Archivio tag | menzione speciale "Archeoblogger"

Rovereto. Serata finale del RAM film festival con teatro Zandonai esaurito in ogni ordine di posti, dopo cinque giorni con incontri sempre sold out: il pubblico premia il film “The lost Mountaineers” e il premio “Paolo Orsi” al film “The Time they spent here”. Ecco tutti gli altri premi e le molte menzioni

rovereto_rassegna-RAM-2023_teatro-zandonai_serata-finale_foto-graziano-tavan

RAM film festival 2023: teatro Zandonai esaurito in ogni ordine di posti per la serata finale (foto graziano tavan)

rovereto_rassegna-RAM-2023_teatro-zandonai_serata-finale_neri-marcorè_foto-graziano-tavan

Neri Marcorè al teatro Zandonai di Rovereto nella serata finale del RAM film festival 2023 (foto graziano tavan)

Con un teatro Zandonai gremito in ogni ordine di posti si è chiusa una grande edizione del RAM film festival Rovereto Archeologia Memorie, con focus Sguardi sul Clima: nei cinque giorni di programmazione, dal 4 all’8 ottobre 2023, un pubblico attento e competente ha apprezzato i 62 film in concorso suddivisi in quattro sezioni: Cinema archeologico (la sezione più corposa, quest’anno associata al premio biennale intitolato al grande archeologo roveretano “Paolo Orsi”), L’Italia si racconta, Sguardi dal Mondo, e Cultura animata; ma ha anche “esaurito” i posti disponibili in tutti gli incontri e negli approfondimenti con gli ospiti, fino ad assiepare anche i palchi più in alto dello Zandonai per seguire nella serata finale l’incontro speciale con Neri Marcorè. Il festival, dedicato all’archeologia e alle memorie del passato, e alle sfide per la conservazione del patrimonio culturale nel futuro che cambia, con particolare attenzione all’emergenza climatica, ha rappresentato una vetrina unica per l’esplorazione delle culture antiche e per la scoperta di nuove prospettive sulla nostra storia.

rovereto_rassegna-RAM-2023_teatro-zandonai_serata-finale_giovanni-laezza_foto-graziano-tavan

Giovanni Laezza, presidente dalla Fondazione museo civico di Rovereto, al teatro Zandonai di Rovereto nella serata finale del RAM film festival 2023 (foto graziano tavan)

“La partecipazione del pubblico a questa edizione del festival ha confermato l’interesse crescente per il nostro festival”, ha commentato Giovanni Laezza, presidente della Fondazione Museo Civico di Rovereto che organizza il RAM, “e la nutrita rappresentanza di addetti ai lavori, fatta di decine registi, produttori, autori, membri delle giurie, esperti che hanno partecipato alle proiezioni, e anche al momento speciale a loro dedicato per potersi scambiare impressioni e contatti, contribuisce a posizionare la città di Rovereto in un circuito di eventi legati al cinema a livello nazionale e internazionale, ampliando gli orizzonti oltre i confini cittadini. Il RAM Film Festival Rovereto Archeologia Memorie continua così a svolgere un ruolo fondamentale nel promuovere la consapevolezza e l’importanza della conservazione del nostro passato e della divulgazione al grande pubblico di contenuti importanti attraverso il cinema e i momenti informali”.

PREMIO RAM film festival del pubblico. Sintesi di quanto proposto nella ricca programmazione, prima della performance di Neri Marcorè, sono state le premiazioni dei film segnalati dalle giurie tecniche e dal pubblico. I favori del pubblico sono andati al film “The lost Mountaineers” di Andrea Andreotti e Diego Busacca (Italia 2023, 50’), produzione Museo storico del Trentino, che ha vinto il premio RAM Film Festival.

rovereto_rassegna-RAM-2023_teatro-zandonai_serata-finale_andrea-andreotti_foto-graziano-tavan

Il regista Andrea Andreotti solleva il premio RAM film festival assegnato dal pubblico al film “The lost Mountaineers” (foto graziano tavan)

Il documentario realizzato con la consulenza scientifica di Ben Appleby, Aldo Miorelli, Antonella Previdi, Giacomo Zanetti e Lorenzo Gardumi, è dedicato a un DUKW, un mezzo anfibio americano affondato nel Lago di Garda il 30 aprile 1945. I soldati a bordo del mezzo furono dichiarati dispersi ma non dimenticati e le ricerche sono arrivate ad un punto di svolta più di settant’anni dopo. Il documentario, presentato per la prima volta in assoluto al pubblico, ha ricevuto anche una menzione speciale da parte della giuria del premio “L’Italia si racconta”.

film-saving-venice-salvare-Venezia_di-Duncan-Bulling

Frame del film “Saving Venice / Salvare Venezia” di Duncan Bulling

Molto apprezzati nel voto del pubblico, giunti a pochi decimi di punto dal vincitore, anche il documentario britannico “Saving Venice / Salvare Venezia”, di Duncan Bulling (Regno Unito 2022, 52’), prodotto da LionTv, in anteprima italiana, e “Memorie di un mondo sommerso”, di Philippe Nicolet (Svizzera 2021, 58’), prodotto dalla Association Palafittalp/Studio NVP3D dedicato alle palafitte dell’arco alpino.

PREMIO PAOLO ORSI per il Cinema Archeologico. La giuria internazionale composta da Barbara Maurina (presidente), Mark Pearce e Annamaria Ravagnan, ha assegnato il premio al film “The Time they spent here / Il tempo che hanno trascorso qui” di Edward Owles (Regno Unito 2023, 23’), produzione Richard Tacon, presentato al RAM in prima mondiale. Qual è la magia dell’arte rupestre? Due veterani archeologi di Tanum, in Svezia, cercano il modo migliore per documentare e preservare le antiche incisioni locali risalenti all’età del Bronzo.

rovereto_rassegna-RAM-2023_teatro-zandonai_serata-finale_barbara-maurina_foto-graziano-tavan

Barbara Maurina, presidente della giuria per il Cinema archeologico, legge la motivazione per l’assegnazione del premio Paolo Orsi al film “The time they spent here” (foto graziano tavan)

Ecco la motivazione: “Un cortometraggio piccolo per dimensioni ma grande per il contenuto e l’intensità, a tratti lirica, con cui racconta l’appassionato lavoro di due attempati studiosi che hanno dedicato la loro vita a registrare, analizzare e tutelare le incisioni rupestri di Tanum nella Svezia nord-occidentale, le quali costituiscono la più grande concentrazione di arte dell’Età del Bronzo in Europa. Una vera e propria missione, volta alla salvaguardia di un patrimonio archeologico oggi più che mai minacciato dall’azione degli agenti atmosferici. Il documentario con profonda sensibilità, umanità e delicatezza riesce a comunicare in modo originale e convincente l’essenza della vocazione dell’archeologo e a fondere in un perfetto equilibrio il messaggio scientifico con il linguaggio cinematografico”.

film_A-la-recherche-de-la-musique-de-l-antiquité_di-Bernard-George

Frame del film “A la recherche de la musique de l’antiquité / Alla ricerca della musica dell’antichità” di Bernard George

Menzione speciale al film “A la recherche de la musique de l’antiquité  / Alla ricerca della musica dell’antichità” di Bernard George (Francia 2021, 53’), produzione O2B films. Da trent’anni, grazie al contributo delle tecnologie digitali, una disciplina in rapida crescita, l’archeo­logia musicale, riporta in vita musiche perdute, sa­cre o profane, che scandivano la vita delle antiche civiltà. Motivazione: “Un affascinante film che racconta le metodologie della ricerca volta a restituirci la musica antica. A partire del papiro musicale del Louvre, passando per l’antica canzone rinvenuta in Turchia e la partitura iscritta sul muro del Tempio di Apollo a Delfi, il racconto si snoda svelando i molteplici risvolti del lavoro di deciframento dei documenti, in grado di restituirci non solo i suoni antichi ma anche le modalità di amplificazione impiegate nell’antichità. Un tema assai complesso, ma affrontato con un linguaggio chiaro e accessibile al grande pubblico e reso cinematograficamente accattivante da una fotografia di qualità e da un ritmo ben cadenzato”.

PREMIO L’ITALIA SI RACCONTA. La giuria composta da Isabella Bossi Fedrigotti (presidente), Michele Trentini, Sara Zanatta, non presenti alla serata finale, ha assegna il premio, consegnato da Alessandra Cattoi, al film “The black Italian Renaissance / Il rinascimento italiano nero” di Cristian di Mattia (Italia 2023, 90’), produzione Alice Cinema, Why Tales, Rufus Film. Il film racconta le vite di personaggi afro-discen­denti nell’Italia Rinascimentale, legati tra loro dalla diffusione delle esplorazioni geografiche del XV e XVI secolo, e che, in modi diversi, hanno segnato la Storia. I loro volti fanno capolino tra le tele di alcune delle più grandi opere d’arte di tutti i tempi. I loro nomi sono sparsi tra i libri mastri di archivi antichi. Raccontando le storie di nobili, schiavi, ambasciato­ri e cavalieri, il documentario svela come il concetto rinascimentale di “razza” fosse diverso da quello che conosciamo oggi.

rovereto_rassegna-RAM-2023_teatro-zandonai_serata-finale_alessandra-cattoi_foto-graziano-tavan

Alessandra Cattoi, direttrice del museo civico di Rovereto, legge la motivazione del premio L’Italia si racconta assegnato al film “The black Italian Renaissance / Il rinascimento italiano nero” di Cristian di Mattia (foto graziano tavan)

Motivazione: “Bridgerton, la serie con affascinante lord inglese dall’incarnato lievemente scuro, non ha inventato nulla. In Italia, nel corso del Rinascimento decine di quadri, di sculture, di documenti attestano la presenza nella società, specialmente in quella alta, di centinaia di persone di colore. E non necessariamente come schiavi, al pari di quanto successe in altri Paesi; e neppure sempre come servitorielli secondo quanto testimoniano le sculture dei neri puttini guardaporta. Sono consiglieri e confidenti, ambasciatori e segretari come anche balie a camerieri. Il documentario “The black italian Renaissance” ha colpito per l’originalità della ricerca, per l’accuratezza dello studio e per la testimonianza che la nostra società, almeno in un certo passato, era in effetti multiculturale”.

rovereto_rassegna-RAM-2023_elena-giogli_foto-fmcr

La regista Elena Giogli al RAM film festival (foto fmcr)

Menzione speciale al film “Il custode della memoria” di Elena Giogli (Italia 2023, 66’), produzione Tiwi. Il racconto di vita di un uomo che incarna l’anima popolare della sua città. Dino Marinelli per più di 25 anni è stato il custode della Pinacoteca di Città di Castello, in Umbria. Ha vissuto da solo all’interno del museo, studiando totalmente da autodidatta e nel corso del tempo è diventato uno scrittore e una guida artistica riconosciuta a livello internazionale. Un vero custode della memoria. Motivazione: “Il documentario riesce a costruire con intelligenza emotiva l’incontro tra il pubblico e Dino Marinelli, personaggio originale ed eccentrico in compagnia del quale si attraversa quasi un secolo di storia di una città della provincia italiana, con le sue bellezze materiali, il suo orgoglio linguistico, i suoi aneddoti artistico-culturali, la sua vena ironica e scanzonata. Il registro biografico ben si accompagna alle cronache d’epoca; i materiali di repertorio, anche i meno “nobili”, così giustapposti alle parole di testimoni-amici invitano, senza retorica, a riflettere sul potere della memoria e sul raro dono di saperla tramandare con passione”.

Screenshot

Frame del film “The lost Mountaineers” di Andrea Andreotti e Diego Busacca

Menzione speciale al film “The lost Mountaineers” di Andrea Andreotti e Diego Busacca (Italia 2023, 50’), produzione Museo storico del Trentino. Motivazione: “Gli autori ricostruiscono efficacemente le drammatiche vicende legate all’inabissamento di un mezzo anfibio americano nelle acque del Garda alla fine della seconda guerra mondiale e ne narrano anche i ripetuti tentativi di individuazione e recupero del relitto. Lo fanno attraverso un abile lavoro di ricerca e restituzione delle diverse fonti. La qualità dei materiali d’archivio, delle testimonianze dirette e il ritmo del montaggio ci appassionano a una pagina di storia meno nota, ambientata in un lembo suggestivo di paesaggio che non avevamo ancora percepito sotto questa luce”.

PREMIO SGUARDI DAL MONDO. La giuria, composta da Duccio Canestrini (presidente), Nora Demarchi, Cecilia Pennacini, ha assegnato il premio al film “Carraco / Raganella” di Carlos Cazurro (Spagna 2022, 65’), produzione Carlos Cazurro e Manu Sevillano. Il film è un racconto che rende onore alle storie di vita quotidiana poiché spesso trattano temi univer­sali. Miguel ha bisogno di telefonare ma non ha campo. Sceglie quindi di usare il tradizionale car­raco, una “raganella” per far rumore, un metodo di comunicazione che gli aveva insegnato suo non­no. Scopre poi che questo codice fu inventato dagli abitanti di Valladolid, in Spagna, molto tempo fa e decide di indagare sulla questione.

rovereto_rassegna-RAM-2023_teatro-zandonai_serata-finale_duccio-canestrini_foto-graziano-tavan

Duccio Canestrini, presidente della giuria Sguardi dal mondo, legge la motivazione del premio assegnato al film “Carraco” (foto graziano tavan)

Motivazione: “Carraco racconta la riscoperta, attraverso la memoria personale e collettiva, di un codice di comunicazione alternativo e condiviso fra la popolazione dei Monti Torodo, nei pressi di Vallodolid. Questo codice prevede l’uso di una “carraca”, uno strumento di legno che, fatto ruotare su sé stesso, produce un suono ritmico, modulabile. Favola rurale raccontata attraverso il linguaggio stilistico del falso documentario, il film narra di una storia locale che richiama temi universali quali la riappropriazione della memoria collettiva, dell’identità locale, del senso di comunità e appartenenza. I 65 minuti di narrazione si susseguono con un ritmo energico e coinvolgente, rivolgendosi allo spettatore con un linguaggio cinematografico inedito e sorprendente”.

film_namarali_di-carlos-cazurro

Frame del film film “Namarali” di Tim Mummery

Menzione speciale al film “Namarali” di Tim Mummery (Australia 2021, 52’) produzione Yorna Woolagoodja e Tim Mummery. Motivazione: “Il film racconta con sensibilità e attenzione la storia dell’artista aborigeno Donny Woolagoodja impegnato a preservare le raffigurazioni degli spiriti Wandjina che adornano le grotte della regione del Kimberly, nell’Australia occidentale. La forza della narrazione visiva attraversa lo spazio e il tempo – attingendo anche a immagini di repertorio – fino a ricreare grazie a un intenso approccio partecipativo il complesso cosmogonico del “Tempo del sogno”.

film_i-am-kanaka_di-Genevieve-Sulway

Frame del film “I am Kanaka / Io sono un Kanaka” di Genevieve Sulway

Menzione speciale al film “I am Kanaka / Io sono un Kanaka” di Genevieve Sulway (Regno Unito 2022, 15’), produzione Genevieve Sulway. Con una storia oscura e solo il 5% della popolazio­ne che parla la lingua nativa, le Hawaii rischiano di perdere per sempre le proprie tradizioni. Questo film offre una speranza sul futuro grazie all’ex-inse­gnante Kaina Makua e il suo programma no-profit rivolto a giovani indigeni svantaggiati, con l’obiet­tivo di preservare il patrimonio culturale hawaiano, parlando anche di sostenibilità ambientale. Motivazione: “Nonostante l’immaginario paradisiaco che le contraddistingue, la natura spettacolare e l’enorme afflusso turistico, le isole Hawaii rischiano di perdere per sempre le proprie tradizioni. Reagendo all’espropriazione delle loro terre, al degrado e alla miseria, gli orgogliosi nativi kanaka ci insegnano la sostenibilità, a partire dal recupero della lingua madre e dalle danze Hula, proibite dai missionari e dai coloni. Un piccolo documentario, antropologicamente perfetto, che illustra una filosofia etnica comunitaria”.

PREMIO CULTURA ANIMATA. La giuria, composta da Andrea Artusi (presidente), Davide Lorenzon, Tobia Berti, ha assegnato il premio al film “The sprayer / Lo spruzzatore” di Farnoosh Abedi (Iran 2022, 9’), produzione Institute for the Intetllectual Development of Children and Young Adults, Negative Art Studio. Nella terra occupata dall’Esercito degli Spruzzatori, nessuno ha il diritto di coltivare le piante: i soldati spargono infatti veleno su tutta la flora che incon­trano. In molti non sanno nemmeno come cresce o come sia fatta una pianta, finché uno dei soldati non scopre un seme piantato nella polvere: la sua curiosità è solo l’inizio di qualcosa di straordinario e rivoluzionario.

rovereto_rassegna-RAM-2023_teatro-zandonai_serata-finale_andrea-artusi_foto-graziano-tavan

Andrea Artusi, presidente della giuria Cultura animata, legge la motivazione del premio assegnato al film di animazione “The sprayer” (foto graziano tavan)

Motivazione: “Grazie al grande equilibrio tra qualità tecnica, sia dal punto di vista della modellazione tridimensionale che dell’animazione in computer grafica, e impianto narrativo, l’opera si è imposta fin da subito nella valutazione della giuria. Il corto riesce a trattare in maniera coinvolgente, approfondita e toccante dal punto di vista emotivo il tema del clima con originalità e grande energia dello storytelling”.

film-Bride-s-Dream_di-Joe-Chang

Frame del film “Bride’s Dream / Il sogno della sposa” di Joe Chang

Menzione speciale al film “Bride’s Dream / Il sogno della sposa” di Joe Chang (Cina/Canada 2023, 7’), produzione Joe Chang. La guerra civile in Cina, scatenata dal tramonto del­la dinastia Han, divide due sposi novelli, Zhang e Whan Hui. Lui è chiamato in battaglia e lei resta ad aspettarlo, tra la vita e la morte, tra la realtà e il sogno. I disegni animati sono accompagnati da brani dell’Opera di Pechino. Motivazione: “Il corto ha la capacità di accompagnare lo spettatore sulle ali dell’immaginario della tradizione culturale del paese di provenienza nel profondo di un tema complesso con grande sensibilità e delicatezza. L’uso sapiente e consapevole degli elementi grafici e del colore completa un’opera di grande impatto emozionale e di alta qualità tecnica dal punto di vista dell’animazione”.

MENZIONE SPECIALE ARCHEOBLOGGER. La giuria composta da Andrea Bellotti, Giovina Caldarola, Marta Coccoluto, Antonia Falcone, Marina Lo Blundo, Mattia Mancini, Domenica Pate, Michele Stefanile, Alessandro Tagliapietra, non presenti alla serata finale, ha assegnato la menzione, consegnata da Alessandra Cattoi, al film “Montaigne and the misterious tomb / Montaigne e la tomba misteriosa” di Pauline Coste (Francia 2021, 52’), produzione Day for Night / Enfant savage. Questo documentario coinvolge il pubblico in una straordinaria ricerca archeologica. Archeologi e storici lavorano fianco a fianco per svelare il mistero di una sepoltura risalente a più di 500 anni fa, rin­venuta nei sotterranei dell’attuale Museo d’Aquita­nia, nel cuore di Bordeaux, dove un tempo sorgeva una chiesa. Si tratta davvero della tomba del fa­moso filosofo, umanista e scrittore del rinascimento francese Michel de Montaigne?

rovereto_rassegna-RAM-2023_teatro-zandonai_serata-finale_claudia-beretta_foto-graziano-tavan

Claudia Beretta. della segreteria del RAM film festival, legge la motivazione per il premio Archeoblogger assegnato al film “Montaigne and the misterious tomb / Montaigne e la tomba misteriosa” di Pauline Coste (foto graziano tavan)

Motivazione: “Un documentario che si può definire come la quintessenza del “piacere della ricerca, della ricostruzione e della scoperta”. Per una volta la parola “mistero” non è fuori luogo. Una lunga ricerca multidisciplinare che abbraccia storia, archivistica, antropologia fisica, architettura, un romanzo giallo archeologico che con meticolosa descrizione della pluralità delle risorse umane e professionali, delle scienze e tecnologie differenti prova a “risolvere il caso”, con un ritmo serrato e una narrazione avvincente che però lascia anche spazio a riflessioni e silenzi emozionati, mentre storici, filosofi e curatori ci accompagnano alla scoperta dell’uomo e del filosofo Michel de Montaigne e dei tempi in cui visse, tempi di guerra, malattie e, ahimè, pandemie. Un documentario che riassume il senso dell’archeologia: ipotizzare, fare domande e aspettare che il tempo e il progresso della disciplina possano arrivare alle risposte. Forse. Montaigne, che sia effettivamente lui o meno, non potrebbe che esserne contento”.

MENZIONE SPECIALE CINEMAMORE. La giuria composta da Andrea Morghen (Religion Today), Augusto Marsigliante (Trento Film Festival) e Valentina Poli (RAM film festival) ha assegnato la menzione al film “Namarali” di Tim Mummery (Australia 2021, 52’), produzione Yorna Woolagoodja e Tim Mummery. Il film racconta l’impegno dell’artista di origini abo­rigene Donny (Yorna) Woolagoodja per ravvivare i legami con la propria ancestrale cultura tradizio­nale. Il credo spirituale dell’artista ruota attorno ai wandjina, spiriti creatori le cui effigi adornano i luo­ghi del Kimberley in Australia: rinnovati con nuova ocra ogni anno dagli antenati, i pittogrammi abori­geni dei wandjina stanno ora scomparendo.

rovereto_rassegna-RAM-2023_teatro-zandonai_serata-finale_morghen_marsigliante_foto-graziano-tavan

Andrea Morghen (Religion Today), Augusto Marsigliante (Trento Film Festival) leggono la motivazione del premio CinemA.Mo.Re assegnato al film “Namarali” (foto graziano tavan)

Motivazione: “Namarali è un’opera di elevato valore culturale, nella quale l’arte cinematografica dialoga con la suggestiva pittura rupestre. Attraverso la figura di Donny e della comunità cui appartiene, veniamo immersi in un mondo ancestrale fatto di lotte tra divinità primordiali e magiche apparizioni. Lo spirito dei protagonisti di “Namarali” è quello di chi non non vuole arrendersi allo sradicamento e all’omologazione, e non può dimenticare le tradizioni dei propri antenati, insegnando anche alle nuove generazioni il valore della memoria e il sacro dovere di far sì che questo patrimonio non cada nell’oblio”.

Rovereto. Premi e menzioni al 33.mo RAM film festival: “Il giuramento di Ciriaco” vince il premio Cinema Archeologico e la menzione Archeoblogger, e sfiora il premio RAM film festival del pubblico andato a “I volti dimenticati di Palmira”. Ecco tutti i film premiati

rovereto_rassegna-RAM-2022_bourgeois-sul-palco_foto-graziano-tavan

Il regista Olivier Bourgeois (secondo da sinistra) sul palco del teatro Zandonai presenta il film “Il giuramento di Ciriaco” al pubblico del RAM film festival (foto graziano tavan)

film_Il-giuramento-di-Ciriaco_The-oath-of-Cyriac_di-Olivier-Bourgeois_locandina

Locandina del film “Il giuramento di Ciriaco / The oath of Cyriac” di Olivier Bourgeois

Alla 33.ma edizione del RAM film festival di Rovereto il regista Olivier Bourgeois con il suo film “Il giuramento di Ciriaco” ha sfiorato il “triplete”, aggiudicandosi il premio “Cinema archeologico” della giuria tecnica, la menzione speciale “Archeoblogger”, e lasciando il premio del pubblico al film “I volti dimenticati di Palmira” dopo un testa a testa all’ultimo voto. Di certo il patrimonio archeologico siriano, il suo studio, la sua conservazione e la sua salvaguardia ha lasciato un segno profondo nel pubblico che per cinque giorni è venuto al teatro Zandonai per seguire le proiezioni degli oltre sessanta film in concorso al festival roveretano con un focus “Sguardi al femminile” trasversale ai quattro filoni proposti per altrettanti premi: il Cinema archeologico, la Cultura animata, gli Sguardi dal mondo, e l’Italia si racconta. E le molte menzioni aggiunte ai premi ufficiali conferma la qualità dei film in concorso. Ecco tutti i titoli premiati.

film_Les visages oubliés de Palmyre_I volti dimenticati di Palmira

Frame del film “Les visages oubliés de Palmyre. I volti dimenticati di Palmira” di Meyar Al-Roumi

Il premio del pubblico “RAM film festival” 2022 è andato dunque al film francese “Les visages oubliés de Palmyre. I volti dimenticati di Palmira” assegnato dal pubblico in sala attraverso la compilazione di schede-voto. Il film ha ottenuto un punteggio altissimo (9.55 su 10), di poco superiore al secondo classificato “The Oath of Cyriac. Il giuramento di Ciriaco” (9.51), altrettanto apprezzato.  “Les visages oubliés de Palmyre” del regista Meyar Al-Roumi (Francia, 2020; 83’), prodotto nel 2020 da Un film à la patte, racconta la città leggendaria di Palmira attraverso i volti dei suoi abitanti, rappresentati dai ritratti funerari sparsi nel mondo e ricercati dagli archeologi. Svelando i segreti più intimi di tali sculture, si comprende la natura eccezionale di questa leggendaria città e della sua identità multiculturale.

rovereto_rassegna-RAM-2022_bourgeois-con-la-giuria-premio-cinema-archeologico_foto-fmcr

Il regista Olivier Bourgeois con il premio Cinema Archeologico e la giuria: da sinistra, Claudia Beretta, coordinatrice RAM film festival; Federica Rinaldi, parco archeologico del Colosseo; il regista; Alessandra Cattoi, direttrice Fondazione museo civico Rovereto; Graziano Tavan, giornalista, archeoblogger; Maria Concetta Parello, parco archeologico Valle dei Templi di Agrigento (foto fmcr)

Premio “CINEMA ARCHEOLOGICO”. La giuria, composta da Isabella Bossi Fedrigotti, Federica Rinaldi, Maria Concetta Parello e Graziano Tavan, ha assegnato il premio al documentario “The oath of the Cyriac. Il giuramento di Ciriaco” di Olivier Bourgeois (Andorra, 2021; 72’) che racconta come un piccolo gruppo di archeologi e curatori museali abbia lottato per preservare il patrimonio di reperti archeologici del museo nazionale di Aleppo durante il conflitto siriano. Una corsa contro il tempo per mettere in salvo 50mila manufatti in una città assediata, Questa la motivazione: “The oath of the Cyriac / Il giuramento di Ciriaco non è soltanto un appassionante film archeologico ma è anche un drammatico e attuale reportage sulla guerra in Siria, in particolare sulla distruzione di Aleppo e sul rischio della perdita del valore identitario del patrimonio culturale. È infatti sotto i bombardamenti che direttore e dipendenti del museo dell’un tempo meravigliosa città mettono in salvo molte migliaia di reperti: ben consci del fatto che, se quegli oggetti -anche i più piccoli- fossero andati perduti sarebbe andata perduta la memoria e la storia di un popolo”.

film_Medina Azahara the Lost Pearl of Al-Andalus_Medina Azahara la perla perduta di Al-Andalus

Locandina del film “Medina Azahara, the Lost Pearl of Al-Andalus / Medina Azahara, la perla perduta di Al-Andalus

La giuria ha deciso di assegnare una menzione speciale al documentario “Medina Azahara. The Lost Pearl of Al-Andalus / Medina Azahara. La perla perduta di Al-Andalus” di Stephane Bégoin, Thomas Marlier (Francia, 2021; 52’): negli ultimi cinque anni, su questo sito, patrimonio dell’umanità, è stata condotta una campagna di scavi guidata da un team di archeologi europei. Il film svela i segreti di questa città perduta, esplorando l’epoca d’oro della Spagna musulmana. Questa la motivazione: “Con un mix di immagini dello scavo anche ripreso da drone, animazioni, ricostruzioni 3D, interventi degli archeologi, i registi Stéphane Bégoin e Thomas Marlier riescono non solo a raccontare la storia e le ricerche di Medina Azahara, la “Versailles di Al-Andalus”, ma anche a inserirla nel suo contesto storico e quindi nel suo rapporto con le altre grandi città arabe, e al contempo a contestualizzare quanto resta del ricco passato nell’Andalusia di oggi. Il tutto con un linguaggio semplice che riesce ad essere accattivante per lo spettatore”.

rovereto_rassegna-RAM-2022_artusi-premio-cultura-animata_foto-graziano-tavan

Claudio Artusi legge la motivazione del premio “Cultura animata” al RAM film festival (foto graziano tavan)

Premio “CULTURA ANIMATA”. La giuria, composta da Andrea Artusi, Claudio Tedaldi e Sabrina Zanetti, ha deciso di assegnare il premio al documentario “Treasure / Il tesoro” di Samantha Moore (Regno Unito, 2021; 8’), il racconto di due storie intrecciate: quella di un cacciatore di antichi tesori e quella di un’antica comunità. Questa la motivazione: “Il cortometraggio rappresenta una sintesi esemplare tra racconto, drammaturgia e attinenza sia al tema dell’archeologia che a quello della memoria. Il doppio registro scelto dalla regista, che si alterna tra passato e presente, abbinato a una tecnica raffinata di animazione e una colonna sonora di grande qualità sia dal punto di vista musicale che degli effetti sonori, generano un effetto di coinvolgimento ed empatia con la narrazione che, essendo priva di dialoghi, può essere fruita da spettatori di qualsiasi nazionalità ed estrazione”.

rovereto_rassegna-RAM-2022_beretta-premio-sguardi-dal-mondo_foto-graziano-tavan

Claudia Beretta, coordinatrice del RAM film festival, legge la motivazione del premio “Sguardi dal mondo” (foto graziano tavan)

Premio “SGUARDI DAL MONDO”. La giuria, composta da Duccio Canestrini, Emanuele Gerosa e Roberto Cavallini, ha deciso di assegnare il premio al documentario “Osmildo” di Pedro Daldegan (Brasile, 2019; 27’) che racconta di Osmildo, unico superstite del suo villaggio, che lotta per riscattare le origini Kuntawama e la sua madrelingua, i rituali sacri, la medicina tradizionale e la sua terra, proponendo una scuola indigena propria. Questa la motivazione: “Il protagonista Osmildo, un guaritore amazzonico di etnia Kuntanawa, ha con le piante e con la natura un rapporto equilibrato e meraviglioso. Aldilà delle sue doti di fitoterapeuta e di maestro indigeno, la sua figura incarna una lezione storica e antropologica fondamentale: l’importanza di salvaguardare rituali, tradizioni mediche e spirituali che salvano culture e persone. Osmildo è il simbolo vivente della continua resistenza agli spietati predatori di risorse della foresta brasiliana che già decimarono i suoi antenati. Un documentario semplice, profondo e commovente”.

film_jurassic cash

Frame al film “Jurassic cash”

La giuria ha deciso di assegnare una menzione speciale al documentario “Jurassic cash” di Xavier Lefebvre in collaborazione con Gilles Deiss (Francia, 2021-2022; 52’) che racconta la storia di Big John, lo scheletro del triceratopo più grande del mondo, venduto all’asta nell’ottobre 2021 per 6,6 milioni di euro. Una vendita eccezionale. Questa la motivazione: “Un ottimo film confezionato in maniera accattivante, che spalanca uno scenario poco noto: quello del traffico commerciale di reperti paleontologici. Ma se gli scheletri dei dinosauri vengono venduti all’asta, solo pochi privati milionari possono permettersi di acquistarli. Emerge così la questione etica, anche se un po’ sommessa: è giusto questo commercio che scavalca le istituzioni preposte alla conservazione dei reperti? Quanto vale, anzi, quale tipo di valore ha il patrimonio culturale? Un documentario che ha il merito di farci pensare”.

rovereto_rassegna-RAM-2022_cattoi-premio-italia-si-racconta_foto-graziano-tavan

Alessandra Cattoi, direttrice della Fondazione museo civico di Rovereto, legge al motivazione del premio “L’Italia si racconta”

Premio “L’ITALIA SI RACCONTA”. La giuria, composta da Catia Fauci, Sebastiano Luca Insinga e Sara Zanatta, ha deciso di assegnare il premio al documentario “L’oro di Venezia” di Nicola Pittarello (Italia, 2022; 55’) sul rapporto tra la Repubblica di Venezia e i suoi possedimenti terrieri. Nei boschi veneti, friulani e istriani, Venezia trovava il legno indispensabile per costruire le navi da guerra. Per preservare tali materiali, la Serenissima attuò una serie di buone pratiche volte a salvaguardare il territorio, dando luogo anche a un profondo cambiamento di mentalità. Questa la motivazione: “Il documentario mostra Venezia, una delle città più filmate e raccontate, attraverso una lente originale, quella del rapporto tra la Serenissima e i suoi possedimenti di terra. La storia della potenza navale della Repubblica di San Marco collegata alle risorse boschive – l’oro del titolo appunto – si sviluppa in una narrazione coinvolgente, visivamente coerente, ben confezionata per ritmo e utilizzo dei materiali, originali e di repertorio, che lascia aperta una riflessione sui problemi ambientali del nostro tempo”.

film_pupus

Frame del film “Pupus” di Miriam Cossu Sparagano Ferraye

La giuria ha deciso di assegnare una menzione speciale al documentario “Pupus” di Miriam Cossu Sparagano Ferraye, (Italia, 2021; 32’) girato a Borgo Vecchio di Palermo, nel grande universo dell’Opera dei Pupi di tradizione siciliana, nel piccolo teatro-laboratorio della famiglia Mancuso. Questa è la motivazione: “Il documentario utilizza con abilità gli ingredienti del genere osservazionale e racconta una tradizione lavorativa quasi scomparsa, quella dei pupari, attraverso il rapporto padre-figlio. Il piccolo teatro-laboratorio di famiglia diventa lo spazio, a tratti poetico, di un’iniziazione: la fantasia dell’infanzia trova linfa nelle gesta cavalleresche tramandate oralmente e assorbe i trucchi di un futuro mestiere”.

rovereto_rassegna-RAM-2022_poli-menzione-cinemA.Mo-Re_foto-graziano-tavan

Valentina Poli, della giuria di CinemA.Mo.Re, legge la menzione speciale (foto graziano tavan)

Menzione speciale “CINEMAMORE”. La giuria, composta da Valentina Poli, Miro Forti, Andrea Morghen, in collaborazione con Trento Film Festival e Religion Today Filmfestival, ha deciso di assegnare la menzione per l’edizione del RAM film festival 2022, al documentario “Maathani” di Amit Goyal (India, 2022; 13’) che racconta l’antica e tradizionale arte della ceramica, rivelando il processo di creazione dei vasi di terracotta da parte dei “Kumhar”, o ceramisti, del villaggio di Theekarda, nello stato indiano del Rajasthan. Questa la motivazione: “Il breve documentario indiano “Maathani” ha il pregio di far parlare le immagini: gesti, mani, strumenti che danno il senso del ritmo della produzione di vasi, dello svago, della vita quotidiana, tra passato e presente, e che scandiscono anche il passo della narrazione. Un documentario indipendente, che unisce la qualità sincera del documentario osservativo a immagini evocative”.

film_Mamody the Last Baobab Digger_Mamody l’ultimo scavatore di baobab

Frame del film “Mamody, the last baobab digger” di Cyrille Cornu

La giuria ha deciso di assegnare una menzione al documentario “Mamody. The last baobab digger” di Cyrille Cornu (Francia, 2022; 52’) ambientato sull’altopiano di Mahafaly, nel sud-ovest del Madagascar, una terra estremamente arida, dove gli abitanti del piccolo villaggio di Ampotaka hanno trovato una soluzione unica per immagazzinare l’acqua. Questa la motivazione: “Un tema importante, che sta diventando urgente anche alle nostre latitudini: l’acqua, come bene da preservare e tutelare. Nel film francese di Cyrille Cornu, uomini e donne della tribù di Ampotaka in Madagascar lottano contro la siccità tra riti pagani, natura e tradizioni. In un film di ottima qualità tecnica, affascinano il contesto e lo spessore umano delle donne e degli uomini del villaggio”.

rovereto_rassegna-RAM-2022_bourgeois-falcone-menzione-archeoblogger_foto-graziano-tavan

Il regista Olivier Bourgeois con Antonia Falcone coordinatrice gruppo Archeoblogger (foto graziano tavan)

Menzione speciale “ARCHEOBLOGGER”. La giuria, composta da Giovanna Baldasarre, Giovina Caldarola, Marta Coccoluto, Andrea Bellotti, Antonia Falcone, Marina Lo Blundo, Mattia Mancini, Domenica Pate, Michele Stefanile, Alessandro Tagliapietra, ha assegnato la menzione al documentario “The oath of the Cyriac. Il giuramento di Ciriaco” di Olivier Bourgeois, con questa motivazione: “La follia della guerra e la necessità della tutela del patrimonio archeologico. The Oath of Cyriac parla di tutto questo, ma soprattutto del coraggio di non arrendersi di fronte a quello che la guerra porta con sé e sembra apparentemente inevitabile: la distruzione. Una docufiction coinvolgente, appassionante, emozionale che integra in modo puntuale ricostruzione cinematografica e verità storica. E lo fa su temi di attualità con protagonisti coloro che hanno vissuto sulla propria pelle la paura di non farcela e che invece alla fine, oltre ad avercela fatta, sono riusciti e reinterpretare in prima persona la ricostruzione di quegli attimi, regalando a noi spettatori momenti di grande commozione ed empatia. Il tema affrontato dal film è trasversale e contemporaneo, è una testimonianza importante della drammatica situazione del patrimonio culturale nei paesi devastati dalla guerra, dove spesso sono le persone comuni a trasformarsi in eroi, loro malgrado. E dove ad essere distrutti con il patrimonio archeologico sono la memoria, la storia, l’identità. The Oath of Cyriac ci parla di patrimonio in pericolo, di tutela, di preoccupazione per il presente e il futuro, di vocazione al lavoro e di ineluttabilità: nessuno dei protagonisti avrebbe potuto fare altro che salvaguardare la propria storia. Ma soprattutto interroga ognuno di noi sul senso di appartenenza e di comunità: cosa avrei fatto io, cosa avresti fatto tu, cosa avremmo fatto noi, cosa avreste fatto voi al posto di Ahmad, Amir, Desbina, Mahamun, Mohamad, Khaled e Nawrouz?”.