Venezia. A Palazzo Malcanton Marcorà presentazione del libro “Il corpo spezzato. Costruire e decostruire la figura umana nella tradizione funeraria egiziana” di Francesca Iannarilli (università Ca’ Foscari) con: Patrizia Piacentini (università di Milano) e Lucio Milano (università Ca’ Foscari)


Francesca Iannarilli (Ca’ Foscari)
Mercoledì 26 febbraio 2025, alle 10, in aula Geymonat di Palazzo Malcanton Marcorà a Venezia, presentazione del libro “Il corpo spezzato. Costruire e decostruire la figura umana nella tradizione funeraria egiziana” di Francesca Iannarilli (università Ca’ Foscari Venezia), Edizioni Ca’ Foscari 2024. Discutono con l’autrice: Patrizia Piacentini, università di Milano La Statale; Lucio Milano, università Ca’ Foscari Venezia, direttore della collana Antichistica. Modera Emanuele M. Ciampini, università Ca’ Foscari Venezia.

Copertina del libro “Il corpo spezzato. Costruire e decostruire la figura umana nella tradizione funeraria egiziana” di Francesca Iannarilli (università Ca’ Foscari)
Il corpo spezzato. Questo libro si concentra sul tema antropologicamente e storicamente complesso del corpo nell’antico Egitto, con particolare attenzione alla cosiddetta “letteratura funeraria” e, più specificatamente, al corpus dei Testi delle Piramidi e ai suoi determinativi antropomorfi “mutilati”. In questa prospettiva, era necessario stabilire un quadro per la percezione e l’elaborazione formale del corpo sociale, politico, vivo e morto nelle fonti iconografiche e testuali, al fine di fornire una base emica da cui partire. Particolare attenzione è stata riservata al “corpo spezzato”, inteso non solo come corpo fisico ma anche come sua rappresentazione iconografica o materiale, talvolta mutilato, decapitato, trattato e manipolato in modi e contesti diversi. Si è quindi svolto un processo deduttivo, partendo dal generale e arrivando al particolare, per proporre alcune suggestioni su un fenomeno a lungo dibattuto ma ancora irrisolto. Si arriva così alla pratica della mutilazione, o parzializzazione del corpo, ancora scarsa nei contesti archeologici, ma più abbondante nell’iconografia e nei geroglifici, come opera deliberata, ragionata e motivata di costruzione e decostruzione del corpo umano e della sua rappresentazione. L’opera avrà servito al suo scopo se riuscirà a stimolare nuove riflessioni e studi più approfonditi sull’argomento, o almeno a gettare uno spiraglio di luce sulle ombre che il pensiero egiziano ancora “getta sulle pareti della grotta”.
Bologna. Alla XXI edizione di “Imagines” la rassegna del documentario archeologico promossa dal Gruppo Archeologico Bolognese il film di Alberto Castellani “Verso sud. Dalla Palestina all’Egitto sulle tracce di Yosef, Myriam e Yeshu’a” in prima internazionale. Il regista veneziano racconta come è riuscito a ricostruire il viaggio-fuga della Sacra Famiglia in Egitto, emigranti di duemila anni fa loro malgrado
“Il viaggio del racconto della Sacra Famiglia in Egitto è un tema che mi sta a cuore e che ho a lungo inseguito. Pensato all’indomani di un programma dedicato alle origini del monachesimo, ha avuto delle inevitabili interruzioni per l’esplosione della pandemia. Ora finalmente è stata completata la documentazione del percorso e montata la prima parte del filmato”. Il regista veneziano Alberto Castellani comincia così il promo del suo ultimo film “Verso sud. Dalla Palestina all’Egitto sulle tracce di Yosef Myriam e Yeshu’a” (Italia 2023, 50’) protagonista in prima internazionale alla XXI edizione di “IMAGINES. Obiettivo sul passato”, la rassegna del documentario archeologico promossa dal Gruppo Archeologico Bolognese. In programma una prima internazionale: appuntamento sabato 2 dicembre 2023, alle 15, nella Sala Eventi della Mediateca Comunale di San Lazzaro, in via Caselle n. 22 a San Lazzaro di Savena (Bologna). L’ingresso è libero, gratuito e aperto a tutti. Il progetto di Castellani è suddiviso in due episodi di 50 minuti, un itinerario di quasi quattromila chilometri tra Israele, Palestina, ed Egitto alla riscoperta di un viaggio che i Vangeli apocrifi ed il mondo Copto attribuiscono alla “Sacra Famiglia”, in fuga da Betlemme per sfuggire al disegno omicida di Erode ricordato come “Strage degli Innocenti”. A “Imagines” vedremo la prima parte “Da Betlemme a il Cairo”. E si avvale della consulenza di Alberto Elli, egittologo; Emanuele Ciampini, docente di Egittologia e Civiltà Copta all’università Ca’ Foscari Venezia ; Esther Pons Mellado, co-direttrice della missione archeologica di Ossirinco (El-Bahnasa), Egitto; Maite Mascort Roca, co-direttorice della missione archeologica di Ossirinco (El-Bahnasa), Egitto; Kom Abou Billou, istituto francese d’Archeologia Orientale; Giovanna Ferri, pontificio istituto di Archeologia Cristiana, Roma; Gabriele Castiglia, pontificio istituto di Archeologia Cristiana, Roma.

Affresco con la fuga in Egitto della Sacra Famiglia nella chiesa di Santa Maria Foris Portas a Castelseprio (Va) (foto drm-lombardia)
La fuga della Sacra Famiglia da Betlemme all’Egitto è diretta conseguenza dell’editto di Erode: ogni maschio dai due anni in giù, nato a Betlemme o nel territorio circostante deve essere ucciso. Di villaggio in villaggio dilaga il terrore. Maria e Giuseppe prendono il bambino e fuggono: un tiranno vuole uccidere il loro figlio appena nato. Non restava che dirigersi oltre i confini della terra che li ha visti crescere, vivere la tribolazione di un espatrio forzato, divenire improvvisamente degli emigranti. Molti studiosi impegnati a ricostruire l’itinerario di quella famiglia, esprimono versioni contrastanti a partire dalle possibili scelte iniziali di Giuseppe. L’ itinerario più conosciuto, comune a gran parte delle carovane, suggeriva di intraprendere la via che conduceva ad Hebron. Secondo quanto emerge dal Vangelo Armeno dell’Infanzia, la Sacra Famiglia si sarebbe diretta successivamente verso la città di Askalon. Poi non esisteva altra possibilità che seguire uno dei tanti tracciati che incrociavano la cosiddetta Via Maris, una strada commerciale e militare che, in direzione Sud Est, collegava, attraverso il deserto del Negev, il levante con l’Egitto, lungo l’attuale striscia di Gaza. Di qui a Raphia, l’odierna Rafah, antica città di confine verso l’Egitto, da dove l’unica pista da seguire era rappresentata da uno wadi, un territorio desertico conosciuto come “fiume d’Egitto”. Comincia così il lungo “vagabondaggio” della Sacra Famiglia in terra d’Egitto che oggi è conosciuto come il “Cammino della Sacra Famiglia”: 25 località e un itinerario di 3.500 chilometri attraverso undici Governatorati, dal Delta del Nilo all’Alto Egitto. “Questo percorso – ha sottolineato Tawadros II, Papa copto ortodosso -, continuerà a rappresentare una benedizione e un motivo di fierezza per il popolo egiziano e sarà uno tra i più estesi pellegrinaggi del mondo”. Castellani segue passo passo il viaggio della Sacra Famiglia attraverso testimonianze, tracce archeologiche e memorie bibliche. “Spero che dalla visione di questo contributo”, si augura in conclusione il regista Castellani, “possa emergere il mio impegno nel raccontare una storia misteriosa e affascinante. Forse poco nota al grande pubblico. Con l’augurio che grazie anche a questa iniziale proposta il film sia in grado di suscitare interesse e trovare diffusione internazionale da parte dei media”.
Siracusa. Al Castello Maniace il XXI convegno di Egittologia e Papirologia: tre giorni di contributi. Ecco tutti gli interventi
Full immersion nell’Antico Egitto. Dal 15 al 17 dicembre 2022 a Siracusa è in programma il XXI convegno di Egittologia e Papirologia promosso dall’istituto italiano per la Civiltà egizia e dall’istituto internazionale del Papiro-museo del Papiro “Corrado Basile”, comitato scientifico: Giuseppina Capriotti, CNR-ISPC Roma; Emanuele M. Ciampini, università Ca’ Foscari di Venezia; Maria Cristina Guidotti, museo Egizio di Firenze; Rosario Pintaudi, università di Messina; Gloria Rosati, università di Firenze; Silvia Strassi, università di Padova. Nel corso della tre giorni nella sala convegni Ferruzza-Romano del consorzio Plemmirio-Castello Maniace, questi gli interventi previsti: Abdel Rahman Abdel Samie (università di Firenze) su “Un gruppo di ostraca ieratici inediti presso il Museo Egizio del Cairo appartenenti all’epoca ramesside”; Grażyna Bąkowska-Czerner (università Jagellonica di Cracovia), Rafał Czerner (politecnico di Breslavia) su “Case di El Darazya in Egitto rispetto al vicino sito di Marina el-Alamein”; Silvia Bassilichi (università di Firenze) su “Il cigno nell’Antico Egitto: aspetti iconografici e culturali”; Giorgia Cafici (università di Verona) su “Corpus of Ptolemaic Non-Royal Sculpture: aspetti poco noti della statuaria privata di Epoca Tolemaica”; Giorgia Calamusa (università di Torino), Nadia Brindisi (università di Torino) su “L’Egitto a Torino: un progetto di public history per favorire il dialogo tra il museo e la comunità arabo-egiziana del territorio piemontese”; Ilaria Cariddi (istituto papirologico “G. Vitelli” di Firenze) su “Che il tuo cuore sia una diga possente
. L’uso metaforico dell’acqua nel genere degli Insegnamenti egiziani”; Giacomo Cavillier (centro studi di Egittologia e Civiltà copta “J.F. Champollion” Genova-Il Cairo) su “Ricerche e riflessioni su un rilievo di Siamon da Tanis e sulla possibile conquista di Gezer”; Emanuele M. Ciampini (università di Venezia Ca’ Foscari) su “La parola effettiva: osservazioni sul senso della scrittura nella riflessione egizia”; Anna Consonni (museo Archeologico nazionale – museo Egizio di Firenze), Federico Contardi (università di Firenze) su “Ostraca ramessidi nelle collezioni egizie del Museo Archeologico di Firenze”; Ilaria Davino (Roma) su “Sarcofagi e mummie. Nuove prospettive su un rito funerario”; Marco De Pietri (università di Pavia) su “Jean-François Champollion, un decifratore all’opera: un savant a confronto con una stele”; Lorenzo Guardiano (università statale di Milano) su “Jean-François Champollion e i Libri del Cielo”; Maria Cristina Guidotti (museo Archeologico nazionale – museo Egizio di Firenze), Marta Mariotti (università di Firenze) su “Un cofanetto in fibre di papiro nel Museo Egizio di Firenze”; Francesca Iannarilli (università di Venezia Ca’ Foscari) su “Un nuovo look per Taharqo al Jebel Barkal: rilettura iconografica ed epigrafica del Tempio di Mut dopo il restauro dell’ICR”; Ilaria Incordino (università di Napoli “L’Orientale”) su “La necropoli della III Dinastia a Bet Khallaf (Abido): una possibile sepoltura regale”; Vincent Pierre-Michel Laisney (Pontificio Istituto Biblico Roma) su “Osservazioni sulla grammatica di Amarna (2)”; Susanna Lena (centro egittologico “Claudia Dolzani”, Trieste) su “La collezione imperiale di Ferdinando Massimiliano d’Asburgo e le collezioni “minori” della Trieste ottocentesca”; Mattia Mancini (università di Pisa) su “Progetto “TEMA – la Toscana Egittologica tra Musei e Archivi”: panoramica finale dei risultati”; Paolo Marini (museo Egizio di Torino), Federico Poole (museo Egizio di Torino), Susanne Töpfer (museo Egizio di Torino) su “Scrittura e scritture nell’antico Egitto: una nuova mostra del Museo Egizio di Torino”; Filippo Mi (università di Strasburgo) su “La Necropoli Menfita nel primo millennio a.C.: una nuova narrativa per comprendere la necropoli di una capitale”;
Cinzia Oliva (Progetto EgittoVeneto, università di Padova e università di Venezia Ca’ Foscari) su “La mummia n. 55 Correr conservata presso il Museo Archeologico Nazionale di Venezia”; Christian Orsenigo (museo civico di Crema e del Cremasco) su “Le antichità egizie del Museo Archeologico Regionale della Valle d’Aosta”; Moamen M. Othman (ministero del Turismo e delle Antichità, Il Cairo), Mohamed Abdel-Rahman (ministero del Turismo e delle Antichità, Il Cairo), Nour M. Badr (museo Egizio del Cairo), Ahmed Tarek (Grand Egyptian Museum, Giza) su “An observational analytical study for the funerary wooden mask of King Awibre I Hor”; Rosanna Pirelli (università di Napoli “L’Orientale”) su “L’Iseo di Benevento: Iside, Domiziano e i culti egiziani”; Federica Pancin (università di Roma “La Sapienza”) su “L’uso del geroglifico xpr (L1) nella Litania di Neith (Esna 216)”; Mario C.D. Paganini (Österreichische Akademie der Wissenschaften, Vienna) su “Migranti del mondo greco nell’Egitto ellenistico: alcune considerazioni”; Nicola Reggiani (università di Parma) su “Medicina per corrispondenza nell’Egitto greco-romano: le testimonianze dei papiri greci”; Gloria Rosati (università di Firenze) su “Le stele egizie nel Museo dell’Accademia Etrusca di Cortona”; Lorenzo Uggetti (Centre National de la Recherche Scientifique, Francia) su “Gli archivi papiracei di epoca tarda e tolemaica portati alla luce da Pierre Jouguet nel Fayyum”; Elena Urzì (università di Parma) su “Il divino sta nei particolari (Mies van der Rohe). Appellarsi al soprannaturale grazie all’ortografia”.
Domenica 5 maggio 2024, al museo Archeologico nazionale di Adria, diretto da Alberta Facchi, in occasione della prima domenica del mese #domenicalmuseo a ingresso gratuito, alle 16.30, appuntamento con la conferenza “Reperti egizi ad Adria” a cura di Claudia Gambino (Egitto Veneto), nell’ambito del XXXIV ciclo di incontri organizzati dal Gruppo Archeologico Adriese “Francesco Antonio Bocchi” in collaborazione con il museo Archeologico nazionale di Adria. Ingresso gratuito su prenotazione allo 042621612, 



È tutto pronto. Gli egittologi della Missione Italiana a Jebel Barkal (Sudan) Jebel con i colleghi di Naga (@nagaproject), Wad Ben Naga (@narodnimuzeum), Hugair Gubli (@egittologiasapienza), @university_khartoum, pronti per le celebrazioni dei cinquant’anni della missione in Sudan: “Celebriamo questi lunghi 50 anni, sì”, spiegano a Ca’ Foscari, “ma celebriamo soprattutto il Sudan, il suo patrimonio archeologico, la sua gente, che da decenni ci ospita e collabora con tutti noi alla realizzazione di un progetto culturale che diventi una forza e una risorsa per la stessa popolazione di questo fiero, tormentato, straordinario Paese”. Appuntamento il 1° dicembre 2023 in aula Baratto dell’università Ca’ Foscari di Venezia, in Dorsoduro 3246, per la giornata di studi “Jebel Barkal. Half a Century of the Italian Archaeological Mission in Sudan”. Link al convegno: 
Nell’ambito degli incontri che intendono approfondire tematiche ed aspetti raccontati nella mostra “L’Amato di Iside. Nerone la Domus Aurea e l’Egitto”, ideata e organizzata dal parco archeologico del Colosseo, con la curatela di Alfonsina Russo, Francesca Guarneri, Stefano Borghini e Massimiliana Pozzi, in corso alla Domus Aurea fino al 14 gennaio 2024, la Curia Iulia ospita la conferenza “Imperatori Re e Candaci: i rapporti tra Roma e il regno di Meroe” a cura di Emanuele M. Ciampini, professore associato di Egittologia dell’università Ca’ Foscari di Venezia e direttore della Missione Archeologica Italiana in Sudan a Jebel Barkal. Appuntamento giovedì 16 novembre 2023, alle 16.30. Introduce Alfonsina Russo, direttore del parco archeologico del Colosseo. Interviene Emanuele M. Ciampini, università Ca’ Foscari di Venezia. Ingresso da largo della Salara Vecchia. Prenotazione obbligatoria fino ad esaurimento posti su eventbrite al link 
Insieme le voci, le penne e le matite di archeologi, storici, illustratori. Mercoledì 31 maggio 2023, all’università Ca’ Foscari di Venezia, il convegno “LA STORIA A COLORI. Mondo antico e archeologia attraverso fumetti, albi illustrati ed editoria per l’infanzia” promosso dal dipartimento di Studi umanistici di Ca’ Foscari (dott.ssa Francesca Iannarilli, prof. Emanuele Ciampini). L’idea è nata dal fumetto realizzato per la Missione al Jebel Barkal in Sudan (
Nel Nord del Sudan, è attiva la missione archeologica italiana a Jebel Barkal diretta dal 2011 dal prof. di Emanuele Marcello Ciampini, egittologo di Ca’ Foscari. La missione archeologica a Jebel Barkal opera sul sito tutti gli anni. L’area data in concessione alla Missione italiana ha una notevole estensione ed è stata finora investigata in modo sistematico solo per una percentuale non molto alta, forse poco più del 15%. È una missione che lavora da più di 50 anni, ma ci sono stati dei periodi con interventi un po’ a spot; solo negli ultimi anni si è cercato di sfruttare al massimo un tempo che si aggira intorno alle 4/5 settimane per ogni missione. In occasione della prima edizione della Giornata dell’Archeologia Italiana all’Estero, la newsletter dell’ateneo veneziano CfNews ha approfondito col professor Ciampini la situazione in Sudan e l’attività di ricerca guidata da Ca’ Foscari, incerta per il 2023. Ecco alcuni passaggi dell’intervista curata da Sara Moscatelli.









Commenti recenti