Licodia Eubea (Ct). Alessandra Cilio, direttore artistico, traccia un bilancio della XII edizione del Festival della Comunicazione e del Documentario archeologico e dà qualche anticipazione dell’edizione 2023. Ecco a chi sono stati assegnati i tre premi in palio

Alessandra Cilio accompagna gli ospiti nella visita del museo Archeologico “Antonino Di Vita” di Licodia (foto rica)

Alessandra Cilio, archeologa
Sono passate tre settimane dalla chiusura della XII edizione del Festival della Comunicazione e del Cinema archeologico di Licodia. È tempo di bilanci. E non solo. La macchina organizzativa capitanata dai vulcanici direttori artistici Alessandra Cilio e Lorenzo Daniele è già al lavoro per la prossima edizione, calendarizzata per il periodo compreso tra l’11 e il 15 ottobre 2023. “In cantiere abbiamo già messo la seconda giornata di studi Dialoghi in Badia”, anticipa Alessandra Cilio, “e si sta lavorando alla stipula di protocolli di intesa con Università e Centri di Studio italiani e stranieri, volti a una maggiore promozione dell’evento all’interno degli ambienti accademici e a una effettiva collaborazione tra il festival e queste realtà. Stiamo inoltre pensando all’attivazione di un workshop di produzione audiovisiva con professionisti del settore da riservare ad una selezione di partecipanti”. Ma non solo: “Stiamo anche pensando a un modo per coinvolgere in modo più attivo la comunità licodiana e le sue realtà locali (associazioni culturali, imprese e società), così da rendere ancora più chiaro e trasparente l’intento di questa manifestazione: la promozione della cultura audiovisiva archeologica ed antropologica, ma anche la valorizzazione intelligente dei luoghi, della gente e delle tradizioni che fanno di Licodia Eubea splendida e necessaria alla buona riuscita di questo evento, che è bello perché non vuole essere di nessuno in particolare, ma di tutti”.


Gli “aperitivi” del Festival di Licodia sono stati garantiti dagli studenti dell’istituto Alberghiero di Modica e Chiaramonte Gulfi (foto rica)
Come è andata l’edizione 2022? “È stata un’annata difficile, questa”, cerca di sintetizzare Alessandra Cilio. “Difficile nel senso che per la prima volta abbiamo fissato, anche in fase di programmazione, l’idea di un festival diffuso, capace di portare il pubblico ad approfondire la conoscenza del paese che ospita la manifestazione, Licodia Eubea, attraverso la dislocazione di alcuni eventi collaterali in punti nevralgici come il museo “Antonino Di Vita” (proiezione del film “Noto, 1693. Il giorno della paura” in VR con visori ad hoc), la Badia (aperitivi, lunch ed esposizione permanente del progetto sonoro di Enzo Cimino “Armonizzazione Universale”), l’ex chiesa di Santa Chiara e San Benedetto (mostra “Didascalico!” di Pierluigi Longo), gli spazi esterni del teatro della legalità (mostra di fotografia “Gli Italiani” di Vittorio Daniele), le rovine del Castello Santa Pau e il borgo medievale (visite guidate e performance di Margherita Peluso e Meline Saoirse)”.

Lorenzo Daniele e Alessandra Cilio sul palco del teatro della Legalità una delle sedi del Festival della Comunicazione e del Cinema Archeologico di Licodia (Ct) (foto rica)

Santo Randone, sindaco di Licodia Eubea (foto rica)
I film in concorso. “I veri protagonisti del festival sono stati, ancora una volta, i film in concorso”, continua Cilio. “Quest’anno si è deciso di aumentare il numero delle proiezioni, raddoppiandolo. Questo è stato possibile sia per via delle numerosissime richieste pervenute (oltre 400) da tutto il mondo, ma anche per la possibilità di adoperare una vera sala cinematografica messa a disposizione dal Comune di Licodia Eubea. Il Teatro della Legalità è stato inaugurato dalla XII edizione del nostro festival e di questo siamo felici. Felici anche di aver riscontrato, da parte della nuova Amministrazione del sindaco Santo Randone, un forte interesse nei confronti di questa manifestazione che, in cinque giorni, riesce a rivitalizzare l’indotto del paese e a promuoverlo dal punto di vista turistico a livello internazionale. La promozione di un territorio attraverso un evento è tanto più forte quanto più “internazionale” è la gente che vi prende parte. Quest’anno abbiamo avuto il piacere di ospitare non solo 42 film provenienti da Paesi come l’Italia, la Francia, il Belgio, l’Inghilterra, la Serbia, la Spagna, il Portogallo, la Grecia, la Polonia, la Turchia, l’Iran, l’India, la Malesia, l’Indonesia, l’Egitto, gli Stati Uniti, l’Argentina e il Brasile, ma anche di accogliere un cospicuo numero di rappresentanti delle delegazioni artistiche delle opere in concorso (oltre una trentina), riunitesi a Licodia Eubea da luoghi come Istanbul, Atene, Palermo, Pisa, Barcellona, Pune, Brighton, Parigi e Pančevo, e che a Licodia Eubea, tra un film, un aperitivo e un’escursione, hanno stretto contatti e creato legami, tra di loro ma anche con i partecipanti all’evento”.

Frame del film “Pérou, sacrifices au Royaume de Chimor” del regista francese Jerôme Semla

Lorenzo Daniele e Alessandra Cilio consegnano il premio Archeovisiva al regista Jerôme Semla (foto rica)
I film premiati. Il Premio ArcheoVisiva, assegnato al miglior film secondo la giuria di qualità, composta dai registi Jean Marc Cazenave e Stavros Papageorghiou, dal presidente del Cineclub di Roma Angelo Tantaro e da Fulvia Toscano, già membro della Sicilia Film Commission, è andato al film “Pérou, sacrifices au Royaume de Chimor” (Francia, 2022; 90’) del regista francese Jerôme Semla, tra gli ospiti presenti a Licodia. Una scoperta archeologica senza precedenti di diverse centinaia di bambini e lama sacrificati ha portato alla luce il Regno di Chimor, situato nell’attuale Perù settentrionale. Come e perché sono stati compiuti questi sacrifici? Raccontata come un “cold case”, questa indagine archeologica internazionale è destinata a rivelare i misteri della più potente civiltà andina prima degli Incas, che prosperò per oltre cinque secoli. Questa la motivazione: “Si tratta di un film particolare, perché osa affrontare un argomento difficile come il rituale dei sacrifici umani, facendolo con abilità, seguendo indagini rigorosamente scientifiche, e mostrando rispetto ed empatia nei confronti delle vittime. È stato commovente anche perché ci sentiamo vicini agli scienziati, il cui destino è quello di indagare e studiare quell’enorme scena del crimine. Abbiamo apprezzato la sensibilità della sceneggiatura, la fotografia accurata e la regia elegante. La promessa di raccontare una grande storia in 90 minuti è stata mantenuta”.

Frame del film “Mamody, the last baobab digger” di Cyrille Cornu,

La cerimonia di consegna del Premio Archeoclub d’Italia con Mariada Pansera, presidente Archeoclub d’Italia di Augusta, al film più votato dal pubblico in sala alla XII edizione del Festival di Licodia (foto rica)
Il Premio Archeoclub d’Italia, per il film più apprezzato dal pubblico che ha partecipato alle proiezioni in sala, è stato assegnato al film “Mamody, the last baobab digger” (Francia, 2022; 48’), di Cyrille Cornu,. A consegnare il premio, Mariada Pansera, presidente dell’Archeoclub d’Italia di Augusta. Nel sud-ovest del Madagascar, l’altopiano di Mahafaly è una terra estremamente arida. Qui le piogge cadono solo poche volte all’anno. In queste condizioni di vita molto difficili, gli abitanti del piccolo villaggio di Ampotaka hanno trovato una soluzione unica per immagazzinare acqua.

Maria Antonietta Rizzo Di Vita, docente di Etruscologia e antichità all’università di Macerata e vedova del noto archeologo, consegna il premio Antonino Di Vita a Eugenio Farioli Vecchioli, autore e regista televisivo (foto rica)
Premio Antonino Di Vita. È andato a Eugenio Farioli Vecchioli, autore e regista televisivo, il Premio Antonino Di Vita dell’XII edizione del Festival della Comunicazione e del Cinema Archeologico di Licodia Eubea, assegnato a una personalità distintasi per particolari meriti nella valorizzazione e promozione del patrimonio artistico e culturale. A consegnarlo è stata Maria Antonietta Rizzo Di Vita, docente di Etruscologia e antichità all’università di Macerata e vedova del noto archeologo, con queste motivazioni: “Regista e sceneggiatore di documentari, è autore di programmi televisivi dedicati al patrimonio culturale nazionale e internazionale. Il suo lavoro si distingue per la scelta di promuovere una comunicazione archeologica di alto livello, capace di coniugare il rigore scientifico alla grammatica filmica, raggiungendo il grande pubblico attraverso un medium di massa come la tv senza mai scivolare nell’omologazione. Per aver dato voce a quel vasto patrimonio diffuso minore che fatica a emergere oltre i confini locali, ma anche alle “minoranze” della Grande Storia; per l’azione consapevolizzante del valore sociale delle professionalità legate al patrimonio culturale, ma anche per la trasversalità dei temi trattati, capaci di suggerire sempre una rilettura dell’Antico alla luce del nostro tempo; per la capacità di rendere l’Uomo, quello di ieri così come quello di oggi, protagonista del suo racconto”.

L’apertura in Badia della Prima Giornata di Studi dedicata alla comunicazione del patrimonio culturale (foto rica)
Non solo film. “Abbiamo cercato di diversificare l’offerta culturale, declinandola in tutte le sue possibili accezioni”, riprende Alessandra Cilio. “Per cominciare, il 12 ottobre abbiamo inaugurato la Prima Giornata di Studi dedicata alla comunicazione del patrimonio culturale. Si è deciso di strutturarla in tre sessioni principali (editoria, audiovisivo e accessibilità/inclusività), dando parola a 12 specialisti del settore che portassero sul banco i risultati delle loro personali esperienze e dessero vita, assieme ai partecipanti (studenti universitari, operatori museali, professionisti e semplici appassionati) ad un dibattito costruttivo, ad un dialogo (come recita il titolo dell’evento: “Dialoghi in Badia”) finalizzato ad un’analisi basata su fatti concreti di temi spesso affrontati in maniera astratta all’interno di università e luoghi di lavoro. La qualità dei relatori e la partecipazione attiva del pubblico ci ha fatto comprendere quanto sia importante, all’interno del nostro festival, stabilire simili momenti di riflessione, e ci ha portato a decidere di pubblicare, nei prossimi mesi, gli Atti ufficiali della giornata, in attesa di una seconda e altrettanto ricca edizione”.

Margherita Peluso nella performance Armonizzazione Universale alla XII edizione del Festival della Comunicazione e del Cinema archeologico (foto rica)
Arti visive. “Come sempre, abbiamo mantenuto l’appuntamento con gli amanti della fotografia e delle arti visive, ospitando due preziose mostre in prima assoluta: una di fotografia, Gli Italiani di Vittorio Daniele, ed una di grafica, Didascalico! di Pierluigi Longo. I locali della Badia sono stati inoltre lo spazio scelto dal sound artist Enzo Cimino per le sue istallazioni, che hanno messo insieme il potere evocativo della natura con quello delle sonorità generate dalle stesse piante attraverso un complesso sistema di mixer e sintetizzatori. Il centro storico, invece, si è trasformato in teatro all’aperto, grazie alle esibizioni di Meline Saoirse e Margherita Peluso, che ancora una volta ha sottolineato l’importanza del legame tra gli uomini ma anche tra l’essere umano, la Terra e la Memoria”.

Incontro con Carmelo Siciliano alla XII edizione del Festival della Comunicazione e del Cinema Archeologico di Licodia (foto rica)
Incontri. “Non abbiamo trascurato neanche la musica, invitando Carmelo Siciliano a parlare del suo ultimo libro Sentire la Grecia. In viaggio fra musiche e tradizioni, una vera e propria guida di viaggio che illustra le peculiarità delle regioni della Grecia e delle sue isole attraverso le danze e le sonorità. Sonorità che sono state regalate anche al pubblico licodiano la sera del 15 ottobre attraverso una serie di suggestivi brani suonati dall’autore, affermato musicista, con bouzouki e oud. E l’antropologo Dario Piombino Mascali, studioso di chiara fama e al tempo stesso uomo dalla spiccata sensibilità, ha trattato un tema toccante, quello del complesso rapporto tra morte e infanzia, collegandosi ad alcune delle opere in concorso nella giornata del 14 ottobre, come Ninos de los Andes di Aldana Loiseau (Argentina) e Pérou, sacrifices ou Royaume de Chimor di Jerome Scemla (Francia)”.

La proiezione del film in Virtual Reality “Noto (1693). Il giorno della paura” al museo civico “Antonino Di Vita” (foto rica)
Le proiezioni del film in Virtual Reality “Noto (1693). Il giorno della paura” sono avvenute all’interno del museo civico “Antonino Di Vita”. “Per gentile concessione del Comune di Noto è stato possibile offrire un’esperienza immersiva a quanti facessero richiesta, adoperando gli speciali visori che rendono la proiezione del film estremamente affascinante. L’idea di dislocare la VR experience in un luogo relativamente “decentrato” dalla sala proiezioni si è rivelata vincente proprio per il cospicuo numero di presenze registrate che, nell’attesa del proprio turno, hanno potuto visitare gli spazi espositivi del museo archeologico, incrementando così la propria conoscenza del sito che ospita il festival e delle sue più rilevanti testimonianze materiali”.

Il desk e il bookshop del Festival della Comunicazione e del Cinema Archeologico di Licodia (foto rica)
Qualche considerazione finale. “Se il “confine” (parola che suona come il leit motiv di questa annata) può essere declinato tanto dal punto di vista geografico che culturale, funziona anche quando si parla di cinema: di chi, cioè, lo fa e di chi lo fruisce. Un festival è questo: una festa, nella quale ci si riunisce. E in cui simili barriere, eccezionalmente, cadono, rivelando la profonda umanità che sta dietro proprio chi fa il cinema e chi lo guarda. Il collante? Sempre lui: l’Uomo. Di oggi, di ieri, di domani. Con le sue credenze, le sue fragilità, le sue convinzioni. Con la sua Arte, anche”, commenta Alessandra Cilio, che conclude: “Sono contenta della varietà data al cartellone di quest’anno. Io e Lorenzo siamo riusciti a mettere insieme diverse premiere e film di recente produzione interessanti, piacevoli. La programmazione ha cercato di tener conto del tema sviluppato nell’opera, ma anche della provenienza, del genere (documentario classico, docu-drama, docu-fiction, cortometraggio, corto animato) e della durata, così da soddisfare diversi target di pubblico. Siamo soddisfatti anche dei risultati relativi al Premio Internazionale della Giuria di Qualità “Archeovisiva” e al Premio “Archeoclub d’Italia”; quest’ultimo, decretato dal pubblico, permette di avere una interessante restituzione del gradimento delle opere in concorso durante le cinque giornate”.
Manca pochissimo all’apertura ufficiale della dodicesima edizione del Festival della Comunicazione e del Cinema Archeologico a Licodia Eubea (Ct), in programma dal 12 al 16 ottobre 2022. E la prima domanda che ti viene spontanea è: perché cinque giorni di eventi anziché i canonici quattro di proiezioni? E la risposta sono gli stessi organizzatori a darla dando la misura della continua crescita della manifestazione licodiese. “L’edizione 2022 del Festival della Comunicazione e del Cinema Archeologico di Licodia Eubea si apre con una giornata dedicata ai progetti editoriali e alle diverse forme di comunicazione audiovisiva dei Beni Culturali”, spiegano le curatrici Alessandra Cilio e Stefania Berutti, rispettivamente co-direttore artistico del festival e archeologa. “Articolata in tre sessioni, questa occasione di dialogo tra professionisti della comunicazione del patrimonio materiale e immateriale vuole offrire esempi di interdisciplinarietà, spesso elaborati nell’ambito di allestimenti museali o di mostre tematiche. Le esperienze presentate testimoniano la necessità di un approccio complesso per abbattere barriere e aprire alla fruizione completa del nostro patrimonio culturale”. La Giornata di Studi “Dialoghi in Badia. Strategie e best practices nella comunicazione del patrimonio culturale” si svolgerà nel corso della mattina e del primo pomeriggio di mercoledì 12 ottobre 2022 (dalle 9 alle 16) all’interno della ex Chiesa di San Benedetto e Santa Chiara, già sede delle proiezioni del Festival e delle iniziative culturali a esso correlate.
“Dialogare e far dialogare fra loro tutte queste realtà”, spiegano ancora Cilio e Berutti, “è lo scopo principale di chi, da anni, si impegna per portare a Licodia Eubea un’occasione di crescita sociale e un’opportunità per far conoscere un’identità culturale tra le più composite. Il paese di Licodia Eubea ha infatti una lunga tradizione di centro di studi e scavi archeologici, sito in un’area di densa abitazione che, senza soluzione di continuità, abbraccia una serie di epoche comprese tra la Preistoria e l’Età moderna, come testimonia la ricchezza di reperti ed emergenze architettoniche. La stessa sede delle proiezioni del Festival, nella quale si avvicenderanno i relatori della Giornata di studi, è una chiesa sconsacrata che, restaurata dalla Soprintendenza catanese, ha conosciuto diverse destinazioni d’uso e ora, grazie anche alla cura dell’Archeoclub di Licodia Eubea è sede di mostre temporanee di respiro internazionale, e dunque punto di aggregazione della vita culturale locale, ma anche di quella extra-territoriale che sposa le suddette manifestazioni”. Tre le sessioni in programma: 9-9.30, registrazione dei partecipanti; 9.30-11, Editoria; 11.30-13, Comunicazione audiovisiva; 14-15.30, Comunicazione “oltre i confini”. I protagonisti della giornata di studi presenteranno uno speech di 15 minuti, avvicendandosi sul palco della ex chiesa di San Benedetto e Santa Chiara. Al termine di ogni sessione, i relatori saranno riuniti sul palco e, prendendo spunto dai reciproci interventi e dalle domande del pubblico, alimenteranno un dialogo destinato a offrire nuovi spunti di riflessione in merito alle tematiche trattate. A conclusione dell’evento, sarà rilasciato un attestato di partecipazione. La partecipazione all’evento è gratuita, ma l’iscrizione è obbligatoria al seguente link 




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