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Agrigento. Ultimi giorni per visitare al museo “Griffo” la mostra “Da Girgenti a Monaco, Da Monaco ad Agrigento. Il ritorno dei Vasi del Ciantro Panitteri”, a cura dell’archeologa Maria Concetta Parello, con il rientro in città (in prestito temporaneo dal museo di Monaco di Baviera) di 10 dei 47 vasi del VI e V sec. a.C., mirabile esempio di pittura vascolare greca

Grazie alla proroga, c’è tempo fino al prossimo 18 ottobre 2025 per visitare la mostra “Da Girgenti a Monaco. Da Monaco ad Agrigento. Il ritorno dei Vasi del Ciantro Panitteri”, a cura dell’archeologa Maria Concetta Parello, al museo Archeologico regionale “Pietro Griffo” di Agrigento, dove è stata aperta il 18 dicembre 2024, con il rientro in città (in prestito temporaneo dal museo di Monaco di Baviera) di 10 dei 47 vasi del VI e V sec. a.C., mirabile esempio di pittura vascolare greca, venduti nel 1824 al Principe Ludwig I di Monaco dall’alto prelato della chiesa di Girgenti che li aveva trovati in terreni di sua proprietà. La mostra, organizzata dal parco archeologico e paesaggistico della Valle dei Templi della Regione Siciliana con la collaborazione della soprintendenza dei Beni culturali e ambientali di Agrigento, è sostenuta dall’assessorato regionale dei Beni culturali e dell’Identità siciliana ed è stata inserita tra gli eventi per la promozione e l’organizzazione delle iniziative collegate ad “Agrigento capitale italiana della cultura 2025”. Il progetto espositivo, che vede la curatela scientifica di Maria Concetta Parello, archeologa del Parco, è realizzato con Giuseppe Avenia (dirigente responsabile del museo Griffo) e con l’archeologa del Parco Donatella Mangione. L’allestimento della mostra, che riqualifica gli spazi dell’Auditorium Lizzi abbattendo le barriere architettoniche dello storico edificio annesso alla Chiesa di San Nicola, è realizzato dal general contractor Floridia Allestimenti Museali srl su progetto di Diego Cavallaro, Giacomo Floridia e Giuseppe Floridia.

Mostra “Da Girgenti a Monaco, Da Monaco ad Agrigento”: l’archeologa Maria Concetta Parello del parco archeologico della Valle dei Templi, con l’archeologo Jorg Gebauer, conservatore dello Staatliche Antikensammlungen (foto angelo pitrone)

La storia. Quella dei vasi Panitteri è una storia assai curiosa, che lega la Sicilia del primo Ottocento agli ambienti della casa reale di Monaco di Baviera e aggiunge un episodio poco conosciuto ai racconti della grande epopea del Grand Tour nell’isola. I 47 vasi, infatti, appartenevano a monsignor Giuseppe Panitteri (1776-1828), studioso di archeologia e belle arti e uomo di chiesa: era infatti il “ciantro” della Cattedrale di Girgenti, massimo titolo assegnato al capitolo della Cattedrale. Fu lui, nel 1824, a vendere l’intera sua collezione al principe Ludwig I (1786-1868) erede al trono di Baviera. A fare da tramite e a sollecitare l’operazione fu Leo von Klenze (1784-1864), architetto di corte a Monaco e pittore paesaggista innamorato della Sicilia e delle sue antichità, apprezzate durante i continui viaggi in Italia e raccontate in Germania attraverso numerosi disegni, vedute e studi di dettagli architettonici dei monumenti di Agrigento (esposti in formato digitale alla mostra) che fanno di Klenze, come di tutti gli artisti e gli intellettuali del Grand Tour, dei “travel influencer” ante litteram.

Allestimento della mostra “Da Girgenti a Monaco, Da Monaco ad Agrigento. Il ritorno dei Vasi del Ciantro Panitteri” al museo “Griffo” di Agrigento (foto angelo pitrone)

Per convincere il principe Ludwig di Monaco, Klenze magnificò la raccolta scrivendo che “rappresenta tra i vasi quello che tra le sculture rappresentano le statue di Egina”. Riferimento non casuale, visto che il futuro re di Baviera, qualche anno prima, in Grecia, si era aggiudicato l’acquisto dello spettacolare complesso statuario del frontone del tempio di Aphaia ad Egina nonostante le critiche del padre, il re Max di Baviera, totalmente disinteressato alle antichità e assai critico nei confronti del figlio ed erede, considerato uno spendaccione che acquistava “robaccia vecchia”. Da allora, e al termine di lunghe trattative e riflessioni – documentate da numerose lettere fra Klenze e Ludwig che affrontano non solo le questioni logistiche del trasporto dei reperti ma svelano anche gustosi retroscena sulla meticolosa negoziazione del prezzo da parte del monarca, assai parsimonioso in fatto di tasse di dogana e spese di trasporto – i 47 vasi, pagati 1400 once siciliane (7000 fiorini, moneta della casa reale di Monaco), fanno parte della ricchissima collezione di Ludwig I. A mediare tutta l’operazione fu anche Raffaele Politi (1783-1870), artista e intellettuale di origine siracusana al quale si deve probabilmente la passione del ciantro per le antichità e la realizzazione di una serie di pitture e decori nella Wunderkammer di Villa Panitteri, storica dimora settecentesca adiacente alla chiesa di San Nicola, passata al demanio dagli anni Sessanta del secolo scorso e poi inglobata nel museo Griffo.

Divenuto re di Baviera (1825-1848) Ludwig è passato alla storia come mecenate delle arti e appassionato del mondo greco: conquistato dalla bellezza dei pezzi di Panitteri, continuò in seguito ad acquistare vasi antichi soprattutto nell’Italia meridionale – territori amatissimi, soprattutto per il clima mite tipico delle regioni del sud, esaltato nelle numerose lettere custodite a Monaco – realizzando una ricchissima collezione vascolare successivamente confluita nel Museo Statale delle Antichità di Monaco (Staatliche Antikensammlungen). È da qui, dove i vasi del ciantro Panitteri sono arrivati nel 1824, che dopo duecento anni che dieci di questi preziosissimi pezzi ritornano in Sicilia per essere finalmente ammirati dal grande pubblico in visita ad Agrigento, Capitale della Cultura 2025.

A far visita in questi mesi alla mostra “Da Girgenti a Monaco. Da Monaco ad Agrigento. Il ritorno dei vasi del ciantro Panitteri”, alla presenza della curatrice, l’archeologa Maria Concetta Parello, è stato Florian Knauss, direttore delle Staatliche Antikensammlungen di Monaco di Baviera, che ha autorizzato il prolungamento del prestito dei reperti, attualmente di proprietà della fondazione di diritto pubblico Wittelsbacher Ausgleichsfonds. Knauss ha espresso il suo personale apprezzamento per il progetto espositivo e per “il meraviglioso” allestimento sottolineando “l’importanza degli scambi di reperti fra le istituzioni museali”.

Allestimento della mostra “Da Girgenti a Monaco, Da Monaco ad Agrigento. Il ritorno dei Vasi del Ciantro Panitteri” al museo “Griffo” di Agrigento (foto angelo pitrone)

 

Mostra “Da Girgenti a Monaco. Da Monaco ad Agrigento. Il ritorno dei vasi del ciantro Panitteri”: vaso con Odisseo e il caprone di Polifemo (foto angelo pitrone)

Il percorso espositivo della mostra “Da Girgenti a Monaco. Da Monaco ad Agrigento. Il ritorno dei vasi del ciantro Panitteri” è stato diviso in quattro momenti che integrano contributi documentali e video per accompagnare il visitatore alla scoperta dei vasi attraversando tutte le fasi che, nel 1824, portarono alla vendita della meravigliosa collezione di vasi greci trovati ad Agrigento al principe tedesco Ludwig I di Monaco di Baviera. “A fianco del singolo vaso, insieme alla didascalia tradizionale, sui pannelli abbiamo voluto raccontare le storie rappresentate sui vasi”, spiega Maria Concetta Parello. “Storie connesse ai miti della tradizione greca e ad alcuni aspetti della vita quotidiana partendo quasi sempre dalle fonti letterarie.  Sui vasi sono rappresentate storie molto note, come quella di Odisseo che esce dall’antro di Polifemo legato al caprone o quella di Aiace che porta sulle spalle il corpo di Achille, ucciso da Paride durante la guerra di Troia. Su uno dei vasi più iconici della ceramografia attica sono rappresentati Alceo e Saffo, grandissimi poeti della lirica greca, che cantano e recitano versi. Infine sullo psìkter (un vaso utilizzato per raffreddare il vino) viene narrato un mito non molto frequentato nel mondo greco, quello di Ida, Apollo e Marpessa. Secondo questo mito il dio Apollo cerca di conquistare la mano di Marpessa (già sposata a Ida) ma questa volta deve soccombere di fronte all’intelligenza di una donna che preferisce invecchiare accanto al marito piuttosto che assistere inerme alla deplorevole condizione di invecchiare da sola accanto a un Dio, immortale, che non avrebbe mai conosciuto la vecchiaia”.

Mostra “Da Girgenti a Monaco. Da Monaco ad Agrigento. Il ritorno dei vasi del ciantro Panitteri”: vaso con i poeti Alceo e Saffo (foto angelo pitrone)

Mostra “Da Girgenti a Monaco. Da Monaco ad Agrigento. Il ritorno dei vasi del ciantro Panitteri”: vaso con amazzone (foto angelo pitrone)

Quattro le fasi della narrazione. La prima sezione: VILLA PANITTERI: il racconto dei luoghi con la Villa Panitteri, storica dimora nel cuore della Valle dei Templi che dagli anni Sessanta è passata al demanio e poi è stata inglobata nel museo Archeologico “Pietro Griffo”. Ricorda De Forbin in “Souvenirs de la Sicilie” (Parigi, 1823): “…D’altra parte, sono stato accolto con gentilezza da monsignor Ciantro Panitteri; questo studioso ecclesiastico ha una collezione di vasi greci. Mi mostrò il busto di una statua in marmo pentelico, della più mirabile fattura: potrebbe essere opera dello stesso scalpello della nostra Venere di Milo; stessa nobiltà, stessa verità. Ne riportai un calco in gesso, che devo all’attenta cortesia del mio signor Panitteri”. La seconda sezione: I PROTAGONISTI: il Principe Ludwig I della casa reale di Monaco di Baviera, Don Giuseppe Panitteri ciantro della Cattedrale di Agrigento, l’archeologo di corte Leo von Klenze e il pittore e intellettuale siracusano Raffaello Politi, mediatore di tutta l’operazione. La terza: CONTRIBUTI DIGITALI. CORTOMETRAGGIO: un docufilm che ripercorre la storia dei vasi, la loro vendita da parte del ciantro Panitteri e il progetto della mostra. TOUCH SCREEN: per approfondire la conoscenza dell’episodio e dei suoi protagonisti, è consultabili una ricca raccolta costituita da documenti relativi ai luoghi (Villa Panitteri, Chiesa San Nicola) riprodotti in disegni e chine d’epoca, disegni architettonici e schizzi realizzati da von Klenze nei suoi numerosi viaggi in Sicilia e in particolare ad Agrigento. La quarta sezione: SALA VASI. Nell’ultima sala – che è poi il coro dell’antica chiesa di San Nicola (XI-XII sec.) – è allestita la mostra dei dieci vasi ex Panitteri. Qui prende forma l’originale concept espositivo immaginato dalla curatrice, l’archeologa Maria Concetta Parello, che ha attinto alle fonti letterarie (citando Iliade, Odissea, Argonautiche, le Baccanti di Euripide, le Metamorfosi di Ovidio, e lo storico Diodoro Siculo) per una narrazione che intreccia il linguaggio della pittura vascolare con quello della letteratura classica occidentale.

Licata (Ag). Scoperta la matrice di una maschera, probabilmente di Medusa, nella casa 18 dell’area archeologica di Finziade, colonia greca fondata nel 282 a.C., nell’ambito del programma “Finziade project” sostenuto dal parco della Valle dei Templi

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La matrice raffigurante Medusa scoperta nella Casa 18 dell’area archeologica di Finziade (Licata) (foto regione siciliana)

Scoperta una matrice di una maschera che probabilmente raffigura Medusa e proviene dallo scavo della Casa 18 nell’area archeologica di Finziade a Licata (Ag). Le attività di scavo e ricerca sono sostenute dal parco archeologico della Valle dei Templi di Agrigento e dal direttore, Roberto Sciarratta, e svolte in convenzione con il Cnr di Catania nel contesto del programma “Finziade project”, di scavo della città ellenistico-romana di Finziade, sul Monte S. Angelo, fondata come colonia greca nel 282 a.C., diretto dagli archeologi Alessio Toscano Raffa per il Cnr-Ispc Catania, e Maria Concetta Parello, con il coordinamento logistico di Rosario Callea, del parco della Valle dei Templi.

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L’area archeologica di Finziade su Monte Sant’Angelo a Licata (Ag) (foto regione siciliana)

La Casa 18, di età tardo repubblicana, probabilmente nell’ultima fase di frequentazione, intorno all’inizio del l secolo a.C., venne trasformata in un laboratorio dove si producono per l’appunto anche maschere, di cui sono state trovate diverse matrici.

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I labotarori del Finziade project nel castello di Monte Sant’Angelo a Licata (Ag) (foto regione siciliana)

Medusa, sia temuta che venerata, era più di una semplice figura mitica – la sua immagine era profondamente intessuta nella vita quotidiana. Queste maschere sono state probabilmente prodotte in un laboratorio artigianale per vari scopi: come oggetti di scena teatrali nelle rappresentazioni, simboli protettivi nei rituali ed elementi decorativi nelle case e negli spazi pubblici. La scoperta di molteplici stampi conferma che Finziade era un centro di artigianato, dove gli artigiani producevano in serie questi oggetti per uso locale e regionale.

Agrigento Licata Lampedusa: al via l’ALL festival “Paesaggi, visioni e popoli in cammino”, quattro giornate di cinema archeologico, talk e performance sul tema delle migrazioni, organizzato dal RAM film festival e promosso dal parco della Valle dei Templi e dalla soprintendenza di Agrigento in occasione di Agrigento Capitale della Cultura

agrigento-licata-lampedusa_all-festival-2024_locandinaL’annuncio era stato dato Maria Concetta Parello, archeologa del parco archeologico e paesaggistico della Valle dei Templi, all’ultima edizione del RAM film festival 2024 “Gli sguardi sulle migrazioni”, accompagnato dalla soddisfazione del presidente della Fondazione Museo civico di Rovereto Giovanni Laezza (vedi Agrigento capitale della Cultura 2025. Maria Concetto Parello anticipa ad “archeologiavocidalpassato.com” le iniziative del parco della Valle dei Templi, a cominciare dall’edizione speciale di RAM film festival a dicembre e della mostra “Da Girgenti a Monaco, da Monaco ad Agrigento” sulla collezione Panitteri | archeologiavocidalpassato): dal 16 al 19 dicembre 2024, in occasione di Agrigento Capitale Italiana della Cultura 2025, il RAM Film Festival approda in Sicilia per ALL Festival “Paesaggi, visioni e popoli in cammino”, l’evento di avvicinamento promosso dalla Soprintendenza beni culturali e ambientali di Agrigento e dal Parco archeologico e paesaggistico della Valle dei Templi.  È un festival che ha, come il festival di quest’anno a Rovereto, il tema delle migrazioni. Tre le città che ospiteranno gli eventi del festival: Agrigento, Licata e Lampedusa. Il gruppo di lavoro del RAM film festival del museo civico di Rovereto è in partenza per la Sicilia per l’ALL Festival (Agrigento Licata Lampedusa). La collaborazione nasce per il rapporto di fiducia instaurato con il parco archeologico e paesaggistico della Valle dei Templi con il quale la Fondazione Museo Civico di Rovereto è partner da 20 anni per l’organizzazione nella città siciliana di un festival del cinema archeologico estivo. ALL festival presenta alcuni dei più bei documentari dell’ultima edizione del RAM, con talk con ospiti e performance dedicate alle migrazioni del passato e del presente, ed è promosso dalla soprintendenza beni culturali e ambientali di Agrigento e dal parco della Valle dei Templi. Tra memoria, patrimonio e attualità, il cinema è al centro della manifestazione con lo sguardo rivolto alle migrazioni dettate dalle economie, dalle guerre, dai cambiamenti climatici e ambientali e dai popoli in movimento che, ieri come oggi, hanno cambiato, influenzato o miscelato culture, tradizioni, architetture, espressioni artistiche.

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RAM film festival: da sinistra, Micol Cossali, assessore alla Promozione artistica e culturale e al Turismo del Comune di Rovereto; Giulia Robol, sindaco di Rovereto; Alessandra Cattoi, direttore della Fondazione Museo CIvico di Rovereto e del RAM; Giovanni Laezza, presidente della Fondazione Museo CIvico di Rovereto (foto fmcr)

“Siamo fieri che il parco archeologico e la soprintendenza abbiano richiesto al RAM Film Festival di organizzare ALL festival”, commenta Giovanni Laezza, che fa parte della delegazione. “Lo sforzo per realizzare questa iniziativa è stato notevole, e siamo felici di portare un po’ di Rovereto in Sicilia con un nutrito staff, dislocato su tre sedi: Agrigento, Licata e Lampedusa. L’evento sarà incentrato su un tema di grande rilevanza e attualità: un focus sulle migrazioni in tutte le loro declinazioni. A Lampedusa, avremo anche l’opportunità di ascoltare il nostro ricercatore Gionata Stancher, biologo evoluzionista e responsabile della sezione zoologia del Museo, che parlerà di migranti naturali e isole evolutive. Siamo convinti che questo evento contribuirà a rafforzare la cultura della memoria e della comprensione reciproca, in una terra che è da sempre crocevia di popoli e culture”. “Questa partecipazione del Ram Film Festival all’apertura del programma di iniziative di Agrigento capitale italiana della cultura 2025”, aggiunge Micol Cossali, assessore alla Promozione artistica e culturale di Rovereto, “è un riconoscimento della grande qualità del festival, che è diventato un punto di riferimento del cinema archeologico. Un festival nato per valorizzare e far conoscere l’importante figura di Paolo Orsi che ha aperto le strade all’archeologia del Mediterraneo e che ha creato un collegamento fra Rovereto e la Sicilia. Rapporti fra luoghi legati all’archeologia e che sono stati coltivati in questi anni dal Museo con Siracusa e il Museo archeologico della Sicilia, e che rappresentano per Rovereto e il Festival un punto di riferimento nazionale e non solo”. “L’invito rivolto al Ram Film Festival da parte città di Agrigento, nominata Capitale italiana della Cultura 2025, come sindaca di Rovereto non può che rendermi orgogliosa”, ribadisce il sindaco Giulia Robol. “Che la Fondazione Museo Civico sia stata chiamata a presentare in tre diversi luoghi della Sicilia, Agrigento, Licata e Lampedusa, una scelta dei film proposti nello scorso festival significa innanzitutto l’eccellenza e l’assoluto valore storico e culturale della produzione roveretana. Ma questa non è certo una sorpresa dal momento che fin dal principio la rassegna si è subito imposta a livello nazionale e internazionale come un punto di riferimento per gli addetti ai lavori ma capace di attirare l’interesse anche di un pubblico non specialista. Questo invito lo vedo poi come un rapporto importante tra il Trentino e la Sicilia che rinforza i legami tra i due territori, in una sorta di riproposizione di quel percorso che più di cento anni or sono compì il nostro illustre concittadino, Paolo Orsi, che operò proprio come archeologo in quella terra così ricca di fascino, di storia e di cultura che è la Sicilia”.

IL PROGRAMMA. Dieci film, due talk (Riccardo Ginevra e Luca Misculin; e Vito Fiorino, Alessandro Rocca e Davide Demichelis), e una conferenza-spettacolo con Stefano Allievi ad Agrigento, al museo Archeologico regionale “Pietro Griffo” il 16, 17 e 18 dicembre 2024, con annuncio, nella serata finale, del film vincitore del premio del pubblico; a Licata, sempre il 16, 17 e 18 dicembre 2024, con talk al museo della Badia (Vito Fiorino, Alessandro Rocca e Davide Demichelis; e Riccardo Ginevra), dieci proiezioni e una conferenza-spettacolo con Stefano Allievi al teatro Re Grillo; a Lampedusa, il 17, 18 e 19 dicembre 2024, nell’aula magna dell’istituto di istruzione superiore “E. Majorana”: sempre con due talk (Gionata Stancher, e Marco Aime), dieci film, un’anteprima assoluta di un corto di animazione, una performance di Pino Ninfa, e annuncio nella serata finale del film vincitore del premio del pubblico.

Agrigento-Palermo. “Pulcherrima et plurima spolia”: al via le “Giornate Gregoriane” dedicate al collezionismo e ai collezionisti di antichità in Sicilia tra Settecento e Ottocento e soprattutto al loro influsso sulla cultura e sul costume in Europa

agrigento-palermo_giornate-gregoriane_Pulcherrima-et-plurima-spolia_locandina“Pulcherrima et plurima spolia” è il titolo della 16esima edizione delle “Giornate Gregoriane”, che si tengono tra Agrigento e Palermo il 13 e 14 dicembre 2024. Tema di quest’anno è quello del collezionismo e dei collezionisti di antichità in Sicilia tra Settecento e Ottocento e soprattutto il loro influsso sulla cultura e sul costume in Europa. Le due giornate di studio si soffermeranno sulla nascita delle prime raccolte pubbliche museali e del ruolo svolto da privati che raccolsero opere che altrimenti sarebbero state distrutte o disperse… soprattutto su quelle figure che a loro modo tutelarono il patrimonio storico akragantino (e non solo) e del peso che quelle collezioni, una volta diffuse in tutta Europa, ebbero nella diffusione della cultura classica e dell’interesse verso Agrigento, la Sicilia e l’Italia. Il comitato scientifico è composto da Giuseppe Parello, Roberto Sciarratta, Claudia Lambrugo, Maria Concetta Parello e Maria Serena Rizzo. Del comitato organizzatore fanno parte Maria Concetta Parello, Maria Serena Rizzo e Giuliana Sarà.

PROGRAMMA 13 DICEMBRE: AGRIGENTO, Biblioteca Lucchesiana. Alle 9, saluti istituzionali: Roberto SCIARRATTA, direttore del parco Valle dei Templi; Giuseppe PARELLO, presidente del consiglio del parco Valle dei Templi; Maria Concetta PARELLO, “Le ragioni del convegno”; 9.30, Sac. Angelo CHILLURA, direttore della Biblioteca Lucchesiana, “Nihil solvito. La generosità e lungimiranza del vescovo Lucchesi Palli per il bene comune”; 9.50, Francesco MUSCOLINO, musei nazionali di Cagliari, “La Regia Custodia delle Antichità in Sicilia: protagonisti, normativa, attività”; 10.10, Josy LUGINBÜHL, università di Berna, “Off duty! Collecting antiquities in the Kingdom of the Two Sicilies”; 10.30, Fabrizio SLAVAZZI, università di Milano, “I vasi antichi figurati in età moderna: collezioni, collezionisti, moda e gusto”; 10.50, pausa caffè; 11.10, Claudia LAMBRUGO, università di Milano, William Hamilton in Sicilia: una storia poco nota all’origine della vase hunt siciliana; 11.30, Alessandro PACE, università di Milano, “Ippolito Cafici: più che un collezionista”; 11.50, Stefania PAFUMI, CNR (Istituto di Studi sul Mediterraneo), “Napoli, Il “Biscari ritrovato”: i manoscritti delle “Antichità di Catania” e altri documenti inediti per la storia del collezionismo e dell’archeologia catanese”; 12.10, Giuliana RANDAZZO, università Mediterranea di Reggio Calabria, “Le antichità di Ignazio Paternò Castello principe di Biscari e i disegni dei viaggiatori del Grand Tour settecentesco”; 12.30, Massimo CULTRARO, CNR (Istituto di Scienze del Patrimonio Culturale), “Catania, Una collezione dimenticata. La raccolta del barone Ferdinand von Andrian-Werburg (1835-1914) a Vienna e l’alba degli studi di Preistoria in Sicilia”; 12.50, Stefania SANTANGELO, CNR (Istituto di Scienze del Patrimonio Culturale), “Catania, Emanuele Taranto Rosso ed il “Gabinetto di Storia Naturale ed Archeologia” di Caltagirone (Catania)”; 13.30, pausa pranzo; 15, Rita FERLISI, soprintendenza BB. CC. AA. Agrigento, “Francesco Scaglione: il collezionismo come ossessione, tra archeologia e wunderkammer”; 15.20, Angela Maria MANENTI, parco archeologico e paesaggistico di Siracusa Eloro Villa del Tellaro e Akrai, “Un collezionista “minore” della Sicilia meridionale: il canonico G. Pacetto di Scicli (1806-1884), i suoi “Ricordi archeologici di un viaggio eseguito nel territorio di Scicli nell’anno 1867”: legami con i collezionisti dell’isola e non solo”; 15.40, Simone PIAZZA, università Ca’ Foscari Venezia, “Un domenicano alla scoperta di reperti antichi, curiosità naturali e cimeli medievali: i due viaggi in Sicilia di Giuseppe Allegranza (1750-1/52)”; 16, Cristoforo GROTTA, parco Valle dei Templi di Agrigento, Scuola Normale Superiore, “La tutela delle antichità di Agrigento: il caso di studio del tempio D nella narrazione delle risorse archivistiche del XIX secolo”; 16.20, Giovanni SCICOLONE, soprintendenza BB. CC. AA. Agrigento, “Dal sarcofago di Fedra alla collezione del ciantro Panitteri. Storie di raccolte archeologiche di ecclesiastici agrigentini tra Settecento e Ottocento”; 16.40, Silvia CALÒ, università di Bari, “Il viaggio di Victor Baltard in Sicilia tra collezionisti ed eruditi”; 17, pausa caffè; 17.30, Jörg GEBAUER, Staatliche Antikensammlungen und Glyptothek Munich, The Panitteri Vases – Core of the Munich Collections of Antiquities”; 17.50, Jorinde VAN ZUIJLEN, Independent researcher, “The Panitteri Collection: historical and museological contexts”; 18.10 , Donatella MANGIONE, parco Valle dei Templi, Giovanni SCICOLONE, soprintendenza BB. CC. AA. Agrigento, “Indagare un’antica collezione. Reperti archeologici “di famiglia” al Museo Civico di Girgenti”; 18.30, Alessio TOSCANO RAFFA, CNR (Istituto di Scienze del Patrimonio Culturale), “Catania. La città di Licata (Ag) e il dibattito sull’identificazione dell’antica Gela nei secoli XVIII-XIX: collezionisti locali, viaggiatori italiani e stranieri, tra recuperi, doni e acquisti di manufatti antichi”.

PROGRAMMA 14 DICEMBRE: PALERMO, Museo Archeologico A. Salinas. Alle 10.30, saluti: Giuseppe PARELLO, direttore del museo Archelogico Regionale “A.Salinas”; 10.40, Clemente MARCONI, università di Milano, New York University, “Archeologia in Sicilia al tempo dei Borbone: una revisione”; Il ruolo delle collezioni private per la nascita dei grandi musei di Siracusa e Palermo: SIRACUSA. Alle 11, Anita CRISPINO, Agostina MUSUMECI, parco archeologico e paesaggistico di Siracusa, Eloro Villa del Tellaro e Akrai, “Dal Regio Custode Saverio Landolina al Direttore Paolo Orsi: collezioni e collezionisti a Siracusa tra XVIII e XIX secolo e il loro ruolo nella formazione del Museo Nazionale”. PALERMO. Alle 11.30, Francesca SPATAFORA, già direttrice del museo Archeologico regionale “A.Salinas”, “I Borbone e il Museo della Regia Università di Palermo”; 11.50, Roberto GRADITI, ricercatore indipendente, “Collezionismo e massoneria nella Palermo del Settecento”; 12.10, Carla ALEO NERO, soprintendenza BB. CC. AA. di Palermo, Maria Lucia FERRUZZA, museo Archeologico regionale “A.Salinas”, “Il collezionismo palermitano del Marchese Antonio De Gregorio”; 12.30, Caterina GRECO, già direttrice del museo Archeologico regionale “A.Salinas”, “Dai Medici ai Borbone: intrecci collezionistici per la statua di Diana cacciatrice dal Parco della Favorita di Palermo”; 12.50, Alessandra CARRUBBA, museo Archeologico regionale “A. Salinas”, “Così lontani, così diversi… La raccolta orientalista in mostra al Museo Salinas”; 13.10, Antonino CRISA’, Prince Mohammad Bin Fahd University, Arabia Saudita, “Antonino Salinas e il museo nazionale di Palermo: le collezioni numismatiche tra strategie intelligenti ed acquisti mirati (1878)”; 13.30, pausa pranzo; 15, Rosanna EQUIZZI, ricercatrice indipendente, “Dall’Abbazia al Museo: la collezione Archeologica di San Martino delle Scale”; 15.20, Roberto GRADITI, Ricercatore indipendente, Costanza POLIZZI, Museo Archeologico Regionale “A.Salinas”, “Gli Etruschi in Sicilia tra collezionismo e temperie risorgimentale”; 15.40, Sandra RUVITUSO, museo Archeologico regionale “A.Salinas”, “Giovanni D’Ondes Reggio e la Collezione Campolo. Una pagina inedita della storia del Museo Salinas”; 16, Giuliana SARA; museo Archeologico regionale “A.Salinas”, Lucia SCALIA, museo Regionale Palazzo Mirto, “Collezionismo aristocratico e archeologia: dar vasi del Principe di Mirto alle scoperte di von Andrian-Werburg”; 16.20, Lavinia SOLE, università di Palermo, “Il Medagliere del Museo Salnitriano: ricostruzione della collezione numismatica di età greca e romana”; 16.40, Enrico CARUSO, già direttore del parco archeologico Lilibeo – Marsala, “Instancabili peripli – I passaggi dei beni archeologici di Lilibeo dalle collezioni Grignani, Hernandez e Lipari ai musei Salinas di Palermo, Pepoli di Trapani, Lilibeo-Marsala e Whitaker di Mozia”; 17, Francesca SPATAFORA, Conclusioni.

Agrigento capitale della Cultura 2025. Maria Concetto Parello anticipa ad “archeologiavocidalpassato.com” le iniziative del parco della Valle dei Templi, a cominciare dall’edizione speciale di RAM film festival a dicembre e della mostra “Da Girgenti a Monaco, da Monaco ad Agrigento” sulla collezione Panitteri

rovereto_ram-film-festival-2024_manifestoagrigento_parco-valle-templi_logoagrigento_capitale-della-cultura-2025_logoUn’edizione speciale di RAM film festival 2024 “Sguardi sulle migrazioni” è stata inserita nelle manifestazioni del parco archeologico e paesaggistico della Valle dei Templi di Agrigento per Agrigento capitale della Cultura 2025. È Maria Concetta Parello, archeologa del parco archeologico e paesaggistico della Valle dei Templi, ad anticipare ad “archeologicavocidalpassato.com” le iniziative del parco in cantiere per Agrigento capitale della Cultura: a dicembre 2024 innanzitutto un’edizione speciale di RAM film festival 2024 nelle sedi di Agrigento, Lampedusa e Licata; e poi una grande mostra “Da Girgenti a Monaco. Da Monaco ad Agrigento” con l’esposizione di alcuni vasi della preziosa collezione Panitteri di vasi agrigentini conservata all’Antikensammlungen di Monaco; e ancora le Giornate Gregoriane, la Giornata di Archeologo e molte altre iniziative. Soddisfazione per questa conferma della collaborazione virtuosa tra il RAM film festival e il parco della Valle dei Templi è espresso da Giovanni Laezza, presidente della fondazione Museo civico di Rovereto.

“Ci avviciniamo ad Agrigento Capitale della Cultura che si celebrerà nell’anno che sta per arrivare”, esordisce Maria Concetto Parello, “e il parco archeologico e paesaggistico della Valle dei Templi ha in cantiere alcune iniziative. E trovandomi a Rovereto vorrei parlare innanzitutto dell’iniziativa che coinvolge noi, la soprintendenza di Agrigento e il RAM film festival che sarà l’organizzazione di un festival che faremo alla metà del mese di dicembre. È un festival che avrà, come il festival di quest’anno a Rovereto, il tema delle migrazioni e stiamo organizzando assieme appunto ai colleghi di Rovereto e a Valentina Caminneci per la soprintendenza di Agrigento un programma – devo dire – molto ricco ed estremamente interessante che porteremo ad Agrigento, a Lampedusa e a Licata nelle giornate dal 16 al 19 di dicembre.

“Insieme a questa manifestazione – anticipa Parello – il parco si è preso carico di altre iniziative importanti. Tra queste vorrei ricordare la mostra “Da Girgenti e Monaco, da Monaco ad Agrigento” che prevede l’arrivo ad Agrigento di alcuni vasi dell’importante collezione Panitteri che si trova attualmente all’Antikensammlungen di Monaco ed è una mostra che appunto vede il ritorno di questi capolavori e vuole essere anche un momento di riflessione su quella che è stata la conoscenza di Akragas nella Mitteleuropa a partire appunto dalla metà dell’800 e questa mostra sarà preceduta quest’anno dalle Giornate Gregoriane (4-5 dicembre 2024, ndr) il cui tema è connesso appunto al collezionismo e collezionisti in Sicilia tra 7 e 800.

“Accanto a questo le altre attività di cui il Parco si sta occupando in questo momento ma ne seguiranno altre che saranno aggiornate a partire dall’inizio dell’anno prossimo, vorrei ricordare una Giornata di Archeologo, che è una campagna di archeologia sociale che noi svolgeremo in alcuni tra i siti più importanti che afferiscono al parco della Valle dei Templi, quindi Licata, Ravanusa, Lampedusa e la villa di Realmonte, e poi una mostra sui Chiaramonte e poi ancora un progetto con l’università di Palermo che è Adotta un monumento. Altre mostre che vedranno la presenza nel territorio di altri reperti archeologici che in questo momento sono custoditi in musei regionali. E questo insomma è quello su cui stiamo lavorando in questo momento”.

“Il festival che stiamo organizzando – come dicevo – insieme alla soprintendenza di Agrigento è un festival che si incardina nella collaborazione ormai ventennale con il RAM di Rovereto. Abbiamo voluto sperimentare un’altra formula, di un altro momento di condivisione e di costruzione di progetto con un ente con il quale il parco della Valle dei Templi collabora da vent’anni. E la novità è che questa volta la collaborazione è a tre e ci aspettiamo di riuscire a coinvolgere la nostra comunità”.

“Il fatto di poter replicare questa nostra esperienza della 35ma edizione di RAM, replicarla in Sicilia dove siamo già attivi da 20 anni, una collaborazione molto virtuosa con il parco archeologico di Agrigento”, commenta Giovanni Laezza, “è per noi una grande soddisfazione. È un carico notevole per lo staff organizzativo e anche per i creativi perché tutto avviene in sostanza durante il RAM che diventa anche un’occasione per contattare tutti gli operatori a vario titolo, giornalisti registi opinionisti esperti, insomma contattarli e chiedere la disponibilità per una cosa che avviene tra una manciata di settimane, quindi a tempi molto stretti. Il tutto è uno dei tanti lasciti – diciamo così – di Paolo Orsi, perché non so se tutti sanno che Paolo Orsi era roveretano ma che ha dedicato 40 anni della sua vita agli scavi archeologici in Sicilia e in Calabria. Però lui è riuscito a creare un ponte e nella sua memoria facciamo tutto questo”.

Sicilia. Al via la XX edizione del Festival (diffuso) del Cinema archeologico realizzato dal parco della Valle dei Templi con il RAM film festival: 4 località, 9 serate di cinema. Si inizia da Licata al museo della Badia e al Castel Sant’Angelo: ecco il programma dei film e dell’archeotalk

licata_realmonte_agrigento_palermo_festival-cinema-archeologico-2024_locandinaDall’11 al 24 luglio 2024 torna il festival diffuso che porta l’archeologia sul grande schermo in quattro diverse località della Sicilia con 9 serate di cinema. A vent’anni dalla sua nascita il Festival del Cinema Archeologico, realizzato dal parco archeologico e paesaggistico della Valle dei Templi di Agrigento, in collaborazione con il RAM film festival e la Fondazione museo civico di Rovereto, si conferma una delle attività di divulgazione più radicate e identitarie dell’ente. L’obiettivo di questa XX edizione del Festival rimane la conoscenza e la condivisione del patrimonio culturale che guardi oltre l’orizzonte locale e si nutra anche dei racconti dei film in programma.

Dopo il successo della scorsa edizione, anche quest’anno è prevista la formula del Festival diffuso, con l’idea di continuare l’esperienza di confronto e dialogo con le comunità locali. In particolare, il Festival parte da Licata (11-12 luglio 2024) , dove sarà ospitato al museo della Badia e nello straordinario sito di Castel Sant’Angelo, alla sommità del Monte su cui si dispongono i resti dell’antica città di Finziade. Poi farà tappa presso la villa romana di contrada Durrueli a Realmonte (13 e 15 luglio 2024), un magnifico esempio di villa marittima perfettamente integrata nel paesaggio che la circonda, e si concluderà nel suggestivo chiostro medievale del museo Archeologico regionale “Pietro Griffo” di Agrigento (17-18-19 luglio 2024), situato nel cuore della Valle dei Templi. Infine, per festeggiare questo importante anniversario, il Festival si sposterà in un luogo di straordinaria importanza per la storia dell’archeologia siciliana, il museo Archeologico regionale “Antonino Salinas” di Palermo (23-24 luglio 2024), la più antica istituzione museale della Sicilia.

licata_archeologico_festival-cinema-archeologico-2024_locandinaLa XX edizione del Festival del Cinema archeologico inizia a Licata giovedì 11 luglio 2024, alle 21, al museo Archeologico della Badia. Alle 21, apre il film “La terra di Yrnm” di Nicola Ferrari (Italia, 2022, 52’). Da anni, più di 50 archeologi e studenti provenienti da tutto il mondo si recano sull’isola di Pantelleria e riaprono gli scavi all’interno di una delle aree archeologiche più importanti del Mediterraneo. Chiude la serata il film “Durango 550 – Path of the Ancestral Puebloans / Durango 550 – Il sentiero dei Pueblo ancestrali” di Nathan Ward (Stati Uniti, 2022, 27’). Il Dipartimento dei Trasporti del Colorado, gli archeologi e le tribù nativo americane locali, gli Ute meridionali, gli Hopi e i Pueblo della tribù Laguna, lavorano ufficialmente insieme per scoprire gli antichi insediamenti intorno a Durango. 

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Stefano Medas, archeologo subacqueo e navale

Il festival continua venerdì 12 luglio 2024, a Castel Sant’Angelo di Licata. Alle 19, l’Archeotalk “La navigazione antica. Elementi storici, archeologici ed eredità nella tradizione nautica”. Modera: Maria Concetta Parello (Parco Valle dei Templi). Incontro e aperitivo con Stefano Medas, archeologo subacqueo e navale dell’università di Bologna, che ci accompagnerà in un percorso a ritroso nel tempo, tra storia, archeologia ed etnografia, per raccontarci come la nautica tradizionale sia fondamentale nello studio della navigazione antica. Infatti, fino alla metà del Novecento, le tradizioni marinaresche hanno conservato una straordinaria eredità di origine antica, tanto in relazione alle tecniche e alle pratiche della navigazione quanto in rapporto alle usanze e alle credenze delle genti di mare. Partecipazione gratuita, con prenotazione online sul sito www.ramfilmfestival.it PRENOTA QUI >.

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Film “Dames et princes de la préhistoire / Dame e principi della preistoria” di Pauline Coste

Quindi, alle 21, iniziano le proiezioni. Apre il film “Dames et princes de la préhistoire / Dame e principi della preistoria” di Pauline Coste (Francia, 2021, 52’). Attraverso diverse sepolture in Francia, nella Repubblica Ceca, in Italia e in Russia, si cercherà di comprendere meglio la Donna del Caviglione, ritrovata nel Nord Italia, e risalente a 25.000 anni fa. Segue il film “Medina Azahara: the Lost Pearl of Al-Andalus / Medina Azahara: la perla perduta di Al-Andalus” di Stéphane Bégoin e Thomas Marlier (Francia, 2021, 52’). Medina Azahara è considerata uno dei più importanti siti archeologici islamici del mondo. Negli ultimi cinque anni, su questo sito, patrimonio dell’umanità, è stata condotta una campagna di scavi guidata da un team di archeologi europei. Chiude la giornata e la tappa di Licata l’annuncio del vincitore della MENZIONE CITTÀ DI LICATA.

Agrigento. A Casa Sanfilippo, sede del parco archeologico e paesaggistico della Valle dei Templi, presentazione del libro “Tra Terra e Acqua: Antiquarium del Mare” in memoria di Daniele Valenti, funzionario della soprintendenza e tecnico subacqueo, a cura di Domenica Gullì

agrigento_casa-sanfilippo_libro-tra-terra-e-acqua-antiquarium-del-mare_presentazione_locandinaA Casa Sanfilippo, sede del parco archeologico e paesaggistico della Valle dei Templi, martedì 16 aprile 2024, alle 10, presentazione del libro “Tra Terra e Acqua: Antiquarium del Mare” in memoria di Daniele Valenti, funzionario della soprintendenza e tecnico subacqueo, a cura di Domenica Gullì, promossa dalla soprintendenza ai Beni culturali di Agrigento e dal parco archeologico e paesaggistico della Valle dei Templi, sotto il patrocinio della Soprintendenza del Mare. Alla presentazione, interverranno Roberto Sciarratta, direttore del parco Valle dei Templi; Vincenzo Rinaldi, soprintendente di Agrigento; e Ferdinando Maurici, soprintendente del Mare. Uno dei momenti clou della manifestazione sarà la lectio magistralis di Stefano Medas, docente all’università di Bologna, che parlerà di “La navigazione antica. Elementi storici, archeologici ed eredità nella tradizione nautica”. La presentazione del volume sarà curata da Maria Concetta Parello, archeologa del parco Valle dei Templi. L’evento è aperto a tutti.

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Copertina del libro “Tra Terra e Acqua: Antiquarium del Mare” in memoria di Daniele Valenti (Regione Siciliana, 2021)

“Tra Terra e Acqua: Antiquarium del Mare” in memoria di Daniele Valenti (Regione Siciliana, 2021). “Con questa pubblicazione”, scrive Michele Benfari, allora soprintendente, nella presentazione del libro, “si inaugura un nuovo progetto editoriale, una Collana di studi, che ha lo scopo di offrire un’ampia panoramica dell’attività scientifica della Soprintendenza: il titolo, Corpora, ne annuncia la struttura, studi monografici con un focus sulla ricerca scientifica, la tutela e la valorizzazione del patrimonio culturale, precipui compiti istituzionali delle soprintendenze. La Collana sarà uno spazio riservato non solo ai tecnici interni, ma aperto anche a studiosi professionisti, istituti universitari, che a vario titolo, anche grazie a formali convenzioni, collaborano con la soprintendenza. Un largo spazio sarà dato anche ai numerosi studenti che presso la Soprintendenza completano il loro curriculum di studio con i tirocini, sulla base di convenzioni che la Soprintendenza ha sottoscritto con Università, italiane e straniere. La Collana, pensata e diretta da Domenica Gullì, funzionario archeologo, vuole essere uno strumento di divulgazione di conoscenze e di studio, e per questo, al fine di garantire la massima diffusione possibile dei contenuti, avrà una doppia versione, cartacea e digitale, ad accesso aperto.

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Antiquarium del Mare “Daniele Valenti” al parco archeologico e paesaggistico della Valle dei Templi ad Agrigento (foto musei italiani)

“Il primo volume della Collana – continua Benfari – è dedicato all’Antiquarium del Mare in memoria di Daniele Valenti, funzionario della soprintendenza e tecnico subacqueo, prematuramente scomparso, la cui attività è legata alle maggiori e importanti scoperte effettuate nel mare agrigentino. Inaugurato nel luglio del 2019, l’antiquarium è ubicato nel cuore della Valle dei Templi, all’interno di un piccolo edificio della prima metà del Novecento, a poca distanza dal tempio dei Dioscuri, oggi amministrato dall’ente parco archeologico e paesaggistico della Valle dei Templi. L’istituzione dell’antiquarium è stata possibile grazie alla collaborazione fra la soprintendenza di Agrigento, che ha curato il progetto scientifico e selezionato i materiali, la soprintendenza del Mare e il parco archeologico di Agrigento, che ha finanziato il progetto di allestimento, curato da Carmelo Bennardo. Per me, l’allestimento di un museo del mare, ha anche avuto un coinvolgimento emotivo fortissimo, perché parlare di patrimonio culturale sommerso, significa parlare di Sebastiano Tusa, titanica figura di impareggiabile studioso, uno fra i pochi che con lo stesso acume, profondità, correttezza scientifica e morale, ha esplorato i più disparati ambiti del mondo antico. E con Lui ho vissuto, appena qualche anno prima, l’esperienza dell’allestimento del museo del mare di Sciacca, che ho personalmente curato, accompagnato dal Suo occhio attento, dalla Sua straordinaria capacità di guidare, senza mai essere invadente. L’antiquarium del mare di Agrigento è stato un atto d’amore dei tanti colleghi e amici che hanno condiviso con Daniele Valenti le emozioni del mare, emozioni che la tragica scomparsa di Sebastiano Tusa, appena qualche mese prima, ha reso indelebili nell’animo di tutti”.

Napoli. Al Complesso Monumentale dei SS. Marcellino e Festo il convegno internazionale “Magna Grecia nel secondo dopoguerra tra scoperte e tutela: politiche culturali e protagonisti. Omaggio a Juliette de La Genière”, in presenza e on line: due giorni di confronto sulle politiche culturali riguardanti il patrimonio archeologico della Magna Grecia nel corso della seconda metà del Novecento

napoli_complesso-san-marcellino_convegno-internazionale-magna-grecia-nel-secondo-dopoguerra_locandina“Magna Grecia nel secondo dopoguerra tra scoperte e tutela: politiche culturali e protagonisti. Omaggio a Juliette de La Genière” è il titolo del convegno internazionale, organizzato dal Dipartimento federiciano di Studi umanistici (con la responsabilità scientifica di Bianca Ferrara) e in collaborazione con il Centre Jean Bèrard di Napoli, in programma il 27 e 28 novembre 2023 nel Complesso di San Marcellino di Napoli, a partire dalle 9.30. Teams diretta streaming ID riunione: 311 312 168 060 Passcode: ruWHxv. L’evento richiama l’attenzione sulle politiche culturali riguardanti il patrimonio archeologico della Magna Grecia nel corso della seconda metà del Novecento. Si tratta di anni che hanno visto profonde trasformazioni sia nel campo della ricerca sia nel campo delle idee e delle pratiche relative alla gestione e alla valorizzazione dei beni culturali dell’Italia meridionale e della Sicilia.

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L’archeologa Juliette de La Genière (1927-2022) (foto Centre Jean Bérard)

L’incontro è dedicato alla memoria di Juliette de La Genière, che è stata una protagonista della ricerca archeologica in Magna Grecia durante questi stessi anni. Ricordarla diventa occasione per riflettere sulla storia degli studi nella prospettiva di un confronto con le più recenti tendenze di analisi e tutela di un patrimonio di interesse mondiale. Il convegno riunisce sia storici e archeologi, specialisti della Magna Grecia, di ambito nazionale e internazionale, sia rappresentanti istituzionali dei beni culturali dell’Italia meridionale e della Sicilia, proprio per discutere insieme sullo stato degli studi nello scenario culturale e politico della vita contemporanea, dove si tratta di distinguere ma non separare ricerca, tutela e promozione del territorio.

PROGRAMMA LUNEDÌ 27 NOVEMBRE 2023 Chiesa del Complesso Monumentale dei SS. Marcellino e Festo, largo San Marcellino 10, Napoli. Alle 9.30, saluti di apertura: Gaetano Manfredi, sindaco di Napoli; Matteo Lorito, magnifico rettore dell’università di Napoli “Federico II”; Arturo De Vivo, professore emerito dell’università di Napoli “Federico II”; Andrea Mazzucchi, direttore del dipartimento di Studi umanistici dell’università di Napoli “Federico II”; Massimo Osanna, direttore generale Musei del MiC, università di Napoli “Federico II”; Luigi La Rocca, direttore generale Archeologia Belle arti e Paesaggio del Mic; Teresa Elena Cinquantaquattro, segretario regionale del MiC per la Campania; Alessandro Naso, direttore della Scuola di specializzazione in Beni archeologici dell’università di Napoli “Federico II”; Giampaolo D’Andrea, presidente dell’associazione nazionale per gli Interessi del Mezzogiorno d’Italia (ANIMI). Alle 11, Bianca Ferrara (università di Napoli “Federico II”), Introduzione. Presidente: Giovanna Greco (università di Napoli “Federico II”); 11.15, Gianfranco Maddoli (ANIMI) “Memoria del mio primo incontro con le problematiche della Magna Grecia”; 11.45, Mario Lombardo (università del Salento) “I convegni di Taranto e il loro contributo alla ricerca sulla storia dell’archeologia della Magna Grecia: qualche osservazione”; 12.15, Massimo Osanna (direttore generale Musei del MiC, università di Napoli “Federico II”) “Gli organi di tutela nella seconda metà del Novecento”; 12.45, discussione. Dopo la pausa pranzo, presidente: Carmela Capaldi (università di Napoli “Federico II”). Alle 14.30, Rosalba Panvini (università di Catania) “L’attività di tutela in Sicilia tra storia e nuova organizzazione dell’amministrazione”; 15, Alfonsina Russo (parco archeologico del Colosseo) “I Parchi archeologici e le prospettive future: il caso del Parco archeologico del Colosseo”; 15.30, Fabio Pagano (parco archeologico dei Campi Flegrei) “La modernità ripensata. Presupposti e determinazioni nella nascita di un Parco archeologico”; 16, Francesco Sirano (parco archeologico di Ercolano) “Ercolano. I molti futuri di una città. Scoperte, tutela, valorizzazione e interazione con il territorio”; Dopo la pausa caffè, alle 17, Tiziana D’Angelo (parco archeologico di Paestum e Velia) “Nuove antichità pestane: storie e progetti di un Parco archeologico in trasformazione”; 17.30, Filippo Demma (parco archeologico di Sibari) “Proporre, progettare, realizzare. Sperimentazione e nuovi modelli di gestione dai Parchi archeologici della Calabria”; 18, Francesca Spatafora (archeologa, dipartimento dei Beni culturali e dell’Identità siciliana) “I parchi archeologici siciliani: variazioni sul tema”; 18.30, discussione.

PROGRAMMA MARTEDÌ 28 NOVEMBRE 2023 Chiesa del Complesso Monumentale dei SS. Marcellino e Festo, largo San Marcellino 10, Napoli. Presidente: Luigi Cicala (università di Napoli “Federico II”). Alle 9.30, Maria Concetta Parello (parco archeologico e paesaggistico della Valle dei Templi) “Dalla frana di Agrigento al Parco della Valle dei Templi: tutela, ricerca e valorizzazione di Akragas/Agrigentum”; 10, Luigi Maria Gattuso (parco archeologico di Gela) “Parco archeologico di Gela: tutela e valorizzazione”; 10.30, Brigitte Marin (École française de Rome), Valérie Huet (Centre Jean Bérard), Claude Pouzadoux (Université Paris Nanterre), Priscilla Munzi (Centre Jean Bérard) “Dal secondo dopoguerra agli anni ‘80, 40 anni di collaborazione italo-francese per la conoscenza della Magna Grecia e della Sicilia: attori, spazi e strategie della ricerca archeologica”; dopo la pausa caffè, presidente: Priscilla Munzi (Centre Jean Bérard): alle 11.30, Tiziana D’Angelo (parco archeologico di Paestum e Velia), Bianca Ferrara (università di Napoli “Federico II”) “Heraion alla foce del Sele: questi ultimi trent’anni di ricerca”; 12, Raffaella Bonaudo (soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio per le province di Salerno e Avellino), Bianca Ferrara (università di Napoli “Federico II”) “Roscigno – Monte Pruno tra valorizzazione e tutela. I progetti della Soprintendenza Archeologica e dell’Università degli Studi di Napoli”; 12.30, Rosalba Panvini (università di Catania), Marina Congiu (archeologa, soprintendenza per i Beni culturali e ambientali di Caltanissetta), Bianca Ferrara (università di Napoli “Federico II”) “Gela: una lunga collaborazione tra Università e Soprintendenza”; 13, discussione. Dopo la pausa pranzo, tavola rotonda “Omaggio a Juliette de La Genière: tra didattica, scavi e ricerche”, 15.30, introduce: Giovanna Greco “Didattica e ricerca tra Lille e Parigi”: Nathalie De Chaisemertin, Françoise Gaultier, Michel Gras, Stéphane Verger. Scavi E Ricerche A Paestum: Giuliana Tocco, Marina Cipriani, Bianca Ferrara, Antonella Tomeo; a Sala Consilina: Luigi Cicala, Maria Luisa Tardugno; in Basilicata: Annamaria Mauro, Carmelo Colelli; in Calabria: Elena Lattanzi, Raffaella Pierobon Benoit, Claudio Sabbione, Roberto Spadea; in Sicilia: Rosalba Panvini. Alle 18.30, Massimo Osanna (direttore generale Musei del MiC, università di Napoli “Federico II”) conclusioni.

Roma. Al museo nazionale Etrusco di Villa Giulia incontro sulla Valle dei Templi con presentazione del libro “La Valle dei Templi” (Carocci) di Valentina Caminneci, Maria Concetta Parello e Maria Serena Rizzo

roma_villa-giulia_libro-la-valle-dei-templi_presentazione_locandinaAl museo nazionale Etrusco di Villa Giulia si parte dalla presentazione di un libro per parlare della Valle dei Templi di Agrigento. Giovedì 23 novembre 2023, alle 17, in sala Fortuna l’incontro a partire dal volume edito da Carocci “La Valle dei Templi” di Valentina Caminneci, Maria Concetta Parello e Maria Serena Rizzo, funzionarie archeologhe del parco archeologico e naturalistico della Valle dei Templi (Agrigento). Modera Valentino Nizzo, direttore del museo nazionale Etrusco di Villa Giulia. Interviene Giovanni Di Stefano, università Tor Vergata. Sarà presente la curatrice Maria Serena Rizzo. Ingresso libero in sala fino a esaurimento posti. Per prenotazioni scrivere a presentazioni@carocci.it.

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Copertina del libro “La Valle dei Templi” (Carocci editore)

I luoghi dell’archeologia. La Valle dei Templi. Fondata nel 580 a.C. da abitanti della colonia rodio-cretese di Gela, Akragas divenne presto la città siceliota più importante dopo Siracusa, insieme alla quale inflisse una dura sconfitta ai Cartaginesi nel 480 a.C. Nei decenni successivi alla storica battaglia di Himera, lungo le mura meridionali della città venne costruita la maggior parte di quei grandiosi templi che hanno talmente colpito l’immaginazione di visitatori e studiosi da dare il loro nome all’intera area archeologica. Ma storia e archeologia della Valle dei Templi non si esauriscono certo in essi, né nel periodo della loro costruzione. Il volume racconta la lunga storia del sito archeologico e ne illustra i principali monumenti, anche alla luce delle scoperte più recenti.

Rovereto. Nella terza giornata del RAM film festival protagonista è Venezia: talk con Gian Antonio Stella e Francesco Trovò, e film in prima nazionale “Saving Venice”. Per gli Aperitivi, sold out, Parello e Coccoluto su “Scavi turismo e sostenibilità: le sfide dei parchi archeologici

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Frame del film “Saving Venice / Salvare Venezia” di Duncan Bulling

Venezia protagonista della terza giornata del RAM film festival di Rovereto organizzato dalla Fondazione Museo Civico di Rovereto, promosso dal Comune di Rovereto, dal ministero della Cultura, dalla Provincia Autonoma di Trento e dall’APT Rovereto Vallagarina Monte Baldo, con il sostegno della Fondazione Caritro e della Cassa Rurale Alto Garda Rovereto. La rivista ARCHEO è il media partner del festival. rovereto_rassegna-RAM-2023_talk-6-ottobre_locandinaVenerdì 6 ottobre 2023, al Teatro Zandonai, è in programma infatti una serata speciale a ingresso gratuito dedicata a VENEZIA con Gian Antonio Stella e Francesco Trovò e il film in prima nazionale “Saving Venice”. L’acqua alta a Venezia non è una novità. Ma in tutto il ventesimo secolo ci sono state solo 9 alluvioni estreme.  Mentre solo nei primi due decenni del ventunesimo secolo, sono state ben 16. Venezia sta affrontando la realtà del cambiamento climatico. Un serio avvertimento di ciò che potrebbe accadere ad altre città costiere: oltre un centinaio delle più grandi città è costruito sulle coste e ci vive il 40% della popolazione mondiale, e il 30% della popolazione italiana. Quindi Venezia fa suonare un campanello di allarme. Il nuovo sistema di barriere contro le alluvioni, il Mose, è un test che può valere per altre parti del mondo. A introdurre la serata, il giornalista del Corriere della Sera Gian Antonio Stella, da sempre attento ai temi del patrimonio culturale, e Francesco Trovò, ricercatore all’università Iuav di Venezia, esperto di edilizia storica di Venezia, di Beni Culturali e cambiamenti climatici. A moderare, la giornalista Martina Dei Cas. A seguire, il film britannico in prima nazionale “Saving Venice / Salvare Venezia” di Duncan Bulling (Regno Unito 2022, 52’). Venezia ha un equilibrio particolarmente fragile. Riusciranno gli scienziati e gli ingegneri a proteggere la città con le barriere anti-inondazione prima che sia troppo tardi, e sarà sufficiente questa misura?

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Frame del film “Expédition Pétra, sur la piste des Nabatéens / Spedizione Petra, sulle tracce dei Nabatei” di Nathalie Laville e Agnès Molia

GLI ALTRI FILM. Nel pomeriggio, dalle 15 alle 18 al Teatro Zandonai, proseguono le proiezioni dei film in concorso. Da segnalare due produzioni francesi: “Montaigne and the Mysterious Tomb / Montaigne e la tomba misteriosa” di Pauline Coste (Francia 2021, 52’), che cerca di svelare il mistero di una sepoltura risalente a più di 500 anni fa, rinvenuta nei sotterranei dell’attuale Museo d’Aquitania, e il film in prima italiana “Expédition Pétra, sur la piste des Nabatéens / Spedizione Petra, sulle tracce dei Nabatei” di Nathalie Laville e Agnès Molia (Francia 2022, 52’), che si propone in una sfida audace: tracciare, grazie a una spedizione senza precedenti, la mitica via dell’incenso percorsa per tre secoli dai carovanieri nabatei, l’antico popolo arabo di mercanti, la cui storia è andata perduta. Di loro rimangono monumentali tombe scavate nella roccia, a Petra nell’attuale Giordania e nel cuore del deserto dell’Arabia Saudita, nella segreta città di Hegra.

rovereto_rassegna-RAM-2023_aperitivo-6-ottobre_locandinaINCONTRI. Nel pomeriggio, l’approfondimento al Giardino di Palazzo Fedrigotti in corso Bettini, sold out, è dedicato ai parchi archeologici e alla sfida quotidiana per coniugare la ricerca, gli scavi e la conservazione dei beni rinvenuti con la fruibilità di un pubblico anche molto numeroso. Due le testimonianze al RAM, da Agrigento e dalla Toscana, con le ospiti Maria Concetta Parello, funzionario archeologo del parco archeologico e paesaggistico della Valle dei Templi di Agrigento, e Marta Coccoluto, responsabile del parco archeologico di Baratti e Populonia, del museo Archeologico di Piombino (LI) e dei musei di Suvereto (LI) per Parchi Val di Cornia SpA.