali, tra cui Universal Music, BBC, Channel 4, Turner, Rai, Medusa. Realizza inoltre diversi film per il cinema con successo di critica e pubblico, e insegna cinema per diverse accademie. Produce con il suo studio, prodotti e opere di vario genere, spaziando dai crossmedia al cinema.
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